IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Nella storia di Torino la città difficilmente ha avuto sindaci e podestà inadeguati. L’ esempio di Chiara Appendino è una rara eccezione. Ha avuto sindaci più bravi come Valentino Castellani ed Amedeo Peyron e sindaci meno bravi. Ma un livello minimo è sempre stato salvaguardato. Persino un sindaco per caso come Giorgio Cardetti non è stato male.
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Oggi dopo il ritiro del rettore del Politecnico dalla candidatura a Sindaco nel centro sinistra su cui espresse già delle riserve Castellani, ritornano in pista nomi di scarso significato che non rappresentano nulla di significativo a livello politico e neppure amministrativo. Per avere un’idea adeguata di paragone bisogna riandare a Piero Fassino che fu segretario nazionale dei ds e due volte ministro. Nel 2011 stravinse. Aveva anche il pregio di aver fatto da giovane il consigliere comunale a Torino prima di diventare deputato. Il deficit accumulato da Chiamparino impedì a Fassino di realizzare il suo programma. Il centro- sinistra dovrebbe guardare ad un modello del genere che in effetti non possiede e impedire a Chiamparino di continuare a lavorare dietro le quinte come sta facendo. C’è chi parla di Laus come ad una grande risorsa che risolverebbe tutti i problemi. Ma verrebbe voglia di domandarsi chi sia politicamente il sen. Laus per pretendere di candidarsi a sindaco di Torino. Il suo curriculum è molto povero anche i termini culturali e resta nell’ambito delle vecchie clientele meridionali del passato che dominarono nella Dc e nel Psi. L’unico nome di grande prestigio ed autorevolezza è quello del prof. Mauro Salizzoni, medico di fama internazionale che ha appena terminato il suo impegno di direttore del Reparto Trapianti di Fegato delle Molinette e che quindi potrebbe dedicarsi a tempo pieno alla sua città. Le mezze figure dei politicanti sono inconciliabili con i problemi di una Torino abbandonata a sé stessa da Appendino. Nel fronte del centro – destra appare come unica risorsa l’imprenditore di successo Paolo Damilano che ha simpatizzato in passato per lo schieramento opposto. Lo stesso Salvini ha capito che un leghista candidato lo condannerebbe ad una sconfitta sicura perché non ha figure qualificate nella Lega torinese. Sicuramente i resti di “Forza Italia“ non possono avere l’impudenza di riproporre come cinque anni fa Napoli, un cognome a priori inadatto a fare il sindaco di Torino, ma non è solo il cognome a renderlo tale. Il giovane Marrone sta dimostrando grinta e capacità, ma non penso sia adatto a guidare una coalizione che deve guardare a Torino soprattutto ai moderati. Il centro- destra avrebbe una grande risorsa nell’ex presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, l’unica figura politica che questo schieramento ha saputo esprimere tra i tanti carneadi berlusconiani costruiti artificialmente a tavolino in oltre vent’anni. Un confronto Salizzoni – Ghigo riporterebbe sui binari giusti il confronto elettorale di primavera, facendo voltare pagina rispetto al grillismo devastante della Appendino.
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