Le sollecitazioni del presidente Mattarella, come pure gli appelli di Nicola Zingaretti e i ragionamenti di Goffredo Bettini sono parole che il vento porta via e non raggiungono le orecchie dei dirigenti del M5s. Il presidente Conte, cioè colui che dovrebbe fare un passo nella direzione di un confronto parlamentare aperto e schietto, è incatenato ai diktat dei Cinquestelle.
Crimi ha dato l’alt a ogni collaborazione con le opposizioni sulla manovra bilancio che deve essere scritta dalla maggioranza, le opposizioni, invece, dovrebbero limitarsi a fornire i loro voti per il quarto scostamento di bilancio.
Tanta arroganza, è ovvio, è figlia dell’estrema debolezza e della confusione strategica che sta lacerando i grillini, non più movimento è sempre più simili a una brutta versione di partito. È evidente come in queste condizioni la disponibilità offerta da Forza Italia a collaborare con il governo per attraversare la crisi della pandemia e mettere l’Italia in sicurezza, è una pietra di inciampo nella logica grillina. A pagare il prezzo di questa chiusura sarà con ogni evidenza il Pd. Maggiore ancora è il prezzo che dovranno pagare gli italiani per tanta cecità politica.
Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia
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