La bozza di decreto e il segreto d’ufficio violato

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Il fatto che sabato sera a partire dalle 22  su internet circolasse, scritta   su carta intestata della Presidenza del Consiglio, una bozza di decreto relativo alle restrizioni legate all’emergenza Coronavirus in Lombardia e in altre 14 province italiane, appare un qualcosa di davvero allarmante 

Chi ha fatto uscire  dal Consiglio dei Ministri questa bozza ha commesso non solo una leggerezza, ma credo anche un reato. Su materia tanto delicata doveva esserci l’assoluto segreto d’ufficio da parte dei ministri e dei funzionari di Palazzo Chigi.
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 E’cosa che non ha precedenti, se  non nell’8 settembre 1943, quando Badoglio ,dopo aver firmato l’armistizio, lasciò senza ordini l’Esercito e si mise in salvo. Per  tutta la giornata di domenica i divieti non sono fatti rispettare perché sono mancati gli input necessari. Forse neppure stamattina le autorità saranno  in grado di far rispettare  le regole fissate sabato notte. Questa fuga di notizie ha comportato l’assalto ai treni nella notte di sabato a Milano e partenze in auto senza controllo con gravissimo, probabile  danno alla incolumità dei cittadini.
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Qualcuno dovrà risponderne e non basta che il Presidente del Consiglio Conte si rammarichi di questo fatto che rivela l’assoluta inadeguatezza istituzionale di qualcuno. L’emergenza richiede servitori dello Stato capaci e fedeli. Chi non è all’altezza non può e non deve restare. La Magistratura dovrebbe aprire un’indagine per risalire ai responsabili. Questo richiede una democrazia che non abbia derogato alle regole di fronte all’emergenza. Si tratta di regole elementari che sono indispensabili soprattutto nell’emergenza. C’è chi ha parlato alto tradimento, non senza fondamento. Sicuramente emerge in modo chiaro che c’è gente nella cabina di comando  non all’altezza di una nazione, diventata  purtroppo sempre di più un paese sgangherato e non affidabile. Non è certo il momento delle critiche ingenerose, ma qui si tratta di una verità evidenziata dallo stesso Presidente del Consiglio nella sua dichiarazione ufficiale. E questa verità esige un chiarimento. Gli stessi giornalisti avrebbero dovuto astenersi dal dare notizie, attingendo ad una bozza provvisoria.Ancora una volta l’ufficio stampa di Palazzo Chigi  non ha saputo svolgere il suo compito istituzionale. Nei momenti di pericolo e soprattutto in quelli si verificano  le virtù e i limiti delle persone. Oggi appare in tutta evidenza.
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Gli statisti da troppo tempo non ci sono più. Oggi mancano  in larga misura anche i politici con un minimo di qualità. E troppi giornalisti, soprattutto televisivi, tendono a spettacolarizzare un dramma che va affrontato con responsabilità  e pacatezza. Dobbiamo comunque  essere noi Italiani  ad essere  migliori della nostra  classe politica. Occorre prudenza,  senso civico, responsabilità. Bisogna mobilitarci contro il virus,rimanendo o diventando  disciplinati. Se non basterà l’autodisciplina, occorrerà più rigore. Imposto con l’autorità dello Stato a tutela  della salute e della vita degli italiani. Chi non capisce queste cose,si merita i politici che abbiamo,ma io spero e ritengo che la maggioranza degli Italiani sia meglio di chi di governa.
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Sicuramente non è  possibile fare appello al senso patriottico, come ritiene  illusoriamente Ernesto Galli della Loggia, perché la Patria è morta  a causa dell’ individualismo asociale di tante generazioni di Italiani che hanno cancellato la conoscenza stessa  della storia. Sarebbe stato importante fare appello all’amor di Patria, ma nessuno ha avuto il coraggio di richiamarsi a quel valore considerato per troppi decenni come un retaggio retorico sorpassato e improponibile.
scrivere a quaglieni@gmail.com
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