“Col senno di poi è sempre facile parlare, ma i numeri sono sempre stati chiari. Di malattie gravi – scrive Luca Santarossa componente esecutivo nazionale dell’Italia dei Valori – con numeri mortali maggiori ce ne sono, ma non creano notizia, direi semplicemente non ce ne occupiamo”
Riceviamo e pubblichiamo / L’influenza ha da sempre portato morte, come gli incidenti stradali, ma quel numero è silente da sempre e non si chiude bottega perché uno ha la bronchite o la broncopolmonite o “semplicemente” l’influenza.
L’informazione e formazione delle persone continua l’esponente Idv, è sempre prioritaria, ma deve essere degna e tale. In Italia non si sa perché per qualsiasi tema c’è la rincorsa allo scoop e alla demonizzazione di tutto senza mai rimanere correttamente con i piedi per terra e semplicemente raccontare le cose per quelle che sono. Il diritto all’informazione non ha nulla a che vedere con il procurato allarme o semplicemente l’ingigantimento di quanto successo a pro di audience fine molte volte a se stesso che però porta alla fobia altrui. Pensiamo a personaggi noti che vengono sempre chiamati ad intervenire, molte volte non per competenza, ma perché si sa gridare e imprecare, perché piace, si piace accusare e dire ma si poteva far di più, si poteva fare meglio? La risposta è per forza sempre si, ma caro mio prova ad essere tu dall’altra parte della barricata, è come criticare il governo è la cosa più semplice e lampante, ma scomoda, addirittura qualcuno scende dalla poltrona e riprende a criticare. Voglio imprecare anch’io!! Ma si sa, è oramai virale se controllo è perché controllo, se non controllo è perché non controllo, comunque c’è sempre un motivo per puntare il dito e un’indagine da dover avviare per trovare il presunto colpevole per poi mandarlo in prescrizione. Si parla di corona virus, ma per molti italiani manca il concetto di virus (cos’è) e quanti ce ne sono; manca il concetto di come si può contrarre un qualsiasi virus e quanti nel corso della nostra esistenza respiriamo o ingeriamo senza che accada nulla; manca il concetto di mortalità di una malattia e le giuste proporzioni; mancano tanti concetti di igiene personale che non sfociano per forza nella disinfestazione o igienizzazione di una qualsiasi cosa; manca il concetto di uso e scelta di una mascherina di protezione e di un’igienizzante; manca il concetto di educazione di molte persone che sputano a terra e dico sputassero a casa loro così come gettare i rifiuti. Ai miei tempi a scuola certe cose le insegnavano, oggi forse no, oppure gli insegnanti spiegano male o i ragazzi si sono rincitrulliti. Abbiamo invece perso il tempo a raccontare numero di morti e infetti come se questi numeri aiutassero a risolvere il problema. Ci siamo allenati alle fake news (false notizie) a cui si corre dietro, perché bisogna alimentare il terrore dell’untore e del diverso, chi ha letto i Promessi Sposi ne sa qualcosa, leggere e studiare alle volte serve, ditelo ai ragazzi. Parliamo di paziente 0 come se fosse possibile trovarlo e a che scopo? lui o è guarito o è morto. Probabilmente se fossimo nati nel 600 avremo tutti quanti fatto una bella processione di massa per chiedere al signore la grazia e poi scoprire che toccandoci a vicenda, toccando tutti le stesse cose e baciandoci tutti saremo poi stati tutti untori e i problemi di “grazia” sarebbero aumentati. Così trovi persone che utilizzano mascherine di ogni genere, ma poi bevono un caffè e mangiano una brioche che chissà chi ha toccato prima, senza capire che la mascherina è il contagiato che la deve portare; troviamo che lo stesso bar diventa infetto ad una certa ora; troviamo che i più esposti sono gli anziani e gli asintomatici ma non prendiamo provvedimenti diretti per la loro cautela, ma chiudiamo scuole, esercizi pubblici, lo sport, mettiamo in difficoltà il Paese. Rimango – conclude Santarossa- in attesa di una beata pioggia che risani l’ambiente e le menti, vorrei tanto vivere in un Paese Normale.
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