“Infermieri stanchi ma non gettano la spugna”

Riceviamo e pubblichiamo

Nursing Up: “ritmi divenuti insostenibili”

 

Delli Carri: “Stanchi e davvero al limite, però gli infermieri vanno avanti. Ora si facciano nuove assunzioni con il Patto per la Salute”

Gli infermieri anche se sono stanchi, se i carichi di lavoro sono in continuo aumento, se il rischio di burn out o di attacchi depressivi è sempre più alto, non gettano la spugna, non lasciano i reparti, non abbandonano la loro divisa. Lo sottolinea il Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, rilevando la notizia che in media 28 medici al mese in Piemonte, secondo Anao Assomed, lasciano il loro incarico nei reparti.

Per quel che riguarda gli infermieri la situazione è sempre più difficile a causa dei carichi di lavoro che sono da tempo, ormai, insostenibili, per i pensionamenti non sostituiti, per le malattie o le gravidanze che non vengono compensate, per il continuo aumento delle prescrizioni di singoli infermieri i quali a causa di problemi contratti anche al lavoro, non possono più svolgere determinate funzioni, magari lasciando anche l’assistenza diretta.

Claudio Delli Carri, segretario regionale del Piemonte e Valle d’Aosta del Nursing Up, spiega: “Un dato assai preoccupante è quello relativo alle prescrizioni. Nell’ultimo anno, per capirci, il numero di infermieri che non possono svolgere determinate funzioni, a causa di una patologia, sovente sviluppata anche sul posto di lavoro, è salito al 20%. In pratica ogni 100 infermieri in servizio in Piemonte, venti non possono essere impiegati in determinati compiti, devono lasciare l’assistenza diretta. Capita, a titolo di esempio, che vadano in forte depressione, in burn out o che siano vittime di dolore cronico. Tutto ciò si chiama, appunto, burn out. Il numero di questi lavoratori fiaccati, in costante aumento, incide, ovviamente, in modo pesante sui turni e sui carichi di lavoro. Se a ciò aggiungiamo i pensionamenti non sostituiti, le malattie e le maternità, comprendiamo bene quale sia la situazione di emergenza da affrontare. Unica via è quella di assumere, aumentando gli organici in modo costruttivo ed efficace, cosa che le aziende negli anni non hanno fatto, incolpando i tetti di spesa bloccati. Per questo la decisione di sbloccare i tetti di spesa, contenuta nel nuovo Patto per la Salute, firmato a livello nazionale, è particolarmente importante”.

“In questo contesto – conclude Delli Carri – assume una evidente urgenza l’incontro che abbiamo chiesto all’assessore alla Sanità Lugi Genesio Icardi per programmare le ricadute del nuovo Patto per la Salute sul sistema sanitario piemontese. Ricadute che devono essere mirate ed efficaci.

Intanto, però, va ribadito che gli infermieri, pur se allo stremo, con carichi a volte davvero insopportabili, non gettano la spugna, non abbandonano la professione, non lasciano i malati e gli ospedali in cui lavorano”.

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