Dispositivo seggiolini auto, un gran pasticcio

Di Roberto Placido

La capacità di un ministro e di conseguenza di un governo si misura in base ai provvedimenti che vengono presi. In questo caso parliamo di un provvedimento, la legge 117 del 1 ottobre de 2018 “ introduzione dell’obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l’abbandono di bambini nei veicoli chiusi”, sollecitato, invocato e atteso da molti anni. Ogni nuova tragedia, perché  tale è la morte di un bambino, si levavano le richieste, le suppliche e le speranze dei genitori e dei cittadini in genere. Così tra un rinvio per il rinnovo del Parlamento e qualche, colpevole,  distrazione di troppo siamo arrivati al provvedimento indicato nel titolo. Una legge di civiltà. Ma a questo punto arriviamo alla situazione incredibile nella quale centinaia di migliaia di famiglie italiane, con più di un milione di bambini, si sono trovate nel caos e nel marasma con, a causa della legge entrata in vigore all’improvviso lo scorso 7 novembre, negozi presi d’assalto ed i pochi seggiolini a norma , lievitati di prezzo, esauriti in un baleno. Per non parlare delle polizie municipali indecise sul da farsi. Sì perché nella legge oltre alle indicazioni su età, caratteristiche e dettagli sui seggiolini,  sono indicate anche le sanzioni, da 80 a 323 euro di sanzione, cinque punti sulla patente fino alla sospensione della stessa da  quindici giorni a due mesi. Ultima “ chicca” l’erogazione dei 30 euro per l’acquisto non si sa ancora come avverrà e quindi,  si consiglia di conservare lo scontrino!  In un paese normale ci si aspetta che un ministro ed i dirigenti del suo dicastero incontrino le aziende interessate per concordare costi, da ridurre in considerazione dell’obbligo degli apparati, caratteristiche e completa disponibilità nei punti vendita. Ed invece no, dopo il solito annuncio  dell’entrata in vigore, subito smentita dalla necessità di attendere il via libera europeo, e la successiva dichiarazione del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli del definitivo via libera,  il silenzio fino all’improvvisa entrata in vigore descritto prima. L’esperienza in un negozio specializzato, personale,  di domenica 10 novembre è stata esauriente, appena abbozzata la fatidica domanda sui dispositivi… sono finiti, se vuole lasciare un acconto,  con arrivo previsto a  fine gennaio del 2020. La riflessione, oltre all’incapacità conclamata di un ministro, distintasi finora per la straordinaria “comprensione” verso le ricche concessionarie autostradali, riguarda il governo e la previsione, infausta, sulla sua durata. Se un provvedimento di civiltà atteso e condiviso da tutti viene gestito così nel caos e nell’improvvisazione, non può che andare a casa in un lasso di tempo abbastanza breve e quindi di alcuni mesi.

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