Mountains by Magnum Photographers

Scatti d’alta quota firmati “Magnum” in mostra al valdostano Forte di Bard. Fino al 6 gennaio 2020

Bard (Aosta)

Anche Robert Capa non poté sottrarsi al fascino delle grandi vette. In una foto scattata quasi settant’anni fa (ma di incredibile attualità e freschezza), il celebre fotografo ungherese – al secolo Enfre Erno Friedman, ritenuto il più grande fotografo di guerra del Novecento – fissa nella mondanissima Zermatt, sullo sfondo spettacolare del Cervino corteggiato da incerti e capricciosi giochi di nuvole, la discesa di tre pimpanti sciatori dell’epoca catturati dall’obiettivo della sua “Leika” o della “Contax”. La foto è datata 1950 (a pochi anni dal termine del secondo conflitto mondiale e dagli indimenticabili scatti realizzati in Italia da Capa in occasione dello sbarco degli alleati in Sicilia, fino a Napoli e sulla linea bellica di Cassino) e appartiene al gruppone delle 130 selezionate negli immensi archivi dell’Agenzia Magnum Photos – la più prestigiosa Agenzia di Fotogiornalismo al mondo, fondata nel 1947 da Henri Cartier-Bresson, insieme allo stesso Robert Capa, a David Seymour e a George Rodger – e ospitate, fino al 6 gennaio del prossimo anno negli spazi del valdostano Forte di Bard. Filo conduttore e soggetto comune di tutti gli scatti, la montagna: le vette d’ogni dove, ritratte e interpretate e poste in dialogo con quelle “reali” della Vallée che, imponenti, si lasciano ammirare dalle feritoie delle Sale delle Cannoniere.

Meraviglie fra meraviglie. Risultato di un sodalizio ormai più che consolidato fra il polo museale valdostano e la storica Agenzia Fotografica che oggi conta ben quattro sedi nel mondo, fra Parigi, New York, Londra e Tokyo, la mostra è curata da Andrea Holzherr e Annalisa Cittera, che   sottolineano: “I fotografi Magnum hanno costruito e reinventato l’iconografia montana. Nelle loro fotografie le montagne sono osservate, sfruttate e attraversate. Vediamo   persone che trascorrono tutta la loro vita ad alta quota, ma anche   persone di passaggio che cercano una guida spirituale, il piacere, un rifugio dalla guerra o semplice sopravvivenza”. Si va dai pionieri della fotografia di montagna come Werner Bischof (alpinista lui stesso) che negli anni ’40 racconta la bellezza delle sue Alpi svizzere, ai già citati Robert Capa e all’inglese George Rodger (noto soprattutto per i suoi reportages in Africa, molti dei quali pubblicati sul “National Geographic”) che nel ’47 ferma l’immagine struggente del fanciullo di Basuto in Sud Africa avvolto in povere coperte per ripararsi dal freddo del Thaba Bosiu o “Montagna della Notte”.

E l’iter prosegue passando per l’austriaca Inge Morath (seconda moglie di Arthur Miller, dopo Marilyn Monroe) e il tedesco Herbert List, impegnato nei suoi scatti in bianco e nero a “cogliere nell’immagine la magia dell’apparizione”,   per arrivare ai nostri giorni con le grandiose vette dell’Himalaya che fanno da sfondo al rilassato ritratto del Dalai Lama realizzato nel ’76 da Raghu Rai, oggi il più famoso fotografo indiano, accanto alle immagini di fascinosa visionarietà del francese Marc Riboud (è dell’’83 la cinese inquietante “Montagna Gialla – Huangshan”), a quelle del siciliano di Bagheria (primo italiano a entrare in Magnum) Ferdinando Scianna e agli imponenti massicci montuosi che sembrano affiorare dalle acque del Lago Inle, nella Myanmar del grande Steve McCurry, fino al sito iconico del Machu Picchu sulle Ande del Perù fissate dall’obiettivo   dell’inglese Martin Parr.

La mostra si chiude con una sezione speciale incentrata su un importante progetto dedicato al territorio valdostano, commissionato al romano Paolo Pellegrin, fotografo di notorietà internazionale, e frutto di uno shooting realizzato in loco nella scorsa primavera, “alla ricerca – spiegano ancora i curatori – di quelle luci che lui, amante del bianco e nero, predilige…luci filtrate dalle nubi sfilacciate dal vento, i violenti controluce sulla superficie della neve, le buie increspature dei crepacci, le scure torri delle creste rocciose, gli arabeschi disegnati sulla superficie dei laghi ghiacciati”. Scenari che la Valle d’Aosta sa donarci con generosa abbondanza. All’artista, il compito della scoperta e della poetica interpretazione.

Gianni Milani

***

“Mountains by Magnum Photographers”

Forte di Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 6 gennaio 2020

Orari: dal mart. al ven. 10/18, sab. dom. e festivi 10/19, lun. chiuso

Nelle foto

– Robert Capa:”Zermatt, Switzzerland”, 1950, Magnum Photos
– George Rodger: “Thaba Bosiu Basutoland (Lesotho)”, 1947, Magnum Photos
– Raghu Rai: “The Dalai Lama, Ladakh, India”, 1976, Magnum Photos
– Marc Riboud: “Huangshan, China”, 1983, Magnum Photos
– Steve McCurry: “Inle Lake, Myanmar”, 2011, Magnum Photos
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