I diritti nei centri di permanenza

Il diritto alla salute, al riconoscimento – quando ce ne siano le condizioni – di un permesso di soggiorno per motivi umanitari e, più in generale, a un trattamento che contemperi le esigenze di sicurezza con il rispetto dei diritti soggettivi della persona

Sono questi i punti principali su cui fa leva – anche in riferimento alle condizioni di vita all’interno del Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, il più grande dei sei presenti in Italia – il Rapporto “Norme e normalità – Standard per la privazione della libertà delle persone migranti”, presentato  a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte.

“Il volume – ha spiegato il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano, promotore dell’iniziativa – raccoglie gli standard e le raccomandazioni che nel triennio 2016-2018 il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale ha indirizzato al Ministero dell’Interno a seguito delle visite nei Centri di permanenza per il rimpatrio, negli hotspot e in occasione dei voli di rimpatrio, tenendo anche conto delle segnalazioni giunte dai garanti regionali e comunali sul tema delicatissimo del diritto degli immigrati”.

Con Mellano sono intervenuti la docente Laura Scomparin, ordinaria di Diritto processuale penale alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, l’avvocato Guido Savio, dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), Emilia Rossi Massimiliano Bagaglini, rispettivamente componente e funzionario dell’Ufficio del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

Tutti, con sfumature diverse, hanno auspicato che gli standard possano costituire un’ideale piattaforma per un progetto di legge, dal momento che – a differenza della privazione della libertà in ambito penale, normata a livello nazionale dall’Ordinamento penitenziario – la detenzione amministrativa delle persone migranti non prevede garanzie certe e uniformi sul territorio.

 

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