“Mentre è in corso a Montecitorio l’esame del disegno di legge per la riduzione dei Parlamentari, portandoli a 400 Deputati e 200 Senatori, voglio ribadire una istanza che Uncem sottopone da almeno due decenni ai legislatori nazionali e regionali. E cioé la necessità di garantire adeguata e certa rappresentanza anche ai territori interni, montani, rurali, quelli a meno densità di popolazione che hanno da sempre avuto minori voti e dunque capacità di eleggere propri Parlamentari visti i numeri ridotti di abitanti, dunque di elettori. Nei sistemi con preferenza, prevalgono le grandi concentrazioni urbane. Un condominio, è evidente, ha molto spesso più elettori di un Comune. Nelle leggi elettorali con collegi o circoscrizioni, più queste sono grandi, meno le aree montane e rurali hanno capacità di incidere nelle scelte ed eleggere persone che provengono da quei territori, dalle zone interne. In un collegio uninominale da 1 milione di abitanti, il baricentro sarebbe nettamente spostato sulle zone urbane, sulle città. Se fosse invece più piccolo, nel disegno del collegio si può inserire una compensazione legata all’estensione territoriale. Riducendo il numero di Parlamentari, proposta sulla quale non siamo certo contrari a prescindere, è decisivo tenere conto di una omogenea rappresentanza per tutti i territori del paese, anche quelli a più alta dispersione demografica, dove ci sono meno voti. Si deve puntare, anche con questa riforma, sulla coesione e non sulla frammentazione, sui legami tra territori e non sulle nuove sperequazioni territoriali lasciando gli ‘eletti’ si concentrino nelle città. È un tema che interessa l’Italia e molti Paesi europei, così come molte Regioni italiane, che spinge molte aree interne oggi a rievocare lo slogan ‘ No taxation without representation’ sul quale si è basata la Rivoluzione americana a metà Settecento. Definire come e cosa è la rappresentatività e come il Paese sta insieme grazie alla democrazia elettiva e all’organizzazione istituzionale, migliore possibile, sono urgenze politiche, istituzionali, filosofiche, culturali, economiche che sfidano tutti, che non hanno colori e che auspichiamo possano vedere i partiti, tutto il Parlamento unito nel trovare soluzioni, oltre qualsiasi ideologica demagogia”.
Marco Bussone
Presidente nazionale Uncem