Domenica si gioca l’ultima partita di Torino Basket sponsorizzata FIAT e targata Auxilium. Siamo alla fine. Retrocessione conclamata e penalità definite (e forse non è ancora finita…) hanno concluso una stagione difficile da definire solo a parole
Al di là di tutte le vicende giudiziarie legate alle sanzioni varie in cui non vogliamo minimamente entrare in quanto ci saranno organi preposti a valutare, l’annata si chiude con un risultato inquietante in termini anche solo di risultati. 10 sconfitte a zero in Eurocup, 21 sconfitte e 8 vittorie in campionato, una vinta e una persa in Supercoppa Italiana per un totale di 32 sconfitte e 9 vittorie. Esaltante non è la parola giusta. Ultima partita senza alcun senso se non quello di far entrare più gente possibile a vedere uno spettacolo surreale. Si leggono post, si leggono commiati, si leggono lacrime… Sarà, ma il mondo torinese rimpiangerà profondamente tutto quello che ha vissuto in questi anni. Chiedersi se e quando e come tornerà non è dato saperlo. Sicuramente, errori ne sono stati fatti tanti, ma dare colpe è sempre troppo facile, pur se si può ipotizzare con fatica di non cadere in tentazione di farlo. E’ evidente che se ritornerà dovrà farlo in altro modo non nei risultati ma nella programmazione, ma questo è sotto gli occhi di tutti. Una partita surreale, da vivere come? C’è chi vorrà rendere omaggio ai “lavoratori” tra giocatori e staff di quest’annata da 9 vittorie e 32 sconfitte ufficiali, chi si complimenterà con gli oscuri lavoratori dell’ombra (forse o sicuramente i più danneggiati da questa debacle conclamata), e chi piangerà per lo spettacolo del basket che volerà via. Di sicuro bisognerebbe trovarsi tra tifosi, gli unici sicuri sconfitti di questa realtà, che hanno solo speso e nulla guadagnato, e che ci hanno rimesso emozioni, arrabbiature e delusioni morali al punto di tornare a casa trentadue volte con la tristezza nell’animo. I tifosi di Torino, quelli veri, hanno perso il loro sogno. Applauditevi tra di Voi. Giocatori e staff, pur con le loro tristezze presunte o reali, si riposizioneranno in altri lidi, chi più chi meno, in funzione della propria abilità e dell’abilità dei loro manager. Ma noi, tifosi del basket a Torino, dove potremo riposizionarci? La speranza è l’ultima a morire, ma insomma non potremmo definirci in salute. E così domenica, quando suonerà la sirena della fine partita, travisando un famoso libro di Hemingway che spero mi perdonerà per l’accostamento irriverente, non chiedetevi per chi suona quella sirena: quella sirena suonerà per tutti noi, tifosi, per la fine del sogno del basket che Torino ha vissuto in questi anni, e che senza i tifosi sarebbe una semplice esecuzione di gesti motori. Forza tifosi del basket: stringiamoci insieme, ci ritroveremo su qualche spalto prima o poi tutti insieme a gioire per Torino. Questi siamo noi, questi sono i tifosi del Basket, questi sono veramente Torino.
Paolo Michieletto
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