Caro Direttore, il Salone del Libro di Torino ha fornito la cornice all’ennesima commedia tra chi con il fascismo non c’entra nulla e chi con la Resistenza non c’entra nulla. Nuovamente abbiamo assistito all’ennesima forzatura di queste due categorie, oramai consegnate alla Storia, per un uso meramente politico, conveniente per la campagna elettorale in corso. Trovo offensivo utilizzare oggi il sacrificio di chi ci ha liberato dall’invasore per mettere a tacere una casa editrice la cui unica colpa è quella del suo editore, tale Francesco Polacchi, di essersi dichiarato fascista. Vi chiedo che cosa possa significa questa definizione nel 2019, visto che è sempre stato difficile individuare una precisa ideologia fascista. Isolazionista o imperialista? Rivoluzionario o reazionario? Ma soprattutto: che cosa importa? Può essere reato un’opinione in democrazia? O forse si è fascista nei modi? Ma in questo caso che colpe avrebbe Polacchi, e prima ancora la casa editrice? Sicuramente, uno dei metodi del ventennio fascista fu la censura. Credo che solo di censura possiamo parlare in questo caso. Quindi, se proprio vogliamo divertirci ad associare il nomignolo “fascista” a qualcuno, lo assocerei a chi ha impedito, per una precisa scelta di simpatia politica, la regolare partecipazione di una regolare casa editrice al Salone del Libro. E mentre siete impegnati a combattere il “fascismo” di un partito che non ha nemmeno preso l’1% dei voti alle elezioni politiche, ricordatevi, se lo vorrete, che a Salerno una signora ha dovuto “accogliere” la polizia in casa sua per rimuovere uno striscione contro Salvini, visto che il ministro del Selfie era di passaggio; che una ragazza si è vista sequestrare il cellulare dalla Digos perché ha fatto una battuta su Salvini in un video in cui lui era presente; che lo stesso Salvini ieri prometteva di chiudere i negozi in cui si vende cannabis legale. Ripeto: legale. Visto che la definizione di “fascismo” sa essere molto ampia, io direi che fascismo è tutto ciò che minaccia lo Stato di Diritto. Le recenti vicende di Concita De Gregorio, di Oscar Giannino, la condanna ritenuta sproporzionata da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo inflitta a Alessandro Sallusti, mi portano a chiedermi se le basi della nostra liberaldemocrazia siano ancora sane. Tutto questo mentre intorno a me, i “democratici” combattono contro i mulini a vento del fascismo.
Saluti da un convinto liberale.
Luca Ribero