Si chiama ‘Campana della Nuova Vita’, suona nota Sol, ha un diametro di 47 cm e pesa 70 kg. Fusa dalla ‘Pontificia Fonderia Marinelli’ di Agnone, in Molise (dall’anno 1000 la prima e più antica fabbrica di campane al mondo), è stata donata per celebrare le vittime di banche e fisco ingiusti, ma anche tutti i bimbi precocemente scomparsi. Suonerà, a partire dal 15 Dicembre 2018, dall’alto del campanile della Chiesa Parrocchiale di Castenedolo (BS).
Un dono prezioso, desiderato, appassionato e generoso dei fedeli devoti Maurizio Scandurra (giornalista, critico musicale e benefattore) e Serafino Di Loreto. Quest’ultimo, stimato Avvocato, Accademico e imprenditore, Fondatore di SDL CENTROSTUDI SPA, primaria realtà italiana nella lotta alle iniquità dell’erario e delle banche, è autore anche di una profonda riflessione sul rapporto di autenticità che lega campane e vita. Le parole toccanti e sentite di Di Loreto: “È innegabile che la campana rappresenti un simbolo: una sorta di vessillo, come può esserlo una bandiera. Emerge subito però la considerazione che la campana è qualcosa di più. E non solo perché non è unicamente una stoffa variopinta ed è fatta di materiale pregiato (il bronzo) fuso in uno stampo preventivamente lavorato per fare emergere la rappresentazione artistica (immagini e scritte) a futura, imperitura memoria. Ma una campana rappresenta qualcosa di più, anche perché oltre a farsi vedere e notare come farebbe una bandiera, si fa anche sentire con i suoi rintocchi che sono un forte richiamo, non solo per le orecchie: ma anche per il cuore, la mente e lo spirito. La campana ci dà protezione, e infatti ci chiama a “coorte” con i suoi rintocchi a martello quando vi è un’emergenza. Così come ci avvisa che un caro amico se n’è andato quando lancia i suoi lenti e ritmati rintocchi, ma ci dice anche che è festa e che dobbiamo gioire quando lo scampanio è brillante nel ritmo. Una campana oltre a evocare il punto di raccolta e di difesa ci parla: e noi siamo tutti figli suoi. La campana è un simbolo, ma anche una portatrice di emozioni e di informazioni: e ricorda a tutti che abbiamo un’unica radice cristiana che ci accomuna, e se non sempre nel fatto di essere praticanti quanto meno dal punto di vista storico e culturale…e quindi per ricordare a tutti noi da dove venivamo. Ecco perché una campana: una comunità non può non avere una campana: una comunità ha bisogno di una campana! La campana come simbolo: fusione di religiosità, umanità, arte e aspirazioni. Ma questa campana possiede una cosa in più perché contiene il ricordo per i piccoli fratelli prematuramente scomparsi che non vogliamo dimenticare e che affidiamo alle braccia del Signore; questa campana è nata anche per dare speranza per tutti coloro che hanno dovuto subire ingiustizie e prevaricazioni personali nonché finanziarie (quali l’usura) per rimettere i propri debiti ai poteri forti e senza scrupoli. Questa campana è la testimonianza che la libertà dalla prevaricazione è un diritto umano e divino. L’usura infatti è l’applicazione di interessi illeciti: nessuno dovrebbe chiedere ad un altro essere umano interessi per il solo fatto che passi il tempo (e tanto meno esorbitanti ed usurari): solo Dio creatore immutabile di ogni cosa avrebbe il diritto di chiedere a noi umani e cristiani il dovuto per il tempo che passa…e non lo fa! E se ciò non lo chiede l’Altissimo, certi comportamenti non possono essere una prerogativa di qualche usuraio che si traveste da spacciatore legalizzato di crediti. È questa una campana speciale; una campana che rappresenta il momento di incontro di una comunità che lancia nel cielo un grido di speranza“, conclude commosso Serafino Di Loreto.
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