Novembre 2018- Pagina 50

Di Maio ribadisce: “La Tav non serve, è uno spreco di soldi”

Il vicepremier Di Maio ribadisce -in diretta Facebook – il suo deciso no alla Tav: “Sono andato al cinema e una signora mi ha chiesto di non andare contro la Tav. Ma noi non siamo contro le alte velocità in sé, noi siamo contro gli sprechi di soldi che non ci permettono di investire dove serve. Per noi la Tav non è un’opera in questo momento prioritaria. Non ci serve: è stata progettata 30 anni fa quando si sprecavano soldi”. “E non è vero – aggiunge –  che vogliamo spostare i soldi sulla Napoli-Bari: Appendino sta portando avanti la metro 2 a Torino”. Anche se pare proprio che i finanziamenti per la Tav non possano essere spostati sulla metropolitana.

FIAT TORINO – AX EXCHANGE ARMANI MILANO, IL PALAVELA SI TINGE DI ROSA

La squadra torinese dedica l’intera serata di domenica 4 novembre alla campagna “Life is pink”, lanciata dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, e indossa una speciale divisa, che sarà messa all’ asta

Presentata oggi presso l’Aula Cappa dell’Istituto di Candiolo l’iniziativa legata alla charity partnership tra La Fiat Torino e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, nonché svelata in anteprima la maglia che i giocatori della Fiat Torino indosseranno domenica sera.
Domenica 4 novembre il PalaVela si tingerà di rosa in occasione dell’incontro di basket fra Fiat Torino e Ax Exchange Armani Milano a sostegno della campagna “Life is Pink”, lanciata dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro per combattere i tumori femminili. Non a caso è stata scelta la partita più sentita e attesa dal pubblico torinese, un classico della pallacanestro italiana, che, dalle roventi sfide degli anni ottanta ad oggi, ha sempre suscitato grande entusiasmo nel popolo gialloblù. Dal Ruffini al PalaVela, dal PalaLido al Forum, da Dawkins a McAdoo, da D’Antoni a James, cambiano scenari e protagonisti ma rimane inalterato il fascino di questa sfida. L’evento è arricchito quest’anno da una partnership speciale, quella con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che con l’Istituto di Candiolo ha un centro di ricerca e cura di livello internazionale. La Fiat Torino ne sostiene la battaglia in ogni gara, portando in giro per l’Italia e l’Europa il logo della Fondazione sulla propria divisa. Domenica sarà però l’occasione per fare qualcosa in più. Life is Pink sarà il filo conduttore di tutto l’evento. Rosa sarà il colore delle divise speciali indossate dai giocatori della Fiat Torino, che verranno messe all’asta per raccogliere fondi da destinare alla ricerca. Rosa, per una sera, sarà anche tutto il nostro pubblico, grazie alle t-shirt pensate da Fiat per l’occasione. Il rosa colorerà anche il parquet, tingendo le lunette dei tiri liberi, grazie a Valmora, anche per la stagione 2018/19 acqua ufficiale della Fiat Torino. Le attività coinvolgeranno anche il pubblico del PalaVela, con iniziative ad hoc studiate in sinergia con gli sponsor e la Fondazione. La diretta Tv, su Raisport, garantirà ulteriore visibilità all’importante significato della partita, che andrà ben oltre al solo aspetto sportivo. “Sarà una serata davvero speciale, a conclusione di una serie di eventi “in rosa” dedicati alla raccolta fondi e alla sensibilizzazione per sostenere la lotta ai tumori femminili dell’Istituto di Candiolo. Grazie alla Fiat Torino, ai nostri partner e a tutti i nostri sostenitori che non ci lasciano mai da soli. Solo grazie a loro abbiamo realizzato quanto fatto fino ad oggi e potremo andare avanti fino a quando non avremo sconfitto questo tremendo male”, ha dichiarato Allegra Agnelli, Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che sarà presente alla partita di domenica sera. “La Fiat Torino ribadisce con orgoglio la partnership con la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro a sostegno dell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo. Il logo della Fondazione compare sulla divisa da gioco della stagione 2018/2019, a suggellare la condivisione delle finalità e delle strategie di utilità e solidarietà sociale. Sosterremo attivamente le iniziative e le manifestazioni promosse dalla Fondazione, mettendo a sua disposizione lo spettacolo e le emozioni dello Sport adrenalinico per antonomasia. Quella di domenica 4 novembre sarà una grande occasione per esaltare la charity partnership ed il nostro rapporto di solidale collaborazione che avrà altri significativi momenti nel corso della stagione”, ha affermato Antonio Forni, Presidente della Fiat Torino.

Da Intesa Sanpaolo 100 milioni per i danni del maltempo al Nord ovest

I finanziamenti potranno essere attivati con un iter semplificato sulla base della sola autocertificazione.   Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di un miliardo di euro, di cui 100 milioni di euro destinati alle regioni del nord ovest, per andare incontro alla situazione di emergenza creatasi in questi giorni a causa di straordinari eventi atmosferici che hanno colpito tutto il territorio italiano. In particolare verranno messi a disposizione finanziamenti a condizioni agevolate destinati alle imprese, ai piccoli artigiani e commercianti e alle famiglie che hanno subito danni. I finanziamenti potranno essere attivati con un iter semplificato sulla base di un’autocertificazione e le richieste verranno gestite in via prioritaria al fine di rispondere nel più breve tempo possibile a tutti coloro che hanno subito danni. Intesa Sanpaolo mette a disposizione tutte le 389 filiali presenti in Piemonte e le 95 in Liguria per informazioni e assistenza immediata. “Intesa Sanpaolo è legata in maniera profonda al territorio in cui opera – dichiara Cristina Balbo, direttore regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo. – per questo motivo abbiamo deciso di mettere subito a disposizione un plafond destinato a tutti coloro che hanno subito danni e per i quali pensiamo che il nostro sostegno possa essere un segno di concreto aiuto a tutti coloro che vivono e lavorano nelle colpite. Sentiamo tutta le responsabilità di essere banca vicina alle famiglie e a chi fa impresa”.

Forza Italia: “Il Piemonte realizzi la Tav”

Forza Italia chiede che la Regione Piemonte dichiari la Torino-Lione “opera di interesse strategico e acquisisca dal governo la titolarità per la parte italiana della sua realizzazione, sostituendo in tutto o in parte lo Stato nella compagine societaria e partecipando alla suddivisione dei futuri ricavi”. La richiesta è contenuta nell’ ordine del giorno di Andrea Fluttero e Luca Bona, capogruppo e consigliere regionale di Forza Italia e sottoscritto anche dai consiglieri Francesco Graglia, Andrea Tronzano e Luca Rossi. Sostengono gli azzurri che:”se siamo in trattativa con lo Stato per la concessione di autonomia differenziata, allora la Tav rientri nella partita e la Regione ridiscutendo i residui fiscali, quasi 10 miliardi l’anno che il Piemonte versa più di quanto riceve dallo Stato, chieda al Governo un’adeguata cifra pluriennale che utilizzeremo per cofinanziare l’opera”. “Se la Regione entrerà nella società che realizza e gestirà il tunnel della Torino-Lione, anche i ricavi dei passaggi dei treni dovranno restare per quota parte al Piemonte per migliorare le infrastrutture piemontesi”. Con un tempismo “sospetto” il presidente Chiamparino, appena uscita la proposta di Forza Italia ha rilanciato annunciando: “La Tav la faranno le Regioni del Nord”. Il vicepresidente del gruppo di Forza Italia, Andrea Tronzano (nella foto) osserva: “La proposta è nostra e bisogna farla circolare tra i cittadini piemontesi. E’ inutile che Chiamparino cerchi di vendersela come fosse sua. Forza Italia sarà sempre in prima fila nel sostenere la Torino-Lione, indispensabile per il rilancio economico e territoriale”.

La sindaca: “Tav ormai significa passato”

La sindaca Chiara Appendino in una intervista rilasciata alla Stampa, si difende dopo gli attacchi ricevuti in relazione alla vicenda Tav. “Chi mi accusa – dice la prima cittadina, riferendosi alle categorie produttive torinesi che l’hanno criticata per la sua opposizione all’opera e per l’assenza alla votazione dell’ordine del giorno sulla Torino-Lione a Palazzo Civico – non ha fatto niente per mettere la città al riparo dalla crisi economica”. Aggiunge la sindaca sulle colonne del quotidiano torinese: “Ascolto chi protesta ma l’Alta velocità ormai rappresenta il passato. Aspettiamo l’analisi costi-benefici e auspichiamo un dialogo con tutti gli attori del territorio”. Appendino dice di voler collaborare con tutti: “Sono certa che anche gli altri attori del territorio faranno altrettanto nell’interesse della città. Torino non è ferma. Ci sono investitori, come Rinascente, Mercato Centrale, H&M, Ikea e Eataly che l’hanno scelta per sviluppare le proprie attività, progetti di riqualificazione di spazi pubblici in corso, e trasformazioni urbane, da Porta Palazzo alla vecchia stazione di Porta Susa”.

Per gli agricoltori non è il mese dei crisantemi

Il Mercato dei fiori, anche a Torino, cede spazio al vivaismo

Novembre non è più tempo di crisantemi, almeno per gli agricoltori italiani. L’andamento del fiore più tipico per la ricorrenza dei Santi e dei Defunti, sconta tutti gli anni una diminuzione di circa il 10 per cento della produzione. Quest’anno, in particolare, si registrano  fioriture in ritardo per l’andamento climatico sfavorevole (troppa luce) ed ha avuto un buon prodotto solo chi ha ombreggiato con teli e soprattutto chi lo ha fatto per tempo.Sul fronte degli altri fiori, invece, complice il caldo, si sono ottenute buone produzioni (garofano e sterlizia), prezzo basso, ma quantità notevoli, che in parte hanno consentito un lieve recupero sui crisantemi. Buono anche l’andamento delle produzioni di fronde. Nel 2017, a fronte di una produzione circa pari ad 1,2 miliardi di euro, i fiori e le piante da vaso hanno pesato per il 4 per cento sul valore produttivo di tutte le coltivazioni agricole (2 per cento sul totale agricoltura). Tuttavia, negli ultimi dieci il valore della produzione ha ceduto il 29 per cento.    Sono i dati sul florovivaismo di fine stagione rilevati dalla Confederazione italiana agricoltori, che, a Torino, occupa la parte più ampia del plateatico del Mercato dei fiori: «E’ da anni che la nostra Organizzazione – osserva il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero – lancia l’allarme sulle problematiche specifiche del fiore reciso. Da anni si assiste alla perdita sia delle superfici investite, che delle produzioni, non solo in Italia, ma anche in Europa. Nel nostro Paese vi è una riconversione in atto verso il vivaismo, che in parte attutisce gli effetti della crisi del comparto floricolo». In Europa, sempre secondo i dati Cia, il minor costo del prodotto di alcuni Paesi come Kenya, Colombia, Israele ed Ecuador, corrisponde al 70 per cento dell’import totale dei fiori. Un’emergenza alla quale si aggiunge la crisi economica italiana, che ha contratto i consumi interni a favori di altri prodotti per tutte le fasce di età. «Sul fronte dei costi – evidenzia ancora Barbero – giocano un ruolo di particolare rilievo i costi di natura energetica (serre riscaldate per alcune produzioni), cosi come altre criticità riguardano le regole di produzione del materiale che viene importato».

FLOROVIVAISMO ITALIANO

(dati Confederazione italiana agricoltori)

Il florovivaismo italiano – che comprende vari segmenti: fiori e fronde recise, piante in vaso da interno e da esterno e quelle utilizzate per gli spazi verdi –  si estende su una superficie di quasi 29 mila ettari grazie all’attività di circa 21 mila aziende ripartite tra 14 mila per il segmento fiori e piante in vaso e 7 mila per quello vivaistico. La produzione di fiori e fronde si attesta in poco più di 3 miliardi di steli, mentre quella di piante in vaso, alberi ed arbusti si stima in 575 milioni di pezzi. Il valore della produzione delle aziende florovivaistiche italiane è di circa 2,5 miliardi di euro, di cui il 45 per cento, 1,2 miliardi, derivante da fiori e piante in vaso, e il restante 55 per cento,  1,4 miliardi, dai prodotti vivaistici (alberi e arbusti). Il settore rappresenta, nel complesso, oltre il 4 per cento della produzione agricola totale. Il comparto muove un indotto di notevole rilevanza, sia a monte che a valle della filiera. Gli occupati, in base al censimento Istat del 2010, sono oltre centomila, al netto dell’indotto, e rappresentano più del 10% degli occupati agricoli complessivi.

Una giornata al Senato

Entrando al Senato si entra dentro ad un’altra dimensione. Una certa emozione ci pervade, ci si lascia dietro il caos di una Roma solare. A due passi Piazza Navona piena di turisti. Gentilezza ed attenzione dei commessi e forze di polizia. Diventa naturale il rispetto per il silenzio che non prevede minimamente il rumore, meno che mai la voce alta. Sembra quasi di non essere in Italia. A parte le battute si respira aria di serietà. Sapete, le istituzioni sono sempre le istituzioni. Terzo piano e siamo arrivati: appuntamento alle 15 30 con la vice Presidente del Senato, Anna Rossomando. Puntualissima ci fa entrare, non abbiamo molto tempo. Alle 16,30 iniziano i lavori d’aula. Inizia il confronto tra due generazioni. Anna Rossomando da 40 anni è in politica. Sara Tosetto, di 21 anni, è al secondo anno di Scienze politiche indirizzo internazionale, Università 3 di Roma.Passione comune, appunto, la politica. Più che confronto è Sara (emozionatissima) che fa mille domande tra curiosità e voglia di conoscere per capire.

Presidente, da quanto è in politica e perché si è appassionata alla politica?

Verso i 15 16 anni, per passione, ero al liceo classico Massimo Dazeglio, anni di fortissime tensioni e contrasti. La famiglia mi ha instradato,  mio padre avvocato e mia madre insegnante. Elemento unificante era ed è credere nella democrazia. Anni contro il terrorismo di destra e di sinistra, gli anni del rapimento Moro come gli anni dei 35 giorni alla Fiat per la difesa del posto di lavoro. Anni in cui il conflitto ti formava, ti  temprava.

A Che cosa non ha mai rinunciato?

A studiare. Dammi pure del tu, Sara. Per me conoscere e soprattutto approfondire è sempre stato un imperativo categorico. E mi sono sempre trovata bene. Un consiglio che ti do Sara, è quello di studiare e poi ancora studiare.

Orgogliosa e contenta d’essere stata eletta Vicepresidente del Senato?

Eletta.  Ecco la parola ” magica “. E’ un momento complesso questo, per il mio partito (il PD) e per la stessa tenuta democratica del nostro Paese. Essere eletta in un momento così delicato mi dà una grande responsabilità verso chi mi ha eletto e soprattutto verso il Paese. Ti assicuro non è retorica. Desidero assolvere appieno le mie funzioni istituzionali, una delle quali è quella di garantire la piena dialettica tra le parti politiche in Parlamento.

E per la carriera politica?

Non ho mai inteso la politica come carriera.

Il PD ti aiuta nel tuo lavoro?

Come Vice presidente no e non sarebbe neppure logico farlo. Come senatrice cerco io di aiutarlo, ammesso che si voglia far aiutare. Il mio partito sta vivendo uno dei momenti più difficili della storia della sinistra nel nostro Paese, dobbiamo darci tutti, politici e non, da fare. Ci sono ancora militanti che con la loro passione possono rivendicare con ragione di tornare ad essere protagonisti. Ripeto, io non voglio lasciare nulla di intentato.

Prima hai parlato di questione democratica. Spiegati meglio…

Ho esagerato? Non penso proprio. Le dichiarazioni di Casaleggio contro l’attuale sistema parlamentare sono un esempio, Grillo che un giorno e l’altro pure attacca il Presidente della Repubblica ne è un altro. Poi, Salvini e Di Maio che attaccano i poteri di garanzia democratica dello Stato. Quando si levano critiche, queste sono rimandate al mittente con la motivazione: “si facciano eleggere!” Affermazione in contrasto con la concezione liberal democratica della nostra Democrazia.

Ultima domanda: sei ottimista o pessimista?

Realista. Non voglio cadere e non cado nel cinismo, ma trovo nel lavoro le risposte possibili ai problemi.

Anna Rossomando è  stata molto esaustiva. Ci congeda.

“Vi chiedo scusa ma ora vi debbo proprio lasciare. Ma voi continuate il vostro giro al Senato”.

***

Mi dice Matteo (suo strettissimo collaboratore) che possiamo assistere all Seduta. Così una commessa d’aula ci scorta non prima d averci invitato a lasciare i dispositivi elettronici. Per il pubblico è vietato. Come sono altre le regole da rispettare. Come silenzio, cravatta ed abbigliamento adeguato. Inizia la seduta. E i nostri occhi inseguono l insieme dell emiciclo.  Come si comportano i senatori mentre “scorrono” i vari interventi? Non tutti sono attenti. Anzi direi la maggioranza particolarmente distratta. Ma si sa, anche le democrazie hanno difetti. Sara mi guarda decisamente stupita. Ma obbediente al silenzio rimanda le eventuali domande usciti. Usciti Roma come al solito è bellissima. È il tempo delle risposte. Camminiamo molto, diverse le domande. Le risposte sono riassunte nella famosa frase del Presidente partigiano Sandro Pertini. Preferisco la più imperfetta democrazia, alla più perfetta delle dittature. Ci accorgiamo di transitare sotto la casa dove visse Giacomo Matteotti, me lo fa notare Sara. Matteotti ucciso dai fascisti. Casuale forse l’incontro con la Storia. Ma non casuale la difesa anche morale di questa Storia. E Roma è ancora più bella.

 

Patrizio Tosetto

Archeologia industriale, dal passato al futuro

Recuperare un vecchio opificio, dare nuova vita ad una azienda tessile, riqualificare vecchie centrali idroelettriche, mulini, fornaci, stazioni, far rinascere vecchi siti industriali riportando vitalità e superando l’abbandono, creare una nuova esistenza e un’inedita realtà trasformandoli in poli museali o centri culturali. Di questo si occupa l’Archeologia Industriale, di riscoprire e rivitalizzare, con un approccio interdisciplinare che vede il coinvolgimento di architetti e ingegneri, vecchie glorie della nostra industria, passate celebrità della nostra produzione, molto spesso orfane di interesse e di utilizzo. Le origini di questa materia sono risalenti alla metà degli anni 50’ in Inghilterra, ma già a fine ‘800, primi del ‘900, nacquero le prime associazioni che si opponevano fortemente allo smantellamento dei monumenti industriali chiedendone invece la conversione e la riconsiderazione. L’interesse di questa disciplina si rivolge e studia perlopiù strutture del periodo che va da metà ‘700 ad oggi, occupandosi più raramente di costruzioni di periodi precedenti.

In Italia abbiamo molti risultati positivi e di successo grazie a questa attività tra cui la Centrale Montemartini, al quartiere Ostiense a Roma, diventata un modernissimo spazio espositivo, la Fornace Penna, a Scicli in Sicilia, utilizzata come set cinematografico per la serie del Commissario Montalbano, l’ex Villaggio Operaio, il Cotonificio di Crespi, in Lombardia, Patrimonio dell’umanità dell’Unesco peraltro ancora abitato, il Parco Geominerario in Sardegna, 3500 chilometri quadrati appartenenti ad 81 comuni tra cui, Sassari, Oristano e Nuoro, anch’esso riconosciuto dall’Unesco per la salvaguardia dei beni naturalistici e rilievi culturali. Anche il Piemonte vanta diversi risultati concreti di riqualificazione urbana, l’impegno profuso per il risorgimento di varie strutture industriali infatti ha dato i suoi frutti riportando nuova linfa a strutture come: il Lingotto, nell’omonimo quartiere, ex stabilimento della FIAT, oggi centro polifunzionale che attrae tantissima gente grazie agli eventi organizzati al suo interno. Il Villaggio Leumann a Collegno, realizzato da Pietro Fenoglio in stile Liberty, una vera e propria comunità che offriva ai suoi abitanti, gli operai del cotonificio, molti servizi assistenziali come una scuola, una cooperativa alimentare e perfino una palestra. All’interno è nato da qualche anno l’Ecomuseo sulla Cultura Materiale, ma oggi questo Villaggio è anche un centro d’esposizione e di attività teatrali. Molto importante e popolare è L’OGROfficine Grandi riparazioni – un tempo dedicato alla manutenzione dei treni e oggi, grazie all’opera di recupero che ha vinto il Premio Urbanistica nel 2015, spazio espositivo, di intrattenimento e didattico del Politecnico. Come non citare infine Parco Dora, un esempio di “rigenerazione urbana e del “bene comune” presentato anche alla Biennale di Venezia.

Grazie anche all’AIPAI per il Patrimonio Archeologico Industriale, all’Associazione Archeologia Industriale e all’ACAI, Associazione Calabrese, che si occupano di ricerca, salvaguardia e conservazione del nostro patrimonio architettonico industriale, moltissime strutture e aree potranno essere riqualificate e rivissute, un’altra parte dell’eredità del nostro ricchissimo paese potrà essere riscoperta e riutilizzata sconfiggendo così negligenza, abbandono e degrado urbano.

Maria La Barbera

 

Trenta centimetri di neve sulle montagne di Torino

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Diversi interventi di sgombero neve sono stati effettuati  in Alta Valle di Susa

Circa trenta centimetri di neve sono caduti  sulle montagne dell’area metropolitana di Torino. La nevicata nelle scorse ore è stata molto  intensa in Valle Orco, a Ceresole Reale e nella  Valle Soana, tanto che i cantonieri della Città Metropolitana sono intervenuti per rimuovere rami di alberi caduti o che minacciavano di staccarsi. Diversi interventi di sgombero neve sono stati effettuati  in Alta Valle Susa,  a Sestriere, Cesana e Sauze d’Oulx, sulle strade Provinciali 215, 23 e 236 e sulla Provinciale 214 che va da Sauze a Monfol.

 

(foto archivio)

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

7 sconosciuti a El Royale – Thriller Regia di Drew Goddard, con Jeff Bridges, Jon Hamm, Dakota Johnson, Cynthia Erivo e Chris Hemsworth. Sette personaggi chiusi nell’albergo del titolo, al confine tra California e Nevada, sulle rive del lago Tahoe, fuori stagione. Nessuno è come sembra, ognuno ha qualcosa da nascondere, un falso sacerdote, una cantante di colore, un commesso viaggiatore con le sue buone intenzioni a piazzare aspirapolveri, una giovane hippie, il capo di una setta religiosa, una ragazzina capitata come gli altri da quelle parti con tutti i suoi segreti. Li accoglie un giovane impiegato, unico a occupare l’albergo in quel freddo mese di gennaio, che è quindi pure portiere, facchino, uomo delle pulizie, barman all’occorrenza. I “Dieci piccoli indiani” della Christie dovrebbero suggerire qualcosa. Durata 141 minuti. (GreenwichVillage sala 3, Ideal, Reposi, Uci)

 

A star is born – Commedia (con musiche). Regia di Bradley Cooper, con Lady Gaga e Bradley Cooper. Grande successo veneziano, osanna dei fotografi sul red carpet, quarta edizione di una storia che ha quasi attraversato un secolo, dal 1937, immortalando sullo schermo di volta in volta Janet Gaynor, Judy Garland e James Mason, certo i più bravi!, Barbra Streisand e Kris Kristofferson. Dal mondo del teatro la vicenda è stata attualizzata e portata in quello della musica, una giovane cantante è portata al successo da un cantante/Pigmalione ormai avviato sul viale del tramonto, alcolizzato, innamorato di lei. Una bella sfida per Cooper per la prima volta dietro la macchina da presa, ma il successo decretato dalle varie uscite in Europa come negli States sta ad affermare che forse la scommessa è vinta. Le canzoni del film da ascoltare e ammirare. Durata 135 minuti. (Massaua, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Blakkklansman – Azione. Regia di Spike Lee, con John David Washington e Adam Driver. Gran Premio della Giuria a Cannes lo scorso maggio, una storia vera dal protagonista Ron Stallworth nel libro “Black Klansman”. Come costui, poliziotto afroamericano, all’inizio degli anni Settanta riuscì a stabilire un contatto con il Ku Klux Klan, mantenne i contatti con il gruppo telefonicamente e inviò un agente della narcotici, ebreo, a infiltrarsi tra le file degli incappucciati. Lee compone il film non rifacendosi soltanto alla realtà ma integra con filmati d’epoca veri o ricostruiti, chiama il vecchio Harry Belafonte a raccontare di violenze del passato, traccia parellelismi con il presente terminando con i fatti di Charlottesville dello scorso anno, ad un raduno di suprematisti bianchi, alle parole di Trump. Durata 128 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

La casa dei libri – Drammatico. Regia di Isabelle Coixet, con Emily Mortimer e Bill Nighy. Nella provincia inglese degli anni Cinquanta, una giovane vedova di guerra, Florence, decide di aprire una libreria (come la Binoche apriva la sua profumatissima pasticceria in “Chocolat”) ma qualcuno è contrario, per nulla desideroso di avere sotto casa chi voglia spingere alla lettura. Dovrà usare ogni mezzo per dare vita alla sua iniziativa. Durata 103 minuti. (Massimo sala 3 V.O.)

 

Disobedience – Drammatico. Regia di Sebastian Lelio, con Rachel Weisz, Rachel McAdams e Alessandro Nivola. Tratto dal romanzo di Naomi Alderman, è un amore al femminile, osteggiato all’interno di una comunità di ebrei ortodossi. Ronit (Weisz), che torna a casa, in un periferico quartiere londinese, per i funerali del padre, decisamente anticonformista, fotografa di moda e di successo oltreoceano, ed Esti (McAdams), timida e riservata, sposata al cugino Dodiv, si ritrovano dopo lungo tempo per riaccendere una passione che non hanno mai dimenticato. Il film è diretto dal cileno Lelio, premiato a Berlino e Oscar quest’anno per “Una donna fantastica”. Durata 104 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Nazionale sala 2)

 

La diseducazione di Cameron Post – Drammatico. Regia di Desirée Akhavan, con Chloë Grace Moretz. Tratto dal romanzo di Emily Danforth, ambientato in una cittadina del Montana, è la storia della giovane Cameron, dell’essere stata colta a baciare la sua migliore amica durante il ballo della scuole e dell’essere inviata immediatamente dalla zia per una giusta “conversione” in un centro di recupero dal significativo nome di God’s Promise. È chiaro che la ragazza si scontri con i metodi più che restrittivi attuati dalla ferrea dottoressa Marsh e che si ponga a capo di un gruppo che altro non vuole se non riaffermare la propria scelta sessuale. Ad affrontare lo stesso problema sul versante maschile si attende nei prossimi mesi “Boy erased” con Nicole Kidman. Durata 90 minuti. (Massimo sala 1 anche V.O.)

 

La donna dello scrittore – Drammatico. Regia di Christian Petzold, con Franz Ragowski e Paula Beer. Dal romanzo di Anna Seghers. Con l’avanzare delle truppe tedesche alle porte di Parigi, Georg riesce a fuggire a Marsiglia – una città in cui possono transitare soltanto quelli in grado di dimostrare che ne ripartiranno -, assumendo l’identità dello scrittore Weidel, che si è tolto da poco la vita, nella paura delle persecuzioni. Tra i documenti dell’uomo c’è pure l’assicurazione dell’ambasciata messicana per un visto. Georg ha memorizzato tutte le informazioni contenute nei documenti e spera così di ottenere uno dei pochi passaggi disponibili in nave. Un giorno incontra Marie, una donna misteriosa di cui si innamora. Durata 101 minuti. (Romano sala 3)

 

Euforia – Commedia drammatica. Regia di Valeria Golino, con Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Jasmine Trinca, Valentina Cervi e Marzia Ubaldi. Due fratelli diversissimi tra loro, Matteo (Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, spegiudicato, affascinante e dinamico, Ettore (Mastandrea), da poco separato dalla moglie, vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati e insegna nelle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra. Sono due persone all’apparenza lontanissime, che la vita obbliga a riavvicinarsi quando Ettore si ammala, non conoscendo la gravità della sua malattia, dal momento che Matteo, prendendosi cura di lui, fa di tutto per tenergliela nascosta. Una difficile situazione diventa per i fratelli l’occasione per conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità ed euforia. Durata 115 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, Romano sala 2, Uci)

 

First man – Il primo uomo – Drammatico. Regia di Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Claire Foy. Accolto tiepidamente a Venezia dove quest’anno ha aperto la Mostra, il film è l’occasione per rivedere al lavoro la coppia che ha portato al successo “La La Land” – qui la sceneggiatura è basata sul libro di James R. Hansen e firmata da Josh Singer, sue le storie di “The Post” e del “Caso Spotlight”. La storia di Neil Armstrong, il primo uomo a scendere sulla luna, il suo carattere chiuso e ombroso, un esempio di antieroismo, certo non alla ricerca del facile successo, una vita (uno sguardo anche al privato, funestato dalla morte della figlia giovanissima) spesa al raggiungimento di uno scopo (anche il protagonista di “La La Land” aveva il medesimo desiderio, là eravamo nel campo della musica), a partire dal 1969 sino a quella notte del 20 luglio 1969, quando tenne milioni e milioni di spettatori incollati ai televisori in bianco e nero a seguire la sua avventura. Durata 141 minuti. (Massaua, GreenwichVillage sala 1, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Uci anche V.O.)

 

Halloween – Horror. Regia di David Gordon Green, con Jamie Lee Curtis. Michael Myers (creato dalla fantasia di Carpenter), fuggito dal manicomio criminale in cui era rimasto rinchiuso, torna alla ricerca di Laurie Strode, la babysitter che un tempo è riuscita a sfuggirgli, che nel frattempo ha avuto tempo a diventare nonna e restare in pena per la dolce nipotina. Forse per lo scontro finale. Durata 109 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Gli incredibili 2 – Animazione. Regia di Brad Bird. La famiglia di supereroi, accresciuta del piccolo Jack Jack, ha aspettato 14 anni per riapparire sugli schermi ma ha fatto letteralmente il botto se soltanto si pensa agli incassi da capogiro raccolti nei soli States. Sarà il disegno o la storia pronta a dare una bella spolverata agli ideali americani, sarà il mestiere collaudato del medesimo sceneggiatore/regista, la puntata numero 2 ha incrociato un largo pubblico e gli effetti benefici si dovrebbero risentire anche qui da noi. Questa volta è mamma Helen a salire in solitaria agli onori della cronaca, chiamata a imprese piuttosto ardue che dovrebbero rivalutare i veri valori dei supereroi caduti per qualche guaio commesso in disgrazia. Per cui papà Bob è obbligato a restarsene in casa, a badare ai primi batticuori dell’adolescente Violet, ai primi exploit di Jack Jack che subito rivela poteri inaspettati: ma il cattivo di turno ricomporrà la famiglia nuovamente pronta a nuove avventure. Durata 118 minuti. (Ideal)

 

Johnny English colpisce ancora – Comico. Regia di David Kerr, con Rowan Atkinson e Olga Kurylenko. La faccia di Mr Bean prestata allo spionaggio supertecnologico e insidioso. Ovvero un attacco informatico mette davanti agli occhi di tutti l’identità di tutti gli agenti britannici, fatta eccezione per il nome del nostro protagonista. Che è richiamato dalla pensione e rimesso in campo per ritrovare l’identità dell’hacker che ha svelato al mondo quella montagna di segreti. Durata 88 minuti. (Uci)

 

Millennium – Quello che non uccide – Drammatico. Regia di Fede Alvarez, con Claire Foy e Sverrir Gudnason. I personaggi sono quelli inventati dalla penna di Stieg Larsson, ma il titolo in questione lo dobbiamo alla scrittura di David Lagercrantz, scelto dalla famiglia dello scrittore a continuarne l’opera, quando egli morì nel 2004 a 50 anni (alla compagna di Larsson – ci dicono le cronache -, esclusa dall’eredità, restano le prime duecento pagine di un romanzo incompiuto: l’incipit di un prossimo film tutto da sviluppare?). Ancora Lisbeth Salander, che ha prima (nelle produzioni svedesi) avuto il viso di Noomi Rapace e poi (nel rifacimento americano di David Fincher) quello di Rooney Mara: oggi ha quello inatteso di Claire Foy, la Elisabetta II della serie britannica “The Crown”. La hacker è qui alle prese con una organizzazione che si tiene ben stretto un programma informatico, oltre che con il suo doloroso passato famigliare. Il suo ruolo toglie spazio al giornalista Blomkvist, che in precedenza invadeva lo schermo con il peso non indifferente di Daniel Craig. Durata 117 minuti. (F.lli Marx sala Harpo anche V.O., Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Museo – Folle rapina a Città del Messico – Drammatico. Regia di Alonso Ruizpalacios, con Gael Garcìa Bernal e Leonardo Ortizgris. Gli eterni studenti Juan e Benjamin hanno un’idea folle per risolvere la monotonia delle loro vite: depredare il Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico. I due riescono con grande fortuna nell’impresa e trafugano alcuni dei reperti precolombiani più preziosi. Solo la mattina dopo però, quando scoprono che i media stanno descrivendo il loro colpo come un vero e proprio attacco alla nazione, comprendono la gravità e le implicazioni del loro operato. Cercheranno di correre ai ripari. Durata 128 minuti. (Romano sala 1)

 

Nessuno come noi – Commedia. Regia di Volfango De Biasi, con Alessandro Preziosi e Sarah Fellerbaum. Dal romanzo di Luca Bianchini, Torino anni Ottanta. Padri e figli, tutti quanti incasinati. Umberto, docente universitario, pieno di fascino e sciupafemmine, alle prese con un matrimonio ormai agli sgoccioli, incontra Betty, giovane insegnante di liceo, bella e single per scelta, il giorno in cui con la moglie va ad iscrivere il figlio Romeo nell’istituto dove Betty insegna. Amore e passione a prima vista. In parallelo, Vince è innamorato di Cate, sua compagna di classe, persa dietro gli occhi di Romeo. Durata 100 minuti. (Reposi)

 

Il Presidente – Drammatico. Regia di Santiago Mitre, con Ricardo Darin. Scena politica e vita privata per il presidente argentino Hernan Blanco: mentre l’opinione pubblica gli rinfaccia la sua debolezza nel prendere certe decisioni, sempre manovrato da qualcuno al di sopra di lui, deve combattere con i problemi mentali della figlia e con la notizia di certi finanziamenti di qualche anno prima che sta trapelando. Proprio quando si svolge un importante vertice con gli altri paesi sudamericani, deciso a discutere un programma per lo sviluppo dell’intero paese e per sottrarsi in maniera pressoché definitiva dall’influenza statunitense, un vertice dove il presidente brasiliano spinge per lo strappo immediato mentre quello messicano non vorrebbe del tutto sottrarsi alla sfera di influenza dei vicini di casa. Durata 114 minuti. (Classico, Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Quasi nemici – Commedia. Regia di Yvan Attal, con Daniel Auteuil e Camélia Jordana. Neïla Salah è cresciuta a Créteil, nella multietnica banlieu parigina, e sogna di diventare avvocato. Iscrittasi alla prestigiosa università di Panthéon-Assas nella capitale francese, sin dal primo giorno si scontra con Pierre Mazard, professore celebre per i suoi modi bruschi, le sue provocazioni e il suo atteggiamento prevenuto nei confronti delle minoranze etniche. La proprio Mazard, per evitare il licenziamento all’indomani di uno scandalo legato a questi suoi comportamenti, si ritroverà ad aiutare Neïla a prepararsi per l’imminente concorso di eloquenza. Cinico ed esigente, il professore potrebbe rivelare di essere proprio il mentore di cui la ragazza ha bisogno, tuttavia entrambi dovranno prima riuscire a superare i propri pregiudizi. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 1)

 

Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni – Fantasy. Regia di Lasse Hallstrom e Joe Johnston, con Helen Mirren, Morgan Freeman e Keira Knightley. Tratto dal racconto fantastico di Hoffmann, scritto nel 1816, e il balletto musicato da Čajkovskij quasi un secolo dopo. Come ogni vigilia di Natale, il signor Drosselmeyer e sua figlia Clara si riuniscono con gli altri ospiti nel grande salone della loro casa, per partecipare alla abituale magnifica festa: durante i festeggiamenti però avviene un fatto insolito. Seguendo un filo dorato che attraversa tutti i corridoi della casa, la giovane Clara viene condotta in un mondo magico e sconosciuto, diviso in quattro reami incantati. Durata 99 minuti. (Massaua, GreenwichVillage sala 1, 2, 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)

 

Sogno di una notte di mezza età – Commedia. Regia di Daniel Auteuil, con Gérard Depardieu, Adriana Ugarte, Sandrine Kiberlain e Daniel Auteuil. Arrivato ai settanta, Patrick ha detto addio alla moglie e s’è messo accanto una splendida creatura spagnola, Emma, che ha la metà dei suoi anni e arde dal desiderio di presentarla all’amico di sempre Daniel, invitandosi ad una cena “tra coppie”. La moglie di costui, Isabelle, non ne vuole affatto sapere anche perché la ex era la sua migliore amica. Ma la serata si farà: e forse potrebbe prendere risvolti inattesi, dal momento che il padrone di casa pecca di una fervida immaginazione e non resta certo insensibile al fascino della giovane Emma. Durata 94 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, GreenwichVillage sala 3)

 

Soldado – Azione. Regia di Stefano Sollima, con Josh Brolin e Benicio del Toro. Il seguito dell’acclamato “Sicario”, ancora lo stesso sceneggiatore (che nel frattempo ha scritto e diretto “I segreti di Wind River”, tra i nativi e i territori innevati del nord degli Stati Uniti) Taylor Sheridan, un cambio per il regista che non è più Dennis Villeneuve ma il nostro Sollima, catturato nella macchina hollywoodiana dopo i successi dei televisivi “Gomorra” e “Romanzo criminale” e di “Suburra” sugli schermi. Cancellata qui la parte femminile di Emilt Blunt, restano gli eroi Brolin e del Toro: questo ancora Alejandro, agente colombiano prestato agli States e bruciato dalla vendetta dopo che il cattivo narcotrafficante gli ha ucciso la famiglia, quello continua a essere il “sicario” di un tempo, pronto a obbedire a chi gli ordina di colpire chi gli sta portando la guerra e gli assassini in casa. Non soltanto migranti ma anche terroristi continuano a oltrepassare i confini, per contrastare tutto questo si decide di rapire la figlia di Reyes, il malvagio di turno, e far ricadere la colpa su di un cartello avverso per scatenare una guerra tra i diversi gruppi. Non tutto andrà come previsto. Accanto alla storia principale, quella del percorso avviato da una giovanissima recluta verso un solido apprendistato al crimine, nel trasporto di immigrati illegali, strada secondaria ottima per un avvincente terzo capitolo. Durata 122 minuti. (Uci)

 

The wife – Vivere nell’ombra – Regia di Björn Runge, con Glenn Close e Jonathan Price. La storia di una donna e di una moglie, quarant’anni trascorsi a sacrificare il proprio talento e i propri sogni, lasciando che suo marito, l’affascinante e carismatico Joe, si impadronisca della paternità delle sue opere. Joan assiste, per amore alla sfavillante e glOriosa carriera dell’uomo, sopportando menzogne e tradimenti. Ma alla notizia dell’assegnazione del più grande riconoscimento per uno scrittore – il premio Nobel per la letteratura – la donna decide finalmente di dire basta e di riprendersi tutto quello che le spetta. Durata 100 minuti. (Eliseo Blu, GreenwichVillage sala 3)

 

Ti presento Sofia – Commedia. Regia di Guido Chiesa, con Fabio De Luigi, Micaela Ramazzotti e Caterina Sbaraglia. Replay di casa nostra dell’argentino “Se permetti non parlarmi di bambini” uscito tre anni fa. Un padre divorziato, un padre premuroso e attaccatissimo alla propria creatura di dieci anni, che sbarca il lunario vendendo strumenti musicali, innamorato di una donna, Mara, indipendente, dal carattere forte, fotografa in cerca della sua strada, personalissima, che al loro primo appuntamento gli rivela di non volere assolutamente dei bambini, che anzi i bambini, tutti, lei li detesta. Sarà una gara quotidiana per l’imbranato Gabriele a costruire le proprie giornate in funzione della presenza dell’una o dell’altra sua donna, come la sua casa, adattata secondo le circostanze. Tra bugie, sotterfugi, manovre inverosimili, conflitti e soluzioni. Durata 98 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Un affare di famiglia – Drammatico. Regia di Kore’eda Hirokazu. Palma d’oro a Cannes lo scorso maggio. Nella Tokio di oggi, una famiglia (ma la considereremo così fino alla fine?) sbarca il lunario facendo quotidiane visite ai supermercati: per rubare. Ruba il padre che si porta appresso il figlio (?), torna a casa da una moglie che ha accanto una ragazza che potrebbe essere la sorella minore e una vecchia dolcissima che tutti chiamano nonna. Sentimenti, aiuti reciproci, l’arte di arrangiarsi, il coraggio di tentare a vivere insieme. Finché un giorno il capofamiglia porta a casa togliendola al freddo e alla solitudine una ragazzina, abbandonata da una madre forse violenta che non si cura di lei. Il mattino si dovrebbe riconsegnarla, ma nessuno è d’accordo: la nuova presenza farà scattare nuovi meccanismi mentre un incidente imprevisto porta definitivamente alla luce segreti nascosti che mettono alla prova i legami che uniscono i vari componenti. Durata 121 minuti. (Massimo sala 2)

 

Uno di famiglia – Commedia. Regia di Alessio Maria Federici, con Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Nino Frassica e Sarah Felberbaum. Mai salvare la vita ad un giovane studente, non perché viene a lezione da te ma perché guarda caso è il figlio di un boss della ‘ndrangheta. La cosa può cambiarti la vita. Succede a Luca, uomo sbiadito ma integerrimo, ancora alla ricerca della propria strada, che sbarca il lunario con qualche lezione di dizione e si fa mantenere in pratica dalla giovane e bella fidanzata. Gli ingranaggi cambiano inevitabilmente, ti ritrovi a esser considerato uno di casa nella casa del padrino, a vederti piovere soldi più del dovuto, a ricevere una macchina in regalo, ad accettare quei compromessi che hai sempre evitato. Durata 97 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Venom – Fantasy. Regia di Ruben Fleischer, con Tom Hardy, Riz Ahmed e Michelle Williams. Ancora un prodotto ricavato dai fumetti targati Marvel. Un fior di giornalista, dedito a investigazioni e articoli, mentre indaga sulle malefatte di uno scienziato pazzo, tutto sprazzi e illegalità, viene contaminato da un alieno che si introduce nel suo corpo e ne diventa il doppio. Se ne ricava simpaticamente un misto di bene e di male, di dottor Jeckill e Mr Hyde, con due personaggi che intimamente chiacchierano e discutono tra loro, con l’unica e insomma definitiva aspirazione verso quella giustizia che protegga tutti. Tenersi già pronti per un sequel. Durata 103 minuti. (The Space, Uci)

 

Il verdetto – Drammatico. Regia di Richard Eyre, con Emma Thomson, Fionn Whitehead e Stanley Tucci. Tratto dal romanzo “La ballata di Adam Henry” di Ian McEwan. Mentre il suo matrimonio con Jack vacilla, l’eminente Giudice dell’Alta Corte britannica Fiona Maye è chiamata a prendere una decisione cruciale nell’esercizio della sua funzione: deve obbligare Adam, un giovane adolescente che sta per compiere i diciotto anni, a sottoporsi a una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la via, contro le certezze di genitori che fanno parte dei testimoni di Geova e sono contrari a quella decisione. Contro l’ortodossia professionale, Fiona sceglie di andare a far visita al ragazzo in ospedale.Quell’incontro avrà un profondo impatto su entrambi, suscitando nuove e potenti emozioni in Adam e sentimenti rimasti a lungo sepolti nella donna. Una delle migliori interpretazioni della Thompson, una splendida quanto serrata prima parte del film: quando poi, all’entrata in scena del ragazzo, si intravedono all’orizzonte conflitti amorosi e materni da sempre soffocati, qualcosa nella storia scricchiola, si allunga in dialoghi e giravolte a tratti non necessari, il ritmo s’allenta, il sentimentalismo meno a freno finisce col “rovinare” un bellissimo personaggio femminile cui all’inizio ci eravamo affezionati. Tucci sembra entrato nella vicenda per sbaglio, un altra faccia in un altro luogo. Da vedere comunque. Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 1, Eliseo Grande, Massimo sala 2 anche V.O.)