Barbara Rosina (Presidente dell’Ordine regionale): “Ringraziamo le imprese piemontesi che decidono di essere socialmente responsabili”
21 agosto, Torino. Quest’oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Imprenditore e gli assistenti sociali del Piemonte apertamente plaudono alle imprese locali che decidono di essere socialmente responsabili, ossia quelle che, nel definire le proprie strategie e i propri codici di comportamento, tengono conto non solo dei legittimi interessi legati al profitto ma anche delle aspettative di tutti i possibili stakeholders: clienti, fornitori, comunità.
“Crediamo – afferma Barbara Rosina (Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) – che la contrapposizione tra interessi dei lavoratori (e più in generale di una comunità) e interessi d’impresa non sia viva e alimentata in ogni realtà. Lo conferma il monitoraggio compiuto da CSRPiemonte, un progetto nato nel 2010 per volontà di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. L’indagine del 2016 fa emergere che circa un’impresa su due delle 2.646 rispondenti ha investito o investe attualmente in azioni di CSR (Corporate Social Responsibility)”.
Per azioni di CSR si intendono quelle indirizzate al benessere dei dipendenti, alla sostenibilità ambientale, allo sviluppo di prodotti e processi sostenibili, al potenziamento delle comunità locali e alla creazione di iniziative di solidarietà e sostegno umanitario. “In tal senso – aggiunge Rosina – si distingue positivamente il biellese, realtà in cui il 54% delle aziende intervistate ha dichiarato di essere stato o di essere attivo nel campo della CSR. Superiori alla media regionale risultano anche due delle province del Piemonte meridionale, Asti (54,1%) e Cuneo (52,1%). Un trend positivo e in crescita che avvalora l’immagine degli imprenditori come cittadini sensibili a quello che succede nella comunità ed intenzionati (almeno una buona % della categoria) di porsi, in rapporto con essa, in modo inclusivo e solidale. Auspichiamo che questa tendenza chiami in causa tutte le imprese ancora reticenti al cambiamento”.
Tante sono le note positive evidenziate dai professionisti dell’aiuto relativamente all’imprenditoria piemontese. Barbara Rosina, però, sollecita ad affrontare una questione denunciata dalla stessa Unioncamere. Ad inizio del mese, l’ente ha rivelato che quasi 2 imprese su 3 ricercano il personale con canali “informali”, mentre solo il 2% utilizza i Centri per l’impiego. Anche sul versante privato solo il 5% delle imprese fanno ricorso alle agenzie del lavoro, associazioni imprenditoriali e società di somministrazione.
Rosina esorta: “Invitiamo gli imprenditori ad un cambio di rotta, anche al fine di rendere più efficaci le attuali misure di contrasto alla povertà, come il REI (reddito di inclusione). Occorre nella selezione del personale un reale coinvolgimento dei Centri per l’Impiego (CPI), i servizi pubblici deputati al matching tra domanda ed offerta di lavoro nonché ad attuare iniziative e interventi di politiche attive. Tutti gli Assistenti sociali, a maggior ragione quelli impegnati in progetti di contrasto alla povertà, sono disponibili ad un confronto diretto e a possibili proficue collaborazioni”.
“Appare in ultimo importante evidenziare – conclude Rosina – come i servizi sociali possano affiancare il mondo dell’imprenditoria nell’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità, attraverso il collocamento mirato che consente (tramite progetti personalizzati) di mettere a disposizione delle esigenze produttive la professionalità acquisita dal lavoratore disabile. È da sottolineare l’importante ruolo che le piccole e medie imprese, capaci di gestire efficacemente le problematiche di impatto sociale ed etico con azioni di CSR, potrebbero assumere in questo ambito”.
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