Genesis, dal Kaos primordiale alla rappresentazione della materia

Il 22 marzo scorso a Torino negli spazi di Paola Meliga Art Gallery è stata inaugurata la personale dell’artista torinese Silvia della Rocca dal titolo “Genesis

La mostra, ricca di pathos, presenta una selezione di opere dell’artista torinese che richiamano alla mente il Kaos primordiale, luogo metafisico primigenio, il mito della creazione dell’universo ed il manifestarsi della materia, rappresentata e trattata in modi e forme diversi. Questo è il leitmotiv del percorso artistico di Silvia Della Rocca, giornalista, scrittrice, autrice e regista di format tv e documentari, che si propone di catturare nella forma materica la natura ancestrale del mondo e l’essenza simbolica dei suoi elementi, instaurando una comunicazione anche spirituale con il mondo antico ed indagando origini e miti fondativi delle civiltà. Silvia plasma le sue opere con pennelli, scalpelli e spesso solo usando le mani, lavorando materiali diversi come legno, gesso, schiuma poliuretanica, reti metalliche, sabbie, glitter, vetri ed assemblandoli con elementi della quotidianità come carta stagnola, pellicola, iuta, polistirolo. Il suo intervento trasforma la materia e la rende viva attraverso le forme, i colori e i riflessi del mondo in cui è immersa. “Sento la materia che si plasma tra le mie mani” così Silvia descrive il suo modo di dipingere e lavorare le sue opere “pensieri ed emozioni prendono forma tra tavolozze di legno e colori, sperimentando che l’arte, in ogni sua forma, è la manifestazione della nostra anima, della nostra “essenza””. Tra le opere in esposizione sino al 22 aprile risaltano tre grandi Lune – una rossa, una blu ed una color oro – che, suscitando nel visitatore metafore visuali, lo proiettano in quel mondo fantastico cui l’artista dà vita, le Cosmic Eggs, evocazione del mito cosmogonico della creazione dell’universo, e gli Skulls, i teschi che nelle civiltà antiche rappresentavano la trasmutazione interiore, una morte simbolica che conduce alla rinascita spirituale.

Paolo Barosso

 

 

 

 

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