Gennaio 2018- Pagina 35

Toro, Cairo: “Mazzarri ed io maniaci dei dettagli”

Il presidente granata, Urbano Cairo, ha spiegato a ‘Radio anch’io sport’, la decisione di esonerare Mihajlovic e sostituirlo con Walter Mazzarri. Sul tecnico serbo ha detto: “è un buon allenatore, ha fatto cose importanti, con noi è rimasto un anno e mezzo, per più di  60 partite. Ma già nel ritorno della scorsa stagione le cose sono andate meno bene e in questo campionato non s’è mai visto il Toro che io voglio. Resta la stima per la persona e l’allenatore”. E aggiunge: “volevo portare Mazzarri al Toro già nel 2007, ma era impegnato con la Samp. Ho continuato a seguirlo e quando era libero ne ho approfittato. E’ un uomo totalmente focalizzato sugli obiettivi in partita, già nel suo primo allenamento l’ho visto molto attento ad ogni dettaglio, in modo maniacale, che ritengo una cosa importantissima: anch’ io sono così”.

Arsenale della Pace, il Sermig punta sull’ accoglienza delle donne in difficoltà

di Paolo Pietro Biancone *

 

Si chiama Nuova Accoglienza il primo impegno del 2018 del Sermig –Arsenale per la Pace, Servizio Missionario Giovani, nato a Torino nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero, insieme a sua moglie e a un gruppo di amici e che porta soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali e ha realizzato oltre 77 missioni di pace in Paesi in guerra quali Libano, Rwanda, Somalia, Iraq, ex Jugoslavia ecc. Sarà Matteo Baronetto, chef stellato del Ristorante Il Cambio, a sostenere il progetto, preparando una cena per 200 invitati presso il Sermig – Arsenale della Pace, mettendo la sua preziosa competenza a servizio della solidarietà. L’intero incasso sarà utilizzato per portare a termine la nuova struttura recettiva per l’accoglienza di donne in difficoltà che bussano alla porta dell’Arsenale della Pace. Al termine della cena – in programma il 9 febbraio prossimo – si terrà un’Asta solidale con maglie di Juventus, Torino, Inter, Milan. L’accoglienza femminile del Sermig, che nel tempo ha realizzato oltre 3mila interventi di sviluppo nei 5 continenti e vive di giorno in giorno grazie al contributo di migliaia di volontari, è stata aperta nell’ottobre del 1998, registrando oltre 13mila passaggi. Di fronte al crescente numero di donne sole immigrate senza casa e in cerca di un lavoro e italiane in situazioni di precarietà economica, nasce l’esigenza di aprire un’accoglienza notturna femminile che offrisse al maggior numero possibile di donne un’accoglienza in un luogo sicuro, in locali puliti, affinché chi si trova senza casa possa consumare almeno un pasto caldo al giorno, la colazione, usufruire della doccia, della lavanderia e di un posto letto per la notte. “Nel tempo – dicono dal Sermig – il confronto con l’aumento di richieste di accoglienza da parte di donne italiane e immigrate con bisogni complessi, quindi più fragili (incinta, malate, dimesse dai reparti psichiatrici, maltrattate, sfruttate, con bambini) e il desiderio di offrire risposte adeguate e flessibili consone ai reali bisogni delle persone ci ha più volte portato a cambiare i criteri e le modalità di accoglienza. La nostra attenzione si è concentrata in modo particolare su tutte quelle situazioni che, per motivi diversi, non rientrano nei percorsi di tutela dei servizi sociali territoriali”. Attualmente il Sermig è, in grado, di offrire quotidianamente ospitalità a 55 donne sole e/o con bambini negli spazi dell’Arsenale e negli alloggi e strutture esterne. A ciò si aggiungono 24 posti per donne sole o con bambini nella struttura sita all’interno dell’Arsenale della Pace di Torino. Spazi insufficienti, che hanno stimolato nuove ambizioni: il progetto è destinare la ristrutturazione dell’ultimo padiglione dell’ex Arsenale militare assegnatoci a locali per l’accoglienza di donne sole e con bambini in situazione di maggior fragilità, prevedendo di poter offrire ospitalità complessivamente a 37 persone.

Più precisamente:

-ospitalità serale- notturna (16-8.00) a 17 donne sole in stanze da 2, 3, 4, 6 persone, ognuna con servizi;

-ospitalità residenziale a 20 donne sole o con bambini in stanze doppie o al massimo triple dotate di servizi.

Per entrambe le accoglienze sono previsti spazi comuni come la lavanderia, la sala mensa e la sala tv, il soggiorno, una sala giochi per i bambini e un angolo cucina. Lo scopo del servizio di accoglienza che viene offerto tra le mura dell’Arsenale della pace è affiancarsi alla persona che sta vivendo un momento particolarmente delicato e difficile proponendo un intervento costruttivo affinché la precarietà non diventi la normalità di vita.

 

 

*Professore ordinario di economia aziendale e coordinatore del corso di dottorato in Business e Management dell’Università di Torino

 

Basterà un “vaffa” a cambiare la politica?

LA VERSIONE DI GIUSI  di Giusi La Ganga

In questi giorni di avvio della campagna elettorale emerge la difficoltà delle forze politiche, per così dire, istituzionali nel contrastare la propaganda del Movimento 5 Stelle.   Ma emerge ancor di più un’impostazione della polemica, che a me pare sbagliata, inefficace e talora controproducente. Il voto ai 5 Stelle non è, almeno per la maggioranza degli elettori, un voto per un programma di governo o per una classe dirigente qualificata. Può darsi lo possa diventare in futuro, ma, al momento, è essenzialmente un “vaffa” espresso con la scheda elettorale. E il “vaffa” deriva da una sensazione di inadeguatezza della politica tradizionale nel fronteggiare i problemi generati dalle trasformazioni del mondo. Questo si manifesta nell’espressione di tesi aberranti sulla rappresentanza diretta, nella prospettazione di miracolistiche soluzioni, nella promozione di un ceto politico ancor più raccogliticcio e dequalificato di quello della seconda repubblica, nello sbandierare una diversa moralità (questa l’abbiamo già vista), e, infine – ma è la cosa più importante – dando voce alla generazione sotto i 35 anni, a cui si offre, con il reddito di cittadinanza e con una generica prospettiva di rottamazione delle classi dirigenti, la speranza di un futuro migliore. E’ una campagna insidiosa, che si fonda su una miscela di verità e di menzogne, che sfrutta il sentimento diffuso di ostilità alla politica, come se anche la loro non fosse politica. Il centrodestra è più attrezzato a reagire e a contrapporsi, perché è portatore di una pluralità di disegni, anzi di sogni, che possono competere sullo stesso terreno.

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Per una forza di governo di centrosinistra è tutto più difficile, soprattutto quando non sfrutti i tuoi punti di forza e accetti lo stesso terreno di gioco dell’avversario. Ma qui il centrosinistra, e soprattutto il PD, scontano errori antichi. Pensiamo allo slogan “onesti contro disonesti”, che affonda le sue radici nella propaganda comunista dell’altro secolo. Per una nemesi della storia oggi è usato contro coloro che lo usarono a piene mani, contribuendo a distruggere partiti e storie politiche. Oggi quasi mi intenerisco quando ascolto persone perbene (e sono quasi tutte) del PD, sorprendersi per l’uso spregiudicato di intercettazioni telefoniche, di inchieste giudiziarie, di vicende amministrative spesso controverse e di difficile interpretazione. “C’è sempre qualcuno più puro di te, che ti epura”, diceva Pietro Nenni. Pensiamo alla campagna antipolitica. Il confronto con i grillini è del tutto impari. Se tu non ti dai una linea, coerente con i tuoi principi, e la difendi con durezza, l’alternativa è inseguire la demagogia, senza raggiungere mai l’avversario, che è imbattibile. E’ stato così con il finanziamento pubblico dei partiti e dei gruppi parlamentari. Le vergognose degenerazioni hanno fatto diventare il finanziamento pubblico una sorta di male assoluto, portandoci alla situazione di oggi, in cui la politica sembra diventare terreno solo per ricchi, per servi di qualche lobby, o per persone dabbene inconsapevoli di essere espressione di interessi governati altrove. Naturalmente sono le degenerazioni che favoriscono questa ondata. L’idea del mandato parlamentare vincolato e imperativo (tipico dei regimi autoritari) viene riproposto come antidoto al trasformismo senza decenza. E non si ha più il coraggio di difendere principi che sono il fondamento della democrazia liberale.

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Non so se siamo ancora in tempo per organizzare una controffensiva adeguata. Per farlo occorrono persone dotate di credibilità e di autorevolezza, che abbiano uno stile diverso da quello sguaiato che ci aggredisce. Io penso che in politica l’offerta condizioni e dia forma alla domanda. Se offriamo versioni bonsai delle ricette populiste altrui, saremo sempre perdenti. La nostra offerta politica deve valorizzare Gentiloni, Padoan, Calenda, Minniti. So che anche a loro vengono rivolte critiche. E’ normale ed accettabile. Ma sono comunque un modello di azione di governo seria, che rispetta compatibilità e non illude nessuno. Ma il problema del come contrapporsi ai 5 Stelle non riguarda solo il PD, ma anche il neonato movimento dei Liberi ed Uguali.   E qui cadono le braccia. Nell’attuale crisi sociale italiana è legittimo e in teoria sarebbe utile un soggetto politico che provi a modernizzare e a rafforzare la rappresentanza del mondo del lavoro, che ha subito non pochi torti nell’ultimo decennio. Ma questo implica un preciso e radicale distinguo rispetto al populismo. La sinistra storica, di origine marxista, ma non solo, nasce, si sviluppa e diventa egemone proprio contrapponendosi ai movimenti demagogici. Pensare che dopo le elezioni politiche LeU possano porre sullo stesso piano il centrosinistra e i 5 Stelle è assolutamente sconcertante. E’ purtroppo l’ennesimo sintomo di uno sbandamento culturale delle classi dirigenti. Si dice che sia l’elettorato a spingere in quella direzione. Ma si dimentica una lezione fondamentale: i partiti nascono per orientare e formare l’opinione pubblica, non per subirla. E si dimentica altresì che se non poni vincoli e barriere che ti distinguano nettamente, ammetti implicitamente l’utilità di un voto populista. E lì andranno gli elettori.

Salone del Libro, avviso di garanzia a Fassino e all’assessore regionale Parigi

All’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi, e all’ex sindaco di Torino Piero Fassino è stato notificato un avviso di garanzia dalla procura di Torino, in relazione agli accertamenti sul Salone del Libro di Torino. L’ex primo cittadino scrive in una nota: “Nel pomeriggio di oggi ho ricevuto dalla Procura della Repubblcia di Torino un avviso di garanzia con riferimento alle indagini sul salone internazionale del libro di Torino. Sono assolutamente sereno, avendo sempre operato nell’interesse della Città di Torino”.  L’assessore Parigi “esprime la propria fiducia nell’operato della magistratura, a cui offrirà la massima collaborazione”.  Parigi sarebbe indagata per concorso in turbata libertà del procedimento nella scelta del contraente. L’inchiesta riguarda anche  l’ipotesi di turbativa d’asta, falso ideologico e falso in bilancio sull’affidamento dell’edizione 2015 dell’evento  e la predisposizione del bando di gara per l’edizione dell’anno dopo.

Iran, fallisce la protesta spontanea

FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re

Nove anni dopo gli iraniani ci hanno provato di nuovo ma anche questa volta non hanno avuto la forza di opporsi al regime degli ayatollah che regge il Paese con il pugno di ferro da quasi 40 anni. La contro-rivolta è subito scattata per spegnere i fuochi di paglia di una protesta sociale troppo spontanea e senza guida politica. Decine di migliaia di persone si sono radunate in tutto l’Iran per una massiccia dimostrazione di sostegno al regime dopo giorni di violenti disordini durante i quali 21 persone sono morte e oltre 450 sono state arrestate. La repressione è già in atto ma non potrà spegnere un malessere sempre più diffuso nella popolazione e destinato a propagarsi. Il potere degli ayatollah non è eterno. Come è stato imprevedibile l’avvio delle manifestazioni è difficile dire adesso cosa potrebbe succedere in futuro. Nel 2009 il movimento di opposizione dell’Onda Verde trascinò nelle strade di Teheran milioni di persone per protestare contro la rielezione truffa di Ahmadinejad ma non si diffuse nelle altre grandi città. Fu una sorta di “golpe” contro i brogli elettorali con la speranza di cambiare e migliorare dall’interno il sistema teocratico iraniano. Finì molto male: nella capitale il movimento venne brutalmente cancellato e i capi di quella rivolta sono ancora oggi agli arresti domiciliari che il presidente riformista Rouhani, rieletto nel maggio 2017, non ha mai revocato nonostante le promesse più volte ribadite in campagna elettorale. La rivolta degli iraniani si è scagliata contro il governo responsabile della crisi economica, del caro vita e della corruzione dilagante e contro la teocrazia degli ayatollah, al potere da troppi decenni. L’intenzione era quella di seppellire la Repubblica islamica e guardare altrove, gli slogan dei ribelli non hanno risparmiato nessuno, né i governanti né i vertici della Repubblica. Tutti, ai loro occhi, sono responsabili di un disagio crescente e contagioso in un Paese privato di qualsiasi libertà. Ma anche questa volta non cambierà nulla. Le proteste si sono diffuse in lungo e in largo nel Paese ma politicamente sono molto più deboli di quelle di nove anni fa. Nelle piazze iraniane manca un leader della ribellione, manca un coordinamento, non ci sono programmi precisi, c’è invece molta spontaneità nelle proteste, molta voglia di cambiare con il rischio di andare allo sbaraglio. Teheran, con i suoi nove milioni di abitanti, è rimasta relativamente ai margini della rivolta e la Guida Suprema Alì Khamenei ha potuto dormire sonni tranquilli. “I nemici dell’Iran hanno provato a minare il nostro sistema islamico con il denaro, le armi e la politica” ma non ci sono riusciti, avverte minaccioso il leader supremo della dittatura religiosa. Le Guardie della Rivoluzione e le milizie paramilitari Basiji, le forze che dominano l’economia e gli apparati di sicurezza del Paese, accusano alcuni Paesi stranieri di essere dietro le manifestazioni antigovernative accolte invece con soddisfazione da Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita per i quali l’Iran è un rivale da abbattere o quanto meno da indebolire. I servizi segreti israeliani hanno rivelato in questi giorni che negli ultimi cinque anni Teheran ha investito miliardi di dollari in Siria e in Iraq per estendere la propria influenza nella regione. Trump non ha perso tempo e si è schierato subito dalla parte dei manifestanti e in risposta alla repressione messa in atto dal governo iraniano potrebbe decidere nuove sanzioni contro il Paese. Mancano dichiarazioni ufficiali da parte della monarchia saudita ma il giovane principe Mohammed bin Salman è impegnato in duro braccio di ferro con l’Iran per ridurne l’influenza strategica in Medio Oriente. La polizia ha sparato sulla folla e ci si chiede se finirà come nel 2009 con la feroce repressione degli oppositori. Il regime minaccia di ricorrere alla pena di morte per i reati più gravi compiuti durante gli scontri mentre i famigerati pasdaran, più forti dopo la vittoria militare in Siria, aspettano il via libera della Guida suprema, da cui dipendono, per andare a caccia dei rivoltosi. Gli studenti universitari gridano la loro rabbia, bruciano i ritratti di Rouhani e Khamenei e inneggiano perfino allo scià di Persia. In piazza contro il regime è scesa una nuova generazione composta da giovani e donne nati dopo la rivoluzione khomeinista del ’79, che odiano il sistema e vogliono reagire, chiedono libertà e un lavoro, guardano i loro coetanei in Occidente, preferiscono navigare sulla rete che obbedire alla sharia e coprirsi con il velo. La giovane, laureata e disoccupata, che si toglie il velo bianco e lo sventola davanti alla folla dei manifestanti, sapeva di finire dietro le sbarre ma l’ha fatto lo stesso ed è diventata il simbolo della protesta. Le manifestazioni sono iniziate lo scorso 28 dicembre nella grande città di Mashad, importante centro sciita nel nord-est dell’Iran, forse scatenate dalla notizia di un aumento improvviso del 50% dei prezzi delle uova e di altri generi alimentari ma gli slogan hanno subito preso di mira tutti i politici, responsabili dell’aumento della disoccupazione e delle enormi spese sostenute per la guerra in Siria e inYemen, compresi Ali Khamenei e il presidente moderato Hassan Rouhani. Ed è forte anche lo sdegno per un’economia che, malgrado l’accordo sul nucleare e la fine delle sanzioni, stenta a decollare. “Morte a Khamenei” e “Morte a Rouhani” sono gli slogan di un movimento senza leader che attacca l’intero sistema. Il movimento dell’Onda Verde che si oppose alla rielezione del presidente conservatore Mahmoud Ahmadinejad, accusato di brogli elettorali, era guidato dai leader riformisti Mousavi e Karroubi, ancora agli arresti domiciliari. I rivoltosi rimproverano al presidente Rouhani di non aver ancora realizzato le sue promesse sui diritti umani e di non aver ottenuto benefici reali per la gente con l’accordo internazionale del 2015 sul nucleare che ha permesso la revoca di sanzioni internazionali contro la Repubblica Islamica. Per la gente della strada non è cambiato molto, anzi molti iraniani ultraconservatori rimpiangono la presidenza Ahmadinejad di cui ricordano la pioggia di sussidi elargiti alle fasce più povere della popolazione e festeggiano proprio in questi giorni la sua rielezione a presidente nel 2009. Dietro le proteste si può scorgere quindi la mano della fazione più conservatrice schierata contro l’esecutivo di Rouhani. Ma è difficile rimpiangere la politica economica di Ahmadinejad che fu disastrosa per otto anni. I problemi economici restano gravi nel Paese. Un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà, in cifre circa 30 milioni di persone. La disoccupazione è al 12%, secondo i dati ufficiali, ma in realtà avrebbe superato il 20 per cento, (oltre il 30% per i giovani che sono più della metà degli iraniani), mentre l’inflazione è risalita al 10 per cento. Il futuro politico dell’Iran resta denso di incognite. Tutti i centri di potere del Paese restano saldamente nelle mani dell’anziano leader Ali Khamenei e, in mancanza di un erede, di un vice Khamenei, la transizione verso la nuova Guida Suprema del Paese è ancora tutta da definire.

 

 

PRO.CIVI.CO.S.: NEL 2018 ANCORA VOLONTARIATO E MARATONINA PER LE PERIFERIE

 “La 5^ Maratonina della Felicità – manifestazione podistica basata sulla guida umanitaria scritta da L. Ron Hubbard intitolata La Via della Felicità – si svolgerà come sempre in autunno con partenza dal parco Colletta, ma attendiamo una conferma ufficiale della data richiesta.”
Così Giuseppe Tesio, presidente dell’associazione volontari di protezione civile della comunità di Scientology PRO.CIVI.CO.S. onlus durante l’incontro dello scorso mercoledì sera.
Un momento per scambiarsi gli auguri per l’anno appena iniziato con amici, volontari e rappresentanti di varie associazioni di protezione civile. Presente anche il presidente della circoscrizione 7 Luca Deri. 
Tesio ha presentato le date principali di un intenso programma di iniziative il cui intento, ha spiegato, è quello di “consolidare ed ampliare l’amicizia e la collaborazione già esistenti tra diverse associazioni di protezione civile, volontari, comitati di quartiere, cittadini e istituzioni ed intensificare l’impegno reciproco verso la tutela della vita e dell’ambiente nelle nostre periferie: un territorio bellissimo, ma trascurato.”
Gli interventi del progetto “Quartiere Pulito” che culmineranno poi con la Maratonina della Felicità sono dunque fissati: 25 marzo in zona Vallette/Madonna di Campagna; 13 marzo piazza Sofia/Parco della Confluenza e Colletta; 8 luglio Torino Nord/Parco La Mandria; 16 settembre Barriera di Milano.

LA PELLE: UN ORGANO DA TRATTARE CON CURA

David Le Breton, Professore presso l’Università Marc Bloch di Strasburgo e autore di numerosi saggi sull’antropologia del corpo, descrive la pelle come un sottile foglio di tessuto che avvolge il corpo, un organo piuttosto semplice, ma che dal punto di vista sociale e psicologico, diventa invece un organo altamente complesso: “…è un confine tra il mondo esterno e quello interno, tra l’ambiente e il proprio sé”. La pelle è il mezzo con cui comunichiamo con chi ci sta vicino e attraverso essa riceviamo contatti ed emozioni dal mondo che ci circonda. E’ per noi un segno indelebile del nostro benessere fisico e psicologico e insieme filtro e barriera rispetto a ciò che desideriamo o che respingiamo. La pelle è un organo che sovrintende al buon funzionamento del nostro intero organismo con una funzione importante quanto quella degli organi interni. Si tratta infatti di una funzione emuntoria secondaria, essenziale per l’eliminazione delle sostanze di rifiuto, che accumulandosi provocherebbero stati tossici, che interviene quando gli organi emuntori primari (fegato e reni) siano stati sovraccaricati e sovraffaticati. La nostra pelle per essere sana e luminosa e diventare espressione del nostro benessere va quindi nutrita e curata con interventi di tipo medico. A differenza degli altri organi (reni, fegato, cuore), deve essere trattata dall’interno, mediante una nutrizione adeguata ricca di minerali, vitamine ed acqua, ma nello stesso tempo può anche essere curata sia dall’interno che dall’esterno attraverso percorsi di medicina estetica. Il Dott. Luca Spaziante, Specialista in chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, ci illustra come si può intervenire sugli inestetismi estetici che tolgono luminosità e tono alla pelle, nel rispetto assoluto delle proporzioni e con un’estrema attenzione a non perderne l’aspetto naturale.

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“Per risolvere gli inestetismi della parte alta del volto è necessario impiegare la tossina botulinica – spiega il Dott. Spaziante – perché è l’unico trattamento che permette di alleggerire quelle piccole rughe presenti sulla fronte e intorno agli occhi (“zampe di gallina”). Con questo tipo di approccio in una sola seduta si riesce ad ottenere un miglioramento immediato che durerà fino a circa 6 mesi. Stessi effetti duraturi si hanno con l’impiego dei filler a base di acido ialuronico, una molecola del tessuto connettivo che il nostro stesso organismo produce e che è totalmente riassorbibile. “I filler servono a riempire i solchi del volto – spiega il Dott. Spaziante – e a ripristinarne i volumi bilanciandone le proporzioni”. Anche in questo caso basterà un’unica seduta da ripetere ogni sei mesi circa. Altra tecnica che garantisce buoni risultati è la biorivitalizzazione, che leviga le piccole rughe superficiali del volto nell’area delle guance e intorno alla bocca. Il ciclo completo comprende 6 sedute ogni 7-14 giorni, da ripetere ogni 6-12 mesi. Il Dott. Spaziante impiega anche la tecnologia laser, utile per la rimozione di capillari, per le macchie della pelle e per un ringiovanimento generale del volto. In questo caso il numero di sedute varia in base al tipo di inestetismo da trattare.

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Sfruttando le proprietà delle cellule staminali è invece possibile sottoporsi a un trattamento con PRP”, (Platlet Rich Plasma), una sorta di siero naturale che noi stessi produciamo naturalmente. L’utilizzo del plasma arricchito di piastrine è una tecnica scientifica utilizzata già da molti anni in chirurgia plastica, nella cura, ad esempio, delle ustioni e su quei pazienti con ferite che hanno serie difficoltà di guarigione con tecniche convenzionali. I fattori di crescita racchiusi nelle piastrine sono capaci di stimolare diversi meccanismi cellulari richiamando e attivando le cellule staminali con l’obiettivo di migliorare lo stato della cute e di tutti gli annessi cutanei della zona trattata. I fattori di crescita possono essere iniettati (attraverso microiniezioni) nel volto, per favorirne il ringiovanimento o in caso di acne, o anche a livello dei capelli per contrastarne la caduta. Altro trattamento che spesso viene richiesto al Dott. Spaziante è il peeling, ovvero l’esfoliazione e la rimozione degli strati superficiali della cute del volto attraverso alcuni acidi specifici opportunamente dosati e applicati. Questo tipo di intervento si dimostra molto efficace soprattutto nel miglioramento dell’acne e degli esiti di acne o semplicemente per rendere la cute più compatta e luminosa prevenendo i segni del tempo. “La scelta del trattamento più indicato – conclude il Dott. Spaziante – deve essere sempre concordata con il paziente dopo un’accurata visita per definire insieme un programma personalizzato”. Solo così si potrà arrivare ad una ritrovata freschezza del volto senza un’alterazione delle sue caratteristiche naturali perché comunque “ La pelle con le sue caratteristiche di colore, odore, rugosità, con gli elementi suoi propri, permette di evidenziare una individualità unica ed irripetibile: ogni individuo possiede la sua pelle personale” (Didier Anzieu, psicoanalista francese).

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TORINO –  ALBA –  ASTI

Informazione commerciale

Posti a rischio, maestre in piazza. Disagi nelle scuole torinesi e corteo in centro città

Alcune scuole materne e primarie torinesi sono rimaste chiuse, oggi, dopo le vacanze di Natale,  per lo sciopero delle maestre proclamato dall’Anief, associazione nazionale insegnanti e formatori. La manifestazione si oppone alla sentenza del Consiglio di Stato che in città e nel Torinese  metterebbe a rischio il posto di circa 1.400 insegnanti assunti con il diploma magistrale. Le maestre dalle hanno protestato dalle 9 con un sit-in davanti all’ufficio scolastico regionale in corso Vittorio Emanuele II e si è tenuto anche un corteo per le vie del centro (foto). Oltre alle scuole chiuse, diversi dirigenti scolastici hanno ridotto gli orari in alcune classi e sospeso le lezioni in altre creando disagi alle famiglie. Gli insegnanti, infatti, non sono tenuti a comunicare in anticipo alle segreterie le proprie intenzioni. Anche il personale Ata, bidelli e segretari, hanno aderito allo sciopero  lamentandosi dell’aumento di stipendio troppo modesto che avranno nel 2018.

 

(foto: il Torinese)

Minorenni teppisti aggrediscono giovane mamma: li aveva rimproverati perché bestemmiavano

Nove i minori denunciati dai carabinieri per aggressioni, droga, armi e abuso di alcol nel corso dei controlli effettuati negli ultimi mesi presso il centro commerciale Le Gru di Grugliasco. E’ stata scoperta una vera e propria baby gang, composta da studenti tra i 15 e i 17 anni, che ha aggredito una giovane mamma davanti al figlioletto spaventato. La donna  aggredita quella li aveva invitati a non a non bestemmiare. Tra ottobre e dicembre, i militari hanno inoltre denunciato un 17enne in possesso di una scacciacani e di un coltello a serramanico e quattro studentesse di 14 anni per furto in concorso.

La rassegna di “Un libro tira l’altro”

Finisce un anno ma non la voglia di leggere! Nel mese di dicembre i lettori del gruppo Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri hanno proposto e commentato molti titoli, tra i quali alcuni hanno davvero catalizzato l’attenzione della maggioranza

L’Arminuta, romanzo con cui  Donatella di Pietrantonio ha ottenuto il recente premio Campiello, è risultato il più discusso del mese, seguito dalla malinconica distopia di Non lasciarmi, scritto dal premio Nobel Kazuo Ishiguro; molto apprezzato sembra anche il più recente romanzo di Cristina Caboni, La rilegatrice di storie perdute, libro al quale sono stati dedicati molti post.

Tra gli scrittori più letti, Isabel Allende e Jane Austen ma anche Camilleri, del quale vengono proposti sia i romanzi che hanno come protagonista il Commissario Montalbano sia quelli con argomento diverso.

Per chi ama i romanzi storici, i consigli riguardano il classico e impegnativo Vita e Destino, di Vasssilj Grossmann, accuratamente recensito, e Il viaggio della strega bambina di Celia Rees.

Spazio particolare, questo mese, ai titoli che riguardano il Natale: accanto all’inossidabile Canto di Natale, di Dickens, un altro pilastro del genere: Le lettere a Babbo Natale, di J.R.R. Tolkien, oggetto di una ristampa molto apprezzata dai lettori del gruppo.

Come sempre, la pagina è stata animata da numerosi dibattiti  tra i quali è interessante segnalare quello che vede contrapposti i lettori che preferiscono la narrativa estera e chi invece sceglie prevalentemente autori italiani.

 

Il podio dei più letti: 

L’Arminuta, di Donatella di Pietrantonio (Einaudi) – Non lasciarmi, di Kazuo Ishiguro (Mondadori) – La rilegatrice di storie perdute, di Cristina Caboni (Garzanti) 

Autori imperdibili: Isabel Allende, Jane Austen, Andrea Camilleri 

Classici di Natale: Canto di Natale, di Charles Dickens ( Bompiani) – Le lettere a Babbo Natale, di J.R.R. Tolkien (Bompiani) 

Per chi ama i romanzi storici: Vita e Destino, di Vassilj Grossman (Adelphi) – Il viaggio della strega bambina, di Celia Rees (Salani)

Testi: Valentina Leoni – realizzazione grafica e impaginazione: Claudio Cantini