Di Pier Franco Quaglieni
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La Sacra in fiamme – Candidature per il 4 marzo – Raimondo Luraghi e l’antifascismo – Capri in gennaio – Bonino e l’immigrazione
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La Sacra in fiamme
L’incendio alla Sacra di San Michele più che il celebre romanzo di Umberto Eco a me evoca gli incendi al Castello di Moncalieri e alla Cupola del Guarini a Torino .Evoca incendi legati a lavori di ristrutturazione come il caso della Abbazia alle porte della Valledi Susa. Esclusa una causa dolosa andrà accertato il perché dell’incendio e una intervista pubblicata dal Corriere di Torino a chi ha ristrutturato la Galleria San Federico suscita non pochi interrogativi sulla sicurezza dei lavori di restauro alla Sacra. Più che le dichiarazioni di pronto intervento del presidente della Regione e della sua assessora alla Cultura merierebbe un approfondimento la ricerca delle cause dell’incendio. Non dimentichiamo che ad oltre vent’anni di distanza la Cupola del Guarini e’ ancora circondata da impalcature e che mai si è voluto approfondire il perché dell’incendio del 1997.
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Candidature per il 4 marzo
Siamo alla stretta finale sulle candidature per le politiche del 4 marzo. Si tratta di elezioni importanti ,se non decisive per il Paese. Vedendo i nomi che circolano si ha l’impressione che stia prevalendo il già visto e la mediocrità almeno in Piemonte. La candidata Castelli per i 5 stelle e’ l’emblema della inadeguatezza. Laureata in economia aziendale, viene considerata l’esperto grillina in materia economica. Un partito serio dopo l’esibizione penosa dalla Gruber in cui ha dimostrato di parlare dell’euro senza sapere di cosa stesse parlando, non avrebbe ripresentato la deputata eletta nel 2013.Ho sostenuto in più occasioni che i partiti non populisti avrebbero dovuto contrapporre candidati competenti e di comprovata esperienza. Temo che l’esempio grillino abbia preso il sopravvento. Nomi validi, a meno di sorprese dell’ultima ora, non mi sembrano esserci. I rappresentanti del territorio appaiono a fatica, se e’ vero che il vicepresidente del Consiglio Regionale Boeti e’ giunto a minacciare il disimpegno perché nel suo collegio veniva anteposto il radicale Viale al senatore Esposito, uno dei pochissimi parlamentari che ha dimostrato di esserci. Con candidati mediocri non si recupererà il consenso popolare. Ha ragione Daniele Capezzone – deputato uscente eletto in Piemonte – a dire che non si ricandiderà :dopo essere stato radicale e portavoce acritico di Forza Italia, avrebbe dovuto candidarsi all’insegna dello scudo crociato ex Dc del suo amico Fitto. Ma forse non si ricandiderà perché non l’avrebbero candidato alla disperata ricerca di seggi. Sembra che ci sarà in lizza anche il partito repubblicano,profittando del gruppo Ala di Verdini. Ugo La Malfa e lo stesso Spadolini si stanno rigirando nella tomba, per non parlare di Mazzini. Da Mazzini a Verdini il distacco appare davvero abissale. Malgrado tutto, dovremo votare, cercando di turarci il naso, come diceva Montanelli. Ma il fetore di mediocrità e’ davvero intollerabile.
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Bonino e l’immigrazione
Lo spot elettorale di Emma Bonino circa l’integrazione anche lavorativa di mezzo milione di immigrati irregolari in Italia supera in demagogia quelli di Grasso che vuole regalare a tutti l’Università eliminando le tasse. Il Pd con Minniti aveva un po’ aggiustato il tiro del peggiore ministro dell’Interno della storia italiana , Alfano, responsabile di non aver voluto o saputo affrontare l’emergenza migranti . Adesso l’alleata del Pd Bonino che si rivela succuba dei vertici europei che non vogliono accogliere immigrati, pensa a ristabilire un equilibrio con il recente passato. La sua voce laica si sovrappone a quella del Papa. Anche parte della Chiesa aveva capito che non si può accogliere a prescindere , ma che vige un principio di responsabilità a cui gli Stati debbono obbedire. Cinquecentomila posti di lavoro di fronte ai disoccupati italiani sono un obiettivo improponibile , per dirlo nel linguaggio di lor signori , non sostenibile . Com’era diverso il Partito radicale di Pannella !
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Raimondo Luraghi e l’antifascismo
Sono già cinque anni da quando morì Raimondo Luraghi ,il massimo storico militare italiano conosciuto a livello internazionale ,l’autore della più importante storia della Guerra civile americana. Raimondo fu anche un eroico partigiano decorato di medaglia d’argento al valor militare. Inizialmente vicino al Pci ,molti anni prima dell’invasione sovietica dell’Ungheria del 1956,si allontanò da quel mondo perché nemico della libertà per cui aveva sofferto e combattuto. Luraghi capì che la dittatura comunista avrebbe ucciso la libertà come aveva fatto il fascismo. In lui non c’era l’idea del fascismo come male assoluto che divenne anche l’idea di Fini, ma c’era la consapevolezza ,propria del grande storico ,che i nemici della libertà si annidano anche a sinistra. Un discorso che avrei voluto sentire anche in occasione della Giornata della memoria. Invece ho dovuto ad ascoltare dichiarazioni di fiero antifascismo senza la necessaria sedimentazione storica, quella che, sola ,porta a comprendere i fatti prima di giudicarli. Aveva ragione Bacone quando diceva che non bisogna piangere o indignarsi, ma bisogna capire. Capire e’ l’unico modo per preservarci dal ripetere gli errori del passato. Quello che Adolfo Omodeo chiamava il “senso della storia” mi sembra che manchi del tutto oggi. L’ignoranza dei giovani si accompagna con la faziosità dei vecchi. Il terreno più fertile nel quale possono attecchire le sciocchezze grilline e populiste che minacciano la democrazia italiana .
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Capri in gennaio
Capri in gennaio e’ deserta: hotel, negozi, ristoranti chiusi . Ma non c’è il deserto perché l’incanto del sole e del mare rendono Capri viva .Non funziona neppure la funicolare , ma il paesaggio mozza il fiato . Aveva ragione Curzio Malaparte ad essersi fatto costruire una villa sul cui tetto andava in bicicletta, con vista sui faraglioni. In passato andavo a Capri per il premio Curzio Malaparte di cui mi insignirono nel 1998. Adesso ho interrotto gli impegni a Napoli per il centenario della nascita di Alda Croce per una immersione totale nella natura . Capri silenziosa anche in piazzetta e’ un miracolo. I capresi sono in vacanza. Avrei voluto pranzare davanti ai Faraglioni nel solito posto dove cenavo con Francesco Compagna e dove andavano anche Andreotti e Napolitano, ma il locale era chiuso. Ho scoperto “Michel’angelo” quasi nascosto , ma facile da raggiungere dalla piazzetta . Ho mangiato benissimo ed ho assaporato una Chateaubriand eccezionale che a Torino facevano solo al “Rendez Vous “ di corso Vittorio , mitico ristorante chiuso da anni. Mi hanno fatto attendere un po’ , ma ne valeva la pena. Uno chef rigorosamente non stellato che meriterebbe tante stelle che forse non avrai mai.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Piccolo grande Agnelli
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Carissimo Quaglieni,
Ho letto con grande interesse il tuo ricordo di Gianni Agnelli, sostanzialmente obbiettivo, che condivido in buona parte. Probabilmente non è stato un grande imprenditore, e forse neppure un grande uomo (l’ossessione mediatica e paparazzesca nei suoi confronti, credo da lui neppure desiderata, rischiava talvolta di farne una macchietta), probabilmente (nell’intimo) un inguaribile piemontese! La sua vicenda industriale ricorda terribilmente da vicino quella di Gianni Merlini. Finché la UTET fu guidata dal prof. Carlo Verde (l’analogo editoriale di Valletta) la UTET prosperò, Merlini presidente in 10/12 anni riuscì a distruggere un’impresa quasi bisecolare! Sicuramente la Torino dell’”avvocato” non c’è più e per fortuna! Forse è davvero finita la troppo lunga spietata azione totalizzante e vampirizzante della Fiat . Forse Umberto aveva una stoffa imprenditoriale di qualità migliore del fratello, anche se in anni lontani, da strettissimi collaboratori di Umberto, ora defunti e non più citabili come testimoni, ascoltai giudizi non proprio lusinghieri sulle di lui capacità dirigenziali. Ma tant’è: ai posteri…Innegabilmente Gianni Agnelli fu distrutto dalla morte del figlio e di Giovannino, che prometteva splendidamente. Sic transit!
L. E.
Il tuo ricordo mi fa molto piacere e pubblico integralmente i commenti.
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Traffico sotto gli ombrelli
Cosa pensa del blocco del traffico automobilistico a Torino anche con la pioggia ? A me sembra folle ! Ludovica Griffa
Anche a me sembra folle. Fassino in 5 anni non bloccò mai il traffico .Occorrono interventi seri, in primis , sul riscaldamento delle case.Copiare il sindaco Chiamparino da parte di Appendino appare davvero penoso.Le rispondo scrivendo da Napoli. Le dico che le condizioni in cui la città del Vesuvio e’ stata abbandonata sono peggiori di quelle di Roma con la Raggi. Appendino si sta sforzando al massimo per raggiungere de Magistris.La logica dei divieti e’ miope e gretta ed e’ in contrasto assoluto con la logica che dovrebbe ispirare il governo di una grande città europea. Torino dovrebbe sentirsi europea, nel senso migliore.
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