di Pier Franco Quaglieni
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4 marzo, elezioni con molte incognite – Bonino e i radicali – Una riflessione per Braccialarghe
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4 marzo, elezioni con molte incognite
Dalle prime mosse della campagna elettorale si coglie che il sistema elettorale scelto contiene una vistosa contraddizione: mentre nei collegi uninominali è un invito a coalizzarsi, nei collegi proporzionali è un invito a frammentarsi, ponendosi in competizione con il soggetto politico più vicino e non con quello più lontano. Ciò può determinare spinte centrifughe che possono lacerare le coalizioni elettorali che difficilmente saranno coalizioni di governo. Chi scrive fu nei primi anni Novanta un sostenitore del proporzionale che fotografa la realtà politica nella sua complessità ,ma l’esperienza del Mattarellum ,corretto da una lieve quota proporzionale ,ha dimostrato che il maggioritario nella babele italiana ha consentito di governare, malgrado i Casini, i Fini, i Bertinotti. Abbiamo avuto coalizioni che hanno espresso governi relativamente stabili, soprattutto nel centro-destra. Il sistema elettorale adottato e il tripartitismo rappresentano delle incognite. Riuscirà l’elettore a fare una scelta meditata che semplifichi il quadro e renda governabile il Paese ? Molto dipenderà dai partiti e dai candidati che si presenteranno. L’incapacità dei 5 Stelle risulterà chiara se i partiti sapranno contrapporre candidati validi, competenti, specchiati. In ogni caso la vera minaccia, l’unico pericolo e’ il movimento 5 Stelle a cui sarebbe una vera sciagura affidare il destino del Paese. Essi incarnano una protesta esasperata che ha sicuramente anche qualche ragion di essere, ma non saranno mai in grado di governare da soli o in coalizione con altri l’Italia .
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Bonino e i radicali
Emma Bonino dimostra del grande coraggio ad imbarcarsi nell’impresa di formare una sua lista elettorale. Appare evidente l’anomalia in base alla quale lei sola sarebbe stata costretta a raccogliere le firme necessarie .I pasticci fatti dai partitini nell’ultimo mese di legislatura con la formazioni di gruppi parlamentari fittizi consentirà a molti signor nessuno di candidarsi senza le prescritte firme. Ma emerge anche che la Bonino voglia cimentarsi in un’impresa disperata in quanto lei stessa ha dichiarato di non avere neppure i candidati necessari. E’ arrivato l’ex democristiano Tabacci a salvare la Bonino ,regalandole il simbolo che le eviterà di raccogliere le firme. Un viatico non bello per una anticlericale come la Bonino. La lista Pannella -Bonino e, ancor prima, la lista radicale avevano una precisa ragion d’essere. Anche la “Rosa nel pugno” ebbe una sua motivazione politica, ma oggi la listarella di Bonino che imbarca un vero voltagabbana come Dalla Vedova, non ha una identità motivata. Essa esprime solo una scheggia di partito radicale in nome di un europeismo indefinito che non si ancora neppure a quello di Ernesto Rossi e di Altiero Spinelli. La stessa Bonino eventuale candidata a Bra, sua città natale, rischierebbe di non farcela perché la componente cattolica braidense non voterebbe chi si distinse nelle battaglie abortiste .La scelta a favore dell’accoglienza indiscriminata degli immigrati penalizzerà ulteriormente la Bonino che rischierà una triste fine politica che non merita. Come Ministro degli Esteri e’ stata infatti un ottimo Ministro con il senso delle istituzioni. E certe sue battaglie a fianco e con la guida di Pannella sono state utili alla crescita civile del Paese. Ma si tratta di un passato lontano e di un quadro politico distante da quello attuale.
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Una riflessione per Braccialarghe
La cultura torinese ruota ormai da anni sulle grandi istituzioni pubbliche lautamente finanziate da fondazioni ,ministeri,assessorati. Eppure Torino ha una sua storia di associazioni culturali importanti che ne hanno segnato la vita nei decenni. L’assorbimento di tutte le risorse verso
alcune realtà ha drenato la quasi assoluta totalità di risorse. Il Circolo dei lettori che adesso organizzerà anche il Salone del libro ,e il Polo del ‘900 ,sostenuti da Fondazione San Paolo,Regione e Comune , rivelano una situazione di monopolio incompatibile con il pluralismo culturale . Pensavo a queste cose,quando ho appreso della morte crudele a 60 anni dell’ assessore Fabrizio Braccialarghe ,persona capace e onesta che ha dedicato cinque anni alla cultura torinese. Ci siamo incontrati di sfuggita qualche volta,ma non sono mai riuscito ad avviare con lui una riflessione su questi temi che gli parevano inesistenti. In cinque anni non venne mai una volta al Centro “Pannunzio ,neppure in manifestazioni organizzate con il Comune a cui intervenne il sindaco Fassino. Il disastro grillino nel campo della cultura rivela che chi diceva di opporsi al “sistema Torino “incarnato da Braccialarghe ,ha poi ignorato chi di quel sistema non fa parte o e ‘ stato discriminato. Continuano più o meno tutti a pensare che l’ombelico di tutto sia in via Bogino dove hanno inventato un circolo-spodestando quello storico che ha 170 anni di vita- con dei contributi così cospicui da renderne la gestione la cosa più facile ed appagante.Le difficoltà insite nel far quadrare i conti per fare delle cose utili per la città in via Bogino non l’hanno mai conosciuta. Per il volontariato culturale una buona affluenza di pubblico è il premio agognato specie se i giornali ignorano determinate manifestazioni,avvantaggiando quelle del circolo dei lettori.Anche questo avrei voluto dirlo a Braccialarghe che,ne sono convinto, avrebbe capito perché,al contrario di altri, era una persona intelligente e in buona fede.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Partorire alla Conad
Cosa pensa della pubblicità del parto in diretta della Conad?
Gina Lampredi
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Mi sembra una trovata pubblicitaria priva di gusto, anzi decisamente inopportuna, specie se collegata al Natale. Partorire , prontamente assistiti, in un supermercato mi sembra un’idea peregrina, povera di fantasia. Il creatore della pubblicità è Pupi Avati. Ma la scelta mi sembra sbagliata. La maternità è cosa troppo importante per poter essere usata come pretesto pubblicitario di un supermercato.
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Vittorio Emanuele III
Caro professore, cosa pensa del fatto che la Comunità ebraica voglia che il nome del terzo re d’Italia sia cancellato dalle vie e dalle istituzioni a lui dedicate ?
Umberto Barocca
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Forse stanno venendo fuori i limiti dell’operazione di portare in Italia le salme dei sovrani d’Italia a Vicoforte. All’improvviso,alla chetichella, in periodo quasi elettorale. Il ritorno andava preparato e non imposto con un bliz ,oltretutto da personaggini di spessore quasi nullo. E’ evidente che esso sia diventato motivo di facile polemica. In ogni caso io sono contrario da sempre a cancellare la storia dalla toponomastica .La storia è storia e quindi va rispettata. In un paese in cui ci sono corsi dedicati a Stalingrado,all’Unione Sovietica e a Togliatti, può starci benissimo una biblioteca nazionale di Napoli intitolata a Vittorio Emanuele III.
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