Storia dell’arte, gli studenti scrivono alla sindaca

Gli studenti di Storia dell’arte hanno inviato alla Sindaca della Città di Torino la seguente lettera aperta in merito alla situazione della biblioteca della Fondazione Torino Musei e in risposta alle dichiarazioni rilasciate in sede di interpellanza consiliare dall’assessora Leon
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Gentile Chiara,
Siamo gli studenti e gli utenti della Biblioteca d’Arte della Fondazione Torino Musei che tu ben conosci. Siamo gli stessi che tre anni fa occuparono simbolicamente in più di 50 la biblioteca e che raccolsero in poche settimane più di 1200 firme di cittadini torinesi contro una semplice riduzione d’orario. Il fatto che tu sostenessi allora la nostra battaglia è stata la ragione per cui più di uno di noi ha deciso di votarti.  La sorte a cui va incontro la biblioteca, le inesattezze superficiali con cui l’assessora Leon ha risposto all’interpellanza – c’eravamo – di Tresso e Foglietta, la previsione di imminente chiusura e quello che sembra un atteggiamento di menefreghismo nei confronti della questione ci lasciano oggi davvero senza parole: sei la stessa persona oppure abbiamo capito male noi? Davvero si dismette uno dei più grandi e strategici centri di ricerca in campo storico artistico del Nord Italia per non pagare l’affitto di uffici amministrativi in centro? Ci sembra impossibile immaginare che non esista un’altra soluzione.  Una città che vuole puntare sulla cultura non chiude l’organo che più di ogni altro permette di produrre sapere. Questa biblioteca è fondamentale, va salvata, anche a caro prezzo. Non raccontiamoci che i libri resteranno accessibili una volta spostati in Nazionale e che farete il grande polo delle biblioteche d’arte di cui si parla da 30 anni. 
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Pochi e veloci punti: 
– in Nazionale il fondo sarebbe bloccato, non potrebbe crescere nemmeno con gli scambi con altri musei di cui ora la biblioteca gode. Bloccato, il fondo morirebbe d’inedia; 
– scorporandola dai Musei Civici, la biblioteca perderebbe la sua storia e la sua identità, difesa in passato anche sotto le bombe (e non è un’esagerazione). Stiamo gettando al vento un bene più prezioso di quanto forse credi e l’operazione non sarà reversibile;
– per quanto riguarda il personale specializzato che adesso lavora in biblioteca? Leon l’altro giorno durante l’interpellanza ha parlato di riassorbimento in Comune degli 11 dipendenti. Non sappiamo se abbia volutamente confuso i piani o se abbia parlato di situazioni che non ha avuto il tempo di approfondire, ma i dipendenti della biblioteca non sono 11 e nessuno di loro ha nel contratto l’opzione del ritorno in Comune. Ne godono solamente in pochissimi nel personale scientifico e amministrativo: si tratta delle persone che hanno lavorato in Comune prima della nascita della Fondazione, quindi molti ormai prossimi alla pensione;
– Leon parlava anche di una biblioteca di architettura. La sola pubblica che esiste a Torino è quella del Politecnico che, contrariamente a quella in oggetto, ha orari estesi e sembra godere di ottima salute. Tra l’altro, viene da chiedersi se al Politecnico sappiano che parlate dei loro libri;
– ultimo ma non meno importante: nel nostro incontro di novembre 2016 con te e con l’assessora Leon, a esplicita domanda sui tempi di ripristino di un comitato scientifico per la Fondazione Torino Musei, avevate entrambe risposto “entro la fine dell’anno o i primi mesi dell’anno successivo”. Sarebbe possibile avere spiegazioni anche su questo punto? 
Teniamo aperta la biblioteca, per un fatto di coerenza, di visione politica, di strategia culturale. 
Nella convinzione di averti sempre dalla stessa parte
Gli Studenti di Storia dell’Arte dell’Università di Torino
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