Novembre 2017- Pagina 5

Torino 2018, dalla cultura allo sport ecco tutti gli eventi in città tra centro e periferie

Il programma delle iniziative realizzato dalla Città e da Enti, Associazioni, Fondazioni e soggetti privati sarà  ricco di appuntamenti che toccheranno, nel corso dell’anno gli ambiti più disparati:  dalla cultura al turismo, dallo sport alle nuove tecnologie. Il calendario, presentato a Palazzo Civico è visibile sul sito della Città al link http://www.comune.torino.it/eventi2018/ e su http://www.torinoclick.it/ e sarà oggetto di un’ampia campagna di comunicazione e di marketing urbano. Per raggiungere l’obiettivo – spiega una nota del Comune -è stato necessario raccogliere e riordinare le numerose informazioni relative agli avvenimenti in programma. Il lavoro è stato realizzato dall’ufficio Eventi e Manifestazioni del Gabinetto della Sindaca che, coadiuvato dagli assessorati, ha messo insieme tutto il materiale per realizzare un calendario, in continuo aggiornamento. “L’obiettivo è creare un’offerta sempre più attrattiva e internazionale  per incrementare il numero di turisti e per coinvolgere tutti i cittadini e tutti i quartieri”, commenta la sindaca Chiara Appendino. Tra gli eventi, a gennaio  il Seeyousound Festival; a febbraio la 36ª edizione di Automotoretrò e la rassegna dedicata a  Richard Strauss; nel mese di marzo Sottodiciotto Film Festival, Just the Woman I Am (corsa-camminata non competitiva), il Campionato Nazionale di Savate Combat; ad aprile tornano il Torino Jazz Festival, Lovers Film Festival, Vivicittà, Tuttadritta, il Turin Curling Cup; a maggio il Salone del Libro, CinemAmbiente, il Rally automobilistico “Città di Torino”, la 42^ edizione della Stratorino; a giugno il Salone dell’Auto di Torino, la finale europea del Bocuse d’Or e la Festa della Musica; tra luglio e agosto il Festival d’Estate tra musica classica, danza e teatro, TODays Festival; a settembre MiTo Settembre Musica, Torino Spiritualità e il ciclismo con la Milano-Torino; nel mese di ottobre Portici di Carta e la Turin Marathon; a novembre Contemporary Art e il Torino Film Festival e, a dicembre, Natale coi Fiocchi.

 

 

Trofeo Inalpi: Autocrocetta per lo sport e la cultura

Ormai da anni Autocrocetta, grazie all’iniziativa dell’Amministratore Delegato Paolo Bollero, porta avanti un sostegno all’Arte in tutte le sue espressioni ed allo Sport con varie iniziative.

Con il sostegno al TROFEO INALPI – GRAND PRIX DI SCHERMA la Concessionaria BMW Autocrocetta ribadisce la sua vicinanza al mondo dello sport e ai migliori valori che esso trasmette, vedendo come obiettivo lo sviluppo e la diffusione della pratica e della cultura sportiva. Autocrocetta è nata nel 1987 come la concessionaria BMW del centro storico di Torino. Il suo vasto pubblico, composto da clienti esigenti e selezionati, le ha attribuito il merito di una professionalità spinta ai massimi livelli, frutto di una vera e propria filosofia imprenditoriale portata avanti anche grazie alle iniziative culturali e sportive. Ad oggi la concessionaria si trova nel nuovo stabile di via Moncenisio 8 a Moncalieri (TO) con auto BMW e MINI nuove e BMW Motorrad, presso le sue filiali a Romano Canavese (TO) e da poco tempo anche a Biella. L’usato invece è rimasto nella sua vecchia sede di Corso Trieste 140 a Moncalieri (TO).

VIGNALE (MNS): IUS SOLI PIEMONTESE: LA PRIORITA’ DELLA GIUNTA CHIAMPARINO E’ GARANTIRE LAVORO, CASA E SANITA’ AI PROFUGHI

“Ormai la distanza che separa questa giunta dai piemontesi è siderale. Mentre un numero significativo di piemontesi ogni giorno fatica ad avere un lavoro, un’ assistenza degna per un proprio familiare ed attende mesi per un banale esame sanitario, la Giunta regionale intende creare corsie preferenziali a richiedenti asilo e rifugiati” lo dichiara Gian Luca Vignale Presidente del Movimento nazionale in Consiglio regionale alla fine dell’esame in Commisione del disegno di legge regionale n. 258 “Promozione della Cittadinanza” , presentato oggi in Commissione dall’assessore Certutti e che ha come finalità garantire maggiori servizi a cittadini “richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e comunitaria” presenti in Piemonte.

“Il Disegno di Legge ha sottolineato Vignale ha iniziato oggi il suo iter legislativo perché indicato da tutto il centrosinistra come prioritario. Se esaminiamo i benefici che la proposta di legge individua c’è davvero da essere indignati. E’ possibile pensare che si stanzino maggiori risorse a richiedenti asilo e profughi per dare più assistenza, più sanità, più case e più lavoro non tenendo conto della situazione di gravissimo disagio dei cittadini italiani?”

“Oltre ai 5 miliardi di euro prosegue – che ogni anno vengono spesi dal Governo per dare vitto, alloggio e istruzione a centinaia di migliaia di profughi è necessario aggiungere queste nuove risorse? Prima gli italiani non è uno slogan, ma una visione diversa della politica”.

“Per questo ho presentato – conclude Vignale-, decine di emendamenti con i colleghi di centrodestra per evitare che ancora una volta i cittadini italiani vengano dopo stranieri extracomunitari, profughi e rifugiati”.

 

“Basta una zampa”. Pet therapy alla Dental School

Camilla 10 anni, Carolina 8 e Sally 2 … per i prossimi 7 mesi, ogni lunedì, saranno le speciali “Ambasciatrici del Sorriso” in azione alla Dental School di Torino (diretta dal professor Stefano Carossa).

Troppo giovani per fare da assistenti ai dottori della Dental? No, se si tratta di Lagotti Romagnoli e Golden Retriever in azione con altri 3 amici a quattro zampe per il progetto “Pet Therapy” di For a Smile Onlus, dedicato alle attività di I.A.A. (Interventi Assistiti con Animali) rivolte ai piccoli pazienti della Dental, affetti da problemi psico-fisici e disabilità anche gravi.

For a Smile Onlus ha voluto inaugurare il progetto nazionale “Basta Una Zampa”, in primis portando l’aiuto nella sua città natale, dove in convenzione con la Città della Salute di Torino, è stata attivata la collaborazione solidale con la Dental School dell’ospedale Molinette.

Durante ognuno dei 25 incontri circa 8 bambini – con problemi di comportamento sociale o con disabilità fisica o mentale – interagiranno con la “Banda dei Lagotti” in tre step:

 

  • Pre-seduta: il momento “distrazione” dove si vuole creare un ambiente confortevole, dove il “gioco” esercita un’azione distraente dall’ansia. Il momento preferito dei bambini è diventare loro stessi “il Dentista”, giocando a visitare e curare l’igiene orale del cane armati di spazzolino. Un momento importante che porta a ridurre notevolmente l’ansia durante l’attesa ai trattamenti odontoiatrici (è nella sala di attesa difatti che l’ansia tocca il suo acme).
  • Seduta: spesso i piccoli pazienti, la famiglia o lo stesso medico richiedono l’accompagnamento alla “poltrona” della “equipe canina” che spesso rimane sulla poltrona insieme al bambino durante tutta la seduta.
  • Post-seduta: si ritorna a salutare gli amici a 4zampe prima di tornare a casa, così da lasciar un bel ricordo di tutta l’esperienza in ospedale e sgombrare la mente del bambino dagli aspetti spiacevoli vissuti durante la seduta. Ciò andrà a ridurre l’ansia anticipatoria delle sedute successive, anzi, spesso i bambini vogliono subito prenotare il primo lunedì disponibile così da esser certi di rivivere questa piacevole esperienza.

 

Recenti studi scientifici hanno dimostrato come l’interazione con un animale riesca ad attenuare particolari condizioni di stress e di conflittualità, rappresentando così un solido supporto per pazienti minori con problemi di comportamento sociale o con disabilità fisica o mentale. Il coinvolgimento di animali da compagnia ai fini di Pet Therapy (I.A.A.) è stato riconosciuto come cura ufficiale dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003.

Sostenendo il progetto nazionale “Basta Una Zampa” di For a Smile Onlus aiuterai a portare nuovi sorrisi ai bambini seguiti / curati in ambito ospedaliero in diverse città d’Italia.

 

INFO forasmile.org

 

BASTA UNA ZAMPA.  BASTA POCO PER REGALARE UN SORRISO!

* La Dental School dell’Università degli Studi di Torino (ospedale Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza) è la più importante Struttura Ospedaliera Odontoiatrica della Regione Piemonte ed è l’unica struttura sul territorio che fornisce tutti i tipi di trattamenti Odontoiatrici. La Dental School è il Centro di riferimento per il trattamento di bambini ed adulti portatori di deficit o disturbi mentali, tra i quali sono presenti soggetti particolarmente ansiosi o fobici, che rendono problematica l’effettuazione di trattamenti odontoiatrici.

 

 

 

 

 

Pittori / Poeti / Pittori

FINO AL 17 DICEMBRE 

“Ho continuato fino a diciotto, diciannove anni a non sapere se la mia vocazione fosse quella del pittore piuttosto che quella dello scrittore”: a confessarlo é Franco Fortini, pseudonimo di Franco Lattes (Firenze, 1917 – Milano, 1994), poeta “difficile e intenso”, critico letterario e saggista, ma anche (pochi lo sanno) pittore. E pittore vero, con tanto di corsi all’Accademia e laurea in Lettere, con tesi in Storia dell’Arte su Rosso Fiorentino. Una passione per la pittura e per il disegno ben testimoniata per altro dalle oltre 300 opere conservate nell’Archivio del “Centro Studi Fortini” dell’Ateneo di Siena. E proprio Fortini è uno dei nove grandi artisti del nostro Novecento (con il dubbio del “cosa farò da grande?”) protagonisti della raffinata mostra “Pittori / Poeti / Pittori”, curata da Marco Vallora, con l’organizzazione della “Fondazione Bottari Lattes”, e allestita nel Palazzo Banca d’Alba, fino a domenica 17 dicembre. “Il titolo della mostra – spiega Vallora richiama una circolarità, un volano che evoca un’incertezza feconda tra arte e poesia. E’ un fenomeno che in Italia ha avuto alcuni esiti assai curiosi: artisti che all’inizio del loro percorso sono indecisi sulla strada da prendere, se farsi pittori, poeti, musicisti o saggisti”. Fortini optò per la “parola”, senza mai ripudiare però la pittura e soprattutto il disegno e l’opera grafica: suo in mostra un rigoroso “Autoritratto”, linografia su carta del 1936-’37, palese dimostrazione di un’abilità tecnica (nell’uso marcato e attento del lavoro di sgorbia) che andava ben oltre il semplice diletto del fare. La rassegna s’avvia con il bellissimo “Beccaccino”, regalato da Filippo De Pisis a Eugenio Montale (entrambi classe 1896, conosciutisi nel 1919 post-bellico): dono che voleva ricambiare l’omaggio fatto dal poeta ligure di una copia delle sue “Occasioni” con tanto di dedica al pittore ferrarese, che Montale sapeva essere anche buon poeta. E in mostra (dove di De Pisis scrittore troviamo manoscritti di poesie, libri rari e tele che rappresentano il tema del libro, della penna-piuma e del sonetto) scopriamo la lettera in cui, fra orgoglio e ironia, Montale confida al De Pisis: “Lei non lo sa, ma sono anche io pittore, e forse più bravo di lei”. Parole audaci se raffrontate ai risultati pittorici “non brillanti” ma “pugnaci”: incisioni, tele, bozzetti a pastello. Insieme a carte, lettere, autografi e fotografie. Allievo a Bologna, come De Pisis, di Roberto Longhi, anche per Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Ostia, 1975) la passione per l’arte e la pittura è per tutta la vita compagna fedele della sua attività di regista-scrittore-poeta-giornalista. In mostra ad Alba, troviamo disegni, scritti poetici e autoritratti. Particolarmente suggestivo il pirandelliano“Autoritratto con il fiore in bocca” realizzato a 25 anni, il volto verdastro ferito da violente pennellate bianche e nere, un fiore rosso in bocca e un disegno di ragazzo alle spalle; opera – s’è scritto – che parla già di “sconcertante anticipazione del tocco distorto di Francis Bacon”. Curiosa e abbastanza unica anche la caratteristica di Pasolini, messa in luce dalla rassegna (che propone anche spezzoni scelti e montati del suo cinema), di dipingere non solo con i colori tradizionali, ma con stramberie come fondi di caffè, olio e vino. E che dire di quello stravagante divertissement che pare essere il “Ritratto di De Pisis col pappagallo” realizzato da Carlo Levi (Torino, 1902 – Roma, 1975) nel ’33? Quanto lontana è la lezione casoratiana e l’elementare monumentalità dei ritratti della gente di Lucania! Qui Levi bonariamente ironizza sull’eccentrica personalità di De Pisis, appassionato collezionista di strane “chincaglierie da Wunderkammer”, immortalandolo con giacca di un azzurro “polveroso” su cui trionfano chiassose medaglie, il fiore all’occhiello, la cravatta a pois e sul viso bello tondo il monocolo e l’orecchino, a far da pendant con gli anelli sopra il guanto di pelle. E, per finire, sulla spalla destra il “pappagallo Cocò”. Verso il “fantastico visionario” volano invece le opere di Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli, 1924– Palmanova, 2015), apprezzato pittore ma anche superbo letterato, soprattutto per l’attività critico-interpretativa degli ultimi testi di Pasolini, di cui fu amico d’infanzia e con cui collaborò a vari film. In un ambito di singolare eccentrica “visionarietà” si collocano anche i disegni, i dipinti e le bozze di romanzi di Mario Lattes (Torino, 1923 – Torino, 2001): campi di creatività diversi, ma tenuti vivi con grande maestria, così come fu per Alfonso Gatto (Salerno, 1909 – Orbetello, 1976), poeta, scrittore, critico d’arte e perfino gallerista, ma anche pittore di deliziosi acquerelli, oli, tempere e disegni. Suo il libro “Coda di paglia”, illustrato da Mino Maccari (Siena, 1898 – Roma, 1989), anche lui pittore e incisore, ma pure scrittore e giornalista. Fu perfino caporedattore a “La Stampa”, sotto la direzione di Curzio Malaparte. Pittura “ricca e furente”, la sua; “anarchico e geniale”, per Pasolini disegna anche un manifesto di “Accattone”.

Gianni Milani

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“Pittori /Poeti / Pittori” Palazzo Banca d’Alba, via Cavour 4, Alba (Cn), tel. 0173/789282

Fino al 17 dicembre. Orari: mart. – ven. 15,30/19; sab. e dom. 10,30/18,30

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Le immagini:

– Franco Fortini: “Autoritratto”, linografia su carta, 1936 – ’37

– Filippo De Pisis: Interno con libri e bottiglietta”, olio su cartone, 1931
– Pier Paolo Pasolini: ” Autoritratto con il fiore in bocca”, olio su faesite, 1947
– Carlo Levi: “De Pisis col pappagallo”, olio su tela, 1933

Donna cade dalla bici e muore

Una donna di 40 anni, ieri sera, è morta cadendo dalla bici mentre percorreva corso Massimo d’Azeglio, all’altezza di corso Marconi. Trasportata alle Molinette, in gravissime condizioni, è deceduta in breve tempo.La polizia municipale sta cercando testimoni per accertare se si è trattato di un malore o se la donna è stata investita da un pirata della strada.

Tre detenuti del Ferrante Aporti danno fuoco alla cella: due in gravissime condizioni

La Segreteria Regionale FNS CISL della Polizia penitenziaria ha reso noto che ieri alle 17.30 tre detenuti maggiorenni, uno marocchino, uno italiano ed uno ucraino, hanno appiccato il fuoco alla loro cella bruciando i materassi, per futili motivi. Due  di loro sono in gravissime condizioni in prognosi riservata, tutti ricoverati al CTO reparto grandi ustioni e sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco per spegnere il rogo. Commenta in una nota il sindacato Fns Cisl: “purtroppo l’escalation di violenza all’interno del carcere continua, ma il Dipartimento di Roma invece di risolvere le problematiche si disinteressa e non fa altro che peggiorare la situazione. Allucinante  è il fatto, che qualche ora prima dell’incendio, i colleghi di Bologna abbiano portato 3 nuovi detenuti per sfollamento, su ordine del Dipartimento, al carcere del Ferrante che è anch’esso affollato e anche senza personale. Torino è stata abbandonata al suo destino ed ai suoi problemi, che crescono giorno dopo giorno. Invece di mandare un Direttore, un Comandante e nuovi Agenti, il Dipartimento Minorile pensa di poter risolvere accorpando i servizi per recuperare più risorse. Questo modus operandi sta portando il carcere al collasso ed il gravissimo episodio non fa altro che dimostrare la triste realtà”.

Torino è culinaria. Il cibo da esibire come identità

di Enzo Biffi Gentili

Anche se la decantata qualità della vita sotto la Mole  non corrisponde esattamente alla posizione di Torino e dintorni – settantasettesima nel 2017- nella classifica sul vivere bene delle province italiane del quotidiano “Italia Oggi”. O ai valori di inquinamento atmosferico registrati negli ultimi giorni

 

L’avvenimento torinese più rilevante della scorsa settimana, secondo molti autorevoli pareri, è stato l’inaugurazione di EDIT (sciogliendo l’acronimo: Eat Drink Innovate Together), la nuova struttura d’avanguardia birrogastronomica voluta da Marco Brignone che occupa ampi spazi dell’ex fabbrica di cavi elettrici INCET in via Cigna. Tra i laudatori, Luigi La Spina, con un articolo intitolato Il gusto vincente del Piemonte unito a Torino (“La Stampa”, 24 novembre 2017), che si conclude auspicando ulteriori sforzi, anche della mano pubblica, “per aggiungere un tassello non secondario all’immagine di una città, col suo territorio, in cui la qualità della vita è ben superiore a quella di tante sue concorrenti” (affermazione che forse non corrisponde esattamente alla posizione di Torino e dintorni -settantasettesima nel 2017- nella classifica sulla qualità della vita delle province italiane del quotidiano “Italia Oggi” pubblicata lunedì scorso, curata dal dipartimento di Statistiche Economiche dell’Università La Sapienza di Roma. O ai valori di inquinamento atmosferico registrati negli ultimi giorni, ma non andiamo a cercare, per restare in argomento edibile, il pelo nell’uovo…). Non c’è dubbio infatti che il Piemonte può rivendicare – limitandosi al settore del food- un primato qualitativo e occupazionale (quest’ultimo anche in alcuni di quei mestieri nei quali Indro Montanelli, con la solita sua preveggente lucidità, dichiarava gli italiani insuperabili: sarti, calzolai, direttori d’albergo e appunto cuochi, insomma, l’imbattibilità nei “mestieri servili”, citando testualmente le sue parole, ma, si sa, è passati dai mestieri “militari” torinesi ai camerieri).

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Torniamo all’invito rivolto da La Spina alle Pubbliche Amministrazioni perché elaborino una “accurata regia di marketing” a sostegno di un’iniziativa privata così attiva, ricordando oltre a EDIT lo Snodo alle OGR. Due imprese alimentari che hanno anche ambizioni culturali -innovazione, condivisione, sperimentazione di nuovi stili di vita e lavoro- che quindi necessiterebbero di una rialimentazione esterna ulteriormente stimolante; e così e ancor più il prossimo grande evento in programma a Torino nel 2018, il concorso gastronomico Bocuse d’Or, celeberrimo a livello internazionale. Sarebbe, se non sprecata in una miriade di banali conati, un’occasione importante per esibire il cibo come elemento di una specifica, “originale” identità torinese e piemontese. Le referenze alte le abbiamo: dalla specialità “alchemica” e produttiva nelle essenze profumate alla cucina futurista, di flagrante attualità per la sua artificialità “chimica”. Sino ad azzardare, essendo Torino sede del Museo Egizio, la rappresentazione di quelle perturbanti analogie tra le ricette per l’imbalsamazione e alcune operazioni di pratica culinaria che illustrò lo scomparso Piero Camporesi, il nostro massimo studioso di comparatistica letteraria e gastronomica. Tanto per rinnovare in forme “sofisticate” quel ruolo di promozione di una nuova sensibilità culturale per il nutrimento che le Giunte regionali presiedute da Enzo Ghigo, a unanime giudizio, seppero storicamente esercitare, e non solo a livello locale.

 

La partecipazione popolare nelle società sportive

“La soluzione di molti problemi per  il Toro, e per lo sport in genere, sarebbe quella di far nuovamente entrare, a pieno titolo, la gente appassionata nella gestione della società e del fenomeno sportivo”

In vista del convegno che l’Associazione ToroMio ha organizzato il 2 dicembre prossimo, presso l’ Aula Jona del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino, in corso Unione Sovietica 218 bis, per la presentazione di un disegno di legge che promuove la partecipazione popolare nelle società sportive, abbiamo raggiunto l’Avvocato Massimiliano Romiti, Presidente di ToroMio.

Cos’è ToroMio?

Si tratta di un gruppo di tifosi del Torino che ha pensato che la soluzione di molti problemi per la loro squadra del cuore, il Toro, e per lo sport in genere, sarebbe quella di far nuovamente entrare, a pieno titolo, la gente appassionata nella gestione della società e del fenomeno sportivo che tanto appunto le appassiona, dal momento poi che proprio sulla passione sportiva si fonda anche lo sport business, tanto appetito da tutti.

Ci parli del titolo. La forza della partecipazione nello sport. Un altro calcio è possibile… perchè questo titolo?Due anni fa, nel corso di un primo convegno che riportava la medesima prima parte del titolo, abbiamo sottolineato come all’estero le realtà calcistiche, che hanno conservato la reale partecipazione dei tifosi alle loro dinamiche decisionali, siano ancora oggi dominanti sul piano sportivo ed economico. Pensiamo a Real Madrid, Bayern Monaco e Barcellona.

Ma abbiamo detto come anche realtà meno importanti in assoluto si giovino di questo modello per costituire degli esempi e penso qui all’Athletic Bilbao, al resto della Bundesliga ed al modello argentino del River Plate. Se tutto ciò è possibile e funziona altrove, allora un altro calcio è possibile anche in Italia. Semplice.

In effetti in Italia il calcio non è in uno dei suoi momenti migliori. Secondo Lei perchè?

Per una scelta politica sbagliata. Venti anni fa, mentre la Spagna decideva di potenziare i suoi azionariati popolari storici e la Bundesliga difendeva tenacemente il suo sistema partecipativo pur aprendosi al capitale esterno, in Italia si decideva di cedere l’intero mondo del calcio e dello sport professionistico in genere alla pura e semplice logica d’impresa.

Si rinnegava così oltre un secolo di tradizione sportiva e non ci si accorgeva, forse, di andare così a recidere formalmente il cordone ombelicale tra gente e pallone con grave perdita di energie per il movimento. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.

La serie A perde da venti anni posizioni non solo sportive, ma anche economiche, e come movimento nazionale tocca il punto più basso da sessanta anni a questa parte.

Germania e Spagna invece negli ultimi due mondiali hanno raccolto i frutti della loro semina così come in Champions League ed i loro movimenti sportivi continuano a crescere, anche economicamente, molto più velocemente del nostro, addirittura in grave regressione assoluta sul piano dei praticanti.

In pratica ci siamo fatti del male decidendo di fare entrare potentemente l’economia nel calcio?

In generale non intendo affatto dire questo, soprattutto in Italia dove spesso le gestioni economiche sono tutt’altro che impeccabili. Anche se a questo proposito ritengo anche di dire che la convinta introduzione della partecipazione popolare apporterebbe al sistema giovamenti, sia sul piano della moralizzazione, sia su quello della sicurezza negli impianti che dell’attenzione alla ricaduta sociale del fenomeno sportivo sul territorio. Ma, per tornare al discorso economico, voglio solo dire che pensare che la crescita di un movimento calcistico come quello Italiano potesse fondarsi sugli stessi identici fondamentali di crescita di una Premier League – diritti tv e attrazione di capitali esteri – sostanzialmente tralasciando gli appassionati, era una miope illusione.

Perchè?

Perchè la nostra è un’altra storia. In Inghilterra la rivoluzione Anglo-americana del calcio business introdotta dal Manchester United è partita oltre venti anni fa alla conquista dei mercati internazionali con moltissimo anticipo sulle altre federazioni e ciò ha procurato alla Premier League un vantaggio quasi incolmabile su certi mercati, una grande rendita di posizione, per così dire.

E poi diciamocelo, per attirare i miliardari internazionali a sfidarsi tra loro nel calcio, Londra ha un business-appeal superiore a qualsiasi altra città europea ed è aperta al mondo da quando è stata fondata.

E allora?

Continuiamo ad osservare la realtà. I tedeschi e gli spagnoli hanno raccolto la sfida lanciata dal Manchester United e dalla Premier League e l’hanno persino vinta, sul piano sportivo ed anche economico, per quanto riguarda i rispettivi top team. Ma per farlo Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco non hanno certo valutato di rinunciare alla loro base sociale, anzi hanno cominciato a curarla sempre di più per farla diventare sempre di più la base dei loro successi.

Noi, invece, in Italia, anche con una certa presunzione, ci siamo illusi che recidendo il cordone ombelicale di cui ho parlato sopra, avremmo comunque potuto farne a meno perchè una multinazionale televisiva, ovvero qualche miliardario straniero, si sarebbe preso sulle spalle l’intero movimento calcistico. Questo non è accaduto ed il rapporto tra calcio ed appassionati in compenso è sempre più in crisi con evidente perdita di risorse per l’intero movimento.

Che ci resta da fare dunque?

Augurarci tutti che la gente, la passione, la tradizione sportiva si riapproprino almeno in parte del fenomeno sportivo di cui sono dei fattori fondamentali. Il calore, l’affetto e quella nota di lealtà e disinteresse, che caratterizza la passione sportiva della gente, non devono rimanere energie completamente isolate dalla governance del Club. Pena un mondo del calcio destinato ad esprimersi in modo molto inferiore alle proprie potenzialità, perchè rinnega in fondo se stesso. Ed un calcio in generale meno bello ed attraente. La proposta di legge che verrà da noi presentata il 2 dicembre al Dipartimento di Management Marketing dell’Università di Torino vuole essere un punto di partenza per tutti per un nuovo mondo del calcio possibile. Perchè questo vecchio mondo del calcio italiano mai forse come ora ha bisogno di questo punto di partenza.

Tra Casalegno (che denunciò i terroristi) e Rostagno non ci possono essere legami

di Pier Franco Quaglieni

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“Leader del movimento studentesco , nel 1968, guida una pesante stagione di contestazioni. L’anno successivo è tra i fondatori di Lotta Continua. Accanto a lui, in quegli anni, vi sono personalità come Adriano Sofri, Guido Viale, Marco Boato e Giorgio Pietrostefani.”

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Così si legge nella biografia pubblicata nell’invito della Città di Torino  all’inaugurazione di un piazzale torinese a Mauro Rostagno(1942-1988).

Senza voler nulla togliere al Rostagno successivo a “Lotta continua” e alla sua attività socioculturale in Sicilia (sul suo omicidio da parte della mafia c’è chi ha sollevato dei dubbi) ci sembra che evidenziare come un merito la “pesante stagione di contestazioni” sia quanto meno  fuori posto perché la parola pesante è un eufemismo ipocrita  per non scrivere violenta.
Siamo negli anni che partono dal ’68,passano attraverso l’autunno caldo e gli espropri proletari ,per giungere alla P38 per le strade e al terrorismo armato. Ancora più singolare vantare i rapporti amicali di “personalità” come Adriano Sofri, condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio Calabresi che non ha scontato, se non parzialmente, la pena in carcere. Se poi pensiamo a Giorgio Pietrostefani, dobbiamo ricordare a chi ha steso quel profilo biografico ,che quel signore venne condannato a 22 anni con Sofri. Il Pietrostefani che  scontò anche lui  una parte minima di pena, si rifugiò in Francia coperto dalla dottrina Mitterrand  come Cesare Battisti ed altri terroristi. A Torino si commise l’errore (certamente voluto) di commemorare insieme, nell’estate scorsa, Carlo Casalegno e Mauro Rostagno, adesso il Comune di Torino inaugura la piazza Rostagno il giorno dopo di quello in cui ,40 anni fa, morì Casalegno. Vogliono capirlo, lor signori , che  tra Casalegno che denunciò l’estremismo rosso e pagò con la vita il suo coraggio e Rostagno, estremista di” Lotta Continua”, non ci possono essere rapporti di sorta?