Novembre 2017- Pagina 35

“Poveri” Comuni piemontesi

Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere una statistica relativa ai contributi che i vari apparati dello Stato trasferiscono ai Comuni. Orbene, i comuni piemontesi sono in fondo alla classifica nel senso che, fatto il totale delle somme trasferite diviso per il numero degli abitanti, il contributo pro capite per il Piemonte ammonta a 68 euro mentre, per esempio, per il  Lazio è pari a  237 euro e per la Valle DAosta a 913 euro. Tralascio il confronto con le regioni a statuto speciale perché , da un lato i privilegi di cui godono sono noti, dallaltro occorre comparare le competenze che sono attribuite ai  comuni, che possono essere diverse. Resto al Lazio, regione a statuto ordinario. Il dato mi fa arrabbiare, non poco . E larrabbiatura aumenta se si considera il fatto che il Piemonte ha 1202 comuni (i dati si sono leggermente modificati in ragione degli ultimi accorpamenti), mentre il Lazio ne ha soltanto 378. Un Comune ha una struttura che per solo fatto di esistere costa ed in Piemonte i piccoli comuni non sono un inutile spreco, ma rispondono ad esigenze legate alla specificità ed alla particolarità del nostro territorio. Dunque, doppio danno. Perché commento questi dati? Il tema dellautonomia e della sperequazione tra le diverse risorse assegnate ai territori non può essere relegato ad argomento marginale nel dibattito politico. Tutti si affaccendano a parlare di legge elettorale , di questa o quella riforma di facciata , ma la questione settentrionale è per noi centrale, ha multiformi sfaccettature e riguarda dei territori, come il Piemonte, che sono sistematicamente bistrattati.

Roberto Cota

Piazza San Carlo, i sindacati di polizia: “Gli avvisi di garanzia a Questore e Funzionari non minano rapporto fiduciario. La magistratura accerterà eventuali reali responsabilità”

Una vittima e 1526 feriti impongono, sempre, prudenza e misura nei toni usati per intervenire in una vicenda che, senza dubbio, costituirà per sempre una ferita di indelebile rilevanza

Quella prudenza violata dai toni trionfalistici di chi, forse in preda a delirio di onnipotenza, si affretta a rivendicare il merito degli avvisi di garanzia indicando espressamente per chi li avrebbe richiesti.

Siamo abituati a lavorare a stretto contatto con la Magistratura torinese ed i cittadini possono essere certi che gli avvisi di garanzia, strumento a tutela della persona destinataria, giungono a seguito di serio lavoro investigativo e non su richiesta di personaggi in cerca di continua visibilità e promozione degli interessi di bottega.

Confidiamo dunque nell’operato della Magistratura, certi che saranno chiarite nel dettaglio  tutte le eventuali reali responsabilità individuali indipendentemente dai tentativi di veicolarle verso altri o dalle strumentalizzazioni politiche che disturbano il clima in cui si sviluppa la necessità di fare piena luce sui riflessi nefasti causati dall’onda di panico ad oggi ancora inspiegabile.

Al Questore ed ai Funzionari interessati esprimiamo la nostra vicinanza che non è corporativa ma frutto della conoscenza diretta delle qualità professionali ed umane sempre dimostrate negli anni e nei difficili impegni di ordine pubblico, anche di rilevanza internazionale, affrontati dalla Questura di Torino e risolti con esito positivo ogni qual volta ne ha avuto l’esclusiva competenza.

Sappiamo bene quanto sia difficile avere la responsabilità di assicurare il migliore risultato, sempre auspicato, disponendo di risorse umane e mezzi non più adeguati a seguito delle scellerate scelte economiche che hanno falcidiato l’intero sistema sicurezza di questo Paese.

Quanto sta avvenendo, dunque, non mina il rapporto fiduciario che abbiamo e non lasceremo alcuno spazio a chi tenta di utilizzare biecamente questa tragedia e le doverose indagini della magistratura per isolare e processare politicamente figure di spicco della Polizia di Stato.

 

SIULP                         SAP                         SIAP

Bravo                        Perna                    Di Lorenzo   

 

(foto: il Torinese)

 

Ricerca, formazione e capitale umano nel bilancio del rettore del Poli

Un Ateneo in crescita, competitivo a livello internazionale, che si candida a svolgere un ruolo chiave per promuovere, orientare e governare lo sviluppo delle tecnologie del futuro

 

“L’inaugurazione di questo anno accademico avviene al termine del mio mandato di Rettore e mi consente di presentare un Ateneo che in questi sei anni ha accresciuto la sua reputazione, si è accreditato tra le migliori Università tecniche europee ed è pronto ad affrontare le sfide di ordine scientifico, tecnologico e culturale che ci attendono. Per questa ragione, ritengo sia giunto il momento di ampliare gli orizzonti e provare a delineare un modello di Università e più in generale del sistema dell’Alta Formazione e della Ricerca Scientifica, capace di comprendere le potenzialità e l’impatto della rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo e di contribuire significativamente a orientarne e governarne lo sviluppo”.

È questo il tema chiave che domani farà da filo conduttore per l’inaugurazione dell’anno accademico 2017/2018  del Politecnico di Torino, nel corso della quale il Rettore Marco Gilli presenterà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quadro di un Ateneo in crescita, che ha rafforzato il proprio posizionamento nazionale e internazionale nel corso degli ultimi sei anni. Lo ha ricordato il Rettore, che nella conferenza stampa di oggi ha tracciato il bilancio del suo mandato alla guida del Politecnico.

STUDENTI E FORMAZIONE

Il primo dato che emerge è l’incremento delle domande di immatricolazione, cresciute dal 2012 a oggi del 50%: nel 2012 erano 8.000 gli studenti che hanno richiesto di immatricolarsi presso i Corsi di Laurea triennale, mentre si è raggiunta quota 12.000 nel 2017. “Sono significativamente diminuiti gli abbandoni ed è sensibilmente migliorata la qualità degli studenti italiani, provenienti da tutto il Paese, e in modo ancor più marcato la qualità degli studenti internazionali, che rappresentano ormai il 15% del totale, con una crescita negli ultimi cinque anni del 24%”, commenta il Rettore, che prosegue evidenziando un dato di grande interesse per studenti e famiglie: “In controtendenza con il dato nazionale, sono ottime le prospettive occupazionali dei nostri laureati, come è riconosciuto dalle statistiche ISTAT e da quest’anno certificato anche dal QS Graduate Employability Ranking – 2018: il Politecnico si colloca al primo posto al mondo, con riferimento all’indicatore più importante: il “Graduate Employment rate”, calcolato come rapporto tra le percentuale di occupazione ad un anno della Laurea Magistrale dei nostri studenti (pari al 94%) e la media degli Atenei italiani esaminati (pari al 76.2%)”.

“Ma siamo consapevoli”, aggiunge il Rettore, “che l’offerta formativa richiede di essere continuamente rivisitata: per questa ragione abbiamo predisposto un investimento complessivo di 10 milioni di euro per l’aggiornamento e la riqualificazione dei laboratori didattici e per l’avvio di iniziative progettuali che si avvalgano delle nuove tecnologie, stiamo avviando le Lauree triennali professionalizzanti e consolidando la nostra Scuola di Master”.

RICERCA SCIENTIFICA E CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA

Una crescita rilevante ha riguardato la Ricerca e le attività di Trasferimento Tecnologico: il Politecnico, negli ultimi sei anni, ha incrementato in modo significativo numero e proventi dei progetti e dei contratti. Per quanto riguarda la ricerca fondamentale, l’Ateneo conta 12 progetti finanziati dallo European Research Council nell’VIII Programma Quadro Horizon 2020, a fronte dei soli due progetti finanziati nel VII Programma Quadro, ed è in aumento il numero di ricercatori italiani all’estero, vincitori di progetti ERC, che sceglie come sede il Politecnico.

Nell’ambito della ricerca competitiva e collaborativa, il Politecnico è l’unico partner italiano di entrambe le iniziative Flagship della Commissione Europea (“Graphene” e “Human Brain Project”); sono stati inoltre acquisiti 207 progetti nazionali e regionali, che mostrano il grande coinvolgimento del territorio, 40 progetti internazionali e 127 progetti UE nell’ambito di Horizon 2020 nel solo biennio 2014-2016, che in termini di finanziamento pro-capite, pongono il Politecnico ai primi posti in Italia.

Sono state consolidate le politiche di trasferimento tecnologico con azioni coordinate. Innanzitutto la costituzione di un Laboratorio interdipartimentale, che ha consentito di stipulare più di 40 accordi di partnership con attori industriali, che agiscono su scala territoriale, nazionale e internazionale, di favorire percorsi di innovazione presso le piccole e medie imprese e la creazione di nuove realtà imprenditoriali, di incrementare sensibilmente il numero di brevetti attivi e di valorizzare i risultati più rilevanti dell’attività di ricerca mediante un esteso finanziamento di Progetti di fattibilità – Proof of Concept.  Inoltre è stato rafforzato il Centro di Ricerca Applicata/Trasferimento Tecnologico, “Links” (Leading Innovation and Knowledge for Society), sul modello degli Istituti Fraunhofer tedeschi, in partnership con la Compagnia di San Paolo.

INVESTIMENTI STRATEGICI

“Negli ultimi anni ci siamo attrezzati per affrontare le sfide poste dalla transizione tecnologica, avviando una serie di investimenti strategici e una progressiva rivisitazione delle strutture di ricerca, in linea con le esperienze e le sperimentazioni internazionali di maggiore successo, dal MIT al Technion, dall’ETH all’EPFL. La prima e più importante iniziativa è stata la costituzione di 11 Centri Interdipartimentali, con un finanziamento complessivo triennale dell’ordine di 30 milioni di euro, focalizzati su aree tecnologiche emergenti, che richiedono l’integrazione tra ambiti scientifici/culturali differenti, un approccio multidisciplinare e l’acquisizione di rilevanti attrezzature”, aggiunge il Rettore, che sottolinea anche gli altri investimenti messi in campo: “Un’ulteriore iniziativa strategica, probabilmente unica tra gli Atenei italiani, consiste nel destinare una parte rilevante dell’utile di esercizio a un insieme articolato di investimenti strategici pluriennali”si tratta di 22 milioni di euro l’anno, dedicati a rafforzare la ricerca fondamentale, la progettualità dipartimentale e a promuovere una crescente sinergia tra Dipartimenti e Centri Interdipartimentali;  5 milioni l’anno per il potenziamento del Dottorato di Ricerca; 4 milioni di  Starting Grant, per consentire ai Professori di I e II fascia, provenienti da sedi esterne, prevalentemente estere, e a tutti i giovani ricercatori di avviare la propria attività di ricerca; circa 2 milioni per l’attrazione di Visiting Professor di alta qualificazione scientifica ed elevata reputazione internazionale.

RISORSE UMANE

“Ma l’investimento più importante, quello che ci pone veramente nelle condizioni di affrontare con ottimismo le sfide che ci attendono,  ha riguardato le risorse umane, continua Gilli: “Un investimento, anche questo, in controtendenza con il dato nazionale, che registra da anni una progressiva diminuzione del numero dei docenti e anche una certa disaffezione da parte dei giovani per i ruoli universitari. Un’ambiziosa programmazione, probabilmente unica tra gli Atenei italiani, ha consentito di destinare consistenti risorse al personale tecnico amministrativo e di prevedere, nel periodo 2013-2020, 869 posizioni per il personale docente (486 posizioni da Professore di ruolo di I e II fascia e 383 nuove posizioni da Ricercatore a Tempo Determinato) di cui oltre 500 già coperte o bandite. Si è trattato del maggior investimento in risorse umane degli ultimi vent’anni, l’avvio di un ricambio generazionale necessario ed irrinunciabile per una struttura universitaria, che si confronta con uno scenario internazionale sempre più competitivo”.

MASTER PLAN DI SVILUPPO EDILIZIO

In conclusione, il Rettore ha presentato il Master Plan che delinea le linee di sviluppo edilizio dell’Ateneo da qui al 2025, che prevedono l’estensione del Campus dell’Architettura e del Design presso il complesso architettonico di Torino Esposizioni, con un investimento di oltre 30 milioni di euro,  e nel medio termine la realizzazione di oltre 30.000 metri quadrati presso il Campus della Scuola di Ingegneria, destinati ad accogliere aree per la didattica e per le nuove forme di organizzazione della ricerca e la nuova biblioteca di Ateneo.

 

“In questi anni”, riepiloga Gilli, “in un contesto di bassi investimenti in Formazione Terziaria e in Ricerca e Sviluppo (pari all’1% e all’1,33% del PIL nel nostro Paese, a fronte di una media OCSE dell’1.6% e del 2.38% rispettivamente), il Politecnico si è mosso in controtendenza, in particolare su due aspetti qualificanti, che ritengo cruciali: da un lato, a fronte della diminuzione del numero complessivo di  giovani che scelgono gli studi universitari e di una percentuale di laureati tra i 24 e i 35 anni che ci pone agli ultimi posti tra i Paesi OCSE, noi dal 2012 al 2017 abbiamo registrato un aumento delle domande di immatricolazione pari al 50%; dall’altro, a fronte della complessiva diminuzione del numero di docenti e ricercatori universitari nel Paese, noi, pur ricorrendo alle uniche posizioni consentite dalla Legge, i Ricercatori a Tempo Determinato, siamo riusciti ad avviare un ricambio generazionale, che porterà il numero complessivo di Professori e Ricercatori a raggiungere nel 2020 la soglia di 1000 unità, superando il livello degli anni 2005/2006”.

“Nonostante la crisi, il Politecnico in questi anni è significativamente cresciuto, in alcuni ambiti al di là delle nostre stesse aspettative, e soprattutto è stato in grado di avviare ingenti investimenti strategici, che gli consentiranno di diventare sempre di più un punto di rifermento per il Territorio, al servizio della comunità scientifica internazionale e del Paese”, conclude il Rettore Gilli.

 

Lezioni di pace alla Scuola di Applicazione dell’Esercito

Con una lectio magistralis del Professore Francesco Profumo sul valore strategico delle risorse energetiche è stato inaugurato alla Scuola di Applicazione dell’Esercito il 13° Corso senior di Stabilizzazione e Ricostruzione. Il Presidente della Compagnia di San Paolo rivolgendosi ai docenti e ai frequentatori ha sottolineato come il tema dell’energia richieda “un approccio globale attraverso politiche di respiro internazionale per il conseguimento di obiettivi strategicamente rilevanti”. Obiettivo della Scuola di Applicazione è formare i funzionari civili e militari chiamati a dirigere in contesti internazionali le operazioni di ripristino delle istituzioni e delle infrastrutture compromesse dalle ostilità. I frequentatori del 13° corso sono dirigenti delle Forze Armate e della Polizia di Stato, dell’Ente Nazionale Aviazione Civile, dei Ministeri dell’Interno, dello Sviluppo Economico, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Fra loro anche un ufficiale superiore dell’Esercito bosniaco e due funzionari omaniti. Nelle cinque giornate di studio a Torino saranno analizzati temi sociali, politici, etnici, religiosi e culturali connessi con gli scenari “post-conflict” e sarà illustrata l’esperienza maturata dal nostro Paese. Il corso prevede l’uso esclusivo della lingua inglese in ossequio alla “consolidata internazionalizzazione degli studi e alla crescente osmosi culturale con i diversi interlocutori dei cinque continenti” come ha affermato il Comandante della Scuola di Applicazione il Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto. Fulcro dell’iniziativa è il Centro Studi Post Conflict Operations (CSPCO), realtà di eccellenza del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’ Esercito. La presenza del Professore Francesco Profumo, già Rettore del Politecnico di Torino, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e nel biennio 2011-2013 Ministro dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca conferma la consolidata sinergia fra il mondo militare, accademico e istituzionale nel campo della formazione.

 

Le reazioni politiche all’avviso di garanzia alla sindaca Appendino: tutti garantisti, ma…

PICHETTO (FI): “Spero che con l’arrivo di queste due comunicazioni da parte della magistratura sia finita, una volta per tutte, la supponenza etica e morale che il M5S aveva brandito come una clava negli ultimi anni, dopo averla ricevuta in testimone dal Partito Democratico”.

GARIGLIO E CARRETTA (PD): “Ci mancherebbe che Appendino non offrisse la massima collaborazione agli inquirenti, ma alla comunitá torinese servono risposte non solo di tipo giudiziario. Fino ad oggi la Sindaca si è nascosta dietro frasi fatte che giudicavamo insufficienti e che adesso suonano anche  inadeguate”. 

 

ROBERTO COTA ( LEGA) “Sono dispiaciuto per l’avviso di garanzia. Immagino che questa vicenda al di là della corazza costruita verso l’esterno abbia provato molto Chiara Appendino dal punto di vista umano. Del resto, il ruolo dell’amministratore è diventato estremamente rischioso. Detto questo ed esulando dalla vicenda penale in corso, penso che gli eventi con una grande partecipazione di pubblico debbano assolutamente esse organizzati in luoghi specificamente  approntati (con adeguate vie di fuga) e che vada vietata l’introduzione delle bottiglie di vetro”

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Fino a qualche mese fa, il Movimento Cinque Stelle utilizzava l’amministrazione di Torino per bilanciare gli insuccessi romani. L’avviso di garanzia che ha raggiunto oggi il primo cittadino di Torino ci dice due grandi verità: la prima è che il sindaco Appendino è uguale al sindaco Raggi, non vi è alcuna differenza. La seconda è che il Movimento Cinque Stelle fa danni ovunque governi“. Così il Coordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte Gilberto Pichetto commentando il nuovo avviso di garanzia che ha raggiunto Chiara Appendino.

Conclude Pichetto: “Resto garantista e quindi un avviso di garanzia per me non equivarrà mai ad una condanna. È un dato di fatto però che il buon governo difficilmente coincide con una sistematica collezione di avvisi di garanzia sulla propria attività istituzionale. In questo contesto viene spontaneo domandarsi dove siano finiti però i pentastellati che hanno sempre sostenuto il proprio movimento al grido di “Onestà”. Spero che con l’arrivo di queste due comunicazioni da parte della magistratura sia finita, una volta per tutte, la supponenza etica e morale che il M5S aveva brandito come una clava negli ultimi anni, dopo averla ricevuta in testimone dal Partito Democratico“.

“La notifica dell’avviso di garanzia alla sindaca per la tragedia di piazza San Carlo non modifica la posizione che abbiamo tenuto fin dall’inizio, piuttosto la rafforza: rafforzato é per noi oggi il valore del garantismo come principio da tutelare nell’interesse di tutte le parti in causa ma altrettanto rafforzata è l’esigenza di una assunzione di responsabilità politica da parte della sindaca, esigenza cui Appendino si è sempre colpevolmente sottratta”. Lo dichiarano i segretari del Pd di Torino e del Piemonte, Mimmo Carretta e Davide Gariglio, che aggiungono: “Oltre alle frasi di circostanza della Sindaca – continuano – ci aspettiamo un’assunzione di responsabilità politica davanti ai cittadini. Ci mancherebbe – rimarcano – che non offrisse la massima collaborazione agli inquirenti, ma alla comunitá torinese servono risposte non solo di tipo giudiziario. Fino ad oggi la Sindaca si è nascosta dietro frasi fatte che giudicavamo insufficienti e che adesso suonano anche  inadeguate”. 

Interviene anche l’ex presidente della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota: “Sono dispiaciuto per l’avviso di garanzia. Immagino che questa vicenda al di là della corazza costruita verso l’esterno abbia provato molto Chiara Appendino dal punto di vista umano. Del resto, il ruolo dell’amministratore è diventato estremamente rischioso. Detto questo ed esulando dalla vicenda penale in corso, penso che gli eventi con una grande partecipazione di pubblico debbano assolutamente esse organizzati in luoghi specificamente  approntati (con adeguate vie di fuga) e che vada vietata l’introduzione delle bottiglie di vetro”.

 

 

(foto: il Torinese)

 

VIA LIBERA AI DIESEL EURO3 ED EURO4

Domani, martedì 7 novembre,  le auto con motore diesel di classe euro3 ed euro4 potranno tornare a circolare in città. Secondo i dati previsionali dell’Arpa Piemonte, nei prossimi tre giorni la quantità di micropolveri nell’aria di Torino si terrà al di sotto della soglia di 50 microgrammi al metro cubo. È previsto infatti fino al 9 novembre il livello A, che indica la tenuta del pm10 sotto soglia d’attenzione. Sul sito della Città – www.comune.torino.it – è possibile seguire  l’andamento della situazione, aggiornato in tempo reale.

Luigi Serralunga tra simbolismo e Liberty

FINO AL 18 FEBBRAIO

Con un raffinato “Autoritratto”, olio su tela del 1918, si inizia il lungo percorso espositivo della selezionatissima antologica dedicata a Luigi Serralunga – fra i più valenti interpreti della cultura artistica italiana di fine Ottocento inizi Novecento – e ospitata, fino a febbraio, nelle Cucine Reali della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Serralunga aveva allora 38 anni e, in cornice, mostra uno sguardo intenso, occhialini alla Cavour e baffi folti moderatamente rigirati all’insù. Il bianco colletto della camicia libera il volto dal fondo in ombra del soggetto. Nato a Torino nel 1880, da famiglia borghese legata all’amministrazione regia, nel ‘18 aveva già da tempo terminato gli studi all’Accademia Albertina di Belle Arti, dove suo provvidenziale maestro era stato soprattutto Giacomo Grosso, pittore già affermato – giunto al successo con la prima Biennale di Venezia – e riferimento costante ( a volte in modo fin troppo eccessivo) per tutta la carriera artistica di Serralunga. Che, dopo aver iniziato ad esporre dal 1904 (e lo farà ininterrottamente fino al 1939, anno precedente la morte) alla Società Promotrice di Belle Arti, andò gradualmente affermandosi nella nutrita e non facile scena artistica torinese, confrontandosi puntigliosamente con artisti del calibro di un Lorenzo Delleani o di un Leonardo Bistolfi e di un Giovanni Guarlotti. Pittore particolarmente amato dalla nobiltà e dalla buona borghesia sabauda, Luigi Serralunga partecipò anche alle Quadriennali torinesi del 1923 e del 1928, oltreché alle rassegne organizzate sempre a Torino dalla Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti, nell’ambito del Circolo degli Artisti, e dalla Società Amici dell’Arte, come testimoniano le cronache artistiche del tempo, a firma di Emilio Zanzi, critico della “Gazzetta del Popolo” e della rivista “Emporium”. Apprezzato pittore, Serralunga fu inoltre valente maestro di giovani (allora) promesse dell’arte, come Mattia Moreni e soprattutto Ettore Fico, suo vero “pupillo” ed “erede morale e pittorico della sua opera”, al punto che un buon numero di suoi dipinti sono oggi confluiti nella stessa Fondazione Ettore Fico. E qui il cerchio si chiude. E’ infatti proprio sotto la direzione artistica del MEF – Museo Ettore Fico, in collaborazione con Ordine Mauriziano e Reverse Agency, che nasce la grande antologica di Stupinigi (un’ottantina le opere esposte), curata da Andrea Busto e prima iniziativa in assoluto del Sistema Cultura Nichelino. Un primo passo, per una collaborazione che si auspica possa procedere ed evolversi nel tempo. Luogo espositivo ideale e di forte suggestione, gli ampi spazi delle Cucine Reali della Palazzina. Qui l’itinerario si snoda fra i temi più cari al pittore, in linea con una poetica che “incarna i dettami della tradizione tardo-simbolista, contaminata dalle suggestioni provenienti dalla grande stagione della pittura figurativa ottocentesca”. Ecco allora i “ritratti”, soprattutto di nobildonne ed esponenti della ricca borghesia torinese (ma in parete c’è anche, datato 1907, un interessante e vigoroso “Ritratto di Orsola”corpulenta donna di servizio che Serralunga fissa con evidente e bonaria simpatia e una bimba in “Preghiera” del 1913 che è un autentico soffio di delicata poesia); e poi i “nudi” (il “Nudo su fondo rosso” del 1910 e “Specchio e piumino” fine anni Venti, quadri in cui l’influenza di Giacomo Grosso – per certa opacità e velatura del segno, così come per la stessa postura delle figure ritratte – si fa sentire con evidenza, a tratti fin troppo marcata come nel sensuale “Nudo disteso” del 1916); per terminare con vigorose “nature morte” e con altrettanto robuste e mosse “scene di caccia” ( esemplare la “Lotta di cani con un cinghiale” del 1915). Altro dato interessante della mostra, in modo particolare rispetto ai “nudi” e ai “ritratti”, é l’accostamento dei quadri alle copie di foto originali (stampe a sali d’argento) eseguite dallo stesso pittore e successivamente elaborate al cavalletto. Dipinto e foto della stessa modella in posa raccontano in fondo di quanto l’ispirazione, l’istinto e la visionarietà dell’artista possano tradursi, alla resa dei conti, in “narrati” parzialmente o assolutamente diversi dalla realtà cristallizzata in un semplice scatto fotografico. Esempio eclatante, la grande “Lea”, olio su tela del ’32, “modella di lusso” come lei stessa amava definirsi. Certo non più giovane ma con classe da vendere. Rossetto sgargiante e smalto alle unghie, sontuoso abito scuro, portamento sofisticato e altero, dalla fierezza aristocratica nella posa fotografica; pensierosa e sobria, avvolta in una semplicissima tunica nera priva di orpelli e ornamenti che dir si voglia nell’opera pittorica. Atmosfera di silente e malinconica riflessione, il quadro fu acquisito dalla Gam nel 1942, dopo la mostra postuma organizzata dagli amici di Serralunga al Circolo degli Artisti e accompagnata da una commossa presentazione di Giovanni Guarlotti.

 

Gianni Milani

 

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“Luigi Serralunga tra Simbolismo e Liberty”

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino , tel. 011/6200634 – www.palazzinastupinigi.it  Fino al 18 febbraio

Orari: mart. – ven. 10-17,30/ sab.- dom. e festivi 10-18,30/ lun. chiuso

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Le immagini:

– Luigi Serralunga: “Autoritratto”, olio su tela, 1918

– Luigi Serralunga: “Specchio e piumino”, olio su tela, fine anni Venti
– Luigi Serralunga: “Natura morta con pesche e uva”, olio su tela, prima metà anni Trenta
– Luigi Serralunga: “Lotta di cani con cinghiale”, olio su tela, 1915

Juve-Barcellona, è già sold out

E’ subito tutto esaurito per il match Juventus-Barcellona, nel girone D di Champions League, il prossimo 22 novembre all’Allianz Stadium di Torino. Sono bastati  pochi minuti di libera vendita e i tagliandi sono andati esauriti, informa la società bianconera. La squadra di Allegri sta cercando di conquistare i punti per la qualificazione. Ha  3 di vantaggio punti sullo Sporting Lisbona e  negli ultimi due turni deve affrontare gli spagnoli  in casa e poi l’Olympiacos ad Atene il  prossimo 5 dicembre.

“ULTIMO COVO”. BOETI (PD): “SUL TERRORISMO NON SI GIOCA”

“Considero offensivo, per le vittime del terrorismo e i loro familiari, un gioco di ruolo che ripropone uno dei periodi più cupi della storia del nostro Paese”: lo dichiara il vice Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Nino BOETI, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione dell’assemblea subalpina, Comitato nato in quei tragici anni, nel 1976, per difendere i valori fondanti la nostra Repubblica contro ogni estremismo. “Tra il 1969 e il 1982 si contarono 361 morti e 750 feriti. In quegli anni 40 mila persone, per lo più giovani, sono state denunciate per atti di violenza politica, 20 mila di loro sono state inquisite per la lotta armata, 15 mila hanno conosciuto il carcere, 7 mila sono state processate per associazione eversiva, banda armata e insurrezione contro lo Stato. Alcuni protagonisti di quelle vicende non hanno mai mostrato pentimento per i loro crimini. Sono ferite che continuano a sanguinare e sulle quali non si può giocare con superficialità. Bisogna ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, cosa ha significato per il nostro Paese la stagione del terrorismo e quante vite sono state stroncate dalla cieca violenza ideologica, e non mi pare proprio che iniziative come ‘L’ultimo covo’ possano in qualche modo servire a questo scopo”.

 

RADICALI – AUMENTANO GLI ABBANDONI DI RIFIUTI: AMMINISTRAZIONI INVESTANO SU CONTROLLO E NUOVE TECNOLOGIE

Boni: “In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii mobili, divani, medicinali e rifiuti pericolosi”

In molte aree circostanti la città di Torino è sempre più evidente la presenza diffusa della pratica di abbandonare rifiuti illegalmente. Un monitoraggio effettuato dai militanti radicali evidenzia in particolare tra Gassino t.se e Castiglione e sulla superstrada Torino-Chiavasso molte zone di abbandono con cumuli di materiali assai ingenti che spesso contengono anche rifiuti pericolosi. Dello smaltimento dei rifiuti abbandonati e delle tecniche di prevenzione e controllo si parlerà a Ecomondo tra il 7 e l’11 novembre a Rimini

Dichiara Igor Boni (Coordinatore Associazione radicale Adelaide Aglietta):

“In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii o accumulati nottetempo al margine della strada mobili, divani, macerie, medicinali e rifiuti pericolosi. Le amministrazioni comunali, già povere di denaro, sono costrette a spendere soldi per ripulire i rifiuti abbandonati. Sono costi non prevedibili che tolgono risorse al resto dei servizi. Inoltre i rischi di inquinamento delle acque superficiali e del suolo è rilevante. Eppure esistono tecnologie che con poco costo consentono di individuare colpevoli e ridurre gli eventi criminosi. Oltre alla verifica dei rifiuti abbandonati illegalmente dove possono essere reperiti utili indizi sulla provenienza è opportuno installare nelle aree di abbandono foto-trappole (molto più economiche dei classici impianti di videosorveglianza) che inviano le immagini rilevate in tempo reale. Esistono inoltre applicazioni che consentono alle guardie ecologiche, operatori del comune, vigili, etc. di fotografare e georeferenziare con un semplice smartphone gli abbandoni rilevati, i dati vengono convogliati direttamente agli uffici comunali, i quali possono gestire nel tempo le segnalazioni registrate. La comunicazione dei nuovi provvedimenti alla cittadinanza, ha l’effetto immediato di dare la percezione del controllo del territorio e consente di individuare alcuni dei responsabili degli illeciti. L’investimento in questi dispositivi,  insieme ad una campagna di informazione sulle modalità di smaltimento dei rifiuti (spesso gratuite!), ritorna all’amministrazione rapidamente, dato che gli abbandoni diminuiranno così come le spese dello smaltimento dei rifiuti abbandonati”.
(foto: il Torinese)