Novembre 2017- Pagina 29

Sì della Città a “Torino Arti Performative”

Via libera  dalla Giunta comunale alle nuove linee guida per lo sviluppo e il sostegno alle arti perfomative nel triennio 2018-2020. Su proposta dell’assessora Francesca Leon l’esecutivo ha detto sì a “Torino Arti Performative”, un progetto volto a creare un rapporto di fiducia e ad attivare percorsi di collaborazione con i molti soggetti che compongono il mondo delle arti performative. Si tratta di un’iniziativa che si propone di rinnovare le modalità con cui la Città sostiene le attività teatrali e la danza. “Intendiamo lavorare ponendo attenzione alle realtà emergenti, sollecitando collaborazioni e contaminazioni tra professionisti diversi per vocazione e dimensione di impresa, in uno stretto rapporto con il territorio su cui insistono – sottolinea l’assessora alla CulturaFrancesca Leon -. Per renderlo possibile – continua Leon – è necessario disporre di un modello operativo con risorse economiche dedicate che permetta una maggiore inclusione, premi la capacità di elaborare idee di qualità e valorizzi l’impegno per realizzarle”.  Il nuovo modello, elaborato dall’assessorato alla Cultura a seguito dei numerosi incontri con le Fondazioni partecipate, agis, comitato emergenza cultura e compagnie teatrali e di danza, ha l’obiettivo di ridefinire e ampliare il precedente Sistema Teatro Torino, recependo anche i recenti cambiamenti della normativa che regolamenta il Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo). Torino Arti Performative prevede una Cabina di regia composta da Città di Torino Ufficio Arti Performative, dalle Fondazioni Teatro Stabile di Torino, Teatro Ragazzi e Giovani, Teatro Piemonte Europa e Piemonte dal Vivo(quale strumento della Regione Piemonte). Tale organismo avrà tra le sue finalità la condivisione delle linee guida per l’attribuzione delle risorse, azioni di supporto rivolte agli operatori del settore come, per esempio, fornire assistenza tecnica, organizzativa e produttiva e la definizione di strumenti di valutazione e monitoraggio delle attività i cui risultati saranno condivisi con i soggetti interessati.  L’attuazione delle linee guida stabilite nella Cabina di regia sarà a cura della Fondazione del Teatro Stabile di Torino che attiverà sinergie artistiche e operative attraverso azioni specifiche tramite bandi e convenzioni; la messa a disposizione di spazi, risorse tecniche e organizzative. Compito delle Fondazioni Teatro Ragazzi e Giovani e Teatro Piemonte Europa, sarà quello di contribuire attraverso risorse organizzative, tecniche e spazi, individuando in Piemonte dal Vivo un ruolo specifico nell’ambito della distribuzione e della formazione. Compito dell’ufficio Arti Performative sarà coordinare la Cabina di regia; promuovere e predisporre tavoli di lavoro con gli operatori del settore per consentire un confronto continuo sulle linee di indirizzo e sui risultati; verificare e monitorare in itinere le attività previste dalle convenzioni stipulate dal Teatro Stabile di Torino e con le Fondazioni partecipate. Queste, oltre a interagire con la rete territoriale, contribuiranno al sistema teatro-danza con attività di produzione, co-produzione, ospitalità, progetti di formazione e fornitura di servizi.

A tavola con Napoleone Bonaparte

Un’altra serata speciale organizzata a Fiorfood in Galleria San Federico 26 a Torino. Un vero e proprio tuffo nel passato. La corte di Napoleone Bonaparte torna a rivivere nelle atmosfere così come nei piatti dello Chef Gianni Spegis che, seguendo le antiche ricette originali preferite dal grande Corso, riporta le lancette del tempo indietro, all’inizio del milleottocento.

 

Una serata e una cena dedicata al  grande Napoleone Bonaparte, il personaggio storico e l’uomo che ha cambiato la storia. Martedì 28 novembre, a partire dalle 18.30, a Fiorfood andremo alla scoperta delle ricette e dei piatti più amati dal condottiero corso, conosceremo i suoi lati umani e le sue doti militari. Conosceremo un Napoleone inedito: il racconto della vita dell’imperatore francese attraverso curiosità e aneddoti, una piccola ed esclusiva anteprima della mostra “J’arrive – Napoleone Bonaparte”  (Palazzo Cavour, Torino) durante la quale gli organizzatori stessi ci porteranno per mano indietro nel tempo tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, in piena epoca napoleonica.

E’ allarme per l’invasione della cimice asiatica, un flagello per l’agricoltura piemontese

Se non un flagello, quasi.  E’ una vera e propria invasione quella delle  cimici asiatiche, che non  sono pericolose per l’uomo ma molto dannose per l’agricoltura. E la situazione è sempre più grave in Piemonte, tanto che la a Regione chiede a tutti i cittadini di eliminare insetti e uova da ogni possibile riparo. L’assessore regionale  all’Agricoltura Giorgio Ferrero, il dirigente del settore fitosanitario Mauro Giachino e il presidente di Agrion, la Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese,  hanno inviato una lettera a tutti i Comuni chiedendo di affiggere nei punti informativi la scheda con le informazioni sulla cimice e con i consigli per eliminarne la proliferazione. “In autunno gli insetti – si legge nella lettera di Regione e Agrion – si ammassano a volte a migliaia in particolare in ambienti riparati come verande e sottotetti. A scopo preventivo si devono utilizzare zanzariere o sigillare eventuali fessure. Cimici e altri ‘intrusi’ possono essere eliminati con aspirapolvere. In attesa che nuove tecniche di lotta siano messe a punto, ogni azione può contribuire al contenimento di questo insetto”.

Due parti di idrogeno e una di ossigeno

Due parti di idrogeno e una di ossigeno per dire “acqua”, in un pianeta che è fatto d’acqua per il 70%. Marco Paolini, in un suo monologo si chiedeva: “ Sulle rive dei fiumi, dei laghi, del mare – al confine dove l’acqua tocca la terra, dove l’asciutto diventa bagnato – com’è possibile piantare in terra un cartello con la scritta “privato”?. In sostanza poneva la domanda delle domande: ma di chi è l’acqua? La risposta logica sarebbe : è di tutti! E’ risorsa, diritto, elemento fondante come l’ aria e come l’aria di difficile conversione in merce. Il suo essere bene indiviso nei secoli di antiche civiltà che fermavano la proprietà sulle rive dei fiumi, non l’ha salvata dall’essere merce quando,  sull’ultima frontiera dell’West, per la prima volta nella storia, chi arrivava alla terra diventava anche padrone dell’acqua purché avesse un fucile per difenderla ( e i nativi d’America erano esclusi dalla gara perchè, partendo in loco, erano troppo avvantaggiati..sic!). E’ così che la possibilità di venderla e comprarla è diventata un’idea che ha fatto proseliti. Eppure l’acqua è un bene pubblico e deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità per preservarne la qualità e la disponibilità. Mai come in periodi di siccità e scarsità idrica ci si accorge di quant’importanza abbia l’acqua. L’acqua è un bene che va preservato attraverso la cura del territorio, la manutenzione dei bacini idrografici, la tutela dei corpi idrici e delle aree di salvaguardia. Va garantita la migliore manutenzione delle reti di distribuzione, combattendo ogni forma di spreco e governando l’uso della risorsa e la sua assegnazione per i diversi usi, con priorità per il consumo umano, garantendo l’obiettivo della sostenibilità attraverso incentivi al risparmio idrico e il rispetto di standard di qualità. E’ così difficile fare le cose seriamente?Se il problema principale diventa il prezzo è difficile non pensare alle conseguenze di svalutazione dell’intera razza umana, dal momento che essa rappresenta il 90% di ogni corpo umano. Dunque, che prezzo dare alla vita? Che valore, più o meno? Pagandola bene, sei bottiglie di acqua minerale? Conveniente,no?  E la scadenza? Se è una merce avrà pure una scadenza, non credete? Ironia a parte, quello dell’acqua è un tema troppo importante e vitale per non pensarci molto seriamente.

 

Marco Travaglini

CHIUSURA PRONTO SOCCORSO DELL’OFTALMICO: NON CON IL NOSTRO SILENZIO

“Saitta e Chiamparino a dicembre chiuderanno il Pronto Soccorso dell’ospedale Oftalmico”

E’ infatti evidente che quello che oggi chiamano ‘trasferimento’ è a tutti gli effetti una ‘chiusura’ e che i numeri dei medici e degli infermieri che opereranno in via Cherasco sarà del tutto insufficiente per garantire le stesse prestazioni annue dell’Oftalmico.

Oggi per far fronte agli oltre 50 mila passaggi all’anno al Pronto Soccorso di via Juvarra vengono esclusivamente dedicati ogni giorno 5 medici. In via Cherasco lo stesso numero di medici sarà invece operativo per gestire l’intera oculistica (emergenze, sale operatorie, ambulatori, degenze..).

Secondo quanto dichiarato dallo stesso assessore alla Sanità, dei 27 medici oggi operativi all’Oftalmico solo 8 andranno al San Giovanni Bosco e alle Molinette e su 52 infermieri solo la metà hanno accettato il trasferimento. E’ evidente che con questi numeri in via Cherasco non si riuscirà a far fronte contemporaneamente al Pronto Soccorso, alle attività operatorie e a quelle di degenza.

Vi è poi una evidente insufficienza dei locali previsti. Dove si rivolgeranno i 50 mila pazienti che ogni anno si recano al pronto soccorso per un’emergenza ai loro occhi?

Per effetto della DGR 1-600 approvata dalla Giunta regionale e per obiettivi assegnati al Direttore Generale dall’Assessore Saitta vi è LA VOLONTA’ DI CHIUDERE IL PRONTO SOCCORSO ENTRO IL MESE DI DICEMBRE.

E’ evidente che a dicembre sarà a rischio la salute dei cittadini. Non lo faranno con il nostro silenzio. Dopo anni di battaglia e raccolte firme (oltre 90 mila) Saitta e la giunta Chiamparino hanno fatto una piccola inversione di marcia: l’ospedale Oftalmico non chiuderà, ma in esso rimarranno la chirurgia ambulatoriale per la cura della cataratta e un ambulatorio diurno.

Far sentire la nostra voce è oggi più che mai importante. Per questo motivo questa mattina il Comitato Salviamo l’Oftalmico, il Comitato Salviamo gli Ospedali, hanno organizzato un incontro nell’Aula Magna dell’Ospedale Oftalmico per definire strategie e modalità di azione. Erano presenti il consigliere regionale Gian Luca Vignale e il consigliere comunale Roberto Rosso, oltre che esponenti sindacali.

Sono state invitate tutte le rappresentanze associative, sindacali, politiche e amministrative cittadine e regionali. L’iniziativa è, infatti, aperta senza alcuna restrizione a chiunque altro condivida i nostri obiettivi di tutela della salute dei cittadini e delle eccellenze sanitarie regionali.

 

Il Falstaff al Regio per la regia di Abbado

L’ultima opera di Verdi di ispirazione shakespeariana

Al Teatro Regio, mercoledì 15 novembre  alle 20, va in scena lo spirito giovane del Verdi anziano con il Falstaff, che trae punto dalla commedia shakespeariana de “Le allegre comari di Windsor”. Ma alla sua origine ci sono anche lo straordinario amore del compositore per Shakespeare, che gli fece accarezzare il progetto di musicare anche il Re Lear, e il desiderio di comporre un’opera comica, dopo che, nel 1840, il suo “Un giorno di regno” riscosse un clamoroso insuccesso, tanto che Rossini affermò che egli non aveva talento comico. Tra i suoi 76 e 79 anni Verdi lavorò al Falstaff, dopo il successo ottenuto con l’Otello su libretto di Arrigo Boito, andato in scena alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887. Il soggetto del Falstaff, già musicato da Salieri nel 1798 e da Otto Nicolai nel 1849, andò in scena davanti al pubblico scaligero il 9 febbraio 1893, alla presenza di eminenti personalità del mondo della cultura, quali Carducci, Matilde Serao, Leoncavallo, Puccini e Mascagni. L’opera otteneva uno straordinario successo, presentava un libretto screziato in filigrana di alcuni preziosismi linguistici, le romanze erano poche, le forme chiuse erano state abolite, il tutto era percorso da una sottile ironia. Per la maggior parte della critica il Falstaff risulta l’opera più perfetta tra quelle verdiane, quella che in sé assomma tutte le virtù, la punta più elevata di una ricerca proiettata su un nuovo secolo, capace di intessere relazioni con la tradizione europea, pur rimanendo salda alle sue radici italiane. In questa opera Verdi, con il contributo fondamentale della cultura cosmopolita di Boito come librettista, è riuscito a realizzare nella sua tarda età una visione del mondo traboccante di giovinezza e di spirito, se non addirittura giovanile. Falstaff rappresenta, infatti, una conquista sia umana sia artistica; incarna il punto di vista di chi, celebrando la superiorità intuitiva delle donne sulla forza raziocinante degli uomini, è perfettamente consapevole che il futuro appartiene alle Nanette e ai Fanton ma, al tempo stesso, è conscio che la vita, anche al suo declinare, rimane sempre il sogno di un’eterna giovinezza. Accanto all’ Orchestra e Coro del Teatro Regio, diretti dal maestro Donato Renzetti, interpreti dell’opera, di cui firma la regia Daniele Abbado, saranno i baritoni Corrado Alvarez nel ruolo di Sir John Falstaff e Tommy Hakala in quello di Ford, marito di Alice, il tenore Francesco Marsiglia nel ruolo di Fenton, e la soprano Erika Grimaldi in quello di Mrs Alice Ford.

 

Mara Martellotta

 

Il Fila potrebbe essere riaperto al pubblico a breve

La considerazione più amaramente realistica la fa il sito filotorinista Torinogranata.it: “Ma com’è possibile che un impianto nuovo di zecca, qual è il Filadelfia, sia stato costruito senza rispettare tutte le norme vigenti in materia di sicurezza? Verrebbe da rispondere siamo in Italia, non c’è da stupirsi poiché ci sono innumerevoli esempi di impianti e strutture inaugurate dopo anni di lavori e tanti denari spesi che nel giro di poco tempo vengono chiusi o persino non sono mai inaugurati per problemi di sicurezza e gestione”. C’è da sperare che a Torino le cose vadano meglio. Sì, perchè lo storico Filadelfia, inaugurato soltanto lo scorso maggio, è stato bocciato dalla Commissione di vigilanza del Comune, che avrebbe  rilevato  criticità di sicurezza all’interno dell’impianto, che  così  sarà vietato al pubblico. Non però ai giocatori che potranno allenarsi regolarmente al suo interno. Non si tratterebbe di problemi importanti: mancherebbero cartelli nel parcheggio sotterraneo, e sarebbe da sistemare una bocchetta dell’impianto di aerazione andrebbe sistemata.

“The broken key” arriva sugli schermi

Alla Mole Antonelliana di Torino, sede del Museo nazionale del Cinema, si è svolta la presentazione di The broken key, il nuovo film di Louis Nero

DAL 16 NOVEMBRE TUTTI AL CINEMA CON THE BROKEN KEY

Giovedì 16 novembre esce nelle sale di tutta Italia (nel numero di ben 220 copie) l’ultimo film di Louis Nero ” The broken key”, prodotto da Louis Nero Film, TFP, la britannica Red Rock Entertainment, l’americana Fantastic Film International e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte. Il film – realizzato in circa 10 settimane di riprese svoltesi tra novembre 2015 e giugno 2016 – si muove tra le atmosfere del thriller e della fantascienza, offrendoci l’immagine di una esoterica Torino del futuro. ” Il mio intento – ha spiegato il regista durante la conferenza stampa di presentazione alla Mole – è quello di far rivivere al pubblico, come al protagonista, un percorso di purificazione spirituale dai peccati. Un film concepito sulla linea orizzontale delle Sette Arti Liberali , la cui pratica ascetica – secondo l’interpretazione dantesca – può portare alla trasmutazione dei Sette Peccati capitali nelle corrispondenti Virtù Cardinali”. La storia è ambientata in un futuro non lontano, in un mondo controllato dalla ” Grande Z”: la Zimurgh Corporation, un mondo nel quale la carta è un bene raro e stampare è reato. Il protagonista, il ricercatore inglese Arthur J.Adams, si mette alla ricerca del frammento mancante di un antico papiro, protetto dalla misteriosa confraternita dei seguaci di Horus, ma viene ostacolato da indecifrabili omicidi legati ai sette peccati capitali. Arthur dovrà addentrarsi nei meandri di un’impenetrabile metropoli del futuro , specchio della sua anima, per ritrovare il pezzo mancante e salvare così l’umanità intera. Paolo Damilano, Presidente di FCTP, riconosce a Louis Nero il grande merito di riuscire sempre ad arruolare nomi del calibro di Christopher Lambert, Rudger Hauer, Geraldine Chaplin, Michael Madsen, Franco Nero, William Baldwin , Maria De Madeiros, Kabir Bedi. Tra gli interpreti ” nostrani” anche Andrea Cocco ( ex GF) e Diana Dell’Erba. “The broken key è stato realizzato da due importanti realtà produttive torinesi , che mediante questo ambizioso progetto – ha sottolineato Paolo Tenna, AD di FIP Film Investimenti Piemonte – contribuiranno a diffondere in oltre 60 paesi un’immagine nuova e originale della nostra città. Louis Nero è la dimostrazione vivente che è possibile fare un cinema di qualità uscendo dalle tradizionali logiche commerciali”. Paolo Manera, Direttore di Film Commission Torino Piemonte, ha evidenziato l’ampio utilizzo delle location di prestigio – tra cui la Sacra di San Michele, l’Accademia delle Scienze, il Museo Nazionale del Cinema, il Museo Egizio, l’Archivio di Stato, la Reggia di Venaria, il Mauto – è stato reso possibile grazie alla sinergia tra la produzione e FCTP e alla disponibilità degli enti coinvolti , che hanno compreso le potenzialità del film come veicolo promozionale”. Secondo Franco Nero, che da quindici anni collabora con Louis e che insieme a lui ha fatto diversi lavori, a cominciare dal film Hans ” Louis con The broken key ha fatto un film fuori dai suoi canoni, un film di genere, ma con l’intellettualità tipica di Louis. Ha fatto un gran lavoro con pochissimo budget. Per un film del genere negli USA avrebbero speso 20-30 milioni di euro”. Luigi Boggio, distributore e proprietario del Cinema Ideal, che ospiterà l’anteprima del film martedì 14 novembre,definisce questo film come”Industria” con la i maiuscola. Non ha niente da invidiare ai prodotti americani sia per il copione sia per la recitazione sia per la fotografia. Per non parlare delle musiche originali di Lamberto Curoni. Louis è un meticoloso: ha fatto anche 50 ciak per la stessa scena”.

Helen Alterio

Alla presentazione Sono intervenuti, oltre al regista Louis Nero:
Francesca Leon, Assessora alla Cultura, Città di Torino:
Avere Torino protagonista di un film così importante è per noi motivo di orgoglio e significativo. Il cinema può aiutare la città a costruire una immagine di sé. E può portare lavoro concreto sul territorio Siamo grati alla produzione che ha lavorato sulla città e sul patrimonio culturale.
Paolo Damilano, Presidente Film Commission Torino Piemonte
Louis Nero è uno dei ragazzi più intraprendenti del nostro cinema. Utilizza maestranze locali e valorizza luoghi e location del Piemonte, che è esattamente uno degli obiettivi di Film Commission. Inoltre Louis ha la grande capacità di riuscire a coinvolgere star importanti. 
Paolo Tenna, Presidente e AD FIP – Film Investimenti Piemonte
Possiamo definire Louis Nero con quattro qualità: capacità, intelligenza, tenacia, caparbietà. Lui è la dimostrazione vivente che è possibile fare un cinema di qualità uscendo dalle tradizionali logiche commerciali. E siamo orgogliosi di averlo sostenuto. Il film è stato girato al 100% a Torino e in Piemonte ma ha respiro internazionale, e contribuisce a alla creazione di una classe produttiva e dirigenziale che può dimostrare come il nostro territorio sia in grado di produrre e non solo di accogliere.
Franco Nero, attore
Da quindici anni collaboro con Louis. Abbiamo fatto tanti lavori insieme, fin dal film Hans.Louis con The Broken Key ha fatto un film fuori dai suoi canoni. Si tratta di un film di genere, ma con l’intellettualità tipica di Louis. Ha fatto un gran lavoro con pochissimo budget. Per un film del genere in USA avrebbero speso 20-30 milioni di euro.
Luigi Boggio, distributore (proprietario cinema IDEAL)
Se fossi un giornalista scriverei: “questo film è Industria con la i maiuscola. Non ha niente da invidiare ai prodotti americani. Sia per il copione, sia per la recitazione, sia per la fotografia.” Louis è un meticoloso: ha fatto anche 50 ciak per la stessa scena. 

Testimoni di Geova: “Non smettiamo di adempiere la legge del Cristo”

Caro direttore,

si è conclusa l’assemblea dei testimoni di Geova dal tema “Non smettiamo di adempiere la legge del Cristo”. Nella giornata di domenica 5 novembre, sono stati circa 1700 i presenti alle due sessioni in cui sono stati evidenziati i valori pratici di qualità come onestà, altruismo e affezione famigliare, oggi sempre più rare, ma che dovrebbero essere il fondamento di ogni società civile. Nel riassumere questo concetto, un rappresentante proveniente dalle filiale di Roma, il sig. Alessandro Pasotto ha detto: “La misericordia nei confronti di altri, non è semplicemente provare pietà ma si completa con opere motivate da sentimenti di compassione sia per chi ci è familiare che per estranei.” Questa assemblea è stata per certi versi storica: dei 5 nuovi testimoni battezzati, ben 2 erano non vedenti. Uno di loro, vive presso una struttura nel comune di Ciriè e ha fatto questa scelta nonostante la sua rispettabile età di 73 anni, vari problemi fisici e soprattutto la cecità totale dalla nascita. Quest’uomo è davvero felice di avere davanti a se qualcosa che nessun medico purtroppo è mai riuscito a dargli: speranza. 

 

Ufficio Informazione Pubblica

 Luca Brocchin