Da tempo assistiamo sgomenti alla sequenza di gravi crimini commessi in nome dell’Islam. Poche informazioni circolano però, in Occidente, rispetto al fatto che le autorità tradizionali islamiche non solo li hanno condannati con fermezza, ma hanno avviato un intenso confronto su ciò che si debba intendere con Islam, per distinguerlo da ideologie che ne tradiscono e uccidono il senso spirituale. Per indicarle è corretto parlare di “islamismo”, intendendo qualcosa che, pur cresciuto in seno all’Islam, è innanzitutto per l’Islam il pericolo più grave. Tali ideologie, la cui espressione estrema è il terrorismo di Daesh, hanno una lunga storia e una vasta diffusione sotto varie forme. Poiché tutto ciò è ben poco noto in Occidente, è ora di prenderne coscienza. A ciò viene incontro per la prima volta il convegno ISLAM CONTRO ISLAMISMO. No ai violenti in nome di Dio, che si svolgerà sabato 18 novembre al Sermig di Torino, con la collaborazione di una parte significativa del mondo islamico piemontese e italiano. L’incontro è promosso dal Comitato Regionale per i diritti umani e dal coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”, tramite, l’organizzazione in particolare, del Centro Culturale Italo Arabo Dar al Hikma e dell’Associazione interreligiosa Interdependence. La giornata di lavori pèrevederà gli interventi del Presidente del Consiglio Regionale e del Comitato diritti umani, Mauro Laus, e del Vice Presidente del Comitato e portavoce del Coordinamento interconfessionale, Giampiero Leo. Nel corso dell’incontro prenderanno la parola studiosi e importanti esponenti del mondo islamico italiano e internazionale: Luca Patrizi dell’Università di Torino, Michele Brignone della Fondazione Internazionale Oasis di Milano, Francesco Chiabotti dell’INALCO di Parigi, Mustafa Cerić, Gran Mufti emerito di Bosnia, l’Imam Yahya Pallavicini del Consiglio ISESCO per l’educazione e la cultura, lo Shaykh Abd ar-Rahman Fouda dell’Università di Al-Azhar del Cairo, Ibrahim Gabriele Iungo della Tariqa Shadhiliyya. Una straordinaria occasione non solo per capire la drammaticità del dibattito in corso all’interno dell’Islam, ma anche per comprendere come noi tutti possiamo aiutare loro in questa coraggiosa e difficilissima lotta contro la violenza e il fanatismo.
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