Proclamate 24 di sciopero dei mezzi pubblici, a Torino, il prossimo 23 settembre, giornata del derby tra Juventus e Torino. La protesta del personale Gtt è stata indetta dalle sigle sindacali Fast-Confsal e Faisa Cisal, all’insegna dello slogan: “Senza bus al Derby gli autoferrotranvieri giocano un’altra partita, quella per il loro futuro”. I lavoratori vogliono “contrastare un sistema inefficiente, poco trasparente e costoso, che invece di ridurre sprechi e privilegi fa pagare il prezzo della crisi a cittadini e lavoratori”. Garantite le seguenti fasce orarie: metropolitana e servizio urbano e suburbano dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 12 alle ore 15. Servizio extraurbano, SFM1 (ferrovia canavesana) ed SFMA (Torino-Ceres) da inizio servizio alle ore 8 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30.
Mihajlovic: “Questo Toro è da Europa”
Sinisa Mihajlovic è pienamente soddisfatto del Torino del presidente Cairo e del ds Petrachi. Così l’Ansa riporta le sue parole: “E’ la prima volta che alleno una squadra costruita per l’obiettivo che si è prefissato. E se non andremo in Europa sarà colpa mia. Al Milan mi avevano chiesto la Champions, ma la squadra non era da Champions; lo stesso con la Fiorentina: volevano l’Europa League, ma la squadra non era attrezzata. Questo Toro invece è forte, completo, ambizioso, con giovani dal grande potenziale, altri esperti, maturi, con fisico e personalità. Se riusciremo a stare nel gruppo che conta fino alla seconda sosta, quella di ottobre, allora tutto diventerà bello”.
Un mondo senza armi nucleari
Promuovono la conferenza:
Il cammino verso un mondo senza armi nucleari e la democrazia internazionale
11 settembre 2017, ore 17.00
Fondazione Luigi Einaudi
Via Principe Amedeo, 34 – Torino
Relatore
Tad Daley
Direttore di ricerca del Center for War/Peace Studies di New York
Autore del libro Apocalyspe Never, pubblicato da Rutgers University Press
Esponente della sezione statunitense del World Federalist Movement
Introduce
Roberto Marchionatti
Presidente Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi onlus
Maze, primo festival della street culture
Dall’8 all’11 settembre Torino accende i riflettori sulla prima edizione di Maze, primo festival dedicato al mondo della street culture internazionale in tutte le sue declinazioni. Un labirinto (maze dall’inglese significa labirinto) di esposizioni artistiche, sfilate, conferenze, laboratori, workshop, contest di street dance e dj set in cui perdersi per quattro giorni nell’area dell’Ex Borsa Valori di Torino nel Piazzale Valdo Fusi. Venerdì la kermesse è entrata nel vivo con l’incontro con Domenico Romeo, direttore creativo del brand di street wear Off White, in dialogo con Mattia Ruffolo, Editor in Chief di I-D Vice Italia. Si è discusso di come lo streetwear, nato negli anni Ottanta come sottocultura urbana, abbia ormai guadagnato posizioni di spicco nel fashion System internazionale, rubando l’attenzione dei grandi brand: Fendi, Prada, Gucci, Louis Vuitton, solo per citarne alcuni.
Dopo l’incontro a seguire il fashion show. Hanno aperto la sfilata i designer israeliani di Holyland Civilians, brand emergente di uno streetwear sofisticato che vuole gettare un ponte tra le diverse ideologie presenti sul territorio con umorismo e leggerezza. Subito dopo è il turno dei grandi brand presenti nell’area espositiva: Fred Perry, Fila, Kappa, K-Way, Dreamyourself, Bad Deal. Terminate le sfilate aperitivo organizzato da Fred Perry con la sonorizzazione di Broke One, dj house di fama internazionale. Maze si è poi spostato al Big Club con una serata dedicata alla black music, con la collaborazione di Snobiety e lo special guest dj Mace. La giornata di sabato è incentrata sul ballo. Workshop di street dance, sfide di hip hop e di break dance con ballerini provenienti da tutta Italia infiammano gli spazi dell’Ex Borsa Valori già a partire dalle 10. Alle 14 la conferenza sulla streetphotography con un fotoreporter di fama internazionale, Franco Pagetti, autore dell’ultima campagna di Dolce & Gabbana. Domenica riflettori puntati sullo sport. Tra gli appuntamenti da non perdere il torneo di street basket, il contest di skate, il talk con l’atleta disabile Andrea De Beni che parlerà di sport e disabilità e per gli appassionati di hip hop l’incontro con Crazy legs, leggenda della cultura hip hop, ballerino di film come Flashdance, Beat street e Wild Style. Alle 22 il Jazz Club ospita il party di chiusura con il concerto del rapper Dutch Nazari.
Realizzato con il patrocinio del Comune di Torino, della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Torino, dell’Ascom Confcommercio e con il contributo dei mainpartners Urban, Point Break, HUB Style e Satispay, il Festival è ideato e creato dall’Associazione Interculturale Multiethnic Media, nata nel 2007 per sostenere il dialogo tra le diverse culture della società contemporanea della città ed è realizzato in collaborazione con STUDIO2fashion Events, struttura che opera da quasi trent’anni nel settore della moda internazionale.
Giuliana Prestipino
Questa volta non ci sono ori e allori ad attendere il Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino sul podio di Riccione, dove si è appena conclusa la terza edizione dei campionati italiani ASPMI di beach volley; pur giocandosela a viso aperto con tutti, infatti, gli atleti sabaudi non sono riusciti nell’impresa di centrare il terzo titolo nazionale consecutivo, accontentandosi “soltanto” (si fa per dire) della medaglia di bronzo conquistata dalle ragazze del 3×3 (Roraima Pennazio, Roberta Pica e la “meneghina” Stefania Pedone, aggregatasi alla compagine piemontese in quanto Milano non raggiungeva il limite minimo di partecipanti), malgrado l’assenza di Emanuela Milano, ferma ai box dopo l’infortunio rimediato in occasione della rassegna tricolore di pallavolo.
Le tre coppie maschili (Valentino Hu-Simone Manzo, Aldo Annicchiarico-Mauro Buttolo, Giovanni Guerzio-Ciro Spirito, con quest’ultimo unitosi al team torinese proprio come fatto dalla collega Pedone) si sono piazzate tutte al quinto posto, ad eccezione del tandem Annicchiarico-Buttolo, uscito di scena agli ottavi di finale, mentre le due squadre miste 3×3 (Hu-Manzo-Pica e Annicchiarico-Buttolo-Pennazio) si sono classificate rispettivamente settima e sesta.
Una prestazione comunque soddisfacente, che viene commentata così da Valentino Hu, responsabile della sezione pallavolistica del sodalizio gialloblù: «Con rammarico, quest’anno il GSPM Torino non è riuscito a confermarsi ai vertici dell’albo d’oro della competizione a causa di alcune circostanze sfortunate, che hanno avuto la meglio sulla carica e sulla grinta che ci hanno accompagnati in quest’avventura. Si è trattato di un piccolo incidente di percorso, Torino è più unita e compatta che mai e il gruppo è giovane, grazie anche all’aggiunta di qualche nuovo amico, come Simone Manzo, già presente l’anno scorso, e Aldo Annicchiarico, che ha saputo stupire tutti in positivo: un giocatore mobile, scattante e molto promettente per il futuro, pur non avendo mai praticato pallavolo a livelli agonistici».
Per quanto concerne l’aspetto organizzativo del torneo, Hu ha asserito: «Desidero rivolgere a nome di tutto il gruppo i nostri ringraziamenti al GS Riccione per l’organizzazione del campionato e al nostro presidente Massimo Re e ad Elisabetta Ferraresi per il loro sostegno costante. Un grazie anche alla città di Riccione, a Ezio Bianchi, titolare dell’hotel “Fiorina”, e al “Beach Arena” che ha ospitato le gare. Infine, un ringraziamento speciale alla collega Antonella Pronello, che, nonostante i numerosi impegni lavorativi e personali, ci ha accompagnato nella trasferta in landa romagnola, donandoci grandi sorrisi e tanta positività».
Il prossimo impegno per il GSPM Torino è rappresentato dagli italiani ASPMI di ciclismo su strada, in programma a Milano domenica 17 settembre.
Anche l’Europa bacchetta l’Italia per le carceri sovraffollate e il Garante dei detenuti della Regione Piemonte Bruno Mellano denuncia: “Anche qui il problema non è risolto. Non solo: i numeri ufficiali non dicono tutta la verità”.
Casa circondariale di Vercelli del 131,60%
Casa circondariale di Ivrea del 130,96 %
Casa circondariale di Verbania del 128,30 %
Casa di reclusione di Asti del 117,87 %
Casa di reclusione di Alessandria San Michele del 116,48 %
Casa circondariale di Torino del 116,23 %
Alla Casa circondariale di Cuneo, se si considerano i padiglioni chiusi, c’è un tasso di sovraffollamento record per il Piemonte del 132 %. I Garanti piemontesi hanno formalmente e in più occasioni segnalato al Ministero di Giustizia la questione logistica come centrale e alla base di ogni credibile progetto trattamentale e di recupero. Confido, ora, che il nuovo responsabile del Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria per il Piemonte, la Liguria e la Valle d’Aosta Liberato Guerriero, appena insediato, possa prendere in mano le questioni aperte e soprattutto possa essere messo in grado di intervenire, a cominciare da Alba, Cuneo, Vercelli e Torino Per tornare al problema generale, il Cpt del Consiglio d’Europa ribadisce inoltre che l’Italia deve rispettare gli standard che il Comitato ha fissato per lo spazio che ogni detenuto deve avere a propria disposizione in cella: 6 metri quadrati di spazio vitale, esclusi i sanitari, in cella singola, e 4 metri quadrati in una cella che occupi con altri. Il Cpt, pur prendendo nota degli sforzi fatti dall’Italia per risolvere la questione del sovraffollamento dopo la condanna della Corte di Strasburgo (Torreggiani), nel rapporto sull’Italia redatto in base alla missione condotta nell’aprile 2016, osserva che i conti non tornano. In effetti al 31 agosto scorso, la popolazione detenuta italiana era di 57.393 detenuti su una capienza regolamentare di 50.501. Oltre 7.000 detenuti in più, ma non basta. Una postilla ai dati ufficiali del Dipartimento nazionale dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) segnala che “Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato”. La questione non è di poco conto perché molti Istituti hanno celle, sezioni o addirittura interi padiglioni chiusi per lavori di restauro o in attesa di decisioni e/o finanziamenti per il ripristino delle strutture. Infine si riapre la partita della quantificazione dello spazio vitale minimo da garantire a ciascun detenuto: le prescrizioni europee sono ben lontane dai parametri utilizzati per la valutazione fatta dall’Amministrazione penitenziaria. Su questo il ruolo dei Garanti continua ad essere di sollecito alla Magistratura di Sorveglianza che è chiamata ad applicare l’articoli 35bis e 35ter dell’Ordinamento penitenziario, introdotti appositamente dal legislatore italiano per evitare le accuse di “detenzione inumana e degradante”.
“Il primo giorno di scuola è assolutamente da bocciare. La situazione che vive il nostro sistema d’insegnamento è emergenziale, da collasso: altro che buona scuola qua ci troviamo di fronte ad una scuola brutta, anzi bruttissima“. A sostenerlo la vice presidente del Consiglio regionale piemontese Daniela Ruffino.
Spiega l’esponente regionale: “Il fatto che manchino le plafoniere, che i contributi volontari dei genitori servano per la piccola manutenzione piuttosto che per l’arricchimento del piano per l’offerta formativa, che non siano state assegnate migliaia di cattedre, che manchino gli insegnanti di sostegno, che i Comuni si sostituiscono sempre più spesso allo Stato per interventi sul patrimonio scolastico, che i presidi domandino ai genitori il taglio erba reputo consegni alla storia un quadro avvilente e desolante della scuola piemontese e italiana“.
Conclude Ruffino: “I mutui Bei, le poche risorse che venivano destinate per migliorare le nostre scuole, sono ferme al palo, bloccati nelle stanze del ministero e le scuole che attendono gli interventi di messa in sicurezza anche sismica. Attendiamo l’ennesima disgrazia? La tragedia della Darwin non ha insegnato nulla? Nella confusione tutto prosegue per buona volontà nel prossimo consiglio regionale di martedì chiederò all’assessore regionale all’istruzione di riferire sull’argomento all’Aula“.
Il Califfato in rotta
FOCUS di Filippo Re
Si sbriciola sempre di più il Califfato nel Siraq, come un mosaico che va in pezzi, frantumato dalle continue offensive delle truppe protette dal cielo dai jet della coalizione internazionale. Almeno tre milioni di persone sono già state sottratte alla ferocia dell’Isis, liberate da un incubo durato oltre tre anni. Resta però in piedi il progetto jihadista di esportare ideologia islamista e conquiste altrove, come già avviene, nel resto del Continente asiatico, in Africa, e in Europa dove brigate di foreign fighters sono state addestrate per colpire con ogni mezzo. Il Daesh non è morto, concordano analisti ed esperti dell’Onu, e pur avendo perso l’unità territoriale del suo Califfato rimane una concreta minaccia militare. Cacciato dalle sue “capitali”, l’Isis fa ancora paura e si rifugia nelle nuove “province”, i wilaya che i miliziani del Califfo amministrano in varie parti del Medio Oriente e anche altrove, fino al sud-est asiatico. Qui ritrovano forza e brutalità per rinascere. Dopo Mosul, in Iraq è caduta anche Tel Afar, Deir Ezzor in Siria sta per essere ripresa, la roccaforte Raqqa è prossima alla capitolazione, le enclave jihadiste al confine con il Libano sono state smantellate, la continuità geografica dell’autoproclamato Califfato è solo un brutto ricordo. Gli uomini neri del califfo sono in rotta ovunque dopo aver perduto l’80% dei territori che controllavano in Iraq e il 60% di quelli siriani. Tel Afar era l’ultima cittadina irachena della provincia di Ninive occupata dall’Isis da tre anni. Per l’esercito del premier Al Abadi si tratta di una conquista importante poiché Tel Afar, situata tra Mosul e il confine siriano, è una località strategica nella regione nord-occidentale dell’Iraq. Come era già accaduto per la conquista dell’antica Ninive, anche a Tel Afar decine di migliaia di civili sono rimasti intrappolati in città tra due fuochi incrociati e molti di loro sono stati usati dai jihadisti come scudi umani. Ora le forze armate di Baghdad appoggiate da milizie sciite filo-iraniane puntano verso la cittadina di Al Ayadieh, a una ventina di chilometri a nord di Tel Afar, verso la frontiera siriana. Giorni contati per l’Isis anche in Siria. Il lungo assedio jihadista a Deir Ezzor, sul fiume Eufrate, nell’est della Siria, è stato spezzato dall’esercito governativo e dalle milizie alleate. Per tre anni i soldati del califfo hanno assediato la città difesa da una guarnigione fedele al presidente Bashar al Assad e i civili sono sopravvissuti all’accerchiamento grazie ai viveri
e ai medicinali lanciati dagli aerei di Damasco. Nei giorni scorsi l’esercito siriano, appoggiato da truppe russe e dai raid aerei, ha guadagnato terreno e sconfitto più volte i fondamentalisti islamici nella provincia di Deir Ezzor, ricca di petrolio e gas. Anche Raqqa è sul punto di crollare davanti all’avanzata di curdi e forze speciali americane. Gran parte della città è stata riconquistata dopo sanguinosi combattimenti casa per casa. Anche nella battaglia di Raqqa i civili pagano il prezzo più alto. Molti muoiono sotto le bombe, chi tenta di fuggire viene ucciso e tanti altri vengono usati come scudi umani. Testimoni oculari di varie organizzazioni umanitarie denunciano bombardamenti indiscriminati che distruggono case e ospedali. In un rapporto di Amnesty International si legge che da quando è iniziata l’offensiva verso Raqqa centinaia di civili sono stati uccisi o feriti dai colpi dell’artiglieria e sotto i bombardamenti della coalizione a guida americana. Cecchini, esplosivi e mine hanno completato il massacro. A sud di Raqqa avanzano anche le forze lealiste siriane, sostenute dai russi, che cercano di stringere in una morsa i jihadisti del Daesh. Mentre il Califfato vive la sua lunga agonia, i cristiani rimasti nelle terre dell’Eufrate e del Tigri si contano sulla punta delle dita. “Le guerre hanno decimato le popolazioni e la presenza cristiana è ormai ridotta a numeri decimali”. Le parole di padre Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, lasciano poco spazio alla speranza. Nel suo recente intervento al Meeting di Rimini l’ex Custode francescano di Terrasanta ha chiarito una volta per tutte che il Medio Oriente è una regione completamente frammentata e in Siria “la sfida più grande è convincere le persone a tornare e a rientrare nelle loro case ma le prospettive sono incerte, le vite sono da ricostruire e nulla sarà come prima”. L’Iraq risulta tra gli Stati dove il calo del numero dei cristiani è più marcato a causa delle continue guerre che hanno distrutto la nazione. Negli anni Novanta erano oltre un milione e nel 2006 appena 300.000. Nel 2014, in seguito all’occupazione della Piana di Ninive da parte dello “Stato islamico” i cristiani fuggiti nel Kurdistan iracheno, in Giordania, Turchia e Libano, sono stati circa 140.000 mentre altri 50.000 hanno abbandonato il Paese. In Siria, dilaniata dalla guerra civile che infuria dal 2011, la popolazione cristiana è precipitata da 2,2 milioni nel 2010 a 1,1 milioni quest’anno con centinaia di migliaia di cristiani che hanno lasciato il Paese. Le radici della Chiesa siriana sono profonde e sopravvivono grazie al coraggio e alle iniziative delle parrocchie locali, dei francescani, dei gesuiti, dei salesiani. Tutto ciò è importante ma non è sufficiente per padre Pizzaballa e “molti cristiani attendono di emigrare definitivamente come testimoniato da tanti giovani iracheni sfollati con cui ho parlato”. Molti di questi giovani hanno trovato un rifugio sicuro nel Kurdistan iracheno, accolti e sfamati dai curdi che hanno svolto un ruolo di primo piano nella liberazione del Siraq dal Daesh. E per la zona autonoma curda irachena si prepara la sfida del referendum per l’indipendenza del Kurdistan che dovrebbe svolgersi il 25 settembre, giorno in cui i curdi dovranno decidere se diventare o meno indipendenti da Baghdad. Il condizionale è d’obbligo perchè si tratta di un referendum che in realtà nessuno vuole poiché stravolgerebbe i già fragili equilibri geopolitici del Medio Oriente e accenderebbe le aspirazioni all’indipendenza dei curdi che vivono nei Paesi limitrofi. Non lo vogliono la Turchia, l’Iran, il governo iracheno e gli stessi curdi sono tra loro molto divisi e anche contrari alla consultazione. Non lo vogliono neppure gli Stati Uniti che premono per il rinvio del referendum. Ma se il Califfato in Siria e in Iraq è ormai allo sbando, i combattenti di Al Baghdadi e di Al Qaeda continueranno a colpire, dal Maghreb al Sahel, dal nordAfrica all’estremo Oriente attraverso l’Afghanistan e l’Asia centrale con l’obiettivo di realizzare nuove versioni del Califfato e iniziare un’altra stagione di sangue, odio e violenza.
(Filippo Re – da “La voce e il tempo”)
Per la prima volta in Italia è stato eseguito il primo impianto di un dispositivo per la Modulazione della Contrattilità Cardiaca (Cardiac Contractility Modulation: CCM), presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretta dalla dottoressa Maria Rosa Conte). L’intervento è stato effettuato dal dottor Stefano Grossi.Si tratta di una nuova tecnologia capace di migliorare la contrattilità del cuore, affetto da insufficienza cardiaca, mediante la stimolazione del muscolo cardiaco con impulsi elettrici ad alto voltaggio. Questa modalità di stimolazione non ha lo scopo di produrre il battito del cuore, come avviene per i pacemaker, ma determina una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore scompensato infatti si riduce l’attività dei geni e delle proteine che promuovono il rilascio di calcio nella cellula dai depositi. La sua concentrazione intracellulare si riduce e con essa la capacità della cellula di contrarsi e del cuore di pompare il sangue nel sistema circolatorio. Con la stimolazione CCM si verifica una progressiva riattivazione di geni e proteine che regolano il rilascio del calcio nella cellula, aumentandone la disponibilità con un miglioramento della funzione del cuore.La CCM non è un’alternativa al pacemaker: i pacemaker servono per stimolare il cuore quando l’impulso elettrico spontaneo del cuore a contrarsi è bloccato e quindi il cuore si ferma o rallenta criticamente. Nello scompenso cardiaco il cuore batte invece spontaneamente, ma è ridotta la sua forza di contrazione e quindi perde la sua azione efficace di pompa. La CCM con la sua stimolazione elettrica determina un aumento della forza di contrazione del muscolo cardiaco contrastando quindi l’insufficienza cardiaca. Il dispositivo con una batteria viene posizionato in una tasca sottocutanea e due o tre elettrocateteri conducono l’impulso elettrico fino al ventricolo destro, dove avviene la stimolazione del cuore. L’intervento di applicazione del dispositivo viene eseguito in anestesia locale e richiede mediamente una durata di 30-50 minuti. Il giorno seguente il paziente è già in condizione di alzarsi e la degenza ospedaliera è breve, pochi giorni in tutto.
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Progressivamente la stimolazione inizia a fare riprendere la contrattilità del cuore ed il paziente vede migliorare il proprio respiro e le proprie forze.Lo stimolatore viene ricaricato elettricamente ogni settimana dall’esterno mediante una placca posizionata sulla cute soprastante, attraverso un meccanismo di induzione elettrica.Dei malati di scompenso potranno beneficiare di questo trattamento quelli che non rispondono alle terapie attualmente disponibili: farmacologica, terapia resincronizzante cardiaca ed i pazienti che non possono essere inclusi nelle liste trapianto.Il paziente sottoposto all’impianto è un uomo di 57 anni, affetto da una forma avanzata di scompenso cardiaco non idoneo a trapianto di cuore nè ad impianto di dispositivi di assistenza meccanica al circolo. Già portatore di defibrillatore biventricolare, durante il ricovero è stato sottoposto a due procedure di ablazione per gravi aritmie che esitavano in arresto cardiaco. Tuttavia la capacità di contrazione residua del cuore era ormai al limite della sopravvivenza.A seguito dell’intervento di CCM il paziente ha iniziato a manifestare un progressivo e continuo miglioramento delle condizioni cliniche, fino alla dimissione dopo 15 giorni dall’intervento e diversi mesi precedenti di ricovero. Oggi la classe funzionale ed i parametri di contrattilità cardiaca sono migliorati nettamente ed il paziente è in grado di camminare e di provvedere autonomamente alle proprie cure personali. L’ insufficienza cardiaca costituisce un problema di salute pubblica di enorme rilievo. A soffrire di scompenso cardiaco in Italia sono circa 600.000 persone e si stima che la sua frequenza raddoppi ad ogni decade di età. In Piemonte i ricoveri per scompenso rappresentano il 2,2% del totale dei ricoveri, circa 12.000 all’anno. Dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale. Fortunatamente la ricerca scientifica e le nuove tecnologie forniscono soluzioni un tempo impensabili per prolungare e migliorare la durata della vita.
Torna a Torino la tradizionale Festa dell’Italia
Dal 14 al 17 settembre, ogni giorno, dalle ore 18 all’interno del Parco della Pellerina in Corso Appio Claudio 176 interno 30, presso il “Circoletto Rosso” – Tennis Pellerina, sarà possibile partecipare a presentazioni di libri e convegni
“Con la Festa dell’Italia il Movimento Nazionale inizia l’anno che porta all’elezioni politiche fra la gente e con la gente. Convegni, presentazioni di libri, ma anche momenti di vera festa come le cene tricolori e serate musicali e di cabaret”, dichiarano all’unisono il Consigliere regionale Gian Luca Vignale, Presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità e il Coordinatore regionale Marco Botta.
L’unità e la coesione delle forze politiche sarà il tema principale del convegno di apertura di giovedì 14 settembre “Regionali del 2019: uniti si vince?” e in quest’occasione intorno allo stesso tavolo ci saranno il Coordinatore Direzione Nazionale MNS, Giuseppe Scopelliti, e tutti i coordinatori regionali del centro destra piemontese.
“La quattro giorni di Festa dell’Italia vuole stimolare anche la necessità di cambiare completamente l’agenda politica regionale e nazionale, coinvolgendo ospiti del centrodestra di livello nazionale e regionale in un dialogo aperto con i cittadini” ribadiscono Botta e Vignale.
La scelta dei convegni nei giorni successivi non è casuale: venerdì 15 il Presidente del MNS Francesco Storace discuterà “Lo Ius Soli: una legge da non approvare, un principio da abolire“, sabato 16 “La sovranità come baluardo della democrazia” sarà il tema presentato alla presenza del Vicesegretario nazionale MNS Roberto Menia con l’importante partecipazione di Diego Fusaro e domenica 17 la Festa si concluderà trattando uno dei temi più importanti di questo periodo storico “La tutela del lavoro italiano” alla presenza del segretario nazionale MNS Gianni Alemanno. Oltre ai già citati esponenti politici ad ogni iniziativa parteciperanno esponenti del MNS regionali e di altri partiti politici come Forza Italia, Lega Nord, UDC, Direzione Italia.
“Questi tre convegni individuano quelle che per noi sono 3 priorità – dichiara il Consigliere regionale Gian Luca Vignale – In primis è fondamentale respingere completamente il principio culturale e politico dello Ius Soli e il presidente Storace porterà il suo contributo per l’occasione, inoltre crediamo nella sovranità politica e monetaria di uno stato, individuando il sovranismo come unico baluardo alla difesa della democrazia. La Festa si chiuderà con un tema per noi essenziale: la tutela del lavoro italiano, che vedrà nella marcia per il lavoro italiano promossa dal MNS a Roma il 14 ottobre la logica conseguenza”.
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PROGRAMMA
Giovedì 14 Settembre
Ore 18.00: “INAUGURAZIONE FESTA DELL’ITALIA” Giuseppe SCOPELLITI: Coordinatore Direzione nazionale MOVIMENTO NAZIONALE Luisa BERGOGLIO: Componente Assemblea nazionale MNS Angelo D’AMICO: Componente Assemblea nazionale MNS Luigi FURGIUELE: Componente Assemblea nazionale MNS Elvio GUGLIELMET: Componente Assemblea nazionale MNS Ore 19.00: Convegno: “REGIONALI DEL 2019: UNITI SI VINCE?” Introduce: Massimo FICARA: Commissario MNS Provincia del VCO Intervengono: Giuseppe SCOPELLITI: Coordinatore Direzione Nazionale Movimento Nazionale Marco BOTTA: Commissario regionale Movimento Nazionale Gilberto PICHETTO FRATIN: Coordinatore regionale e Presidente gruppo consiliare FORZA ITALIA in Piemonte Riccardo MOLINARI: Segretario nazionale LEGA NORD Piemonte Gian Luca VIGNALE: Presidente Gruppo consiliare MNS in Regione Piemonte Roberto ROSSO: Coordinatore regionale Direzione Italia Giovanni BAROSINI: Coordinatore regionale UDC Moderano: Michele RUGGIERO: Giornalista RAI Francesco ROSSA: Direttore editoriale “Civico 20 News” Ore 20.30: Cena tricolore
Venerdì 15 Settembre
Ore 18.00: Presentazione del libro: “ITALIA ALLO SBANDO” Incontro con l’autore: Augusto GRANDI Ore 19.00: Convegno: “LO IUS SOLI: UNA LEGGE DA NON APPROVARE, UN PRINCIPIO DA ABOLIRE” Introduce: Alessandro BEGO: Commissario Provincia di Alessandria MNS Intervengono: Francesco STORACE: Presidente Nazionale del MOVIMENTO NAZIONALE Carlo GIACOMETTO: Coordinatore provinciale Forza Italia Marco ZACCHERA: Dirigente Fondazione Alleanza nazionale Alessandro BENVENUTO: consigliere regionale LEGA NORD Piemonte Modera: Andrea Costa: Giornalista “Il Giornale” Ore 20.30: Cena Tricolore
Sabato 16 Settembre
Ore 18.00: Presentazione dell’opera: “STORIA DELL’ITALIA UNITA – generazione e corruzione di uno Stato Nazionale” Incontro con l’autore: prof. Marcello Croce Ore 19.00: Convegno: “LA SOVRANITÀ COME BALUARDO DELLA DEMOCRAZIA” Introduce: Gabriele MARTINAZZO: Commissario provincia di Biella del MNS Intervengono: Diego FUSARO: filosofo Roberto MENIA: Vicesegretario nazionale Movimento Nazionale Ennio GALASSO: Componente Direzione nazionale del Movimento Nazionale Ferrante DE BENEDICTIS: Commissario cittadino Torino MNS Modera: Brunella BOLLOLI: Giornalista “Libero” Ore 20.30: Cena Tricolore; Ore 21.30: Serata musicale in compagnia di “Attila”
Domenica 17 Settembre
Ore 19.00: Convegno: “LA TUTELA DEL LAVORO ITALIANO” Introduce: Francesco Zanotti: Commissario Provincia di Vercelli MNS Intervengono: Gianni ALEMANNO: Segretario nazionale del Movimento Nazionale Claudia PORCHIETTO: Consigliere regionale FI, Vice Presidente Commissione Attività Produttive Giorgio FELICI: Presidente regionale CONFARTIGIANATO Carlo MAJORINO: Amministratore Unico di Saa Scarl – School of Management dell’Università degli Studi di Torino Alberto MORANO: Notaio e consigliere comunale Lista Morano Comune di Torino Moderano: Bruno BABANDO: Direttore “Lo Spiffero” Paolo VARETTO: Giornalista “CronacaQui” Ore 20.30: Cena Tricolore Ore 21.30: Serata di Cabaret con i “CD ROM” e “Paride MENSA” Ore 22.30: Estrazione Sottoscrizione a Premi