di Pier Franco Quaglieni
Settembre, andiamo… – Aldo Garosci combattente per la libertà – La decadenza di Torino – Il 9 politico
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Settembre, andiamo…
Chiara Boriosi ha scritto questo pensiero carico di sentimenti, per dirla con un’espressione di Giovanni Gentile :
Gioca con la luce e intanto la toglie, un po’ per volta, con crudele precisione.
Non è l’Aprile bambino né il Luglio della giovinezza smemorata
È il tempo che sfuma e non torna. E puoi capirlo solo quando sei stato toccato dalla grazia delle rughe e del rimpianto”.
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Aldo Garosci combattente per la libertà
E’ uscito dall’editore Angeli il saggio di Daniele Pipitone “Alla ricerca della libertà- Vita di Aldo Garosci”(38 euro).Esso si inserisce nella collana dell’Istoreto “Giorgio Agosti” diretto da Luciano Boccalatte che dà un costante ed apprezzabile apporto di equilibrio storiografico al lavoro storico dell’Istituto davvero aperto a temi e argomenti non pensabili in passato. Una biografia di Garosci era quanto si auspicava da anni, essendo il centenario della nascita di Aldo nel 2007 passato senza il benché minimo ricordo a Torino o altrove. Si tratta di una biografia importante e completa in cui si rivelano le qualità storiche del giovane studioso torinese già noto per i suoi studi sul socialismo democratico del 2013. Soprattutto si ha la possibilità di conoscere da vicino episodi della vita di questo straordinario storico, politico e giornalista, unica nel ‘900, con la sua caratura intellettuale, il suo anticonformismo ,il suo amore per la libertà: dal coraggioso antifascismo giovanile,all’esilio in Francia, alla guerra di Spagna, alla Resistenza a Roma. Ma la biografia affronta anche altri temi: il ’68,il terrorismo, l’illusione dell’unificazione socialista, l’impegno nel PSDI di Saragat, la battaglia per Israele, contro l’antisemitismo e la persecuzione degli Ebrei in Russia, il distacco dall’impegno politico dovuta al profonda delusione di fronte al fatto che l’Italia della fine degli Anni 70 avesse imboccato strade che Aldo non poteva condividere, in primis il compromesso storico. Garosci fu un socialista liberale alla maniera di Rosselli, antitotalitario a 360 ° e quindi naturaliter antifascista e anticomunista.Quest’ultimo aspetto della sua battaglia non venne compreso da chi vedeva il pericolo per la democrazia solo a destra. Appaiono anche scorci di vita della sua compagna Irene Numberg con cui Aldo condivise amore e impegno civile. Il libro appena uscito è importante. Dovrei lamentarmi che non citi certi libri, tra cui alcuni dei miei, che sarebbero stati utili all’autore per comprendere maggiormente le scelte di Garosci,ma non lo faccio perché essersi lui dedicato ad Aldo è per me è di per sé di troppa soddisfazione. Leggendo avidamente il libro, mi sono reso conto di essere il più garosciano della generazione dei suoi allievi. Ho condiviso sempre le sue analisi sul ’68,sugli anni di piombo, sulla viltà degli intellettuali italiani nella loro fuga verso il comunismo alla ricerca di posti nelle università,nei giornali,nelle case editrici. Aldo ci ha insegnato con l’esempio cosa significhi l’indipendenza morale e intellettuale.Per questo motivo,più di ogni altro,resta un Maestro.
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La decadenza di Torino
Di ritorno dalla Biblioteca nazionale universitaria dove ho combinato per il 2 dicembre un concerto per Carlo Casalegno nel quarantennale del suo martirio, tenuto dal violinista Massimo Coco ,figlio del procuratore generale di Genova Francesco Coco vittima delle BR come Casalegno, ho passeggiato un po’ per la città, cosa che non riesco a fare di frequente per i continui impegni fuori Torino che, per altro, mi consentono di sopravvivere in una città asfittica e morta com’è quella attuale. In piazza Carlo Alberto ho notato un furgone- bar della Punt e Mes-sicuramente prodotto tipico torinese- con cartelloni e musica che stonavano totalmente in quella piazza aulica. Mi sono fermato, come mi piaceva un tempo, in piazza Carignano da Pepino per mangiare un gelato e contemplare Palazzo Carignano. Con mia somma sorpresa ho notato che le sue storiche specialità non ci sono più: né il pezzo duro né lo spumone. Si è salvato l’affogato che è però ormai un gelato molto comune ovunque. L’industrializzazione alimentare ha mietuto un’altra vittima. Com’era diverso quando il laboratorio di Pepino era in via Verdi! In piazza san Carlo noto crocchi di arzilli vecchietti che occupano le panchine. E’ bello che tutti possano godere del salotto di Torino, ma se poi vedo gli accattoni in piazza e in via Roma mi sorge qualche perplessità. Di notte i portici diventano dormitorio, ma di giorno, nel cuore di Torino, questo accattonaggio non è accettabile. Passino i suonatori ambulanti che pure danno un tono strapaesano ad una città nota in passato per la sua eleganza regale, ma una regolata è necessaria. P.A.I.S.S.A è chiuso da anni e le sue vetrine sono utilizzate per pubblicizzare un formaggio. Ricordo che un grande magazzino di prelibatezze alimentari a Vienna veniva chiamato dall’ambasciatore italiano il P.A.I.S.S.A. austriaco. Certamente ha dovuto chiudere anche per i prezzi insostenibili degli affitti . Olympic (dove si vestiva un tempo l’intera mia famiglia ) si è trasformato ,vendendo abiti sportivi, come anche il negozio che fu di Ruffatti. Ritrovi torinesi di eleganza che non ci sono più. In parte sopravvive solo Emmerson in via Cesare Battisti. Nostalgie del passato ? Forse sì ,anche perché non vedo novità che mi attraggano. Forse il gelato Niva (ex Rivareno) in piazza Vittorio e in Via Lagrange resta la novità recente più eccezionale. Il gusto ricotta e fichi merita davvero attenzione. In via Lagrange, divenuta la via del passeggio, ha lasciato un vuoto incolmabile il negozio di pelletterie eleganti Laurence che aveva un stile inimitabile. Per trovare qualcosa di simile devo andare in via Condotti a Roma, ma non è la stessa cosa.
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Il 9 politico
Il caso della professoressa del liceo scientifico di Varese che dava nove a tutti gli allievi perché non aveva finito il programma, suscita clamore mediatico. Forse verrà anche sanzionata penalmente da una condanna . Ma quanti casi simili ci sono stati a Torino in passato ? Non si trattava del 9 politico, ma di voti più modesti, ma altrettanto regalati. Io ricordo cosa avveniva in un liceo artistico torinese in cui volevano promuovere oves et boves,i capaci e i meritevoli,ma anche gli stupidi e i fannulloni. Persino gli assenteisti dei corsi serali che “avevano bisogno del pezzo di carta “. In un noto e prestigioso liceo classico torinese un insegnante di matematica che lavorava pochissimo, aveva la tendenza a regalare i voti, con piena soddisfazione di studenti e famiglie. Io ricordo anche i casi di professori seri, preparati, ma non disposti a promuovere tutti, che furono oggetto di persecuzioni nel blasonato e oggi defunto liceo “Segre”.I presidi facevano finta di non vedere e ,in un caso, il dirigente scolastico era effettivamente non vedente e lascio’ andare la scuola allo sbando. L’eterno’ 68 italiano giustifico ‘ mille illegalità e diecimila lassismi. Oggi la prof. di Varese e’ stata denunciata e rischia grosso, ma se avesse dato a tutti non 9 ,ma 7,nessuno avrebbe mosso un dito contro di lei.Anzi ,sarebbe stata considerata una docente umana e comprensiva .Magari anche una docente democratica e aperta al nuovo che avanza.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
Grazie per la fotografia. Io vorrei che il monumento venisse rintracciato e riposizionato magari proprio in una rotonda. Saranno in tanti a preferire le fiamme cremisi alla fionda .La storia d’Italia contro la preistoria? Ovviamente è una provocazione. pfq
La verità storica che disturba
Ho letto della discriminazione che ha subito per il suo articolo sul “Torinese” sulla bambina tredicenne seviziata e ammazzata dai partigiani comunisti. Come scritto il prof. Bertolo di Savona su FB ,forse non la meritano.
Umberta Delfino
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Mi avevano invitato insistentemente a tenere una conferenza, poi all’improvviso con argomenti speciosi mi hanno chiesto “di fare un passo indietro” . Mi è sembrato incomprensibile. Per darmi un contentino mi hanno proposto di presentare in tempi successivi il mio ultimo libro. Ho ringraziato e ho rifiutato. pfq
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