Tra pochi giorni sapremo con certezza chi, sulla riforma della legge elettorale, fa sul serio e chi invece continua a bluffare. Non c’e’ una terza via rispetto a questa riflessione. Tutti sanno che andare al voto con un sistema elettorale che garantisce, nella concreta situazione politica italiana, la quasi scientifica ingovernabilita’ e’ una scelta irresponsabile ed avventurosa. Una scelta che, come hanno piu’ volte ribadito gli osservatori delle cose politiche del nostro paese, ricadrebbe esclusivamente sulle spalle di chi ha ostacolato, seppur in forme diverse, l’approvazione di una legge che garantisce la governabilita’ e permette ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti senza cancellare il pluralismo che caratterizza da sempre il nostro paese. Ora, sono almeno 3 i punti su cui si puo’ e si deve intervenire alla ripresa dei lavori parlamentari. Innanzitutto va inserito il premio di maggioranza alla coalizione. In Italia, del resto, la politica e’ sempre stata sinonimo di “politica delle alleanze”. Pensare di azzerare questo postulato essenziale e strutturale della politica italiana e’ semplicemente lunare. Rinnegare le alleanze, respingere le coalizioni e pensare che l’autosufficienza politica ed elettorale dei singoli partiti siano un toccasana per rinnovare la politica e rilanciare l’azione di governo e’ altrettanto fantasioso. Dunque, serve il premio di maggioranza alla coalizione, almeno per chi ha a cuore le sorti democratiche del nostro paese. In secondo luogo va inserita la possibilita’, concreta e non fittizia, per i cittadini di potersi scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. E su questo versante non ci sono mille soluzioni. Ma solo 2. O le preferenze o i collegi uninominali. E’ noto a tutti che la rincorsa delle preferenze genera quel malcostume politico a tutti noto. Finalmente i grandi organi di informazione ne stanno parlando approfonditamente e senza retorica in queste ultime settimane. Le preferenze, accompagnate da campagne elettorali milionarie, non possono essere dipinte come il metodo migliore per ridare credibilita’ alla politica e, soprattutto, per dare la possibilita’ a chi non e’ ricco di poter partecipare attivamente alla vita politica nel proprio paese. E l’unica alternativa, appunto, alle preferenze sono e restano i collegi uninominali. La stagione politica, per intenderci, che ha caratterizzato il sistema elettorale denominato “mattarellum”. E’, questa, dunque, l’unica possibilita’ concreta per avvicinare l’eletto all’elettore, per risanare le campagne elettorali vista la dimensione dei collegi e per rimuovere alla radice la designazione centralistica dei candidati. E, in ultimo, evitare atti di forza nel varare la nuova legge elettorale. Ovvero, battere i tentativi, sempre latenti quando si parla di questi temi, di cucire una legge elettorale a propria immagine e somiglianza. Certo, non sono ammesse e non sono piu’ tollerabili le furbizie di alcuni partiti a cui abbiamo assistito nella recente discussione parlamentare. Su questo versante verificheremo anche il tasso di maturita’ e di serieta’ delle varie forze politiche in campo. Insomma, adesso siamo arrivati alla prova del nove. E non attorno ad una legge qualsiasi ma su quella legge che, da sempre, viene definita come “la madre di tutte le riforme”.
Giorgio Merlo
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