E’ tipico di questi ultimi tempi trovare nella libertà di espressione la contraddizione stessa di negare con la propria l’altrui libertà. Il nuovo mondo ormai ben configurato dei social è un nuovo potere anche all’interno dello sport. I commenti saccenti sono una nuova “moda doverosa” per alcuni professionisti del gruppo “critici per caso” che esiste all’interno di ogni sito internet che abbia un riferimento sportivo.
Di solito, non si inviano più giornalisti ad effettuare un servizio direttamente presso il luogo desiderato, ma la notizia viene fornita, se va bene, così com’è traendola da un’altra fonte, oppure, quando chi detiene il dominio in oggetto non è proprio una persona a modo…, trasformandola con modifiche in qualcosa di più “curioso” lavorandola ad arte per creare maggiori click sul proprio sito, e tutto questo al solo fine (pur se comprensibile, è sempre non giustificabile) di guadagnare qualche soldo in più.
Il mondo sportivo ne trae di solito i maggiori benefici, perché da sempre le nazioni sono piene di commissari tecnici e allenatori mancati solo per “sfortuna”, di critici sportivi che non possono professare solo perché sventurati e poi, tutti, chi più chi meno, da giovani ha fatto sport ad alto livello, … anche se nessuno se ne ricorda più. Il fornire quindi una notizia su giornali e siti telematici che consentano a tutti di esprimere la propria opinione è una fortuna per tutti questi novelli Manzoni della penna sportiva, che pur sapendone poco o addirittura niente, sono in grado di pontificare su tutto!
E’ un fenomeno relativamente nuovo ma in espansione. Ogni critico improvvisato fornisce la propria opinione impunito come al bar, salvo il fatto che si nasconde dietro nickname mentre al bar dovrebbe discutere con persone vere e che potrebbero vedere diversamente la realtà dalla propria; inoltre, la faccia del “criticone” non “esce” mai, e, anche se non corretta la sua resta una opinione che lascia il segno e, se dolosamente sbagliata, lascia il segno su persone che nulla possono fare se non reagire con un muto silenzio, altrimenti il rimedio potrebbe essere peggiore del male.
Infatti, la libertà di espressione ha un solo verso per gli opinionisti di bassa lega del Web: la loro. Contraddirli è quasi un reato, dire che sbagliano è un’offesa, causare loro qualche dubbio crea disagio e quindi la loro opinione è da rispettare e venerare, mentre la risposta d’altri è un insulto alla loro libertà di espressione. Lo sport è anche in balia di questo nuovo potere: dei commentatori social che urlano di più scrivendo migliaia di “post” forse sperando da parte loro di essere assunti un giorno come critici ufficiali… . E intanto lo sport, quello vero, fatto da imprenditori che comunque la si voglia vedere, legalmente o oltre i limiti, si impegnano a tempo pieno in quello che fanno rischiando a tutti gli effetti la loro tranquillità nella vita, oppure realizzato dagli atleti che non possono più pensare di vivere la loro quotidianità senza ingerenze, è sottoposto a super vigilanza da “grande fratello” proprio da coloro che se glielo chiedeste, direbbero che la loro privacy è prima di tutto!
Non esiste fatto che non sia visto da tutti i lati, dai protagonisti, dagli osservatori, dagli addetti ai lavori, e su questo nulla di nuovo sotto il sole, direbbe il saggio. Ora, esistono coloro che commentano sulla base dei commenti!… e che, piano piano, rendono reale una voce eterea di qualcosa che non c’è. Un saggio diceva che il vero demone è la nostra immaginazione, che ci prende così forte da farci vedere quello che non esiste. Ma, a forza di pensarlo, tutto questo, pur se non reale, in pratica prende vita nella nostra testa e diventa effettivamente qualcosa di esistente. Il demone dell’immaginazione sportiva è il commentatore “esperto” del blog, del sito, della squadra, del gruppo dei tifosi: sovente non ne sa nulla ma la sua immaginazione crea realtà che superano la sostanza reale dei fatti e la rende vera agli occhi dei non sapienti…
La nostra realtà torinese ne può ricavare più di una vedendo le vicissitudine delle squadre di vari sport inserite nelle più alte realtà dello sport nazionale. Più di ogni altra cosa, fanno male i commenti degli “ignoranti”, cioè di coloro che ignorano ma sicuramente sanno come è andata… . E comunque, nel più classico del comportamento “ignorante”, per certo criticano. L’arte di criticare è sempre molto facile. Costruire qualcosa richiede impegno, progettazione, lavoro, rischio e fatica per tanto tempo. Per distruggere basta un secondo, e i critici improvvisati sono abbastanza esperti per saperlo fare bene.
Paolo Michieletto
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