“Oggi mettiamo nero su bianco regole e relazioni che ci permetteranno di essere più operativi nel quotidiano e valorizzare la rete dei garanti comunali. Torino è stata una delle prime città a dotarsi di questa figura e su questo esempio abbiamo fatto partire le indicazioni di un garante per ogni sede di carcere”. Così il garante dei detenuti della Regione Piemonte, Bruno Mellano, ha aperto, mercoledì 6 luglio, l’incontro per la firma del protocollo d’intesa fra i Garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale piemontesi e il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta. Si tratta del terzo Protocollo di questo tipo a livello nazionale, dopo quelli recentemente sottoscritti in Regione Toscana e in Regione Lombardia. Il documento va a regolare i rapporti istituzionali, le procedure operative e le modalità di accesso alle carceri. L’intesa coinvolge i dodici Comuni piemontesi sede di carcere: Alba, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Fossano, Ivrea, Novara, Saluzzo, Torino, Vercelli, Verbania. Tutti i comuni piemontesi interessati hanno approvato una delibera istitutiva del Garante locale dei detenuti, e tutti – tranne per ora Novara – hanno provveduto alla nomina del proprio Garante comunale. “Dobbiamo sempre tenere presente che la pena non va scontata in un luogo di abbrutimento – ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti durante i saluti – l’obiettivo della detenzione deve essere il reinserimento nella società e in questo percorso il tema del lavoro è centrale”. Per Luigi Pagano, provveditore dell’amministrazione penintenziaria regionale “quello che possiamo auspicare è che il garante sia parte di una rete di intervento. Il grado di una nazione si valuta dalla qualità delle proprie carceri, diceva Voltaire. Se non c’è un ‘intorno’ dell’istituto, se non c’è una pressione anche della società civile, delle istituzioni, del volontariato il rischio è che il carcere si richiuda su di sé con effetti devastanti sulle persone”. “È fondamentale un lavoro capillare e di rete – ha concluso l’assessora regionale alle Pari Opportunità Monica Cerutti – intendiamo potenziarlo con la legge contro tutte le discriminazioni, che vede fra le diverse figure anche quella del garante come partecipe di questa rete. Altro tema è forte la presenza della popolazione straniera nelle carceri, dobbiamo aumentare occasioni di dialogo interreligioso e culturale”.
fmalagnino – www.cr.piemonte.it
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