Giugno 2016- Pagina 28

Dantès

dantes“No, non lo voglio un coso così”, s’impuntò, mettendo il broncio. “Com’è possibile giocarci? E’ talmente piccolo, fragile. No e poi no. Io adesso voglio un cane grosso, robusto. Voglio un cane che sia pronto a scattare ai miei ordini, che mi riporti il pezzo di legno quando lo scaravento lontano. Che mi faccia anche da cavallo quando voglio salirci in groppa. Un cane grosso, capito?”

Guardava fuori dalla gabbia con i suoi occhi da cucciolo. Occhi dolci, stupiti, grandi. Fin troppo grandi per quel batuffolo di morbido pelo. Sembrava uno di quei peluche per i quali vanno matti i bambini. Eppure, nonostante quella sua aria persa che avrebbe spezzato il cuore a chiunque, era stato rifiutato. Sì, proprio così: rifiutato. O, per meglio dire, scartato da quella famiglia di gente – ricca solo nel portafoglio – perché, in quanto a sensibilità, beh… ci sarebbe molto da discutere. Lui, stimato padre di famiglia, sposato con prole, banchiere di successo, aveva promesso al figlio un cane in regalo. Quest’ultimo, di nome Lorenzino, aveva fatto i capricci pur di averne uno tutto per se. Lo voleva piccolo, da coccolare ma, come tutti i capricciosi, era estremamente volubile e, alla vista di quel tenero batuffolo di pelo, cambiò idea. “No, non lo voglio un coso così”, s’impuntò, mettendo il broncio. “Com’è possibile giocarci? E’ talmente piccolo, fragile. No e poi no. Io adesso voglio un cane grosso, robusto. Voglio un cane che sia pronto a scattare ai miei ordini, che mi riporti il pezzo di legno quando lo scaravento lontano. Che mi faccia anche da cavallo quando voglio salirci in groppa. Un cane grosso, capito?”, disse con quella vocina isterica che faceva venire i nervi. E così suo padre, abbandonata l’idea del cagnolino, scelse un grosso alano che portava sulla piastrina già il nome:Bertone. Nulla da dire su quest’ultimo particolare. Ad un cagnone (e quello era davvero un cagnone) quel nome calzava a pennello. Lui, invece, solo e piccino, restò lì, nella sua gabbia. Si era illuso di poter andar via con quel bambino. Aveva un aspetto non proprio gradevole, grasso e pieno dantes4di foruncoli, ma era pur sempre meglio andare con lui che restare chiuso in quella gabbia. Si era fatto notare, scodinzolando allegro, tirando fuori la lingua, allungando la zampa. Ma quello, niente. Nemmeno una piega. Aveva detto qualcosa in quella sua lingua da umano che lui non aveva compreso poi, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, aveva voltato le spalle e se n’era andato via. Da quando era nato, terzo di una cucciolata di quattro bastardini incrociati non si sa bene con chi, era sempre stato lì nel canile. I primi tempi, per lo svezzamento, era rimasto con la mamma e i fratelli, e poi – a due mesi – l’avevano messo lì, solo soletto, in quella gabbia che era diventata la sua cuccia. Aveva guaito a lungo, fino a sfinirsi, ma nessuno si era mosso in suo soccorso. Non si ricordava nemmeno quanto tempo fosse passato. Un paio di volte al giorno (ma qualche volta una sola…) un uomo, che doveva essere il guardiano del canile municipale, gli allungava una ciotola con dell’acqua e un pastone che non sapeva di nulla. Le prime volte l’aveva annusato, senza mangiarlo. Ma cos’era mai quella sbobba? Era insipida, insapore e persino incolore se si eccettuava un vago color grigiastro. Poi, nei giorni successivi, visto che il menù passato dal convento era sempre quello, vinte dalla fame le ultime resistenze, se lo fece andar bene, lasciando la scodella vuota. Le sue giornate passavano monotone in una noia terribile, fatta dei soli pochi gesti che gli erano consentiti: andare avanti e indietro in quella gabbia che ormai conosceva a memoria, dopo averla ispezionata centimetro per centimetro. Poteva seguire il suo percorso obbligato ad occhi chiusi ma, quando lo fece, sbatté il muso contro la rete e, da allora, decise di non fare altri esperimenti e di tenere ben aperti gli occhietti. In poco tempo le gabbie vicine si svuotarono. Non erano molti gli “ospiti” lì dentro ma in breve furono molti di meno. Un pastore tedesco venne prelevato da una guardia giurata che si dilettava d’allevamento e che intendeva addestrarlo per il suo lavoro di vigilanza. Un giovane pitbull condivise un destino più o meno simile, finendo a fare la guardia nel parco di una villa signorile. Il pechinese con il quale, una volta, aveva abbaiato del più e del meno, già male in arnese, finì a fare da “dama di compagnia” ad una contessa che sembrava una vecchia megera con quel grosso naso arcuato sul quale svettava un orribile porro. Ansimava come un mantice, quella vecchia incipriata, ma non rinunciava alle sue sigarette infilate nel lungo bocchino di madreperla. Anche i due bastardini come lui, entrambi volpini mezzosangue, avevano trovato modo di accasarsi dal droghiere, che amava i cani e s’era subito affezionato ai due inseparabilidantes3 animali dal pelo fulvo. Rimanevano solo lui, sua madre e gli altri fratelli, un vecchio Setter quasi cieco e ormai inibito alla caccia, un Rottweiler che sembrava, o voleva sembrare, cattivissimo e Pucci, un bassotto tanto grasso da strisciare la pancia per terra. Erano loro i superstiti del canile, i più sfortunati: relegati nelle gabbie in attesa che accadesse qualcosa o che, meglio ancora, qualcuno venisse a reclamarli. Intanto passavano i giorni e dalle finestre entrava una luce fredda e triste, riflesso di quel cielo d’inverno, color grigio cenere. Una mattina, quando ormai rassegnato e sfiduciato non aveva nemmeno voglia di tirarsi su sulle quattro zampe, standosene sdraiato e sonnacchioso, avvertì un certo trambusto. Dalle stanze degli uffici si udiva una discussione a più voci. Una di queste, cristallina e piuttosto acuta, era senz’altro di una giovane donna. Almeno, così sembrava. Di lì a poco, nell’ampio locale con le gabbie, comparì una ragazza dal piglio deciso e allegro. Non tanto alta, dai bei lineamenti, teneva i lunghi capelli raccolti dietro la nuca, a coda di cavallo. Dopo una rapida ricognizione s’accovacciò davanti alla sua gabbia. “Che bello che sei, con quel musetto”, disse, appoggiando la mano aperta alla rete. Lui, d’istinto, capì che era giunta la sua occasione e non poteva permettersi di sprecarla. Sì alzò e, con delicatezza, leccò il palmo della mano. “Che tenero. Sei proprio un amore”, sospirò la ragazza. Rialzatasi in piedi, si rivolse al signore che stava al suo fianco. “Papà, vorrei lui. Prendiamo questo piccolino? Che dici?”. L’uomo, cingendo con un braccio le spalle della figlia, sorrise e annuì. In pochi minuti, sbrigate le pratiche dell’affido, il cucciolo passò dalla condizione di recluso a quella di cane libero, felice e coccolato. Infatti, la ragazza l’aveva preso in braccio e gli stava lisciando il pelo con un’infinità di carezze. Gli diede subito un nome: Dantès. In fondo anche lui, come Edmond Dantès, il protagonista de “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas, aveva subito dei torti e sofferto, così piccolo e indifeso, una vita grama. Dantès venne rinchiuso nella tetra prigione del Castello d’If su una piccolissima isola dell’arcipelago di Frioul, nel golfo di Marsiglia. Lui, nel canile municipale, in una gabbia.  “Dantès, piccolo mio, ti piace il tuo nome?”. Alle parole della ragazza, che si chiamava Carla, replicò guaiendo timidamente e leccando la mano che lo accarezzava, dimostrando la sua felicità. Nella bella casa di campagna dove vivevano Carla e suoi genitori, il piccolo Dantès si trovò a meraviglia. Coccolato e ben nutrito, era diventato la mascotte di quella famiglia. Anche i vicini e gli amici di Carla lo riempivano di coccole e lui, scodinzolando, non si tirava certo indietro.  Gli unici momenti tristi li viveva quando il pensiero andava alla madre e ai fratelli che erano rimasti nel canile. Poverini, chissà quanto dovevano essere tristi! In quel periodo, a poche settimane dalle feste di fine ann
o, era difficile che qualcuno li adottasse. A lui era andata bene, anzi benone. Ma erano ormai poche le persone che regalavano dei cani ai bambini. Soprattutto d’inverno, quando avrebbero dovuto tenerli in casa gran parte del tempo, almeno fino ai primi tepori della primavera. Oggi vanno di moda solo i videogiochi. Non si lamentano, non sporcano, non si ammalano e quand’anche si rompessero, si buttano nella spazzatura e se ne acquista di nuovi. Un cane, per di più se cucciolo, è delicato, ha bisogno di cure, attenzioni. Bisogna prestare ascolto ai consigli del veterinario, seguire una certa dieta alimentare. Eh, già… erano proprio questi i motivi per cui era pessimista sulla sorte della sua famiglia, quella d’origine.  Una vena di tristezza velava i suoi occhietti e diventata mogio, mogio quando, sdraiato sulla sua copertina di lana, vedeva scorrere sullo schermo televisivo le immagini di cani che si rincorrevano, giocando. Carla, da ragazza intelligente qual dantes2era, non ci mise molto a comprendere le ragioni di quegli sguardi languidi e malinconici. Così, parlandone più volte con i genitori, finì per convincere anche il padre e la madre che la famiglia di Dantès andava in qualche modo riunita. La casa era grande e ampio era il giardino che la circondava. Ospitare più cani non era un’impresa così impossibile. Tornarono al canile ma lì trovarono solo due cuccioli. “ E gli altri?”,chiese Carla. “Che fine hanno fatto gli altri due? Sono stati affidati? ”. Il responsabile del canile tranquillizzò la ragazza. La madre e il terzo componente della famiglia erano stati trasferiti momentaneamente in un altro canile, insieme a vecchio Setter e al bassotto Pucci,  a causa di alcuni lavori che si erano necessari. Se volevano prelevarli là, non c’era problema. La documentazione necessaria l’avrebbe preparata subito. E così fece.  Iniziavano a calare le prime ombra della sera quando l’auto del signor Casolare varcò il cancello di casa con a bordo, insieme a lui e alla figlia, i tre cuccioli e la madre. Ispirata dai racconti di Dumas, Carla non esitò a trovare i nomi per tutti. Così i cuccioli diventarono Athos, Porthos e Aramis, come i tre più famosi moschettieri del Re di Francia, e alla cagnetta che li aveva partoriti assegnò un bel Regina Margot, a parziale risarcimento delle sue umili origini di trovatella. Dantès non stava nella pelle dalla gioia e saltellava felice, giocando a rincorrersi con i suoi fratelli che, più che tre moschettieri, erano tre piccole pesti. La Regina Margot, dalla sua cesta, guardava felice, con una finta aria di distacco, le evoluzioni della sua cucciolata. E non si stupirebbe nessuno se pensasse “Che belli, i miei figlioli. E che fortuna che abbiamo avuto, tutti insieme, ad incontrare queste brave persone”. Una fortuna che, evidentemente non è da tutti. Bastava guardare fuori dalla finestra, verso i prati al limitare del bosco, per capirne il perché. La neve, caduta in abbondanza, si era trasformata in pioggia, rendendo ancora più infido e scivoloso il terreno. Un ragazzino grassoccio stava correndo dietro ad un grosso cane che, a  dire il vero, lo stava letteralmente trascinando. Tentava di trattenerlo con il guinzaglio, ma non aveva forza sufficiente. Piangeva, imprecava, supplicava il cane di fermarsi. Aveva il fiato grosso, incespicò e cadde.  Si rialzò, ansimando. Ma le suppliche non servirono a nulla. Il suo Bertone aveva voglia di muoversi, correre e non prestava ascolto a quel lagnoso ragazzetto. Dantès e tutti gli altri guardavano la scena divertiti dalla finestra, al caldo. Si direbbe, dalle smorfie, che stessero sorridendo. In fondo, non era quello che voleva tanto, quel ragazzino piagnucoloso, tutto bagnato e sporco di neve fangosa? Un bel cane grosso, robusto, scattante…

Marco Travaglini

Alle Vallere nasce l'eco-camping

Po alberi imbrunireSu una superficie di 30 mila metri quadrati, con 40 aree sosta per camper, 40 postazioni per le tende, un ristorante, una piscina naturale biodesign, alle porte di Torino nasce ‘Grinto’, la struttura ricettiva per il turismo sostenibile, nel Parco delle Vallere, lungo il Po, verso l’abitato di Moncalieri. Si tratta di un Urban Eco Village, il primo in Europa, consacrato al basso impatto e all’utilizzo delle energie alternative, prodotto in un’alleanza con il Parco del Po e delle colline torinesi.

(Foto: il Torinese)

27 BORSE DI STUDIO AGLI ALLIEVI DELL’ISTITUTO ARTUSI

ARTUSI CUOCHISono previste per l’anno scolastico2015/16 Borse di Studio per gli allievi più meritevoli dell’Istituto Alberghiero Artusi di Casale Monferrato. Le erogherà la Banca Popolare di Novara agli studenti che nell’Anno scolastico 2015/16 hanno conseguito risultati di eccellenza per profitto, comportamento, capacità e perseveranza; ciò sia sui banchi di scuola che nelle attività pratiche. Sarà una commissione, presieduta dal dirigente Claudio Giani, a stabilire quali saranno i destinatari delle borse di studio secondo la classifica stilata in base ai criteri fissati nel regolamento interno. Per ognuna delle classi dell’Istituto si avranno un primo, un secondo e un terzo classificato a seconda del punteggio ottenuto. Si tratta di un significativo riconoscimento da parte di Banca Popolare di Novara, da sempre punto di riferimento per risparmiatori ed aziende, che a Casale Monferrato vanta una presenza quasi secolare, con un forte radicamento nel tessuto sociale ed economico.

Raid punitivo contro relazione omosex del figlio

carabinieri bloccoIndividuati, e denunciati i colpevoli dell’aggressione avvenuta lo scorso 16 maggio in un’area di sosta di Benevello, in provincia di Cuneo. Sono un professionista di Alba e un suo amico artigiano accusati di concorso in lesioni personali aggravate, violenza privata, minacce aggravate e danneggiamento. I carabinieri hanno stabilito che non si trattò di un tentativo di rapina ma di un ‘raid punitivo’ del professionista per scoraggiare la relazione omosessuale del figlio, appena diventato maggiorenne, con un giovane extracomunitario. I tre aggrediti sono stati medicati al Pronto soccorso, uno di loro ha avuto 90 giorni di prognosi.

Torino Fashion Bloggers, gli eventi di giugno

I 5 EVENTI fashion del mese di Giugno selezionati per voi dalle TORINO FASHION BLOGGERS

 

Per iniziare facciamo un tuffo nella cultura con l’apertura di un importante mostra tutta al femminile.

USA. New York. US actress Marilyn MONROE. 1956.
USA. New York. US actress Marilyn MONROE. 1956.

MARYLIN MONROE, LA DONNA OLTRE IL MITO

Palazzo Madama dedica all’attrice e all’icona Marylin Monroe, una grande mostra con oltre 150 pezzi composti da oggetti personali, tra abiti, accessori ed oggetti di scena, appartenuti alla diva, insieme ad una serie di meravigliose fotografie inedite scattate da leggendari fotografi dell’epoca.

DOVE ? Palazzo Madama a Torino

QUANDO ? Dal 1 giugno 2016 al 19 settembre 2016

QUANTO ? Intero 12 euro Ridotto 10 euro

 FB FASHION W

TORINO FASHION WEEK è un grande evento di moda, unico nel suo genere, una vera e propria settimana della moda che porterà a Torino designers e professionisti nel campo dell’abbigliamento dell’accessorio e del gioiello, in passerella infatti sfileranno oltre 50 stilisti provenienti da tutte le parti del Piemonte e non solo, selezionati da Cna e Confartigianato.

DOVE ? Ex area industriale Mirafiori, Corso Settembrini 178 a Torino.

QUANDO ? Dal 27 giugno al 03 luglio 2016.

QUANTO? Ingresso gratuitoGli eventi e le presentazioni sono aperte al pubblico mentre invece le sfilate sono su invito oppure basta accreditarsi sul sito www.torinofashionweek.it

 FB MARKET

IL BUNKER BIG MARKET 02

L’organizzazione Big Market e il locale Bunker di Torino, presentano una nuova edizione del mercato, BUNKER BIG MARKET un nuovo market place di Torino che nasce dall’esigenza di creare periodicamente un punto di aggregazione alternativo per persone di tutte le età, dagli adulti ai bambini. Per questa edizione vi aspettano più di 60 espositori dislocati all’interno della struttura di Via Paganini. Abbigliamento di seconda mano, vintage, artigianato locale, punti di ristoro dove sorseggiare una bibita o mangiare, workshop, un’ area gioco dedicata ai bambini e musica live.

DOVE ? Presso il Bunker in Via Nicolò Paganini 1 a Torino

QUANDO? Domenica 26 Giugno dalle 10 alle 21

QUANTO ? Ingresso gratuito

 FB AFTER TEA

AFTER TEA SUNDAY MARKET

After Tea è un mercato itinerante nato a Barcellona e approdato a Torino nel 2011. Questo mese torna con una nuova edizione ed una nuova location all’aperto. La bellissima Piazza Emanuele Filiberto e Via Sant’Agostino al Quadrilatero, saranno gli scenari di questo mercato creativo con stand di designer di abbigliamento, oggettistica e arredamento, artisti di ogni genere, collezionisti di vinili ed altro ancora.

DOVE? Al Quadrilatero Romano di Torino

QUANDO ? Domenica 26 Giugno dalle 10 alle 20

QUANTO ? Ingresso gratuito

 FB SALVARIO EMPORIUM

SAN SALVARIO EMPORIUM

E dulcis in fundo vi segnaliamo un importante appuntamento a Torino per lo shopping , il San Salvario Emporium, un ricco mercato interamente dedicato alla creatività e ai designer emergenti,

100 espositori e un universo di giovani creativi in continua espansione: stilisti, artigiani, designer, makers, illustratori ed editori indipendenti che, attraverso tecniche e stili in cui si intrecciano tradizione, estetica contemporanea, ricerca e sperimentazione, creano prodotti originali realizzati in pezzi unici o in tiratura limitata..

Per questa edizione estiva vi aspetta un ospite speciale. Chi ? Noi delle Torino Fashion Bloggers!

Vi aspettiamo nel salotto dedicato all’estate allestito dal laboratorio Zidalab per due chiacchiere e qualche scatto!

DOVE ? Piazza Madama Cristina a Torino

QUANDO? Domenica 12 Giugno

QUANTO ? Ingresso gratuito

tfb1Volete conoscere tutti gli eventi torinesi di Giugno? Li trovate tutti sul nostro magazine www.torinofashionbloggers.com

Si chiude una campagna senza colpi di scena. Ma i candidati hanno lavorato tra la gente

manifesti elezioniNon sono più di moda i comizi in piazza per l’ultimo giorno di campagna elettorale. Tutti i candidati dedicheranno queste ultime ore (la campagna chiude alle 24 di venerdì) per rivolgersi agli indecisi, inviando sms e mail agli elettori. La campagna per le Comunali di Torino non ha avuto colpi di scena e ora è il momento dell’ appello alla partecipazione al voto. Fassino chiede di  “non disperdere energie” e a “scegliere il voto più utile alla città”, Chiara Appendino (M5S) replica: “Facciamo un appello a seggiotutti i torinesi affinché vadano a votare, un’occasione unica per Torino”. Nicola Fratoianni, dirigente di Sinistra Italiana, che candida Giorgio Airaudo è l’unico a fare un minimo di polemica : “Alcuni studenti e un progetto dell’università pubblica – afferma – sono stati usati per fare propaganda per Fassino. Un’operazione discutibile, abbiamo rivolto un’interrogazione alla ministra dell’Istruzione”.  Lo staff di Fassino smentisce: “Solo falsità. Osvaldo Napoli, di Forza Italia,  è stato all’alba all’ospedale Maria Vittoria, dove è nato e, visitando Barriera di Milano  ha anche proposto di dedicare una targa a Gipo Farassino nella sua casa natale di via Cuneo. Video su Facebook per la chiusura elettorale di Roberto Rosso. Il notaio Morano, candidato per Lega e Fratelli d’Italia ha chiuso la campagna giovedì sera con un aperitivo in un locale di piazza Zara.  E sabato sarà giorno di riflessione per gli elettori.

Eternit bis: in attesa della Corte Costituzionale

ETERNIT FABBRICASi saprà forse nella giornata di venerdì o, al massimo, nei primi giorni della prossima settimana, quale è stato l’orientamento della Corte Costituzionale in merito alla questione di costituzionalità sul “ne bis in idem” sollevata dalla difesa di Stephan Schmidheiny davanti al gup del Tribunale di Torino nell’ambito del procedimento Eternit bis e da questo magistrato rinviata al massimo interprete della giustizia costituzionale. Martedì a Roma le parti sono rimaste sulle loro posizioni, da un lato la pubblica accusa, l’avvocatura dello Stato e i legali delle parti civili, dall’altro la difesa del multimilionario svizzero che ha sostenuto le sue ragioni per bocca dell’avvocato Astolfo Di Amato. Laura D’amico, difensore di Afeva, l’Associazione familiari vittime amianto, ha sostenuto con particolare incisività la tesi del non fondamento giuridico della questione, citando una sentenza della Corte europea, nella quale si parla di un soggetto che sia stato condannato o assolto per un reato, “ma qui – spiega Bruno Pesce, coordinatore dell’associazione e della vertenza amianto – non c’è stata nessuna condanna, quanto un non dover procedere perché il reato, che non era l’omicidio ma il disastro, era prescritto”. Dunque l’attenzione di tutti è rivolta al sito nella Corte Costituzionale che, nonostante abbia esaminato il caso martedì, si è trovata nell’impossibilità di pubblicare on line la propria decisione, lasciando tutti nell’incertezza.

Massimo Iaretti

 

 

 

Sciopero autostrade, "bollino nero": rischio tilt domenica e lunedì

autostradaRischio bollino nero    sulla rete di Autostrade per l’Italia, per lo sciopero nazionale dei lavoratori del settore  proclamato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Sla. Potranno verificarsi disagi e code ai caselli dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 2 di lunedì 6 giugno. Sono state indette 4 ore di sciopero per ogni turno, sia domenica sia lunedì, in segno di protesta contro il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto ormai da cinque mesi. Così durante lo sciopero i varchi con pagamento solo manuale potranno essere chiusi per l’assenza degli esattori mentre resteranno aperti quelli con cassa automatica e quelli riservati ai clienti Telepass. In ogni caso verranno garantiti i servizi di assistenza al cliente, con  personale della Viabilità di Autostrade per l’Italia sulle tratte maggiormente trafficate e il funzionamento degli impianti per il pagamento del pedaggio.

Explorando, in bici tra Po e Ticino

ciclo bici expolrandoE’ partito il 2 giugno da Milano l’evento “4 giorni su due ruote – Explorando 3 edizione” che interesserà il comprensorio fra Milano e Torino, lungo il Po ed il Ticino in bicicletta. Si tratta di una manifestazione nata per sensibilizzare il territorio, l’opinione pubblica e gli enti alla realizzazione della ciclostrada del Canale Cavour e la connessione diretta del cicloturismo fra Milano e Torino. Il Comitato promotore del progetto sulla ciclostrada e di “Explorando” è composto dal Parco regionale del Po e della Collina Torinese, dal Parco del Ticino e del Lago Maggiore e dalle Associazioni Irrigue Est Sesia e Ovest Sesia. L’iniziativa gode inoltre dell’assistenza tecnica di FIAB (Federazione italiana Amici della Bicicletta) con la quale è stato siglato un accordo di cooperazione, e di partnership artistica con Etnotango in presidio alla tappa di arrivo finale presso i Giardini Sambuy di Torino. L’ultima tappa si terrà infatti fra Chivasso e Torino, il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, con la visita a Chivasso presso Palazzo Einaudi dove si conclude la mostra fotografica sul Canale Cavour a firma di Irene Cabiati, allestita dal Museo Regionale di Scienze Naturali con la collaborazione dell’Amministrazione comunale chivassese.

Explorando è un evento annuale che in questa terza edizione propone la sperimentazione di un itinerario di quattro giorni con un gruppo di esperti cicloamatori, finalizzata alla realizzazione di una via ciclabile lungo il Canale Cavour, per unire i parchi e le aree metropolitane di Torino e Milano, passando per le alzaie dei canali irrigui che percorrono la pianura fra Piemonte e Lombardia, tra Po e Ticino. Una unione possibile in particolare lungo lo straordinario tracciato di oltre 80 km del Canale Cavour, fatto costruire a metà Ottocento da Camillo Benso Conte di Cavour, normalmente quasi tutto chiuso alla fruizione pubblica. Un progetto che integra e arricchisce il programma di ciclabilità della Pianura Padana promosso già dall’Autorità di Bacino del Fiume Po nel Progetto strategico Valle del Po anni or sono e recentemente ripreso dal progetto VENTO.Torino e Città Metropolitana saranno interessati nella terza e quarta giornata. Sabato 4 giugno i partecipanti arriveranno a Chivasso provenienti da Vercelli, dopo aver effettuato, tra i tanti momenti di visita anche una al Santuario della Madonna degli Occhi di Verolengo. L’ultimo tratto, domenica 5 giugno, dopo la visita alla mostra Canale Cavour ed alla presa in Chivasso, toccherà il museo Freidano a Settimo Torinese, prevede una visita all’Abbazia della Pulcherada in San Mauro Torinese e la parata finale, intorno alle ore 16, in via Roma a Torino.

Massimo Iaretti

Marco Rizzo: “il mio primo atto da sindaco? La rottura del patto di stabilità”

Il segretario generale del Partito Comunista, in corsa come candidato sindaco, affronta con noi i temi più rilevanti per la città: dalla viabilità all’emergenza ex Moi e campi rom

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Qual è la sua visione per Torino, cosa auspica per la città?

Direi la rottura del patto di stabilità, perché la gabbia europea che ci è imposta dal pareggio di bilancio in Costituzione, di fatto inficia l’utilizzo di risorse, quindi tutti i programmi degli altri candidati, belli o brutti che siano, non hanno alcuna risorsa per essere messi in campo. Detto questo, crediamo che Torino debba tornare a essere la città del lavoro, della ricerca e dell’innovazione: non si può pensare che sia una Disneyland per grassi ucraini, come già dissi in altre occasioni. Non esiste alcuna città al mondo che abbia investito in cultura più del 13-14% come si fece in Spagna negli anni ’80, che aveva i grattacieli deserti a Marbella. Sarebbe come raddoppiare di botto la popolazione di Venezia, che di colpo sarebbe una città invivibile. Il turismo e la cultura servono, ma devono essere aggiuntivi.

metro2Ultimamente si è parlato molto della linea 2 della metro, quando la linea 1 è in balia di cantieri eterni che hanno messo alcuni commercianti in ginocchio, lei come gestirebbe la situazione? Inizierebbe una seconda linea?

Credo che bisognerebbe fare un piano strategico per i trasporti; questa giunta come in generale la politica di oggi, si bea di grandi annunci. In realtà sono stati fatti tagli alle corse, specie in periferia e ridotti gli autobus in orari non lavorativi. Noi avremmo bisogno di una ristrutturazione della rete e degli autobus, un incremento del trasporto pubblico dal punto di vista energetico: linee ferrate che inquinano meno e nuove piste ciclabili. Insomma spiegare alla gente, non con divieti ma con un’offerta diversa, che è meglio prendere i mezzi che l’automobile.

Finché i mezzi non saranno efficienti questo non succederà…

Ci sono delle modalità per cui una città si può più o meno inginocchiare a una grande industria. Se la Fiat invece di produrre suv per ricchi, producesse trasporti pubblici elettrici, piccole auto elettriche, sarebbe una scelta industriale di altro tipo. Il comune qualcosa può fare, ma da una parte non c’è la volontà politica e dall’altra ci sono impedimenti generali dovuti alla politica europea.

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Come gestirebbe l’annosa questione dei campi rom e dell’ex moi?

Il problema delle abitazioni è un problema enorme, viviamo in una città dove gli alloggi di proprietà privata nelle periferie perdono sempre più valori e gli affitti si alzano. Questo giochetto è dovuto alla speculazione dei grandi gruppi immobiliari che tengono sfitte migliaia di case. La soluzione c’è ed è prevista dall’art 41-42-43 della Costituzione, i quali dispongono che, in casi particolari, si possa procedere all’espropriazione. Noi dovremmo prendere le case da questi gruppi e obbligarli ad affittarli a canoni popolari: non voglio spaventare nessun signor Pautasso che ha la seconda casa che tiene sfitta per i figli, ma parlo di grandi gruppi immobiliari che vanno privati di questa condizione. In secondo luogo, l’immigrazione non la risolve sicuramente il sindaco di Torino, ma potrebbe spingere per una legge nazionale che preveda a parità di lavoro parità di salari, perché questi grandi spostamenti di massa servono a creare forza lavoro, quello che Marx definiva “l’esercito industriale di riserva”, per abbattare i diritti dei lavoratori. A quel punto saremmo oltre la xenofobia ed elimineremo inoltre anche la spinta a venire qui.

 

asl sanitaSanità: vi sono stati molti problemi sul territorio, che hanno generato la chiusura di realtà ospedaliere come l’Oftalmico, cosa ne pensa?

Anche qui il patto di stabilità è una gabbia che blocca qualunque sindaco. Si colpiscono purtroppo tutti i diritti sanciti dalla Costituzione. Pensare che su questioni così delicate vi sia dietro il mero profitto del privato dietro, è un errore strategico. Il padrone che verrà a investire, lo farà per guadagnare: se la ricchezza sarà generata maggiormente dalle analisi del sangue farò quelle, a discapito di altre analisi. Finirà che le cure più dispendiose saranno a carico dello Stato, le altre alla mercé del profitto.

Fassino ha recentemente proposto l’asilo nido gratuito per le fasce ISEE più basse, è una scelta che condivide?

mole vittorioCredo che il 90% delle richieste degli utenti resterebbe comunque inevasa. L’idea poi di pensare alla formazione in funzione all’impresa è un’operazione miope: fare un corso finalizzato a una macchina in particolare non ha senso, una volta terminato le tue conoscenze non saranno più valide, a causa di una macchina nuova. Cosa fare in alternativa? Elevare l’obbligo scolastico e la conoscenza generale, insieme alla capacità degli strumenti di formazione. L’Italia ha bisogno di un popolo formato che si possa reinventare, anche quando qualcosa in un settore diviene desueto.

In ultimo le chiederei di valutare la candidata dei 5 Stelle, ritiene abbia abbastanza esperienza per amministrare la città?

Appendino sarebbe un cambio e a Torino non serve un cambio, serve una rivoluzione. Il progetto dei 5Stelle, aldilà della candidata che è anche simpatica, rappresenta una continuità, ovvero un “efficientamento” del modello esistente. Lo si può vedere a livello nazionale, se fanno fuori Renzi è già pronto Di Maio che va a Londra e alla BCE, Marco Rizzo non ci andrà mai alla BCE, se non per abbatterla.

Romana Allegra Monti