La relazione del Garante dei detenuti

MELLANOSanità, lavoro e formazione professionale: sono i temi toccati dal Garante dei detenuti nella relazione annuale

“Si tratta di un’attività ad ampio raggio d’intervento. Noi siamo una società aperta che deve confrontarsi con una parte di società ristretta, e l’obiettivo è quello di riuscire a trasmettere al Consiglio regionale l’urgenza e l’importanza di un’attenzione rivolta a quella parte di cittadini che oggi sono detenuti nei vari istituti di reclusione o che scontano la pena attraverso le misure alternative”. È stato questo l’incipit di Bruno Mellano, il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell’ambito del territorio della Regione, in occasione della relazione annuale dell’attività 2015-2016 illustrata, martedì 21 giugno, all’Assemblea regionale.
Contesto, cornice e situazione attuale sono i tre punti che sono stati approfonditi. L’attività si è inserita nell’ambito nazionale con l’inclusione negli Stati generali dell’esecuzione penale voluti dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Si tratta di un lavoro importantissimo – ha sottolineato Mellano –  che servirà a riformare l’ordinamento, a cambiare le prassi, a costruire un modello di esecuzione della pena europeo. Ma anche una vera e propria banca dati di progetti, di idee e di riflessioni che potrà essere utile sia al legislatore, sia all’Amministrazione penitenziaria, sia alla società. In Piemonte si sta procedendo a completare la rete dei Garanti territoriali o comunali, all’appello manca solo più Novara. Si tratta di una risorsa importante per la piena operatività del Garante regionale, che a livello italiano finalmente può anche confrontarsi con il Garante nazionale.
Tre – sempre secondo Mellano – sono le competenze specifiche che richiedono l’impegno della Regione: la sanità (è stato definito il percorso per garantire la rete in carcere), il lavoro (a livello nazionale meno di un terzo dei detenuti lavora, mentre in Piemonte coloro che hanno contratto un regolare rapporto professionale con l’esterno sono appena 161 uomini e 7 donne) e la formazione CARCERE SBARREprofessionale (la Regione Piemonte ha una tradizione positiva degli Enti di formazione in carcere).  Si è poi passati alla fotografia delle problematiche, prima fra tutte ancora quella del sovraffollamento (la media nazionale è del 108%), dove in Piemonte spicca la realtà di Asti, che ospita una casa di reclusione ad alta sicurezza: a fronte di una capienza di 207 posti, attualmente ci sono 290 reclusi(140%); seguono Ivrea (192-236), Torino (1033-1164) e Vercelli (208-223). A migliorare la ricezione, dovrebbe a breve entrare in funzione il nuovo padiglione del carcere di Saluzzo.
Per quanto riguarda la presenza di stranieri all’interno della popolazione carceraria, a livello nazionale su 52.846 detenuti, sono 17.679 (33%), in Piemonte su un totale di 3612 ce ne sono 1545 (44%); nello specifico a Fossano sono il 60%, al “Don Soria” di Alessandria e a Vercelli il 59%, a Biella il 53%, a Verbania il 52% e a Cuneo il 51%.
Infine, il Garante ha fatto cenno alla detenzione minorile, citando il caso del “Ferrante Aporti” di Torino giudicato un’eccellenza a livello nazionale (oggi ospita una quarantina di detenuti che non sono ammessi all’esecuzione penale in comunità); ai Centri di identificazione ed espulsione Cie (quello del capoluogo piemontese ha una capienza di 180 persone, e oggi ne ospita una novantina) e sulla detenzione psichiatrica, un tema molto complesso, che ha visto la Regione Piemonte commissariata per non aver rispettato le direttive e i tempi imposti dal Governo sul superamento degli Ospedali giudiziari, sostituiti dalle Rems, le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria.
Nel dibattito sono poi intervenuti, per la maggioranza Domenico Rossi e Andrea Appiano del Pd, che  hanno sollecitato la rimozione del pregiudizio culturale che ancora esiste parlando di queste problematiche, e la risoluzione delle criticità sanitarie all’interno delle carceri; e Marco Grimaldi di Sel, che ha richiesto in commissione Sanità un incontro tra i direttori delle Asl e degli istituti di pena piemontesi.
Per i gruppi di opposizione, sono intervenuti i consiglieri del M5S Stefania BatzellaGianpaolo Andrissi Mauro Campo, che si sono soffermati anche loro sulla situazione sanitaria, per poi allargare l’analisi alla remunerazione del lavoro per i detenuti, alle donne incarcerate e alla tutela dei pazienti ex Opg; Gilberto Pichetto (Fi), che si è soffermato sul commissariamento della Regione Piemonte per quanto riguarda il superamento degli stessi Opg; e Maurizio Marrone (Fdi), che ha messo in guardia dal fenomeno della radicalizzazione all’interno della comunità islamica detenuta.

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