Mazzonis dialoga con Tiepolo alla Fondazione Accorsi Ometto

mazzonis

Le opere del maestro torinese dialogano con quelle degli artisti da lui collezionati e amati, dal Tiepolo ai vedutisti di fine Ottocento e inizio Novecento

 

Il dialogo di un artista con opere del passato può essere possibile,  tanto più se quelle opere fanno parte della sua collezione. E’ quanto succede nella mostra che il Museo di Arti Decorative della Fondazione Accorsi Ometto dedica a Ottavio Mazzonis, uno degli artisti più importanti del Novecento piemontese. L’esposizione presenta per la prima volta le opere dell’artista affiancate a un corpus selezionato di opere d’arte provenienti dalla sua collezione, stimolando un confronto e un dialogo con un patrimonio di dipinti e sculture compresi tra il compresi Barocco e il Rococo’ europeo, con incursioni nella produzione artistica degli ultimi decenni del Ottocento. Cresciuto in una famiglia aristocratica torinese, nell’antico palazzo dei Solaro della Chiusa, oggi sede del Mao, fin dall’infanzia Mazzonis ebbe modo di confrontarsi con l’arte e la cultura, attraverso la madre Elisa Desio Boggio, che prima delle nozze era un apprezzato soprano,  e il padre, collezionista di dipinti, sia di arte antica sia contemporanea. L’artista sviluppò così un personale gusto per la storia dell’arte che lo portò a creare una sua collezione.

 

La mostra si articola in quattro sezioni. La prima è dedicata alla formazione di Mazzonis; vi sono esposte le opere dei suoi maestri Calderini e Arduino, in immediato confronto con le interpretazioni fornite dall’artista;  la seconda sezione è dedicata alla passione da parte del Mazzonis  nei confronti dei grandi maestri del Seicento e Settecento italiano, come Luca Giordano, il Legnanino e Andrea del Pozzo, le cui opere dialogano con quelle del maestro, a partire dalle diverse varianti della Pietà alle dirette citazioni provenienti da esemplari del sue raccolte di nature silenti. La terza sezione risulta composta dal maggior numero di opere e riflette la particolare inclinazione da parte del Mazzonis per la pittura veneziana del Setecento, dal Tiepolo al vedutismo. Studi e interpretazioni delle opere del Tiepolo, dalle riflessioni sulla celebre Immacolata-Assunta del Prado agli Scherzi dei Pulcinella acrobati, sono messi a confronto con opere di maestri veneti recentemente acquisite sul mercato, come un modelletto di Giambattista Pittoni. In mostra figurano anche scorci di Venezia dipinti dal Mazzonis, non esenti dalle suggestioni del Guardi’, in una dialettica continua con opere del vedutismo lagunare di autori del tardo Ottocento e inizio Novecento italiano.  Proprio queste introducono alla quarta e ultima sezione, in cui sono presenti opere di artisti in ambito torinese tra fine Ottocento  e inizio Novecento, come Gaetano Cellini o Francesco Mosso, con il Bozzetto dell’Adultera, in dialogo con dipinti e lavori plastici del maestro.

 

La mostra “Mazzonis e gli altri”  è visitabile fino al 30 agosto 2015 alla Fondazione Accorsi Ometto in via Po 55.

 

Mara Martellotta

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

I bianconeri conquistano la Supercoppa: 2-0 con la Lazio

Articolo Successivo

Sta bene Stella, la bimba salvata grazie all'operazione "miracolosa"

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta