Librolandia fa 341 mila visitatori in cinque giorni di festa culturale

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SALONE 111salone 667salone conferenzasalone 555Il Salone è una realtà che ormai appartiene allo scenario culturale del nostro Paese, che premia la maturità del proprio pubblico ed appaga la voglia di conoscere e confrontarsi dei lettori. In un’ epoca inquinata da miriadi di monologhi sterili ed incapaci di ascolto

 

Nonostante si sia conclusa con oggi la ventottesima edizione del Salone Internazionale del libro di Torino, al Lingotto non si respira ancora aria di smantellamento. Sarà forse per i dati positivi di quest’anno che registrano un incremento dello 0,7% (341.000 visitatori contro i 339.752 del 2014) o forse per il “battesimo” delle belle parole che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha riservato a questa edizione, ma sembra proprio che l’atmosfera creata in questi cinque giorni in cui si è ascoltato, assaporato ed acquistato cultura, non voglia proprio abbandonare i padiglioni del Lingotto. Sono stati tantissimi gli appuntamenti che hanno tenuto viva l’arte del conoscere, del confrontarsi e del condividere, grazie anche alla complicità di una Torino più che mai turistica e raggiante viste le influenze positive dell’ostensione della Santa Sindone, dell’apertura del Nuovo Museo Egizio e perché no, anche del successo del nostro “cugino milanese” Expo.

 

Quello di quest’anno è stato un Salone che, grazie alla collaborazione con la Buchmesse di Francoforte, ha aperto le porte alla Germania, Paese ospite d’onore, dando così spazio a personaggi come Günter Wallraff (autore di inchieste giornalistiche sotto falsa identità), allo scrittore di best-seller Sebastian Fitrek, al filoso Peter Sloterdijk e a molti altri personaggi illustri.Vere protagoniste di questa edizione sono state però le donne. In un momento come questo, in cui il fenomeno del femminicidio spopola tra le notizie di cronaca e in cui in molti paesi i diritti delle donne non vengono riconosciuti, è stato davvero significativo e quasi commovente, vedere il caloroso abbraccio di folla per Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata con l’acido dall’ex-fidanzato, e per Pinar Selek, la scrittrice di origine turca esiliata nel 2009 dal suo Paese per aver scritto diversi libri che affrontavano temi come i diritti delle minoranze e la questione del genocidio armeno. Un’acclamazione particolarmente sentita è stata anche quella riservata da tantissimi giovani a Liliana Segre e Hetty E. Verolme, che con la loro delicatezza e riservatezza hanno ripercorso il tragico e difficile periodo della loro vita nei campi di sterminio di Auschwitz e Bergen-Belsen. Una trama quella di quest’anno composta da tantissimi fili diversi: partendo dal rammarico di Roberto Saviano per un’Italia che ancora non funziona come dovrebbe, alle riflessioni di Marco Travaglio e Massimo Gramellini, passando poi per la grandissima “lezione di scienza” di Piero Angela, all’imperdibile spazio dedicato alla Grande Guerra e finendo magari con un simpaticissimo colloquio tra i ragazzi e la vulcanica torinese Luciana Littizzetto.

 

Tantissimi argomenti e tantissimi personaggi provenienti anche dal mondo della politica: si può tranquillamente affermare che questo sia stato, in parte, il Salone del presidente e dei ministri come ad esempio Laura Boldrini, Giuseppe Civati, Enrico Letta, con un ampio spazio dedicato anche alla politica e al futuro del Piemonte grazie all’intervento di Chiamparino e del Sindaco Piero Fassino. E soprattutto questo è stato il Salone dei 500 giovani volontari che con la loro dedizione ed il loro impegno hanno donato forma, colore, calore ed eleganza a questa edizione del 2015. Nelle parole rilasciate dall’ ormai storica coppia Picchioni-Ferrero, giunti per altro al loro ultimo anno insieme, si può evincere l’importanza che il Salone del libro ha avuto e ci auguriamo continui ad avere, non solo per Torino e per tutto il resto dell’Italia. Il Salone è una realtà che ormai appartiene allo scenario culturale del nostro Paese, che premia la maturità del proprio pubblico ed appaga la voglia di conoscere e confrontarsi dei lettori. In un’ epoca inquinata da miriadi di monologhi sterili ed incapaci di ascolto , questo evento rappresenta la capacità e la possibilità di poter avere un dibattito e un dialogo comune. E se lo slogan recitava “Italia, Salone delle Meraviglie”, possiamo solo augurarci che per tutti sia stato una vera e propria meraviglia.

 

Simona Pili Stella

(Foto: il Torinese)

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