La tensione è palpabile tra le frange più estremiste della lotta contro la Torino-Lione, dopo le 53 condanne richieste dalla procura per un totale di oltre 190 anni di carcere
Scene da guerriglia urbana davanti all’aula bunker del carcere delle Vallette, dove si sta svolgendo il maxi-processo agli attivisti No Tav in Val Susa, legato all’assalto del cantiere di Chiomonte di tre anni fa. Ieri alcuni antagonisti hanno iniziato a lanciare petardi e bombe carta verso le forze dell’ordine. Un carabiniere che stava svolgendo il proprio servizio è rimasto stordito dall’esplosione di un grosso petardo. Un’ambulanza lo ha trasportato per accertamenti all’ospedale Maria Vittoria.
La tensione è palpabile tra le frange più estremiste della lotta contro la Torino-Lione, dopo le 53 condanne richieste dalla procura per un totale di oltre 190 anni di carcere, al termine della requisitoria al maxi processo, condanne che vanno dai 6 mesi ai 6 anni. I magistrati hanno valutato gli scontri di tre anni fa, quando le forze dell’ordine sgomberarono i manifestanti alla Maddalena, sede del cantiere dell’alte velocità ferroviaria.
“Qui non ci occupiamo della legittimità e dell’opportunità della ferrovia Torino-Lione. Ci occupiamo dei gravi disordini provocati il 27 giugno e il 3 luglio 2011 da soggetti che hanno aderito al movimento No Tav, con il ricorso a una violenza estrema e ingiustificata”. Queste le parole della procura.
(Foto: Oggi Cronaca)
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