Il capogruppo di FI in Sala Rossa: “Ripartiamo dai contenuti e dalla costruzione di una nuova classe dirigente. La sconfitta subita nelle recenti regionali è uno spartiacque”
D: Tronzano, Forza Italia sembra in impasse a livello nazionale?
R: “E’ spiacevole, quasi beffardo sentirsi dire questo. Forza Italia è la forza che sin dal 1994 vuole le riforme ed ha, soprattutto, le idee di quali riforme e di quale modello di società sia utile all’Italia; uno può pensarla come vuole, ma il succo è che non ci è stato concesso di realizzarle nonostante il grande consenso popolare; ora, il gigione Renzi fa sue le nostre idee e le porta avanti con la forza politica, il PD, che non ha mai le piazze contro qualunque cosa faccia. E’ stupefacente e drammatico per la democrazia pensare che Berlusconi eletto dal popolo per le sue proposte abbia dovuto arrendersi ed ora un uomo nominato dalla segreteria del PD, senza un dibattito parlamentare, possa realizzare riforme epocali senza un voto popolare diretto godendo di un clima mediatico così favorevole. Aggiungo che Renzi sta facendo l’opposto rispetto a quanto dichiarato da Bersani durante le sua vincente campagna elettorale del 2013. Renzi deve chiedere una fiducia diretta per poter continuare la sua opera.”
D: Ma non Le sembra in ogni caso che la posizione di Forza Italia sia percepita come un po’ troppo accomodante e quindi renda difficile un recupero dei tanti che non hanno votato?
R: “Potrebbe essere, ma confidiamo che gli italiani capiscano il grande sacrificio che stiamo facendo per il bene del nostro Paese. La possibilità di aumentare facilmente il nostro consenso, come stanno facendo Lega Nord e grillini, lo permutiamo con le riforme utili e inderogabili per una Italia competitiva, equa e prospera nel 2020. Se Renzi non manterrà gli impegni cambieranno anche i nostri atteggiamenti. In ogni caso, gli elettori spero apprezzeranno la nostra responsabilità, anche se capisco la loro voglia di rivincita nei confronti di un Pci, Pds, Ds, PD che per venti anni non ha fatto altro che puntare a sfasciare tutto attaccando Berlusconi a testa bassa. Voglio rassicurare però che Forza Italia è consapevole del danno subito a causa di accuse dimostratesi infondate: milioni di voti persi e tre governi consecutivi non eletti dal popolo; quindi non stiamo facendo sconti, ma stiamo provando a aiutare il cambiamento necessario. Il tempo è galantuomo e dimostrerà i molti fattori esterni alla democrazia che ci hanno impedito di cambiare l’Italia.”
D: Torniamo a livello locale. In Piemonte e a Torino?
R: “Ripartiamo dai contenuti e dalla costruzione di una nuova classe dirigente. La sconfitta subita nelle recenti regionali è uno spartiacque. Coalizione divisa, centrodestra ininfluente, classe dirigente non conosciuta dai cittadini, scandali mediatici e giudiziari ci hanno reso deboli. Il 12% a Torino è assurdo se teniamo conto della pessima situazione odierna dopo 25 anni di sinistra. Nonostante questo, siamo comunque, insieme alla Lega, la seconda forza di questo Piemonte; abbiamo 7 consiglieri regionali e tutte le capacità e possibilità di risollevarci velocemente. Lo faremo. Iniziamo da Oropa e dai contenuti.”
D: Oropa? Molti pensano che cerchiate protezioni onnipotenti?
R: “Al di là della facile ironia che trapela da molti commentatori, Oropa sarà un passo determinante per ridare fiato e spinta ad una idea di società alternativa a quella del socialismo reale in cui vivono gran parte del Piemonte e la totalità di Torino. Vogliamo tornare a rappresentare coloro che ci hanno abbandonato nel tempo; persone e categorie che si sono sentite tradite o poco tutelate dalle nostre azioni concrete. Contrastare le lobbies e l’oligarchia escludente consolidatasi in questi anni è l’obiettivo, ma non per sostituirla con la nostra; noi vogliamo una società dove ognuno possa trovare le condizioni favorevoli per il proprio progetto di vita e di impresa.”
D: Priorità?
R: “Europa, Lavoro, Istituzioni. In particolare, il tema dell’impresa e dell’occupazione è fondamentale. Troppe famiglie, troppi genitori, troppi nonni stanno soffrendo nel vedere i loro figli o nipoti a casa e senza dignità; nel vedere imprese storiche che chiudono dopo decenni di sana attività. Sono ferite che si possono rimarginare, ma credo che siano cicatrici incancellabili per chi ha conosciuto un Piemonte e una Torino creata e basata sul lavoro e sul profitto. Ritornare a dare speranze nel futuro è la nostra missione.”
D: Il suo contributo al dibattito?
R: “Io credo fortemente che la società italiana debba basarsi sulla tutela della maternità, della genitorialità naturale, dei figli. Attenzioni concrete ai bisogni di mamme, papà, figli sono la prima spinta per avere fiducia nel futuro. Potenziare il polo di nascita e cura del Sant’Anna e del Regina Margherita per la prevenzione e la soluzione a favore di una vita di qualità del nascituro, lo screening neonatale allargato per contrastare le malattie metaboliche e dare certezze sulla salute del proprio figlio ai genitori, il congedo parentale, asili nido, una attività sportiva sin dalla scuola materna e, più avanti, un reale orientamento scolastico che eviti lo spreco di risorse intellettive, umane ed economiche sono esempi per spiegare che cosa io intenda per concrete attenzioni.”
D: Ma…
R: “Mi perdoni, concludo rapidamente. Io ascolto molto i cittadini e mi rendo conto di come sia sempre più evidente lo smarrimento, la paura di una società che si stia arrendendo a non essere più comunità. Regole non uguali per tutti, leggi retroattive che cambiano la vita da un momento all’altro, decisioni revocabili all’infinito senza che esista uno forte strato comune di valori che impedisca tutto ciò, assenza di coesione sociale, esigenza di emozioni forti ma assenza di sentimenti che sono quelli sui quali si poggia la costruzione di una vita, disuguaglianze e, soprattutto, quello che si patisce di più è la quasi certezza che il singolo non senta più una responsabilità morale nei confronti delle altre persone. Credo che dire basta a queste cose, con coraggio e forza, dire basta al nichilismo etico ovvero alla posizione che sostiene l’inesistenza della moralità come realtà oggettiva e quindi che sostiene che non c’è azione che sia necessariamente preferibile ad un’altra sia la vera base per rilanciare l’Italia.”
D: Bene sui valori, ma per il lavoro e l’occupazione che cosa pensate di fare?
R: “L’impresa deve essere al centro.Noi abbiamo ancora, in Piemonte, alcuni settori che possono garantire sviluppo, occupazione basandosi sulla qualità del prodotto non globalizzabile, per così dire. Agroalimentare, aerospazio, biotecnologie, sanità, tecnologie per l’ambiente, meccanica strumentale, energia, automotive i settori che possono ridare benessere al nostro territorio. Dobbiamo avere una politica industriale su questi settori. Altra sezione fondamentale è l’edilizia: rimane una priorità assoluta il suo rilancio. E poi, diminuire le tasse, ridare fiato al credito alle famiglie e alle imprese, estirpare la corruzione diminuendo le leggi e i regolamenti e dando il buon esempio come politica.”
D: in bocca al lupo
R: “Crepi il lupo. Vedrà che nel 2016 vinceremo a Torino.”
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