VERSO IL VOTO / LE INTERVISTE DEL "TORINESE"

Marco Rizzo: “il mio primo atto da sindaco? La rottura del patto di stabilità”

Il segretario generale del Partito Comunista, in corsa come candidato sindaco, affronta con noi i temi più rilevanti per la città: dalla viabilità all’emergenza ex Moi e campi rom

 rizzo 1

Qual è la sua visione per Torino, cosa auspica per la città?

Direi la rottura del patto di stabilità, perché la gabbia europea che ci è imposta dal pareggio di bilancio in Costituzione, di fatto inficia l’utilizzo di risorse, quindi tutti i programmi degli altri candidati, belli o brutti che siano, non hanno alcuna risorsa per essere messi in campo. Detto questo, crediamo che Torino debba tornare a essere la città del lavoro, della ricerca e dell’innovazione: non si può pensare che sia una Disneyland per grassi ucraini, come già dissi in altre occasioni. Non esiste alcuna città al mondo che abbia investito in cultura più del 13-14% come si fece in Spagna negli anni ’80, che aveva i grattacieli deserti a Marbella. Sarebbe come raddoppiare di botto la popolazione di Venezia, che di colpo sarebbe una città invivibile. Il turismo e la cultura servono, ma devono essere aggiuntivi.

metro2Ultimamente si è parlato molto della linea 2 della metro, quando la linea 1 è in balia di cantieri eterni che hanno messo alcuni commercianti in ginocchio, lei come gestirebbe la situazione? Inizierebbe una seconda linea?

Credo che bisognerebbe fare un piano strategico per i trasporti; questa giunta come in generale la politica di oggi, si bea di grandi annunci. In realtà sono stati fatti tagli alle corse, specie in periferia e ridotti gli autobus in orari non lavorativi. Noi avremmo bisogno di una ristrutturazione della rete e degli autobus, un incremento del trasporto pubblico dal punto di vista energetico: linee ferrate che inquinano meno e nuove piste ciclabili. Insomma spiegare alla gente, non con divieti ma con un’offerta diversa, che è meglio prendere i mezzi che l’automobile.

Finché i mezzi non saranno efficienti questo non succederà…

Ci sono delle modalità per cui una città si può più o meno inginocchiare a una grande industria. Se la Fiat invece di produrre suv per ricchi, producesse trasporti pubblici elettrici, piccole auto elettriche, sarebbe una scelta industriale di altro tipo. Il comune qualcosa può fare, ma da una parte non c’è la volontà politica e dall’altra ci sono impedimenti generali dovuti alla politica europea.

moi2

Come gestirebbe l’annosa questione dei campi rom e dell’ex moi?

Il problema delle abitazioni è un problema enorme, viviamo in una città dove gli alloggi di proprietà privata nelle periferie perdono sempre più valori e gli affitti si alzano. Questo giochetto è dovuto alla speculazione dei grandi gruppi immobiliari che tengono sfitte migliaia di case. La soluzione c’è ed è prevista dall’art 41-42-43 della Costituzione, i quali dispongono che, in casi particolari, si possa procedere all’espropriazione. Noi dovremmo prendere le case da questi gruppi e obbligarli ad affittarli a canoni popolari: non voglio spaventare nessun signor Pautasso che ha la seconda casa che tiene sfitta per i figli, ma parlo di grandi gruppi immobiliari che vanno privati di questa condizione. In secondo luogo, l’immigrazione non la risolve sicuramente il sindaco di Torino, ma potrebbe spingere per una legge nazionale che preveda a parità di lavoro parità di salari, perché questi grandi spostamenti di massa servono a creare forza lavoro, quello che Marx definiva “l’esercito industriale di riserva”, per abbattare i diritti dei lavoratori. A quel punto saremmo oltre la xenofobia ed elimineremo inoltre anche la spinta a venire qui.

 

asl sanitaSanità: vi sono stati molti problemi sul territorio, che hanno generato la chiusura di realtà ospedaliere come l’Oftalmico, cosa ne pensa?

Anche qui il patto di stabilità è una gabbia che blocca qualunque sindaco. Si colpiscono purtroppo tutti i diritti sanciti dalla Costituzione. Pensare che su questioni così delicate vi sia dietro il mero profitto del privato dietro, è un errore strategico. Il padrone che verrà a investire, lo farà per guadagnare: se la ricchezza sarà generata maggiormente dalle analisi del sangue farò quelle, a discapito di altre analisi. Finirà che le cure più dispendiose saranno a carico dello Stato, le altre alla mercé del profitto.

Fassino ha recentemente proposto l’asilo nido gratuito per le fasce ISEE più basse, è una scelta che condivide?

mole vittorioCredo che il 90% delle richieste degli utenti resterebbe comunque inevasa. L’idea poi di pensare alla formazione in funzione all’impresa è un’operazione miope: fare un corso finalizzato a una macchina in particolare non ha senso, una volta terminato le tue conoscenze non saranno più valide, a causa di una macchina nuova. Cosa fare in alternativa? Elevare l’obbligo scolastico e la conoscenza generale, insieme alla capacità degli strumenti di formazione. L’Italia ha bisogno di un popolo formato che si possa reinventare, anche quando qualcosa in un settore diviene desueto.

In ultimo le chiederei di valutare la candidata dei 5 Stelle, ritiene abbia abbastanza esperienza per amministrare la città?

Appendino sarebbe un cambio e a Torino non serve un cambio, serve una rivoluzione. Il progetto dei 5Stelle, aldilà della candidata che è anche simpatica, rappresenta una continuità, ovvero un “efficientamento” del modello esistente. Lo si può vedere a livello nazionale, se fanno fuori Renzi è già pronto Di Maio che va a Londra e alla BCE, Marco Rizzo non ci andrà mai alla BCE, se non per abbatterla.

Romana Allegra Monti

Osvaldo Napoli: “non solo turismo per Torino, anche imprese: la città deve camminare su due gambe”

Il candidato sindaco di Forza Italia, spiega ai nostri microfoni la Torino che sogna e perché la città necessita di raggiungere, accanto all’incremento del turismo, anche quello del commercio e delle aziende presenti sul territorio

 napoli osvaldo

Qual è la sua visione per Torino?

La città ha un centro stupendo, che nasce dai finanziamenti di Torino2006: l’allora governo Berlusconi fece arrivare oltre 5 miliardi di euro, di cui 3 e mezzo a Torino. Da quel momento nacque la visione turistica della città, che credo vada rinsaldata. La periferia è più degradata e questo porta disoccupazione, quella generale è del 12,5% quella giovanile del 44%: la città è estremamente disuguale, una famiglia su dieci è povera. Non vi è dubbio che per il futuro si dovranno rilanciare le imprese, per viaggiare su due gambe, e non solo su una.

lavoro2Che cosa propone dunque, per rilanciare le aziende sul territorio?

Occupandosi anche solo del degrado, il rilancio ha inizio. Attraverso le tasse si devono andare ad acquistare le case sfitte e da sistemare, per rimetterle a posto e così riusciamo a togliere in parte il degrado e a rilanciare il settore edile. Non bisogna occupare nuovi terreni, ma ricollocare e sistemare gli edifici esistenti. Oltretutto ho fatto una proposta riguardo i parcheggi della zona centrale: il lavoratore dichiarato, che ogni giorno si reca lì per lavorare, deve pagare quanto il residente. Così facendo il lavoratore ottiene anche un risparmio alla fine del mese. Non dico che debbano usare i mezzi, perché per dirlo i mezzi pubblici dovrebbero essere efficienti..

traffico 24In questa città chi può utilizza molto l’auto, proprio perché la metro è molto breve, alcuni punti d’interesse sono mal collegati con mezzi spesso inefficienti…

Lei ha centrato il problema: i cittadini non devono essere colpevolizzati per questo. La situazione non regge più.

Ne risente anche l’inquinamento cittadino…

Sicuramente è una delle problematiche, insieme alla sicurezza e il rilancio economico. Il debito della città è diminuito e questo è vero, ma perché si è andato ad aumentare la tassazione.

 

Cosa ne pensa del progetto della linea 2 della metro, promosso dall’attuale amministrazione?

La progettazione della 2 sarebbe finanziata in parte. Il problema è trovare le risorse, perché semetro 2 non si trovano, si dovranno chiedere alle banche e a quel punto non faremmo che aumentare il debito della città. E’ necessario dunque avere la forza politica di chiederli all’Europa o ai privati.

Secondo lei la linea uno sarà terminata in tempi ragionevoli? Per il momento i commercianti di via Nizza sono in ginocchio…

Fassino pensa che poi quella periferia vada a posto per il semplice fatto che quel nucleo sia sistemato in quei duecento metri, ma non è così. In quella zona c’è la necessità di intervenire in fretta.

 

Ha in mente un progetto preciso per la viabilità torinese?

Un progetto d’incentivo per le linee già esistenti, come la linea 4 ad esempio, che andrebbe rivista completamente. Non c’è alternativa: più frequenza, dunque più personale e più servizi.

Serve una sana spending review e una burocrazia più razionalizzata.

 

mole arcoUna delle liste che la sostiene è “Salviamo l’Oftalmico”: che progetti ha per la sanità?

Nonostante sia di competenza della Regione, siamo molto attenti a queste delicate tematiche. L’Oftalmico è una struttura funzionale ed efficiente e la sua chiusura urla vendetta a Dio. Ci chiediamo quali siano le ragioni, anche economiche, per questa decisione. Inoltre le questioni economiche in sanità, vanno messe da parte. Noi mandiamo un chiaro messaggio in merito: no alla chiusura dell’Oftalmico.

Riguardo l’istruzione, come agirebbe?

La proposta che ha fatto Fassino sugli asili mi ha fatto molto piacere… sa perché? Perché quella proposta l’ho fatta io una settimana prima. Non sono contro qualcuno, nel momento in cui si recepisce il discorso. La proposta che lui ha fatto ben venga, soprattutto dato che è nata da quella che ho fatto poco prima. Altro tema che mi sta a cuore è la sicurezza nelle scuole, ma servono fondi governativi perché non accada mai più un altro “caso Darwin”.

 

Come affronterebbe l’emergenza rom ed ex Moi?

Con due pesi e due misure. Per i rom ci sono i campi autorizzati e quelli non autorizzati, che dunque devono essere chiusi: la legge parla chiaro in merito. Se i campi non hanno i requisiti sanitari necessari, c’è un problema evidente. Perché le persone sono rabbiose nei confronti di queste situazioni? Perché non vi sono gli stessi trattamenti e la legge deve essere uguale per tutti.

 

TORINO INGRESSODi recente c’è stata la chiusura del campo di Lungo Stura Lazio e la pulizia di quello in corso Tazzoli, eppure la richiesta di provvedimenti in questo senso era richiesta da anni dai cittadini…

I campi non autorizzati devono essere chiusi, poi vadano dove vogliono. Non sono io a dover trovare una collocazione a loro, preferisco trovarla per la famiglia in difficoltà, per i ristoratori, i negozianti ecc.

 

Come valuta la candidatura di Chiara Appendino e i recenti sondaggi?

Molto fumo e niente arrosto. Non vedo nulla di concreto nelle sue parole, il consenso che ha è di protesta e non costruttivo. Sono voti di rabbia e protesta. Aldilà dei sondaggi, non si sa mai cosa potrà succedere in una campagna elettorale. Potrebbero esserci delle sorprese…

ponte mole vittorioIl centrodestra è sfaldato, crede che questo abbia influito o influirà sul risultato finale alle urne?

Mi spiace che il centrodestra non sia stato unito. Se i sondaggi sono veri, saremmo arrivati almeno al ballottaggio. L’avevo anche riferito alla Meloni e a Salvini, ma ho notato che forse non ci credevano davvero.

 

Ritiene si siano concentrati maggiormente su Milano e Roma?

Sì, direi di sì. Questo mi spiace molto, sia per la città sia per la frattura nel centrodestra.

Romana Allegra Monti

Alberto Morano: “voglio una Torino più equa, una città studiata insieme ai cittadini”

morano gam gamIl notaio, candidato sindaco per il centrodestra alle prossime elezioni comunali, confida ai nostri microfoni cosa vorrebbe per la città e racconta una Torino diversa, lontana da un rilevante incremento del turismo e dal dimezzamento del debito

 

 

Cosa vorrebbe per Torino?

Io vorrei una città che riprenda a sperare nel futuro, una Torino dove i torinesi si sentano a casa e la città sia trattata equamente, le periferie come il centro. Dove insomma non esista degrado urbano e gli eventi siano in tutta la città non solo nel centro. Sogno una Torino risanata dal debito: con 4 miliardi e 380 milioni di debito è difficile possa sopravvivere, non ha risorse a sostegno dei progetti che servono alla cittadinanza.

 

comune palazzo civicoDunque quale percorso sceglierebbe per provare a risanare il debito?

Vendendo le partecipate di valore, non sono molte, ma quell’incasso potrebbe diminuire in modo significativo il debito. So che non esiste la bacchetta magica, ma un po’ di risorse per ridurre il debito si possono ricavare dalla revisione dei contratti di appalto del comune, tuttavia sono risorse marginali rispetto a quello che servirebbe.

 

Fassino ha ridotto il debito della città di “oltre mezzo miliardo”, come si legge nei suoi volantini…

Questa è una bugia. Il debito era di 4 miliardi e 460 milioni nel 2011 e 4 miliardi e 370 milioni è oggi, è calato dunque solo di 90 milioni. Facile pensare al solo debito finanziario, esiste anche quello commerciale e le obbligazioni.

 

Come opererebbe invece sulla viabilità cittadina?

Partiamo dalla Metro: credo che con somma fatica si dovrà cercare di finire la prima linea, i lavori devono essere svolti in tempi ragionevoli, affinché non uccidano tutto ciò che gli sta intorno. Per la linea due, che dal punto di vista teorico è un’opera importante e utile ma con la situazione economica e finanziaria della città, sarebbe ipotizzabile solo a fronte di uno studio di fattibilità tecnica: tempistiche, finanze e impatto sull’ambiente circostante. Un’opera da realizzare in tempi normali, altrimenti rischia di servire a poco.

tram ztlE per i bus, parcheggi e la ZTL?

Ci sono due possibili impostazioni: quella di alcune grandi città come Londra, Parigi e Milano, nelle quali si paga una tassa di accesso al centro, così da ridurre quella dei parcheggi, liberalizzando il centro; oppure si prosegue nel concetto di ZTL, che comunque non riduce lo smog e non serve a nulla. La tassa di accesso invece, non solo diviene risorsa del comune ma è utile a rendere la città più vivibile. Sono laico su questo punto: va studiato con i tecnici e con la cittadinanza.

La città è molto cambiata dall’ultima volta che furono progettati i collegamenti autobus, non crede vadano rivisti?

Si è cambiata, io sono per parlare seriamente dei problemi, le soluzioni vanno studiate insieme agli esperti e ai cittadini. Senza contare il degrado dei mezzi e l’insicurezza che si percepisce su di essi, ne abbiamo avuto un esempio vedendo quanto successo al giornalista di Repubblica il giorno che presi la linea 4. Prossimamente faremo un’altra gita: prenderemo l’autobus 68, che passa dal Campus Einaudi, per vedere con i miei occhi i problemi quotidiani dei giovani. Fassino c’è mai salito? Non mi pare, eppure è il sindaco.

turisti san carloSe i mezzi pubblici non sono efficienti, ne risentono i cittadini come anche i turisti e per una città che aspira ad avere vocazione internazionale questo è inconcepibile…

La prima cosa che serve al turista è un aeroporto che funzioni, tutti quelli che arrivano dagli Stati Uniti ad esempio, arrivano a Malpensa e ci mettono più di due ore ad arrivare a Torino.

Si potrebbe ipotizzare una linea che colleghi i principali siti turistici della città, soprattutto in alcune stagioni dell’anno.

Eppure il vanto della corrente amministrazione è soprattutto quello di aver incrementato il turismo, anche grazie alle passate Olimpiadi..

Guardando i dati non ne sono così convinto. L’81% del turismo è italiano, in barba all’internazionalizzazione tanto sbandierata. Il restante 19% arriva da Francia, Olanda e Germania. Non credo sia sufficiente, il turismo di un giorno e un giorno e mezzo è un turismo che spende poco. Noi abbiamo bisogno di americani e cinesi, che spenderebbero sicuramente molto di più: abbiamo creato una via del lusso, potremmo anche avere qualche marchio in più e allora sì che verrebbero. I cinesi, come anche i russi vanno a Milano solo per andare al quadrilatero prima ancora che per il resto. Inoltre abbiamo eccellenze museali che sono mondiali, come il Museo Egizio: non è pensabile sia visitato solo da italiani. Un americano però fa prima ad andare a Milano piuttosto che venire a Torino. Non è che non sia stato fatto nulla, è che bisogna fare di più. Non mi pare siano chiare le linee guida per perseguire il salto di qualità: Torino deve divenire un brand, ad oggi non è così. Faccio l’esempio americano perché ho lavorato molto lì e quando mi chiedevano di dove fossi, dovevo rispondere “a un’ora da Milano”, per far capire qualcosa al mio interlocutore, Torino all’estero non è conosciuta.

 

morano1Riguardo invece il problema dell’immigrazione, come agirebbe lei da sindaco?

Ciò che è illegale va represso, ciò che è legale va integrato. Non si può pensare di fare una politica anti-immigrati quando in città ve ne sono circa 150 mila. Non si può essere contro gli stranieri che vivono qui e che lavorano regolarmente, la città morirebbe. Nel 25% di popolazione anziana in città, non ci sono stranieri: questo è un dato importante. Nei prossimi dieci anni, che ci piaccia o no, la conformazione sociale della città sarà molto diversa. Il discorso di chi occupa invece è ben diverso, però attenzione perché vi sono anche i rifugiati politici e non possiamo avere 3000 mila domande e smaltirne 356 in un anno, questo è un problema di inefficienza.

 

Qual è la fonte di questi dati?

 

Dalla polizia, non me lo sono inventato. Se nel mio ufficio lavorassero con questo ritmo, sarebbero tutti licenziati.

 

Nel concreto come gestirebbe questa problematica?

Quello che può fare un sindaco è rafforzare gli uffici che devono dare delle risposte, attivando la prefettura. Oggi, con i poteri attuali, il sindaco non può fare molto di più. E’ in corso una legge di approvazione che pare darà più poteri ai sindaci.

 

perna foto mole 2Cosa pensa della discussa candidata pentastellata?

Ho avuto modo di incontrare Chiara Appendino una volta, per poco. Mi è parsa una persona normale e per bene. La perplessità che può avere un uomo molto più vecchio come sono io, è relativa all’esperienza di lavoro:dalle idee alla loro messa in pratica c’è di mezzo un mondo. Non so se questa candidata ha idea di cosa significhi amministrare una città e soprattutto una città con questi problemi sociali (record degli sfratti) e con questo debito.

La sua mancanza all’evento organizzato dagli architetti è sintomo di questo?

Per me è stata una scelta, per sottrarsi a un dibattito rispetto al quale non è preparata. Qualche giorno fa c’era un dibattito con Confabitare e non è venuta. Tutti avrebbero bisogno di capire quale sia l’idea dei candidati sindaco sui temi che riguardano la città e come molti altri, io non ho la più pallida di idea di quale sia la sua. Forse non lo sa neanche lei.

 

Su molte cose il centrodestra cittadino sarà anche diviso, ma sulle titubanze verso la candidata penstastellata pare siate tutti in accordo…

A questo proposito, con grande onestà le dico che credo poco nel programma di risanamento di Forza Italia, perché è stata all’opposizione per tanto tempo, con sette/otto consiglieri e li ha persi tutti: sono tutti nella maggioranza. Non aveva alcuna visione d’opposizione.

Romana Allegra Monti

(Foto: il Torinese)

 
 
 
 
 
 
 
 

Michele Paolino: “Torino deve diventare policentrica"

“Appendino sindaco? Opzione che non prendo nemmeno in considerazione”

 paolino1

Il candidato alle elezioni comunali Michele Paolino, capogruppo Pd a Palazzo Civico, ci racconta cosa è stato fatto, cosa vorrebbe per la sua città e ci parla della sfida elettorale tra i candidati sindaco

 

 

Qual è la sua visione della città di Torino?

Noi dobbiamo avere ben presente di cosa era Torino: una città legata a una fabbrica, con una vocazione industriale, condizionata nei tempi e nel destino da questo.

A un certo punto, nel bene e nel male, Torino ha patito la crisi globale come tutte le altre città, ma sicuramente non si è fatta piegare da essa e ha provato a seguire altre vocazioni.

In questi anni è molto cambiata, ha saputo utilizzare le aree ex industriali per riqualificazioni urbane, cosa che ha molto riqualificato le periferie. Il centro è più bello e Torino in generale è divenuta consapevole della sua bellezza e ha imparato a promuoverla.

PAL CIVIC
Il famoso critico Vittorio Sgarbi ha dichiarato ai nostri microfoni che Torino è la città più bella d’Italia…
 

Vero. Ad oggi ci sono sei milioni di turisti in giro per la città. Insomma se oggi il New York Times la inserisce nelle città da visitare e Lonely Planet la mette al sesto posto tra le mete europee, è perché qualcosa di importante è stato fatto. Non siamo ai livelli di Parigi ma Torino ha investito bene: certo tutto questo non sostituisce quanto perso nella crisi, ma aggiunge qualcosa di nuovo.

Questo basta alla città?

No certo che no, serve anche attenzione alle persone: Torino non deve perdere la dimensione di una città che sa essere comunità, che sa integrare, a differenza di altre metropoli.

Qual è a suo avviso la maggior criticità che deve essere affrontata a Torino?

Abbiamo fatto molti investimenti straordinari, ora bisogna concentrarci su quelli “ordinari”: questa città ha bisogno di manutenzione, per edifici e strade. Inoltre dovremmo renderci più interessanti per aziende e le imprese, anche per quanto riguarda le tempistiche e la burocrazia, c’è bisogno di snellire le pratiche.

paolino2

Nel centrodestra locale sembra non si trovi una comune via sui candidati sindaco, tuttavia sembra vi sia concordanza per quanto concerne le partecipate: quasi tutti le ritengono carenti e suggeriscono di alienarle. Cosa ne pensa?

Torino ha fatto dismissioni che nessun’altra città ha fatto, ha ridotto al massimo le sue partecipazioni. Sono rimaste Soris, che non può per legge non essere pubblica e Smat che è un gioiellino e deve rimanere pubblica, Amiat è finita nella pancia di Iren quindi l’abbiamo sostanzialmente privatizzata: Iren è una società che eroga un servizio pubblico, è quotata in borsa e segue logiche privatistiche, è una società potente, sono stati fatti accordi, alleanze e integrazioni con aziende simili nel Nord Italia. In ultimo c’è Gtt, azienda pubblica che eroga un servizio di trasporti, noi siamo disponibili a interventi di privati, ma non c’è più molto da vendere ed è importante che restino in mano pubblica. Loro parlano per slogan ma la realtà è abbastanza diversa.

Anche troppo potente, direbbero alcuni. Riguardo invece le periferie, lei è in linea con le idee di Fassino secondo il quale è normale esista un centro e una periferia e che quella della nostra città ha meno problematiche di altre perché meno vasta?

 

Io sono stato per molto tempo presidente di circoscrizione…

ARCHITETTURA

Della circoscrizione 3…

Esatto. Ho visto molto cambiare il mio quartiere, certo bisogna fare di più: il nostro obiettivo è una città “policentrica”, come dice Fassino, che abbia nella sua quotidianità molti centri che non sono conflittuali con il centro storico. La metro oggi consente a chi vive in piazza Massaua di arrivare in centro in tre minuti.

Una conquista giunta con un rilevante ritardo e solo parziale. Un ritardo che conta circa quarant’anni con Milano e di cinquanta con Roma. Senza contare Parigi, dove è stata inaugurata nel 1900 in occasione dell’ EXPO…

 

Certo bisogna continuare a costruirla per garantire maggiore agilità e sicurezza per i cittadini. Su questo puntiamo molto, lo si può capire ad esempio dalla riqualificazione di quartieri come San Salvario: quartieri dove ora la gente vive bene. Certo c’è bisogno di ancor più servizi e attenzione ed è sicuramente una priorità. Il nostro sistema dei trasporti è stato pianificato nell’85, ma da allora la città è cambiata così tanto da essere un’altra, perciò è ora di metterci mano.sala rossa palazzo civico

Ultima cosa: una previsione per le amministrative del prossimo 5 giugno?

Che vinca Fassino al primo turno.

 

Si tratta di una sua speranza o di una sua previsione?

 

Diciamo che è quello a cui stiamo lavorando. Vedo che tuttavia non ci si sta misurando sulle idee, solo su questioni che poco c’entrano con la città. Il mio candidato ha una proposta credibile, ha realizzato molto e vuole continuare a farne. Vedo molta coerenza nelle nostre proposte e poca in quella degli altri, mi spaventano molto i Cinque Stelle.

 

…Nella corsa alla poltrona di sindaco o nelle loro proposte? Pensa possa vincere Chiara Appendino?

Questa opzione non la tengo nemmeno in considerazione, perché tengo troppo alla mia città e non glielo auguro. Nelle loro proposte e nei loro modus operandi. La loro candidata è giovane, c’è rischio di una grande improvvisazione e di uno scarso senso delle istituzioni: non perdono occasione per infangarle e poi si candidano per amministrarle, un ossimoro. Il comune è la casa dei cittadini torinesi e non si spara sulla propria casa.

 

Romana Allegra Monti

Più sicurezza equivale a maggiore sviluppo

Parla il candidato nella Circoscrizione Barriera di Milano Raffaele Petrarulo
 

palazzo civicoPiù controlli e maggiore sicurezza nei quartieri periferici di Torino significano maggior sviluppo sul territorio. Di questo sono fermamente convinti il candidato sindaco per il Comune di Torino Roberto Rosso, e Raffaele Petrarulo, candidato nella sua lista per la presidenza della Sesta Circoscrizione Barriera di Milano, Regio Parco, Falchera, Barca, Bertolla, Rebaudengo. Petrarulo è stato consigliere di Circoscrizione in Barriera di Milano dal lontano 2001, quindi è stato eletto nel 2004 consigliere provinciale nella lista Di Pietro e, nel 2010, nella giunta Chiamparino nella lista Italia dei Valori. “Molti sono i problemi presenti – afferma il consigliere Raffaele Petrarulo – in un quartiere come quello di Barriera di Milano, di cui uno dei piu gravi è quello rappresentato dal suk domenicale. Gli ambulanti stessi sono i primi a aver richiesto maggiori controlli in merito al suk, che è stato trasferito da corso Novara in via Monteverdi. Ci si è, infatti, chiesti da più parti se il suk domenicale sia un reale mercato o piuttosto un “mercato della ricettazione”, costituito soprattutto da abusivi. Noi abbiamo avanzato la proposta che il suk, originariamente collocato a Porta Palazzo, possa tornare in zone a esso limitrofe, quali i giardini di corso San Maurizio”.petrarulo

“Già nel maggio del 2014 abbiamo presentato – continua Raffaele Petrarulo – una petizione con oltre mille firme certificate per richiedere una pattuglia interforze in grado di garantire un maggior controllo sul territorio e sulla linea 4. Questa linea, d’altronde, risulta strategica per l’ingresso alla città di Torino, collegando, nella sua prima tratta, l’area dell’Auchan, all’ingresso della città dall’autostrada Torino- Milano, a quella di Porta Palazzo. La linea 4 avrebbe dovuto essere interrata, allo stesso modo si sarebbero dovuti creare dei semafori intelligenti, in grado di diventare verdi al passaggio del tram. Viceversa ora il tram rimane fermo circa cinque minuti”.

“Un’altra problematica di cui ci siamo occupati e che ci sta molto a cuore – prosegue Patrarulo – riguarda l’impiego dei fondi europei, vale a dire dei milioni di euro stanziati per la riqualificazione di Torino Nord. Nel caso del mercato di piazza Foroni non c’è stata, per esempio, un’adeguata sistemazione. È mancato, infatti, il rinnovo dell’arredo urbano, tanto che, nella piazza del mercato, non si trova neanche una panchina”.

“Infine – conclude il candidato consigliere Raffaele Petrarulo – non si può ignorare il problema rappresentato da Lungo Stura Lazio, da dove sono stati spostati i rom, per farli semplicemente defluire verso via Germagnano. A Torino manca la sicurezza e di questa mancanza è imputabile il sindaco Fassino, che dispone dei vigili urbani e potrebbe, per questa ragione, impiegarli in modo più utile e appropriato sul territorio, piuttosto che lasciarne un numero molto elevato negli uffici. D’altronde a Torino i tempi per gli interventi sono lunghissimi. Ci sono voluti be 4 anni per ottenere due nuove stazioni della metropolitana e ciò dimostra che siamo ancora ben lontani dall’essere un centro di innovazione. Torino fa, inoltre, le spese del suo forte indebitamento nel bilancio comunale. In campo sanitario, ogni giorno, assistiamo anche a liste d’attesa sempre più lunghe per gli esami specialistici e alla incombente minaccia di chiusura di centri ospedalieri di eccellenza come l’ospedale Oftalmico, contro cui dobbiamo combattere”.

 

Mara Martellotta

Migliori servizi e rigore della spesa per il rilancio di Torino

palazzo civicoPaolo Greco: “La nostra città ha perso la propria identità. La crisi di questi anni ha toccato tutti quanti e per risollevarci non basta puntare solo sul Turismo e Cultura. Non dobbiamo e non possiamo dimenticare l’impronta industriale e manifatturiera”

Le sue idee sono chiare e precise, la sua politica è riassumibile in tre punti principali: rigore nella spesa, aumento del numero di asili, abbattimento del caro mensa e una maggiore sicurezza in città. Con questi obiettivi, Paolo Greco, Udc,si ripropone al Consiglio Comunale. Già membro della Commissione Bilancio, vicepresidente della Commissione Commercio e membro della Commissione Controllo di Gestione,  che è l’unica commissione guidata dal centro-destra.

Proviamo a fare un bilancio della città, quali sono i cambiamenti più significativi?
La nostra città ha perso la propria identità. La crisi di questi anni ha toccato tutti quanti e per risollevarci non basta puntare solo sul Turismo e Cultura. Non dobbiamo e non possiamo dimenticare l’impronta industriale e manifatturiera, la Fiat ha dato un posti di lavoro e stipendi. Adesso è necessario ridare valore anche al Politecnico, un tempo, ancor prima di laurearsi, i giovani trovavano un posto di lavoro nelle nostre industrie.  Un altro grave problema sono i costi delle mense negli asili, a Torino il prezzo medio é di circa 120€ al mese, somma tra quelle più alte d’Italia se si  pensa che in città come Roma o Napoli il costo varia di 50-60 euro.greco

Cosa si può fare per risolvere queste problematiche?
Bisogna insistere con la riduzione del debito, è necessaria una riqualificazione cittadina e dei centri urbani, fornendo ai cittadini migliori servizi a partire dai trasporti. Primo fra tutti un miglior collegamento da Caselle con altre città europee, senza doversi spostare fino a Milano. Incentivare i giovani allo studio, molti abbandonano gli studi già dalla terza media. É necessario inoltre garantire maggior sicurezza ai cittadini, istituendo magari la figura del poliziotto di quartiere. Io non nascondo che questa città stia attraversando un periodo difficile, ma io credo molto nel mio lavoro, io stesso sacrifico la maggior parte del mio tempo per dedicarmi alla politica e per cercare di capire quali siano le difficoltà e ciò che posso fare per impegnarmi a risolvere, dove possibile, i problemi. Il consigliere comunale deve essere un punto di riferimento per i cittadini.

 

Roberta Perna

Il ritorno di Bossuto contro il "sistema Torino"

bossuto juriJuri Bossuto torna alla politica attiva. Dopo il non brillante risultato elettorale del 2011 , si è dedicato alla sua passione di ricercatore e scrittore. Gli ho telefonato per incontrarlo, curioso sul perché di questo suo ritorno. Come al solito gentilissimo mi ha fissato l’appuntamento in centro. Tanta e tale la distanza politica tra noi, tanta e tale la mia stima nei suoi confronti. Corretto, è radicale nella ricerca della verità. Gli darei il mio portafoglio tanta è la fiducia che mi ispira.

Allora… perché questo ritorno?

“Veramente non ho mai smesso , sicuramente agendo in altre forme ed altri modi rispetto al  passato. sempre comunque attento ai problemi di questa bella e nostra martoriata città. La proposta è arrivata direttamente da Giorgio Airaudo, e non ho avuto esitazioni, anche se dovrò rinunciare a qualcosa che mi ero prefissato di fare”.

Scusa se insisto: perché?

 “Non ne posso più del sistema di Torino. Sistema che ha, perlomeno, “anchilosato” questa nostra città. Ti assicuro, è molto ma molto diffuso il malcontento, e non solo negli ambienti che tradizionalmente frequento. Così mi sono detto: vale la pena, superati i 50 anni mettersi in discussione”.

Che ti dice la famosa frase: se a vent’anni non sei comunista sei senza cuore, se lo sei a quaranta senza cervello?

“Patrizio sei sempre il solito provocatore, avere il cuore, avere cervello ed essere comunista è concretamente possibile, persino gli epigoni dei Savoia si sono complimentati per il libro ‘Le catene dei Savoia’ “.

Spiega meglio… tu comunista con i monarchici?

“Già, e pensa che le maggiori critiche fino all’isolamento dopo aver scritto il libro le ho avute da sinistra. Passi per le critiche, ma addirittura le minacce. Viceversa i monarchici mi hanno solo chiesto d’intervenire, rispettando le mie idee. Molto strana, a volte, la realtà. Ho scritto questo libro perché mi sono documentato. Fare il ricercatore mi è sempre piaciuto. Quando entro in un archivio è come vivessi una realtà parallela. Dal mattino a sera, senza mangiare, senza aver voglia di mangiare, rendendosi conto che il tempo è passato perché un gentile impiegato t’informa che si deve chiudere. Ha dato fastidio , non è vero che i Savoia hanno ucciso molti soldati ed ufficiali Borboni. E poi è totalmente esagerato sostenere che nel Risorgimento ci sono le premesse della destra fascista italiana”.

Come hai  “campato” in questi anni?

“Sicuramente ho fatto quello che mi piaceva fare. Scrivere, ricercare, studiare, ma le miei convinzioni mi hanno portato anche isolamento. Luci ed ombre, ma diversamente non avrebbe potuto essere”.

Ma il nostro Juri è anche un narratore. “Un’amica mi ha regalato Il gatto nel cuore di Torino. Una storia vera. Due mezze serate lettura completata.Un incontro apparentemente banale con la gatta diventa recupero di rapporti umani tra le persone. Ci sono sempre piccole miserie umane, ma vince la solidarietà. Visti i tempi non cosa da poco”

Pensavo, credevo di trovare il politico, ho ritrovato l’umanità di Juri, eccezionale visti i tempi.

Patrizio Tosetto

Giovanni Andrea Porcino, un presidente giovane in sala Rossa

E’ il più giovane Presidente di sempre del consiglio comunale torinese 
porcino

Giovanni Andrea Porcino è il più giovane Presidente del Consiglio comunale di Torino, nato nel novembre 1988. Nella primavera del 2011, quando è stato eletto in Consiglio comunale, aveva 22 anni, ed era uno dei più giovani consiglieri di Italia dei Valori, quindi è passato nel gruppo misto di maggioranza, per poi aderire ai Moderati. Una laurea in Giurisprudenza, attualmente una pratica notarile in corso, ha assunto la presidenza del Consiglio comunale prendendo il posto di Giovanni Maria Ferraris, dimessosi dopo l’incarico di assessore presso la Regione Piemonte.

” All’inizio della mia presidenza – spiega Giovanni Porcino, una tradizione politica familiare ( il padre Gaetano è stato anch’egli consigliere comunale a Torino, prima nell’Italia dei Valori, poi nel Gruppo Misto) – c’è stato sicuramente un certo scetticismo dovuta alla mia giovane età. Il presidente del Consiglio comunale deve, infatti, costituire un elemento di stabilità rispetto a al suo organo di riferimento che, un tempo, aveva competenze esclusivamente amministrative, mentre oggi ha competenze che non sono più esclusivamente di controllo e programmazione”.

“Al di là dei classici procedimenti che dipendono dal Consiglio, come l’approvazione dei bilanci – prosegue Giovanni Porcino – durante la mia presidenza ritengo sia stata degna di nota la riforma del decentramento. La sua discussione era iniziata già sotto la giunta Chiamparino, per iniziativa dell’assessore Marta Levi. Le Circoscrizioni passeranno, grazie alla riforma, da 10 a 5, con un passaggio transitorio a 8. Ci trovavamo, infatti, di fronte a circoscrizioni che non erano spesso omogenee tra loro. Per esempio quella di Mirafiori vantava solo 40 mila abitanti, molto meno dei 130-140 mila raggiunti dalla Circoscrizione San Paolo. Quindi si è pensato che la Circoscrizione Mirafiori fosse opportuno che si fondesse con l’attigua Circoscrizione Santa Rita, come San Salvarlo e Cavoretto con la Circoscrizione Nizza-Lingotto. Sicuramente la riforma del decentramento che abbiamo attuato non risulta quella ideale in toto, ma quella maggiormente rispondente all’esigenza di razionalizzare i costi con i risparmi e le economie prodotte. Alcune circoscrizioni, infatti, amministravano un bilancio molto esiguo. È stata istituita, per ottenere questa riforma, una commissione ad hoc, che ha effettuato uno studio e prodotto una relazione, poi discussa con delibera del Consiglio comunale”.

“La giunta Fassino in questi anni – afferma Giovanni Porcino – ha avuto, secondo me, un duplice merito. Da un lato è stata fondamentale l’opera di risoluzione dell’ indebitamento da parte del Comune di Torino, dall’altro è stato indispensabile attuare la privatizzazione di alcune partecipazioni comunali, quali l’inceneritore Trm e l’aeroporto Sagat. Nel caso, per esempio, della Sagat la riduzione della quota di partecipazione comunale ha, comunque, mantenuto inalterato lo standard dei servizi erogati”.

“È stata fondamentale infatti – precisa Giovanni Porcino – la razionalizzazione da parte della giunta Fassino delle attività che afferiscono al Comune, fatto che ha portato a un graduale ripianamento del bilancio garatendo, in termini di qualità, i servizi erogati. Torino, infatti, dal punto di vista di questi ultimi, non è un Comune a tassazione elevata. Un altro grande vantaggio è rappresentato dal fatto che Fassino, in qualità di Presidente dell’Anci dal 2013, si relaziona costantemente con Roma e con il governo, cui fa presente le problematiche della città. La giunta comunale si è impegnata e io, come candidato alle amministrative, mi impegnerò anche in futuro a potenziare la vocazione non solo industriale, ma turistica torinese, aumentandone la visibilità internazionale”.

“Nel campo del welfare – conclude Porcino – ho molta stima dell’assessore Elite Tisi, che ha ricevuto una delega molto delicata; un progetto veramente importante è stato quello di creare – in collaborazione con i privati – degli asili notturni, che svolgono funzioni assolutamente indispensabili, quali l’erogazione delle cure dentarie. Torino deve anche puntare molto sui giovani e soprattutto coinvolgere quelle fasce giovanili oggi purtroppo ai margini della società produttiva, rappresentate dai “net”, compresi tra i miei 20 e 35 anni, che non lavorano e non studiano, paiono rassegnati e non cercano più una collocazione lavorativa. La presenza di importanti incubatori come quelli universitari e di percorsi di riqualificazione può essere assolutamente fondamentale per questi soggetti, che non vanno dispersi, perché costituiscono una risorsa umana molto preziosa”.

 

(Foto: www.spaziotorino.it)

 

Scanderebech (Pd): "Come è cambiata e come cambierà Torino"

scande scooterMastica pane e politica da quando aveva 6 anni. Tutto sommato il suo destino era già segnato. Così a soli 21 anni, Federica Scanderebech diventa la più giovane Consigliera Comunale d’Italia

Mastica pane e politica da quando aveva 6 anni. Unica bambina a conoscere, e a spiegare ai suoi compagni delle elementari il significato della parola parcondicio. A 8 anni si divertiva a seguire e a distribuire volantini per il partito del padre, Deodato Scanderebech, pronta a consegnare rose all’ingresso delle convention. Tutto sommato il suo destino era già segnato. Così a soli 21 anni, Federica Scanderebech diventa la più giovane Consigliera Comunale d’Italia. Ora a soli 31 anni con già due mandati in sala rossa alle spalle, é pronta per una nuova corsa come candidata del Consiglio Comunale di Torino, con il Partito Democratico al fianco di Fassino.

In questi ultimi cinque anni com’é cambiata Torino? 

sala ROSSAFare un elenco completo è impossibile, in questi anni la città é andata avanti, ha saputo fronteggiare la crisi e ha avuto un enorme apertura culturale. Una città che ha saputo stare al passo con i tempi, diventando un punto di riferimento per i giovani e una grande meta turistica. Siamo una città policentrica, su misura del cittadino che ha saputo creare nuove opportunità. A partire dalla Fiat che ha un ruolo importantissimo per la nostra città, ma non è più il nostro unico punto di riferimento, ne abbiamo molti altri. Offriamo sempre più attività e progetti per far trovare lavoro ai giovani, come l’iniziativa di Io lavoro al Pala Alpitour. Una grande opportunità, che per chi riesce a iscriversi e a mandare il cv è una grande occasione, e negli ultimi due anni l’offerta non è solo in ambito turistico. Stiamo diventando una città sempre più smart , oltre al funzionamento della Gtt, stanno prendendo sempre più piede le iniziative di bike e car sharing. La mia ultima proposta, prendendo spunto da Milano, è quella di far prendere piede anche allo scooter sharing.

Com’è il mondo politico per una giovane donna? 

comune palazzo civicoMi piace ripetere che la politica o la si ama o la si odia, per me questo è un grande amore a cui dedico davvero tutta me stessa. Richiede impegno e sacrificio, visto anche gli orari stravaganti che facciamo, spesso tutto questo lavoro non viene percepito dal mondo esterno. Io non ho mai trovato delle difficoltà nel confrontarmi con gli altri uomini, c’è sempre rispetto e aiuto reciproco. Io non credo nelle quote rosa, ma raccogliendo l’idea della Boldrini, abbiamo cambiato lo Statuto con il nuovo linguaggio di genere. Da quando io ho iniziato a lavorare di donne in Consiglio eravamo circa 5, così da quest’anno abbiamo introdotto una grande novità nella scheda elettorale. Per la prima volta verrà introdotto il sistema della doppia preferenza di genere.

Cosa vuol dire la doppia preferenza di genere? 

Vuol dire che sulla scheda elettorale accanto a ogni partito ci saranno due righe a disposizione del votante, sulla prima si potrà scrivere il cognome di una donna, sulla seconda riga il cognome di un uomo. É necessario che i due candidati siano dello stesso partito e candidati entrambi per il Consiglio Comunale.

SCANDECome vedi il tuo futuro politico? 

Spero di ottenere il mandato al Consiglio Comunale e di continuare a lavorare sempre con passione. Per me è importante che ci sia dialogo e comunicazione, giro nelle vie di Torino e nelle piazze proprio per farmi conoscere, per abbattere quel timore che spesso i cittadini hanno nei confronti di un politico. Io non voglio fare delle promesse, perché sarebbe ridicolo specie se non riuscissi a rispettarle. Sono a disposizione di Torino e dei cittadini, pronta ad ascoltare tutte le loro problematiche. A partire da quelle più semplici, come la richiesta di un cassonetto vicino più vicino casa, a una proposta più articolata come organizzare un mercatino nell’area mercatale per favorire la vendita dei prodotti e creare una grande occasione di socializzazione. Con la mia disponibilità voglio far in modo che la gente torni ad avere fiducia nelle istituzioni.

Roberta Perna

 

Bilancio Regione, Giorgio Bertola (M5S): “respinti i nostri emendamenti, siamo molto delusi”

 

Sarà discusso oggi il bilancio di previsione 2016-18 della Regione Piemonte, Giorgio Bertola capogruppo M5S a Palazzo Lascaris, dichiara in anteprima a Il Torinese: “è un bilancio nel quale non ci riconosciamo per nulla”

bertola regione

LM5S è riuscito a ottenere qualche vittoria in Regione, pur stando all’opposizione?

I nostri progetti sono a medio lungo termine quindi è più difficile ottenere risultati immediati, tuttavia in questi anni qualche risultato lo abbiamo portato a casa sia concretamente, sia in astratto: abbiamo influenzato il quadro politico-culturale, ad esempio in ciò che concerne i costi della politica. Per noi non era accettabile che un consigliere regionale guadagnasse 12, anche 16 mila euro con rimborsi farlocchi: anche se le nostre richieste non sono state accettate, dal 2010 ad oggi i costi della politica sono diminuiti indice forse della nostra influenza. Adesso ci proponiamo per amministrare la città perché pensiamo di poterlo fare bene. Lo dimostra anche il fatto che Fassino pur avendo a disposizione una campagna elettorale da 1 milione di euro (e noi da 40.000), stia proponendo obiettivi e messaggi che noi abbiamo già lanciato prima, come sul tema periferie: sta facendo una campagna che non gli appartiene molto, ma ciò significa che ha l’esigenza di contrastare il nostro lavoro e che quindi siamo un avversario degno, che fa paura.

consiglio lascarisLe maggiori critiche mosse dalle forze politiche avversarie alla vostra candidata, Chiara Appendino, sono state proprio queste: “non ha abbastanza esperienza”, “ non ci convince la classe dirigente che ha alle spalle, non sappiamo chi sono”. Cosa risponde a queste critiche?

L’affermazione “non sappiamo chi sono” ha un’accezione positiva a mio avviso, proprio perché espressa dalle forze politiche: rappresentiamo una rottura con i volti della politica che hanno fallito in termini di amministrazione. I cittadini che li hanno votati, hanno visto cosa hanno fatto e cosa no, se io voto qualcuno e poi lui delude le mie aspettative, non lo voto più. Chiara è una candidata molto preparata, ha alle spalle cinque anni in consiglio comunale, quindi ha potuto conoscere il funzionamento della burocrazia cittadina e la sua amministrazione. Certo è che se non fai o non hai la possibilità di fare, non imparerai mai nulla.

 

Il nuovo comporta sempre un duplice aspetto e fa paura. Aldilà di chi sarà eletto sindaco di Torino, quali saranno, secondo la sua esperienza, le priorità che dovrà affrontare?

 

Io non m’innamoro degli slogan, ma mi piacciono quelli che sono stati scelti: vogliamo una città solidale, sicura e sana. Tre aggettivi che descrivono bene ciò che si dovrebbe fare a Torino, tutto legato al nuovo concetto che si vorrebbe avere di città: in questi anni ci hanno raccontato una Torino più bella, più smart. Questo è vero solo in parte, perché riguarda solo il centro. La periferia invece è vittima dell’incuria dell’amministrazione vigente e della crisi, non a caso Chiara ha svolto la sua presentazione a Falchera, perché la città è anche periferia. Questo poi è connesso con tutto il resto, un quartiere più bello è più sicuro e ha più mobilità: Torino conta 63 auto ogni 100 abitanti, Berlino 35, Madrid 32; probabilmente lì c’è meno bisogno dell’auto.

 

In quelle città i trasporti sono efficienti. Io, come penso qualsiasi cittadino, prendereiconsiglio X 1 volentieri i mezzi pubblici, se non ci si mettesse, ad esempio, un’ora e mezza /due per andare da Barriera di Milano a Mirafiori. Lo stesso nuovo Campus Einaudi risente di queste criticità.

 

Certo. Di questo ne risente anche la qualità dell’aria: a tal proposito, l’amministrazione corrente non ha fatto nulla, basta dare uno sguardo ai risultati. Indire lo stop delle auto o il viaggio in metro con un solo biglietto e aspettare un po’ d’aria e pioggia, non ha risolto la situazione. Non si è fatto nulla di recente, per non risultare impopolare agli occhi dei cittadini bloccando il traffico, cosa che non accadrebbe se avessimo mezzi di trasporto efficienti: la stessa linea 1 della metro è ancora da finire: la zona di piazza Bengasi e via Nizza è in ginocchio. Quello che doveva essere un servizio in più per i cittadini è divenuto invece una nuova ferita.

 

Oggi si discuterà il bilancio della regione 2016-2018, puoi darci un’anteprima?

 

E’ stato licenziato l’altro ieri dalla commissione, con nostro voto contrario e oggi ci sarà la discussione generale in aula. Siamo molto delusi, abbiamo proposto una serie di emendamenti puntuali e non solo per rappresentare qualche situazione, ma per migliorare davvero qualcosa. La risposta è stata contraria da subito: nessuna delle nostre proposte sarebbe stata presa in considerazione, un muro eretto da parte della maggioranza.

Una risposta poco democratica…

Abbiamo grossi problemi di bilancio e risorse, è molto difficile poter spostare le cifre e questo lo sappiamo, ma lo scorso anno ad esempio, per dimostrare un ascolto all’opposizione qualche intervento è stato approvato, sulle bonifiche amianto e sulle politiche sociali per citarne un paio. Quest’anno l’assessore ci ha detto da subito che non sarebbe passato nulla.

Questo è imputabile alla sola carenza di risorse o anche ad altre ragioni, magari politiche?

Secondo noi anche alla non volontà di farlo, perché si sentono in campagna elettorale e vogliono un po’ autolegittimarsi, secondo la filosofia del “va già tutto bene così”. Se ne parlerà magari, durante la fase di assestamento del bilancio, quindi in estate.

Quindi a dopo le elezioni…

Sì. Un bilancio nel quale non ci riconosciamo per nulla. L’oftalmico ad esempio è per noi molto importante, ma registriamo un atteggiamento dilatorio da parte della Giunta, hanno fatto questa scelta, si sono accorti dell’errore ma non vogliono ammetterlo. Di conseguenza non fanno passi indietro, ma nemmeno in avanti. Si rimanda anche qui, a dopo le elezioni.

Come anche per l’introduzione delle nuove strisce blu.

 Da qui in poi sarà ancora peggio, perché avranno paura di effettuare scelte impopolari. Insomma, ne vedremo delle belle.

 

Romana Allegra Monti