“Venivano avanti, Peppino Ballinari e suo padre, per la via Molinetto alle cinque di mattina, diretti alla stazione. Era appena chiaro e una luce diffusa e senza ombre, ben nota a Peppino che a quell’ora era rincasato tante volte dopo le nottate di gioco, annunciava una serena giornata d’autunno. I merli che passavano chioccolando dalla villa Hurlimann alla villa Triacca, grossi come corvi, avevano l’aria di essere, più che stanziali, addirittura di casa in quella strada quasi campestre; mentre Peppino, che in quella strada abitava e in quel paese era nato, se ne andava lontano forse per sempre…”. Così inizia “Il 28 ottobre” ( Edizioni SE, a cura di Federico Roncoroni), un racconto di rara intensità, che Piero Chiara scrisse tra il 1961 e il 1963, e che, nel 1964, avrebbe dato il nucleo centrale – “l’episodio della Ines” – alla seconda edizione del “Piatto piange” e, nel 1981, la descrizione del viaggio del protagonista alla volta di Venezia al romanzo “Vedrò Singapore?”. Un racconto di notevole bellezza e qualità narrativa, che fa da cerniera tra due momenti fondamentali della notevole attività letteraria dello scrittore di Luino: il romanzo d’esordio e quello della maturità.
M.Tr.