Potrebbero già esserci i primi indagati nell’ inchiesta condotta dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis che hanno ascoltato le testimonianze di decine di sottoscrittori
Torna in scena persino Michele Giovine, l’ex consigliere regionale dei Pensionati noto per la vicenda delle firme false che ha fatto cadere la Regione di Roberto Cota. Visto che la vendetta è un piatto che si consuma freddo, Giovine deve aver goduto parecchio nel presentare un ricorso contro le liste di Chiamparino utilizzando le stesse motivazioni che il centrosinistra aveva impiegato per far decadere le liste del centrodestra. Secondo il “pensionato”, se venissero accertati i taroccamenti delle firme verrebbe a mancare il sostegno del corpo elettorale alla Regione. Così come i tribunali decisero per la precedente amministrazione.
In effetti una nuova mazzata giudiziaria potrebbe abbattersi sul centrosinistra dopo il “richiamo” a processo degli esponenti della maggioranza regionale – quasi tutti del Pd – coinvolti nella vicenda di Rimborsopoli e dopo i rinvii a giudizio per la vicenda degli affitti dei Murazzi. Ora torna alla ribalta la storia delle firme tarocche che, si sospetta, possano essere state raccolte alle ultime elezioni regionali per la presentazione delle liste collegate al candidato presidente Sergio Chiamparino. Potrebbero già esserci i primi indagati nell’ inchiesta condotta dai pm Patrizia Caputo e Stefano Demontis che hanno ascoltato le testimonianze di decine di sottoscrittori. La procura torinese ha ordinato anche alcune consulenze ad esperti calligrafi per valutare eventuali firme fasulle.
Ieri gli agenti della squadra di polizia giudiziaria hanno fatto un superlavoro a Sant’Antonino di Susa dove, nella locale stazione della polizia municipale, hanno interrogato i 250 sottoscrittori della lista Monviso, a sostegno del candidato presidente e oggi governatore Chiamparino. E siamo solo all’inizio.
(Foto: il Torinese)