TORINO MUSEI/2 - NEL CENTRO DI TORINO ALLA SCOPERTA DELL’ENORME COMPLESSO MUSEALE

I Musei Reali: un viaggio lungo la linea del tempo

55 mila metri quadrati per un itinerario di visita lungo quasi tre chilometri che nel 2016 è stato percorso da più di 300 mila visitatori: questi sono i numeri da capogiro dei Musei Reali di Torino. Nel pieno centro della città formano un complesso costituito da quattro musei visitabili con un unico biglietto – Museo di Antichità, Galleria Sabauda, Palazzo Reale e Armeria – ai quali si aggiungono la Biblioteca Reale, la Cappella della Sindone, i Giardini Reali e lo spazio espositivo al piano terra di Palazzo Chiablese. Se quest’ultimo ospita periodicamente mostre temporanee – dal 4 ottobre aprirà i battenti Mirò! Sogno e colore, esposizione monografica con 130 opere dell’artista surrealista nato a Barcellona nel 1893 – le altre realtà del complesso conservano reperti archeologici, dipinti, sculture, libri, disegni e arredi attraverso i quali è possibile compiere un vero e proprio viaggio lungo la linea del tempo, dalla preistoria sino alle porte del XXI secolo.

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Le testimonianze storico-artistiche imperdibili che si incontrano lungo l’itinerario di visita sono innumerevoli. E’ impossibile non fermarsi davanti al prezioso Tesoro di Marengo conservato nelle sale del Museo di Antichità, prima di perdersi ad osservare i dipinti della Galleria Sabauda. Tra questi ultimi, in gran parte provenienti dalle collezioni dinastiche dei Savoia, si incontrano delle opere di grandissimo valore, realizzate dagli artisti delle principali scuole europee tra il XIV e il XIX secolo. Solo per citarne alcune, si possono ricordare le tavole dei fiamminghi Jan van Eyck e Rogier van der Weyden, la Venere di Sandro Botticelli, la grande Cena in casa di Simone di Paolo Veronese, le tele di Peter Paul Rubens, Anton van Dyck e Guido Reni, assoluti protagonisti della pittura della prima metà del XVII secolo insieme a Orazio Gentileschi. Quest’ultimo, padre della più famosa Artemisia, è un artista che rielabora in modo personale lo stile di Caravaggio, arrivando a produrre opere di straordinaria qualità, tra le quali l’Annunciazione della Galleria Sabauda, un dipinto datato 1623 che da solo varrebbe l’intero prezzo del biglietto.

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Per fare un tuffo negli sfarzi della vita di corte di casa Savoia è invece necessario visitare Palazzo Reale: alla sobria e quasi anonima facciata esterna fanno da contraltare gli sfarzosi ambienti interni del piano nobile, completamente arredati e disposti secondo una precisa successione logica che attesta l’esistenza di un rigido cerimoniale di corte al quale gli ospiti dovevano attenersi per poter giungere al cospetto del re.  Direttamente accessibile da Palazzo Reale è la grande galleria che ospita l’Armeria Reale e che è uno degli spazi più suggestivi dell’intero complesso museale. Progettata da Filippo Juvarra a inizio Settecento e riccamente decorata da Beaumont, conserva armi, armature e cimeli appartenuti ai Savoia, tra i quali si distingue l’armatura da poco restaurata di un samurai, giunta a Torino nel 1869 come dono dell’imperatore del Giappone a Vittorio Emanuele II. Esattamente al di sotto della grande galleria del Beaumont si trova la Biblioteca Reale. Un’unica grande sala, in cui il tempo sembra essersi fermato, che conserva migliaia di libri a stampa, manoscritti e disegni, compreso l’Autoritratto di Leonardo da Vinci che, sino al prossimo 17 settembre, sarà visibile al pubblico come punta di diamante dell’esposizione Intorno a Leonardo. Disegni italiani del Rinascimento. 

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Fanno parte del polo museale anche i Giardini Reali, vero e proprio polmone verde nel cuore della città, e la cappella progettata da Guarino Guarini che dal 1694 conserva il lenzuolo della Sacra Sindone. Se i primi, dopo anni di abbandono, sono stati parzialmente riaperti al pubblico, la seconda, dopo essere stata chiusa a causa dei danni provocati dal tragico incendio dell’aprile 1997, tornerà ad essere visitabile tra qualche mese, quando saranno terminati i lunghi lavori di restauro, per regalare ulteriore meraviglia agli occhi dei visitatori.

 

Giulia Amedeo