Torino ha il diritto di aver una squadra in serie A

Il basket torinese alla ricerca di un’anima

Cronaca di una Morte annunciata. Questo almeno per ora mi sembra il titolo del libro di Marquez che definisce meglio la vicenda della squadra Basket Auxilium Torino. Almeno per ora, ancorché i miracoli possono sempre cambiare tutto
Penso che i miracoli li potrà  fare chi successivamente assurgerà al Regno dei Cieli. E non mi pare che siamo in questo caso. Fiumi d’inchiostro in queste settimane incentrati sull’assicurazione che non sarebbe accaduto quello che è accaduto.  Fiat ha perso in casa con Cantù. Mi sa che è iniziata ufficialmente la lotta per non retrocedere. Il Presidente Forni ci ha dispensato di appelli alla coesione ed unità individuando le maggiori responsabilità in chi è stato allontanato dalla società stessa. Ma evidentemente non è bastato e sono convinto che non basterà. Ma cerchiamo di andare per ordine. Nei vari appelli all unità, nei vari passaggi di questi appelli mi ha positivamente colpito una affermazione: Torino ha il diritto di aver una squadra in serie A di Basket. Come torinese non posso che essere d’accordo. E soprattutto in questa fase di difficoltà l’orgoglio serve molto ed è importante. Importante ma non sufficiente. La via d’uscita è molto stretta. E imprecando sugli errori passati inutile e dannoso. Credo che l’unica strada per Fornì sia vendere con tutto quello che ne consegue. Salvare il salvabile. Spero che mi scuserete se ritorno comunque su un punto del passato a mio giudizio dirimente. All’inizio di questo nuovo anno sportivo tutto era predisposto per veleggiare nei piani alti della classifica e dire la propria nelle coppe. Un nuovo allenatore che arrivava addirittura direttamente dagli States. Ingaggiati campioni al massimo livello e come dono della città e dei dirigenti del Parco Olimpico il PalaVela. Impossibile perdere. Risultato finale : hanno perso e anche di brutto. Per un solo motivo: società e squadra non hanno un’anima. Un’ anima non si compra o si trova dietro l’angolo. Per vincere non ci vogliono solo i soldi . Ci vogliono anche questi, ma senza anima non si va da nessuna parte come i fatti dimostrano. E non c’è  altro da fare se non voltare radicalmente pagina. Auguro un in bocca al lupo a chi rimarrà. Soprattutto auguro un in bocca al Lupo a chi subentrerà. Se realmente esiste chi subentrerà speriamo che abbia in testa le sorti anche della nostra città. Per ora la scommessa che la città di Torino e tutti noi torinesi abbiamo fatto sul Basket è persa. Troppe le turbolenze societarie da oltre 10 anni a questa parte. Speriamo che chi subentrerà (se subentrerà) rimanga a Torino. Possiamo solo sperare. Non è molto ma è già qualcosa, attendiamo con una punta di pessimismo. Neanche tre settimane fa Forni diceva che non voleva vendere. Oggi che sta vendendo.  Ieri al massimo chiedeva aiuto . Oggi che non riesce più ad andare avanti sembra che ascolti Feria che gli chiedeva di fare alcuni passi indietro. Mi sa che il sogno della famiglia Forni finisce qui. Dal Canavese passando per Biella e transitando per la nostra città. Fornì e Feira che passeranno alla storia come coloro che hanno chiamato e poi cacciato uno dei più grandi allenatori mondiali. Loro che vincendo la Coppa Italia pensavano di essere arrivati all’inizio di un’avventura nelle Top del Basket Europeo. Dunque un in bocca al lupo anche a loro affinché vendano, se così deve essere,  ed Fiat Auxilium rimanga a Torin. Ne dubito sperando di sbagliarmi.
Patrizio Tosetto

Il basket torinese alla ricerca di un'anima

Cronaca di una Morte annunciata. Questo almeno per ora mi sembra il titolo del libro di Marquez che definisce meglio la vicenda della squadra Basket Auxilium Torino. Almeno per ora, ancorché i miracoli possono sempre cambiare tutto
Penso che i miracoli li potrà  fare chi successivamente assurgerà al Regno dei Cieli. E non mi pare che siamo in questo caso. Fiumi d’inchiostro in queste settimane incentrati sull’assicurazione che non sarebbe accaduto quello che è accaduto.  Fiat ha perso in casa con Cantù. Mi sa che è iniziata ufficialmente la lotta per non retrocedere. Il Presidente Forni ci ha dispensato di appelli alla coesione ed unità individuando le maggiori responsabilità in chi è stato allontanato dalla società stessa. Ma evidentemente non è bastato e sono convinto che non basterà. Ma cerchiamo di andare per ordine. Nei vari appelli all unità, nei vari passaggi di questi appelli mi ha positivamente colpito una affermazione: Torino ha il diritto di aver una squadra in serie A di Basket. Come torinese non posso che essere d’accordo. E soprattutto in questa fase di difficoltà l’orgoglio serve molto ed è importante. Importante ma non sufficiente. La via d’uscita è molto stretta. E imprecando sugli errori passati inutile e dannoso. Credo che l’unica strada per Fornì sia vendere con tutto quello che ne consegue. Salvare il salvabile. Spero che mi scuserete se ritorno comunque su un punto del passato a mio giudizio dirimente. All’inizio di questo nuovo anno sportivo tutto era predisposto per veleggiare nei piani alti della classifica e dire la propria nelle coppe. Un nuovo allenatore che arrivava addirittura direttamente dagli States. Ingaggiati campioni al massimo livello e come dono della città e dei dirigenti del Parco Olimpico il PalaVela. Impossibile perdere. Risultato finale : hanno perso e anche di brutto. Per un solo motivo: società e squadra non hanno un’anima. Un’ anima non si compra o si trova dietro l’angolo. Per vincere non ci vogliono solo i soldi . Ci vogliono anche questi, ma senza anima non si va da nessuna parte come i fatti dimostrano. E non c’è  altro da fare se non voltare radicalmente pagina. Auguro un in bocca al lupo a chi rimarrà. Soprattutto auguro un in bocca al Lupo a chi subentrerà. Se realmente esiste chi subentrerà speriamo che abbia in testa le sorti anche della nostra città. Per ora la scommessa che la città di Torino e tutti noi torinesi abbiamo fatto sul Basket è persa. Troppe le turbolenze societarie da oltre 10 anni a questa parte. Speriamo che chi subentrerà (se subentrerà) rimanga a Torino. Possiamo solo sperare. Non è molto ma è già qualcosa, attendiamo con una punta di pessimismo. Neanche tre settimane fa Forni diceva che non voleva vendere. Oggi che sta vendendo.  Ieri al massimo chiedeva aiuto . Oggi che non riesce più ad andare avanti sembra che ascolti Feria che gli chiedeva di fare alcuni passi indietro. Mi sa che il sogno della famiglia Forni finisce qui. Dal Canavese passando per Biella e transitando per la nostra città. Fornì e Feira che passeranno alla storia come coloro che hanno chiamato e poi cacciato uno dei più grandi allenatori mondiali. Loro che vincendo la Coppa Italia pensavano di essere arrivati all’inizio di un’avventura nelle Top del Basket Europeo. Dunque un in bocca al lupo anche a loro affinché vendano, se così deve essere,  ed Fiat Auxilium rimanga a Torin. Ne dubito sperando di sbagliarmi.
Patrizio Tosetto