STORIA- Pagina 41

Giorno del Ricordo, la celebrazione a Palazzo Civico

L’orazione ufficiale è stata affidata al direttore del Centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni

 

La Città di Torino ha celebrato questo pomeriggio il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 per conservare la memoria delle vittime delle foibe e della tragedia vissuta dagli esuli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Nel corso della cerimonia istituzionale nella Sala del Consiglio Comunale si sono susseguiti gli interventi del Vicepresidente del Consiglio comunale Domenico Garcea, dell’Assessore regionale Maurizio Marrone, del Prefetto Donato Giovanni Cafagna, del Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione e Vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle, della Consigliera del Comitato di Torino dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Giulia Cnapich. L’orazione ufficiale è stata affidata al direttore del Centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni, per poi lasciare spazio all’intervento conclusivo del Sindaco Stefano Lo Russo.

Venerdì 9 febbraio 2024
Palazzo Civico, sala Rossa: il sindaco Lo Russo interviene alla cerimonia istituzionale in occasione del Giorno del Ricordo

“Il nostro compito, oggi – ha detto il Sindaco – è di tramandare la memoria degli eventi che hanno portato agli eccidi delle foibe e all’esodo di centinaia di migliaia di italiani dall’Istria e dalla regione giuliano-dalmata. E dobbiamo farlo uscendo definitivamente da quella prospettiva che, per troppo tempo, ha fatto sì che non si guardasse in maniera corretta a questi tragici eventi, volutamente messi da parte insieme al dolore di coloro che li hanno vissuti e dei loro familiari. Il 10 febbraio non deve essere un’occasione di divisione, ma l’opportunità per ribadire l’importanza di quel percorso che può portare le persone a condividere obiettivi comuni di libertà, diritti e democrazia”.

Al termine della commemorazione sono state consegnate le onorificenze concesse con decreto del Presidente della Repubblica in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo dei cittadini italiani dall’Istria da Fiume e dalla Dalmazia, delle vicende del confine orientale italiano.

Diploma e medaglia sono stati consegnati ad Antonia e Silvana Bensa, in memoria del padre Michele. Nato a Gorizia il 31 marzo 1878, capostazione delle Ferrovie dello Stato, Michele Bensa fu catturato da partigiani slavi a San Pietro in Selve il 4 maggio 1945 e di lui non si seppe più nulla.

Il programma completo delle iniziative per il Giorno del Ricordo è disponibile al link:

http://www.comune.torino.it/nh/pdf/pieghevole_giorno_del_ricordo_2024_x_web.pdf

 

Lo Chaberton si presenta a Cesana con la voce dei Cesanesi

Sarà una serata da non perdere quella di sabato 10 febbraio prossimo per tutti coloro che amano e sono affascinati dalle vicende del forte dello Chaberton.

Alle 21, a ingresso libero, presso la sala Formont di via Pinerolo 0 a Cesana Torinese, è in programma la serata denominata semplicemente “Lo Chaberton”

È organizzata dalla Mostra del Monte Chaberton di Claviere, dal Ponte Tibetano Cesana Claviere, dal Parco avventura Chaberton di Cesana Torinese, dall’Ufficio del turismo di Cesana Torinese con il patrocinio del Comune di Cesana Torinese.

Si tratta di una serata che ha lo scopo di raccogliere donazioni volontarie per la costrizione del bivacco ‘Chaberton’.

La storia del Monte Chaberton è lunga 200 milioni di anni le vicende del Forte sono state al centro di svariati momenti informativi e divulgativi e sono custodite nella Mostra del Monte Chaberton, esposta in modo permanente a Claviere.

Questa volta l’attenzione sarà focalizzata sui racconti dei Cesanesi del passato sull’epopea del forte Chaberton.

“Quella di sabato sarà una serata dedicata alla storia del Forte Chaberton – precisa Roberto Guasco, curatore del museo Mostra Monte Chaberton di Claviere – attraverso i racconti dei testimoni dell’epoca di Cesana Torinese. Nel tempo ho avuto la fortuna di incontrare tanti protagonisti delle vicende del forte Chaberton. Ho raccolto testimonianze sul periodo antecedente la guerra, sul periodo bellico e post bellico. I loro preziosi ricordi li ho raccolti in due video interviste che presenterò sabato sera, dando voce ai protagonisti di quella storia.

Storia antica e lontana per noi, ma viva e presente nelle loro parole. Momenti felici e momenti tragici che si alternano negli anni della guerra. L’ epopea del forte più alto d’Europa, simbolo della forza di volontà degli italiani e della loro capacità di lavorare duramente, in qualsiasi luogo e condizione”.

Mara Martellotta

Ecco gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
9 – 15 febbraio 2024

 

 

SABATO 10 FEBBRAIO

Sabato 10 febbraio ore 16.30

PROFUMI – ORIENTE – Le spezie, l’incenso e altre strade

MAO – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Arte e musica: un abbinamento dal quale sprigiona bellezza. Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.

ORIENTE – Le spezie, l’incenso e altre strade

Sulla suggestione dei profumi intensi e avvolgenti delle spezie e dell’incenso, merci preziose, in movimento, desiderate da tutti e da ciascuno usate in uno specifico contesto simbolico-culturale, il percorso si snoda nella mostra temporanea Translating is connecting. La mostra esplora i concetti di traslazione, traduzione e appropriazione, attraverso una selezione di oggetti provenienti dall’Asia occidentale, centrale e orientale che interrogano la circolazione materiale e immateriale, le modalità di trasformazione del significato e la fruizione verificatesi tra Asia ed Europa dal VI al XVI secolo.

Il tema del profumo assumerà nel percorso di visita anche carattere concreto grazie alle fragranze realizzate da Sensit e diffuse nelle sale espositive.

Visita guidata a pagamento. Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com  • è possibile effettuare l’acquisto online https://www.arteintorino.com/

 

DOMENICA 11 FEBBRAIO

Domenica 11 febbraio dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17

ARTE IN MASCHERA

GAM – attività per le famiglie in occasione del Carnevale

In occasione del Carnevale la GAM propone un’attività dedicata a grandi e piccini ispirata al tema del ritratto e della maschera.

Come lo specchio, la maschera permette di affrontare il tema del doppio ma diventa anche spunto per riflettere sul ciò che preferiamo quotidianamente mostrare agli altri, per proteggere la nostra interiorità.

Il percorso tra i ritratti della collezione del Novecento è un viaggio tra figure e personaggi legati a epoche e movimenti artistici diversi a partire da Giorgio Morandi e Amedeo Modigliani fino ad arrivare a Michelangelo Pistoletto, in un gioco di scoperta e riflessione.

Negli spazi dell’Educational Area, genitori e bambini, lavoreranno alla creazione di originali maschere sperimentando diversi materiali, che arricchiranno i costumi che ogni partecipante è invitato a indossare, per dar vita a un colorato carnevale ad Arte.

Costo: € 7 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
Prenotazione obbligatoria e pagamento online entro il venerdì alle ore 18

 

Domenica 11 febbraio ore 10.30

LE MILLE E UNA DECLINAZIONI NELLE OPERE DEL MAO

MAO – visita guidata speciale per San Valentino

In occasione del San Valentino, Theatrum Sabaudiae propone la visita guidata tematica Le mille e una declinazioni dell’amore nelle opere del MAO.

Il percorso di visita condurrà i partecipanti alla scoperta delle opere d’arte del museo accomunate dal tema amoroso e sessuale in ambito buddhista e induista. L’apprezzamento dell’estetica delle opere del Subcontinente indiano e della Regione Himalayana andrà di pari passo con l’approfondimento di tematiche connesse alla sfera amorosa nelle sue innumerevoli sfumature, dalla castità al tantra.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

Domenica 11 febbraio ore 12 e ore 17

FRAMMENTI. MAHLER AL MUSEO

MAO – interventi musicali in museo – da un’idea di Erik Battaglia

Domenica 11 febbraio dalle 12 alle 13 e dalle 17 alle 18 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita l’evento musicale Frammenti, nato da un’idea di Erik Battaglia, con coreografie di Vincenzo Di Federico e Lanxin Zheng.

Negli spazi del museo risuoneranno dal vivo le note di alcuni brani di Das Lied von der Erde (Il canto della terra) di Gustav Mahler, composizione per contralto, tenore e orchestra in sei movimenti che mette in musica altrettanti Lieder della raccolta Die chinesische Flöte del poeta tedesco Hans Bethge, un’antologia di testi di autori cinesi di epoca Tang (fra cui Li Bai e Wang Wei) riscritti dall’autore a partire da versioni tedesche e francesi.

Con Il canto della terra, e soprattutto con il conclusivo Abschied, il compositore prende congedo dalla vita ma l’addio, pur nella sua drammaticità, suggerisce il ricordo di una vita felice e piena e porta con sé una promessa di rinascita e di eternità.

L’evento, che si svolge nell’ambito dei festeggiamenti per il Capodanno cinese, è il secondo esito di una collaborazione avviata lo scorso anno fra il MAO e il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino in occasione di Sonic Blossom, la performance partecipativa trasformativa di Lee Mingwei che ha animato il museo a maggio 2023.

Ingresso incluso nel biglietto delle collezioni permanenti.

 

Domenica 11 febbraio ore 15

AMORI DA MITO

Palazzo Madama – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

In occasione della ricorrenza di San Valentino il museo propone una visita guidata ispirata agli amori famosi rintracciabili fra dipinti, decorazioni, lambriggi, ceramiche e oggetti di lusso custoditi nelle sale di Palazzo Madama.

Diana e il suo amato Endimione, Giove che si trasforma in pioggia d’oro per la sua Danae, Venere e Cleopatra. Amori celebri fra mitologia e realtà. Il percorso di visita si snoda sui tre piani, dalla sala Acaja fino alla sala ceramiche, ricercando le coppie famose, i putti, gli amorini che scoccano dardi d’amore, i nodi di fedeltà che testimoniano legami e nobili biografie.

Un San Valentino diverso, arricchito da una interessante visita, ricercata e inedita.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 11 febbraio ore 16

FESTEGGIAMO INSIEME IL CAPODANNO CINESE

MAO – attività per le famiglie in occasione del Capodanno cinese

Con l’arrivo dell’anno del Dragone i partecipanti conosceranno tutte le curiosità di questa importante festa asiatica e, in laboratorio, saranno impegnati nella realizzazione di una coloratissima maschera con le fattezze del drago.

Dai 4 anni in su

Prenotazione obbligatoria: 011.4436927/8 maodidattica@fondazionetorinomusei.it
Costo: €7 bambini, adulti ingresso ridotto in museo

 

 

MERCOLEDI 14 FEBBRAIO

 

Mercoledì 14 febbraio ore 16

LOVE IS LOVE (collezioni permanenti del ‘900)

GAM – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

Il percorso nelle sale del 900 intende affrontare uno dei sentimenti universalmente riconosciuti e da sempre motivo d’indagini e rappresentazioni, l’Amore, raccontandone le diverse sfaccettature e le sue infinite declinazioni. Passionale, coniugale, materno ma anche amore per gli animali, la natura, amore verso se stessi e per l’arte. Un viaggio tra pittura, scultura e materiali a partire dall’inizio del 900 fino ai giorni nostri.

Costo della visita guidata: 7€ a partecipante

Costo aggiuntivo: un biglietto di ingresso alla collezione 900 o alla mostra Hayez per ogni coppia (gratuito con Abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino Piemonte Card)

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Mercoledì 14 febbraio ore 16:30

HAYEZ IN LOVE (mostra Hayez)

GAM – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

La mostra dedicata al genio di Francesco Hayez, massimo esponente del Romanticismo in Italia, permette di affrontare uno dei sentimenti universalmente riconosciuti e da sempre motivo d’indagini e rappresentazioni nell’arte, l’Amore, raccontandone le diverse sfaccettature e le sue infinite declinazioni. Da quello passionale ed extraconiugale – guardando, nello specifico, la sua musa prediletta, nonché amante, Carolina Zucchi – ma anche politico e tormentato, con, ad esempio, L’ultimo addio di Giulietta e Romeo, la tela intitolata Imelda de Lambertazzi e L’Accusa segreta, appartenente al famosissimo Trittico della vendetta. Un viaggio tra alcuni dei più importanti capolavori dell’artista che ci permettono di scoprirne un lato narrativo ricco di spunti legati alla nostra contemporaneità che hanno, come punto di partenza, l’aspetto amoroso e di coppia.

Costo della visita guidata: 7€ a partecipante

Costo aggiuntivo: un biglietto di ingresso alla collezione 900 o alla mostra Hayez per ogni coppia (gratuito con Abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino Piemonte Card)

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Mercoledì 14 febbraio ore 15

AMORI DA MITO

Palazzo Madama – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

In occasione della ricorrenza di San Valentino il museo propone una visita guidata ispirata agli amori famosi rintracciabili fra dipinti, decorazioni, lambriggi, ceramiche e oggetti di lusso custoditi nelle sale di Palazzo Madama.

Diana e il suo amato Endimione, Giove che si trasforma in pioggia d’oro per la sua Danae, Venere e Cleopatra. Amori celebri fra mitologia e realtà. Il percorso di visita si snoda sui tre piani, dalla sala Acaja fino alla sala ceramiche, ricercando le coppie famose, i putti, gli amorini che scoccano dardi d’amore, i nodi di fedeltà che testimoniano legami e nobili biografie.

Un San Valentino diverso, arricchito da una interessante visita, ricercata e inedita.

Costo: 6 € per il percorso guidato + un biglietto di ingresso al museo per ogni coppia (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Mercoledì 14 febbraio ore 16:30

LE MILLE E UNA DECLINAZIONI DELL’AMORE NELLE OPERE DEL MAO

MAO – visita guidata speciale per San Valentino

In occasione del San Valentino, Theatrum Sabaudiae propone la visita guidata tematica Le mille e una declinazioni dell’amore nelle opere del MAO.

Il percorso di visita condurrà i partecipanti alla scoperta delle opere d’arte del museo accomunate dal tema amoroso e sessuale in ambito buddhista e induista. L’apprezzamento dell’estetica delle opere del Subcontinente indiano e della Regione Himalayana andrà di pari passo con l’approfondimento di tematiche connesse alla sfera amorosa nelle sue innumerevoli sfumature, dalla castità al tantra.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costo della visita guidata: 6 € a partecipante

Costo aggiuntivo: un biglietto di ingresso al museo per ogni coppia; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

Mercoledì 14 febbraio ore 18:30

ŠIROM. Musica folk pan-globale da un universo parallelo

MAO – performance nell’ambito del public program di Trad u/i zioni d’Eurasia

I Širom sono un trio sloveno che suona musica folk che sembra provenire da un universo parallelo. La loro musica unisce approcci, stili e influenze diverse. Nel repertorio di Iztok Koren, Samo Kutin e Ana Kravanja trova espressione un corpo strumentale vastissimo che attinge dalle contaminazioni dei confini fluidi del passato (viola, ocarina, mizmar, ribab, daf, balafon, guembri, banjo, ghironda, liuto, tambura brač, carillon) e si arricchisce di oggetti sonori autocostruiti. Nelle loro performance fuori dall’ordinario e a tratti sciamaniche, riecheggiano ambientazioni, luoghi e tempi lontani.

La band ha raggiunto la vetta di numerose classifiche musicali e ha calcato le scene di festival quali “Le Guess Who?” e “Rewire” (NL), Roskilde (DK), Meakusma (BE) e molti altri.

Tariffe: 15 € intero – 10 € ridotto studenti acquistabile presso la biglietteria del Museo il giorno dell’evento;

16,50 € intero (con prevendita 1,50 €) sul sito.

 

 

GIOVEDI 15 FEBBRAIO

 

Giovedì 15 febbraio ore 17:30

BONSAI: LA BELLEZZA GIAPPONESE TRA ARTE E NATURA

MAO – conferenza a cura di Massimo Bandera

Il MAO ha il piacere di ospitare giovedì 15 febbraio 2024 alle ore 17.30 un incontro con Massimo Bandera, fra i massimi bonsaisti italiani e internazionali, che introdurrà i partecipanti al mondo dei bonsai e alla suggestiva meraviglia della collezione attualmente esposta sulla terrazza del MAO.

Partendo da alcuni cenni riguardanti la storia e l’evoluzione delle tecniche necessarie alla cura del bonsai, l’attenzione si concentrerà poi sulla potatura di riequilibrio e, in particolare, sulla potatura degli aceri.

Nel bonsai, la pratica della potatura è naturalmente indispensabile per ridurre le dimensioni della pianta, ristabilendo una proporzione corretta fra chioma e radici, ma anche per stimolare la crescita di nuovi rami, lo sviluppo delle future gemme e per perfezionarne forma e stile.

Infine Bandera condurrà i partecipanti attraverso il racconto di alcuni valori estetici fondamentali per la cultura giapponese, che rappresentano veri capisaldi in ambito artistico, filosofico e letterario, fra cui il wabi – sabi, cioè l’accettazione della transitorietà, dell’impermanenza e dell’imperfezione delle cose, il mono no aware, che esprime profonda partecipazione emotiva e velata tristezza di fronte alla caducità della natura, quasi un “vibrare all’unisono con le cose”, lo yuugen, che indica il fascino delle cose che stanno in penombra, suggerite e misteriose, e lo shibui, che riassume il raffinato ideale estetico che incarna in sé sette caratteristiche fondamentali (la semplicità, l’implicito, la modestia, la serena compostezza, la naturalezza, la ruvidezza, la normalità) ed esalta ciò che è incompiuto.

Costo: € 5 a personaIngresso fino ad esaurimento posti disponibili.

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

1944, deportazione politica e Resistenza in Piemonte

La Sezione ANPI “Eusebio Giambone” di Torino organizza Venerdì 16 febbraio 2024 alle ore 17,30 presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli in via Cesare Battisti 4 a Torino l’incontro pubblico sul tema “1944. Deportazione politica e Resistenza in Piemonte”. Interverranno gli storici Barbara Berruti, direttrice dell’Istoreto “Giorgio Agosti” e Bruno Maida, professore di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. I lavori saranno introdotti da un saluto di Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione. La vicenda dei deportati politici italiani, condotti dall’Italia nei campi di concentramento del Terzo Reich per la loro opposizione al regime nazifascista tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, rappresenta una delle pagine più dolorose e drammatiche di quell’epoca, accanto al dramma della popolazione ebraica e dei militari che vennero deportati dopo il rifiuto di aderire alla repubblica fascista di Salò. Nei vari campi in cui gli antifascisti e i partigiani furono detenuti erano contrassegnati da un triangolo rosso e sottoposti a un durissimo regime carcerario e di lavoro coatto che causò per molti la morte. Le preziose testimonianze, orali e scritte, di Lidia Rolfi sulla deportazione femminile e l’immane lavoro di ricostruzione del fenomeno da parte di Italo Tibaldi sono alla base delle successive ricerche storiche. L’evento è patrocinato dal Consiglio regionale del Piemonte e dal Comitato Resistenza e Costituzione.

Torino e i Savoia

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Credo che questo sia per me l’ultimo articolo dedicato ai funerali di Vittorio Emanuele. In primis lodo la bella (e coraggiosa) intervista del mio amico Gustavo Mola di Nomaglio (da non confondersi con il professore di Torre  Sangiorgio  (Cn) che decise con pochi amici legati ad una associazione segreta  la decadenza da principe ereditario di Vittorio Emanuele. Anche molto apprezzabile l’intervista dell’amico Alberto Turinetti di Priero. Poi vengono gli scarabocchi storicamente sgrammaticati di chi ritiene che il funerale del principe in Duomo sia un’offesa alla Sindone, dimenticando che la Sindone venne portata a Torino dai Savoia e che l’arcivescovo che non andrà ai funerali, è  il custode del dono che fece Umberto II al Papa. L’ultima ostensione vide Vittorio e famiglia ricevuti in pompa magna dall’arcivescovo pro tempore. Dopo l’esilio Vittorio Emanuele venne ricevuto dalla presidente Mercedes Bresso in Provincia;  duole apprendere che oggi la stessa Bresso parli con disprezzo del signor Savoia:  appare  infatti un po’ incongruente con il suo passato di donna ligia alle istituzioni. Un altro giornalista sportivo  che si definisce anche scrittore, scrive che il principe  venne a Torino solo nel 2003, dimenticando che il principe era in esilio per oltre 50 anni non certo per libera scelta. Ci vuole quello che Omodeo chiamo’ il senso della storia e allora vedremmo che Torino è città sabauda in ogni angolo salvo le Vallette, via Artom ed altri borghi. Sono i Savoia che hanno edificato Torino. Basta vedere il mostro del palazzo dei lavori pubblici  davanti al duomo o la  pur bella Torre Littoria, per rendersi conto di cosa invece i Savoia   hanno fatto con Juvarra, Guarini e i Castellamonte a Torino su invito della dinastia. Senza dimenticare il Museo Egizio e la Galleria Sabadua. Su Veneria Reale e la reggia non c’ è bisogno di dire nulla. Anche un fazioso non dovrebbe essere così incolto da non sapere. E al vero cretino che obietta anche su Superga come luogo di sepoltura del signor Savoia bisognerebbe ricordargli che la basilica venne edificata dal primo re sabaudo Vittorio Amedeo II.
Anche chi con più rispetto propone i funerali alla Consolata, non considera che la basilica è di piccole dimensioni e che è legatissima ai Savoia,  come dimostrano le statue delle due regine e il fatto che il principe Umberto andasse a pregare proprio alla Consolata. La chiesa che non osano proporre è il Santo velo che forse non viene più neppure usata  per i fini per cui era costruita. Assumete tutti un po’ di lexotan e  prendete atto almeno fino a sabato che Torino e’ inscindibile dai Savoia almeno fino  al 1946.  L’uomo di sinistra Umberto Levra avrebbe voluto Vittorio Emanuele a Palazzo Carignano  nel 2020 per il bicentenario del suo avo padre della Patria su mia proposta. Anche Aldo Cazzullo ha riconosciuto che ai Savoia si deve il Risorgimento. Non fu cosa da poco: implicitamente nella loro critica radicale lo riconobbero anche Gramsci e Gobetti. La mia famiglia e la mia cultura storica mi indicano il rispetto. Se i miei avi o anche solo mio nonno e mio padre, leggessero cose diverse da quelle che scrivo si rivolterebbero nella tomba. Il vecchio Piemonte era sabaudo.

L’elefante Fritz torna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi e si mette in mostra

 Tra incontri, laboratori, spettacoli

 

 

Dopo l’esposizione, in piazza Castello a Torino, dell’elefante Fritz per la riapertura del Museo Regionale di Scienze Naturali, il pachiderma in vetroresina torna a “casa” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. Da lunedì 12 febbraio e fino al 14 aprile l’accesso al Giardino di Levante sarà aperto al pubblico per permettere ai visitatori di vedere Fritz nel Cortile dell’Elefante, nel luogo in cui ha vissuto dal 1827 al 1852.

Per l’occasione, domenica 25 febbraio, nel Salone d’Onore, sarà messa in scena la pièce teatrale “L’amico Fritz, lo zoo di Stupinigi” che ripercorre la storia dell’elefante e del serraglio degli animali esotici. Lo spettacolo è in programma alle ore 11, 15.30 e 17. Domenica 3 marzo l’incontro “La Menagerie di Stupinigi: lo zoo prima dello zoo” racconta la storia della menagerie e dell’allevamento di animali esotici per gli svaghi di corte. Domenica 7 aprile si parte invece alla scoperta dei piccoli animali con “Il micromondo di Stupinigi” per conoscere l’attenzione che veniva riservata a tutta la fauna, anche agli animali meno “appariscenti”, dagli affreschi ai capolavori di ebanisteria.

 

LA STORIA DELL’ELEFANTE FRITZ ALLA CORTE DEL RE

Un po’ reggia e un po’ residenza di loisir alle porte di Torino, realizzata da Filippo Juvarra tra il 1729 e il 1733, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è stata prima residenza sabauda per la caccia e le feste, poi, finita l’epoca delle grandi cacce, ha ospitato dal 1815 circa una “Ménagerie” destinata alla cura di una gran varietà di animali esotici, molti dei quali mai visti prima a Torino. Una sorta di giardino zoologico ante-litteram in cui trovò posto anche Fritz, l’elefante indiano regalo del viceré d’Egitto Mohamed Alì al re Carlo Felice nel 1827, la cui storia a corte è ricca di aneddoti.

Per accoglierlo nell’ex scuderia fu ricavato uno spazio interamente recintato e dotato di un cortile con una vasca di forma circolare munita di scivolo per facilitare l’accesso nell’acqua del pachiderma. Fin da subito fu oggetto di grande interesse: fu ritratto dal vivo dalla pittrice Sofia Giordano e da Enrico Gonin nel 1835, attorniato da una folla di curiosi durante una parata, ed immortalato in un dagherrotipo, unico in Italia con un soggetto animale. La presenza dell’elefante rappresentò un’occasione importante per mostrare alle potenze straniere l’importanza raggiunta dallo stato sabaudo e, inoltre, richiamò a Torino l’attenzione del mondo accademico. Casimiro Roddi, chef della Ménagerie, Franco Andrea Bonelli, Giuseppe Genè e Filippo de Filippi, che si avvicendarono alla direzione del Museo Zoologico torinese, registrarono con cura notizie e informazioni sui suoi comportamenti, la sua alimentazione (spesso inadeguata) e le cure mediche. Questo il necessario: “24 cavoli, vino 2 pinte al giorno, 50 pani al giorno, zucchero, riso, burro per ungerlo, tabacco da fumare e fumo di persona fumante”. Amava la musica e il suono del corno da caccia, oltre al canto del suo custode. Fritz fu l’attrazione e la star della Palazzina per ben 25 anni, fino alla tragica fine: dopo la morte del suo guardiano storico, Fritz afferrò con la proboscide il nuovo custode e lo scagliò a terra uccidendolo. Nel 1852 si decise così di sopprimerlo e oggi l’elefante tassidermizzato è custodito nel Museo Regionale di Scienze Naturali.

Nel 2015, in occasione della mostra “Fritz. Un elefante a corte”, realizzata dal Museo di Scienze Naturali di Torino e dalla Fondazione Ordine Mauriziano, è stata realizzata dalle Scuole Tecniche San Carlo una copia in vetroresina del pachiderma, tuttora custodita alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Biglietto di ingresso: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Info e prenotazioni: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Museo Regionale Scienze Naturali verso le 50 mila prenotazioni dopo sole tre settimane

Dopo tre settimane dall’inaugurazione, avvenuta venerdì 12 di gennaio, il Museo Regionale di Scienze Naturali, aperto al pubblico dopo interventi resi necessari a seguito dell’incendio (agosto 2013) che ha danneggiato parte dell’edificio, ha totalizzato 45 mila prenotazioni. Di questi in 6.500 hanno già riservato i loro biglietti per i prossimi giorni.

È entusiasmante riscontrare ancora una volta il grande successo che sta registrando il Museo Regionale di Scienze Naturali – affermano il Presidente Alberto Cirio e l’assessore alla cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio -. Averlo restituito alla cittadinanza era doveroso e l’affluenza record conferma come fosse necessario farlo”.

Da oggi il Museo, che ha festeggiato la riapertura omaggiando l’ingresso (su prenotazione) per i primi 20 giorni, sarà visitabile con un biglietto di 5 euro.

Numeri importanti anche per gli accessi alle piattaforme online. A visitare il sito e i canali social sono stati in oltre 400 mila. Anche il totem con l’avatar di sir Alfred Wallace, in grado di parlare con i visitatori grazie all’uso dell’intelligenza artificiale generativa, novità assoluta del Museo 2024, ha totalizzato ben 10 mila interazioni. Dal MRSN hanno verificato che le domande più frequenti a lui poste sono state “cos’è la linea di Wallace?” (una linea immaginaria che separa dal punto di vista biologico, la regione asiatica da quella relativa all’Oceania) e “qual è il suo rapporto con Darwin?” (avevano idee molto diverse, talvolta opposte).

“Credo che la risposta del pubblico a questi primi giorni di riapertura sia straordinaria e vada al di là di ogni più rosea previsione – dichiara Marco Fino, Direttore del Museo Regionale di Scienze Naturali –. Vedere le sale piene e vissute, come questi giorni, è qualcosa di realmente appagante che ripaga tutti noi dello sforzo affrontato negli ultimi mesi. Ci riempie di orgoglio toccare con mano l’amore che i visitatori, torinesi e non, hanno per questo Museo. Vedere i bambini emozionarsi e sognare ad occhi aperti davanti alle immagini della barriera corallina è meraviglioso. Lo è anche osservare le persone ammirare le collezioni con gli occhi di chi aspettava questo momento da anni. Questo, oltre a renderci molto contenti, ci motiva ulteriormente a continuare con impegno sulla strada intrapresa.

 

Stanno, inoltre, proseguendo le visite didattiche al Museo organizzate con le scuole contattate e invitate dalla Regione.

 

Informazioni:

Via Accademia Albertina, 15 Torino (TO) – https://mrsntorino.it/

Fiabe e filastrocche di animali: passeggiata alla scoperta della Palazzina di Caccia di Stupinigi  

Domenica 4 febbraio, ore 15.45

Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela

 

 

In occasione dell’esposizione, in piazza Castello a Torino, dell’elefante Fritz per la riapertura del Museo Regionale di Scienze Naturali, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, orfana del suo elefante, organizza una visita guidata su fiabe e filastrocche di animali.

Come nella favola dei musicanti di Brema, “Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela” è un percorso tra gli animali legati al vissuto e alle decorazioni della Palazzina. Il cervo, l’elefante e la scimmietta sono i primi tre animali ad accogliere i visitatori in questo strano viaggio nella storia e nella natura. Filastrocche, curiosità e favole che hanno per protagonisti gli animali creano un filo conduttore per un percorso di visita che si trasforma in un gioco per conoscere la vita ed il tempo in cui la palazzina è stata abitata.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Domenica 4 febbraio 2024, ore 15.45

Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela

Prezzo visita guidata: 5 euro + il prezzo del biglietto di ingresso

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

È morto Vittorio Emanuele di Savoia, sarà sepolto a Superga. Funerali in Duomo

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La notizia della morte del principe Vittorio Emanuele di Savoia era attesa, ma certo ha suscitato in me una certa emozione condivisa anche da alcuni amici a cui l’ho comunicata. La sua figura resta controversa e storicamente marginale. Lasciò l’Italia nel 1946 quando aveva 9 anni ed è sempre vissuto in esilio anche dopo la soppressione della XIII norma transitoria della Costituzione.  Non ebbe in Svizzera l’educazione necessaria ad un principe ereditario e preferì vivere come un borghese libero da obblighi formali. Il suo matrimonio fu un matrimonio d’amore contro i desideri del Re Umberto che alla fine si arrese alla volontà del figlio che solo dopo la morte del padre si sentì investito come discendente di una delle più antiche dinastie d’Europa. Due fatti vanno precisati a caldo: l’assoluzione in Francia per l’imputazione clamorosa di aver ucciso un turista tedesco in Corsica che sta di nuovo dominando i tg: la stupida dichiarazione di sedicenti senatori del regno (quale?) che affermarono che la discendenza doveva passare agli Aosta si è rivelata giuridicamente infondata in modo incontrovertibile.

Un oscuro professore di Cuneo non poteva decidere la discendenza di Casa Savoia e questo fatto appare assodato senza ambiguità. Conobbi il principe quando avevo diciassette anni: se debbo essere sincero, non ne ebbi una buona impressione. Freddo e impacciato, si vedeva che non aveva avuto quella formazione adeguata al suo rango a causa dell’esilio.  Il principe mi inviò dopo poco tempo una sua bella fotografia con dedica che ho conservato. Con una dedica scritta con inchiostro bianco.  Lo rividi di sfuggita ad Altacomba ai funerali di Umberto II a cui partecipai insieme agli amici magistrati Guido Barbaro e Attilio Rossi nel 1983.  L’ho rivisto prima del Covid ad Altacomba con l’amica Alessandra Belotti. Mi aveva insignito in precedenza di una onorificenza mauriziana. Fu molto gentile con me e mi disse che avrebbe desiderato venire a sentire una mia lezione. Non fu possibile. Nel 2020 lo avrei voluto invitare a palazzo Carignano per ricordare il suo avo, il Re Galantuomo nato in quello storico edificio duecento anni prima. Il Covid lo impedì. Mi rammarico di non averlo conosciuto più a fondo perché sicuramente dopo la morte di Re Umberto nel 1983 il principe, senza farsi illusioni, aveva preso piena consapevolezza del ruolo a lui affidato dalla storia della sua famiglia. Il modo in cui venne trattato in Italia con arresto e accuse infamanti che si rivelarono false, e’ una pagina da dimenticare.

 

Su sua richiesta Vittorio Emanuele sarà sepolto nella basilica di Superga. I funerali si svolgeranno sabato 10 febbraio in Duomo.

La magia delle bambole Lenci

Una passione torinese che si trasformo’ in successo internazionale

Il 23 aprile 1919 nacque a Torino la Lenci ,  “Ludus est nobis constanter industria” (il gioco è per noi costante lavoro), l’azienda delle famose e iconiche bambole conosciute in tutto il mondo che produceva anche altri giocattoli, mobili in legno, articoli per la casa e accessori per l’ abbigliamento.

Lenci non era solo l’acrostico del motto che i coniugi Enrico Scavini ed Elena Konig, donna colta e raffinata di origine austriaca, avevano creato per celebrare la loro attivita’ , ma anche il soprannome della signora che aveva cominciato la sua esperienza ludico-professionale in via Marco Polo 5 insieme al fratello che aveva deciso di aiutarla a creare le magnifiche creazioni che piacevano tanto ai Savoia.

Il marchio composto dall’immagine di una trottola, un filo e lo slogan che fa da cornice fu depositato nel 1922 e diede inizio ad una avventura che, oltre alla produzione e commercializzazione delle bambole, si configurera’ come punto di riferimento per la moda di quegli anni e sara’ motivo di ispirazione di artisti e sorgente di idee e creativita’.

Le Lenci non raffiguravano solo bambini, spesso dalla faccina imbronciata, ma anche silhouette con vestiti etnici e personaggi famosi come Marlene Dietrich e Rodolfo Valentino; raggiunsero presto un grande successo che le porto’ ad esposizioni molto importanti come quella di Parigi, Roma e Zurigo. Nel 1926 fu stampato il catalogo dell’azienda completo di tutti i prodotti che fu ampliato, a sua volta, nel 1927 con l’inserimento delle ceramiche. L’introduzione di nuove oggetti, oltre a rappresentare l’evoluzione della azienda, fu anche un ulteriore sforzo per combattere i diversi tentativi di concorrenza che misero l’azienda in crisi diverse volte. Dal 1928 la Lenci e’ nel momento di massima di espansione, ma questo non evitera’ difficolta’ economiche, dovute agli alti costi di gestione, che richiederanno la compartecipazione di un socio, Pilade Garella, che ne diventera’ proprietario unico nel 1937. Elena Koning rimarra’ come direttore creativo e si occupera’ di assicurarne lo stile e la linea fino alla morte del marito, momento in cui decise di lasciare l’azienda. Nel 1997 la Lenci venne venduta all’azienda Bambole Italiane che, purtroppo, e’ fallira’ nel 2002.

Ancora oggi si utilizza il panno lenci una stoffa non tessuta che viene usata per fare vestiti, ma anche accessori e collane grazie alla sua facilita’ di utilizzo e che rimanda alle famose bambole che erano foderate con un’ ulteriore strato di mussola, per renderle lavabili, e ricoperte di polvere vellutina.

L’avvento della celluloide rese le bambole di pezza obsolete e la produzione si concluse, ma ancora oggi le Lenci possono essere trovate nei mercati e nei negozi di antiquariato oltre che su diversi siti internet di commercio e di collezionisti.

Il loro successo fu talmente importante che vennero esposte nei musei di tutto il mondo tra cui New York e Tokyo, questa fama fu il frutto di una passione, trasformatasi poi in lavoro, che segno’ un periodo magico per Torino che ancora una volta si conferma luogo di fertile di estro e genialita’.

MARIA LA BARBERA