SPETTACOLI- Pagina 83

Osteria Rabezzana, Metti una sera al cinema

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 22 febbraio, ore 21.30

Lo spettacolo-concerto che omaggia i più grandi compositori con l’Orchestra formata da un terzetto d’archi, oboe, percussionista, piano e voce di Tiberio Ferracane

“Metti una sera al cinema” è uno spettacolo-concerto che omaggia i più grandi compositori di musica da film: Ennio Morricone, Nino Rota, Bacalov, Nicola Piovani. Ma anche coloro che sono stati presi in prestito, scelti da grandi registi, come Luigi Tenco, Charles Aznavour, Pino Daniele, Paolo Conte, Astor Piazzolla.

Ad omaggiare i grandi compositori, i grandi Maestri che formano l’Orchestra: un terzetto d’archi, un oboe, un percussionista, un pianoforte e una voce, il tutto coadiuvato da una regia che si occupa di far scorrere le immagini sullo schermo.

La musica da film è un genere musicale che mette d’accordo tutti, perché fa magicamente convivere la musica colta e quella pop. Ammalia il pubblico, perché le poche parole scelte con cura rievocano profumi e immagini che intanto scorrono sullo schermo.

Formazione

Tiberio Ferracane, voce e piano

Pietro Paolo Marino, oboe

Paola Bettella, violino

Magdalena Vasilescu, viola e violino

Massimo Barrera, violoncello

Gianfabio Cappello, percussioni

Stefania Piccolo, regia e montaggio

Ora di inizio: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Ripartono i concerti dell’Accademia Corale Stefano Tempia

Ripartono i concerti dell’Accademia Corale Stefano Tempia di Torino.Il primo appuntamento avrà luogo sabato 25 febbraio, alle  17, presso l’Oratorio di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria 5, a Torino. L’“Ensemble AES”, composto da Antonino Mollica (sassofono soprano), Enea Tonetti (sassofono baritono), e Andrea Tedesco (pianoforte) proporrà il concerto dal titolo “Rebus musicali per saxofoni e pianoforte”.

“Uscire con l’abito nero, sciccherie”

Music Tales, la rubrica musicale

“Uscire con l’abito nero, sciccherie

Mentre metto cose per sembrare come quelle un po’ più fighe

Però mando un bacio a quelli che

Mi davano i bacini ma senza volere me”

Madame è una giovanissima ragazza di appena 19 anni diventata famosa grazie alla canzone “Sciccherie”, che ha spopolato su tutte le piattaforme di musica.

Quest’anno ha partecipato al Festival di Sanremo con un brano che ho trovato particolarmente bello. Stamane ho voluto conoscerla un po’ di più, attraverso un’intervista che mi ha scossa e positivamente, e negativamente.

Un’intervista che mi ha fatto ripercorrere disagi, situazioni e momenti che forse, per certi versi, appartengono anche al mio bagaglio personale; forse non solo al mio.

Classe 2002 una musicalità di quelle che non si sentivano da tempo e talento da vendere. Questa è Madame, una liceale di 19 anni con la passione per la lingua italiana, i vari dialetti e la loro storia, e che ha deciso di prendere la strada del rap. Il suo vero nome è Francesca ed è di Vicenza: i suoi singoli sono prodotti da Eiemgei per Arcade Army Records e presentano tutti una particolarità fuori dal comune: i testi.

Parole volutamente strascicate e “mangiate”, inflessioni dialettali e figure retoriche, li rendono di difficile comprensione a un pubblico più largo. E questo si riflette soprattutto in “Sciccherie”, prima canzone di Madame che, nonostante sia piaciuta tantissimo, è stata anche criticata perché – parole dei fan – “non si capiva nulla”.

E così la ragazza non solo ha deciso di pubblicare il testo su tutti i siti e sulle Instagram Stories, ma ha anche spiegato in un video con gli Arcade Boyz il significato di “Sciccherie”.

“Sciccherie” non è in realtà in dialetto: l’unica parola che può essere definita dialettale, infatti, è “ficcatine”, non ce ne sono altre. È un neologismo inventato da Madame e rappresenta la classica “one night stand” di classica memoria, mentre le altre parole che sembrano incomprensibili sono solo state volutamente pronunciate con accenti diversi dal normale per adattarle meglio alla base musicale.

Cosa sono le “Sciccherie”? Tutte quelle cose che possono essere superflue – l’oro, un bel vestito – ma che ci creano dipendenza. Sono le cose più astratte come le cose reali. Come anche le dipendenze affettive, di cui a un certo punto Madame parla nella canzone: e lì le parole volano come in un flusso, come pensieri gettati alla rinfusa attraverso la bocca come se fosse in un sogno. “Sciccherie” è una canzone profonda, che vede Francesca mettersi in gioco in prima persona raccontando dello sforzo per stare al passo con le altre ragazze (“metto cose per sembrare come quelle un po’ più fighe”), della sofferenza per sentirsi a volte un po’ un pesce fuor d’acqua, e dell’amore per un ragazzo con il quale vorrebbe fare a meno delle “sciccherie”, ossia i litigi inutili. Quella di Madame è una canzone che andrebbe ascoltata più e più volte, andando oltre l’apparenza e facendo davvero attenzione al testo.

Testo che più chiaro di così non può davvero essere.

Prima di linkarvi il brano vorrei vi prendeste tempo per ascoltare la sua intervista che la mette a nudo rendendo pubblica una fragilità che odora di veridicità.

L’ho ascoltata e mi ha fatta riflettere, soprattutto nella parte finale.

https://www.youtube.com/watch?v=bIDJWcuqhDE&ab_channel=NoiseyItalia

“Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza.

Non il talento, nulla è più comune di uomini di talento falliti.

Non il genio; il genio incompreso è ormai un luogo comune.

Non l’istruzione; il mondo è pieno di derelitti istruiti.

Solo la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti.”

CALVIN COOLIDGE

Buon ascolto, attendo vostre impressioni

Chiara De Carlo

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Completamente esaurito 40 personaggi per un solo interprete

TSN – Teatro Superga Nichelino (TO)

Giovedì 23 febbraio, ore 21

Completamente esaurito 

40 personaggi per un solo interprete: una commedia unica nel suo genere per la prima produzione italiana

Completamente esaurito è la commedia esilarante di Becky Mode nella prima produzione italiana firmata STM: un solo attore sul palco che interpreta 40 personaggi diversi in 90 minuti di spettacolo.

Davide Nebbia, che si è occupato anche della traduzione e adattamento del testo, è un attore sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Protagonista del film La Strategia degli Affetti, che gli è valso la nomination come Miglior Attore Protagonista al prestigioso Shangai Film Festival, ha calcato i palchi del teatro musicale italiano in produzioni come Frankestein Junior, Grease ed Happy Days. Rientrato in Italia dopo aver studiato al The Barrow Group di New York, l’attore torna sul palco con il sorprendente testo di Becky Mode.

TRAMA

Tommy è un giovane attore in attesa di scritture in un panorama teatrale italiano, o meglio romano, tutt’altro che confortante. Così, in attesa del colpo di fortuna, tra un provino e l’altro, il protagonista si mantiene con un lavoro che, lungi dal procurargli soddisfazioni, lo precipita in uno stato di stress sempre più difficile da gestire. Tormentato da clienti di vecchia data che telefonano in continuazione insieme ai nuovi adepti e ai curiosi di questa “cucina molecolare”; maltrattato dal capocameriere e vessato dallo chef, il povero ragazzo è pressato anche dai familiari che pretendono la sua presenza durante le imminenti festività natalizie.

Foto Alessandro Morino

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Maneskin e Paolo Fresu

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Lunedì. Allo Spazio 211 suonano i Timber Timbre. Al teatro Colosseo si esibisce Achille Lauro.

Martedì. Al teatro Carignano lo spettacolo “Tango Macondo”, viene musicato in scena da Paolo Fresu in trio con Daniele di Bonaventura e Pierpaolo Vacca. Repliche fino a domenica 26.

Mercoledì. Al Jazz Club sono di scena i Four Jam. Al Lambic si esibisce Marco Parente. All’Off Topic è di scena Voodoo Kid.

Giovedì. Al Jazz Club suona la R.Z Blues Band. All’Hiroshima Mon Amour prima di 2 serate consecutive per Gio Evan con il recital “Sull’Emani”. Al Dash si esibiscono i Sucker Punch. Al Blah Blah sono di scena i Safari e gli Brxit. Al Cafè Neruda suonano i Jazz Device Five.

Venerdì. Al Concordia di Venaria Neri Marcorè interpreta “Le mie canzoni altrui”. Al cinema Massimo inaugurazione di “Seeyousound” con lo show audiovisivo “Sequenze parallele” con protagonista il violoncellista Manuel Zigante. Al Jazz Club suona il trio The Last Coat of Pink. Al Folk Club è di scena il cantautore Jono Manson accompagnato dai Mandolin Brothers. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Fuh e Tanz Akademie. Al Magazzino di Gilgamesh per la rassegna blues, suona Norman Beaker mentre allo Spazio 211 è di scena Alessandro Fiori.

Sabato. Al Blah Blah si esibiscono i Conflict. Al Pala Alpitour arrivano i Maneskin. Per “Seeyousound” suona il batterista Khompa e viene proiettato il documentario su Cesària E’vora. Al Magazzino di Gilgamesh blues con con il quartetto US Rails.

Domenica. Al Jazz Club suona il duo del pianista Emanuele Sartoris e i corni di Martin Mayes. Per “Seeyousound” lungometraggio sulla cantante di bossa nova Miùcha e sulla band Rema Rema dal titolo “What You Could Not Visualize” con dal vivo i Larsen.

Pier Luigi Fuggetta

Achille Lauro unplugged Al Teatro Colosseo

Stagione 2022-2023

Lunedì 20 febbraio ore 21
ACHILLE LAURO

poltronissima € 80,50 | poltrona A € 70,50 | galleria € 60,50 |galleria B € 50,50 | galleria C € 40,50
Arriva ance al Teatro Colosseo Achille Lauro Unplugged, occasione per ascoltare live la performance di Achille Lauro in una nuova versione intima ed essenziale.
L’artista, reduce dal successo dell’Achille Lauro Superstar with Electric Orchestra tour della scorsa estate insieme all’Orchestra della Magna Grecia e alla sua rock band che si è esteso per oltre dieci settimane ai festival e alle arene estive più importanti d’Italia, nel 2023 porterà sul palco tutta la musica prodotta negli anni, dai primissimi dischi a oggi, tra cui l’ultimo singolo Che sarà (Elektra Records / Warner Music Italy) una ballad intima che segna il ritorno di Achille Lauro in una nuova veste essenziale e introspettiva come si evince nel videoclip fuori su youtube girato per intero nella città eterna tra l’Ara Pacis e le iconiche vie del centro storico.
Nel 2023 Achille Lauro sarà anche in tour negli istituti superiori italiani per il progetto Achille Lauro nelle scuole con il supporto di H-farm, Amazon e Code.org, un’occasione speciale dedicata alle nuove generazioni per stabilire un dialogo tra gli studenti e il cantante, da sempre sensibile alle tematiche che riguardano i ragazzi stimolandoli a misurarsi con aspettative e timori, e con la consapevolezza delle tante opportunità che oggi hanno a disposizione.

“Beecult” Talk letterari e film “green” scelti dai ragazzi in attesa di “Cinemambiente”

Da giovedì 23 febbraio a venerdì 28 aprile

“Sostenibilità ambientale” e “inclusione sociale”: sono questi i temi centrali portati avanti nei prossimi mesi – da giovedì 23 febbraio a venerdì 28 aprile – nell’ambito del progetto “Beecult”, promosso a Torino, negli spazi di via Foligno 14, da “Beeozanam”, area ex-industriale rigenerata all’insegna dell’arte urbana, nell’ottica dell’“inclusività” e della partecipazione dei cittadini, dove co-produrre ed ospitare attività culturali, formative ed aggregative. I contenuti, in specifico, di “Beecult”: una rassegna di film “green”, scelti dai giovani insieme al direttore di “Cinemambiente” (che tornerà in città dal 5 all’11 giugno), Gaetano Capizzi, ed un’interessante serie di talk letterari a tema.

Sul piatto – e punto di forza della rassegna – un cartellone di film creato (ed è una novità) dai giovani di “Quartier Circolare”  (mindchangers.eu/piemonte) e di “Alkadia CPG”, che, sotto la guida di Gaetano Capizzi, durante vari incontri, hanno scelto argomenti e film di “Scenario Pianeta: aspettando CinemAmbiente 2023”.

La “generazione Greta” ha così avuto modo di portare a Torino i temi della sostenibilità ambientale: quattro appuntamenti a cadenza mensiletutti gratuiti e tutti accompagnati da dibattito con esperti.

Si inizia giovedì 23 febbraio con un film di denuncia sul fast fashion, “Le ali non sono in vendita” di Paolo Campana seguito da un dibattito con gli studenti dell’“Accademia Albertina di Belle Arti”; giovedì 23 marzo, quindi, Generation Greta di Johan Boulanger e Simon Kessler con le storie di nove giovani donne che si intrecciano nella cornice dell’attivismo per sensibilizzare il mondo sull’emergenza climatica e combattere l’apatia della classe politica e gli abusi delle grandi aziende. A seguire, giovedì 20 aprile, ecco “The Great Green Wall” di Jared P. Scott, un viaggio attraverso lo sguardo della cantante e attivista maliano-francese Inna Modja alla scoperta della “Grande Muraglia Verde” nell’Africa sub –sahariana per chiudere il 20 maggio – in occasione della “Giornata Mondiale delle Api” – con il film per famiglie “Bee Movie” di Simon J. Smith e Steve Hickner  e il corto “Api di città” di Alessandro Rocca e Davide Demichelis sul fenomeno delle arnie gestite da cittadini che si improvvisano apicoltori.

Altro tassello importante del programma – realizzato grazie ai “Fondi di ripresa post Covid” , stanziati dal “Comune di Torino” –  i venerdì letterari”: questi sono invece nati dalla collaborazione con alcune realtà locali, come la “Cartolibreria di Nina”, in via Borgaro 66. I “Venerdì” nascono per creare un appuntamento periodico per il quartiere, un ciclo che vede ospiti autori del territorio piemontese o case editrici indipendenti.

Si inizia venerdì 24 febbraio con Franco Borgogno e i suoi due libri “Un mare di plastica” e “Plastica, la soluzione siamo noi. Anche qui tema molto green: l’inquinamento da plastica. Venerdì 31 marzo tocca, poi, a uno scrittore amatissimo, Davide Longo, con “La vita paga il sabato”, noir ambientato tra le montagne piemontesi e la chiassosa Roma. A chiudere , venerdì 28 aprile, un libro che racconta invece una storia di migranti ed è ambientato nella piccola Valgioie, in Valsangone. Autrice Elisa Bevilacqua, titolo “No è problema” (Ubuntu).

“Con ‘Beecult’ – sottolinea Elen Ganio Vecchiolino di ‘Beeozanam’ – puntiamo a rendere ‘Beeozanam’ uno spazio di inclusione e partecipazione attiva in cui l’offerta culturale si costruisce per e con le persone del territorio intrecciandone interessi e desideri e contaminandosi con i temi identitari del ‘community hub’”. E aggiunge: “In questo trimestre attraverso il cinema, la letteratura, il ‘beepop fest’ e molto altro intendiamo sperimentare dei format che stimolino una frequentazione continuativa e favoriscano occasioni di incontro e relazione tra le persone”.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e si terranno presso “Beeozanam”, in via Foligno 14, Torino.

Prenotazioni su: https://www.beeozanam.com/post/beecult-scenario-pianeta-aspettando-cinemambiente-2023 o https://www.beeozanam.com/post/i-venerdì-letterari

g.m.

Nelle foto:

–       Beeozanam

–       Da “The Great Green Wall”

–       Franco Borgogno

Venerdì 24 febbraio apre SEEYOUSOUND 9 l’anteprima italiana di Tchaikovsky’s Wife

Si avvicina l’apertura della 9ª edizione di SEEYOUSOUND International Music Film Festival, che dal 24 febbraio al 2 marzo a Torino proporrà 79 film di cui 5 in anteprima assoluta, 2 prime europee e 26 italiane tra i migliori e più recenti prodotti cinematografici a tematica musicale a livello internazionale. Lungometraggi, documentari, corti e videoclip divisi tra sezioni in concorso e rassegne, capaci di esaltare il valore universale della musica e mostrare quanto sia una forma espressiva necessaria e naturale. Proiezioni, eventi, performance e concerti in 7 diverse location cittadine, accompagnati da circa 60 ospiti tra registi e musicisti.

Venerdì 24 febbraio apre SEEYOUSOUND 9 l’anteprima italiana di Tchaikovsky’s Wife di Kirill Serebrennikov, film sulla tumultuosa relazione tra il compositore e la moglie che venne presentato in prima mondiale a Cannes nel 2022, accompagnato dalle nette dichiarazioni del regista – russo di madre ucraina -, da sempre oppositore del regime putiniano ed esiliato dallo scorso marzo.

Serebrennikov è protagonista dell’omaggio di quest’anno, che prevede anche la proiezione di un altro suo titolo musicaleSummer (Leto), splendido bianco e nero del 2018, incentrato sul cantante Viktor Tsoï, leader della rock band russa anni ‘80 Kino.

In programma film su grandi nomi come Sinéad O’Connor, i King CrimsonJames Brown e il mitico concerto che tenne a bada le rivolte di Boston dopo l’assassinio di Martin Luther King; la regina della bossa nova Miùcha, la capoverdiana Cesária Évora, ma anche The StrokesInterpolLCD Soundsystem… protagonisti di Meet Me In The Bathroom, mostrato in anteprima al Sundance e proiettato a Seeyousound prima del concerto dei torinesi The Wends.

Spiccano documentari unici come What You Could Not Visualize sulla band seminale post-punk Rema-Rema: domenica 26 febbraio per l’anteprima europea saranno ospiti – oltre al regista Marco Porsia – due membri della band che si esibiranno per la prima volta dal 1980, insieme ai LarsenTra le molte anteprime italiane, il film sui CAN, storico gruppo krautrock, Can And Me di Michael P. Aust che sarà in sala sabato 25. 

Prima proiezione in assoluto per ll mondo è troppo per me, accurato lavoro su Vittorio Camardese (schivo musicista, inventore del tapping), che verrà presentato lunedì 27 dalla regista Vania Cauzillo e accompagnato dal live di Roberto Angelini (figlio acquisito di Camardese) con Rodrigo D’Erasmo; e Infernòt. Viaggio nella musica folk documentario sulla nascita della musica folk italiana che parte dal FolkClub di Torino per allargarsi al panorama mondiale, in anteprima sabato 25 con in sala il regista Elia Romanelli e seguirà il live di Alessia Tondo e Davide Ambrogio.

Molti anche i film di finzione come Country Gold, commedia weird frutto del prolifico regista indie Mickey Reece, che inscena il surreale incontro tra due leggende del country stravolgendo l’immaginario del genere; Zillion di Robin Pront, ospite per l’anteprima italiana di sabato 25, che racconta la storia (vera) di Frank Verstraeten, imprenditore-criminale che nel ‘97 con il re del porno belga Dennis Black Magic l’omonima mega discoteca, una parabola techno che incarna lo spirito degli anni ’90; e Sonnecoming of age dall’estetica digital sulle note di Losing My Religion dei R.E.M. diretto dalla giovane regista curdo-austriaca Kurdwin Ayub, premiata alla Berlinale 2022.

Quest’anno il festival torna a riappropriarsi completamente della sua dimensione live con 22 concerti, sonorizzazioni e dj set tra cui anche le performance multimediali Ever.ravE di Gianluca Iadema Perceive Reality A/V di KHOMPA feat. Akasha; l’exhibition con le opere di Rebecca Salvadori; lo spettacolo transmediale Rageen Vol. 1 del collettivo OKIEES con la straordinaria partecipazione di Pippo Delbono, i concerti dopo-festival al Café des Arts, le serate a Magazzino sul Po e Spazio Musa, e le proiezioni a 360° del DANCE VR CORNER in collaborazione con COORPI nella Mole Antonelliana.

Seeyousound International Music Film Festival è organizzato da Associazione Seeyousound con la collaborazione di Museo Nazionale del Cinema, il patrocinio di MiC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte e Città di Torino, e il contributo di Fondazione CRT. Main sponsor Diplomático – RUM. Sponsor BTM Banca Territori Del Monviso e Lentini Immobili Real Estate.

BIGLIETTERIA bit.ly/SYS9_Tickets e Cinema Massimo
INFO
 www.seeyousound.org ..:: info@seeyousound.org ..:: facebook.com/SEEYOUSOUND ..:: instagram.com/seeyousoundfestival ..:: twitter.com/seeyousound

Ramy. The voice of Revolution. A Racconigi

La “voce della rivoluzione egiziana” in scena sul palco della “Soms”

Domenica 19 febbraio, ore 17

Racconigi (Cuneo)

Partire dalla drammatica, intollerabile vicenda di Giulio Regeni (il giovane ricercatore friulano, 28 anni, scomparso al Cairo il 25 gennaio del 2016 e ritrovato cadavere per strada, torturato e massacrato, nove giorni più tardi, senza ancor oggi, dopo vari depistaggi e l’assenza di collaborazione dell’Egitto, aver fatto piena luce sulla reale “verità”) per riflettere su cosa significhino, ovunque nel mondo, parole come “Stato”, “Giustizia” e “Legalità”. Parte di qui l’idea dello spettacolo “Ramy. The voice of Revolution” di Valeria Raimondi e Enrico Castellani (“Babilonia Teatri” – Produzione “Teatro Metastasio” di Prato), inserito nella rassegna teatrale “Raccordi” di “Progetto Cantoregi” e “Piemonte dal Vivo” programmato per domenica 19 febbraio (ore 17) sul palco della “Soms” (ex Società Operaia di Mutuo Soccorso) in via Costa 23 a Racconigi (Cuneo). In scena, accanto alla Raimondi, a Castellani, ad Amani Sadat e a Luca Scotton, ci sarà anche Ramy Essam, conosciuto oggi in Egitto come la “ voce della rivoluzione egiziana”, fra i dimostranti in piazza Tahrir il 25 gennaio 2011 (allo scoppio della rivoluzione, che, nel giro di pochi giorni portò alla destituzione di Moubarak), dal 2014 in esilio e su cui pende un mandato di cattura per terrorismo da parte dell’Egitto del presidente Abdel Fattah al-Sisi.  Nel mandato di cattura non si fa alcun riferimento alla sua arte e ai contenuti delle sue canzoni (Ramy è uno dei pochi cantanti in Medio Oriente a cantare hard rock), ma è palese che il regime egiziano non gradisce in nessun modo la richiesta di libertà e giustizia per il suo popolo che lui canta senza sosta e che l’accusa di terrorismo è del tutto infondata. Le canzoni di Ramy, in Egitto e non solo, le conoscono tutti, i suoi video arrivano ad avere milioni di visualizzazioni, ma lui, per la sua gente, non può cantare. Neanche una nota. Una parola. La sua bocca deve restare chiusa. Può entrare in contatto con chi lo segue solo attraverso uno schermo. “Ramy – sottolineano gli organizzatori dello spettacolo – ha aperto i nostri occhi e ci pone domande che chiedono risposte. Domande che da soli non avevamo le parole per formulare, ma che oggi, lavorando sul palco fianco a fianco con Ramy diventano profondamente concrete, profondamente umane, profondamente politiche, profondamente autentiche”. “Con questo spettacolo – continuano – vogliamo dare voce a queste domande. Cosa significa Stato. Cosa significa giustizia. Cosa significa potere. Cosa significa polizia. Cosa significa processo. Cosa significa legalità. Cosa significa carcere. Cosa significa tortura. Cosa significa opinione pubblica. Cosa significano giornalismo e libertà d’informazione. Ramy lo canterà e lo griderà con la grazia, la poesia, la rabbia e la nostalgia di chi paga tutti i giorni un prezzo altissimo, l’esilio, per le proprie scelte. Vogliamo interrogarci sulla nostra debolezza. Sulla debolezza di uno Stato che non sa dare delle risposte trasparenti. Vogliamo raccontare come il nostro essere cittadini liberi in uno Stato libero incontri e si scontri con delle dinamiche da vittima e carnefice. Con delle dinamiche che ledono, offendono e giocano con la dignità delle persone. Crediamo che questo non sia mai ammissibile e che valga sempre la pena di ribadirlo con forza e determinazione. Per non smettere di essere cittadini liberi in uno stato libero”. Ramy, che oggi vive in Svezia e in Finlandia, nell’inverno scorso ha dedicato proprio a Giulio Regeni lo spettacolo “Giulio meets Ramy/Ramy meets Giulio”, andato in scena a Prato.

Per info e prenotazione: tel. 349/2459042 o info@progettocantoregi.it o www.progettocantoregi.it

g. m.

Nelle foto: Ramy Essam (Ph. Eleonora Cavallo)

Doppio debutto con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino per Petr Popelka e Marie Ange Nguci

Giovedì 16 febbraio all’Auditorium Rai di Torino, con replica venerdì 17 febbraioanche in live streaming su Rai Cultura.it e in diretta su Radio 3.

Popelka, direttore principale della prestigiosa NDR Elbphilarmonie Orkester ad Amburgo è regolarmente invitato a lavorare con le più importanti orchestre europee. Attivo come compositore, vanta un passato da contrabbassista all’interno della storica formazione della Sachsishe Staatskapelle di Dresda.

In apertura di serata, Popelka proporrà “Three questions with twoanswers di Luigi Dallapiccola, scritta tra il 1962 e il 1963, anni nei quali il compositore italiano si stava avvicinando all’avanguardia artistica europea. Musicista italiano, Luigi Dallapiccola mise in rilievo l’importanza per la sua formazione dell’ambiente istriano, inquieto punto d’incontro di tre diverse culture. Il periodo di confino trascorso a Graz, dal marzo 1917 al 1918, segnò profondamente la sua adolescenza, sia nella formazione del carattere sia nelle esperienze musicali. All’OpernHouse di Graz, ebbe la possibilità di ascoltare quasi tutte le opere di Wagner, il Fidelio di Beethoven, il Don Giovanni di Mozart, Opere di Verdi, tra cui l’Otello e Un ballo in maschera e composizioni sinfonico corali come il Messia di Haendel, la Creazione di Haydn, la IX Sinfonia di Beethoven e lo Schicksalsied di Brahms. Dopo il rientro a Pisino, Dallapiccola riprese gli studi liceali e continuò quello della musica a Trieste, con Alice Andrich Florio per il pianoforte e Antonio Illersberg per l’armonia, che gli fece conoscere la tradizione polifonica italiana del ‘500 –‘600 sia esperienze musicali contemporanee, tra cui opere di Ravel e Schoenberg. Significativo fu il suo soggiorno a Firenze, dove studiò pianoforte con Ernesto Consolo, diplomandosi il 10 novembre 1924, e la composizione con Roberto Casiraghi, Corrado Barbieri e Vito Frazzi, conseguendo il diploma nel 1931.

Nel 1930 fu significativo un viaggio a Berlino e Vienna, al seguito della danzatrice americana La Meri, che costituì per Dallapiccola un’esperienza particolarmente significativa perché gli permise di assistere alle rappresentazioni di Salomè e Elektra di Strauss e all’esecuzione della Prima Sinfonia di Mahler. Il decennio ’30 – ’40 fu per il Dallapiccola un periodo di intensa attività basata sull’approfondimento della musica dodecafonica, e la partecipazione alle più importanti manifestazioni musicali di quegli anni.

Per il suo debutto con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Nguci, balzata all’attenzione del pubblico nel 2018 con il cd “En miroir” propone il Concerto n. 24 in do minore per pianoforte e orchestra k 491 di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguito per la prima volta il 3 aprile del 1786. Il Concerto per pianoforte e orchestra N.24 in do minore k 491 rappresenta una via di mezzo tra il troppo facile e il troppo difficile. Nonostante l’uso del modo minore sia nel k 466 che nel k 491, la timbrica delle due composizioni risulta assai diversa per l’uso di due clarinetti nell’organico orchestrale, e per l’assenza, nel finale, di una risoluzione luminosa, come avviene nel k 466, che rappresenta una coda da dramma giocoso. L’orchestra risulta la più ampia che Mozart abbia mai impiegato in un concerto, con impiego di un flauto, due oboi, due clarinetti, due fagotti, oltre che due corni, due trombe e timpani. La tavolozza orchestrale è usata al massimo dal compositore nel movimento lento, e nel finale, nel quale, al posto del classico rondò, è utilizzata la forma del tema con variazioni. Il concerto termina in modo assolutamente coerente in un clima drammatico e con un cambio di tempo.

Il concerto si chiude con “Also sprach Zarathustra” opera 30 di Richard Strauss, che si apre con una delle più sfolgoranti apparizioni del sole mai descritte in musica. Stanley Kubrick l’ha utilizzata fin dai primi fotogrammi del suo “2001 Odissea nello spazio”.

Il brano fu eseguito per la prima volta nel 1896 a Francoforte, e è ispirato all’omonimo poema filosofico di Nietzsche. Questa composizione del poema sinfonico assorbì Richard Strauss per un periodo di sette mesi, tra il febbraio e l’agosto del 1896, quando l’autore diresse la prima esecuzione il 27 novembre dello stesso anno a Francoforte, con la Museum Stadtlisches Orkester. A quell’epoca, all’età di 32 anni, Strauss era all’apice del suo successo, era un personaggio di punta della vita musicale tedesca, non solo per la sua brillante attività di direttore d’orchestra, ma anche per la sua immagine di compositore d’avanguardia. Si confermava erede della corrente neotedesca di Wagner e Liszt, quella corrente che insisteva sulla necessità di donare alle composizioni musicali un contenuto programmatico, letterario o narrativo, capace di integrare e chiarire il contenuto musicale esposto da una orchestra di grandi dimensioni. Risale all’epoca tra il 1886 e 1898 il lungo ciclo di poemi sinfonici, che costituisce un monumento di un credo musicale annunciato.

Also Sprach Zarathustra” rappresenta la terz’ultima delle prime otto composizioni, a metà strada dell’intero percorso. Fu giudicata in termini controversi dai commentatori, e punto d’arrivo di una fase “ascendente” della produzione sinfonica di Strauss. Per alcuni fu considerata la prima manifestazione di una fase discendente, in cui alla dilatazione delle partiture corrispondeva una dispersione del materiale musicale e una involuzione ideologica delle tematiche trattate. E’ il primo dei poemi sinfonici di Strauss a estendersi per una lunga durata e a comportare forti connotazioni ideologiche, apparendo una delle più importanti partiture dell’intero ciclo. L’omonima opera letteraria di Nietzsche risale agli anni tra il 1883 e il 1885, con sottotitolo “Un libro per tutti e per nessuno”, espressione con la quale egli intendeva riferirsi alla scelta di creare uno scritto filosofico capace di operare una riforma chiarificatrice nell’esposizione, sottraendo il contenuto filosofico a un linguaggio tecnicistico. Si tratta dell’opera di Nietzsche che tratta la morte di Dio, concetto ripreso dalla “Gaia Scienza”, ovvero il progressivo distacco dell’Occidente da Dio, che equivale alla sua uccisione, e che comporta il crollo dell’impalcatura di certezze e credenze che hanno accompagnato l’umanità per duemila anni. Viene espressa l’idea dell’ “Oltreuomo”(Ubermensch), l’uomo nuovo che supera il vuoto di valori perché ha reciso il legame col trascendente, scoprendo il valore della propria natura corporea e terrena, grazie alla forza creatrice che gli permette di sostituire ai vecchi doveri la propria volontà.

MARA MARTELLOTTA

 

Biglietti: da 9 a 30 Euro, in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino. Informazioni 0118104653.

Biglietteria.osn@rai.it

www.osn.rai.it