SPETTACOLI- Pagina 6

“La lezione di Rachel Carson” nella Chiesa di Santa Croce a Frassinetto

L’attrice Laura Curino dà voce alla “Signora degli Oceani” per il Festival “Gran Paradiso dal Vivo”

Domenica 6 luglio, ore 17,30

Frassinetto (Torino)

“Le nostre azioni sconsiderate e distruttive entrano a far parte dei vasti cicli della Terra e con il tempo ci ritornano indietro creando pericoli per noi stessi”: parole da incorniciare e messaggio tanto vero che di più non si può. A pronunciarle, anni fa (un bel po’) e con chiara assoluta preveggenza, la scrittrice e scienziata americana Rachel Louise Carson (Sprigdale, Pennsylvania 1907 – Silver Spring, 1964), grande biologa marina, definita la “Signora degli Oceani” e pioniera dell’ambientalismo moderno, cui, a sessant’anni dalla scomparsa, l’attrice torinese Laura Curino darà voce, domenica 6 luglio (ore 17,30), nella Chiesa di “Santa Croce” di Borgata Chiapinetto, a Frassinetto, sul versante piemontese del “Parco Nazionale del Gran Paradiso”, il più antico d’Italia.

L’evento teatrale (con la partitura drammaturgica di Massimiliano Bucchi e la regia di Marco Rampoldi) rientra nell’ambito del Festival “Gran Paradiso dal Vivo”, l’unico Festival “zero impact” di teatro in natura all’interno di un “Parco  Nazionale”, il cui programma prevede, fino al 20 luglioben 9 spettacoli unici ed irripetibili – senza quinte e sipario – totalmente immersi (pubblico ed attori) nel contesto naturale per un’autentica esperienza immersiva nei luoghi e nei territori dei Comuni di Alpette, Ceresole Reale, Frassinetto, Locana, Noasca, Ribordone, Ronco Canavese, Sparone e Valprato Soana. Con l’organizzazione di “Compagni di Viaggio” e la direzione di Riccardo Gili, il Festival è promosso dal “Parco Nazionale Gran Paradiso”, con il contributo di “Unione Montana Gran Paradiso – Valli Orco e Soana”, “Fondazione CRT”, “Iren”, “Smat” ed il patrocinio della “Città Metropolitana di Torino”.

L’appuntamento in programma domenica prossima, a Frassinetto è certamente fra i più interessanti inseriti in rassegna e permetterà alla bravissima Curino (dal 2015 direttore artistico del “Teatro Giacosa”, tra i fondatori del “Teatro Settimo”, una bella sfilza di premi e riconoscimenti, nonché docente di “Scrittura Teatrale” alla “Cattolica” di Milano) di raccontare la complessa storia di Rachel Carson, attraverso la voce di Dorothy Freeman, sua carissima amica e confidente, con cui Rachel intrattiene una fitta corrispondenza negli anni più creativi, entusiasmanti, difficili e burrascosi della sua complessa esistenza di donna e di scienziata. Divisa fra desiderio di scrivere e pesanti responsabilità familiari (fu al secondo anno di Università che Rachel, affascinata dalle brillanti lezioni di un’abile insegnante di “Biologia”, decise di cambiare specializzazione passando da “Letteratura” a “Biologia Marina”, pur essendo il mare per lei un perfetto sconosciuto), Carson, lottando con passione e determinazione, riuscì a diventare autrice di successo raggiungendo traguardi impensabili per una donna in quegli anni. Raggiunta la fama, denunciò con coraggio su testi diventati pietre miliari della letteratura ambientalista” – come “Il mare intorno a noi” (1951) e “Primavera silenziosa” (1962) – gli effetti devastanti di alcune sostanze chimiche e dell’inquinamento, scuotendo le coscienze e innescando un movimento che avrebbe cambiato per sempre il rapporto dell’uomo con la natura. Superando barriere e pregiudizi in quegli anni apparentemente insormontabili, questa donna straordinaria riuscì a sollecitare le persone a considerare l’umanità “parte e non padrona del mondo”. Questo, il suo lascito più importante.

Dorothy – Curino raccontano Rachel con amore, ripercorrendo episodi salienti della sua vicenda umana: alcuni intensi e appassionanti, alcuni paradossali e ridicoli, altri assurdi e umilianti, altri gioiosi, difficili e commoventi.

Serata, se possibile, da non perdere. Circondati dalla magica bellezza e dai dolci silenzi di una Natura ancora (si spera) incontaminata, nonché cullati e “coccolati” dal racconto teatrale di una delle nostre più brave e intelligenti attrici, capace con disinvoltura di abbracciare e “fare suoi” testi di nuova drammaturgia accanto ad altri squisitamente classici.

Al  termine dello spettacolo, alle 19, da “Mason Bartrumé”, nel pieno centro di Frassinetto, è in programma un’apericena con la stessa Curino.

Per info, prenotazioni e programma: tel. 346/2422756 o www.granparadisodalvivo.it

G.m.

Nelle foto: immagini di Laura Curino in scena

Tre cori a Rivarolo per Gounod

A Rivarolo, per la ricorrenza dei 250 anni dalla dedicazione della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo avvenuta il 29 giugno 1775, si è svolto domenica 29 giugno un concerto dal programma di sala di ottimo livello, molto gradito dal numeroso pubblico. In anteprima, sono stati presentati dall’architetto Francesco Castaldo i disegni restaurati del progetto originale della chiesa edificata nel 1759, capolavoro dell’architetto torinese ed esponente dello stile barocco piemontese Bernardo Antonio Vittone, esperto del rapporto tra forma architettonica e acustica musicale. L’architetto Vittone è stato anche il progettista del ricovero di Casale Monferrato, costruito su decreto del 1740 di Carlo Emanuele III.
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Ha aperto la serata l’organista torinese e direttore della Banda Musicale di Caluso Gianmattia Gandino con l’esecuzione della Fantasia e Fuga in la minore BWV 561 di Johann Sebastian Bach. A seguire l’intervento dei tre gruppi vocali ormai consolidati da oltre un decennio, il Coro Città di Rivarolo della maestra Maria Grazia Laino, il Coro Haendel di Trofarello del maestro Gabriele Manassi e il Casale Coro del maestro Giulio Castagnoli. È stata eseguita la Messe Solennelle en l’honneur de Sainte Cécile del compositore francese Charles Gounod per soli, coro e pianoforte, cavallo di battaglia del Casale Coro con dodici rappresentazioni all’attivo. La direzione è stata affidata alla impeccabile maestra Maria Grazia Laino, accompagnata al pianoforte dalla maestra del Casale Coro Olga Tarasevich e avvalendosi degli ottimi solisti Sang Eun Kim soprano, Tiziano Sandri tenore e dal basso Cristian Lazar Vasilescu.

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Vasilescu è il parroco torinese della chiesa di Santa Parascheva di Iasi in corso Vercelli, proseguendo l’attività del padre Gheorghe secondo sacerdote della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, coadiuvati dal parroco Vasile Istina. Charles Gounod, dopo aver ottenuto a Villa Medici il Gran Prix de Rome e ricevuto la vocazione al sacerdozio abbandonata dopo soli cinque anni, compose nel 1851 la Messe Solennelle senza il Sanctus e il Benedictus, eseguita a Londra ricevendo calorosi elogi dalla critica musicale. Nel settembre del 1855 l’opera sacra fu parzialmente completata senza l’Offertorio, preghiera per sola orchestra non esistente a quel tempo, eseguita all’organo da Gianmattia Gandino durante il concerto di domenica sera a Rivarolo.
L’opera completa fu rappresentata in prima esecuzione nella chiesa di Saint-Eustache di Parigi per la celebrazione annuale di Santa Cecilia nel novembre 1855 con la partecipazione di 300 musicisti tra strumentisti e coristi. La partitura originale, messa a disposizione dalle biblioteche di Londra, Parigi e Monaco di Baviera prevedeva l’impiego di un ottavobasso, un raro strumento alto tre metri e mezzo. La riduzione per organo e pianoforte, oggi utilizzata, fu pubblicata a Londra nel 1873. Del maestro Gounod ricordiamo la soave Ave Maria, melodia sul preludio BWV 846 di Bach molto richiesta per le celebrazioni matrimoniali e la orecchiabile Marcetta funebre per una marionetta, impiegata dal regista Alfred Hitchcock per la presentazione dei suoi deliziosi telefilm, uno standard di 25 minuti ricco di suspense.
Armano Luigi Gozzano

“Prendersi cura”, la nuova stagione della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

 

Oltre cinquanta spettacoli per tutte le età e una forte attenzione ai temi sociali ed educativi: è la stagione della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, che per il 2025-2026 ruota intorno al tema del “Prendersi cura”. Un programma ricco di proposte, nuovi linguaggi scenici, artisti under 35 e spettacoli rivolti a bambini, adolescenti e adulti.

“La nuova stagione della Fondazione TRG unisce arte, educazione e impegno sociale attorno al tema ‘Prendersi cura’ – ha dichiarato l’assessora alle Politiche educative e giovanili della Città di Torino Carlotta Salerno -, offrendo un programma ricco, con numerosi spettacoli e laboratori pensati per coinvolgere i giovani e gli studenti, cittadini e cittadine di domani. Una visione condivisa con la Città di Torino, che riconosce nella cultura e nell’educazione strumenti imprescindibili per la crescita sociale e individuale”.

La sinergia tra la Fondazione TRG e la Città di Torino si riflette anche nel dialogo con le principali istituzioni e rassegne culturali del territorio, quali MITO SettembreMusica, MITO per la Città o il Torino Jazz Festival, con una particolare attenzione alle proposte pensate per le nuove generazioni. Proprio quest’anno tre appuntamenti di MITO saranno ospitati alla Casa del Teatro, ampliando ancora una volta le possibilità di fruizione artistica per il pubblico giovane.

Il tema “Prendersi cura” percorre trasversalmente tutta la stagione e si riflette anche nelle nuove produzioni della Fondazione TRG, come Le quattro stagioni (coproduzione con Unione Musicale) che celebra il ciclo della vita con omaggio musicale a Vivaldi, e Zerozerosottozero di Nicolò Tommasini, spettacolo ideato nell’ambito del progetto B.I.S. per un Teatro Bello, Inclusivo e Sostenibile, vincitore del bando “Circoscrizioni che spettacolo… dal vivo!” promosso dall’Assessorato alla Cultura, che affronta il tema della responsabilità individuale di fronte alla crisi climatica e ai suoi effetti sul mondo animale.

Nel periodo natalizio arriva Il canto di Natale, interpretato da Claudio Dughera e Claudia Martore, mentre a gennaio debutta Il mago di Oz, scritto da Micol Jalla e diretto da Isabella Locurcio. Segue Winnie the Pooh della compagnia Drogheria Rebelot, un poetico viaggio tra ricordi e crescita.

Tra le proposte più originali spiccano It’s a match, ambientato in un futuro distopico dove figli e genitori si scelgono su un’app, e Io uccido i giganti, ispirato all’omonimo graphic novel, entrambi firmati da under 30.

Il repertorio TRG propone spettacoli per tutte le età, tra cui KolokIn viaggio con il Piccolo PrincipeLa piramide invisibileAlbert ed ioSulla vita sfortunata dei vermiP come PenelopePinocchioChi sei?Quadrotto, Tondino e la LunaAlice in WWWonderland e La caverna delle meraviglie, che affrontano temi di filosofia, scienza, inclusione, crescita e identità.

La stagione si inaugura con il Festival Incanti, che porta in scena due compagnie spagnole: Anónimos (compagnia Rauxa) e Univers (Engruna Teatre). Tra le novità anche Giulietta e Romeo di Roberto Latini, Capolavori di Mario Berruto, K(-A-)O del coreografo Kenji Shinohe, Meraviglia! di Elsinor e Da dove guardi il mondo? de La Piccionaia.

La danza è protagonista con la Fondazione Egri e quattro titoli: Lo SchiaccianociM’illumino d’immensoEinstein – The Dark Matter e il Gala della danza.

Numerosi gli spettacoli per l’infanzia e le famiglie, tra cui Tutto cambia!Penny e il primo fiocco di neveBluABCD’emozioniIl nuovo vestito dell’imperatriceToc tocBabù e il bosco dei profumiLino e LoneAlfonsina corridoraC’è un cavallo nell’armadioIl lupo e i sette caprettiLumacheIl primo miracoloPer questo!SolitariumCappuccetto Rosso nella pancia del lupo e Sciopero!.

Non mancano appuntamenti speciali: Halloween alla Reggia di Venaria in collaborazione con Artemakìa, Funny Magic Show con il Circolo Amici della Magia, e Carnevalzer, festa acrobatica per tutta la famiglia.

Il cartellone include anche incontri, attività educative, percorsi formativi e programmazione scolastica. La Casa del Teatro si conferma così un luogo aperto e vivo tutto l’anno, dove cultura, arte e crescita si intrecciano nel tempo lento e prezioso dell’incontro.

TORINO CLICK

Gran Paradiso dal Vivo con uno spettacolo nel weekend

Sabato 12 luglio a Locana all’alba, alle ore 5, con replica domenica 13 a Valprato Soana, al Pian dell’Azaria, con partenza alle 10 da Campiglia, un gruppo di dieci performer di O Thiasos TeatroNatura presentano “Albero Madre quando la fame non si sfama e il sacro si perde”, uno studio teatrale tratto dal mito di Erissitone, metafora dell’importanza del rispetto per la natura e per le divinità  che la proteggono. Il mito racconta la storia di un  uomo violento, Erissitone, figlio del re Triopa, che abbatté deliberatamente un bosco sacro a Demetra, la dea della terra e dell’agricoltura.  Per questa empietà la dea lo condannò a una fame inesauribile che, alla fine , lo portò  a consumare anche se stesso.

Lo spettacolo a Locana sarà  in borgata Chironio e sarà seguito da una colazione alle 6.30 e a Soana lo spettacolo è  abbinato  ad una semplice escursione di 60 minuti in compagnia di una guardia del Parco Nazionale Gran Paradiso da Campiglia Soana al Pian d’Azaria.
Fa parte di Gran Paradiso dal Vivo anche il secondo appuntamento  di domenica 13 luglio, alle 17.30 a Noasca, quando verrà  messo in scena lo spettacolo “Re di Carte” dalla compagnia Compagni di viaggio, accompagnati dal pianista Gioachino Scomegna e dal soprano Sherrie Anne Grieve.
Lo spettacolo è ambientato nei palazzi di Casa Savoia nel secolo in cui nacque l’Italia , con un percorso semiserio che porta in scena, ancor più che i re, le regine, dal 1821 al 1922, con i loro problemi, i loro rapporti di relazione, urgenze e protocolli, Carlo Felice di fronte ai moti piemontesi del 1821, la Bela Rosin, la regina Margherita e la salita al Gran Paradiso del 1890 di Vittorio Emanuele III.
Lo spettacolo a Noasca, con ritrovo all’albergo La Cascata, sarà preceduto dalla Merenda del Re, a offerta libera, a cura della Pro Loco di Noasca e la possibilità di fare il battesimo della sella per provare l’emozione di salire a cavallo per la prima volta.

Gran Paradiso dal Vivo  è l’unico festival a zero impact di teatro in natura in un parco nazionale.
Sul versante piemontese del Parco Nazionale Gran Paradiso, il più antico d’Italia, vanno in scena per l’ottava edizione, dal 5 al 20 luglio, nove spettacoli unici e irripetibili, senza alcun sipario, totalmente immersi nel contesto naturale per un’autentica esperienza immersiva in vari territori appartenenti ai Comuni di Alpette, Ceresole Reale, Locana, Frassinetto, Noasca, Ribordone,  Ronco Canavese, Sperone, Valprato Soana.
Gran Paradiso dal Vivo è  promosso e ideato dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, con il contributo dell’Unione Montana Gran Paradiso, Unione Montana Valli Orco e Soana, Fondazione Crt, Iren , Smat e il patrocinio della Città Metropolitana di Torino.

Mara Martellotta

Dittico shakespeariano, ovvero serate di divertimento (estivo)

Prato inglese”, al Carignano, sino al 13 luglio

“Prato inglese” è una applaudita, divulgativa e refrigerante iniziativa dello Stabile torinese. Accade da anni in estate, portando al pubblico quei testi shakespeariani, divertenti e leggerissimi – vabbè, qualche incursione nei disgraziati amori di Romeo e Giulietta o nella resistibile ascesa di Riccardo III c’è stata, ma la voglia di leggerezza è sempre stata in complesso rispettata -, per la maggior parte banditi dai cartelloni che circolano nelle altre stagioni. A girarsi indietro, si leggono tra i tanti  i titoli del “Sogno” e della “Bisbetica domata” e di “Molto rumore” per giungere agli odierni “Pene d’amor perdute” (anno di scrittura tra il 1593 e il 1596, 85’) e “Racconto d’inverno” (1611, 105’) che s’alternano sera dopo sera sino al 13 luglio sul palcoscenico del Carignano. Due letture che saranno – necessariamente, dice il regista Ferrini nelle sue note di regia – guardate e votate alla contemporaneità, ma a una contemporaneità che vorremmo definire noi silenziosa, che non stride e non prevarica. Una bellezza da vedere e da ascoltare.

 

Una contemporaneità in cui ci troviamo felicemente catapultati, “queste due opere diranno di noi, diranno delle nostre passioni incontrollabili, delle nostre cialtronerie, dei nostri buoni propositi, del loro misero fallimento”. Etichetta poi, “Prato inglese”, che le deriva da quel tappeto erboso che si prolunga una volta più una volta meno verso la platea rubandole spazio e offre maggior spazio all’azione e iniziativa che, ricordiamolo già adesso, vedrà quello stesso luogo invaso nell’estate del ’26 dalle gesta delle “Allegre comari” e di “Come vi piace”, affidate allo sguardo femminile, nell’ordine, di Marta Cortellazzo Weil e di Giulia Odetto.

Entrambe le commedie hanno quel minimo comune denominatore che le lega nella scenografia di Anna Varaldo (suoi anche i costumi, un plauso a quelle trine color crema, mettiamo, di inizio secolo dentro cui sbarcano alla corte di Navarra la principessa di Francia e le tre damigelle con trolley valigie e borsoni di cuoio al seguito, nelle “Pene d’amor”), una parete sul fondo di porte piuttosto délabré e uno scheletro ligneo che ci vorrebbe far abitare per una serata l’antico Globe; e soprattutto nel lavoro di traduzione e adattamento di uno spigliato Diego Pleuteri, divertito e divertente, applaudito autore e riconosciuto enfant prodige della compagine dello Stabile: su cui ha intessuto la propria regia un Jurij Ferrini in smagliante forma, capace di riconsegnarci la freschezza e il divertimento al gran completo, il piacere del linguaggio con ogni sua invenzione e la sua effervescenza, la costruzione di personaggi a tutto tondo, di mostrarci l’allegria del bene e il buio della malvagità e del sospetto, di farci trascorrere dalla tragedia alla commedia che tutto risolve. Ottenendo il punto più alto nelle avventure dei quattro che sono il re Ferdinando e i suoi tre gentiluomini delle “Pene d’amor”, misogeni che inciampano presto e all’occorrenza pedanti, che hanno fatto voto di dedicarsi per qualche tempo soltanto allo studio più severo e si ritrovano a respingere quei pruriti che a quell’arrivo femminile vorrebbero imporsi.

È il piacere di una sera a teatro, è la consapevolezza di veder “recitare” senza che vada sprecato nulla, è un contaminarsi piacevolmente l’un l’altro: e riempire davvero il palcoscenico. I quattro sono Vittorio Camarota (Ferdinando), Raffaele Musella (Biron), Aron Tewelde (Longueville) e Samuele Finocchiaro (Dumaine); e il discorso va doverosamente ampliato al Don De Armado di Paolo Carenzo, felicemente incontrollabile, smargiasso con qualche vena di malinconia, un Don Chisciotte o una sorta di miles gloriosus, con quella sua vagonata di fuochi d’artificio, il suo linguaggio spagnolesco pronto a essere sfacciatamente declamato, un po’ uomo d’arme e un po’ meravigliosamente guitto, al suo paggio Motto che è Matteo Federici, giustamente recalcitrante a un certo punto, e allo Zucca di Francesco Gargiulo, perso nel suo inconsapevole innamorato, pronti ambedue a scivolare nella “storia pietosa” dei due amanti di Verona.

È nel “Racconto d’inverno” che Shakespeare ci mostra il taglio netto tra tragedia e commedia, tra malinconia che sfocia nel terrore e nella pena e riconoscimenti e sposalizi che rimetteranno ogni cosa a posto, in un continuo passaggio della vicenda tra Messina e una Boemia da favola in cui l’azione è pronta a capovolgersi (in un clima che è stato definito di “purificazione”), là dove Leonte, re di Sicilia, in un mondo ordinato che va in frantumi, è preso da una improvvisa gelosia, con il sospetto che il figlio che la moglie Ermione porta in grembo sia il frutto del tradimento con il sovrano di quel lontano paese: in uno spazio di sedici anni si arriverà a scomodare l’oracolo di Delfi, si avrà un susseguirsi di sfide e di riconoscimenti, di morti e di resurrezioni, di ricerche e di miracoli, di statue che prenderanno vita. Troppo, anche per Shakespeare. Segnalate le musiche originali di Andrea Chenna, nel cambio di ruoli, nel passaggio da sera a sera, ancora gli attori riescono ad avere la meglio, qualche insicurezza o un troppo “recitare” (diverso da quell’eguale termine che s’è usato sopra) colpisce le attrici, eccezione fatta per Giordana Faggiano che speditamente continua il proprio percorso di crescita: l’aspettiamo nella prossima stagione (a marzo, al Carignano) nelle “Tre sorelle” rivisitate da Liv Ferracchiati.

Elio Rabbione

Nelle immagini, alcuni momenti degli spettacoli.

Rock Jazz e dintorni: Afterhours e James Blake

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Lunedì. Per il Flowers Festival alla Certosa di Collegno, si esibisce il rapper Guè.

Martedì. Al Vinile suona Simona Palumbo Latin Quartet. Al Flowers Festival è di scena Brunori Sas, preceduto dalla cantante Milla.

Mercoledì. Debutto del Festival Sonic Park con l’esibizione di James Blake alle OGR. Al Flowers di Collegno suonano gli Psicologi + Silent Bob & Sick Budd. All’Osteria Rabezzana sono di scena gli Svoboda. Al Vinile si esibiscono Only Pop / Tony Degruttola & Giulia Piccarelli.

Giovedì. Per Flowers suonano gli Afterhours +EmmaNolde. Prende il via Alba Jazz con la funambolica sassofonista Lakecia Benjamin all’Arena estiva del teatro Sociale.

Venerdì. Parte Collisioni ad Alba con Roberto Molinaro e Gigi D’Agostino. Al Forte di Bard arriva Gianna Nannini con il suo “Sei nell’anima tour”. Per Alba Jazz all’Arena estiva del Teatro Sociale, suona il quartetto di Mohini Dey.

Sabato. Al Flowers di Collegno suonano i Tre Allegri Ragazzi Morti preceduti dai Viagra Boys.

Al Vinile si esibiscono Lady&The Boomers. Per Borgate dal Vivo a Venaus è di scena il Raphael Gualazzi Trio. Per Alba Jazz all’Arena estiva del teatro Sociale, suona il The Trio formato da :Tullio De De Piscopo, Dado Moroni e Rosario Bonaccorso.

Domenica. Per Alba Jazz si esibisce Aymèe Nuviola “Bonche”.

Pier Luigi Fuggetta

A settembre ritorna Ritmika che compie 30 anni

 

Ritmika compie trent’anni e celebra il suo anniversario con un’edizione speciale e gratuita, dedicata alla scena pop italiana contemporanea e alle nuove voci. Saranno tre giorni di concerto al PalaExpo di Moncalieri.

La 30ª edizione si terrà dal 5 al 7 settembre 2025, confermando come sede il PalaExpo di Moncalieri, in Piazza del Mercato, che negli ultimi anni si è affermato come spazio versatile e accogliente per la musica e gli eventi culturali della città.

Quest’anno il festival si inserisce anche tra le iniziative che accompagnano il percorso della Città di Moncalieri verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028.

In cartellone: Clara (5 settembre), The Kolors (6 settembre), Chiamamifaro (7 settembre) – tre artisti capaci di intercettare pubblici diversi e raccontare, con linguaggi personali, le nuove traiettorie del pop italiano.

Dichiara Paolo Montagna, Sindaco della Città di Moncalieri: “Ritmika compie 30 anni e celebra questa importante ricorrenza con tre grandi concerti gratuiti per salutare insieme la fine dell’estate con la sua inconfondibile energia! Sarà anche un momento importante per festeggiare e sostenere la candidatura di Moncalieri a Capitale Italiana della Cultura 2028: un grande sogno condiviso, che ci fa guardare al futuro con entusiasmo e passione – la stessa che, da trent’anni, accompagna il festival musicale di Moncalieri!

Dichiara Davide Guida, Vice Sindaco della Città di Moncalieri: “Ritmika è molto di più di un festival musicale, è un progetto che da trent’anni valorizza il talento, promuove la partecipazione giovanile e rafforza l’identità della nostra Moncalieri. Celebrare questo traguardo significa guardare avanti: con artisti amati dal grande pubblico, con un team di giovani volontari che vivranno il festival da dietro le quinte e con il coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni della nostra comunità. Moncalieri crede nella musica, nei giovani e nella possibilità di costruire insieme bellezza e futuro.

Dichiarano Alessio e Fabio Boasi, Fondazione Reverse: “Ritmika è un progetto che continua a evolvere senza perdere la propria identità. Unisce attenzione alla qualità musicale, apertura verso le nuove voci e un forte legame con il territorio. La trentesima edizione rappresenta un momento importante, che celebriamo tornando alla gratuità e riaffermando l’idea del festival come spazio accessibile, condiviso e trasversale. È stato il primo festival che abbiamo avuto l’opportunità di curare: lo seguiamo dal 2010, e poter essere ancora oggi parte di questo percorso è per noi motivo di grande soddisfazione e orgoglio.”

IL PROGRAMMA

La line-up, come sempre in equilibrio tra nomi affermati e nuove voci.

Si apre il 5 settembre con Clara, tra le artiste più seguite del momento. Dopo la vittoria a Sanremo Giovani e il successo della sua partecipazione alla serie “Mare Fuori”, Clara si è imposta sulla scena pop con una scrittura personale e una presenza scenica matura, in grado di parlare direttamente alle nuove generazioni e non solo.

Il 6 settembre sarà il momento dei The Kolors, la band napoletana che con “Italodisco” ha conquistato l’estate italiana e che si è confermata con una serie di hit tra sonorità internazionali e identità radicata. Il gruppo, guidato da Stash, porterà sul palco un live energico e ricco di riferimenti alla cultura pop contemporanea.

Il festival si chiuderà il 7 settembre con il concerto di Chiamamifaro, giovane cantautrice torinese che sta emergendo per delicatezza, autenticità e capacità di raccontare con grazia il vissuto emotivo della sua generazione. Una presenza coerente con la vocazione di Ritmika a dare spazio alle voci nuove, in particolare a quelle legate al territorio.

Ritmika è un progetto promosso dalla Città di Moncalieri, prodotto da Fondazione Reverse. Con il patrocinio di Regione Piemonte e con il sostegno di Fondazione CRT e di Banca Territorio del Monviso, IREN è Sustainability partner.

Lori Barozzino

Torino Soul Night, “il battito della musica black tra leggende e nuove stelle”

A Torino la sesta edizione dell’evento ideato da Samuele Spallitta

Sabato 28 giugno, dal primo pomeriggio a notte fonda

Moncalieri (Torino)

Quest’anno, sarà “Notte Soul” più che mai – sotto il segno della “musica black” coniugata in tutte le sue più varie sfaccettature – la “Torino Soul Night” nata nel 2021 dall’idea del torinese Samuele Spallitta (direttore artistico) e che per la sua sesta edizione assume la veste di “Festival”, con più progetti musicali ad alternarsi on-stage dal primo pomeriggio di sabato 28 giugno (apertura porte stimata intorno alle 15,30) fino a notte fonda (chiusura evento intorno all’una). E cambio di location. Dopo essere stato realizzato prima al “Cap 10100” e poi al “Teatro Juvarra”, per questa sesta edizione, gli organizzatori hanno pensato bene di optare per il “Cacao Torino” (in via Regione Freylia Mezzi 47, a Moncalieri), un locale più grande, alle porte di Torino, dotato dei servizi fondamentali per uno spettacolo rivolto a un pubblico sicuramente numeroso, dall’ampio parcheggio all’area toilet & nursery. Sarà presente anche una food court con una sfiziosa offerta enogastronomica, gestita dal gruppo “To Be Company”.

Grazie ad un mix perfetto e ben studiato di innovazione, tradizione e maniacale attenzione al talento di ogni singolo performer, l’iniziativa è stata in grado di attirare negli anni una platea sempre più variegata e in costante ascesa. Un pregio che sicuramente le va riconosciuto e che di certo verrà riconfermato dalla “line up artisti” di quest’anno, contrassegnata dall’alta qualità e dal riconosciuto respiro internazionale.

Sul palco, otto i nomi “ufficiali” da dieci e lode e due star: “Soul Circus”James ScorseseStessy“The Funkin’ Machine”Ash MorganAwa FallBrownie e Nayana. A chiudere in super bellezza due “autentiche” star: la vincitrice dell’edizione 2024 di “X Factor” Mimì e l’icona Frankie hi-nrg.

Presenti anche KhamillaAgnese e “Guido in Stato di Ebbrezza” – tre promettenti artisti emergenti del panorama torinese – e il DJ set a cura di “Emile Omar by Roseaux”. Il concerto serale sarà presentato da Ginhoon-stage una band d’eccellenza di sette elementi composta da: Francesco Roletti alle tastiere, Davide Ballanti alla chitarra, Paul Zogno al basso, Stefano Petrini alla batteria, Tiziano Codoro alla tromba, Francesco Cangi al trombone e Mattia Primon al sax. Non mancherà l’accompagnamento del coro a cura di “Corde d’Accordo”, con Emanuele Faletra e IMA, che si esibiranno anche singolarmente durante la giornata.

Pier Rosito, CEO e Founder di “To Be Events” dichiara: “Con questa nuova formula la ‘Torino Soul Night’ non è solo un evento di intrattenimento in crescita, ma è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio progetto culturale e musicale. Un’esperienza autentica che celebra la cultura musicale afroamericana combinando ritmi, energia positiva e atmosfera coinvolgente, con un’attenzione particolare alla qualità sonora e all’autenticità dell’esibizione. L’ambizione è di organizzare per i prossimi anni un Festival su più giornate, consolidando Torino come una delle capitali italiane della ‘musica black’”.

La prevendita biglietti è aperta con il circuito di “To Be Company” con acquisto al link: https://tobevents.anyticket.it/

G.m.

Nelle foto: “Soul Circus”; Awa Fall; Frankie hi-nrg, credits Damiano Andreotti

Andiamo al cinema: combattiamo la pirateria!

Guardare un film sul grande schermo è un’emozione unica: suono avvolgente, immagini spettacolari e l’atmosfera condivisa della sala creano un’esperienza che nessuno streaming illegale potrà mai offrire.

Scegliere il cinema significa anche dire no alla pirateria. Ogni biglietto è un sostegno concreto per registi, attori, tecnici e lavoratori del settore. Rubare un film equivale a togliere valore al loro lavoro.
A Torino, il Cinema Massaua è sempre al fianco del pubblico con grandi offerte, proiezioni di qualità e comfort. Vieni a scoprire le novità in sala e goditi il cinema come si deve.
Spegni lo streaming illegale. Accendi la magia del cinema!

Enzo Grassano