SPETTACOLI- Pagina 3

Musica da Vedere alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Sabato 10 maggio, alle 15.45, presso la palazzina di Caccia di Stupinigi si terrà una visita musicale dal titolo “Musica da vedere”, che fa rivivere gli antichi rituali della caccia reale rappresentati nelle tele del Cignaroli al suono dei corni di Sant’Uberto. Le musiche che corrispondevano all’antico cerimoniale venatorio vènerie royale  (la caccia a cavallo con cani da seguita), vengono riproposte da una sonorizzazione delle opere curata dell’Equipaggio della Reggia di Venaria, riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, ensemble musicale dell’Accademia di Sant’Uberto. Lo strumento impiegato è la trompe d’Orléan, corno circolare naturale senza fori, tasti o pistoni, di agevole impiego anche a cavallo, per trasmettere le sequenze dell’azione venatoria nel folto della foresta. “Musica da vedere” è una visita guidata con sonorizzazione del percorso di visita, e ha una durata di un’ora e 15 minuti circa. Prezzo della visita guidata 5 euro, oltre al costo del biglietto di 12 euro; 8 euro ridotto, gratuito per i minori di 6 anni e possessori di abbonamento musei e royal card. Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente.

Info: 011 6200601 – stupinigi@biglietteria@ordinemauriziano.it

Mara Martellotta

 

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Sabato 10 maggio 2025, ore 15.45

Musica da Vedere

Durata della visita: un’ora e 15 minuti circa

Prezzo della visita guidata musicale: 5 euro, oltre al costo del biglietto

Biglietto: 12 euro intero; 8 euro ridotto; gratuito minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011 6200601

stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it – info@accademiadisantuberto.it

www.ordinemauriziano.it – www.accademiadisantuberto.org

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Festival Milano Musica, l’Orchestra Nazionale della Rai di Torino alla Scala

Mentre al Teatro alla Scala di Milano va in scena la prima assoluta della sua nuova opera intitolata “Il nome della rosa”, tratta dal romanzo di Umberto Eco, il Festival Milano Musica dedica al compositore Francesco Filidei la sua 34esima edizione. Venerdì 2 maggio, alle ore 20, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai è ospite del cartellone, con un concerto in programma proprio alla Scala, trasmesso in diretta su Rai Radio 3. La serata vede sul podio Maxime Pascal, ed è proposta anche all’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, domenica 4 maggio, alle ore 20.30, nell’ambito di RaiNuovaMusica, la consueta rassegna dell’OSN Rai dedicata alla musica contemporanea. Insieme al “Cantico delle Creature” di Filidei, e ai “Kafka-Fragmente” di György Kurtág, viene proposto in prima esecuzione assoluta “Tacet” di Stefano Gervasoni e, per la prima volta in Italia, “Not alone we fly” di Aureliano Cattaneo. Protagonisti sul palco due interpreti d’eccellenza del repertorio del XX e XXI secolo, la violinista Patricia Kopatchinskaja e il soprano Anna Prohaska.

La serata si apre con la prima esecuzione di “Tacet”, concerto per violino e orchestra composto nel 2024 da Stefano Gervasoni, e ispirato alla parola che in partitura indica agli strumenti quel momento in cui devono restare in silenzio, tacere, appunto.

“Tra le tante metafore a cui è associato, per me il silenzio è sinonimo di libertà e democrazia – dichiara Stefano Gervasoni – come questa è una conquista che richiede disciplina, sforzo per ottenerlo e per mantenerlo. È un esercizio democratico, proprio come la scrittura, che pone le basi per un discorso, un ascolto, un dialogo”.

Compito della solista Patricia Kopatchinskaja, del direttore Maxime Pascal e dell’OSN Rai di Torino è di arrivare alla pienezza del silenzio, per riscoprire la vera ricchezza del suo significato. L’opera è una cocomissione internazionale che coinvolge Milano Musica, la Basel Symphony Orchestra, la WDR e Radio France. Segue “Il Cantico delle Creature” per soprano e orchestra di Francesco Filidei, dedicato proprio ad Anna Prohaska, che lo ha presentato in prima assoluta prima a Berlino e poi a Colonia, questo lavoro ha debuttato in Italia nel 2023 al teatro Carlo Felice di Genova. Voce solista Jean Croussaud ( che lo ha commissionato l’autore insieme all’Ensemble Moderne e al Berliner Festspiele/Musikfest Berlin). Filidei si confronta con la più celebre lauda della letteratura italiana, tessendo intorno al testo originale una trama orchestrale dalla struttura circolare, in cui il compositore mette in relazione i versi di San Francesco con una scala cromatica, iniziando e terminando con la stessa nota.

Completano il programma una selezione dai “Kafka-Fragmente” per soprano e violino  di György Kurtág, che vede protagoniste ancora Patricia Kopatchinskaja e Anna Prohaska. Alla base dei brevi brani che costituiscono questo lavoro c’è la fascinazione del compositore ungherese per il celebre autore de “Il processo”. Per decenni Kurtág raccolse pagine di diari, quaderni e lettere di Kafka, arrivando a comporre tra il 1985 e il 1987 questa serie di brevi pezzi, i “Kafka-Fragmente”, la maggior parte dei quali ha la durata di meno di un minuto. Si tratta di un lavoro che assume la forma di u a confessione intima, priva di un vero e proprio filo narrativo, affidato solamente all’incontro tra la voce del soprano e quella del violino.

Il concerto si chiude sulle note della prima esecuzione italiana di “Not alone we fly”, di Aureliano Cattaneo. Brano per violino e orchestra scritto proprio per Patricia Kopatchinskaja, e a lei dedicato. La violinista lo ha eseguito in prima mondiale nel 2023 al Festival NOW’, insieme alla Essener Philarmoniker, diretta da Jonathan Stochammer.

“Il titolo viene da un frammento di una poesia di Emily Dickinson, e si riflette nel lavoro sotto diversi aspetti – dichiara Aureliano Cattaneo – c’è l’idea del volo, della velocità e della leggerezza. Una cadenza di violino solista che inizia pianissimo, veloce e leggero, per poi espandersi in gesti furiosi”.

Nella cadenza finale del pezzo, le parole della poetessa tornano con una “dolce canzone”, intonata dalla violinista stessa.

Biglietti: per il concerto di RaiNuovaMusica – 5 euro per tutti e 3 euro per under 35. In vendita sul sito dell’OSN Rai oltre che presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino.

Info: 011 8104653

Mara Martellotta

Alla Gypsy Academy si racconta Karis Anderson, la star che interpreta la divina Tina Turner

La Gypsy Academy di Torino, eccellenza internazionale nel campo della formazione degli artisti, è protagonista di un altro evento eccezionale. Il 3 e 4 maggio, presso la sede di via Pagliani 25, terrà una masterclass con Karis Anderson, l’unica e inimitabile protagonista dello spettacolo “Tina: The Tina Turner Musical”, in corso presso il prestigioso West End. Si tratta di uno dei titoli di maggior successo degli ultimi anni, realizzato in collaborazione con la stessa Tina Turner, la grande artista scomparsa nel 2023. In programma una speciale masterclass dedicata ai giovani cantanti e musical performers. Con la sua voce eccezionale e il suo talento straordinario, Karis, inglese, classe 1989, fa rivivere da diversi anni l’energia e la magia di una delle più grandi icone della musica.

“Quando ho ottenuto il ruolo per la prima volta, ho tenuto sessioni individuali con il team creativo, che mi ha aiutato molto ad approfondire il mio processo creativo. Guardavo (e a volte lo faccio ancora) le performance e le interviste di Tina ogni mattina e sera per rimanere in contatto con la sua energia. Leggevo i suoi libri per entrare nella sua mente e ho trascorso molto tempo a meditare e a canalizzare il suo spirito”, racconta Karis.

Si tratta di un’opportunità imperdibile per immergersi nel mondo di un’artista di tale calibro con cui la Gypsy, unica per quanto riguarda la formazione di cantanti, ballerini e performer, lavora da anni.

“La presenza di Karis a Torino conferma quanto il rapporto della Gypsy con realtà quali West End e Broadway sia più che mai saldo – spiega la direttrice Neva Belli – e di quanto desideriamo che i nostri artisti si preparino a calcare, un giorno, loro stessi quei palcoscenici. La nostra compagnia miete successi a ogni spettacolo così come ha dimostrato il gradimento di pubblico e critica per il nostro “Bulli e Pupe”, andato in scena ad aprile, che è stato solo l’ultimo titolo, in ordine cronologico, di una stagione ricca di soddisfazioni. Dopo aver avuto il privilegio di ospitare nomi straordinari a livello internazionale come Alice Fearn e Carly Anderson, le interpreti di Elphaba e Glinda nel musical “Wicked”, e Gregory Haney, il capoballetto di Hamilton a Broadway, e molti altri grandissimi artisti, alla Gypsy arriveranno altri nomi importanti per la stagione 2025-2026.

Infine in Accademia è tutto pronto per l’ultima sessione di audizioni dedicate al percorso professionale di canto e al Triennio Intensivo di Musical e Spettacolo pensato, quest’ultimo, in stile universitario e rivolto a tutti coloro che vogliono fare del palcoscenico la propria professione. I sogni possono diventare realtà.

https://youtu.be/uz9WcnBd6tI?si=Z14XqpoVxBsiqQaL

Karis Anderson

Il successo internazionale di Karis, classe 1989, arriva nel gennaio 2011 quando si unì alla girl band Stooshe e, dopo un anno,  esse irruppero sulla scena musicale britannica con l’uscita del loro primo singolo pop, “Love Me”, con il rapper americano Travie McCoy. Le Stooshe ottennero un rapido successo con la loro canzone “Black Heart”, rimanendo per oltre sedici settimane nelle classifiche ufficiali del Regno Unito, raggiungendo il secondo posto e ricevendo una nomination come Miglior singolo britannico ai Brit Awards 2013, dove si confrontarono con alcuni dei più grandi nomi del settore come Adele. Seguirono tournée con super star femminili come J-Lo e Nicki Minaj e fecero diverse apparizioni televisive, tra cui il Jonathan Ross Show e Top of the Pops.

Gypsy Musical Academy

Via Pagliani 25

Torino

011.0968343

info@gypsymusical.com

Mara Martellotta

Chiesa di San Dalmazzo: Il tempo, l’anima, la terra

Lunedì 5 maggio, ore 21

Ritratti pianistici in cinque quadri con Davide Cava, uno degli interpreti più promettenti della sua generazione

 

L’appuntamento di lunedì 5 maggio della Stagione 2025 della Stefano Tempia, “Il tempo, l’anima, la terra” con il pianista Davide Cava, uno degli interpreti più promettenti della sua generazione, è un itinerario musicale attraverso la metamorfosi del pensiero musicale pianistico, un percorso che trascende i confini temporali e le specificità culturali: da Liszt, Albéniz, Chopin, Mozart a Gryaznov nel suo arrangiamento di Romeo e Giulietta di Čajkovskij.

Il nucleo concettuale che innerva le opere in programma risiede nell’esplorazione dell’emozione nella sua essenza più intima, manifestandosi attraverso una polifonia di forme, idiomi espressivi e prospettive artistiche. Si assisterà alla dialettica interiore che anima la composizione, alla sublimazione del movimento corporeo nella danza, al riverbero della malinconia come cifra esistenziale, alla stratificazione della memoria sonora e all’eco potente della tragedia umana. Ogni brano rappresenta una tappa significativa in questo viaggio introspettivo, invitando l’ascoltatore a una risonanza profonda con le vibrazioni dell’anima.

 

La Sonata in Si minore S.178 di Franz Liszt si erge come un vertice nella letteratura pianistica romantica, un’opera di straordinaria complessità strutturale ed emotiva. Composta tra il 1852 e il 1853 e dedicata a Robert Schumann, la sonata, in un unico movimento, trascende le convenzioni formali attraverso una magistrale integrazione tematica, ottenuta con la tecnica della trasformazione motivica. Gli spunti iniziali, presentati in un clima di cupa tensione, germinano e si metamorfosano incessantemente, assumendo caratteri espressivi diversi nel corso dell’opera. Sebbene concepita come un unico movimento, la sua architettura interna suggerisce una sonata in quattro movimenti compressi: un’esposizione con temi contrastanti, uno sviluppo drammatico, una sezione centrale lirica e un finale complesso con elementi di scherzo e ripresa trasfigurata. Oltre alla sua forma innovativa, la Sonata in Si minore è intrisa di una profondità emotiva e intellettuale che ha stimolato diverse interpretazioni, da allegorie letterarie a riflessioni spirituali, o semplicemente come esempio sublime di “forma espressiva” con un significato intrinseco alla sua musica. Il contrasto dinamico è portato all’estremo, creando un dramma sonoro di rara intensità.

Isaac Albéniz, figura emblematica di un cosmopolitismo catalano aperto alle influenze europee, si distinse come pioniere nell’integrazione del linguaggio colto occidentale con le sonorità e le ritmiche intrinseche al folklore iberico. La sua monumentale Suite Iberia, e in particolare la pagina dedicata a Triana, rappresenta un’apoteosi della “spagnolità” sublimata attraverso una sensibilità artistica raffinata. Composta nel 1907, Triana si configura come un vivido omaggio all’omonimo quartiere gitano di Siviglia, un crogiolo di tradizioni flamenche di inestimabile ricchezza. In quest’opera, Albéniz non si limita a una mera trascrizione folcloristica, bensì eleva l’essenza popolare a un discorso musicale di sofisticata eloquenza, catturando l’anima vibrante e passionale di un luogo intriso di storia e cultura.

Il Notturno Op. 48 n. 1 (1841) si configura come una delle espressioni più intense e drammatiche dell’idioma pianistico di Fryderyk Chopin, figura di rilievo del Romanticismo e celebrato “poeta del pianoforte”. In questo notturno, la melodia iniziale, intrisa di una suadente cantabilità, evolve gradualmente verso un climax di marcata drammaticità, evocando, nella sua progressione emotiva, una tensione quasi beethoveniana. L’opera disvela una profondità espressiva che trascende la lirica intimità tipica del genere, conducendo l’ascoltatore attraverso un percorso interiore di crescente intensità emotiva.

Le Variazioni su un Minuetto di Duport K. 573 di Mozart nascono nel 1789, durante uno dei suoi viaggi a Berlino, dall’incontro con il celebre violoncellista Jean-Pierre Duport alla corte di Federico Guglielmo II di Prussia. L’opera è un esempio raffinato della capacità del grande salisburghese di trasformare un tema semplice in una serie di piccole miniature piene di eleganza, inventiva e virtuosismo. In ciascuna variazione, il compositore esplora differenti colori, ritmi e tecniche esecutive, senza mai perdere di vista la grazia aristocratica del minuetto originale. È uno degli ultimi lavori pianistici di Mozart, in cui si fondono stile galante e profondità espressiva con leggerezza e trasparenza formale.

Il culmine di questo percorso musicale è affidato a una trascrizione di grande impatto emotivo e virtuosistico. Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840–1893), figura centrale del Romanticismo russo, fu un compositore dalla spiccata vena melodica e drammatica, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano. La Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta si ispira alla tragedia shakespeariana, traducendo in musica le passioni contrastanti, l’amore idealizzato e il tragico destino dei due giovani amanti veronesi. L’opera, nella sua forma orchestrale, è un capolavoro di lirismo e tensione drammatica, con temi indimenticabili che evocano la dolcezza del loro amore e l’asprezza del conflitto tra le loro famiglie.

Vyacheslav Gryaznov, nato nel 1982, talentuoso pianista e compositore russo contemporaneo, si distingue per la sua abilità nel trascrivere opere orchestrali complesse per pianoforte solo, mantenendone intatta la potenza espressiva e la ricchezza timbrica. Il suo arrangiamento della Romeo e Giulietta di Čajkovskij è un esempio magistrale di questa arte. Attraverso la sua trascrizione, Gryaznov offre una nuova prospettiva sull’opera di Čajkovskij, permettendo all’ascoltatore di apprezzarne la genialità compositiva in una dimensione più intima, pur conservando l’imponenza del suo spirito orchestrale.

INFO

Lunedì 5 maggio, ore 21

Chiesa di San Dalmazzo, via delle Orfane 3, Torino

Il tempo, l’anima, la terra

Ritratti pianistici in cinque quadri

Davide Cava, pianoforte

  1. LisztSonata in Si minore S.178
  2. AlbénizIberia, Libro II: VI. Triana
  3. ChopinNotturno Op. 48 n.1

W.A. Mozart Variazioni su un Minuetto di Duport K. 573

  1. I. ČajkovskijOuverture-fantasia “Romeo e Giulietta” (arr. Vyacheslav Gryaznov)

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 10 euro (soci Tempia, under 30, enti convenzionati)

Biglietti al link:

https://www.ticket.it/musica/evento/echi-dalloriente-deuropa.aspx

Per informazioni: info@stefanotempia.it

Grande riscontro di pubblico per il Torino Jazz Festival

Torino, 30 aprile 2025 –Tjf  2025 ‘Libera la musica’, giunto quest’anno alla sua XIII edizione con la direzione artistica di Stefano Zenni, riconfermato dalla Fondazione per la Cultura di Torino in accordo con l’assessorato alla cultura della Città di Torino anche per le edizioni 2026 e 2027. Annunciate inoltre le date del Festival del prossimo anno, che si terrà dal 23 al 30 aprile 2026.

 

“Con questa edizione – dichiaral’assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia – il Torino Jazz Festival conferma la sua capacità di attrarre un pubblico ampio e variegato e di far dialogare esperienze artistiche diverse, generazioni differenti, linguaggi molteplici. Con un programma diffuso in tutta la città, il Festival ha valorizzato spazi noti e meno noti, coinvolto quartieri differenti, istituzioni culturali, associazioni, operatori locali e migliaia di cittadini e visitatori. I risultati parlano di un lavoro condiviso, reso possibile grazie alla sinergia tra la Città, la Fondazione per la Cultura Torino, la direzione artistica, gli sponsor e le tante realtà che hanno collaborato alla realizzazione di questa manifestazione. Un ringraziamento particolare va a Stefano Zenni, riconfermato direttore artistico per le edizioni 2026 e 2027. La continuità della sua guida rappresenta una garanzia per la crescita futura del Torino Jazz Festival”.

 

Libera la musica era lo slogan di questa edizione del Festival e l’abbiamo liberata. Le tante produzioni originali, le esclusive, le proposte meno conosciute, i talk, il cinema, la poesia, i libri, la danza, la fotografia sono le forme in cui la musica ha preso il volo, liberando la creatività degli artisti che hanno partecipato con gioia al Festival, spesso con inattesi collegamenti reciproci: soprattutto con messaggi politici e di grande consapevolezza civile, in profonda sintonia con gli 80 anni della Liberazione e con la difesa dei grandi valori messi sotto attacco in questo momento storico. Si è ancor più liberato il pubblico, numeroso, partecipe, curioso ed entusiasta. È grazie a esso che il Torino Jazz Festival sta crescendo, liberandosi dalla formula del festival tradizionale per diventare l’occasione di incontro – tra storia e attualità – con i tanti stili che la tradizione afroamericana continua a fecondare. Forse non è sorprendente che tutto questo accada in una città culturalmente dinamica come Torino, ma è molto eccitante e lascia ben sperare per il futuro” spiega Stefano Zenni,direttore artistico del Torino Jazz Festival.

 

Esauriti quasi tutti i concerti, sia quelli del main stage che quelli nei club. Un grande risultato per gli 8 giorni di programmazione, dal 23 al 30 aprile, e gli eventi di anteprima, dal 15 al 22 aprile, durante i quali si sono tenuti ben 87 appuntamenti di cui 71 concerti, organizzati in 58 luoghi della città, con artisti provenienti da ogni parte del mondo, che hanno offerto un ampio panorama di tutti i linguaggi e le declinazioni del jazz.

 

Sono questi i numeri della XIII edizione del Torino Jazz Festival che si è appena conclusa, con un’affluenza ai concerti principali di 11.384 spettatori, circa 3.300 gli appassionati che hanno partecipato ai 27 concerti nei 19 club coinvolti. Grande successo anche per i Jazz Blitz, con 21 appuntamenti e un’ampia partecipazione di pubblico di 2.000 persone; 2.500 spettatori hanno seguito invece gli appuntamenti Jazz Cinema, Jazz Talk e Jazz Special.

 

Un totale di 19.184 presenze registrate, a conferma del grande interesse del pubblico e della cittadinanza per quello che è ormai diventato un appuntamento fisso del calendario musicale torinese. Significativa anche la presenza ai concerti di spettatori provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero, alcuni dei quali giunti appositamente a Torino per seguire il TJF 2025 durante i ponti del 25 aprile e 1° maggio.

 

Tantissimi gli spazi cittadini coinvolti: Auditorium Giovanni Agnelli – Lingotto, Bunker, Casa Teatro Ragazzi e Giovani, Conservatorio Giuseppe Verdi, Hiroshima Mon Amour, MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, Teatro Colosseo, Teatro Juvarra, Teatro Monterosa, Teatro Vittoria, Biblioteca Civica Centrale, Il Circolo dei lettori, Gallerie d’Italia – Torino, Università di Torino – Palazzo Nuovo, Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, GAM- Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Torino, Impianto Iren di accumulo del calore e solare termico Mirafiori Nord, Cinema Massimo, Amen Bar, L’ARTeficIO | spazi diffusi, Bagni Pubblici di via Agliè, Casa del Quartiere di Barriera di Milano, BALTEA 3, Blah Blah, Bocciofila Vanchiglietta – Rami Secchi, Cafè Neruda, Circolo Ricreativo Mossetto, COMALA, Ristorante Eligo presso Double Tree by Hilton Lingotto, Educatorio della Provvidenza, FolkClub, Machito, Magazzino sul Po, Off Topic, Osteria Rabezzana, Piazza dei Mestieri, SNODO presso OGR, sPAZIO211.

 

Di particolare rilievo in questa edizione, le tante collaborazioni del Torino Jazz Festival 2025 con il Museo del Cinema, il Salone OFF Salone Internazionale del libro Torino, EXPOSED Torino Foto Festival, Jazz is Dead!, CFM – Centro di Formazione Musicale della Città di Torino, Studium – Dipartimento di Studi Umanistici Università di Torino – DAMS, Biblioteche Civiche Torinesi, OFF TOPIC, Gallerie d’Italia – Torino, museo di Intesa Sanpaolo nei due talk “La Favolosa storia di Pannonica. La mecenate del Jazz” e “Pieranunzi – Bertinetto: dialogo filosofico-musicale sull’autenticità”, oltre a Gruppo Iren con il concerto Mama Trio + Mati, presso l’impianto Iren di accumulo del calore e solare termico Mirafiori Nord.

 

Il Torino Jazz Festival 2025, con la direzione artistica di Stefano Zenni, è un progetto della Città di Torino, realizzato da Fondazione per la Cultura Torino, Main Partner Intesa Sanpaolo e Iren, con il sostegno del Ministero della Cultura, della Città Metropolitana di Torino e della Fondazione CRT, la sponsorizzazione di RFI Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) e il contributo Confartigianato Imprese Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e GTT – Gruppo Torinese Trasporti. Charity Partner Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. 

 

Il Torino Jazz Festival torna il prossimo anno dal 23 al 30 aprile 2026, con la sua XIV edizione. Nell’attesa, gli amanti del jazz potranno partecipare agli oltre 25 concerti del Torino Jazz Festival Piemonte, da aprile a novembre 2025 nelle province di Torino, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli. Il Torino Jazz Festival Piemonte nasce dalla relazione istituzionale tra la Città di Torino, con il suo Torino Jazz Festival, e la Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con il Consorzio Piemonte Jazz. Il progetto si giova della direzione artistica condivisa di Stefano Zenni (direttore del Torino Jazz Festival), di Fulvio Albano e Diego Borotti (Consorzio Piemonte Jazz) e della Fondazione Piemonte dal Vivo. Il Festival è realizzato in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino e con il sostegno di Reale Mutua e degli sponsor Ancos APS e Confartigianato Imprese Piemonte. La line-up del Festival è disponibile online sul sito www.piemontedalvivo.it.

 

 

In memoria di Gianni Dematteis … “Lou Sèndic”

Castelmagno ricorda con un prezioso documentario quello che fu il suo grande sindaco negli anni della ripresa socio-economica del piccolo Comune cuneese

Sabato 3 maggio

Castelmagno (Cuneo)

“Scomodo missionario … in salita!”. Con queste parole è ricordato in un affettuoso memoriale Gianni Dematteis“Lou Sèndic” (in lingua occitana) di Castelmagno, fra gli anni ’70 (quando con una lista di dodici castelmagnesi e sotto il simbolo della “stella alpina” e dello “scarpone” vinse per la prima volta le elezioni civiche) e il ’96. Anni in cui l’antico paese, sviluppato interamente nel territorio montuoso della Valle Grana, aveva bisogno di tutto, dallo sgombero neve – solo per citare alcune “emergenze” – agli acquedotti, dalle opere di assistenza agli anziani alle strade e alla luce, tanto da far dire allo stesso Dematteis: “Dovessi fare l’elenco completo di ciò di cui avevamo bisogno, ne avrei per pagine … Si fa prima a dire che cosa avevamo: niente!”. Nel momento in cui Gianni Dematteis, giornalista di mestiere e sindaco di forte acquisizione e vocazione, s’imbatte in Castelmagno (quando nella frazione Chiappi incontra Rina, la donna della sua vita, sposata nel ‘58) il paese vive una situazione di assoluto isolamento e arretratezza; quando Dematteis scompare nel 2007, ha un nuovo Municipio, energia elettrica, strade asfaltate, paravalanghe ed è conosciuto, oltre i limitati confini del territorio, per le sue bellezze paesistiche, le sue tradizioni e quell’omonimo formaggio, che il grande Luigi Veronelli non esitò a definire “il migliore del mondo” e che proprio grazie a Dematteis, ottenne, tra le prime in Italia, la D.O.C.

Ebbene, proprio per ricordare la figura del grande sindaco-giornalista, sabato 3 maggio (ore 17) presso la “sede comunale” di Castelmagno a Campomolino, e in replica domenica 11 maggio (ore 21), presso il “Cinema Monviso” a Cuneo – all’interno del programma del “Festival della Montagna” – si terrà la proiezione del documentario “Gianni Dematteis – Lou Sèndic” , realizzato da Angelo ArtuffoElena Buonfrate e Flavio Menardi Noguera in collaborazione con il “Centro Occitano di Cultura Detto Dalmastro” e il “Comune di Castelmagno”.

La realizzazione del documentario è parte di un incarico affidato a “La Cevitou/Ecomuseo Terra del Castelmagno”, relativo allo svolgimento di tre ricerche storico-antropologiche su personaggi che hanno avuto ruoli determinanti e preziosi per lo sviluppo socio-culturale della Valle Grana e rientra nel progetto “Valle Grana Cultural Village” promosso dai Comuni di Monterosso Grana e Pradleves, finanziato tramite fondi “NextGenerationEU” e gestito dal “Ministero della Cultura” nell’ambito del PNRR.

Le proiezioni sono ad ingresso libero.

Sottolinea Flavio Menardi Noguera“Gianni era giornalista, dunque capiva bene l’importanza della comunicazione e perciò mise la sua capacità professionale a servizio della causa. Prima di qualsiasi rivendicazione, era necessario spezzare il silenzio in cui giaceva Castelmagno, facendo conoscere a tutti e on ogni mezzo come si viveva in montagna. Tutto poteva servire: articoli su giornali e periodici, servizi in televisione, partecipazione a convegni, coinvolgimento di politici parlamentari e ministri”. Carte, tutte giocate da Dematteis che per far meglio sentire la voce del suo paese, nel 1970 creò addirittura un giornale locale che andò ben oltre i confini comunali: “La vous de Chastelmanh”. Non solo, oltre alle tantissime opere pubbliche sollecitate e realizzate, trovò anche nei 200 giovani “obiettori di coscienza” che operarono a Castelmagno per trent’anni dei validi collaboratori “che gli permisero di essere sempre sul luogo per interposta persona”.

Molte, dunque, le battaglie (all’apparenza impossibili) vinte. “Contro una sola cosa – ricorda ancora Menardi Noguera – Dematteis non poteva vincere: lo spopolamento che è proseguito inesorabile negli anni. Ancora oggi il Comune conta pochissimi residenti. Tuttavia, se consultiamo le serie storiche dei censimenti ( 1861-2021) che registrano un calo continuo degli abitanti per tutti i Comuni dell’Alta Valle, scopriamo una singolare ‘anomalia’. A Castelmagno, tra i censimenti del 1971 e del 1991, in quello del 1981 è registrato un +15,1%. Negli anni in cui Dematteis fu sindaco, lo spopolamento si interruppe e addirittura subì un’inversione. Momentanea certo, ma evidente”. E il motivo ci sarà pure!

Per maggiori informazioni circa le proiezioni di “Lou Sèndic”: tel. 329/4286890 o expa.terradelcastelmagno@gmail.com

g.m.

Nelle foto: Gianni Dematteis – “Lou Sèndic” in immagini di repertorio

Compagnia EgriBianco, ecco il Gran Galà della Danza

Alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, in occasione della Giornata Internazionale della Danza

Martedì 29 aprile, alle 20.45, la Fondazione Egri per la Danza, organizza alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani uno speciale Galà della Danza dedicato alle eccellenze della creazione coreografica contemporanea. Lo fa nella Giornata internazionale della Danza, istituita dall’International Dance Council DELL’UNESCO nel 1982, che viene celebrata in tutto il  mondo il 29 aprile per promuovere la danza come forma d’arte e disciplina universale capace di unire le persone, superando confini e differenze culturali e politiche.

Il Galà della Danza conferma la propria vocazione di festa e cerca di coinvolgere il pubblico grazie alla partecipazione di compagnie e enti culturali torinesi affiancati da ospiti internazionali, che spaziano dalla danza contemporanea alla danza indiana, dall’hip hop alla videodanza. L’evento rafforza la collaborazione tra la Fondazione Egri e la stagione Luogo in comune, che fa parte della Fondazione TRG della Casa Teatro Ragazzi. La Compagnia Egri Teatro Danza proporrà “Le anatomie spirituali”, che si ispirano al genio di Leonardo Da Vinci, mentre invece il “Chiaroscuro” di Amina Amici si ispira alle opere di Caravaggio. Il Balletto Teatro Torino propone “Tra” di Mauro De Candia; Daniele Minarello porterà sul palcoscenico “Non (leg)azioni”, improvisional contemporary dancing and research act. Si tratta di atti in cui il corpo si organizza nella sua architettura per trovare nuove forme e direzioni. Rosalie Banca sarà vestita come una dama del tango e proporrà un assolo in cui mescolerà la tecnica delle acrobazie alla sensualità del ballo argentino. Antonello Usai proporrà la danza indiana, Marco D’Avenia la danza hip hop. La serata sarà arricchita da una serie di proiezioni de “La danza in un minuto” di Coorpi, dive verranno presentate tutte le opere vincitrici del primo premio assoluto di questo contest di danza rivolto ad artisti internazionali. L’obiettivo della Compagnia EgriBianco Danza e della sua anima, la signora della danza Susanna Egri, è quello di valorizzare le eccellenze del territorio, contribuendo a far accrescere la produzione e la creazione coreutica.

Mara Martellotta

“ComboJazz 2.0” al Circolo Madonna del Pilone

UN CONCERTO GRATUITO PER LA CHIUSURA DEL TORINO JAZZ FESTIVAL 2025

 

Mercoledì 30 aprile, ore 18:00

Circolo Madonna del Pilone – Viale Michelotti 102/a. Torino

Ingresso libero

Tra gli appuntamenti conclusivi del Torino Jazz Festival 2025, mercoledì 30 aprile alle ore 18:00, è in programma un evento speciale a ingresso completamente gratuito: il concerto “ComboJazz 2.0”, presso il Circolo Madonna del Pilone, in Viale Michelotti 102/a.

 

La serata, organizzata da House of Jazz Torino-Piemonte, in collaborazione con Torino Jazz FestivalAssociazione Avvalorando e Circolo Madonna del Pilone, sarà un’occasione preziosa per vivere il jazz da vicino in un contesto accogliente e informale.

 

Sul palco si esibiranno cinque musicisti di grande esperienza e talento:

Claudio Bonadè al sax alto – Sassofonista e polistrumentista attivo dagli anni ’70, ha collaborato con leggende del jazz come Chet Baker e Dizzy Gillespie, partecipando a numerosi festival internazionali.
Alfredo Ponissi al sax tenore e flauto – Sassofonista compositore torinese, noto per i suoi progetti originali e tributi ai grandi del jazz come Sonny Rollins e Roland Kirk.
Gabriele Ferian alla chitarra – Chitarrista jazz con formazione accademica, ha calcato palchi nazionali e internazionali e collaborato con artisti come Malika Ayane e Willie Peyote.
Isabella Rizzo al contrabbasso – Contrabbassista torinese, già protagonista degli Italian Jazz Days a New York e attiva in varie formazioni jazzistiche.
Giorgio Diaferia alla batteria – Batterista e promotore culturale, da anni anima la scena jazz torinese unendo passione musicale e impegno nella divulgazione.

 

Il gruppo italiano ComboJazz, nella sua versione 2.0, presenta un repertorio che intreccia brani originali e riarrangiamenti di celebri composizioni del jazz internazionale. Nato come quartetto e successivamente evoluto in quintetto, il progetto ha conservato un sound personale e riconoscibile. Nei concerti, si alternano spesso solisti di spicco del panorama jazzistico italiano, senza mai snaturare l’identità musicale del gruppo. Il loro stile elaborato, raffinato e scolpito (Musica Jazz p. 41 Giugno 1979), si colloca nel mainstream jazz, con radici ben salde nell’Hard Bop. Questo approccio è evidente nel loro primo e unico disco, No Speed (Electromantic Records). Dopo aver riscosso ampi consensi in numerosi festival e il recente successo al Capolinea 8 nel dicembre 2024, ComboJazz torna sul palco con la sua formazione rinnovata.

 

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

 

Per informazioni: Circolo Madonna del Pilone – Viale Michelotti 102/a, Torino. Tel. 011.8999205

Camaleontika termina con “Don Chisciotte sulla Luna”

Camaleontika è la rassegna teatrale organizzata dall’Associazione MOV. e dalla compagnia Fabula rasa di Almese, in provincia di Torino, comune della bassa Valsusa, nell’ambito del bando Cortocircuito e grazie al sostegno del Comune di Almese. Con otto spettacoli in programma dal 14 dicembre scorso, l’XI edizione si è confermata come uno spazio culturale capace di unire comunità del, cultura e presente, offrendo al pubblico occasioni di riflessione ed emozione attraverso rappresentazioni che affrontano temi contemporanei, con u linguaggio che spazia tra comicità, sociale e narrazione del mondo odierno. L’ottavo è ultimo appuntamento è in programma sabato 10 maggio, alle 21, al centro sociale Milanere di Almese, via della Chiesa 1, con la pièce teatrale “Don Chisciotte sulla Luna”, prodotto da A.M.A. Factory e Elmo di Mambrino. A partire dal Don Chisciotte di Cervantes, lo spettacolo porterà il pubblico sulla Luna, dove si troverà il mare, un chiringuito e persino dei peri da salvare. Attorno a un televisore vintage, si esplora la poesia, lo spirito eroico e la ricerca a della tenerezza, offrendo una fuga dalla stanchezza e una possibilità di ritrovare l’umanità. Lo spettacolo è scritto da Angelo Tronca e vede la regia e interpretazione di Barbara Mazzi, Francesco Gargiulo e lo stesso Angelo Tronca. L’assistenza alla regia è curata da Francesca Riva, mentre la consulenza tecnica è stata affidata a Massimiliano Bressan.

Questa produzione si è aggiudicata il premio letterario del Torino Fringe Festival nel 2023, in collaborazione con la casa editrice Sui Generis, con la seguente motivazione:”La giuria di Sui Generis assegna il premio come vincitore a ‘Don Chisciotte sulla Luna’ per la drammaturgia fantasiosa, in cui un’eccellente lirica si alterna alla prosa, e per la capacità di rendere vive, maestose e palpabili la noia, l’avventura e il sogno, la fame e l’intelletto, che portano l’umano a inevitabili cadute e gloriosi slanci fin sulla Luna”. I complimenti della Giuria sono andati, oltre che al testo, all’interpretazione di Barbara Mazzi, nel ruolo di Bradamante.

Dopo la precedente produzione intitolata “Don Chisciotte amore mio”, il drammaturgo Angelo Tronca è tornato a raccontare una nuova avventura ispirata al classico di Cervantes.

“Don Chisciotte sulla Luna – racconta il drammaturgo – parte dall’immobilità. Don Chisciotte e Sancho si ritrovano stanchi e demotivati, ma vengono risvegliati dallo spettro di un personaggio di un poema che avrebbe potuto leggere Don Chisciotte, Bradamante de L’Orlando Furioso. Proprio lei convince il protagonista a prendere parte a una nuova avventura, sostituire Astolfo nei viaggi sulla Luna per recuperare il senno di Orlando.

Se in ‘Don Chisciotte amore mio’ ho voluto parlare di coraggio e di passione, col motore per provare a partire sempre e comunque, in quest’ultimo ho voluto riprovarci, aggiungendo qualche nota malinconica e una fatica doppia, quella di chi ha provato tanto e che continua a provarci e riprovarci. Seppur ammantato da uno stile lunare carico di poesia, non mi sono allontanato dalla commedia, che credo sia una chiave per avvicinarsi ai discorsi seri che è bene fare. Ho voluto a tutti i costi aggiungere come elemento la tenerezza”.

Biglietti e info: intero 12 euro – ridotto speciale di 2 euro per i soci di Fabula rasa e M.O.V.

Mara Martellotta