SPETTACOLI- Pagina 3

Un percorso d’amore nell’inedito testo di Paolo Accossato

L’ultima notte di Dante” da martedì 19 all’Erba

Tre donne intorno al cor mi son venute” ti verrebbe da citare, prendendo a prestito le “Rime”. Invece s’è infoltito di parecchio questo drappello femminile che Paolo Accossato – insegnante appassionato e storico per tesi, padre giornalista, alla sua prima prova teatrale, superati di non molto i cinquanta pronto a percorrere una strada nuova – raccoglie attorno alla figura del Sommo Poeta in questa “Ultima notte di Dante”, sul palcoscenico dell’Erba da martedì 19 (ore 21) a giovedì 21 (ore 10), doppio spettacolo il 21, ore 10 e 21. Testo avvincente e colto, un’interesse in più per chi con quella poesia abbia una più che doverosa frequenza e allo stesso tempo accessibile a quanti di tanta figura abbiano da tempo, dagli anni del liceo, abbandonato vita e versi; un’occasione per riprendere e approfondire, per una sera riascoltare – in forma tranquillamente teatrale -, tra storia tradizione e invenzione, il racconto della “notte più lunga dell’esistenza di Dante, notte che sarà anche l’ultima”, quella che trascorre tra il 13 e il 14 settembre del 1321, allorché, nel chiuso di una stanza ormai del tutto buia, attorno a lui i figli Jacopo e Pietro, in un’agonia in cui da più giorni è avvolto e si dibatte, per quelle febbri malariche che lo hanno colpito al ritorno da una ambasceria a Venezia, il poeta vede raggrupparsi attorno a sé le tante figure femminili, reali nella sua vita e storicamente e poeticamente affrontate nelle tre Cantiche (“per quanti accenni storici ci possano venire in aiuto”, s’affretta a puntualizzare l’autore).

Ho scritto questo testo nell’estate del ’23, per passatempo e per curiosità, completamente vergine di scrittura teatrale, un personalissimo esperimento e la volontà di rendermi conto se ci potesse essere uno spessore narrativo e scenico, quale tipo di valore potesse avere. Ne ho fatto una solitaria stesura, soltanto dopo ne ho parlato con qualche allievo ed ex allievo, soprattutto con chi il teatro è abituato a farlo. Certo giocavo in casa, per passione e per gli anni ormai numerosi di insegnamento nel liceo, per il lungo guardare a una figura che raccoglie in sé, nella sua opera altissima ed enciclopedica, ogni conoscenza umana, la pienezza dello scibile, la praticità e i temi più alti, la cristianità e le leggi e la filosofia e la morale, il nostro e gli altri mondi, la bellezza di un’invenzione che lo pone al culmine dell’intera letteratura. Con molta paura e con enorme rispetto.” Un lungo percorso quello del poeta – di Durante della famiglia degli Aldighieri dal popolo di San Martino del Vescovo di Firenze -, suddiviso in otto scene, che parte dalle scarsissime notizie che si hanno della madre Bella e della sorella Tana, per arrivare a quelle egualmente deboli di Francesca e Pia e Piccarda Donati e ancora alle tante giovani donne che punteggiano la poesia di Dante, Ghirlandetta e Violetta, Montanina e la Dama del Sirventese (“diceva di amare tutte e non amava nessuna”, dirà una di queste) per giungere all’Assoluto, all’amore angelicato racchiuso nella figura di Beatrice, posta al termine del testo, dalla quale s’afferma che “tutto è questione d’amore”.

La donna e l’amore come filo rosso che attraversa le scene e i vari momenti, argomento principe e unico nell’impossibilità di racchiudere Dante e la complessità della sua intera figura, tralasciando ad esempio quel versante politico e del potere, tutto maschile, visto in un panorama di alleanze e di lotte e di corti trecentesche, “una componente unica quindi – conferma Accossato – dal momento che gran parte dell’opera di Dante è fondata sull’amore e attraverso la donna l’uomo raggiunge Dio. Dante, in un’epoca storica in cui la letteratura esprime il culto amoroso da parte di molti autori e altresì la componente maschile nelle vesti di protagonista, ha dato umanità, un volto a queste stesse donne, ha espresso la carnalità e il realismo che ce le fanno sentire vive. Ho qui voluto rappresentare un piccolo universo femminile, umanizzandolo, pur visto dentro una potente “visione”, rendendo a queste donne ogni loro importanza, chiamandole a raccontarsi e a raccontare alcune il loro dramma.”

Regista e interprete del testo di Accossato è Stefano Fiorillo, la produzione è di Torino Spettacoli. Con lui Barbara Cinquatti (Bella) e Vittoria Chiolero (Tana e Beatrice) e la partecipazione dei Germana Erba’s Talents.

Elio Rabbione

Nelle immagini: nell’opera del preraffaellita Henry Holliday “L’incontro di Dante e Beatrice” al ponte di Santa Trinita a Firenze; nell’incisione di Gustave Doré Dante e Virgilio incontrano Pia de’ Tolomei nel Purgatorio.

Rock Jazz e dintorni a Torino: La Rappresentante di Lista e Peppe Barra

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Allo Spazio 211 sono di scena i TILT: Tapir!

Martedì. Al Jazz Club si esibisce il Clarissa Duo.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona la Banda Bondioli. Al Blah Blah sono di scena

Lucy Kruger & The Lost Boys. Al Jazz Club The Chicago Blues Jam !. Al teatro Concordia

suonano i Santi Francesi. Al Teatro Colosseo arriva Peppe Barra.

Giovedì. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Discoverland con Niccolò Fabi.

Alla Divina Commedia tributo a Enrico Ruggeri eseguito dagli Oggetti Smarriti. Al Folk Club

suona il gruppo di Thom Chacon. All’Osteria Rabezzana omaggio a Fabrizio De Andrè

eseguito dall’ensemble: Trail Dire e il Faber. Al Jazz Club suona la Edn Band. Al Cafè Neruda

tributo a Wes Montgomery & Jimmy Smith a cura del trio di Max Gallo.

Venerdì. Al teatro Concordia di Venaria si esibisce La Rappresentante di Lista. Al Blah Blah

suonano: Quasimacchine, Ezekiele, Varylem. Al Magazzino sul Po si esibisce Paolo Angeli.

Al Jazz Club concerto degli: One Blues For Jimi.

Sabato. Al Blah Blah suonano: Aldo, Onders, e Vea. Allo Spazio 211 si esibiscono i The Winstons.

Al Jazz Club sono di scena i Sandera.

Domenica. All’Off Topic suonano i Manitoba.

Pier Luigi Fuggetta

Gli occhi bendati della Giustizia nel racconto di Clint Eastwood

A 94 anni il regista ancora dietro la macchina da presa

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

La prima immagine – ricorrerà ancora dopo – di “Giurato numero 2” sono i piatti della sempiterna bilancia e gli occhi bendati della Giustizia che da secoli dovrebbe governare il mondo, quella Giustizia che oggi, sullo schermo, sta saldamente nelle mani del vecchio Clint Eastwood – classe 1930 – che non molla la presa, l’afferra anzi con la grinta di un giovane e più che assennato autore e, arrivato alla 41ma fatica, come Ulisse tornato a casa infila con l’arco e la freccia di una alta professionalità un altro anello della sua lunghissima carriera. Confidando appieno nella già più che solida sceneggiatura di Jonathan Abrams, retta a srotolare ad ogni momento impeccabili dialoghi e giravolte narrative e personaggi di contorno con invidiabile precisione, il vecchio Clint (qualcuno ha già parlato, con questa ultima prova, di “addio al cinema”: ma chi è pronto a scommetterci con tutta la grinta che gli si legge in faccia e all’opera?) inquadra la vicenda del giovane James che l’opinione pubblica e l’avvocata dell’accusa soprattutto, in spavalda scalata all’ufficio di procuratore distrettuale, già danno colpevole dell’omicidio della compagna, ancor che tutto cominci, lui che ha precedenti per spaccio e da sempre carattere iroso, dopo un alterco in un bar conclamato a ognuno, la vittima uccisa sul ciglio di una strada, travolta da un’auto.

Sull’altro lato, Justin Kemp, giovanissimo papà in attesa e stracolmo di premure, un amore di moglie con non poche paure da accudire, un passato di alcolista ormai del tutto dimenticato, per la legge degli States (siamo a Savannah, in Georgia) scelto a essere il giurato numero 2 nel processo da cui dovrà uscire un verdetto per il colpevole James. Tutto sembra sin troppo facile, sino al momento in cui Justin, nel racconto di testimonianze e indizi, ricorda quella sera di alcuni mesi prima quando al ritorno a casa credette di aver investito con la sua macchina un animale, in tutto il buio della notte, ben visibili i segni dell’incidente. Lampi, flashback che impongono certezze. Come dietro un velo squarciato, c’è il complesso di colpa che cresce a ogni istante e una coppia che sarà presto famiglia da sostenere, c’è la volontà e la cura di raggruppare attorno a sé, lui solo nella propria idea di innocenza, con ogni dubbio e con ogni sentimento recalcitrante, tutti i propri compagni – ritorna alla mente “La parola ai giurati” di Sidney Lumet. Qualcuno immediatamente si ravvede, i molti restano arroccati sulle proprie conferme, mentre difesa e accusa incrociano le spade tra un interrogatorio e un sorriso più accomodante davanti al bancone di un bar. Possibile che – ancora una volta? – giustizia e verità abbiano a coincidere, possibile tacere pensando ad un innocente richiuso per il resto dei suoi giorni all’interno di un istituto, che cosa dovrà prevalere mentre Justin accarezza quel bambino ormai nato?

Un film di parole e di lunghi silenzi e di sguardi che vogliono dire molto, come quello che incrocia il protagonista quando qualcuno andrà a bussare alla porta di casa sua: nell’attesa che lo spettatore si costruisca, ancora con domande ancora con risposte, la storia dell’immediato domani. “Giurato numero 2”, solido quanto autentico dramma chiuso nelle aule di un tribunale, che s’allontana con un attimo di respiro all’esterno con la fotografia manichea di Yves Bélanger, è l’intricarsi di un confronto generale – con tutta la debolezza di qualcuno: “dobbiamo chiudere la discussione, ho tre figli che mi aspettano a casa” – con l’interrogativo di un uomo, è il sempre più pressante avvicendarsi di mille sospetti disseminati con i tempi giusti di una intrigante narrazione, è l’esempio alto di un’ottima costruzione, è la necessità di porre l’Uomo davanti alle personali responsabilità, è un giallo meravigliosamente prevedibile che lascia ampi spazi alla partecipazione, ai sentimenti, alle scelte che in una qualche occasione l’uomo è chiamato a fare. Mille proposte, un saggio porre domande che attendono una risposta a cui Clint ci ha abituato nel suo cammino attraversato dagli Oscar: che continua a fare, anche “con il suo ultimo film”, da grande narratore, da precisissimo quanto incorruttibile uomo di Cinema.

Di domenica pomeriggio, prima la merenda, poi il teatro!

Allo “Spazio Kairòs” di Torino, “Onda Larsen” propone sette appuntamenti teatrali per famiglie

Dal 17 novembre al 16 marzo 2025

Sette spettacoli teatrali per mamme, papà, nonni e, soprattutto, bimbi, con “Compagnie” in arrivo da tutta Italia e articolati nell’arco di cinque mesi. La splendida proposta e l’organizzazione portano la firma dell’instancabile trio (Riccardo De Leo, Gianluca Guastella e Lia Tomatis) di “Onda Larsen”, Associazione affiliata “Arci Torino” che dal 2008 ha sede in via Mottalciata 7 a Torino, in un’area ex industriale fra Aurora e Barriera e “in una casa – dicono i tre simpaticoni– con un teatro dentro che é il ‘Circolo Arci Spazio Kairòs’” dove mettere in atto tanti progetti riguardanti il teatro e le arti performative, tante idee e “anche qualche sogno nel cassetto”. Sogni che, per fortuna, spesso si avverano. Così da domenica 17 novembre fino a domenica 16 marzo del prossimo anno, un altro “sogno” sbucato dal cassetto s’è fatto realtà. Sogno “per famiglie” e che per cinque mesi, con cadenza domenicale, proporrà allo “Spazio Kairòs” il seguente ripetitivo format:  alle 16 servizio merenda e  alle 16,30 tutti in sala per vivere, sin da piccoli, la magia del teatro. A seguire, lapossibilità di irrompere sulla scena, conoscere i personaggi, stringere la mano agli autori, giocare sul palco.

Il via, dunque, domenica 17 novembre con “Il lupo e la capra”una produzione del “Teatro del Cerchio” di Parma. Lo spettacolo, progettato e diretto da Mario Mascitelli, che è anche attore insieme a Mario Aroldi, è tratto dal racconto dello scrittore giapponese per ragazzi Yuiki Kimura e narra la storia di un’amicizia nata in maniera spontanea, pur se generata da un equivoco. Durante un temporale due personaggi diversissimi tra loro (come un lupo e una capra) si troveranno a condividere storie al buio di una capanna, pensando, sia l’uno sia l’altro, di appartenere alla stessa specie. Alla fine i due diventeranno amici e si daranno appuntamento il giorno dopo per potersi conoscere alla luce del sole. Pur non potendo immaginare che cosa accadrà, il giovane pubblico si troverà a riflettere sull’importanza dell’uguaglianza e dell’amicizia, oltre i pregiudizi e i preconcetti. 

“Quest’anno – spiega Riccardo De Leo, vicepresidente di Onda Larsen – abbiamo deciso di far crescere la rassegna per bambini, proponendo più spettacoli: arriviamo a sette e abbiamo scelto compagnie fuori regione, da tutta Italia. Il valore aggiunto? Finiti gli spettacoli, si può parlare con gli artisti, conoscerli e giocare sul palco senza rovinare le scenografie: così si socializza con il teatro. Attenzione: la parola del 2024 è anche “accessibilità”: quindi “abbiamo anche scelto di creare un biglietto per famiglie, cumulativo. Un nucleo di quattro persone può venire a teatro e pagare 8 euro a biglietto, anziché 9 a ticket”.

E gli altri spettacoli? Dopo l’apertura, si continua la settimana successiva (il 24 novembre) con “Oltre l’arcobaleno” di Tita Giunta e Fabio Rossini, tratto da “Il meraviglioso Mago di Oz” di L. Frank Baum, il giorno dell’Immacolata con “A Christmas Recipe” della Compagnia cagliaritana“Effimero Meraviglioso”, il 26 gennaio con “Sgambe sghembe” della “Compagnia Enrico Lombardi / Quinta Parete di Modena”, il 9 febbraio con “I 3 minuti dell’uomo”di “Compagni di Viaggio”, il 23 febbraio con “Yoyo Piederuota” di “Santibriganti Teatro”, mentre il 16 marzo è in programma l’anteprima nazionale di “Animal perfezione?” dei Liberipensatori “Paul Valery”, un testo di Camilla Bassetti con Stefania Rosso e Cristina Argirò per la regia di Emily Tartamelli: “il testo – sempre i tre simpaticoni di ‘Onda Larsen’ – esplora le vite complesse degli animali, rivolgendosi a bambini dai 6 ai 106 anni”.

La rassegna è realizzata da “Onda Larsen”con il contributo di “Eppela + risorse’’ di “Fondazione CRT”, “Compagnia di Sanpaolo” e “Regione Piemonte”.

Per info: “Spazio Kairòs/Onda Larsen”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

g.m.

Nelle foto: Mario Mascitelli e Mario Aroldi in“Il lupo e la capra”

“Il lago” di Čajkovskij, grandi étoile e scenografie mozzafiato

In scena all’Alfieri, sino a domenica

Per le suggestioni che genera, per la tecnica e l’alta professionalità e la raffinatezza degli interpreti e di tutti i compagni di lavoro, per essere una ulteriore occasione di “fare cultura grazie a un balletto che continua a dimostrarsi uno dei maggiori capolavori di tutti i tempi”, “Il lago dei cigni” (fino a domenica sul palcoscenico dell’Alfieri), rappresentato per la prima volta al Bol’šoi di Mosca nel febbraio 1877 su musiche di Pëtr Čajkovskij e con le coreografie – da Marius Petipa – riprese qui insieme alla regia da Luciano Cannito, “rischia” di essere uno degli appuntamenti maggiormente appassionanti dell’intera stagione allestita non soltanto dal direttore artistico ma altresì dagli sforzi economici del Fabrizio Di Fiore Entertainment con il suo Roma City Ballet Company. Non soltanto per quel pubblico di habitué che al termine dichiarano quei doverosi e tanti “bravo” ma anche per quanti, raramente e con un certo timore, magari con stupide incertezze, s’avvicinano a una forma di spettacolo che – t’accorgi – di certo non denuncia – a fervida ragione – i decenni che ormai si ritrova alle spalle. Non nascondendoci il piacere di riascoltare ancora una volta le composizioni eterne del grande musicista (per le quali qualcuno, riportano le cronache, alla prima esecuzione azzardò “qualche momento riuscito” ma “in generale la musica è piuttosto monotona, noiosa, interessante solo per i musicisti”).

Anche perché l’antico si sposa perfettamente con il moderno, con le nuove risorse, con quella componente moderna davvero eccellente, con quei tecnicismi decisamente innovatori che trovano uno spazio luminoso sulla scena. “Il lago”, romanticamente perfetto – con la storia d’amore tra il principe Siegfried e la dolce Odette che il perfido mago Rothbart ha tramutato in cigno per aver rifiutato la sua proposta d’amore e con un nuovo sortilegio che muta la dolcezza di Odette nella perfidia di Odile -, è uno scampolo di fiaba, se vogliamo il campo più adatto per aderire con maggior realismo a quelle allegorie (personali e non soltanto) che il cinema di Ken Russell e Darren Aronofsky ha sviscerato, un mondo fatato con cui fare i conti ad ogni occasione. Non solo i costumi firmati da Silvia Califano, la scenografia virtuale soprattutto approntata da Maurizio Gaibisso, pronta a restituire in maniera smagliante la distesa d’acqua e le piante che la circondano, le ricche sale del palazzo e i giardini sontuosi e le grandi vetrate e i tanti angoli ottimamente sfruttati. L’intelligenza artificiale – per la prima volta nella storia del balletto classico – impiega nel migliore dei modi ogni mezzo di cui ha necessità un moderno allestimento, non solo registicamente svelto e accattivante ma altresì visivamente coinvolgente: qui omaggiato dalle presenze di Aya Okumura, ballerina di origine giapponese e stella del Balletto del Teatro Nazionale di Praga e di Dinu Tamazlacaru, di origini moldave e principal dello Staatsbellett berlinese, capaci entrambi di rendere perfettamente, con doti d’eccezione sottolineate dai ripetuti applausi finali, la leggerezza incantata e ogni suo contrario l’una e i differenti stati d’animo, ad ogni istante culminante della vicenda l’altro. Eccezionalità che si dimostra nei valzer e nel tempo di polacca, negli allegri e nei pas de deux, nelle diverse danze – spagnola napoletana e russa -, che coinvolgono appieno l’intero corpo di ballo del Roma City, entro il quale sono da ricordare i primi ballerini Cristiano Zaccaria e il nerissimo mago di Manuel Paruccini. A seguire, nel ripetere il successo meritatissimo della prima nazionale torinese, tournée per l’Italia.

Elio Rabbione

Nelle foto, immagini dello spettacolo “Il lago dei cigni” all’Alfieri sino a domenica.

AL teatro Studio Bunker va in scena “Un’altra Odissea”

Dal 14 al 17 novembre al teatro Studio Bunker con l’Accademia dei Folli andrà in scena un’altra Odissea, uno “squinternato sequel del poema omerico” scritto da Tiziano Scarpa.

Nella versione del teatro dei Folli, Ulisse è tornato a vivere tranquillamente a Itaca con la moglie Penelope e il figlio Telemaco. Tutto pare ritornato alla normalità e i Proci sembrano sterminati.

Con l’esperienza accumulata in vent’anni al telaio, Penelope vuole dedicarsi alla moda, magari coinvolgendo Ulisse nella sua attività. Ma uno dei Proci è sopravvissuto e sta per attaccare Itaca con una grande flotta. La famiglia deve scappare per salvarsi e nuove avventure la aspettano in mare aperto. Penelope si nasconde alla corte di una sovrana amica dove metterà alla prova il suo talento. La affianca un vanitoso aedo, consigliere d’eccezione, anche se le sue performance canore lasciano un poco a desiderare. Ulisse e Telemaco vagano da un’isola all’altra, incontrando vecchie conoscenze. Padre e figlio si confidano aiutandosi a trovare quello che cercavano.

Un’altra Odissea mescola comicità, poesia, invenzioni sorprendenti e la giusta dose di riflessione. Rimette in scena i personaggi di Omero attingendo alle loro inesauribili qualità.

Un classico, secondo la celebre frase di Italo Calvino, non ha mai finito di dirci quello che ha da dire. Si potrebbe aggiungere che non ha mai finito di ascoltarci e di dare risposte ai nostri problemi. In controluce appaiono gli scenari di oggi, i ruoli personali da reinventare, i rapporti di potere tra uomini e donne, la convivenza con le altre specie del pianeta. E l’eterno dilemma, vale la pena restare così tanto attaccati alla vita?

 

Un’Altra Odissea

Dal 14 al 17 novembre

Teatro Studio Bunker

Via Niccolò Paganini 0/200 Torino

Giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 19.30, domenica ore 16.

Drammaturgia Tiziano Scarpa, regia Carlo Roncaglia.

Accademia dei Folli

www.accademiadeifolli.com

Tel 3456778879

Prenotazioni@accademiadeifolli.com

 

Mara Martellotta

“Puppets Night-la notte dei pupazzi” al Museo di Rivoli

Venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 novembre 2024 si terrà al castello di Rivoli, Museo di Arte Contemporanea, in piazza Mafalda di Savoia, la notte dei pupazzi, Puppets Night. Si tratta di un lungo e tenero weekend dedicato ai più piccini e ai loro pupazzi preferiti. L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli e SBAM – Sistema Bibliotecario Metropolitano di Torino Area Nord Ovest, nell’ambito del progetto “Nati per leggere-Piemonte”. Tutti i bambini e bambine sono invitati a portare il loro pupazzo del cuore nel pomeriggio di venerdì 15 novembre, per affidarli alle artenaute del Dipartimento di Educazione, e lasciarmi trascorrere una notte al museo, in compagnia di altri pupazzi. Naturalmente non sono benvenuti soltanto i peluche, ma anche bambole e pupazzetti di ogni tipo. Per l’occasione il Dipartimento organizzerà dei set fotografici a porte chiuse per testimoniare ciò che i pupazzi faranno di notte negli immensi ambienti del castello, tra le sale in cui sono esposti i quadri, ma anche in biblioteca, in biglietteria, bookshop, uffici e laboratori. Sabato 16 e domenica 17 novembre, quando i bambini e le bambine torneranno a riprendere i loro pupazzi potranno partecipare al “Puppets Party”, edizione speciale del “Weekend’arte” per le famiglie, con visita al museo, workshop da vivere insieme ai genitori e ai loro piccoli compagni di gioco. Infine, dal racconto fotografico, potranno scoprire le tante attività notturne dei pupazzi, un modo divertente e originale per conoscere il Museo di Arte Contemporanea nelle sue molte sfaccettature. La notte dei pupazzi si ispira alla Stuffed Animals Sleepover, una pratica diffusa negli USA e in Giappone con il nome di Nuigurumi Otomarikai, che si ritiene possa aver una valenza positiva per incentivare la lettura in famiglia. Dopo gli eventi realizzati nelle biblioteche del sistema SBAM, arriva al Castello di Rivoli in questa edizione inedita, a cura del Dipartimento Educazione, un’altra occasione per promuovere l’incontro con l’arte, la lettura e, più in generale, con la cultura, fino alla più tenera età, dai tre anni in su.

La prenotazione è obbligatoria.

Info e prenotazioni: Dipartimento Educazione Castello di Rivoli – tel: 0119565213

educa@castellodirivoli.org

 

Mara Martellotta

“Voci di Natale per San Pancrazio” a Pianezza il 21 Novembre

Un grande concerto benefico gratuito in Santuario con gli Anno Domini Gospel Choir, l’ex Matia Bazar Silvia Mezzanotte e i cantautori Andrea Mingardi, Bungaro e Danilo Amerio. Presentano Simona Tagli e Maurizio Scandurra.

Avrà luogo giovedì 21 novembre alle ore 21.00 ‘Voci di Natale per San Pancrazio’, il grande concerto benefico che unisce gospel, musica leggera e solidarietà con il Patrocinio del Comune di Pianezza.

Come location, gli ambienti suggestivi del Santuario di San Pancrazio di Pianezza in Piazza Santuario 3, amato tempio di spiritualità che sin dal lontano 12 maggio del 1450, data della famosa apparizione del martire che lo intitola, richiama annualmente migliaia di fedeli: complice altresì la fama del luogo sacro legata anche alla benedizione di veicoli leggeri e pesanti contemporanei e d’epoca.

L’atteso evento – anteprima pop della 27ª Edizione del ‘Gospel Jubilee Festivaldel 21 Dicembre a Torino al ‘Teatro Agnelli’ con ospiti i ‘The Voices of Victory’ di Orlando, in Florida – è promosso da ‘Alsil Onlus’ (Associazione per la Legalità e la Sicurezza sul Lavoro), FMPI (Federazione Medie e Piccole imprese), ‘E.Bi. Conf.’ (Ente Bilaterale) e ‘FSP Polizia di Stato’.

Finalità della nobile iniziativa, promuovere la raccolta fondi destinata all’acquisto di un nuovo impianto acustico per il luogo sacro da adibire a scopo liturgico e musicale.

Protagonisti della serata gli ‘Anno Domini Gospel Choir’ fondati e diretti dal Maestro Aurelio Pitino (che abbandonò a fine anni ’80 il successo internazionale come cantante dance per seguire la fede), la prima e più famosa corale gospel cristiana di fama internazionale con all’attivo collaborazioni di pregio con artisti quali Antonella Ruggiero, Andrea Bocelli, Raphael Gualazzi (che accompagnarono sul palco di Sanremo 2014), Mariella Nava, Dolcenera, Gerardina Trovato, Franco Fasano, Gatto Panceri e moltissimi altri.

Con loro, quattro guest star della grande canzone italiana: Silvia Mezzanotte, raffinata ex voce dei Matia Bazar, e i rinomati cantautori italiani Andrea Mingardi (l’autore più prolifico per Mina degli ultimi vent’anni), Bungaro (anche firma di grandi successi, tra gli altri, per Marco Mengoni, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Giusy Ferreri) e Danilo Amerio (anche penna raffinata per Anna Oxa, Fiordaliso, Mietta, Umberto Tozzi, Raf, Marco Masini e Mia Martini, tanto per citarne alcuni).

Presentano la conduttrice tv Simona Tagli, nei mesi scorsi anche grande protagonista al ‘Grande Fratello’ sulle reti Mediaset, e il giornalista Maurizio Scandurra, anche noto opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.

Durante la serata, verrà omaggiata a fini benefici al miglior offerente anche un’opera a tema del noto artista pop piemontese Stefano Berardino, ideatore italiano della cosiddetta ‘MotoringArt’ nonché seguitissimo sui social content creator per ‘Stellantis & You Torino’.

La società civile ha il dovere di interagire e collaborare con le istituzioni religiose che concorrono al benessere del territorio”, esordisce Luca Pantanella, Presidente di ‘Alsil Onlus’ e di ‘E.Bi.Conf’ Piemonte, nonché primo promotore della kermesse anche quale Vice Presidente Nazionale di FMPI e Segretario Generale Provinciale Torinese del Sindacato FSP Polizia di Stato. “I Padri Passionisti di San Pancrazio sono un punto di riferimento prezioso per la spiritualità piemontese, e svolgono un servizio attento all’ascolto della comunità. Felici di aver dato vita a questo progetto, e altrettanto fiduciosi nella grande partecipazione di quanti vorranno dare il proprio, generoso contributo partecipando al concerto”.

Come Amministrazione Comunale, siamo lieti di ospitare artisti cristiani conosciuti e stimati in tutto il mondo, le cui canzoni sono ormai patrimonio comune. Per noi il Santuario di San Pancrazio è un simbolo rappresentativo di cui siamo fieri, oltre che grati alla Comunità Passionista che lo anima con fervore quotidiano”, sono le parole di Antonio Castello, Sindaco di Pianezza.

Mentre per Maurizio Scandurra, anche giornalista cattolico, “Doveroso ringraziare anche tutti i partner piemontesi che hanno reso possibile tutto questo con sensibilità e disponibilità davvero uniche: il Comune e la ‘Pro Loco’ di Pianezza, ‘Pianalto My Land’, ‘Mib Solutions’, ‘Adlstudio Sas’, ‘Hqs – High Quality Sound’ di Fabrizio Argiolas, i celebri ristoranti astigiani ‘Golden Truffle’ e ‘L’ Antico Granaio’ di Calliano Monferrato, le onoranze funebri ‘Giubileo’, il Meeting Center ‘Giubileo Incontri’ e le Farmacie del ‘Gruppo Marinello’. Idem per i media partners tra cui ‘Radio Grp’, il settimanale d’informazione ‘Il Mercoledì’ e l’agenzia di comunicazione ‘Inde Studio’”.

In qualità di Rettore del Santuario di San Pancrazio, esprimo sincera gratitudine a tutti i partecipanti coinvolti, anche a nome dei miei confratelli, per questa lodevole iniziativa, a testimonianza del buon esempio di cooperazione che enti religiosi e società civile sono chiamati a dare ogni giorno per il bene di tutti”, chiosa infine Padre Giuseppe Cortesi.

Ingresso libero sino a esaurimento posti in Piazza Santuario, 3 a Pianezza. Ampio parcheggio interno.

Per informazioni, è disponibile il numero di telefono 329 7811407 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.

Debora Villa a teatro: “Tilt, Esaurimento Globale”

Giovedì 14 novembre, ore 21

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Un viaggio interiore alla ricerca della felicità della funambola equilibrista fra satira, narrazioni, affabulazioni teatrali e comicità terapeutica

 

Un esaurimento globale sta prendendo il sopravvento sulla capacità cognitiva e relazionale. Pandemia, guerre, crisi climatica-energetica-economica, politica; terremoti, paure, insicurezze e psicosi collettive sono all’ordine del giorno e barcamenarsi in questo mare di problemi è cosa davvero ardua. Dal traffico a tiktok, dai politici disonesti allo sfruttamento sul lavoro, dalle beauty routine al bullismo, dai complottisti agli ignoranti trasformati in opinionisti, i motivi per fare TILT sono davvero tanti. Ma esisterà un modo per gestire questo cortocircuito?

“TILT – Esaurimento Globale”, nato da un’idea di Debora Villa che ne ha curato la regia e scritto a quattro mani insieme a Carlo Gabardini, porta all’attenzione degli spettatori un’attenta analisi della società e di ciò che siamo diventati. Seguendo questo filo rosso si muove il nuovo spettacolo di Debora, funambola equilibrista fra satira, narrazioni, affabulazioni teatrali e comicità terapeutica. Ma non è uno spettacolo catastrofista piuttosto un viaggio interiore alla ricerca della felicità. Debora interroga sé stessa cercando di capire che cosa significhi davvero essere felici. In continua interazione con il pubblico, invitato ad entrare metaforicamente nel suo cervello, parla di esaurimento per trovarne la causa, che forse, si trova proprio nelle origini dell’umanità, e magari una soluzione.

A rompere totalmente gli schemi della narrazione teatrale un pezzo freestyle scritto per lei da Shade e musicato da Jaro. Due icone del mondo della musica contemporanea. Al grido di “la forza delle donne non la uccidi” si fondono due generazioni unite dal desiderio di conferire alle donne il giusto riconoscimento nella storia.

 

«Nel turbinio incessante di notizie catastrofiche, la risata diventa un faro di speranza, un atto di sopravvivenza emotiva. La capacità di ridere rappresenta un modo per riaffermare la nostra umanità, per ritrovare la connessione tra le persone. Perché esiste ancora una possibilità: ridere insieme delle nostre disgrazie. Del resto “una risata vi seppellirà” si diceva tempo fa e mai come adesso questo detto può essere attuale. Anche perché: se proprio me ne devo andare… preferisco farlo ridendo!». Debora Villa

DEBORA VILLA

Di origini milanesi, si forma negli anni tra il 1993 e il 1996 frequentando la scuola di teatro “Quelli di Grock” e successivamente il laboratorio per attori tenuto da Raul Manso. Integra poi lo studio sul corpo con seminari di mimo-danza con Hal Yamanouchi e Marcel Marceau e di danza con Maria Consagra; completando con studi sul canto con Germana Giannini e Daniela Panetta. Continua il suo percorso formativo diventando allieva dal 2018 nella Master Class italiana di John Strasberg. L’attrice e comica Debora Villa lavora da quasi vent’anni per la televisione, la radio il cinema e il teatro, alternando ruoli comici o di conduttrice brillante, a ruoli seri d’attrice in fiction tv e spettacoli teatrali.

Camera Cafè, le Iene, Così fan tutte, Zelig, Colorado, Pechino Express, Glob, Lilit, Benvenuti a Tavola, I Cesaroni, Matrimoni e altre follie, Alex & Co sono solo alcuni dei lavori ai quali Debora ha partecipato nel corso degli anni. L’attrice ha inoltre lavorato con artisti del calibro di Paolo Rossi, Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Biagio Izzo, Paolo Conticini, Aldo Giovanni e Giacomo, Ricky Tognazzi, Stefania Sandrelli, Elena Sofia Ricci, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Catania, Lorenza Indovina, Claudio Amendola, Enrico Bertolino, Nancy Brilli, Massimo Ghini, Giuseppe Esposito, Simone Colombari.

Nel 1997 fonda con l’associazione culturale “Società per Artisti” una scuola di teatro a Saronno. Da allora continua ad insegnare attraverso stage e seminari rivolti a persone di ogni età. L’amore di Debora per il palco la portano ad essere un’insegnante appassionata dalla coinvolgente personalità capace di esaltare le qualità attorali e le caratteristiche espressive originali di ogni allievo. Questa capacità empatica, unita alla tecnica e all’esperienza portano Debora a collaborare con aziende su temi importanti come la Diversity, il Public Speaking, il Team building, Acting Coach: dal 2010 infatti si occupa di applicazione teatrale nella formazione aziendale.

In continua evoluzione Debora, maestra di improvvisazione, crea una formula innovativa di spettacoli-laboratorio: show che accorpa la scrittura di uno spettacolo strutturato all’arte dell’improvvisazione. Il coinvolgimento del pubblico come parte integrante dello spettacolo rendono le sue serate uniche. Terminata con successo la tournée dello spettacolo “Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere” tratto dal bestseller di John Gray, da gennaio 2024 torna in scena con “TILT-Esaurimento Globale”, scritto con Carlo Gabardini per la regia di Debora Villa.

 

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Giovedì 14 novembre, ore 21

Debora Villa

Tilt, Esaurimento Globale

Di Debora Villa e Carlo Gabardini

Con Debora Villa

Produzione Si può fare productions

Biglietti: 18 euro intero, 16 euro ridotto

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

Ad Almese e Avigliana si va a scuola di cinema

Partecipano 600 studenti 

Fare cinema fin dalla scuola dell’infanzia. Capita all’istituto comprensivo di Avigliana e Almese grazie al progetto “Con occhi diversi”, proposto da Distretto Cinema e finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e Ministero della Cultura.

L’iniziativa è partita in questi giorni e prosegue fino a marzo. Si inizia scoprendo la storia del cinema, per poi concentrarsi su “Pinocchio”: a seconda delle classi e dell’età degli studenti, il libro di Carlo Collodi viene declinato diversamente, scoprendone tutte le tematiche, dal rapporto bambini-adulti, all’abbandono scolastico, al tema della menzogna. Bambini e ragazzi sono, poi, chiamati a inventare storie sugli stessi temi: se le classi della materna, realizzano poi disegni animati a partire da queste, quelle di elementari e medie producono cortometraggi, di finzione o documentaristici. L’obiettivo è realizzare un cortometraggio per classe, occupandosi di ogni aspetto della realizzazione: per questo, docenti e allievi sono affiancati da professionisti del cinema, ogni giorno impegnati sul set e selezionati da Distretto Cinema, associazione torinese che, in questi anni, ha organizzato iniziative come il festival internazionale Contemporanea, “Cinema a Palazzo Reale” o “Cinema sulla Pista 500”.

La proposta, totalmente gratuita per le scuole, prevede anche una mattinata al cinema: visto che il cinema di Avigliana non ha aderito al progetto di Distretto Cinema, le classi di Almese e Avigliana andranno a Torino per vivere la magia della sala.

All’Ic Avigliana sono stati coinvolti tre plessi dell’infanzia (Don Campagna, Airone, Rodari) per un totale di 60 bambini e quattro plessi della primaria (Berti, Frank, Calvino, Rosa), per un totale, in questo secondo caso, di 16 classi: si tratta di 320 bambini. Per l’Istituto comprensivo di Almese hanno invece aderito due scuole dell’infanzia, la Casorati (a Rubiana) e La giostra (a Villar Dora), e due scuole primarie: il plesso Falcone Borsellino di Milanere (classe seconda) e la Collodi di Villar Dora (due classi seconde e due classi quinte). In totale, più di 100 alunni tra infanzia e primaria. A questi, si sommano gli studenti della scuola media “Riva Rocci” di Almese dove hanno aderito sei classi (3ª A, 3ª D, 2ª A, 2ª C, 2ª D e 2ª E): anche in questo caso, si tratta di un centinaio di allievi.