SPETTACOLI- Pagina 3

La grande musica russa di inizio Novecento con l’OSN RAI

La grande musica russa di inizio Novecento sarà protagonista del concerto in programma, con l’OSN RAI, giovedì 22 maggio a Torino, presso l’Auditorium Toscanini, alle 20.30, in diretta su Radio 3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. La serata viene replicata venerdì 23 maggio alle ore 20. Sarà un’occasione di debutto del pianista Nicolai Lugansky, che è stato definito dal Gramophone come “un pianista pionieristico e meteorico”. Nel 1994 ha vinto il concorso internazionale Caikovskij e, da allora, ha suonato nelle sale più importanti, come il Concert Gebow di Amsterdam, il Musikverein di Vienna, la Tonhalle di Zurigo e la Suntory Hall di Tokyo. Viene invitato da orchestre internazionali come i Berliner Philarmoniker , la London Symphony Orchestra, l’Orchestre Philarmonique di Radio France.

Sul podio torna Stanislav Kochanovsky, uno tra i più brillanti direttori d’orchestra della nuova generazione, ospite regolare di compagini internazionali come l’Orchestre de Paris, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e la Danish National Symphony. In apertura della serata verrà proposto uno dei primi lavori di Šostakovič, scritto in gioventù, lo Scherzo n.1 in fa diesis minore per orchestra op.1, del 1919. La pagina fu originariamente pensata come un singolo movimento di una sonata per pianoforte, e venne in seguito orchestrata con l’aiuto di Maximilian Steinberg, Maestro di Conservatorio del compositor, cui è dedicata, diventando un brano orchestrale. Si prosegue poi con il Concerto n.3 in do maggiore per pianoforte e orchestra op.26 di Sergej Prokof’ev, affidato a Lugansky. Il Concerto n.3 è il più famoso, tra quelli eseguiti, del compositore russo, e vide la luce nel corso di quasi 10 anni, a partire dal 1913, a causa degli spostamento di Prokof’ev tra Europa e America. La prima esecuzione avvenne a Chicago nel 1921, con il compositore stesso al pianoforte e Frederick Stock sul podio. Solo successivamente alla prima, non accolta da grande successo, il brano diventò tra i più celebri per pianoforte del XX secolo. La serata si conclude nuovamente con Šostakovič e la sua Sinfonia n.1, scritta tra il 1923 e il 1925 ed eseguita per la prima volta dall’Orchestra Sinfonica di Leningrado, diretta da Nicolaj Mal’ko il 12 maggio dell’anno successivo. La Sinfonia n.1 in fa minore op.10 fu scritta a soli 19 anni e segnò il primo grande successo del compositore, e fu composta come brano da presentare all’esame di composizione.

I biglietti per il concerto sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium Arturo Toscanini di Torino, e online sul sito dell’OSN Rai.

Info: 011 8104653 – biglietteria.osn@rai.it

Auditorium Toscanini – piazza Rossaro, Torino

Mara Martellotta

“Rivoluzioni” la nuova frontiera di Mito

“Alcuni compositori nella loro scrittura hanno operato delle piccole rivoluzioni”, ha tenuto a
sottolineare il direttore artistico di Mito Giorgio Battistelli presentando la nuova stagione. Il Festival
si svolgerà tra Torino e Milano dal 3 al 18 settembre con 67 appuntamenti. Inaugurazione mercoledì
3 a Torino all’auditorium Agnelli con l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Myung-Whun
Chung e con Mao Fujita al pianoforte per un programma dedicato a Sostakovic, Rachmaninov e
Cajkovskij. Si renderà omaggio a Sostakovic a 50 anni dalla sua morte con tanta della sua musica e
in 6 concerti con il quartetto Eliot, verranno eseguiti tutti i suoi quartetti per archi. Altro
anniversario per i 100 anni dalla nascita di Luciano Berio. Ci saranno sue composizioni accanto a
brani di Julius Eastman , John Cage e due commissioni del festival a Salvatore Frega e Marcello
Filotei. Il 12 all’auditorium Toscanini l’Orchestra Rai diretta da Thomas Dausgaard e con Liv
Redpath soprano eseguirà musiche di Langgaard, Abrahamsen e Nielsen. Il 10 al Conservatorio G.
Verdi l’Orchestra del teatro Regio diretta da Nicola Foron, eseguirà “ The Armed Man -A Mass for
peace” di Karl Jenkins dedicata alle vittime della guerra in Kossovo. Non ci sarà il concerto in
piazza San Carlo a causa dei lavori di pedonalizzazione di Via Roma. Dal prossimo anno ci sarà un
nuovo direttore artistico e un nuovo presidente.
Pier Luigi Fuggetta

Il Festival della Televisione di Dogliani dal 23 al 25 maggio

Il Festival della Televisione di Dogliani, giunto alla sua 14esima edizione, si svolgerà in piazza Umberto I, piazza Belvedere e Carlo Alberto

Venerdì 23 maggio prenderà il via a Dogliani, in provincia di Cuneo, la quattordicesima edizione del Festival della TV, che proseguirà fino a domenica 25. Si tratterà di tre giornate intense e dense di incontri, spettacoli, dibattiti, e conversazioni, con oltre 130 protagonisti appartenenti al mondo dei media, della cultura, del giornalismo e dell’impresa.

Significativo il titolo del tema scelto per quest’anno “Ritrovarsi”, che vuole essere un invito a riscoprire il valore della presenza, dell’autentico confronto, della narrazione condivisa in un tempo dominato dalla velocità e dalla connessione virtuale. Dogliani si trasformerà ancora una volta in un laboratorio culturale a cielo aperto, dove il pubblico potrà ascoltare da vicino volti noti e voci nuove in un clima informale partecipato. Tra, i tanti ospiti attesi Enrico Mentana, Mara Venier, Carlo Conti, Francesca Fialdini, Ludovico Einaudi, Noa, in dialogo con Gad Lerner, Stefano De Martino, Diodato, Nek, Alberto Matano, Veronica Gentili, Ornella Muti, Corrado Formigli, Diego Bianchi, detto Zoro, Aldo Cazzullo, Pilar Fogliati, Elsa Fornero, Federico Basso, Case a prima vista e Cronache di spogliatoio e molti altri. Il programma, completamente gratuito e senza prenotazione, si svolgerà nelle tre piazze principali del paese: Umberto I, Belvedere e Carlo Alberto, e toccherà tematiche di grande attualità tra giornalismo e informazione, musica e memoria, intelligenza artificiale, televisione e cucina, turismo sostenibile, moda, impegno civile e cultura digitale.

Anche quest’anno il festival assegnerà tre riconoscimenti che verranno consegnati venerdì 24 maggio, nel corso del Festival. Domenica 25 maggio, alle 16, la giornalista e divulgatrice Donatella Bianchi riceverà il Premio Ambiente Coripet. Il premio va a Francesca Fialdini per la sostenibilità, ad Aldo Cazzullo per l’innovazione e a Donatella Bianchi per l’impegno ambientale. Tra le novità più curiose, sabato 24 maggio debutta la prima Dogliani TV Run, una corsa non competitiva per esplorare il territorio in modo attivo e condiviso. E’ organizzata da A.S.D. Pam Mondovì, in collaborazione con il Festival Comune di Dogliani. La manifestazione prevede una gara podistica di 10 km e una corsa camminata di 6 km aperte a tutti.

Dietro le quinte del Festival della TV c’è stato un anno di lavoro e un intero paese in movimento, dietro ogni incontro che riempie le piazze di Dogliani vi è un lavoro silenzioso che inizia quasi un anno prima. Costruire il programma di una manifestazione che vuole raccontare le abitudini e le tendenze e le prospettive della televisione e del giornalismo, e di nuovi linguaggi della comunicazione, richiede visione, intuizione e attenzione, ma anche capacità organizzativa, sensibilità culturale e cura dei dettagli. Il cuore pulsante del Festival è IL Idee al Lavoro, un gruppo quasi interamente al femminile, con Federica Mariani alla direzione artistica, Simona Arpellino a quella organizzativa, Angela Frigerio per il social media management, Carola Baiotti alla grafica e alla creatività. Un gruppo affiatato che lavora con passione alla selezione degli ospiti, al disegno delle piazze e all’equilibrio del palinsesto. In questo contesto è doverosa la menzione di Mauro Tunis alla direzione tecnica, che contribuisce a trasformare Dogliani in un grande teatro a cielo aperto. Sono circa 200 i volontari, i veri motori invisibili del Festival, che su una popolazione di 4 mila abitanti rappresentano qualche cosa di straordinario. Grazie a loro, al loro del tempo, delle energie e del senso di comunità, il Festival diventa anche un’esperienza: un’ospitalità discreta ma autentica, un’organizzazione puntuale e appassionata, una macchina che funziona con il calore umano al centro. Il pubblico, composto, rispettoso, attento e sempre partecipe è molto sabaudo, capace di mostrare entusiasmo senza oltrepassare il limite, curioso e pronto al confronto. E’ anche questo a rendere speciale l’atmosfera, quel senso di rispetto reciproco che unisce e racconta il mondo a chi ascolta con interesse, coltivando spirito critico. Un mix unico, fatto di idee, persone e territorio, rende il Festival della TV un’esperienza di comunità e cultura.

Le tre piazze di Dogliani ospiteranno oltre 56 panel, incontri, interviste, spettacoli a ingresso libero e gratuito. E’ tempo di recuperare il senso della realtà, ribaltare la scala dei valori, rimettendo al centro la comunità reale rispetto a quella virtuale. Vivere queste opportunità tecnologiche come strumenti per incidere ancora meglio sulla realtà, e non ridurci a strumenti di una tecnologia che prende il sopravvento sulle nostre vite. C’è bisogno di vita vera, di contatto fisico, di contraddittorio. C’è bisogno di ritrovare una profondità che si sta perdendo nell’informazione, oggi il più delle volte sopraffatte dalla velocità e dalla superficialità. Abbiamo l’opportunità di vivere tempi tecnologicamente straordinari e destinati a evolvere in maniera ancora più dirompente, verso scenari che richiederanno una sicurezza sempre più forte. Proviamo a non sprecare questa opportunità”.

La giornata inaugurale del Festival si apre nel segno dell’infanzia e della creatività, con un appuntamento riservato alle scuole di Dogliani. Alle 10.30, in piazza Umberto I, andrò in scena l’anteprima della nuova stagione de “Le ricette di Arturo e Kiwi 5”, produzione di Rai Kids. L’incontro, che unisce animazione e divertimento, è condotto dalla produttrice cinematografica Sonia Farnesi e Andrea Zingoni, regista e scrittore, ideatore di due iconici personaggi protagonisti della serie. Nel pomeriggio, la giornalista Francesca Fialdini, autrice e conduttrice, dialogherà con il giornalista culturale de La Stampa Alberto Infelise, in occasione del premio a lei dedicato. Alle 18.30 Ludovico Einaudi incontrerà Aldo Cazzullo, editorialista e vicedirettore de Il Corriere della Sera, in una conversazione che esplora il potere evocativo della musica, il rapporto con la memoria e l’importanza del silenzio nel mondo di oggi. Alle 17. 30 Ornella Muti, recentemente premiata con il David di Donatello alla carriera, si racconterà a Steve Della Casa. Alle 18.30 sarà dato spazio al mondo dell’editoria con l’incontro tra l’editore Urbano Cairo e Mario Calabresi, oggi direttore della Podcast Company Choramedia. I due dialogheranno sul presente e futuro del giornalismo, tra credibilità e nuove forme di racconto e sostenibilità economica dei media. Il pomeriggio si chiuderà con la partecipazione di Carlo Conti, e la giornata, in piazza Umberto I vedrà come ultimo incontro il dialogo tra Noa, cantautrice israeliana, e Gad Lerner, sui temi urgenti della pace, del ruolo dell’arte nei conflitti e dell’identità attraverso il linguaggio universale della musica.

 

Mara Martellotta

 

Dardust per l’apertura di “Città in note. La musica dei luoghi”

Al Toselli di Cuneo arriva 
Domani, mercoledì 21 maggio, prende il via la rassegna con oltre 30 appuntamenti in 6 giorni

20.05.2025 – Prende il via domani, mercoledì 21 maggio, la quinta edizione del festival “Città in note. La musica dei luoghi” che animerà il capoluogo della provincia Granda fino a lunedì 26 maggioPiù di 30 appuntamenti, in 6 giorni di programmazione, che celebrano l’unione tra la musica e il patrimonio storico della città con concerti, performance, workshop e incontri che trasformeranno alcuni dei più suggestivi luoghi della città in palcoscenici vibranti mettendone in luce il grande valore storico, architettonico e naturale. Una proposta che spazia, come sempre, tra diversi generi in un’ottica di ampliamento dell’offerta culturale e di una visione aperta e inclusiva del linguaggio musicale che si relaziona non soltanto con il pubblico e i cittadini, ma anche con lo spazio urbano, valorizzandolo attraverso performance site specific.

Domani, mercoledì 21 maggio, alle 21, al teatro Toselli (via Giovanni Toselli, 9) ad aprire “Città in note” sarà Dardust. Pianista, autore, compositore e producer tra i più premiati al mondo della nuova generazione, dopo il successo del tour europeo “Urban Impressionism torna a teatro con un suggestivo e intimo live per piano e trio d’archi. Artefice di uno stile personalissimo e innovativo, in grado di ridisegnare i confini di classico e contemporaneo, ha gettato la sua musica ben oltre le definizioni, creando da sempre atmosfere non convenzionali in un equilibrio perfetto tra pianoforte ed elettronica. Biglietti disponibili in prevendita su ticket.it, al costo di 25 euro intero e 20 euro ridotto (under 25, over 65, possessori di abbonamenti alle stagioni a cura di Piemonte dal Vivo, iscritti all’associazione ACLI, iscritti FAI, possessori abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta). Salvo esaurimento posti, i biglietti potranno essere acquistati presso la biglietteria del teatro, la sera del concerto, a partire da un’ora prima.

Dardust
Ad anticipare la performance, nell’ambito del progetto di audience engagement e audience development rivolto alle scuole superiori di Cuneo The Youth Factor, alle 18, presso la Sala Michele Ferrero di Casa Betania, sede di Confindustria Cuneo, Dardust si confronterà con il pubblico sul tema della creatività con la conduzione della speaker radiofonica Margherita Devalle.
Evento già sold out ma si consiglia di monitorare comunque il profilo Eventbrite di Artea nell’eventualità che qualcuno annulli la sua prenotazione e si liberino dei posti.Alle 23, presso il complesso Monumentale di San Francesco (via Santa Maria, 10), Alessandro Cipriani, figura di rilievo internazionale nel panorama della musica elettronica sperimentale, sarà protagonista – in collaborazione con il METS, il Dipartimento di Musica Elettronica del Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo – di un concerto audiovisivo che si inserisce in un più ampio progetto formativo e di ricerca dell’ateneo cuneese, dedicato al tema della voce intesa come strumento naturale e digitale. Una performance dalla forte carica evocativa, in perfetto dialogo con gli ambienti di San Francesco, che si dividerà in due parti: la prima composta dall’esecuzione di AL NUR (La Luce) e AQUA SAPIENTIAE / ANGELUS DOMINI, basati rispettivamente sull’elaborazione elettronica di canti della tradizione religiosa islamica e del canto gregoriano, e una seconda che prevede la trilogia audiovisiva SHIPWRECKS / NAUFRAGI, in cui si intrecciano immagini di corpi e corde nel mare – evocazione simbolica delle tragedie del Mediterraneo – e paesaggi sonori composti da urla del crollo della borsa di New York, voci concitate delle radiocronache calcistiche, frammenti della vita-mercato e della vita-distrazione.

La rassegna, ideata e promossa da Fondazione Artea con il Comune di Cuneo, e la direzione artistica di Claudio Carboni coadiuvato da Carlo Maver, vede quest’anno, in una forma ancora più consolidata, l’importante coinvolgimento delle scuole e delle istituzioni musicali del territorio – Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo, Academia Montis Regalis, Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di SaluzzoIstituto Bianchi-Virginio, Insieme Musica, Palcoscenico Performing Arts Centre, Progetto Har e Voice Art Academy – che con le loro proposte di alta qualità troveranno in “Città in note” una rassegna ideale per presentare i giovani talenti della musica del futuro. Diverse le collaborazioni con le principali realtà concertistiche piemontesi: le cuneesi Orchestra sinfonica Bartolomeo Bruni e la Società Corale Città di Cuneola Corale Polifonica “Castello” di Rivoliil Coro Polifonico di Boves e il Gruppo corale “I Polifonici del Marchesato”.

Ad eccezione del concerto al Teatro Toselli, l’ingresso agli eventi è libero e gratuito, fino a esaurimento posti. Per informazioni consultare il sito www.fondazioneartea.org

MITO SettembreMusica presenta le sue “Rivoluzioni”

“Rivoluzioni” è il tema di MITO SettembreMusica 2025 indicato dal direttore artistico Giorgio Battistelli per la diciannovesima edizione del festival che, dal 3 al 18 settembre prossimi, torna a unire Milano e Torino in un’unica grande proposta culturale, tra concerti sinfonici, musica da camera, spettacoli per bambini, proposte multidisciplinari. A sottolineare l’importanza contemporanea dell’atto rivoluzionario culturale, vi è l’immagine di rappresentanza del Festival, che raffigura studenti del Conservatorio nell’atto di procedere armoniosamente, quindi non in contrasto, ma uniti, verso il futuro. MITO si articolerà in 67 appuntamenti per un programma che attraversa epoche e generi, classici e prime assolute, sollecitando il pubblico alla costruzione di un proprio percorso originale attraverso le quattro declinazioni del tema – “Mitja e gli altri”, “Berio e le avanguardie”, “Rivoluzioni – tempi di guerra, tempi di pace”, “Ascoltare con gli occhi” – perimetri tematici dai contorni spesso labili o sovrapponibili.

“Il tema 2025 “Rivoluzioni” – spiega il direttore artistico Giorgio Battistelli – sarà declinato in una molteplicità di sensi: estetico, spirituale e scientifico. È una definizione che allude anche a un mutamento radicale di un ordine stabilito, che vuole essere rottura di abitudini di ascolto consolidate verso nuove prospettive. La programmazione si orienterà verso la promozione e la valorizzazione delle migliori espressioni della cultura internazionale prodotta e promossa dai due poli del festival, che dialogheranno anche con realtà oltre confine, come Lione nel caso di Torino e Lucerna nel caso di Milano, per costruire relazioni progettuali in una prospettiva di integrazione europea. La volontà che guida questa scelta è quella di riprodurre la complessità del presente, esponendo il pubblico a stimoli, provocazioni, riflessioni, idee, in una progettualità che va oltre l’intrattenimento colto e si pone come strumento di pensiero. Un festival quindi che ha come ambizione l’essere più coerente con la complessità del tempo presente. La nascita di un Festival è un atto politico e poi culturale. Questo avvicina due città molto diverse tra loro, come Torino e Milano, e che trasforma MITO in qualcosa di unico”.

“Il Festival negli anni si è creato un’identità precisa, grazie anche a una politica che ha saputo ascoltare le necessità culturali che devono, per forza di cose, per essere credibili, incunearsi nel tessuto sociale in cui si esprimono – ha continuato Giorgio Battistelli – Oggi dobbiamo inventare una nuova modalità per entrare in relazione con le dinamiche internazionali. MITO vuole rigenerare, sollecitare un’azione culturale di prossimità sul territorio, interpretandone la realtà. Tutto cambia e si trasforma, come il modo di ascoltare e suonare la musica. Cambia il modo di fare cultura e, per questo mio ultimo anno da direttore artistico di MITO SettembreMusica ho voluto creare una proposta capace di creare molteplici sollecitazioni, in un’epoca in cui i festival rischiano un’omologazione debole e pigra. MITO è un festival di resistenza che necessita di stimolare una rivoluzione, non sottostando alla staticità e all’ozio catatonico. Bisogna investire sulla nostra creatività e le istituzioni che collaborano alla riuscita dei progetti culturali devono essere propositive. Tra i quattro temi della nuova edizione di MITO vi è un omaggio (che riguarda il primo tema) a Šostakovič, compositore della scuola rissa che ancora oggi influenza la creatività dei giovani musicisti.

“Dal 3 al 18 settembre, la nuova edizione di MITO SettembreMusica unirà ancora una volta Torino e Milano in un progetto culturale comune, valorizzando il loro patrimonio musicale e rafforzando il legame con la scena internazionale – affermano il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, Presidente onorario del Festival insieme al Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, e in sua rappresentanza l’Assessore alla Cultura Rosanna Purchia – anno dopo anno il festival continua a essere un incontro tra culture, epoche e linguaggi, rafforzando il legame tra le nostre due città, e diffondendo cultura attraverso il linguaggio della musica”.

“Questa edizione – aggiungono Rosanna Purchia e Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura di Milano – confermano ancora una volta la capacità del Festival di innovarsi, sorprendere, offrire al pubblico un luogo in cui l’ascolto diventa esperienza collettiva, suscitando emozione e partecipazione. Un ringraziamento va alla Fondazione per la Cultura a Torino e ai Pomeriggi Musicali di Milano, oltre alla Fondazione Compagnia di Sanpaolo, che segue e sostiene il progetto fin dal suo esordio”.

“È un bene fare rete tra Torino e Milano perché MITO ha un respiro internazionale – ha dichiarato Giuseppe Sala – a Torino d’altronde l’inaugurazione avverrà mercoledì 3 settembre con la Filarmonica della Scala presso l’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, diretta da Myung – Whun Chung, nuovo direttore del Teatro alla Scala di Milano. Il programma colloca l’appuntamento della prima area ‘Mitja e gli altri’, per ricordare i 50 anni dalla mostre di Sostakovic, del quale si eseguirà in apertura l’Ouverture festiva op.96, seguita dal ‘Secondo concerto per pianoforte’ di Rachmaninov, con il pianista Mao Fujita, e la ‘Patetica’ di Čaikovskij”.

Giovedi 4 settembre, alla Scala, Sir Antonio Pappano dirigerà la London Symphony Orchestra nel secondo concerto di Prokof’ev, con la star sudcoreana Seong – Jin Cho. Entrambe le serate di apertura si realizzano grazie al presenting partner Intesa Sanpaolo, che collabora anche per i tradizionali concerti al Santuario di San Giuseppe a Milano, dove giovedi 11 settembre il celebre fisarmonicista Samuele Telari eseguirà le “Variazioni Goldberg” di Bach. All’auditorium del grattacielo Sanpaolo, lunedi 15 settembre, Elliot Quartet sarà impegnato nell’integrale dei Quartetti di Sostakovic. La London Symphony Orchestra, con il suo direttore principale, sarà poi anche a Torino all’auditorium Agnelli venerdi 5 settembre nell’esecuzione della Sinfonia n.9 di Sostakovic, il Secondo Concerto di Chopin con Seong – Jin Cho, già vincitore del concorso Chopien. Il poema sinfonico Juventus di Victor De Sabata e l’Ouverture della Semiramide di Rossini. L’omaggio a Sostakovic segna anche l’ultimo concerto a Torino, previsto per mercoledì 17 settembre, con la Sinfonia n.13 affidata ai complessi del Teatro Regio, diretti da Enrico Calesso, presso l’auditorium Agnelli del Lingotto.

Un posto speciale lo occupa la Sinfonia n.10, composta subito dopo la morte di Stalin, che sarà eseguita mercoledì 10 settembre a Milano, al teatro dal Verme, dalla Luzerner Sinfonie Orchester, guidata da Michael Sanderling, con la proiezione del film “Oh to belle e in another world” dell’artista sudafricano William Kentridge. Verranno anche proposte diverse composizioni da camera di Sostakovic, considerate come “spazio privato” attraverso il quale la sua vena creativa si espresse senza i pesanti condizionamenti imposti dai rigidi canoni nell’estetica del regime sovietico. I 4 giovani musicisti dell’Elliot Quartet di Francoforte saranno così presenti tra le due città nell’integrale dei suoi 15 Quartetti per archi, il 6-7-13-14-15 settembre.

A Luciano Berio, nel centenario della nascita, è dedicato il secondo perimetro del Festival, intitolato “Berio e le avanguardie”. Classificato come d’avanguardia per la sua epoca, il compositore ligure coltivò il suo rapporto con la musica del passato, che usava come punto di partenza per le sue composizioni. È il caso delle sue “Sequenze”, con le quali esplorava le possibilità tecniche ed espressive di molti strumenti, anche attraverso riferimenti stilistici reinventati grazie alla sua lente contemporanea. A Milano lunedì 15 settembre, a Torino martedì 16, si potranno ascolta la Ottava per violino e la Quarta per pianoforte con i vincitori del premio Mormone. A Milano ci saranno due proposte legate a Berio con altre pagine di Bach: il pianista Davide Cabassi, nella sala della Balla del museo degli strumenti musicali del Castello Sforzesco di Milano, eseguirà la Petite Suite e Wasserklavier, con alcuni preludi e fughe dal “Clavicembalo ben temperato”.

TTero perimetro tematico, quanto mai attuale e in intersezione con il primo, si intitola “Rivoluzioni – tempi di guerra, tempi di pace”. MITO torna a ospitare una serie di concerti di musica sacra che, negli anni, hanno più volte caratterizzato le edizioni, e che intendono restituire un equilibrio, un’armonia dell’uomo con il cosmo. Armonia è la parola chiave della grande Sinfonia n.1 Concordia, del compositore canadese Samy Moussa, cui è dedicato un programma milanese e uno a Torino, presso l’auditorium Rai, con l’OSN Rai, diretta da Tito Ceccherini. Tra le altre pagine vi sono l’Oratorio Judita di Vivaldi (6 settembre) con Orchestra e Coro dell’Accademia del Santo Spirito, testo nato per celebrare il trionfo della virtù sulle forze del male, e “The Armed Man-A Mass for Peace” di Carl Jenkins, presso il Conservatorio di Torino mercoledi 10 settembre, con l’Orchestra del Teatro Regio , e i Cori Valdese e dell’Istituto musicale Corelli di Pinerolo. Si tratta di un’opera scritta nel 1999 come messa laica in onore di tutte le vittime della guerra del Kosovo, con testi di diverse culture e periodi storici come il Medievale l’Homme Armée, il Corano, testi sacri cristiani e poesie di autori come Rudyard Kipling e Tennison. Venerdì 12 settembre a Torino, presso l’Auditorium Rai, sarà affidata all’OSN Rai, diretta da Thomas Dausgaard, l’esecuzione della Sinfonia n.4 di Carl Nielsen, composta tra il 1914 e il 1916 tra i boati della prima guerra mondiale.

Quarto e ultimo perimetro e quello intitolato “Ascoltare con gli occhi”, che racchiude le proposte multidisciplinari, la musica che si vede e non si ascolta solo da seduti, la musica che abita spazi insoliti o che invadono il terreno della performance. Una musica fatta di suoni che si intrecciano con immagini e pensieri, dando vita a un’esperienza multisensoriale che supera i confini del concerto classico. Paradigma della musica a programma da sentire immaginando scenari è la Sinfonia Fantastica di Berlioz, in programma giovedì 4 settembre all’Auditorium del Lingotto di Torino, con l’Orchestra del Regio, diretta da Giulio Cilona. Si muove tra le sale del Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli  domenica 7 settembre, il concerto del flautista Alberto Navarra, in collaborazione con la De Sono Associazione per la Musica. A Le Roi Music Hall di Torino, lunedì 15 settembre, è in programma il concerto “Piano 2.0” eseguito da Francesco Tristano, virtuoso a proprio agio con le più prestigiose sale del mondo, e quindi anche in un club come lo spazio torinese Le Roi Music Hall, dove rompe ogni barriera temporale presentando alcune sue composizioni accanto a pagine di Matteo Franceschini, Domenico Scarlatti e Luciano Berio per una nuova intersezione tra “perimetri” in nome della musica. La musica serve anche per riflettere con “Nomadic. Canto per la biodiversità” di e con Telmo Pievani, che esplorerà il tema delle migrazioni umane e animali come catalizzatore di diversità ed evoluzione della specie, attraverso la fusione di scienze e arti visive con la musica di Gianni Maroccolo, sabato 6 settembre alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani.

È previsto anche uno spazio dedicato ai giovani esecutori e ai giovanissimi spettatori. A Torino si darà spazio al progetto “Conservatori in Piemonte”, nato nel 2021 con l’obiettivo di traghettare talenti emergenti dalla scuola al pubblico, che saranno protagonisti dei concerti di venerdì 5 e giovedì 11 settembre.

Info: biglietteria online vivaticket.it – concerti a Torino /Urban Lab -piazza Palazzo di Città 8/F

Da sabato 31 maggio inizio delle vendite per i singoli concerti. Dal 21 al 30 maggio conferme e nuove sottoscrizioni carnet, da sabato 7 giugno inizio vendita pass.

Biglietteria aperta da martedì a sabato dalle 10.30 alle 18 – da martedì 2 a mercoledì 17 settembre aperta tutti i giorni

Mara Martellotta

Al Salone Mariù Safier, per anni voce e volto della RAI

Allo stand della FUIS, la Federazione Unitaria Italiana Scrittori, nell’ambito del Salone Internazionale del libro, la giornalista e saggista Mariù Safier, voce e volto per anni della RAI, ha presentato a Torino il suo nuovo romanzo intitolato: “La steccaia”. Autrice di numerose biografie sulle donne di Casa Savoia, ha pubblicato: “Scrigni, sipari, piume e velette.

 

Storia delle signore sabaude. Donne di casa Savoia nella storia del Piemonte e d’Italia”; “Candide perle e spume di merletti. La moda nel regno di Margherita di Savoia”; “Mafalda di Savoia Assia. Un ostaggio nelle mani di Hitler”; “Jolanda di Savoia, la Principessa del silenzio”, e da anni scrive storie vere ed altri racconti per il settimanale “Confidenze”. In televisione ha esordito giovanissima recitando nello sceneggiato “Ragazza mia” per la regia di Mario Landi mentre in radio è stata la conduttrice insieme a Carlo Massarini, Paolo Giaccio e Mario Luzzato Fegiz dello storico ed ascoltatissimo programma “Per voi giovani”.

Sempre in televisione la possiamo ricordare negli episodi di “Qui squadra mobile” per la regia del grande Anton Giulio Majano, nei panni dell’Ispettrice della Polizia femminile Patrizia Marinelli; ha poi fatto anche per un breve periodo l’annunciatrice e per anni dopo aver lavorato per il Gr, il Giornale Radio, la si poteva seguire quotidianamente quando conduceva e curava il notiziario sul traffico del CCISS – Viaggiare informati, ed è stata anche la doppiatrice, oltre che in telefilm, soap opera e telenovelas, del personaggio di Reika Sanjo nel cartone animato “Daitarn III”. “La steccaia” è un titolo simbolico racconta Mariù Safier: “si riferisce al nome di una casa che fa parte dell’infanzia e dell’adolescenza complicata e difficile della protagonista del romanzo, Marianna, in un periodo storico particolare che va dal 1965 al 1985”.

Niente telefonini, niente internet, niente di niente di tutto quello a cui siamo oggi abituati: in quei vent’anni – ci spiega Mariù – si forma la coscienza di Marianna e della sua amica Ada, due ragazze che si conoscono sui banchi di scuola in un istituto cattolico dove viene data loro un’impostazione morale che però stride ed è in contrasto con i tempi che avanzano, quelli del ’68, ovvero la grande rivoluzione culturale.”  È un periodo che si conosce poco: ma come l’hanno vissuto i ragazzi, ed in questo romanzo le due protagoniste che faranno un percorso insieme proprio in quegli anni? Succederà infine chiaramente qualcosa, non mancherà la suspence: “La steccaia” è anche un “noir”.

Igino Macagno

Domani al Romano “Le amiche” di Antonioni, restaurato, omaggio a Pavese e a Torino

Arrivai a Torino sotto l’ultima neve di gennaio, come succede ai saltimbanchi”. Inizia così il racconto di Clelia, ragazza di umili origini ma divenuta modista di successo, tornata da Roma nella città dove è nata per aprirvi la succursale della casa di mode già attiva nella capitale. L’incontro con Momina, annoiata e ricca signora che vede le proprie giornate trascorrere nell’ozio, la cui amica Rosetta ha tentato di recente il suicidio, il prendere a frequentare l’ambiente borghese di Torino, l’amicizia di Cesare, l’architetto che ha curato l’allestimento della boutique, e della coppia formata dal pittore Lorenzo e da Nene, ceramista. Incontra anche Carlo, lontano da quel mondo, con cui intreccia una relazione. Una gita al mare, coppie che si sono allontanate e che sono pronte a riformarsi, amori clandestini, l’inaugurazione con pieno successo e i nuovi momenti di tensione, il nuovo tentativo di suicidio di Rosetta (“Rosetta era già a casa, distesa sul letto. Non pareva nemmeno morta. Soltanto un gonfiore alle labbra, come fosse imbronciate. Il curioso era stata l’idea di affittare uno studio da pittore, farci portare una poltrona, nient’altro, e morire così davanti alla finestra che guardava Superga. Un gatto l’aveva tradita – era nella stanza con lei, e il giorno dopo, miagolando e graffiando la porta, s’era fatto aprire”), questa volta definitivo, la partenza di Clelia per Roma, Carlo che nonostante la promessa non ha nessuna intenzione di fermarla. Queste le vicende che formano il racconto delle “Amiche”, che Michelangelo Antonioni trasse dal romanzo breve “Tra donne sole” scritto da Cesare Pavese tra il marzo e il maggio del ’49 (fu pubblicato a novembre) e inserito nel volume “La bella estate”, opera del tramonto, prima della “Luna e i falò”, dello Strega, del suicidio all’albergo Roma (“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.”)

Martedì 20 maggio alle 21 al Cinema Romano, in Galleria Subalpina a Torino, è in programma la proiezione speciale de “Le amiche”, in occasione del 70° anniversario delluscita in sala (ingresso 6,50 euro). Si tratta della versione restaurata – con il sostegno di Gucci e di The Film Foundation – dalla Cineteca di Bologna nel laboratorio “L’immagine ritrovata”. Il film (sceneggiato dal regista con Suso Cecchi D’Amico e Alba De Céspedes, girato a Torino, via Conte Verde e via Priocca, il caffè Torino e l’intera piazza San Carlo, i Murazzi e i portici e le vetrine di via Roma, piazza della Repubblica e il corso Mario Dogliotti e le aiuole di piazza Cavour) vinse il Leone d’argento ex aequo alla Mostra internazionale d’arte cinematografica e tre Nastri d’argento nel 1956 (miglior regista, migliore attrice non protagonista a Valentina Cortese e migliore fotografia a Gianni Di Venanzo). Con la Cortese, i divi dell’epoca, Eleonora Rossi Drago (che nello stesso ’55 si fece notare a teatro come Elena in “Zio Vanja” di Visconti), Gabriele Ferzetti, Ettore Manni, Yvonne Fourneaux e Franco Fabrizi (lui con Fellini era stato uno dei “Vitelloni”, lei di lì a pochi anni avrebbe ricoperto il ruolo di Emma nella “Dolce vita”), Madeleine Ficher e Anna Maria Pancani, una carriera di soli quattro film, poi il matrimonio con Giovanni Amati, il “Re del Cinema”, un impero di sale cinematografiche, e tutto si concluse lì.

Introdurranno il film Stefano Boni del Museo del Cinema e Laurana Lajolo, figlia di Davide Lajolo (partigiano, giornalista, scrittore, amico di Cesare Pavese), oltre a due rappresentanti della Fondazione Cesare Pavese, Laura Capra e Pierluigi Vaccaneo, presidente e direttore. Il titolo chiude simbolicamente il Tour Cesare Pavese, progetto di Piemonte Movie e Distretto Cinema, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, Museo Nazionale del Cinema, Agis – Anec – Acec Piemonte e Valle dAosta, Luce Cinecittà e Fondazione Cesare Pavese, sostenuto e inserito nel programma del Salone Off del Salone Internazionale del Libro Torino. Nasce sotto la direzione di Alessandro Gaido e il coordinamento artistico di Fulvio Paganin. Fanno parte del comitato scientifico Paolo Manera, direttore Film Commission Torino Piemonte, Davide Bracco, responsabile Rete Regionale Film Commission Torino Piemonte, Carlo Chatrian, direttore Museo Nazionale del Cinema, Grazia Paganelli, responsabile Area Cinema Museo Nazionale del Cinema, Marta Valsania, segretaria Generale Agis Piemonte e Valle dAosta.

e.rb. 

Rock con i Figli di Guttuso al Teatro Juvarra

Atteso ritorno al teatro Juvarra, il 23 maggio alle ore 21, del complesso “I figli di Guttuso”, protagonisti di “Vivi?”, un concerto rock, uno spettacolo teatrale, un’esposizione multimediale assemblati in un unico allestimento piuttosto originale ideato da Alberto Barbi, che coinvolge le emozioni a tutto tondo.

“Vivi?” è  tutto questo e ancora di più, un momento per ridere e sorridere, un momento per riflettere, un momento per cantare e far ballare le nostre anime al ritmo delle storie di nove personaggi che raccontano il loro tempo. Quello vissuto, quello aspettato, quello rinunciato, quello desiderato e quello consumato. La meraviglia degli istanti, la meraviglia di essere vivo. In scena, insieme alla storica band torinese, troveremo il mimo clown Paolo Latorre e gli attori  Alice Driusso, Simone Sarzano, Mariam Ainane, Teodoro Garruto e lo stesso Alberto Barbi.

Silvia Minguzzi li ha definiti “tzigani nell’anima, poeti nello spirito. Artisti fuori dal mucchio. I loro brani sono miniature di sogni. Amano raccontare, descrivere fantasmi, vittime dell’esistenza, cuori spezzati, vento e fiori. Storie universali, imbottigliate in poche note”.

La band, nata come gruppo che univa atmosfere rock e underground e strumenti come violini e fisarmoniche in situazioni live irriverenti, maliziose e variopinte, si è accostata a sonorità folk rock e a contaminazioni di generi disparati, per riavvicinarsi al sound attuale, con formazione batteria-basso-chitarre-tastiere-violino e flauto.

“Suoniamo – spiegano i componenti della band – insieme dal 1987. Ci siamo incontrati nei bagni di Palazzo Nuovo il giorno in cui morì Renato Guttuso. In quel periodo girava voce che alcuni aspiranti eredi si spacciassero per suoi figli, nati da ignote prostitute, nonostante pare che lui fosse impotente. Un nome così assurdo ci sembrava perfetto per una band nata in un bagno. In oltre trent’anni abbiamo suonato ovunque, in stadi, cantine, piole deserte e festival. Sul palco? Frustino, vino rosso, motociclette, violini maltrattati e una discreta quantità di imbarazzo pubblico. Il nostro curriculum comprende sette album, svariate collaborazioni,  dal jazz al folk, e un  brano suonato persino dai professori del teatro Regio. Abbiamo perso due compagni di viaggio, Antonello e Claudio, e suoniamo anche per loro. Non per nostalgia ma perché il rock ci tiene vivi, ci cura, ci prende a schiaffi, ci fa ridere. I nostri figli si vergognano quando ci vedono sul palco. È una tradizione di famiglia, anche i nostri genitori si vergognavano di noi. Ma noi non ci siamo vergognati di niente. Ed è proprio questo il senso di tutto, suonare ancora, nonostante tutto e tutti. Con la stessa energia di sempre. O forse anche di più!”

Teatro Juvarra, Torino, via Juvarra 13

Venerdì 23 maggio ore 21

www.teatrojuvarra.it

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Mahmood e Chiello

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Lunedì. Al teatro Concordia di Venaria si esibisce Chiello.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona Lil Darling Quartet. Al Jazz Club: The Chicago Blues Jam!

Giovedì. Al Blah Blah sono di scena i Weird Bloom. Allo Spazio 211 si esibisce Diego Random. Al Jazz Club suonano i Train Power Blues. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Cajo Redivivo. Al Cafè Neruda suona l’Oiseaux Trio.

Venerdì. Al Blah Blah si esibisce la cantautrice Claudia Buzzetti. Allo Spazio 211 sono di scena i Fasti + Le Schiene di Shiele+ Calantha. Al Jazz Club suonano i Sp4rkles. Alla Divina Commedia si esibisce la Marconi Blues Band. All’Hiroshima è di scena Comete + Lato B. Al Circolino suona Valentina Nicolotti 4 tet.

Sabato. All’Inalpi Arena arriva Mahmood Allo Ziggy si esibiscono i Necrodeath + Nerocapra. Al Blah Blah suonano i Madbeat + Bad Frog. Al Jazz Club Growing The Blues. Alla Divina Commedia si esibisce la Lucky Phoenix Band.

Domenica. Al Jazz Club sono di scena Terry e Lucia.

Pier Luigi Fuggetta

“Tout Blue”, con gli allievi della FLIC Scuola di Circo

“Tout blue” è  il titolo di uno spettacolo degli allievi del primo anno della FLIC Scuola di Circo diretti da Francesco Sgrò, inserito nel programma del Salone OFF del Salone Internazionale del Libro di Torino, che andrà in scena il 16 e 17 maggio alle ore 19.30 presso lo Spazio FLIC in via Niccolò Paganini 0/200 a Torino.

Caleidoscopio è  il titolo della stagione di spettacoli ed eventi 2024-2025 della Flic Scuola di Circo, un ricco cartellone proposto presso lo spazio FLIC Centro Internazionale per le Arti Circensi di Torino. La stagione prosegue con “Tout Blue”, spettacolo con in scena 18 allievi del primo anno di corso, giovani tra i 19 e i 26 anni di età, provenienti da diverse regioni italiane e per il 70% dall’estero, da Brasile, Cile, Estonia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svizzera e USA.

La FLIC Scuola di Circo di Torino è la prima scuola di Circo contemporaneo in Italia curata dalla Reale Società Ginnastica e sta rinnovando il suo impegno verso la scena circense Internazionale con la stagione Caleidoscopio 2024-2025.  Nel corso dei suoi 22 anni, il centro di formazione e promozione circense ha costruito un vasto network di relazioni che l’hanno resa un punto di riferimento a livello internazionale.

Da aprile è iniziata “Spazio Flic presenta”, sezione della stagione che prevede dieci appuntamenti con protagonisti gli allievi e le allieve della Scuola che si esibiscono in spettacoli di fine corso e presentazioni di progetti artistici personali. Si tratta di eventi in cui il pubblico può ammirare il risultato di un intenso programma di formazione e di un lavoro sinergico tra docenti, registi e coreografi, realizzato per offrire agli allievi un’esperienza completa, dalle sale all’allestimento del palco.

‘Tout blue’ rappresenta un processo di creazione di due settimane diretto dal regista Francesco Sgrò, professionista di grande esperienza e storico collaboratore della Flic, che darà alla luce uno spettacolo in cui gli allievi e le allieve potranno dimostrare i progressi ottenuti in un anno di lavoro, che si è svolto in circa 1500 ore di lezioni ed esperienze varie.

“Un viaggio poetico in un mondo sospeso tra sogno e realtà – spiega il direttore artistico Francesco Sgrò  – dove il blu non è soltanto un colore, ma un sentimento, una vibrazione, una promessa. I giovani artisti in scena daranno vita ad un universo in cui il corpo diventerà parola, l’aria racconterà storie  e l’equilibrio sarà  una danza infinita tra l’altezza e l’abisso. Con audacia e delicatezza, ‘Tout Blue’ esplorerà anche il legame fra fragilità e forza, trasformando ogni movimento in un atto di estrema importanza. Si tratta di uno spettacolo che invita a guardare oltre le apparenze, a immergersi nel blu e a lasciarsi trasportare dal mistero profondo”.

Lo spettacolo è adatto a un pubblico di tutte le età e rientra nel programma del Salone OFF 2025 del Salone Internazionale del Libro di Torino.

I biglietti sono acquistabili online  su www.flicscuolacirco.it oppure presso la biglietteria da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Per maggiori informazioni  tel  011530217, email booking@flicscuolacirco.it

Mara Martellotta