SPETTACOLI- Pagina 21

Il 21 Dicembre a Torino torna il “Gospel Jubilee Festival”

Il primo e più importante gospel-meeting italiano con grandi ospiti internazionali di scena al Teatro Agnelli

Sabato 21 dicembre 2024 si celebrerà presso il Teatro Agnelli di Torino la 27ª Edizione del Gospel Jubilee Festival. Organizzato, fin dalla sua prima edizione del 1998, dall’Associazione Anno Domini, con la direzione artistica di Aurelio Pitino, il principale evento Gospel della città ritorna come di consueto sotto Natale.

In questa 27ª edizione i «padroni di casa», gli Anno Domini Gospel Choir, apriranno, come di consueto, la prima parte della serata. Presenteranno alcuni brani del loro album di canti natalizi dal titolo: «Christmas Spirit» e qualche nuovo brano di Contemporary Gospel del loro vasto repertorio.

Special Guest: The Voices of Victory, una formazione gospel costituita da alcuni tra i migliori interpreti gospel della città da cui provengono: Orlando, Florida (USA) che ha come mission quella di trasmettere la Buona Novella attraverso la gioia del canto!

Nasce da Perfect Harmony, una «family band» costituita dalle talentuose Nicole e Chrystal, con la mamma Jennifer Ingram; insieme, queste tre lady, hanno vinto il prestigioso Florida Gospel Music Awards come «Best New Gospel Group of the Year», «Best Gospel Trio», e «Best New Artist».

Nel 2016 la leader del gruppo, Nicole Ingram Taylor, decide di ampliare l’esperienza di Perfect Harmony e creare un gruppo più ampio, capace di offrire un sound più coinvolgente e ritmato, nascono così The Voices of Victory. I singers di Voices Of Victory sono professionisti stimati con anni di esperienza e grandi credenziali, si sono esibiti con l’Orlando Philharmonic Orchestra al Carnegie Hall di New York. Hanno cantato con leggende della Gospel Music quali Cece Winans, Byron Cage, LaShun Pace, John P. Key, Shirley Caesar, Milton Brunson and the Thompson Community Choir, Twinkie Clark e Rev. Timothy.

Hanno anche affiancato, come coristi, nomi prestigiosi del pop quali Simple Minds, Sinead O’Connor e i Bee Gees. Per la prima volta al Gospel Jubilee Festival! Il concerto che presenteranno sarà costituito da brani celeberrimi del repertorio gospel e canti natalizi in grado di farci vivere appieno lo spirito della stagione. Un programma ricco e intenso che promette, ancora una volta, al pubblico del GJF, di vivere e far vivere una serata indimenticabile, gioiosa, leggera e profonda allo stesso tempo, di testimonianza di fede e valori della vita… in parole e musica!

La musica dei Vocal Blue Trains , diretti da Alessandro Gerini, nella chiesa di Santa Pelagia

Con il periodo delle Feste si moltiplicano gli appuntamenti con la musica gospel, ma nel caso del Vocal Blue Trains, cui tocca inaugurare la rassegna “Contatti sonori” della stagione concertistica di Santa Pelagia, si è di fronte a degli autentici fuoriclasse. Mercoledì 18 dicembre, alle ore 21, i Vocal Blue Trains terranno “Gospeltronic”, con direttore Alessandro Gerini,  insieme al coro della chiesa di Santa Pelagia di via San Massimo 21. L’ingresso è libero su prenotazione.

I Vocal Blue Trains sono un gruppo vocale polifonico di 33 cantanti musicisti, fondato e diretto da Alessandro Gerini, cantante e vocal coach. Si tratta di una realtà poliedrica che sposa l’impronta corale del gospel e della polifonia tradizionale con le moderne sonorità della musica elettronica e dell’ambient house. Sul palco portano una fusione innovativa che unisce la potenza e la profondità del gospel con l’energia pulsante della musica elettronica. In poco più di 5 anni hanno attirato l’attenzione a livello nazionale e internazionale grazie a importanti collaborazioni come Ultimo, Paul Phoenix, componente del gruppo a cappella vincitore del Grammy King’s Singers, l’attore e presentatore Gigi Proietti, il cantante soul americano Sergio Sylvestre e il gruppo Modà. Il progetto conta oltre 150 concerto tra Europa e Asia, e vanta prestigiose partecipazioni ad alcuni tra i più importanti festival internazionali come il Wien International Festival for Choirs and Orchestras, il Jeju International Choir & Symposium, il Concerto di Gala al Pantheon, il Pistoia Blues Festival e il Moscow Sounds Festival. Nei loro arrangiamenti originali la musica gospel si espande, trovando nuovi spazi sonori. I beat elettronici, i sintetizzatori e le texture digitali non fanno altro che amplificare l’energia di questo genere, creando un’atmosfera potente e avvolgente che è al tempo stesso futuristica e profondamente legata alla tradizione. Alla fine del 2022, il gruppo ha pubblicato il suo primo album omonimo.

La Stagione musicale dei concerti di Santa Pelagia è ormai diventata una tradizione attesa, un punto di riferimento per gli appassionati di musica e ricopre un ruolo di rilievo nel mondo musicale e culturale del nostro territorio. L’obiettivo è la promozione di eventi di qualità, equi ed inclusivi, che sappiano coniugare l’alto valore delle proposte artistiche e musicali alla massima fruibilità e accessibilità. Per questo, anno dopo anno, si pongono la sfida di provare a sorprendere il pubblico. La risposta sta nel costante rinnovamento, nella volontà di esplorare nuovi territori musicali, stupire, incantare pur mantenendo vivo il legame con la grande tradizione musicale. Concerti ed eventi in programma nel Coro di Santa Pelagia, dall’8 ottobre 2024 al 2 luglio 2025, offrono un ventaglio unico e originale di declinazioni sonore provenienti tanto dal repertorio classico quanto da quello contemporaneo, raccolte e approfondite in varie sezioni tematiche.

 

Coro e Chiesa di Santa Pelagia – via San Massimo 21, Torino.

Ingresso libero con prenotazione

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Antonello Venditti e Ute Lemper

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. All’Inalpi Arena arriva Gianna Nannini. Al teatro Colosseo si esibisce Giovanni Allevi.

Martedì. Al Jazz Club è di scena il Fabrizio Florio Duo. All’Inalpi Arena si esibisce Antonello

Venditti. Al teatro Colosseo l’ Ensemble Symphony Orchestra presenta “Alla scoperta di Morricone.”

All’Hiroshima Mon Amour concerto evento di raccolta fondi a favore del rifugio Massi con :Africa United, Gran Bal Dub, Luca Morino e Tate Nsongaw, Modena City Ramblers, Punkreas, Persiana Jones, Willie Peyote, Yo Yo Mundi.

Mercoledì. Al Conservatorio G. Verdi recital di Ute Lemper. Al Jazz Club “The Chicago Blues Jam!”.

Al teatro Colosseo il Dream Gospel Choir.

Giovedì. Al Blah Blah suonano gli Est Egò. Al Magazzino sul Po si esibiscono Santoianni+ Dimaggio.

Al Jazz Club è di scena il Gerotto Viviani Duo. Alla Divina commedia i Limentra rendono omaggio a Francesco Guccini. All’Osteria Rabezzana si esibisce il Vana Gierig Trio.

Venerdì. Al Jazz Club è di scena Viale Mazzini. Al Circolo Sud suonano i Mao Funk. All’Hiroshima si esibiscono i Dov’è Liana. Alla Divina Commedia sono di scena i Frankie & friends. Al Folk Club suonano Stefano Valla , Daniele Scurati e Fabio Rinaudo. Al Blah Blah è di scena Morino De West Combo3 (Mau Mau).

Sabato. Alo Ziggy suonano Ozone Dehumanizer + Golem of Gore. Al Blah Blah si esibiscono i Fucktotum. Al teatro Colosseo sono di scena i Nomadi. Al teatro Concordia di Venaria arriva Vinicio Capossela. Al Jazz Club suonano i Godfather of Soul. Alla Divina Commedia si esibiscono i QUEENtessenza. Allo Spazio 211 sono di scena i Three Second Kiss.

Domenica. Alla Divina Commedia suonano i RMN-Risonanza Magnetica. Al Jazz Club suona Enzo Ferraro Band.

Pier Luigi Fuggetta

Al Regio il Balletto dell’Opera di Tbilisi, uno Schiaccianoci con il libretto di Nina Ananiashvili

Titolo natalizio per eccellenza, “Lo Schiaccianoci”, sarà di scena al Teatro Regio di Torino dal 16 al 23 dicembre prossimi.

Protagonista il Balletto dell’Opera di Tbilisi, il libretto è di Nina Ananiashvili, direttrice del Balletto, e si basa sul racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. La versione coreografica è firmata da Alexey Fadeechev e Nina Ananiashvili; l’Orchestra e Coro di voci bianche del Regio sono diretti da Papuna Ghvaberidze, il Coro di voci bianche è istruito dal Maestro Claudio Fenoglio.

In questa nuova versione del Balletto, l’azione si svolge in un ambiente georgiano presso la casa della famiglia Dadiani, e il parco Mtatsminda a Tbilisi. I bambini amici di Barbaré Elevan ballano intorno all’albero magico. Dopo la battaglia tra il Re dei topi e il Principe Schiaccianoci, nella Terra dei Dolci, le bambole spagnole, cinesi, francesi, indiane e russe si uniscono alla festa. I fiocchi di neve ballano il loro meraviglioso valzer. 

La magia del Natale brilla sulle punte della danza, in un capolavoro di luce e di grazia tradotte in musica, all’interno della quale sono presenti festa, meraviglia, sogno, fantasia, innamoramento e avventura.

Lo Schiaccianoci rappresenta il principale titolo del repertorio classico della celebre triade di Tchaikowskij, insieme alla Bella Addormentata e al Lago dei Cigni. Nato dalla collaborazione di Marius Petipa e di Tchaikowskij stesso, costituisce il balletto natalizio per eccellenza, dove si può sognare e dove il limite affascina e si può entrare in un magico mondo di fantasia e realtà.

Il compositore, che conosceva già l’esistenza di questo libretto di Hoffmann, non ne era molto entusiasta, in quanto trovava la storia non ben definita e difficile da realizzare teatralmente. Marius Petipa riuscì a dissuaderlo dalla sua idea, rimaneggiando il libretto e mettendo in scena il balletto al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo, nel 1892, dopo numerose difficoltà tra le quali la malattia di Petipa, che fu affiancato negli ultimi mesi dal primo importante coreografo russo Lev Ivanov. 

La partitura de “Lo Schiaccianoci” è una delle più belle e raffinate che mai siano state composte per il balletto, in cui il compositore inserisce nuovi suoni e nuovi strumenti come la Celeste, per la variazione della Fata Confetto. Nel 1954, al Teatro alla Scala di Milano, veniva proposto come titolo per l’apertura della stagione del balletto 2018 – 2019, seguendo la coreografia di George Balanchine, di origine georgiana, presentata con grande clamore e aspettative dagli amanti della danza. Balanchine si è attenuto alla coreografia del Teatro Marijnskij, avendo lui stesso danzato in diversi ruoli nel balletto originale di Petipa – Ivanov. Nel 1964 egli lo rivisita con nuove scene e costumi.

Lo Schiaccianoci rappresenta una favola senza tempo, scritta nel 1816, ripresa da Dumas e trasformata in musica dal genio di Tchaikowskij.

Il testo di Hoffmann, da due secoli, continua ad affascinare grandi e piccini. Protagonisti sono Fritz e Marie che, come tutti i bambini, vivono con gioia i giorni del Natale. Un amico di famiglia regala loro uno schiaccianoci di legno, un oggetto all’apparenza innocuo, ma che darà vita alle più incredibili avventure che i due fratelli abbiano mai vissuto. Durante la notte, in camera di Marie, appare lo spietato Re dei topi, con sette teste e sette corone, alla guida di un esercito di roditori. Schiaccianoci prende vita, diventa Generale dei soldatini, dei tamburini e dei pupazzi di marzapane, e affronta il Re dei topi. I due bambini vengono trasportati in un mondo popolato da topi, fate, soldati, principi e principesse, in cui realtà e sogno sono indissolubilmente legati.

Per festeggiare il Natale, la ricorrenza che più di ogni altra si condivide con le persone care, il Regio propone alle famiglie un prezzo speciale di 5 euro dedicato agli Under 12, in occasione dell’ultima recita del 23 dicembre alle ore 20. Per i possessori della Regio Card Giovani è previsto uno sconto del 50% sul prezzo dei biglietti. Sono disponibili anche biglietti last minute a 10 euro, a partire dalle ore 13:00 del giorno precedente la recita.

I biglietti sono in vendita presso la biglietteria del Teatro Regio in piazza Castello 215

Telefono: 0118815557

info@teatroregio.torino.it

MARA MARTELLOTTA

Al Conservatorio Giuseppe Verdi di piazza Bodoni, atteso ritorno di Ute Lemper

Mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di piazza Bodoni, atteso ritorno di Ute Lemper per l’Unione Musicale a Torino.

Ritorna all’Unione Musicale, Mercoledì 18 dicembre, alle 20.30, Ute Lemper con “Time Traveller – un viaggio nei successi di una vita”, una delle poche tappe italiane di un tour di una delle voci più complete del panorama classico internazionale.

Time Traveller, progetto del tour europeo 2024, era nato per festeggiare il sessantesimo compleanno di Ute Lemper e rappresenta un viaggio musicale e poetico che ripercorre i 45 anni della sua carriera, raccontati tramite le storie e le canzoni del suo percorso creativo.

Cantante, attrice, ballerina, per la quale Maurice Bejart ha coreografato un balletto, pittrice, attrice di cabaret e compositrice, Ute Lemper è sempre stata una figura poliedrica, che ha lasciato il segno sui palcoscenico, nei film, con i concerti dal vivo e negli album. Nel concerto di Torino accompagnerà il pubblico in una affascinante odissea musicale che attraversa epoche e continenti, un mosaico di memorie, musica e aneddoti da Weimar a Berlino, da Parigi a Londra, da New York a Buenos Aires, toccando luoghi e culture in tutto il mondo. In perfetta sintonia con i suoi musicisti, il brillante pianista Vana Gerig, il bassista Giuseppe Bassi e Mimmo Campanale alla batteria, Lemper eseguirà i classici di Kurt Weill, Astor Piazzolla e Jacques Brel, che hanno reso celebri le sue interpretazioni, ma anche alcune sue composizioni ispirate a testi di Bukowski, Neruda e Coelho, in cui si riflette con spietata onestà sul passare del tempo. Tra una canzone e l’altra non mancheranno momenti intimi, quasi confessioni sussurrate, con la caratteristica miscela di eleganza e sensualità, come la storia della telefonata di Marlene Dietrich, quando venne a sapere che Lemper veniva definita “la nuova Marlene”.

Team Traveller, che è anche un album pubblicato dalla Jazz House Records, dimostra ancora una volta che Ute Lemper non appartiene ad alcuna categoria musicale predefinita. Jazz, pop, soul, chanson …per lei i confini musicali non esistono. Grazie alla sua versalità artistica ha interpretato i brani di Kurt Weill e Bertold Brecht, cosiccome quelli di star internazionali quali Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Leo Ferrè e Jacques Prevert, Nino Rota e Astor Piazzolla, ma resta indiscutibilmente un’artista unica e indipendente.

I precedenti concerti all’Unione Musicale risalgono al 2010/2015, quest’ultimo realizzato nell’ambito del programma “Torino incontra Berlino”.

Biglietti: 25 euro intero/15 ridotto/ concerto in Conservatorio 25 euro

Si possono acquistare online sul sito www.unionemusicale.it

oppure alla biglietteria di Piazza Castello 29, a Torino

 

Mara Martellotta

“COMÈ?” A Torino  il nuovo “Festival Performativo Diffuso” rivolto alla “generazione Z”

Dal 14 al 22 dicembre

E’ un comune modo di dire, un’espressione convenzionale o “idiomatica” (direbbero quelli che hanno fatto le scuole lunghe): “Comè?”. Che vuol dire tutto e niente, in sostituzione del “Come stai, come ti vanno le cose?”“Coma l’è?”, direbbe un buon piemontese a un altro che, di fisso, risponderebbe “I soma si” (“Siamo qui, ancora qui per fortuna”!). Classici, sbrigativi saluti. Che nascondono significati e contenuti anche importanti ma che, per fretta o pigrizia o per scarsa volontà di raccontare i fatti nostri agli altri, faticano a venire allo scoperto. Eppure in quel “Comè?”, quante cose, quante vite, quante gioie e dolori potremmo estrapolare. Parte da questa constatazione, presuppongo, dall’esigenza di interrogarsi sul mondo odierno e sulla realtà di malessere che spesso pervade il presente, il “Festival Performativo Diffuso”, dal titolo, appunto, “Comè?” pensato e realizzato per “dare voce alla cosiddetta ‘generazione Z’” (ai giovani nati fra gli anni ’90 del secolo scorso e i primi Duemiladieci, figli dei “baby boomer”) e per interrogarsi “sulle azioni necessarie per favorirne il benessere sociale”. A spiegarlo sono gli ideatori stessi del “Festival”: “Cubo Teatro” e “Teatro della Caduta”, Compagnie teatrali piemontesi, che da anni collaborano su iniziative radicate, soprattutto, sul territorio di “Vanchiglia” e “Vanchiglietta”, sotto la consulenza scientifica di Matteo Ghisolfi – laureando in medicina con la passione per la divulgazione scientifica – coinvolto nell’ideazione e sviluppo dei talk” di approfondimento tematico.

Il via, sabato 14 dicembre (dalle 18) con un “Laboratorio di Fotografia” a “OFF TOPIC” (via Giorgio Pallavicino, 35) e con lo spettacolo “Beata Conoscenza HIV? Parliamone …” alla “Fabbrica delle ‘e’” (ore 20, corso Trapani, 91/b) in programma lunedì 16 dicembre, proseguendo fino a domenica 22 dicembre (ore 17), con lo spettacolo “Baby Miss”, di e con Marco Bianchini, di nuovo negli spazi di “OFF TOPIC”.

“’Comè?’ non è solo un Festival – spiega Girolamo Lucania, direttore artistico di ‘Cubo Teatro’ – ma un viaggio collettivo verso il benessere, la creatività e la scoperta. L’obiettivo è quello di offrire un’esperienza unica, in cui l’approccio artistico possa essere un mezzo per riflettere, interagire e affrontare le sfide contemporanee”Numerose sono infatti le tematiche che saranno affrontate nel corso del Festival attraverso spettacoli, talk e laboratori per cercare davvero un dialogo su temi presenti nelle vite di tutti e tutte, ma che hanno una cassa di risonanza più forte sulle nuove generazioni”.

“Comè” non nasce dal nulla. Nulla è improvvisato o ideato senza un’attenta riflessione sul programma e sugli ospiti partecipanti. Le molteplici attività del Festival hanno, infatti,  avuto inizio a settembre, coinvolgendo la fascia degli adolescenti con un “Laboratorio di drammaturgia” incentrato sul rapporto fra utente e algoritmi (“Anche le AI sognano milioni di followers”) a cui sono seguite attività nelle scuole: tra Elementari e Liceo è stato aperto un dialogo su temi come “ambiente” (“Il pianeta lo salvo io”di e con Francesco Giorda, “social”“algoritmi” e “depressione” (presentazione e discussione del Primo Studio di “Molly”di Girolamo Lucania con Letizia Russo, “malattie sessualmente trasmissibili” (“Beata Conoscenza! HIV? Parliamone…” di e con Francesco Giorda.

Importante è stata ed è anche la collaborazione con “FLIC Scuola Circo Torino”, che con il suo “Circo in pillole” porta esibizioni potenti che si distinguono anche come occasioni di riflessione sul corpo e sull’importanza dell’attività sportiva. E poi ancora, “residenze artistiche” che hanno permesso le restituzioni dello spettacolo “We are the war” del “BALT Collettivo” (formatosi nel 2019 con Alessandro Ballestrieri e Francesco Altilio, affiancati in seguito da Eleonora Paris) e che hanno portato a compimento lo spettacolo di Marco Bianchini in replica al termine del Festival. Infine tra novembre e inizio dicembre la “stand-up comedy” tutta al femminile “CHIPS!”, per smontare gli stereotipi di genere.

Per info e programma dettagliato: “Il Cerchio di Gesso / Cubo Teatro APS”, via F.lli Faà di Bruno 2, Torino; tel. 327/4660984 o www.cuboteatro.it

g.m.

Nelle foto:

–       Francesco Giorda: “Beata Conoscenza HIV?Parliamone …”

–       Giulia Bellucci: “La Fornarina. La Sposa segreta di Raffaello”

–       Marco Bianchini: “Baby Miss”

Tra Virginia e Vita il mutamento di “Orlando”

All’Astra, si replica sino a domenica 15 dicembre

Supponi che Orlando si riveli essere Vita e che sia tutto su di te e la lussuria della tua carne e la seduzione della tua mente… ti secca? Di’ sì o no”: e Vita Sackville-West accettava di diventare l’interlocutrice e lo specchio e l’anima di un personaggio e di un nuovo romanzo di Virginia Woolf, in un intreccio forte e duraturo di letteratura e vita, lei divenuta sua confidente e amante, al centro della esistenza dell’autrice di “Gita al fato” che si alternava tra ispirazioni e crisi depressive. Nacque “Orlando”, nel 1928, un viaggio avventuroso attraverso lunghi decenni, attraverso lo spazio e il tempo, un “libricino” lo ebbe a definire la Woolf ma considerato uno degli esempi più alti di rivendicazioni femministe, “la più lunga lettera d’amore della storia” come lo ebbe a definire Nigel Nicholson, il figlio di Vita. “Straordinaria e spericolata” la descrive Andrea De Rosa – con un nuovo progetto a cui pensare, considerata la conferma per il prossimo triennio 2027/2027 alla carica di direttore di Teatro Piemonte Europa – impaginandola nella traduzione di Nadia Fusini sul palcoscenico dell’Astra per l’attuale stagione del TPE (60’), protagonista Anna Della Rosa. Intercalando con intelligenza il racconto – la drammaturgia è dovuta a Fabrizio Sinisi – e accrescendo il gioco di specchi che non si rivela soltanto letterario ma si immerge nell’esistenza delle due donne con brani dell’epistolario a Vita, una bellezza di parole, “scrivi sempre a mezzanotte” è la parola d’ordine, giorno dopo giorno, necessità dopo necessità, sfrontatezza dopo sfrontatezza, sino a quel giorno di marzo del ’41 in cui, riempitasi le tasche di sassi, Virginia si lascerà immergere nell’acque dell’Ouse, nei pressi di casa sua, per sottrarsi in maniera definitiva a “questa terribile malattia” che non è più in grado di combattere.

La nascita nella seconda metà del Cinquecento, i suoi tratti descritti bellissimi, la famiglia agiata del protagonista in epoca elisabettiana e il suo ingresso a corte, cortigiano prediletto della regina, la sua relazione con Sasha, la figlia dell’ambasciatore russo, nel freddissimo inverno del 1603, dove anche i corpi ghiacciano ed è difficile staccare gli indumenti di dosso, e l’abbandono di lei, la settimana di sonno che lo vedrà risvegliarsi tra i minareti della Costantinopoli settecentesca “misteriosamente transitato nel Femminile”, il ritorno a Londra e la passione per la poesia, la condizione non più di comando ma di seduzione, la frequentazione dell’alta società e l’amore di un avventuriero. Una cavalcata, queste e altre le avventure che “Orlando”, essere e personaggio di “inesauribile vitalità”, descrive, e non era cosa facile uscire dalla pagina scritta per racchiuderle all’interno di un teatro. Non una lettura ma una vitale e autentica partecipazione nel gioco condotto nella nuova scrittura e nella scelta dei brani e nella regia ariosa e puntuale di parole e di frasi e di silenzi che danno vita e colore ad altre immaguni, nella esposizione di azioni e di sentimenti. Tutto armoniosamente descritto e accresciuto anche grazie alla scenografia inventata da Giuseppe Stellato, tra rintocchi di campane e la “Patetica” di Čajkovskij: un grande prato verde riquadrato e al centro un poderoso tronco d’albero, le cui fronde sono inaspettatamente sostituite dall’insieme delle luci e dai tralicci della macchina teatrale, dove le foglie nella loro caduta sono sostituite dai fogli del romanzo che vengono a ricoprire lo spazio nella sua quasi totalità, a invaderlo, natura e realtà di oggi che si confondono.

Al centro la prova eccellente di Anna Della Rosa – la rivedremo su questo stesso palcoscenico ad aprile nell’”Erodiàs + Mater strangosciàs”, seconda e terza tappa di quei “Lai” testoriani che il primo interprete Sandro Lombardi ha ora regalato a lei -, una prova di grande attrice, alla ricerca millimetrica non certo dell’effetto ma della ricchezza della lingua, del tono di voce appropriato, dolce e greve, angosciato e felice, del gesto impercettibile come di quello che occupa grande spazio, visibilissimo, la camminata e la corsa e l’abbandono a terra, gli sfinimenti e tutta l’irruenza. E la sua presenza riempie il personaggio e l’intero spettacolo, senza tregua, definisce, completa, vive. Immersa appieno dentro quella vita reale e scritta che una donna ha dedicato a un’altra donna.

Elio Rabbione

Nelle foto di Andrea Macchia alcuni momenti dello spettacolo.

Una serata dedicata a Elda Lanza, la prima presentatrice della televisione italiana

Elda Lanza è stata nel 1952, in una Rai in fase sperimentale, quando ancora il termine non esisteva e quindi coniato appositamente per lei, la prima “presentatrice” della televisione italiana. Nel centenario della nascita, venerdì 13 dicembre, alle ore 21, alla Sala Pessini, in piazza Vittorio Veneto 2, a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, si svolgerà una serata in suo onore con il racconto della preziosa attività al servizio culturale e sociale della località dove scelse di vivere, arricchita dai ricordi di chi l’ha conosciuta e la narrazione del suo grande amico Mariano Sabatini, giornalista, scrittore ed autore di numerosi programmi televisivi come Unomattina, Parola mia e Tappeto volante. Elda Lanza, arrivata per caso da giornalista, a fare ben 14 provini alla Rai, venne scelta per testare programmi passati alla storia del piccolo schermo, quali Arrivi e partenze e Una risposta per voi.

Nella trasmissione “Vetrine” da lei ideata e condotta inventò la prima rubrica di cucina della televisione e date le telecamere giganti di allora, la sua prima idea fu quella di mettere uno specchio sopra il piano di lavoro, in modo tale che queste potessero riprendere quello che succedeva anche nelle pentole. Anni fa raccontò che si rese conto di quanto questa rubrica, con la partecipazione di Luisa De Ruggeri che non soltanto cucinava ma dava consigli pratici, ebbe successo quando diede la ricetta del Pesce di tonno, in cui metteva l’impasto in una forma di pesce di alluminio, e tutte le telespettatrici chiesero dove trovare quello stampo perché tutti i negozi l’avevano esaurito. Elda Lanza abbandonò il piccolo schermo a metà degli anni ’70 per dedicarsi alle pubbliche relazioni nell’agenzia di comunicazione fondata dal marito, il pubblicitario Vitaliano Damioli, occupandosi di grafica, giornalismo, architettura e arredamento. Ma ciò che davvero amava era scrivere e per tutta la vita ha scritto per quotidiani, periodici, novelle, romanzi e saggi.

Dopo una lunga pausa tornò ospite in tante trasmissioni tv, prima su La7 con Benedetta Parodi, e poi da Caterina Balivo, per una serie di tutorial sul “bon ton” a Detto fatto su Rai2. Nel 2012 esordì come giallista con “Niente lacrime per la signorina Olga” e le avventure dell’avvocato napoletano Max Gilardi, protagonista di numerosi titoli, tutti pubblicati da Salani. Nata a Milano il 5 ottobre 1924, scompare a Castelnuovo Scrivia, dove viveva, il 10 novembre 2019. La sua vita meriterebbe una fiction!

Igino Macagno

Con quella faccia un po’ così: l’omaggio dell’Accademia dei Folli all’avvocato più famoso della canzone italiana

Dal 12 al 15 dicembre, al Teatro Studio Bunker

 

Si chiude la stagione 2024 del Teatro Studio Bunker curata dall’Accademia dei Folli, con in scena, dal 12 al 15 dicembre, una nuova produzione del filone Portrait, con cui la compagnia dipinge ritratti di grandi artisti della musica italiana e internazionale del Novecento.

“Con quella faccia un po’ così” è un omaggio all’avvocato più famoso della canzone italiana, Paolo Conte. Con questo portrait, i Folli cercano di stabilire un punto di contatto tra l’America sognata, quella dei film hollywoodiani e del jazz di Duke of Ellington ed Ella Fitzgerald, e le campagne astigiane.

Lo spettacolo è ambientato nel 1961 al Mocambo, il caffè di Asti narrato da Conte in più di una canzone, e a parlare è il padrone del locale, che ripercorre le proprie vicissitudini: la giovinezza in campagna, sotto un cielo bardato di stelle, la scoperta del jazz e l’amore per una ragazza che lo lascia da solo nei pomeriggi estivi e lunghi, che lo tradisce in crociera e lo fa andare alla deriva onda su onda. Il locale è aperto solo da due anni e rischia già di fallire, se ne sta occupando un avvocato dai capelli rossiccio e dalla fronte aggrottata. Di giorno svolge la professione legale, di notte canta in un quartetto jazz con quella faccia un po’ così, con quell’espressione un po’ così.

Lo spettacolo chiude dunque la stagione 2024 del Teatro Studio Bunker, la nuova stagione inizierà il 16 gennaio con “Buonasera Signor G.”, il portrait dedicato a Giorgio Gaber. L’Accademia dei Folli sarà ancora in scena dal 26 al 31 dicembre al Teatro Gobetti , all’interno della stagione del Teatro Stabile di Torino con “Don Chisciotte e Donna Aldonza”, spettacolo scritto da Tiziano Scarpa su ispirazione del celebre romanzo di Miguel de Cervantes.

Dal 12 al 15 dicembre – Teatro Studio Bunker, Via Niccolò Paganini 0/200, Torino. Giovedì e venerdì ore 21.00/sabato ore 19.30/domenica ore 16.

 

Mara Martellotta