SPETTACOLI- Pagina 194

“Il mondo è troppo per me. La storia di Vittorio Camardese” a Seeyousound

Prima assoluta lunedì 27 febbraio h.18:45 Sala 1 – Cinema Massimo | Torino 

Seconda proiezione martedì 28 febbraio h.15:45 Sala 2 – Cinema Massimo | Torino

Il documentario “Il mondo è troppo per me. La storia di Vittorio Camardese” sarà presentato in anteprima assoluta durante il SEEYOUSOUND International Music Film Festival concorrendo nella categoria Long Play DOC.

Vittorio Camardese è stato uno dei più grandi chitarristi italiani ma non ha mai inciso un disco e non esistono trascrizioni della sua musica, resta solo quello che ha lasciato nelle persone che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo suonare come è successo, solo per citarne alcuni, a Chet BakerLelio LuttazziTony ScottMassimo Urbani, Stephane Grappelli che lo hanno stimato e amato proprio per la sua tecnica inedita e il talento innato.

Il documentario ripercorre la vita, le origini, le inclinazioni del radiologo di Potenza che tra gli anni ’50, ’60 e ‘70 vive ed è protagonista della scena jazz romana e internazionale. Suona con i musicisti che passavano le notti tra il Music In e il Folkstudio dove le sue performance strabilianti erano diventate un numero fisso ed è proprio qui che l’avventura jazzistica di Vittorio diventa leggendaria solo fino all’alba però, quando infilava il camice e tornava ad essere anche un brillante radiologo, che però mai volle sostenere l’orale per diventare primario.

La vita di Vittorio Camardese è stata ricostruita intervistando chi lo ha conosciuto e amato: Renzo Arbore e Irio de PaulaAntonio Infantino, Nicoletta Costantino, Marcello Rosa, Graziano Accinni, Gianni Bisiach, colleghi medici di Roma e la sua famiglia d’origine, tantissime le persone tra Roma e Potenza che hanno custodito un pezzo di questa storia che la regista e tutte le persone che hanno collaborato al film hanno ricucito minuziosamente. La biografia di Vittorio Camardese attraversa il Novecento: nasce nel 1929 a Potenza e nel dopoguerra si trasferisce a Roma, viaggia  tra due città, una di provincia e la capitale in fermento, ma la sua musica arriva fino al 2013, quando sarà ri-scoperta. Il documentario alterna interviste, animazione, le immagini di archivi privati inediti e i filmati di Vittorio musicista nelle uniche tre apparizioni televisive in RAI che fece sempre costretto dagli amici.

È il 2 luglio 2013 e Vittorio è scomparso da tre anni quando il chitarrista Roberto Angelini carica su youtube un video in bianco e nero in cui Vittorio Camardese, con cui Angelini è cresciuto perché aveva sposato sua madre, suona la sua chitarra durante il programma “Chitarra amore mio”. Camardese non pizzica le corde ma le percuote: Camardese si sta esibendo in tapping, ma non lo sa nessuno, nemmeno lui. In pochi minuti il video diventa virale, fa il giro del mondo arrivando sulle timeline dei più grandi musicisti, Bryan May dei Queen definisce “Magia” quello che ha visto sullo schermo, Joe Satriani ritwitta il link di youtube e augura buona visione, migliaia di appassionati non riescono a staccare gli occhi da quelle mani, così Vittorio arriva anche sulla timeline della regista Vania Cauzillo.

“L’algoritmo mi proponeva con insistenza il video di una sua esibizione del 1965. Era di Potenza. Come me. Ma non lo avevo mai sentito nominare, mentre molti di amici e colleghi artisti a Potenza avevano avuto l’occasione di conoscerlo o almeno di sentir parlare di questo “mito”. Mi sono innamorata subito di quel radiologo che diceva di aver chiesto il permesso al suo primario per essere in TV quel giorno. Quando si mette a suonare e la camera stringe sulle sue mani, diventa impossibile resistere a quel volteggio, a quel ritmo sincopato ed elegante. Incredulità, stupore, ammirazione. La storia di Vittorio rischiava di essere dimenticata ed è arrivata a me parlando di radici e di talento, di scelte e musica, di note blu e anche della mia Basilicata. Così ho contattato Roberto, la sua famiglia d’origine e mi hanno affidato questo storia. Ho dovuto girare  intervistando i ricordi più che le persone, perché difficile era ricostruire una storia di qualcuno che probabilmente voleva essere dimenticato “Il mondo è troppo per me” è iniziato come un documentario su un talentuosissimo chitarrista, ma la storia di Vittorio ha aperto riflessioni sulle occasioni perdute di essere felici, sulla responsabilità di essere un artista, sulle scelte fatte anche quando decidiamo di non decidere”

“Il mondo è troppo per me” è un film di Vania Cauzillo, prodotto da Jump Cut, produzione cinematografica indipendente trentina, realizzato con Laura Grimaldi alla sceneggiatura insieme a Vania Cauzillo, Sebastiano Luca Insinga alla fotografia, Chiara Dainese al montaggio, con le illustrazioni di Elisa Lipizzi e la supervisione di Gianluca Maruotti, Danny De Angelis al suono, musiche originali di Roberto Angelini e Vittorio Camardese.

Sinossi Un giorno, dal niente, compare su Youtube un video che cambia la storia della musica. Quel giorno il mondo scoprì che il precursore del tapping, una rivoluzionaria tecnica chitarristica, non era il grande Eddie Van Halen, ma un medico di provincia: Vittorio Camardese.
Da allora, i più grandi musicisti di tutto il mondo hanno voluto saperne di più. “Chi è questo collega sconosciuto? Chi è Vittorio Camardese?”.
Questa è la storia Vittorio, la storia di un genio che ha scelto di non essere un genio.
Vittorio Camardese è un invisibile di grande presenza. Un uomo di cui si rischia di perdere la memoria, ma che invece può raccontare tanto della musica, della responsabilità del talento, della paura del successo, ma anche dell’Italia e delle radici che tengono ancorati al terreno invece di spingersi a prendere il volo e crescere lontano.

Vania Cauzillo (1984), lucana, racconta storie attraverso il cinema documentario e l’opera contemporanea sperimentando sulla co-creazione con le comunità. Il suo lavoro di ricerca con la compagnia l’Albero è riconosciuto dal Ministero della cultura dal 2020. Laureata con lode in Storia della Musica, si è formata affiancando tra il 2007 e il 2010 il regista Alessandro Piva in tutti i suoi progetti, con interesse particolare per quelli documentaristici: “Camera mia” per cui cura le interviste in Turchia, Azeirbajan, Montenegro e Tunisia, (Giffoni film festival), “Pasta Nera”, per cui cura ricerche e interviste (64°Festival del cinema di Venezia). Ha prodotto e diretto il suo primo documentario “Dalla Terra alla luna”, distribuito da Rai Cultura, 2014, ha diretto “La ricerca della forma – Il genio di Sergio Musmeci” 2015, prod. Effenove, Museo MAxxi di Roma, che ha vinto lo SCI- DOC European Science TV and New Media Festival and Awards di Lisbona, nel 2017 ha diretto il secondo episodio della serie di documentari “Matera 15/19 –Dove Ti fermi”. “Il mondo è troppo per me” la storia di Vittorio Camardese” è il suo ultimo lavoro. Per il programma ufficiale di Matera Capitale europea della cultura 2019 ha ideato e prodotto la prima community opera italiana, Silent City, unico caso studio di performance completamente accessibile. In Europa, in qualità di Vice-chair del network Europeo RESEO si occupa da anni di advocacy sui temi dell’inclusione e del gender gap nelle arti performative dei più grandi teatri d’Opera europei.

Jump Cut è una casa di produzione cinematografica indipendente nata a Trento nel 2011 con l’obiettivo di produrre film d’autore e di sperimentazione nei temi, nello stile e nella forma. Oltre all’attività cinematografica, si occupa anche di progetti di video arte, video danza e fotografia. La prima produzione è del 2013: l’opera prima di Alessandro Rossetto, Piccola Patria che vince 12 premi, viene selezionato in nomination ai Nastri d’Argento, ai Globi d’oro e ai Ciak d’oro; nel 2015 presenta Gente dei bagni di Stefania Bona e Francesca Scalisi, e Complimenti per la festa di Sebastiano Luca Insinga, un biopic musicale sulla band rock Marlene Kuntz. Nel 2016 viene presentato Noi 2, domani di Eugenio Maria Russo e Funne – Le ragazze che sognano il mare di Katia Bernardi. Nel 2017 viene presentato Non gioco più di Sebastiano Luca Insinga, 2018 la società produce un altro cortometraggio di Insinga, La Buona Novella, che vince 4 premi (Fesancor; ThessInt Short FF; Oslo Independent FF, Greboble FF). Nel 2022 Jump Cut completa Adam Ondra: pushing the limits di Petr Zaruba e Jan Simanek e nel 2023 vede la luce Il mondo è troppo per me di Vania Cauzillo. La società sta attualmente lavorando ai film Sconosciuti Puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo; Android Phil di Edoardo Vojvoda; Questo Corpo di Martina Melilli.

Documentario con animazione 63’-2023

Regia: Vania Cauzillo

Produzione: Sebastiano Luca Insinga e Chiara

Nicoletti per Jump Cut

Sceneggiatura: Laura Grimaldi e Vania Cauzillo

Fotografia: Sebastiano Luca Insinga

Montaggio: Chiara Dainese

Illustrazione: Elisa Lipizzi con la supervisione di

Gianluca Maruotti

Animazione: Valerio Oss (Pixel Cartoon)

Suono: Denny De Angelis, Philippe Gozlan

Musica originale: Roberto Angelini e Vittorio

Camardese

Realizzato in collaborazione con Trentino Film Commission, con il contributo di MiC Direzione Cinema e Audiovisivo, con il sostegno del Fondo Etico di BCC Basilicata, col supporto di Lucana Film Commission

I Maneskin dopo Eurovision di nuovo a Torino

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Questa sera  25 Febbraio al Pala Alpitour si tiene l’attesissimo concerto dei Maneskin. Sold out da mesi, l’evento inizia alle ore 21.

Nella foto di Giuliana Prestipino per il Torinese, vediamo il gruppo musicale “sorpreso” a pranzo a Torino in occasione di Eurovision.

Questa la scaletta dei pezzi che verranno proposti al pubblico dalla band italiana di fama mondiale:

Don’t wanna sleep
Gossip
Zitti e buoni
Own my mind
Supermodel
Coraline
Baby Said
Bla Bla Bla
In nome del padre
Beggin’
Timezone
For your love
Gasoline
Torna a casa
Vent’anni
Amandoti
I Wanna Be Your Slave
La fine
Feel
Mark Chapman
Mammamia
Kool Kids

Al Teatro Gobetti debutta “Farfalle”, scritto e diretto da Emanuele Aldrovaldi

In scena dal 28 febbraio al 5 marzo prossimi

Martedi 28 febbraio prossimo, alle ore 19:30, debutta al Teatro Gobetti di Torino lo spettacolo “Farfalle”, scritto e diretto da Emanuele Aldrovaldi, testo vincitore del premio “Hystrio Scritture di Scena” nel 2015 e del “Mario Fratti Award” nel 2016. In scena due attrici: Bruna Rossi e Giorgia Senesi. Scene e grafica sono di CMP Design, le luci di Vincent Longuemar, i suoni di Riccardo Caspani, le musiche di Riccardo Tesorini e i movimenti di Olivia Fortuni.

Sono in scena due sorelle ciniche e poetiche, una bionda (Bruna Rossi) e una mora (Giorgia Senesi), al centro, il gioco che le ha unite fin da quando, piccolissime, sono rimaste sole. A turno, chi ha in mano la collana a forma di farfalla può obbligare l’altra a fare qualsiasi cosa, pena la fine del gioco. Durante lo spettacolo, le due attrici giocano a interpretare i personaggi principali delle loro vite, in un susseguirsi di scene che raccontano, con una tragicomica ironia la crescita delle due sorelle e le loro scelte di vita bizzarre, banali, obbligate o inaspettate, che le portano a acquisire una sempre maggiore consapevolezza di sé, diventando molto diverse da quelle ragazzine che erano. Il loro percorso è opposto e quasi complementare, il cambiamento che vivono le porta a allontanarsi e successivamente a scontrarsi in maniera violenta.

“È difficile raccontare di cosa parli un testo – afferma il regista Emanuele Aldrovaldi – e risulta ancora più difficile sapere quali siano state le esigenze che l’hanno portato a scriverlo. Per ‘Farfalle’ ne posso ipotizzare tre. La prima, iniziale, è quella rappresentata dal desiderio di mettermi alla prova cimentandomi con la scrittura di personaggi femminili complessi. I testi che avevo scritto fino a quel momento avevano un protagonista vista maschile o una coppia di protagonisti uomo/donna. La sfida che avevo in testa era quella di provare a raccontare in modo credibile e profondo la storia di due possibili donne. Nel 2013, partendo da alcune novelle di Pirandello, ho iniziato a scrivere di queste due sorelle. La seconda esigenza rispecchia una riflessione sul valore dell’esperienza. Il mondo è pieno di persone che dispensano consigli in base alle loro esperienze personali, e tutta la nostra cultura è fondata sull’idea che la conoscenza scientifica, culturale, esperienziale e emotiva si possa diffondere o tramandare. Le esperienze che facciamo ci insegnano davvero qualcosa sulla vita,su noi stessi o sugli altri? Fino a che punto, trasmettendo ciò che abbiamo imparato a chi amiamo, facciamo del bene? La terza esigenza è scenica, quella di costruire una dinamica che fosseinterna alla vicenda, e che avesse il potere di costruire le situazioni e i personaggi. Per questo le altre figure della storia, dal padre inaffidabile al medico opportunista, sono sempre in bilico tra l’avere una vita propria e l’essere proiezioni generate dal vortice del gioco in cui sono immerse le due sorelle. Dal momento della scrittura sono passati dieci anni e, nel frattempo, il testo ha vinto dei premi, è stato pubblicato e tradotto e ricevuto il suo debutto mondiale nel 2019 a New York. In un certo senso è come se si fosse staccato da me e si fosse allontanato dalle motivazioni che mi avevano spinto a scriverlo, diventando un elemento autonomo. Questo è stato il mio approccio quando ho deciso di farne la regia, come se fosse il testo di qualcun altro. Rileggendolo e analizzando come se lo avessi scritto io, ho scoperto che si tratta di un testo che parla d’amore, un amore conflittuale e competitivo, che va oltre l’incomprensione e i confini della vita, e è stato questo il motivo per il quale ho scelto di farlo interpretare a due attrici che, dal punto di vista anagrafico, avessero la stessa età che avevano le protagoniste alla fine della storia e non all’inizio. Volevo concentrarmi sul raccontare due donne che hanno già vissuto e provato a capire e capirsi in un modo che trascende i confini i dello spazio e del tempo, e che risultano ancora unite.

 

Lo spettacolo è prodotta dalla Associazione teatrale “Autori Vivi” dal Teatro Elfo Puccini, dall’Emilia Romagna Teatro ERT, dal Teatro Nazionale e sarà replicato per la stagione in abbonamento dal Teatro Stabile di Torino fino al 5 marzo prossimo.

MARA MARTELLOTTA

Neri Marcorè cantante al Teatro Concordia

Venerdì 24 febbraio, ore 21

Teatro Concordia, Venaria Reale (TO)

Le mie canzoni altrui

 

I primi passi mossi su un palco da Neri Marcorè, molto prima di diventare attore e conduttore, sono legati alla musica, una passione mai sopita che negli ultimi anni ha ripreso linfa e corpo. Produzioni teatrali come Un certo signor G, Beatles Submarine e Quello che non ho, e concerti di varia natura e formazioni diverse lo hanno portato a frequentare con crescente assiduità il repertorio di Fabrizio De André, Giorgio Gaber, Gianmaria Testa e altri apprezzati artisti.

Senza far mancare al pubblico la sua ironia, come già si evince dal titolo, “Le mie canzoni altrui” è un concerto che spazia nel mondo dei cantautori italiani e stranieri, dal folk al pop, inanellando pezzi noti e meno noti che in qualche modo rappresentano la sua formazione musicale, legata a esperienze di vita personali o semplicemente al piacere di coinvolgere il pubblico nella condivisione di un patrimonio musicale comune.

Con lui, sul palco, Domenico Mariorenzi alla chitarra acustica, bouzouki e pianoforte, Fabrizio Guarino alla chitarra elettrica, Alessandro Patti al basso e contrabbasso e Simone Talone alla batteria.

 

Venerdì 24 febbraio, ore 21

Le mie canzoni altrui

Neri Marcorè, voce e chitarra

Domenico Mariorenzi, chitarra, bouzouki e pianoforte

Alessandro Patti, basso e contrabbasso

Fabrizio Guarino, chitarra elettrica

Simone Talone, batteria

Biglietti: intero 30 euro + d.p. – ridotto 28 euro + d.p.

 

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

SEEYOUSOUND a Torino tutto pronto per la 9ª edizione

Manca ormai poco alla 9ª edizione di SEEYOUSOUND International Music Film Festival, che dal 24 febbraio al 2 marzo, propone a Torino 79 film tutti legati alla musica tra i migliori e più recenti a livello internazionale – di cui 5 in anteprima assoluta, 2 prime europee e 26 italiane – e 22 tra concerti, sonorizzazioni e dj set, accompagnati da oltre 60 ospiti da tutto il mondo.

 

Venerdì 24 febbraio SEEYOUSOUND 9 apre con l’anteprima italiana di Tchaikovsky’s Wife di Kirill Serebrennikov, film sulla tumultuosa relazione tra il compositore e la moglie che venne presentato in prima mondiale a Cannes nel 2022, accompagnato dalle dichiarazioni nette del regista – russo di madre ucraina – da sempre oppositore del regime putiniano ed esiliato dallo scorso marzo.

Serebrennikov è protagonista dell’omaggio di quest’anno, che prevede anche la proiezione di un altro suo titolo musicaleSummer (Leto), splendido bianco e nero del 2018, incentrato sul cantante Viktor Tsoï, leader della rock band russa anni ‘80 Kino.

In programma film su grandi nomi come Sinéad O’Connor, i King CrimsonJames Brown e il mitico concerto che tenne a bada le rivolte di Boston dopo l’assassinio di Martin Luther King; la regina della bossa nova Miùchala capoverdiana Cesária Évora protagonista dell’omonimo film che verrà introdotto dalla regista Sofia Fonseca, ma anche The StrokesInterpolLCD Soundsystem… protagonisti di Meet Me In The Bathroom, mostrato in anteprima al Sundance e proiettato a Seeyousound prima del concerto dei torinesi The Wends.

Spiccano documentari unici come What You Could Not Visualize sulla band post-punk Rema-Rema: domenica 26 febbraio per l’anteprima europea saranno ospiti il regista Marco Porsia e due membri della band che si esibiranno per la prima volta dal 1980, insieme ai LarsenTra le molte anteprime italiane, il film sui CAN, storico gruppo krautrock, Can And Me di Michael P. Aust che sarà in sala sabato 25. E i quattro film d’artista della serie The Second Summer Of Love che esplora l’impatto culturale dell’acid house quando nel 1988 la musica elettronica esplore nel Regno Unito, per espandersi in Europa e negli Stati Uniti.

 Prima proiezione in assoluto per il mondo è troppo per me, accurato lavoro su Vittorio Camardese (schivo musicista, inventore del tapping), che verrà presentato lunedì 27 dalla regista Vania Cauzillo e accompagnato dal live di Roberto Angelini (figlio acquisito di Camardese) con Rodrigo D’Erasmo; e Infernòt. Viaggio nella musica folk documentario sulla nascita della musica folk italiana che parte dal FolkClub di Torino per allargarsi al panorama mondiale, in anteprima sabato 25 con in sala il regista Elia Romanelli e seguirà il live di Alessia Tondo e Davide Ambrogio.

Molti anche i film di finzione come Country Gold, commedia weird frutto del prolifico regista indie Mickey Reece, che inscena il surreale incontro tra due leggende del country stravolgendo l’immaginario del genere; Zillion di Robin Pront, ospite per l’anteprima italiana di sabato 25, che racconta la storia (vera) di Frank Verstraeten, imprenditore-criminale che nel ‘97 con il re del porno belga Dennis Black Magic l’omonima mega discoteca, una parabola techno che incarna lo spirito degli anni ’90; e Sonnecoming of age dall’estetica digital sulle note di Losing My Religion dei R.E.M. diretto dalla giovane regista curdo-austriaca Kurdwin Ayub, premiata alla Berlinale 2022.

Quest’anno il festival torna a riappropriarsi completamente della sua dimensione live con 22 concerti, sonorizzazioni e dj set tra cui anche le performance multimediali Ever.ravE di Gianluca Iadema Perceive Reality A/V di KHOMPA feat. Akasha; l’exhibition con le opere di Rebecca Salvadori; lo spettacolo transmediale Rageen Vol. 1 del collettivo OKIEES con la straordinaria partecipazione di Pippo Delbono, i concerti dopo-festival al Café des Arts, al Porto Urbano e le serate a Magazzino sul Po e Spazio Musa, e le proiezioni a 360° del DANCE VR CORNER in collaborazione con COORPI nella Mole Antonelliana.

Seeyousound International Music Film Festival è organizzato da Associazione Seeyousound con la collaborazione di Museo Nazionale del Cinema, il patrocinio di MiC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte e Città di Torino, e il contributo di Fondazione CRT. Main sponsor Diplomático – RUM. Sponsor BTM Banca Territori Del Monviso e Lentini Immobili Real Estate.

BIGLIETTERIA bit.ly/SYS9_Tickets e Cinema Massimo | INFO www.seeyousound.org

Cinema a Volpiano, un percorso con quattro proiezioni


“Linguaggio cinematografico 2023”, a partire da sabato 25 febbraio

Il Comune di Volpiano organizza, in collaborazione con Aiace Sottodiciotto Film Festival, il percorso di approfondimento «Linguaggio cinematografico 2023», a partire da sabato 25 febbraio nella Sala Polivalente (via Trieste 1), condotto da  Fabio Bertolotto, studioso di Cinema e laureato al Dams (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo); ingresso libero, consigliata la prenotazione (posta elettronica scuole@comune.volpiano.to.it, telefono 011.9954567).

Il percorso comprende quattro proiezioni, con inizio alle 21sabato 25 febbraio «Lady Bird» (Golden Globe 2018 come miglior commedia, Saoirse Ronan migliore attrice), sabato 11 marzo «Persepolis» (Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2007), sabato 25 marzo «Hugo Cabret» (Premio Oscar 2012 alla fotografia, alla scenografia, al sonoro, al montaggio sonoro e agli effetti speciali), e sabato primo aprile «Gagarine – Proteggi ciò che ami», film del 2020 ambientato nella periferia di Parigi. Tra coloro che completeranno il percorso assistendo a tutte le proiezioni, verranno estratti sei abbonamenti validi per i seguenti cinema di Torino: Centrale d’Essai, Due Giardini, Eliseo, Fratelli Marx, Massimo, Nazionale, Romano.

Commenta Barbara Sapino, assessora alla Cultura del Comune di Volpiano: «A Volpiano manca il cinema ma forse in generale si è persa l’abitudine di condividere le emozioni del grande schermo in compagnia. Come amministrazione abbiamo pensato di dare l’opportunità ai giovani (e non solo) di imparare a conoscere il mondo del cinema attraverso i suoi linguaggi, a sviluppare un senso critico e a condividerne le emozioni in compagnia. Grazie alla collaborazione con Aiace e Sottodiciotto Film Festival sono stati scelti i quattro film in programma che oltre al contenuto di qualità uniscono l’attrattiva di una storia avvincente e interessante».

Osteria Rabezzana, Metti una sera al cinema

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 22 febbraio, ore 21.30

Lo spettacolo-concerto che omaggia i più grandi compositori con l’Orchestra formata da un terzetto d’archi, oboe, percussionista, piano e voce di Tiberio Ferracane

“Metti una sera al cinema” è uno spettacolo-concerto che omaggia i più grandi compositori di musica da film: Ennio Morricone, Nino Rota, Bacalov, Nicola Piovani. Ma anche coloro che sono stati presi in prestito, scelti da grandi registi, come Luigi Tenco, Charles Aznavour, Pino Daniele, Paolo Conte, Astor Piazzolla.

Ad omaggiare i grandi compositori, i grandi Maestri che formano l’Orchestra: un terzetto d’archi, un oboe, un percussionista, un pianoforte e una voce, il tutto coadiuvato da una regia che si occupa di far scorrere le immagini sullo schermo.

La musica da film è un genere musicale che mette d’accordo tutti, perché fa magicamente convivere la musica colta e quella pop. Ammalia il pubblico, perché le poche parole scelte con cura rievocano profumi e immagini che intanto scorrono sullo schermo.

Formazione

Tiberio Ferracane, voce e piano

Pietro Paolo Marino, oboe

Paola Bettella, violino

Magdalena Vasilescu, viola e violino

Massimo Barrera, violoncello

Gianfabio Cappello, percussioni

Stefania Piccolo, regia e montaggio

Ora di inizio: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Ripartono i concerti dell’Accademia Corale Stefano Tempia

Ripartono i concerti dell’Accademia Corale Stefano Tempia di Torino.Il primo appuntamento avrà luogo sabato 25 febbraio, alle  17, presso l’Oratorio di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria 5, a Torino. L’“Ensemble AES”, composto da Antonino Mollica (sassofono soprano), Enea Tonetti (sassofono baritono), e Andrea Tedesco (pianoforte) proporrà il concerto dal titolo “Rebus musicali per saxofoni e pianoforte”.

“Uscire con l’abito nero, sciccherie”

Music Tales, la rubrica musicale

“Uscire con l’abito nero, sciccherie

Mentre metto cose per sembrare come quelle un po’ più fighe

Però mando un bacio a quelli che

Mi davano i bacini ma senza volere me”

Madame è una giovanissima ragazza di appena 19 anni diventata famosa grazie alla canzone “Sciccherie”, che ha spopolato su tutte le piattaforme di musica.

Quest’anno ha partecipato al Festival di Sanremo con un brano che ho trovato particolarmente bello. Stamane ho voluto conoscerla un po’ di più, attraverso un’intervista che mi ha scossa e positivamente, e negativamente.

Un’intervista che mi ha fatto ripercorrere disagi, situazioni e momenti che forse, per certi versi, appartengono anche al mio bagaglio personale; forse non solo al mio.

Classe 2002 una musicalità di quelle che non si sentivano da tempo e talento da vendere. Questa è Madame, una liceale di 19 anni con la passione per la lingua italiana, i vari dialetti e la loro storia, e che ha deciso di prendere la strada del rap. Il suo vero nome è Francesca ed è di Vicenza: i suoi singoli sono prodotti da Eiemgei per Arcade Army Records e presentano tutti una particolarità fuori dal comune: i testi.

Parole volutamente strascicate e “mangiate”, inflessioni dialettali e figure retoriche, li rendono di difficile comprensione a un pubblico più largo. E questo si riflette soprattutto in “Sciccherie”, prima canzone di Madame che, nonostante sia piaciuta tantissimo, è stata anche criticata perché – parole dei fan – “non si capiva nulla”.

E così la ragazza non solo ha deciso di pubblicare il testo su tutti i siti e sulle Instagram Stories, ma ha anche spiegato in un video con gli Arcade Boyz il significato di “Sciccherie”.

“Sciccherie” non è in realtà in dialetto: l’unica parola che può essere definita dialettale, infatti, è “ficcatine”, non ce ne sono altre. È un neologismo inventato da Madame e rappresenta la classica “one night stand” di classica memoria, mentre le altre parole che sembrano incomprensibili sono solo state volutamente pronunciate con accenti diversi dal normale per adattarle meglio alla base musicale.

Cosa sono le “Sciccherie”? Tutte quelle cose che possono essere superflue – l’oro, un bel vestito – ma che ci creano dipendenza. Sono le cose più astratte come le cose reali. Come anche le dipendenze affettive, di cui a un certo punto Madame parla nella canzone: e lì le parole volano come in un flusso, come pensieri gettati alla rinfusa attraverso la bocca come se fosse in un sogno. “Sciccherie” è una canzone profonda, che vede Francesca mettersi in gioco in prima persona raccontando dello sforzo per stare al passo con le altre ragazze (“metto cose per sembrare come quelle un po’ più fighe”), della sofferenza per sentirsi a volte un po’ un pesce fuor d’acqua, e dell’amore per un ragazzo con il quale vorrebbe fare a meno delle “sciccherie”, ossia i litigi inutili. Quella di Madame è una canzone che andrebbe ascoltata più e più volte, andando oltre l’apparenza e facendo davvero attenzione al testo.

Testo che più chiaro di così non può davvero essere.

Prima di linkarvi il brano vorrei vi prendeste tempo per ascoltare la sua intervista che la mette a nudo rendendo pubblica una fragilità che odora di veridicità.

L’ho ascoltata e mi ha fatta riflettere, soprattutto nella parte finale.

https://www.youtube.com/watch?v=bIDJWcuqhDE&ab_channel=NoiseyItalia

“Nulla al mondo può prendere il posto della perseveranza.

Non il talento, nulla è più comune di uomini di talento falliti.

Non il genio; il genio incompreso è ormai un luogo comune.

Non l’istruzione; il mondo è pieno di derelitti istruiti.

Solo la perseveranza e la determinazione sono onnipotenti.”

CALVIN COOLIDGE

Buon ascolto, attendo vostre impressioni

Chiara De Carlo

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Completamente esaurito 40 personaggi per un solo interprete

TSN – Teatro Superga Nichelino (TO)

Giovedì 23 febbraio, ore 21

Completamente esaurito 

40 personaggi per un solo interprete: una commedia unica nel suo genere per la prima produzione italiana

Completamente esaurito è la commedia esilarante di Becky Mode nella prima produzione italiana firmata STM: un solo attore sul palco che interpreta 40 personaggi diversi in 90 minuti di spettacolo.

Davide Nebbia, che si è occupato anche della traduzione e adattamento del testo, è un attore sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Protagonista del film La Strategia degli Affetti, che gli è valso la nomination come Miglior Attore Protagonista al prestigioso Shangai Film Festival, ha calcato i palchi del teatro musicale italiano in produzioni come Frankestein Junior, Grease ed Happy Days. Rientrato in Italia dopo aver studiato al The Barrow Group di New York, l’attore torna sul palco con il sorprendente testo di Becky Mode.

TRAMA

Tommy è un giovane attore in attesa di scritture in un panorama teatrale italiano, o meglio romano, tutt’altro che confortante. Così, in attesa del colpo di fortuna, tra un provino e l’altro, il protagonista si mantiene con un lavoro che, lungi dal procurargli soddisfazioni, lo precipita in uno stato di stress sempre più difficile da gestire. Tormentato da clienti di vecchia data che telefonano in continuazione insieme ai nuovi adepti e ai curiosi di questa “cucina molecolare”; maltrattato dal capocameriere e vessato dallo chef, il povero ragazzo è pressato anche dai familiari che pretendono la sua presenza durante le imminenti festività natalizie.

Foto Alessandro Morino