SPETTACOLI- Pagina 187

C’è anche l’amore nelle assurde “Sedie” di Binasco

Riaprono finalmente i teatri, Ionesco alle Fonderie Limone

 

“Le sedie” di Eugene Ionesco furono rappresentate a Parigi nell’ormai lontanissimo 1952, seguendo due anni dopo al chiacchiericcio degli Smith e dei Martin della “Cantatrice calva”, che al suo apparire colse di (troppa) sorpresa il pubblico presente e non riscosse certo quell’immenso successo che al contrario sarebbe arrivato alla ripresa del ’55.

“Le sedie” dunque, “un classico” capace d’arrivare oggi placidamente senza scombussolare più di tanto gli spettatori degli anni Duemila, abituati a ben altro. Con il titolo confratello sono il manifesto di quel teatro dell’assurdo – tradotto da noi dall’estro e dall’intelligenza di Gian Renzo Morteo – che fece la filosofia teatrale e la fortuna dell’autore franco-rumeno, il panorama su un mondo malato e squinternato anche nel linguaggio, spezzettato e controcorrente in tutti i suoi nonsense, nei suoi rapporti malati, nelle convenzioni sociali da buttare al macero. Nello spazio delle Fonderie Limone di Moncalieri, nello spettacolo (finalmente) messo in scena dallo Stabile torinese con la regia di Valerio Binasco (repliche sino al 16 maggio), ritroviamo, forse all’indomani di un evento apocalittico, in un enorme stanzone polveroso, un battuto terroso dove rotolano sassi, una grande finestra unico sguardo sul mondo, aperta su un oceano ormai privo di vita, un ammonticchiarsi di sedie su di un lato (la scena è di Nicolas Bovey), lui e lei (Semiramide, remissiva e servizievole, evanescente, una bella prova di Federica Fracassi) pronti a scambiarsi ricordi di una vita trascorsa insieme, forse settanta forse cento forse mille anni, mentre attendono l’arrivo dei loro ospiti, catturati tra le più disparate professioni e i più diversi ranghi sociali, che l’uomo ha convocato per una conferenza. È anche atteso un oratore, si dovrà pur ben fare una telefonata ad un Imperatore ossequiato e deriso per ottenere la sua approvazione. Ci vorranno sedie, tante sedie, all’arrivo di ognuno, parole di presentazione, ed ecco che Semiramide inizia a disporre in un relativo ordine sedie quasi ovunque.

Ionesco intesse con un ordine capovolto i piccoli rapporti di complicità della coppia, le loro solitudini, il desiderio di vivere e la stanchezza, le infermità, frantuma quel vecchio ordine in mille parti (Michele Di Mauro è l’emblema di quella scomposizione, e di quella catastrofe, a cominciare da quel linguaggio fatto a pezzi, da quel farfugliare continuo, da quel rincorrersi lento e affaticato delle sillabe: una prova d’attore assai bella e convincente). Binasco, da parte sua, mentre ci ricorda che “l’assurdo ha senso solo nella misura in cui gli venga negato il consenso” (sono parole di Camus), reclama il diritto di prendere i suoi personaggi, facendone due attori marcatamente truccati, e di smussare da essi e dal testo quel tanto di cattiveria – Binasco nelle note di regia parla di “odio”) – da parte dell’autore per il vecchio teatro e di far posto a quell’amore che sfocia poi in uno spazio ben più ampio, la vita. “Una storia di tenerezza umana”, fatta, capovolgendo inaspettatamente l’assurdo, “l’assurdo dell’assurdo”, di piccoli affetti, di gesti familiari, di premure coniugali, di gag quotidiane. Ma tutti si spegne, lui e lei s’avvicinano alla grande finestra e vi salgono sopra, per un salto nel vuoto, che è la negazione di tutto. Uno spettacolo che per 80’ tiene vivacemente attenta l’attenzione dello spettatore (tutti ben distanziati e felici di poter rioccupare le poltrone di una sala teatrale), ben diretto e ottimamente recitato, più e più volte applaudito al termine di una repliche: lo consigliamo in questa riapertura di cui non vedevamo l’ora, che ci auguriamo mantenga le proprie promesse, senza alcun passo falso.

 

Elio Rabbione

 

le foto dello spettacolo sono di Luigi De Palma

Il Cinema trova casa in Piemonte. E’ di scena Glocal Day

Domenica 9 maggio al Cinema Massimo MNC di Torino, tornano in sala i GLOCAL DAY,  appuntamenti incentrati sul cinema legato al Piemonte organizzati dall’Associazione Piemonte Movie in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte.

In programma alle 18.30 la proiezione e la premiazione dei cortometraggi nati nell’ambito della terza ed ultima edizione di Torino Factory, realizzati nel 2020 sotto la guida del direttore artistico Daniele Gaglianone (ingresso 4,50 euro)

La proiezione sarà introdotta da Alessandro Gaido, presidente dell’Associazione Piemonte Movie, insieme ai registi presenti e i cortometraggi verranno mostrati davanti alla giuria composta dai rappresentanti degli enti che hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa Davide Bracco (Film Commission Torino Piemonte), Stefano Boni (Museo Nazionale del Cinema), Stefano Francia Di Celle e Davide Oberto (Torino Film Festival), e Arrigo Tomelleri (ANEC), con assegnazione al termine della proiezione del Premio al Miglior Cortometraggio (2.500 euro).

I titoli in concorso sono: Bar nazionale di Mattia Capone e Alessandro Garelli; Garbage smile di Rocco D’Anzi; La forza di Chiara Troisi; Little noir di Tommaso Papetti; Ombre di Mariam Reza Beigi, Miriam Fabiano, Lorenzo Scarafia; Race Romoli di Alessio De Cicco; Radici di Duccio Brunetti; Spaiati di Michele Seia.

A partire da quest’anno la manifestazione cinematografica confluirà nel progetto regionale Piemonte Factory (i cui bandi restano aperti fino al 7 giugno), mantenendone invariati gli obiettivi.

Al Regio La Traviata è dal vivo. Per sostenere la cultura nessun biglietto omaggio

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La libertà di tornare finalmente a Teatro

Teatro Regio, domenica 9 maggio 2021 ore 16

Domenica 9 maggio, alle ore 16il Regio apre le sue porte e accoglie finalmente il pubblico in sala.
«È grande l’emozione e la soddisfazione in questi giorni che precedono la riapertura», spiega Rosanna Purchia, Commissario straordinario del Regio: «Il rapporto con il pubblico è stato sempre mantenuto grazie alle opere e ai concerti in streaming. Anche se a porte chiuse, il Teatro non si è mai fermato, e in questo anno abbiamo continuato a lavorare e a far vivere il nostro palcoscenico: da ottobre siamo alla quarta opera allestita in forma scenica, per questo siamo in grado di riaprire con un’opera e un concerto sinfonico garantendo la totale sicurezza per i lavoratori e per il pubblico». Inoltre, proseguendo il percorso di risanamento dei conti del Regio, Rosanna Purchia lancia un vero e proprio segnale di trasparenza e rigore: «Riaprire il Teatro Regio è per tutti noi motivo di festa, ma non possiamo permetterci alcuno scostamento di bilancio, per cui, in aggiunta alle azioni già previste e intraprese, annuncio che non sono previsti biglietti omaggio. E sono molto lieta che le Istituzioni e i Soci Fondatori del Teatro abbiano accolto con favore questo segnale».La traviata di Giuseppe Verdi va in scena domenica 9 maggio alle ore 16 con 4 repliche: venerdì 14 alle ore 18.30, domenica 16 alle 15, mercoledì 19 alle 15 e sabato 22 alle 18.30. Tutti gli orari sono programmati per consentire al pubblico il rientro a casa nei limiti consentiti dal Dpcm.
L’allestimento è quello realizzato nel 2018 dal Teatro San Carlo di Napoli con la regia di Lorenzo Amato, le scene di Ezio Frigerio e i costumi del Premio Oscar Franca SquarciapinoRani Calderon dirige l’Orchestra e il Coro del Regio, quest’ultimo istruito da Andrea Secchi. Nel cast: Gilda Fiume nel ruolo del titolo, Julien Behr come Alfredo e Damiano Salerno è Giorgio Germont.
Il maestro israeliano Rani Calderon, Direttore musicale al Teatro Municipal di Santiago del Cile, sale per la prima volta sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio. Ha studiato con i migliori insegnanti del suo tempo: la leggendaria pianista Pnina Salzman, direzione d’orchestra con Mendi Rodan e Noam Sheriff, e composizione con Yitzhak Sadai, frequentando le Accademie musicali di Tel Aviv e Gerusalemme. Ha proseguito la sua formazione in Europa, approfondendo lo studio del repertorio operistico. Collabora abitualmente con: Théâtre de La Monnaie di Bruxelles, Volksoper di Vienna e New Israeli Opera di Tel Aviv.Ecco come nasce questo spettacolo nelle parole del regista Lorenzo Amato: «Concepire e mettere in scena La traviata non è stato un lavoro preparato a tavolino con lucida razionalità, piuttosto si è trattato di una riflessione sulla malattia, sul tempo che scorre via inesorabile, l’amore, la violenza delle convenzioni sociali, l’ipocrisia, il sacrificio e infine la morte. Al centro dello spazio scenico, su un fondale trasparente come un vetro, la pioggia scorre implacabilmente per l’intera durata dello spettacolo, filtrando la visione delle grandi tele pittoriche create da Ezio Frigerio che descrivono gli ambienti. Un elemento che potrebbe essere visto come semplice metafora di una Parigi grigia, fredda e piovosa, ma che per me rappresenta molto di più: straniamento, allusione, stato d’animo, dolore, fino a quell’offuscamento della vista che le malattie particolarmente debilitanti provocano in ciascuno di noi».
Occhi brillanti e luminosi, un amore per il canto che emerge a ogni sorriso e ogni parola, soprano lirico d’agilità, Gilda Fiume è Violetta, gradito ritorno al Regio dopo il debutto nel 2019 nel ruolo di Gilda nel Rigoletto con la regia di John Turturro. Doppio debutto – al Teatro Regio e nel ruolo di Alfredo Germont – per il giovane tenore francese Julien Behr: dotato di una voce nitida e agile da tenore leggero è stato nominato nel 2009 Artista lirico rivelazione dall’ADAMI e nel 2013 nella stessa categoria al «Victoires de la musique classique». Il Teatro Regio prosegue così nell’impegno di scoperta e proposta di giovani talenti: ricordiamo tra tutti la straordinaria prova di Maria Agresta nei Vespri siciliani del 2011 con la direzione del Maestro Noseda e Iván Ayón Rivas nella Bohème della Fura dels Baus nel 2016. Ancora un debutto, quello di Lorrie Garcia nel ruolo di Flora. Infine, il baritono Damiano Salerno nel ruolo di Giorgio Germont: presenza scenica perfetta e timbro chiaro. Completano il cast: Ashley Milanese (Annina), Joan Folqué (Gastone), Dario Giorgelè (Douphol), Alessio Verna (D’Obigny), Rocco Cavalluzzi (Grenvil). Nel corso delle 5 recite si alterneranno: Luigi Della Monica e Alejandro Escobar (Giuseppe), Riccardo Mattiotto e Marco Sportelli (un domestico), Giuseppe Capoferri e Marco Tognozzi (un commissionario). Giancarlo Stiscia firma la coreografia, le luci sono di Marco Giusti.

Sabato 29 maggio alle ore 19.30 il maestro Rani Calderon sale nuovamente sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio per dirigere un concerto che prevede la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 8 in sol maggiore, op. 88 (Inglese) di Antonín Dvořák.

Un ringraziamento speciale va alla Prefettura di Torino, alla Commissione Provinciale di Vigilanza di Torino e alla Commissione Comunale di Vigilanza di Torino, le tre istituzioni che stanno lavorando in sinergia per dotare di agibilità definitiva il Teatro, e con cui stiamo lavorando in tempi brevissimi per consentire, con un provvedimento provvisorio, di riaprire in sicurezza il Regio dopo quindici mesi di chiusura.

In ottemperanza alle più recenti disposizioni per il contenimento della pandemia, il Regio torna ad accogliere il pubblico in sala per un massimo di 500 persone. Il Teatro ha realizzato importanti interventi strutturali e organizzativi per assicurare la fruizione degli spettacoli in condizioni di sicurezza sanitaria. Per questo motivo l’acquisto dei biglietti sarà possibile esclusivamente online sul sito www.teatroregio.torino.it e l’accesso in Teatro è consentito da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo per le necessarie verifiche e procedure: consegna dell’autodichiarazione di assenza di sintomi riconducibili al Covid-19 e di assenza di contatti stretti con persona affetta da Covid-19 negli ultimi 14 giorni, misurazione della temperatura all’ingresso, distanziamento in foyer e in sala, obbligo della mascherina durante tutta la permanenza in teatro.

Biglietti in vendita da lunedì 3 maggio esclusivamente su www.teatroregio.torino.it.
Prezzo dei biglietti per La traviata: posto unico numerato € 100; biglietti a € 30 per under 30.
Prezzo dei biglietti per il concerto: posto unico numerato € 20.
È possibile acquistare i biglietti utilizzando i voucher ottenuti a titolo di rimborso per gli spettacoli e i concerti del Regio annullati causa Covid.

Crediamo che il sostegno della collettività sia oggi fondamentale e chiediamo, a chi vorrà e potrà, di sostenerci: è possibile donare il voucher o donare un importo a scelta. In entrambi i casi si usufruisce delle agevolazioni fiscali previste per l’Art Bonus. Ricordiamo, infine, che è possibile destinare il 5 per mille dell’IRPEF a favore del Regio: un modo semplicissimo per mantenere viva la cultura musicale e il Teatro.
Con l’aiuto di tutti possiamo preservare al meglio la grandezza e la qualità del Regio, i suoi spettacoli, i suoi artisti e lavoratori, e far sì che rimanga tale per tutti, per sempre.

Per ulteriori informazioni: www.teatroregio.torino.it.

I concerti dell’Orchestra Rai ripartono in presenza

I concerti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Primavera- Estate al debutto il 9 aprile, sono stati caratterizzati dalla non presenza di pubblico causa pandemia.

Finalmente dal 6 maggio, anche se in numero molto ridotto (200 presenze ammesse), i concerti con il pubblico sono ripartiti. Fabio Luisi, con al pianoforte Alexander Malofeev , ha diretto l’Orchestra Rai  con musiche di Liszt e Ciaikovskij. I concerti proseguiranno fino al primo luglio. Tanti i musicisti di prestigio e una novità con 4 concerti in un meraviglioso viaggio di contaminazioni con “le altre musiche” denominati Rai Orchestra Pops, con musiche di John Green Wood, Keith Emerson, William Grant Still, Frank Zappa, Scott Joplin, Quinn Mason,Duke Ellington, Alberto Ginastera, , Giovanni Sollima,, Nirvana, George Gershwin, Winton Marsalis. Riprendono anche le “Domeniche dell’Auditorium”. I concerti inizieranno alle 20. Diretta su Radio 3 e in live streaming su raicultura.it

Pier Luigi Fuggetta

Cinedehors: “Siamo pronti per i film all’aperto”

Caro direttore, per il secondo anno consecutivo siamo alle prese con la pandemia del COVID19. Le nostre attività cinematografiche al chiuso hanno avuto una contrazione forte nell’ultimo inverno e solo in questi giorni, con mille difficoltà, si vedono i primi spiragli di riapertura. Nonostante lo sconforto e le difficoltà abbiamo deciso per il secondo anno consecutivo di investire nel miglioramento della nostra offerta per farci trovare pronti per la stagione estiva.

Rimangono ancora molte incognite, prima fra tutta il persistere del coprifuoco alle 22 che di fatto impedisce ogni tipo di attività. Abbiamo deciso di rilanciare comunque, anche nell’incertezza della situazione, le nostre proposte riformulandole. Abbiamo deciso di investire in creatività e naturalmente in dotazioni tecniche innovative. Per l’estate 2021 abbiamo rinnovato il nostro sito internet e i nostri canali social per fornire al pubblico un servizio maggiormente accurato.
Sul piano tecnologico, un nuovo impianto DCP migliorerà il livello qualitativo delle proiezioni e una nuova biglietteria interamente online completerà i servizi offerti al pubblico di una delle più grandi rassegne di cinema itinerante del nostro territorio. L’innovazione e la dedizione ai nostri progetti potranno essere le chiavi per superare questa situazione ancora complicata. Rimanendo fedeli alla nostra idea di proiezioni in luoghi inconsueti per questa stagione il nostro cinema sarà declinato in cinema all’aperto, drive in, cinema dai palazzi e cinema in pellicola. La nostra idea di cinema all’aperto continuerà ad essere itinerante e massimamente inclusiva consci e consapevoli della nuova situazione che stiamo vivendo. Noi siamo pronti!
Abbiamo lavorato con lo scopo di riuscire a realizzare le nostre proiezioni garantendo la massima sicurezza per gli spettatori e per noi operatori in ottemperanza alle normative. Crediamo che mai come in questa estate ci sia l’esigenza di avere dei momenti di socialità. Con il distanziamento fisico e non sociale, ancora con le mascherine, rispettando tutte le regole. Siamo responsabili e attenti per concederci un film all’aperto in compagnia: noi ci crediamo. Seguiamo l’evolversi della situazione mantenendo i contatti con associazioni, enti pubblici e organizzazioni private per essere pronti, una volta definito il contesto sanitario e legislativo in cui il settore potrà muoversi, a ripartire velocemente.
Gli aggiornamenti sono e saranno disponibili sul nostro sito e sui nostri canali social!
Arianna Airaldi & Giacomo Cuppari
CINEDEHORS
Associazione Culturale

Fossano

“Stiamo cercando amore, non c’è tempo per le lacrime”

MUSIC TALES  La rubrica musicale

Stiamo cercando amore, non c’è tempo per le lacrime,

È solo acqua sprecata

E non fa crescere fiori”

Just the Two of Us è un singolo del musicista statunitense Grover Washington Jr., pubblicato nel 1981 come estratto dall’undicesimo album in studio Winelight.

Il brano è stato scritto da Bill Withers, William Salter e Ralph MacDonald e inciso da Grover Washington Jr. e Bill Withers.

Raggiunse il secondo posto della Billboard Hot 100, rimanendoci per 3 settimane e vinse il Grammy Award alla miglior canzone R&B.

Withers ne incise un’altra versione per un suo CD di greatest hits.

Bill Withers, pseudonimo di William Harrison Withers Jr. (Slab Fork, 4 luglio 1938 – Los Angeles, 30 marzo 2020), è stato un cantante e musicista statunitense.

È stato attivo principalmente dal 1970 al 1985.

Fra i suoi brani più celebri Ain’t No Sunshine coverizzata in tutti i luoghi in tutti i laghi (cit. Scanu) ed in tutte le salse, ma sempre incantevole.

Ma è di Just the Two of Us che oggi ho deciso di scrivere; di un brano quindi che parla del desiderio di un amore, di vedersi proprio accanto a quella persona, circondati solo da cose belle e non da lacrime viste come acqua sprecata.

Un brano dell’inizio degli anni ’80, Uno dei periodi che ancora oggi vengono ricordati con maggior piacere e nostalgia, anni che si contraddistinguono da altri periodi per il gran numero di band che hanno cavalcato la scena musicale. Ancora oggi alcune di loro continuano a sfornare un capolavoro musicale dopo l’altro.

Io oggi ve ne regalo una versione con ukulele, per dimostrare che è molto semplice fare musica, ma è molto difficile farla con semplicità.

Mi è piaciuta e spero piaccia anche a voi

Bisogna essere cauti nell’esprimere desideri, perché potrebbero avverarsi.”

Buon ascolto, abbiate clemenza.

Chiara De Carlo

https://www.youtube.com/watch?v=tbMaLOyOJJA&ab_channel=Rene%C3%A9Dominique

 

Ecco a voi gli eventi della settimana! Mi raccomando, prenotate. I posti sono contati

Lo Stabile torinese reincontra il pubblico per un’estate tutta teatrale

“Evviva, ripartiamo” è l’urlo di rinascita che il presidente dello Stabile torinese Vallarino Gancia lancia ad inizio della conferenza stampa rigorosamente in streaming per annunciare l’attività che rivedrà la vita teatrale sui palcoscenici di Carignano, di Gobetti e di Fonderie Limone.

“Abbiamo riaperto e tutto questo è stato possibile perché non ci siamo mai fermati”, come una grande, enorme bottega che non abbia mai smesso di lavorare e sfornare manufatti su manufatti. Con l’orgoglio e la felicità di tutti. E con la consapevolezza di aver ritrovato, allo scoccare delle riaperture, un nuovo, inatteso senso di comunità teatrale, di toccare con mano quell’abbraccio che ancora una volta si ricrea tra palcoscenico e pubblico. Si lancia nell’etere la parola innamoramento e a nessuno pare sprecata. Il lavoro ferve, c’è tanto da fare, una primavera e un’estate ad attendere il pubblico. Lo Stabile di casa nostra è stato il primo a riaprire le porte (dallo scorso 26 aprile), a riprendere, inevitabilmente rivisto e assai corretto, il cartellone Diversamente Classico – infelicemente naufragato per la tragedia e gli effetti della pandemia – per prolungarlo sino a Ferragosto (promessa del direttore Filippo Fonsatti), guardando soprattutto al progetto produttivo che è la spina dorsale dell’ente, eleggendo Filippo Dini regista residente (per un triennio) e affidando a lui l’inaugurazione della stagione 21/22 con un titolo che Fonsatti non rivelerebbe nemmeno sotto tortura (dev’essere un titolo “grosso” e ne siamo già curiosi). Un cartellone che conta 26 titoli di cui 10 produzioni del Tst (8 nuove produzioni esecutive e 2 coproduzioni) e 16 spettacoli ospiti.

“Stiamo coronando un sogno”, rincara la dose Valerio Binasco direttore artistico e non può star fermo sulla sedia. “Oltre la riapertura, produciamo spettacoli, abbiamo messo in cantiere in questi mesi parecchi titoli e siamo pronti ai debutti, “straordinariamente” pronti, senza tacere della profusione di energia e speranza che ci ha aiutato ad andare avanti. Faccio parte di una grande squadra con un grande capitano, Fonsatti”: tutto sembra essere una grande festa più che una conferenza stampa e le pacche sulle spalle – giustamente – non devono mancare.

Già il pubblico affolla le repliche del pirandelliano Il piacere dell’onestà, Binasco interprete e regista (Carignano, fino al 9 maggio) e delle Sedie di Ionesco, nella classica traduzione di Gian Renzo Morte, ancora regia di Binasco e interpreti Federica Fracassi e Michele Di Mauro (Fonderie Limone, fino al 16 maggio, ve ne riferiremo), da stasera Maria Amelia Monti e Roberto Turchetta portano sul palcoscenico del Gobetti La parrucca da La parrucca e Paese di mare di Natalia Ginzburg, per la regia di Antonio Zavatteri (fino al 9 maggio), titolo che vanta già 1200 biglietti venduti, tanto per dimostrare la bulimia di testi teatrali che ha appassionatamente colpito il pubblico. Che potrà nei prossimi mesi tra l’altro ricercare la presenza del Stabile torinese sullo schermo di Rai5: due Pirandello venduti (quattrini che entrano felicemente in cassa), Il piacere e Così è (se vi pare) per la regia di Dini, pluripremiata messinscena. Certamente da rivedere. Dall’11 maggio (sino al 30) il debutto a lungo atteso, in un saltellare di rinvii, di The Spank, testo – la tragedia (?) di due uomini ridicoli (!) – di Hanif Kureishi, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore anglo-pakistano di successo, in prima mondiale, con Binasco e Dini (quest’ultimo, elettrizzato per le pillole di saggezza che quotidianamente si vede inviare dall’autore, anche regista); mentre dal 25 maggio (sino al 13 giugno, alle Fonderie, Jurij Ferrini affronterà un titolo da far tremare le vene e i polsi ma grandioso, giusto ormai per i suoi dati anagrafici (come interprete) e per il suo lungo percorso di regista, Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. Al suo fianco, lui Willy Loman, specchio rotto della distruzione del sogno americano, Orietta Notari, già nel ruolo della moglie Linda con Eros Pagni e Marco Sciaccaluga, scomparso di recente, regista.

Intanto si allineano altri titoli. 10mg, drammaturgia della giovane Maria Teresa Berardelli, regia di Elisabetta Marzullo, amore, paura, solitudine, desiderio, frustrazione cui si dovrà aggiungere la commercializzazione della malattia attraverso il sistema pubblicitario (Gobetti, dal primo giugno); Risveglio di primavera di Wedwkind che Gabriele Vacis sta preparando con i neodiplomati della scuola dello Stabile (Sala piccola delle Fonderie, dall’8 giugno); Pandora, proposto dal Teatro dei Gordi, nel cuore di Binasco una delle chicche di questa stagione estiva, uno spettacolo senza parole, un bagno pubblico come metafora moderna del vaso da cui sono uscite le disgrazie dell’umanità; Staff only. I mestieri del teatro per la regia di Elena Serra, per un pubblico di giovanissimi; e la gozzaniana Signorina Felicita con Lorena Senestro diretta da Massimo Betti Merlin.

A ribadire ancora una volta che “la scena teatrale torinese è viva” (ancora Binasco) e gode ottima salute, si è deciso di far convivere durante il mese di luglio i cartelloni di “Prato Inglese” (al Carignano, dal 6 luglio) con Molto rumore per nulla per la regia di Silvio Peroni e di “Summer Plays” (al Gobetti, dal 29 giugno) con ben undici interessanti proposte. Infine gli ospiti: Daniele Russo, Silvio Orlando, Gabriele Lavia e Monica Guerritore.

Elio Rabbione

Nelle foto:

Valerio Binasco e Filippo Dini in una scena di “The Spank”, un testo di Hanif Kureishi (foto di Luigi De Palma); “Le leggi della gravità” con Gabriele Lavia; “10mg” diretto da Elisabetta Marzullo (foto di Andrea Macchia); “Pandora” proposto dal Teatro dei Gordi (foto di Noemi Ardesi)

L’ambiente è di scena all’Earthink Festival

Dall’11 al 19 settembre a Torino torna la rassegna che da dieci anni racconta la sostenibilità ambientale attraverso le arti performative. Un’edizione 2021 diffusa e in pieno contatto con la natura: spettacoli, esperienze sensoriali e percorsi di immersione nell’ambiente andranno in scena nei principali parchi della Città e nei luoghi simbolo della riqualificazione sociale lungo le sponde del Po e della Dora

 Earthink Festivalil primo festival in Italia dedicato alle espressioni artistiche performative attente al tema della sostenibilità, tornerà in scena a Torino dall’11 al 19 settembre 2021. Svelato il tema della X edizione che sarà #VISIONARI: un monito che, in uno dei periodi più complessi per il comparto culturale, vuole essere un augurio e un incoraggiamento a tutti coloro che decidono di intraprendere sperimentazioni artistiche meno battute, offrendo al pubblico spunti di riflessione in grado di anticipare l’evoluzione del dibattito cittadino.

L’edizione 2021 sarà all’insegna dell’esplorazione sensoriale e mentale: fra gli spettacoli selezionati, infatti, performance di forest bathing (letteralmente “bagni di foresta”), esperienze guidate di mindful eating e spettacoli di prosa che indagano il rapporto dell’uomo contemporaneo con la propria dimensione interiore, con i fenomeni atmosferici e gli elementi naturali, per generare uno sguardo più consapevole verso il mondo circostante. L’universo – da sempre ricollegato al numero 10 simbolo di totalità e completezza – e l’acqua saranno infatti i due concetti chiave che, come un filo rosso, attraverseranno il Festival, affiorando nelle tematiche affrontate sul palco e nelle location scelte. Saranno tre infatti i luoghi del festival, tutti dislocati lungo le sponde dei corsi d’acqua di Torino nel cuore dei quartieri più multietnici della Città: l’Imbarchino e il Parco del Valentino; la Scuola Holden e la zona di Borgo Dora; l’housing sociale Cascina Filanda e il Parco del Meisino.

Nei prossimi mesi verranno svelati i nove spettacoli in calendario, selezionati fra oltre 60 proposte arrivate da tutta Italia, che comporranno il programma. “È stata una sorpresa bellissima riscontrare una partecipazione così numerosa, variegata e di grande spessore artistico” commenta Serena Bavo, ideatrice e direttrice del Festival dal 2011. Oltre alle proposte teatrali, in avvicinamento ai nove giorni di kermesse, in programma a partire dalla fine giugno anche due iniziative performative itineranti in collaborazione con sei artisti torinesi.

A dieci anni dalla prima edizione, Earthink – organizzata da Tékhné, fra le prime associazioni del territorio a investire nel welfare culturale, promuovendo la rigenerazione umana a partire dall’attività artistica e creativa soprattutto verso le comunità fragili che non hanno facile accesso all’offerta teatrale – raggiunge un importante traguardo, confermando il ruolo di una manifestazione che negli anni è diventata un punto di riferimento nel panorama italiano e internazionale per gli artisti che utilizzano lo spettacolo dal vivo per raccontare e sensibilizzare il grande pubblico sul rispetto ambientale e sulla sostenibilità.

Crisi, soffre il settore degli spettacoli: un terzo del comparto rischia di sparire

In Piemonte il settore degli spettacoli ha accumulato perdite per 25 milioni  dal marzo 2020

Ora rischia di vedere scomparire entro fine anno  il 30% dell’intero comparto. In base a  uno studio condotto nel settore, il critico musicale Maurizio Scandurra afferma:  “Le riaperture così come sono  e  il perdurare del coprifuoco alle 22 vanificano ogni ipotesi di pianificazione spettacoli, dal piccolo pianobar all’interno di locali e ristoranti sino al concerto o evento di piazza”

Piccole aziende  individuali e PMI dai tre ai dieci addetti sono impossibilitate a onorare leasing, mutui  e prestiti mensili per i noleggi a lungo termine di impianti di fornitura palcoscenici, tensostrutture, audio-video. Conclude  Scandurra : “si tratta di imprese che faticano a riconvertirsi, vista  la loro propria specificità, che basano la propria competitività sull’ innovazione delle attrezzature, e che le briciole provenienti dai vari decreti nazionali e regionali non sono in grado di sostenere”.

A teatro per la parità di genere

EMANCIP(H)ATE Uno spettacolo scritto e diretto da Virginia Risso per la parità di genere e per la raccolta fondi a favore del Teatro al Femminile. On line dal 1 maggio 2021 alle ore 21

 

Sarà on line, per una sera, il 1 maggio 2021 alle ore 21, EMANCIP(H)ATE , spettacolo prodotto da Teatro al Femminile, scritto e diretto dalla giovane torinese Virginia Risso. Affronta la disparità di genere e avvia una raccolta fondi solidale: acquistando il biglietto di 10€ si contribuisce a sostenere il Teatro al Femminile.

EMANCIP(H)ATE affronta tre macro temi – gender gap, legge 194, processi per stupro – attraverso il linguaggio della satira”, dice Virginia Risso. Lo spettacolo era previsto nel cartellone del 2020, ma è stato sospeso per il Covid 19. “Anche se lo streaming non è la soluzione alla chiusura dei Teatri – prosegue Risso – ho deciso di utilizzare questo mezzo virtuale come alternativa, perché sono convinta dell’importanza informativa e formativa di questa rappresentazione, allestita anche per sostenere il Teatro al Femminile che, come tutte le realtà culturali, ha subito la perdita totale dei suoi introiti”.

“Il termine odio che occhieggia nel titolo – aggiunge – è un grido di protesta verso tutte le ingiustizie che il genere femminile ancora subisce, ma di cui poco si parla. I femminicidi rappresentano soltanto la punta di un iceberg fatto di prevaricazioni, soprusi e discriminazioni. C’è una struttura burocratica, sanitaria, istituzionale antiquata ed inefficiente, che minaccia il progresso e impedisce il raggiungimento di un mondo egualitario, dove non esistono più donne e uomini, ma Persone, con pari diritti ed opportunità”.

L’ambientazione dell’intera messa in scena è il tendone di un circo, in cui sei clown interpretano diversi ruoli, a seconda dell’argomento che si va a rappresentare. La scelta del tema circense vuole evidenziare come dinamiche e fatti reali risultino coerenti all’interno di un contesto esasperato e grottesco. L’ironia che caratterizza l’intera rappresentazione coinvolge il pubblico, “lasciandogli un amaro in bocca difficile da levare via”, sottolinea Risso, che conclude: “In un periodo in cui le donne sono le vittime principali della crisi economica e sociale, le istituzioni non devono perdere di vista punti fondamentali nelle loro agende per la parità di genere”.

Per maggiori informazioni potete contattare teatroalfemminile@gmail.com

Link della campagna di crowdfundinggf.me/u/zkvayz

EMANCIP(H)ATE

una produzione Teatro al Femminile
scritto e diretto da Virginia Risso
aiuto regia Matteo Maria Dragoni

Debutto on line del 1° maggio 2021 alle ore 21.

Acquistando il biglietto da 10€si contribuisce alla raccolta fondi per sostenere Teatro al Femminile

con Sabrina Biagioli, Giulia Capuzzimato, Jessica Di Bernardi, Sara Morassut, Virginia Risso, Lorenza Sacchetto

coreografie di Giulia Capuzzimato

riprese Nuvole Rapide Produzioni

allestimento luci Luca Pastore
tecnico audio-luci Matteo Maria Dragoni

vocal coach Marco Panunzio
actor coach Commedia dell’Arte Luca Gabos

ufficio stampa Antonella De Tino

con la collaborazione di Marco Zordan
e del Teatro Trastevere