SPETTACOLI- Pagina 185

Teatro Stabile: da Shakespeare a Ibsen, da Pirandello a Brecht

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Presentata la stagione 2021 – 2022 del Teatro Stabile di Torino

 

Sarà “Casa di bambola” di Ibsen ad aprire al Carignano il 4 ottobre prossimo (repliche per l’intero mese) la nuova stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, regia e interpretazione di Filippo Dini con Deniz Özdogan nel ruolo di Nora, in una lettura curiosa nella sua novità, non legata soltanto al tema del femminismo e della rivolta familiare – ritroveremo il regista genovese tra marzo e aprile al Gobetti con “Ghiaccio” dell’inglese Bryony Lavery, un dramma pluripremiato, un thriller psicologico, un testo di rimorso, punizione e redenzione, un’opera che dolorosamente affronta un tema scabroso della società di oggi, come è quello della pedofilia.

Parole di grande ottimismo durante la conferenza stampa di presentazione di un calendario (“abbiamo debuttato con ‘Molto rumore per nulla’, ora facciamo molto rumore per qualcosa che funzione davvero”, “in questa Italia vincente il teatro è vincente”) che è presentato dai responsabili, presidente Vallarino Gancia e direttori Fonsatti e Binasco grande intrattenitore, nella sua completezza – da metà settembre a metà giugno -, che poggia sul tanto lavoro sui tanti mesi di chiusura dei teatri e ben oltre, sul rapporto di fiducia del pubblico, sul sostegno continuo della Regione, del Comune e degli Enti bancari maggiori. La riapertura vuol dire “primo amore” ovvero lo spettacolo dal vivo (l’icona annuale mostra due giovanissimi, un lui e una lei ancora ben distinti, sotto l’albero della valle dell’Eden in versione 2.0, con lui tra l’imbronciato e il sospettoso a mostrare nella mano sinistra una rossa mela, mentre lei guarda immobile in macchina incorniciata da una riccioluta chioma bionda), il ritorno a casa definitivo, le poltrone della sala forse a poco a poco tutte utilizzabili, il ritrovarsi e l’abbracciarsi, il tiepido accendersi di qualche discussione (antica costante ormai pressoché spenta). Il luminoso versante ottimistico accoglie in primo luogo le 7 nuove produzioni esecutive, le 5 coproduzioni, le 4 riprese e i 32 titoli ospiti (62 titoli suddivisi tra Carignano, Gobetti e Fonderie Limone), tra i quali s’attendono con curiosità e interesse l’applaudita prova di Kriszta Székely “Il cerchio di gesso del Caucaso”, il 19 gennaio alle Fonderie dal Katona di Budapest (la regista mise in scena da noi un moderno “Zio Vania” nel gennaio 2020 e la vedremo con una nuova produzione sempre per lo Stabile di casa nostra nell’autunno 2022), lo shakespeariano “Antonio e Cleopatra” firmato per il Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona da Tiago Rodrigues (da pochi giorni nominato nuovo direttore del Festival di Avignone), ancora alle Fonderie il 27 marzo, e infine “Come tu mi vuoi” di Pirandello, dall’Odéon parigino al Carignano il 27 maggio, con la regia di Stéphane Braunsschweig.

Il direttore artistico Valerio Binasco, scommettendo anche sulle stagioni e sul loro sovvertimento, nel freddo (forse?) di fine anno inscenerà in un Carignano trasformato in un bosco fin dal foyer “Sogno di una notte di mezza estate”, testo a lungo inseguito, mentre tra maggio e giugno porterà alle Fonderie gli euripidei “Ifigenia” e “Oreste”, la vicenda che abbraccia due vittime, “un ideale percorso di indagine nel dolore dei figli, nella cupa solitudine della famiglia, nel peso delle responsabilità che innervano la storia del teatro”. Leonardo Lidi (la cui “Casa di Bernarda Alba” con Orietta Notari, Francesca Mazza e Francesca Bracchino inaugurerà il 14 settembre la stagione del Gobetti, dove era stata costretta a chiudere dopo un pugno di repliche causa pandemia) metterà in scena, avvicinandoci ai 400 anni dalla prima rappresentazione al Palais-Royal, “Il misantropo” di Molière, Fausto Paravidino ripescherà dagli impegni cancellati della scorsa stagione, con l’interpretazione di Rocco Papaleo (divenuto ormai torinese a tutti gli effetti), “Peachum. Un’opera da tre soldi), personale rivisitazione del testo brechtiano. Restando sempre in casa Stabile, il nome emergente di Emanuele Aldrovandi, “talentuoso drammaturgo”, con “L’estinzione della razza umana”, dove un virus trasforma le persone in tacchini, protagoniste due coppie divorate dalle loro contraddizioni; in ultimo, attesissimo, dopo il planetario successo di “Macbettu”, premio UBU come “migliore spettacolo dell’anno”, Alessandro Serra con “La tempesta”, ancora Shakespeare, uno spettacolo fatto intimamente di amore e di odio, di perdono umanamente abbracciato, di magia in cui è bello perdersi.

Ultima eccellente stazione. Tra le coproduzioni e le ospitalità cogliamo i mostri sacri Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri in “Arsenico e vecchi merletti”, Emma Dante, Antonio Latella con “Chi ha paura di Virginia Woolf” interpretato da Sonia Bergamasco e Vinicio Marchionni, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, Gabriele Lavia (“Il berretto a sonaglia” al Carignano dal 22 marzo), “Moby Dick alla prova”, con Elio De Capitani regista e interprete, un progetto di Orson Welles che prese vita a New York nel 1955, lui chiaramente maestoso Achab, che prese anche la forma di un film mai completato. E ancora: Mario Martone (in video-collegamento, ha sperato “che i teatri, come le scuole, non chiudano mai più, neppure se dovesse tornare la zona rossa, sarebbe un danno gravissimo, dobbiamo evitarlo e dobbiamo stringerci tutti quanti assieme perché questo non accada”, applauditissimo dal pubblico presente, soprattutto dai tanti attori in sala che per mesi sono stati chiusi tra le mura di casa) che porterà “Il filo di mezzogiorno” di Goliarda Sapienza, eccentrica e controversa scrittrice a relazionare per autobiografia sul proprio percorso psicanalitico, Matthias Martelli alle prese a riverire (si spera anche con un briciolo di divertente humour) nel settecentesimo anniversario padre Dante “fra le fiamme e le stelle” sotto l’occhio attento di Emiliano Bronzino e soprattutto del divulgatore Alessandro Barbero, amabilmente votato alla leggerezza, “Museo Pasolini” di e con Ascanio Celestini, “Il silenzio grande” scritto da Maurizio De Giovanni con la regia di Alessandro Gassmann, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon con “Eichman. Dove inizia la notte”, testo di Stefano Massini, i due attori nei ruoli di Hannah Arendt e del boia incriminato, processato e condannato a morte per genocidio e crimini contro l’umanità nel 1962.

 

Elio Rabbione

 

 

Nelle immagini, Umberto Orsini, in scena con Franco Branciaroli, con “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute; Rocco Papaleo in “Peachum” di Fausto Paravidino (foto Tommaso Le Pera; Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri in “Arsenico e vecchi merletti” (foto Tommaso Le Pera); il pirandelliano “Comme tu me veux” dall’Odéon di Parigi (foto Simon Gosslin); “Il nodo” di Johanna Adams con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno con la regia di Serena Senigaglia (foto Serena Serrani)

 

A Burattinarte torna Gabrielli: “Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette”

Lo spettacolo, originale, sorprendente e straordinariamente godibile anche dagli adulti, andrà in scena a Bra venerdì 23 luglio

Settimana 4. 

 

Il calendario della quarta settimana di Burattinarte si comporrà di un solo appuntamento, ma sarà più interessante e sorprendente che mai.

 

Protagonista della serata di venerdì 23 luglio sarà Giorgio Gabrielli, uno degli artisti più apprezzati e riconosciuti della scena italiana.

Lo spettacolo che Gabrielli proporrà alle 21.30, nei giardini del Belvedere di Bra, si intitola “Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette“.

 

Moderno Geppetto, scultore e designer, appassionato di teatro dei burattini, Gabrielli racconta in questo spettacolo la storia di un saltimbanco (… sarà forse la sua storia?) che, dopo anni passati a fare spettacolo con due burattini e un piccolo teatrino montato sulle spalle, si ferma a ripercorrere la sua vita.

 

Come si diventa burattinai? Quanto è forte il richiamo del viaggio, dell’avventura della scoperta e quanto incide l’amore per il teatro nel decidere di intraprendere questo mestiere? Come nasce uno spettacolo? Cosa ispira l’artista nell’intagliare il burattino in un modo piuttosto che in un altro?

 

Il diavolaccio di Gabrielli

Legno diavoli e vecchiette… storie di marionette

Sono queste alcune delle domande a cui lo spettacolo “Legno, diavoli e vecchiette… storie di marionette” si impegna a dare risposta… ma altre domande e altre risposte ancora ne scaturiranno, anche grazie ai microspettacoli L’Angiolino, Il diavolo dei campi, La vecchia Madùra, con cui il marionettista sorprenderà il pubblico, rivelandoli come fossero perle preziose, nascoste nella conchiglia della storia principale.

Giorgio Gabrielli e il teatrino montato sulle spalle del burattinaio

«Lo spettacolo è il risultato di un progetto sulla didattica museale, nato dalla collaborazione di Gabrielli con il Museo Civico di San Benedetto Po, di cui Gabrielli cura, come responsabile, la sezione marionette e burattini», precisano Claudio Giri e Consuelo Conterno, ideatori e direttori artistici di Burattinarte. «In questo progetto Gabrielli ha unito diversi microspettacoli, non per raccontare una storia classica, quanto piuttosto per raccontare la loro stessa storia, in una sorta di teatro nel teatro di pirandelliana memoria. Singolare poi, in questo spettacolo, è la ricerca tecnica sui burattini: una costante sperimentazione sia sui materiali che sulle tecniche per dare movimento rende questi burattini particolarmente curati e sorprendenti. La combinazione di queste modalità narrative, esecutive e delle soluzioni tecniche innovative adottate rende questo spettacolo particolarmente godibile anche per il pubblico adulto, che ne apprezzerà la finezza progettuale, mentre i bambini ne coglieranno la magia»

 

I direttori artistici della rassegna concludono con una curiosità: «Le scenografie sono formate dalle stesse valige nelle quali sono custodite le marionette che, creando un semicerchio, definiscono lo spazio scenico, interrotto solo da una piccola “baracca” per burattini ricavata da un vecchio zaino della seconda guerra mondiale».

Per assistere agli spettacoli è vivamente consigliata la prenotazione, entro le ore 16scrivendo su whatsapp  al 339 4638307 o all’indirizzo e-mail  prenotazioni.burattinarte@gmail.com.

Si può anche prenotare direttamente presso l’ufficio Turismo e Manifestazioni del Comune di Bra telefonando allo  0172 430185  o scrivendo a turismo@comune.bra.cn.it.

Ingresso a biglietto: 3 € a persona

 

Gli organizzatori ringraziano quanti hanno creduto nel festival e si sono adoperati affinché potesse ancora una volta, avere luogo.

In particolare, Regione Piemonte, Fondazione CRT, fondazione CRC, Banca d’Alba, a cui si sono affiancati i 13 Comuni coinvolti e le associazioni Nel Viale, Anforianus, il Cinema Vekkio oltre all’Ente turismo Langhe, Monferrato, Roero.

 

Con cortese preghiera di pubblicazione

 

Lavori in Corto. Restiamo umani. I vincitori dell’ottava edizione

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema annuncia  i vincitori dell’ottava edizione del concorso cinematografico nazionale Lavori in corto. Restiamo umani, dedicato a opere cinematografiche che ragionano sulle tematiche dei diritti umani.

Sono stati oltre cento i film di giovani autori under 35 da tutta Italia che si sono iscritti per concorrere all’assegnazione dei seguenti premi:

>il Primo Premio Armando Ceste con un valore di 1.000 Euro, offerto da Nova Coop, la cooperativa della grande distribuzione
>il Gran Premio della Giuria, dedicato quest’anno a Vittorio Arrigoni, con un valore di 600 Euro

>il Premio assegnato dalla Fondazione Montessori Italia al miglior film che tratterà i diritti dell’infanzia, con un valore di 600 Euro

La giuria di Lavori in Corto si è composta di: Presidente Stefano Francia di Celle, storico del cinema e Direttore del Torino Film Festival, Maria Elena Delia, amica e collaboratrice di Vittorio Arrigoni, a cui è dedicato il concorso quest’anno, in rappresentanza della Fondazione Vik Utopia Onlus, Marcella Filippa, Direttrice della Fondazione Vera Nocentini, Carmen Riccato, Direttrice del Disability Film Festival, Paola Ramello di Amnesty International Italia, Halah Mohammed Mohsen, giornalista e attivista per i diritti umani yemenita, Barbara Sassano, formatrice della Fondazione Montessori Italia e da Vittorio Canavese, socio dell’AMNC e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Formatori.

MENZIONI e PREMI di Lavori in Corto. Restiamo umani

>>MENZIONI LAVORI IN CORTO. RESTIAMO UMANI 2021

> Menzione eHabitat a Il muro bianco di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi

La menzione di eHabitat per i corti a tema ambientale va a Il muro bianco di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi. L’opera tratta di una tematica molto importante, purtroppo ancora attuale e che non va tralasciata. L’amianto è rappresentato come un nemico invisibile, attraverso la metafora dello spettro (gli errori) del passato che minacciano i bambini (il futuro) trasformando ciò che dovrebbe sostenere i propri sogni (gli adulti, la scuola, ma se vogliamo, il muro che sostiene i disegni) in qualcosa che in realtà li minaccia. Inoltre, Il muro bianco ha una perfezione di scrittura che passa dal reale al metaforico in maniera efficace, oltre che a un sapiente uso delle inquadrature senza sbavature o prolissità. Per noi della redazione di eHabitat si tratta di un corto che riesce a fotografare una realtà difficile senza cadere nello scontato o nel banale.

> Menzione Speciale a En Camino – Messico, machismo e nuvole di Cortese Fenucci e Vattese

La Giuria assegna una menzione speciale a En Camino – Messico, machismo e nuvole di Cortese Fenucci e Vattese con la seguente motivazione: riteniamo doveroso menzionare questo lavoro, anzitutto per la sua capacità di testimoniare efficacemente un atto di resistenza, delle donne di Città del Messico, offrendo al contempo, un sostenibile modello del modo in cui l’autorganizzazione di contesti urbani protetti autogestiti su base solidale, diventino strumento di consapevolezza del proprio essere persone con umani diritti attraverso la reciprocità del confronto e dello scambio.

> Menzione Speciale Umar di Francesco Cibati

La Giuria riconosce a Umar di Francesco Cibati, presentato in anteprima assoluta, una menzione speciale per il suo approccio potente e delicato nello stesso tempo, che ci offre uno sguardo sulla rotta balcanica, attraversata da tanti migranti in condizioni precarie e privi di tutele. Un corto che attraverso piccoli gesti di solidarietà, come il lavare i piedi a un migrante, gesto fortemente simbolico, o la cura degli oggetti personali, il cibo che unisce, la preghiera come identità e bisogno, ci racconta la storia di un giovane che dal Pakistan giunge a Trieste, e di altri come lui che cercano una casa, un luogo accogliente, libertà e tutela dei diritti fondamentali, che rendano la vita degna di essere vissuta.

>>PREMI LAVORI IN CORTO. RESTIAMO UMANI 2021

Premio della Fondazione Montessori Italia a Diciotto di Laura D’Angeli, Maria Colomer Canyelles e Dafne Lechuga Maroto

La Giuria ha deciso di assegnare il Premio della Fondazione Montessori Italia a Diciotto di Laura D’Angeli, Maria Colomer Canyelles e Dafne Lechuga Maroto per aver messo in luce il valore profondamente umano della Cura, qui esplicata quale ponte educativo tra l’infanzia e l’età adulta, e per aver narrato le sfumature complesse dell’essere accolti e dell’accogliere con rispetto e senza aspettative.

Gran Premio della Giuria Vittorio Arrigoni ad Assomoud – House of the resilient children di Francesca Zonars

Gran Premio della Giuria Vittorio Arrigoni ad Assomoud – House of the resilient children di Francesca Zonars presentato in anteprima assoluta a Lavori in Corto. La giuria ha ritenuto Assomoud un’opera capace di restituire, attraverso la storia straordinaria del progetto della “Casa dei Bambini Resistenti”, anche una fotografia equilibrata, lucida e onesta della drammatica situazione che i profughi palestinesi sono costretti a vivere da decenni. Grazie ad una minuziosa ricerca di materiale d’archivio, perfettamente integrato all’interno della narrazione del presente, Francesca Zonars è riuscita a mettere contemporaneamente in luce il dramma dei palestinesi, ma anche la grandezza di un’umanità capace non solo di resistere, ma anche di progettare e costruire.

Primo Premio Armando Ceste a Libertà di Savino Carbone

Primo Premio Armando Ceste a Libertà di Savino Carbone: Il documentario, con attenzione emotiva, narrativa e formale attraverso il diretto racconto dei protagonisti, ci presenta la speranza di trovare in Italia il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali che sono negati nei loro paesi di origine e lancia una forte richiesta di responsabilizzazione nei confronti dei migranti.

Torna Lunathica e raddoppia gli spettacoli, tra green, comicità, circo e sostenibilità

Il Festival della ripartenza propone una nuova formula e tante novità

 

La nuova formula del Festival Internazionale di Teatro di Strada diretto da Cristiano Falcomer propone 42 spettacoli in 9 comuni (tra cui due new entry) dal 22 al 25 luglio lungo tutta la giornata con una speciale attenzione alla mobilità dolce, alla valorizzazione dei territori dislocati lungo la pista ciclabile e al sostegno delle giovani compagnie. Simbolo di questa edizione un delizioso chapiteau allestito nel verde dell’Oasi Naturalistica dei Gorèt a Nole

 

“L’arrivo del circo di notte, la prima volta che lo vidi da bambino, ebbe il carattere di un’apparizione. Questa specie di mongolfiera, preceduta da niente, la sera prima non c’era, la mattina era là, davanti a casa mia”

Federico Fellini

 

Dopo un anno di pausa dovuto alla Pandemia, dal 22 al 25 luglio torna Lunathica, il festival diffuso di teatro di strada diretto da Cristiano Falcomer. Un’edizione completamente differente e con una nuova formula che toccherà 9 comuni tra cui due new entry. Alle consolidate piazze di Cirié, San Maurizio, San Francesco, Mathi, Nole, Fiano e Lanzo si aggiungono infatti Leinì e Villanova Canavese.

Novità anche rispetto al periodo e alla programmazione. Se l’ultima edizione 2019 si dipanò su circa sei settimane, coprendo prevalentemente il mese di giugno, per un totale di 17 spettacoli, quest’anno saranno ben 42 gli appuntamenti concentrati in un fine settimana. Un tour de force molto ricco e intenso che prevede spettacoli non solo serali e preserali, ma anche in altri momenti della giornata per garantire da un lato la massima accessibilità, dall’altra il rispetto dei protocolli di sicurezza che impongono il contingentamento degli spazi, il distanziamento e di conseguenza una riduzione di capienza per ogni singolo appuntamento.

“Dopo la pausa forzata e lo shock, anche emotivo, che abbiamo subito, era necessario tornare con un rinnovato entusiasmo e nuove sfide da affrontare – spiega Cristiano Falcomer – Lunathica è sinonimo di incontro, di festa, di gioia, concetti che per oltre un anno ci sono stati sottratti dalla situazione generale. Ora è il momento di reagire e di ricostruire ciò che abbiamo perduto. Abbiamo per questo pensato ad una nuova formula che rispetti le esigenze di sicurezza imposte dalle normative da un lato, ma dall’altro soddisfi il desiderio di svago e di ritorno a una graduale normalità da parte del pubblico. Dalle considerazioni fatte – conclude Falcomer – è nato un festival che, oltre a mantenere le sue peculiarità, rafforza la proposta, tanto che potrebbe essere la nuova formula del festival negli anni a venire”.

Il programma propone 13 compagnie per 42 repliche di spettacolo, con 1 prima nazionale e 6 prime regionali, distribuite in 4 giornate con orario mattutino, pre-serale e notturno. Gli spettacoli sono replicati in contemporanea nei 9 comuni grazie a un programma che darà la possibilità agli spettatori di muoversi tra i comuni aderenti al Festival, spostandosi da uno spettacolo all’altro. Gli spettacoli saranno accorpati in 3 circuiti: il Circuito della pista ciclabile che unisce Nole, Mathi e Villanova i comuni che sono attraversati dalla Corona Verde, nei quali gli orari sono mattutini o preserali. Lo spettatore avrà la possibilità di abbinare alla sua passeggiata tra i boschi anche gli spettacoli e una variegata offerta di attività collaterali che possono essere raggiunti in breve tempo e agevolmente. Il Circuito degli aperitivi circensi che lega gli spettacoli programmati in orario preserale a Fiano, San Maurizio, Ciriè e Leinì. Un modo per associare ai momenti di spettacoli l’offerta enogastronomica del territorio. E infine le Sere lunathiche che caratterizzano gli eventi previsti a San Francesco, San Maurizio, Ciriè, Lanzo e Leinì che beneficiano dell’oscurità per essere goduti pienamente.

 

Un festival “green”, dunque, con una predilezione per la mobilità sostenibile e che punta ad estendersi lungo il percorso della pista ciclabile. Nel tratto che unisce Villanova, Mathi e Nole, oltre alla programmazione tradizionale serale, sono previsti appuntamenti mattutini, in orari in cui la temperatura al fresco del verde è ancora godibile. Incastonato tra il verde dell’Oasi Naturalistica dei Gorèt a Nole, il delizioso chapiteau del Teatro nelle Foglie sarà la suggestiva location per alcuni spettacoli e simbolo di una visione bucolica e felliniana del circo, quella “mongolfiera preceduta da niente, che la sera prima non c’era e la mattina era là, davanti a casa mia” come raccontava il Maestro riminate raccontando dei suoi sogni d’infanzia. Mentre il Parco Urbano Due Laghetti di Villanova ospiterà (dal 23 al 25 luglio) un’area relax con un punto ristoro, musica dal vivo (a cura del gruppo Mangerei Teresa), laboratori d’arte circense e animazioni a cura di Atlas Circus e sedute di massaggi. A Villanova Canavese e Nole, andrà in scena inoltre una versione aggiornata del Premio Gianni Damianosezione giovani con 4 compagnie (under 35) selezionate tra 62 proposte. Un sostegno alla creatività emergente delle giovani compagnie.

 

La comicità, il brivido e la magia sono i fili conduttori che intessono la programmazione caratterizzata da una notevole varietà di stili, tecniche, poetiche e nazionalità in costante equilibrio tra innovazione e tradizione. Tra gli artisti di spicco del 2021 segnaliamo la geniale commistione di danza e clown contemporaneo degli Okidok (Cirié) innovativi clown belga che si son spogliati della maschera tradizionale e del naso rosso per indossare l’arma dell’irriverenza e della comicità universale. All’opposto, le maschere dei clown d’altri tempi Bucraà Circus (San Francesco al Campo) in prima nazionale, ci raccontano una storia intensa, tragicomica e altrettanto efficace. Musica e comicità sono nel DNA della compagnia Teatro Necessario (Clown in Libertà, Leinì) vulcanici musicisti dai tempi comici straordinari, e nel nuovo spettacolo del comico argentino El Mundo Costrini (Cirié) che porta in scena non uno, bensì due Mozart! Gli esplosivi Black Blues Brothers (Lanzo) con il loro tributo musicale e acrobatico al leggendario film cult di John Landis portato in scena da cinque acrobati kenioti il cui tour mondiale ha superato le 600 date e i 300.000 spettatori, tra i quali Papa Francesco e il Principe Alberto di Monaco e la Casa Reale britannica. Rimarremo col fiato sospeso per l’equilibrio estremo e spirituale del Kolektiv Lapso Cirk (San Maurizio Canavese), e con il sottile e delicato teatro circense del Teatro nelle Foglie (Nole, Oasi Naturalistica I Gorèt) tra discipline acrobatiche e giochi d’ombra ambientato sotto al loro delizioso chapiteau. Il giocoliere argentino Brunitus (Fiano) ci conduce in un viaggio attraverso i sentimenti, evocando con il diablo narrazioni sorprendenti ed emozionanti storie. Mentre la dinamica conflittuale tra un illusionista e il suo assistente è al centro della divertente pièce della compagnia L’Abile Teatro (Lanzo e Mathi). A Leinì all’interno del Parco San Valentino (Piazza 1° Maggio), gli spettatori potranno ascoltare un concerto sospesi a mezz’aria a bordo del magico tappeto volante de “La dinamica del controvento”, una giostra musicale curata dalla compagnia Teatro Necessario che attraverso un pianoforte fluttuante trasporta il pubblico in un universo da sogno.

 

Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito previa prenotazione obbligatoria on line sul portaleEventbrite.it e di persona presso il PUNTO INFORMAZIONI in Area Remmert, Via Andrea D’Oria 9 – Ciriè (TO) con Orario 10.00/13.30 e 16.30/19.30. A causa delle normative vigenti, le capienze sono limitate.

 

Lunathica, Festival Internazionale di Teatro di Strada

22-25 luglio 2021

Cirié, San Maurizio, San Francesco, Mathi, Nole, Fiano, Lanzo, Leinì e Villanova Canavese.

Info su www.lunathica.it

La verità, nient’altro che la verità lo giuro!

Giovedì 15 è di scena il nuovo spettacolo della stand up comedian e conduttrice televisiva Michela Giraud, La verità, nient’altro che la verità lo giuro!, in programma giovedì 15 luglio all’Open Factory di Nichelino (sold out).

Il monologo è inserito nella cornice di “Spaghetti Comedy – Stand up all’italiana Vol. 1“, la più grande rassegna di stand up comedy in Italia promossa dal collettivo Torino Comedy Lounge e con alcuni dei nomi di maggiore rilievo della scena nostrana (da Luca Ravenna, che ha inaugurato il festival, a Filippo Giardina, fino a Daniele Fabbri, Giorgio Montanini e Valerio Lundini, che concluderà la manifestazione all’Hiroshima Mon Amour il 7 settembre).

Michela Giraud, ormai una star del piccolo schermo grazie a programmi quali CCN – Comedy Central News e il game show di Prime Video LOL – Chi ride è fuori, tornerà sul palco per dare voce a manie e tic di una generazione, tentando di decostruire stereotipi e ingiustizie (di genere e non).

Fish&Bubbles con il mago delle bolle di sapone

Open Factory, via del Castello 15, Nichelino

Mercoledì 14 luglio, ore 21,30

Mercoledì 14 luglio arrivano all’Open Factory le bolle di sapone giganti con clownerie e giochi d’acqua di Michele Cafaggi, considerato il “Mago delle bolle di sapone”.

Michele Cafaggi è stato il primo artista in Italia a creare uno spettacolo teatrale dedicato alle bolle di sapone. È stato giudicato miglior clown, attore, mimo al Premio Nazionale Italiano Franco Enriquez del 2016. È attivo nel panorama teatrale dai primi anni ’90. Ha studiato tra Milano e Parigi recitazione, arti circensi, mimo, clownerie ed improvvisazione teatrale e ha esperienze nel teatro di ricerca e nel teatro di compagnia. Dal 1993 si esibisce come artista di strada e di teatro in Italia ed in molti altri paesi del mondo passando con disinvoltura dalle grandi platee internazionali alle feste di paese, scuole, teatri, ospedali, case di riposo, carceri. È Dottor Sogno presso i reparti pediatrici dove opera la Fondazione Theodora Onlus.

Fish&Bubbles è lo spettacolo che unisce clownerie, giochi con l’acqua e bolle di sapone giganti. È stato replicato in Italia, Svizzera, Austria, Irlanda, Grecia, Spagna, India, Giappone. “Oggi splende il sole, ma non per tutti! Un pescatore della domenica è perseguitato da una nuvoletta dispettosa che lo innaffia ovunque vada. Ma non c’è nulla da temere, lui non si dispera, lui è fatto di sapone e i suoi pensieri sono bollicine colorate e per lui la pioggia è una ghiotta occasione per mostrarvi i suoi giochi preferiti”.

_Mercoledì 14 luglio, ore 21,30

Michele Cafaggi

Fish&Bubbles

Biglietto: 5 euro

We Are Open è organizzato da Reverse Agency, in collaborazione con Piemonte dal Vivo, Torino Comedy Lounge, Teatro Superga e promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo

Info

www.openfactory.space

T: 011 4174908

“L’Italia che è in mezzo al mare L’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare…”

MUSIC TALES, LA RUBRICA MUSICALE

 

L’Italia che è in mezzo al mare

L’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare

L’Italia metà giardino e metà galera

Viva l’Italia

L’Italia tutta intera”

1979, avevo sette anni.

 

Un brano che quest’anno compie 40 anni, e continua a essere un piccolo compendio di quello che succedeva nel Paese in quegli anni. Il racconto lucido e spietato di uno dei cantautori più importanti della Storia musicale italiana, tra Resistenza e Piazza Fontana.

Ecco cosa dice De Gregori, l’autore di questa pietra miliare della musica: “Ogni volta che canto quella canzone sento che ogni parola di quel testo continua ad avere un peso. ‘L’Italia che resiste’, ad esempio; e solo le anime semplici potevano pensare che c’entrasse qualcosa con lo slogan giustizialista ‘resistere resistere resistere’. ‘L’Italia che si dispera e l’Italia che s’innamora’. L’Italia che ogni tanto s’innamora delle persone sbagliate, da Mussolini a Berlusconi. Ma il mio amore per l’Italia, e per gli italiani, non è in discussione”.

Come è attuale questo brano, dopo 40 compleanni; come pesano sulla schiena certe parole appese a bocche a volte sbagliate.

Quanto è bella questa Italia, cosi desiderabile, spesso cosi invivibile, ma cosi bella da inebriare ed incantare ogni cuore, ogni occhio.

Sempreverde questo brano , ascoltatelo a cuore aperto, vi farà amare ed odiare un paese strepitoso.

Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio.”

Chiara De Carlo

Francesco De Gregori – Viva l’Italia (Still/Pseudo Video) – YouTube

 

 

Ecco a voi gli eventi della settimana!

Nuova struttura didattica per la scuola Sergio Tofano

La Scuola di Teatro Sergio Tofano, di nota tradizione torinese, presenta una rinnovata struttura didattica a partire dall’anno accademico 2021/22

 

Nuove e rinnovate offerte didattiche si presentano a partire dall’anno accademico 2021/22 nella scuola torinese di teatro Sergio Tofano, che fa parte del progetto formativo della Compagnia della Parola onlus, diretta dal regista Luca Lazzareschi.

La Compagnia della Parola rappresenta un ente di cui la Scuola di teatro Sergio Tofano costituisce un progetto integrante dal 2011, finanziato da questa stessa formazione culturale. La scuola persegue l’obiettivo di avvicinare i giovani al mondo del teatro, attraverso la disciplina interiore e comportamentale e ancheattraverso un ricco bagaglio di tecniche espressive e strumenti culturali orientati alla formazione critica. Due i suoi principali ambiti didattici, un percorso accademico, articolato in tre anni, di cui i primi due propedeutici e il terzo di pratico, e un percorso ordinario. Il percorso accademico consiste in un vero e proprio corso di perfezionamento,  che conduce a una verifica pubblica. L’accesso a questo terzo anno avviene subordinatamente al rilascio di un diploma conseguito al termine del secondo anno propedeutico.

Le attività della scuola di teatro Sergio Tofano si svolgono nella sede di via San Pio V 33, di fronte al parco del Valentino. Le attività didattiche annuali hanno luogo lungo l’arco di nove mesi, articolati in tre trimestri, al termine di ciascuno dei quali è previsto un momento di valutazione della preparazione raggiunta dall’allievo /a da parte del collegio degli insegnanti.

L’attività formativa è completata da corsi di formazione teatrali rivolti a ragazzi suddivisi in due fasce di età,  dai 5 ai 10 anni e dagli 11 ai 15. È  anche presente un percorso ordinario di formazione teatrale, aperto a tutti e della durata triennale, cui fa seguito un ulteriore anno di approfondimento e perfezionamento, capaci di consentire un approccio alle arti sceniche per chi desideri un approccio culturale, senza rinunciare ai propri impegni di studio e lavoro.

Il corpo docente della scuola è costituito da professionisti specializzati nelle proprie aree didattiche, cui sono affidati i diversi ambiti disciplinari: Roberto Alpi, Roberta Bacciolo, Gisella Bein, Antonio Bertusi,  Luciano Cravino, Paola D’Arienzo, Roberta Fornier, Alberto Gozzi, Luca Lazzareschi, Simona Nasi, Fabrizio Portalupi, Lino Spadaro e Luisa Trompetto, cui si aggiungono diversi collaboratori, tra cui anche Eugenio Allegri, Sergio Ariotti, Laura Marinoni, Isabella Lagattolla, Paolo Musio, Paola Roman, Daniele Salvo, Simone Toni, Beppe Tosco.

Luca Lazzareschi, direttore della scuola di Teatro Sergio Tofano, è reduce dalle fatiche dello spettacolo andato in scena dall’ 8al 10 luglio scorso al Festival di Spoleto e intitolato “Dante Alighieri. Inferno: la prima giornata”, in cui, nel ruolo di Dante, hainterpretato sette canti della Divina Commedia, insieme a Massimo De Francovich, affiancato da Manuela Mandracchia e Fausto Cabra, per la regia di Piero Maccarinelli.

Mara Martellotta 

La segreteria della scuola, che ha sede in via San Pio V 33, è aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20.

Tel 011/884679

Informazioni: info@scuolateatrosergiotofano.it

Lavori in Corto. Restiamo umani Tre serate di proiezioni e premiazione finale

12, 13 e 14 luglio – Torino

(Comala, Cascina Roccafranca, Arena Monterosa)

Accesso libero

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema è lieta di proporre una maratona di tre serate consecutive di proiezioni, dal 12 al 14 luglio in tre diverse location a Torino, per presentare i film e i giovani autori under 35 che hanno partecipato al concorso cinematografico nazionale Lavori in corto. Restiamo umani, dedicato a opere cinematografiche che ragionano sulle tematiche dei diritti umani, e che sono state selezionate da una giuria di esperti per concorrere alla vincita dei tre premi in palio.

“Sono stati oltre un centinaio – commenta il presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, Vittorio Sclaverani– i lavori che abbiamo ricevuto allo scadere del bando a metà giugno. Davvero tantissime opere, e molto interessanti, di autrici e autori under 35 da tutt’Italia che hanno declinato con la loro sensibilità la molteplicità delle tematiche legate ai diritti umani attraverso il linguaggio audiovisivo. Siamo felici e soddisfatti di quest’ampia risposta su un tema sempre attuale quanto urgente e confesso che l’alta qualità dei lavori ha reso non facile, con il nostro staff di selezione composto da Daria Basso, Valentina Noya, Giorgio Bono, Stefano Darchino e Marco Sandrone, la scelta di selezionare 5 lavori fuori concorso e 7 in concorso.”

“Aprire uno sguardo – dichiara il coordinatore e responsabile della selezione del concorso, Marco Sandrone – su quelle realtà umane e sociali che vengono sistematicamente omesse da qualsiasi racconto è stata la sfida lanciata ai giovani autori con il tema di quest’anno, una necessità già inderogabile resa ancora più urgente dalla straordinarietà dell’attuale periodo storico. Dai campi profughi palestinesi in Libano (Zaytun – Fuori campo, Assomoud House of the resilient children) ai centri per la difesa dei diritti delle donne in Messico (En camino – Messico, machismo e nuvole), passando per la rotta balcanica dei migranti (Umar) e per la devastazione della Valle Roja (Source), l’invito a restare umani assume sempre un significato attivo, un incitamento alla solidarietà concreta come autentica espressione di umanità e di libertà. Libertà di amare (Libertà), di conquistare la propria indipendenza (Diciotto), di vivere la propria vita con dignità. Attraverso gli occhi dei nostri giovani autori, il programma di questa ottava edizione si propone di restituire uno sguardo ampio sul presente, sul tema dei diritti e del sostegno reciproco. Una finestra sulla realtà che forse, aperta dai ragazzi di oggi, potrà mostrarci anche un pezzetto del domani.”

La maratona di proiezioni inizia lunedì 12 luglio alle 21.30 presso Comala (C.so Ferrucci 65/A), uno di centri del protagonismo giovanile più vitali della città, che ospita la proiezione dei cinque film fuori concorso e l’introduzione di Mauro Carazzato del Gruppo Emergency Torino.

Si prosegue martedì 13 luglio alle 21.15 nell’ampio cortile della casa di quartiere Cascina Roccafranca (Via Rubino 45) con la prima serata di proiezioni dei film in concorso. Infine, mercoledì 14 luglio alle 21.30 si conclude il ciclo all’Arena Monterosa (Via Brandizzo 65) con il secondo slot di film in concorso e la premiazione finale.

Ogni appuntamento è arricchito da brevi pillole video dedicate ai diritti curate da Amnesty International Piemonte e Valle d’Aosta.

Tutte le proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto delle norme anti Covid-19.

 

La giuria di Lavori in Corto è composta dal Presidente Stefano Francia di Celle, storico del cinema e Direttore del Torino Film Festival, Maria Elena Delia, amica e collaboratrice di Vittorio Arrigoni, a cui è dedicato il concorso quest’anno, in rappresentanza della Fondazione Vik Utopia Onlus, Marcella Filippa, Direttrice della Fondazione Vera Nocentini, Carmen Riccato, Direttrice del Disability Film Festival, Paola Ramello di Amnesty International Italia, Halah Mohammed Mohsen, giornalista e attivista per i diritti umani yemenita, Barbara Sassano, formatrice della Fondazione Montessori Italia e da Vittorio Canavese, socio dell’AMNC e consigliere nazionale dell’Associazione Italiana Formatori.

Tre sono i premi in palio:

>il Primo Premio Armando Ceste con un valore di 1.000 Euro, offerto da Nova Coop, la cooperativa della grande distribuzione
>il
Gran Premio della Giuria, dedicato quest’anno a Vittorio Arrigoni, con un valore di 600 Euro

>il Premio assegnato dalla Fondazione Montessori Italia al miglior film che tratterà i diritti dell’infanzia, con un valore di 600 Euro

 

 

L’Associazione Museo Nazionale del Cinema e Lavori in Corto da sempre operano portando avanti un’idea di rete, più che mai necessaria rispetto al presente che stiamo vivendo; per l’ottava edizione il mosaico delle realtà socio-culturali che hanno aderito al progetto è davvero molto ampio. Particolarmente significativo è il sostegno da parte della Fondazione Vittorio Arrigoni Vik Utopia Onlus presieduta da Egidia Beretta. Anche Film Commission Torino Piemonte riconferma per l’edizione 2021 la sua collaborazione, rendendosi disponibile a supportare l’iniziativa a tre diversi livelli: offrendo la promozione del concorso sui propri canali di comunicazione, presentando ai professionisti piemontesi (in primis alle società di produzione iscritte alla Production Guide del sito www.fctp.it) i progetti finalisti e, infine, organizzando un workshop di presentazione dei propri servizi e dei propri bandi rivolto ai partecipanti di Lavori in Corto. Una giuria composta dai redattori del quotidiano indipendente online eHabitat assegnerà una menzione speciale al miglior film che tratta le tematiche ambientali.

 

Restiamo Umani, sottotitolo di questa ottava edizione di Lavori in corto, è dedicato all’attivista per i diritti umani e reporter Vittorio Arrigoni, a dieci anni dalla sua scomparsa, per ricordare l’adagio con il quale Arrigoni concludeva i suoi articoli dalla Palestina.

 

 

Per maggiori informazioni

amnc.itlavorincorto@gmail.com

www.facebook.com/lavorincorto

instagram.com/lavorincorto

Rock Jazz e dintorni Zucchero in versione “unplugged” e il pianoforte di Brad Mehldau

Gli appuntamenti musicali della settimana

Lunedì. Al “Stupinigi Sonic Park” si esibisce Fabrizio Moro.  A Collegno per “Flowers”  è di scena Giovanni Lindo Ferretti.

Martedì. All ‘OffTopic si esibisce Cecilia e Esseho. A “Flowers” è di scena Dardust.  A Stupinigi suonano i Calibro 35. Alle OGR si esibisce Gold Mass.

Mercoledì. Per “Stupinigi Sonic Park” suona il quartetto di Robben Ford e Bill Evans. Gianna Nannini canta all’Anfiteatro di Cervere mentre Zucchero in versione “unplugged” suona ad Alba per “Collisioni”. Max Gazzè si esibisce per “Flowers”. Il violoncellista Redi Hasa è di scena con il suo quartetto sulla terrazza della biblioteca Archimede a Settimo.

Giovedì. Allo Spazio 211 si esibisce il liutista Jozef Van Wissem. A “Flowers” è di scena La Rappresentante di Lista. Primo di tre concerti consecutivi per Max Pezzali a “Flowers”. A Biella debutto del “Reload Sound Festival” con Nervi, La Municipàl e Beatrice Antonini.

Venerdì. Allo Spazio 211 sono di scena gli Assalti Frontali. A “Flowers” è di scena Vasco Brondi. Al Maggiore di Verbania, Elio rende omaggio a Enzo Jannacci con “Ci vuole orecchio”.

Ad Alba per “Collisioni” concerto di Paolo Conte. Alla Tesoriera si esibisce Chadia Rodriguez.

Sabato. Allo Spazio 211 suonano Conny Ochs, Not Moving Ltd, Soab, Lu Silver String. Per “Collisioni” serata rap con Ernia, Rkomi e Ariete. Per “Flowers” suonano i Subsonica. All’Anfiteatro Le Vallere di Moncalieri si esibiscono i Lastanzadigreta.  A Bra sono di scena ì Generic Animal.  A Cantarana suona il Folksinger James Maddock.

Domenica. Per “Flowers” si esibisce Lo Stato Sociale. Al lago di Goillet in Val D’Aosta per “Musicastelle” è di scena Willie Peyote.  Chiusura di “Collisioni” con la voce di Fiorella Mannoia. Per “Monfortinjazz” suona il trio del pianista Brad Mehldau. Allo Spazio 211 si esibiscono i Gazebo Penguins.

 

Pier Luigi Fuggetta