SPETTACOLI- Pagina 167

Rock Jazz e dintorni Max Pezzali e i Tre Allegri Ragazzi Morti

Gli appuntamenti musicali della settimana 

Martedì. Al Circolo dei Lettori Oskar degli Statuto, presenta il singolo composto in  memoria di Ezio Bosso “La musica magica”. Allo Spazio 211 suonano i Tre Allegri Ragazzi Morti ultima data della loro tournèe estiva.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibisce il quintetto del vocalist Samuele Spallita. Per il “Fringe Festival” il Duo Bottasso insieme a Simone Sims Longo in presa diretta, presenta al Cinema Massimo lo spettacolo audiovisivo “ Il cielo di pietra”.

Giovedì. Al Superbudda masterclass con il pianista ucraino Lubomyr Melnyk. Allo Spazio 211 suonano IFasti. Nel Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour, si esibisce il cantautore marchigiano Colombre. Allo Zac d’Ivrea suona il quartetto Tijuana Horror Club.

Venerdì. Allo Spazio 211 si esibiscono Peawees.  Nel Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour è di scena Gian Maria Accusani.

Sabato.  Al Bunker inizia il “SoFarm Festival” con Manitoba, Comete e Neno. In piazza a Fossano  per due sere consecutive è di scena Max Pezzali. All’OffTopic si esibiscono Baobab!, Margaux, Duopotrio e Selli.All’Hiroshima sono di scena i Karamamma. Allo Spazio 211 una due giorni intitolata “Retrò Village” con i Rock’n Roll Kamikazes, Midnight Kings e i Good Fellas.

Domenica. Al Bunker si esibiscono T Vernice, Svegiaginevra e Est-Egò e molti altri. Seconda giornata per “Retrò Village” allo Spazio 211 con Surfer Joe, Howlin’Lou & Whip Lovers e Boogie Checkers.

Pier Luigi Fuggetta

Mostra del Cinema di Venezia, premio al film “torinese” Pilgrims

Tra 19 lunghi del concorso ‘Orizzonti’ il Premio Orizzonti per il Miglior Film è andato a Pilgrims del regista lituano Laurynas Bareišasviluppato nel 2019 nel programma del TorinoFilmLab, FeatureLab, grazie al lavoro fatto dal regista con la giovane produttrice Klementina Remeikaite della casa Afterschool (Lituania).

Pilgrims, lungometraggio d’esordio di Bareiša che con i precedenti cortometraggi si è già distinto a Venezia, Berlino e Locarno, si sviluppa intorno alle vicende di Indre e Paulius che si recano presso una piccola città dove è stato commesso un crimine raccapricciante per scoprire quanto non sia facile come previsto rivisitare il passato.

I detenuti del carcere di Saluzzo raccontano la storia sbagliata di Ulisse

Da giovedì 23 a domenica 26 settembre, alle 15 e in replica alle 17, presso la Casa di Reclusione di Saluzzo “Rodolfo Morandi” (Regione Bronda, 19/B) si terrà lo spettacolo teatrale a ingresso gratuito “Ulisse. Una storia sbagliata” a cura dell’associazione di formazione e produzione teatrale Voci Erranti, portato sulla scena da 30 detenuti del carcere saluzzese.

 

Lo spettacolo, reso possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, rientra nel progetto nazionale “Per Aspera ad Astra”, coordinato dalla Compagnia La Fortezza di Volterra e sostenuto da ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio). Per partecipare è necessario prenotarsi entro domenica 12 settembre telefonando a Voci Erranti al numero 380/1758323 o scrivendo a info@vocierranti.org. L’ingresso è consentito solo a chi è provvisto di Green Pass. Gli spettatori dovranno presentarsi presso la Casa di Reclusione 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo per la verifica dell’autorizzazione all’ingresso, muniti di documento di riconoscimento in corso di validità.

Illustrazione: Marco Cazzato

Earthink, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità

Da Sabato 11 a Domenica 19 Settembre si tiene a Torino la X edizione di Earthink Festival, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità.

Un programma ricco e accessibile quello di #VISIONARI, che offre spettacoli per qualsiasi fascia d’età. Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria.

E’ possibile sostenere le attività del festival facendo una donazione libera all’Associazione Tékhné tramite Satispay, con la donazione ci permetterai di mantenere l’evento gratuito e accessibile a tutti, grazie!

 

I promotori dicono: “Per festeggiare i nostri primi 10 anni abbiamo deciso di invadere la città:
il centro, le periferie, le aree verdi, i teatri, i luoghi della cultura, gli spazi convenzionali e quelli capaci di stupirci!”

Arena esterna Imbarchino del Valentino – Viale Umberto Cagni, 37 Torino
General Store Scuola Holden – Paizza Borgo Dora, 49 Torino
Padiglione dell’Acqua SMAT – Corso XI Febbraio, 14 Torino
Housing Filanda – Via Beato G. Cafasso, 45 Torino
Parco del Meisino
Parco del Valentino

Maurizio Scandurra torna a Canale Italia e Radio Radio

Il giornalista cattolico e saggista ha debuttato anche come attore nel film ‘Lupo Bianco’ vincitore dell’International Starlight Cinema Award’ alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

Periodo fortunato e ricco di meritate soddisfazioni per Maurizio Scandurra (nella foto di Federico Badoer), il giornalista e saggista cattolico per antonomasia della televisione italiana, noto per i suoi commenti pungenti e il total look per lo più nero lucido con tanto di grande crocifisso in evidenza sempre al collo.
L’opinionista e inviato scoperto e lanciato anni fa dal noto regista e autore televisivo Michele Guardì, che annovera in curriculum anche importanti collaborazioni in programmi di punta di Raiuno e Raidue (‘Mattina in Famiglia’, ‘Telethon’, ‘Scalo 76’), critico musicale e coautore della biografia dei cantanti Ivana Spagna, Valerio Liboni dei Nuovi Angeli e Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik, sarà in collegamento mercoledì 15 settembre alle ore 7.50 in diretta nazionale su ‘Canale Italia 83’ all’interno dello storico e seguitissimo contenitore del mattino ‘NotizieOggi’ condotto dal valente giornalista Vito Monaco.
Argomento è il film ‘Lupo Bianco sulla vita straordinaria del filantropo Carlo Olmo, nel cui cast Scandurra ha esordito come attore accanto a giganti del set quali Sebastiano Somma e Remo Girone, contribuendo direttamente all’ideazione di alcune scene a sfondo criminologico, materia di cui è da sempre profondo appassionato e attento studioso. L’opera, dedicata all’impegno sociale al tempo del Covid, si è aggiudicata l’ambito premio ‘International Starlight Cinema Award’ alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ideato e promosso dalla prestigiosa ‘Fondazione Ente dello Spettacolo’.
L’intervista sarà preceduta dalla messa in onda del trailer della pellicola, diretta dal regista Tony Gangitano e prodotta da Antonio Chiaramonte per ‘CinemaSet’ con la sceneggiatura di Stephanie Beatrice Genova e Alessandro Ferrara. “Un’emozione grandissima aver debuttato in un lungometraggio di così grande livello morale, sociale ed educativo premiato a Venezia. Ringrazio di cuore il Cavalier Carlo Olmo e la sua compagna Angela Oliviero, rispettivamente affettuosamente ribattezzati per tutti semplicemente ‘Lupo Bianco’ e ‘Lupa Alfa’, per avermi reso partecipe di questo avvincente progetto”, ha commentato raggiante ai media in questi giorni il giornalista siciliano naturalizzato piemontese, che interviene spesso come opinionista anche a ‘La Zanzara’ di Giuseppe Cruciani, David Parenzo e Alberto Gottardo sulle ascoltatissime frequenze di ‘Radio24’.
Nello stesso giorno, a partire dalle 13.35 Maurizio Scandurra ritorna per la nuova stagione protagonista anche ai microfoni di ‘Radio Radio’ (in fm, sul web e in tv sul canale 626), ospite fisso di Francesco Vergovich alla guida del programma mattutino ‘Un Giorno Speciale’, per condividere sempre temi attuali e scottanti con piglio deciso e tagliente, spesso in contraddittorio o in linea con altri grandi nomi di caratura nazionale quali Mario Tozzi, Gianfranco Vissani, Vittorio Sgarbi, Maria Giovanna Maglie, Roberta Bruzzone, Luciano Moggi, Carlo Massarini, Patrizia Polliotto e molti altri.
Venerdì 17 settembre, sarà invece fra gli ospiti della prima punta del nuovo ciclo di ‘NotizieOggi Lineasera’, il talk-show leader del prime-time di ‘Canale Italia 83’ in onda dalle 20.00 alle 22.00 in diretta nazionale (anche su Sky 913), con al timone per la quinta edizione consecutiva dal brillante giornalista e conduttore Vito Monaco. Il programma è realizzato nello Studio 12 del Centro di Produzione di Padova, il più grande del Nord Italia dopo quelli di ‘Mediaset’ a Cologno Monzese.

Teatro Regio, Palazzo Arsenale: tutto esaurito per Il barbiere di Siviglia Dolceamaro, Musica in crescendo, Puro divertimento

Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura
Programma da venerdì 10 a giovedì 16 settembre

Torino, Cortile di Palazzo Arsenale, via dell’Arsenale 22

Nella foto: L’immagine di Sara Rambaldi per il Regio Opera Festival
Il Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura ci ha permesso di scoprire una meraviglia in centro città, il Cortile di Palazzo Arsenale e di riassaporare, finalmente, la musica dal vivo, in una platea all’aperto di 1000 posti in totale sicurezza.

Venerdì 10 settembre ore 18.30 Musica in crescendo: un nuovo appuntamento con il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino e con il maestro Claudio Fenoglio direttore e pianoforte. Dal Flauto magico Carmen, grandi opere e grandi compositori di ieri e di oggi hanno dedicato bellissime pagine alle voci bianche; sarà dunque un’occasione per ascoltare musiche di Georges Bizet, Wolfgang Amadeus Mozart, Jacques Offenbach, Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Gabriel Fauré, Ralph Vaughan Williams, John Rutter, Bob Chilcott.
Cantare è bello, e crescere cantando aggiunge qualcosa di speciale alla vita di un bambino. Il Teatro Regio offre l’opportunità di iniziare un percorso che, attraverso uno studio approfondito del solfeggio e della tecnica vocale, condurrà i piccoli futuri artisti sul palcoscenico di un grande teatro d’opera! Sono ancora aperte le iscrizioni alla Scuola di canto corale per ragazzi da 7 a 12 anni: occorre presentare domanda entro giovedì 30 settembre; sul nostro sito a questo link https://www.teatroregio.torino.it/selezione-personale#vocibianche tutte le informazioni utili.

Nella foto: il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino – © Teatro Regio Torino
Sabato 11 settembre ore 21 Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. I biglietti per la prima e per le recite di mercoledì 15 e di sabato 18 settembre sono esauriti. Il Barbiere è l’opera buffa per antonomasia, animata da uno slancio vitale frenetico e turbinoso: un «caos organizzato» disse Stendhal. Una storia d’amore funestata da un vecchio in cui si inserisce, scaltro deus-ex-machina, la figura inimitabile di Figaro, il factotum più famoso nella storia della musica. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio sale il Maestro Giuseppe Finzi (anche maestro al fortepiano), Andrea Secchi istruisce, come di consueto, il Coro del Regio. La regia è firmata da Vittorio Borrelli, le scene da Claudia Boasso, i costumi sono di Luisa Spinatelli, le luci di Andrea Anfossi. Il conte d’Almaviva è il tenore Jack Swanson, Don Bartolo è interpretato con la solita verve comica dal basso-baritono José Fardilha, il giovane mezzosoprano Miriam Albano interpreta, con quel tocco di ingenuità misto a malizia, Rosina. Il celeberrimo Figaro è, in questa produzione, il baritono Andrej Žilikhovskij. Il basso Marko Mimica veste i panni dell’esilarante Basilio, il maestro di musica di Rosina. Completano il cast: il baritono Lorenzo Battagion, Fiorello; il soprano Laura Cherici nel ruolo di Berta; il basso Riccardo Mattiotto in quello dell’Ufficiale e il mimo Alberto Deichmann come Ambrogio.
Nella foto: una scena de Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini – © Teatro Regio Torino
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Melodramma buffo in due atti
Libretto di Cesare Sterbini
dalla commedia La Précaution inutile, ou Le Barbier de Séville
di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Personaggi e interpreti
Il conte d’Almaviva tenoreJack Swanson
Don Bartolo basso-baritonoJosé Fardilha
Rosina mezzosopranoMiriam Albano
Figaro baritonoAndrej Žilikhovskij
Don Basilio bassoMarko Mimica
Fiorello baritonoLorenzo Battagion
Berta sopranoLaura Cherici
Un ufficiale baritonoRiccardo Mattiotto
Ambrogio mimoAlberto Deichmann

Direttore d’orchestra e maestro al fortepiano: Giuseppe Finzi
Regia di Vittorio Borrelli
Scene di Claudia Boasso
Costumi di Luisa Spinatelli
Luci di Andrea Anfossi
Maestro del coro: Andrea Secchi

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Teatro Regio Torino

Prova generale: Giovedì 9 Settembre ore 21


Recite – TUTTO ESAURITO
Sabato 11 Settembre ore 21
Mercoledì 15 Settembre ore 21
Sabato 18 Settembre ore 21

Domenica 12 settembre ore 18.30 Dolceamaro e la pozione magica. L’elisir d’amore raccontato ai bambini. Inizialmente previsto a giugno e annullato per maltempo, lo spettacolo è stato riprogrammato e, dunque, i biglietti già acquistati sono validi per la nuova data. Gli ingredienti per coinvolgere i bambini ci sono tutti, esattamente come in una pozione magica: un ragazzo buono e sincero ma terribilmente imbranato, un bellimbusto sbruffone rivale in amore e una ragazza bellissima ma un po’ presuntuosa. Chi dei due riuscirà a conquistare il suo cuore? La produzione è made in Regio dal melodramma giocoso L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con i testi adattati da Vittorio Sabadin. Quarantacinque minuti di divertimento e risate in formato pocket, grazie alla partecipazione dell’attrice Giorgia Goldini nel ruolo di Belcore e di un cast giovane e frizzante: Mariasole Mainini (Adina), Alejandro Escobar (Nemorino) e Lorenzo Battagion (Dulcamara), con il maestro Giulio Laguzzi al pianoforte. La regia è di Anna Maria Bruzzese, le scene di Saverio Santoliquido, i costumi di Laura Viglione, le luci di Andrea Anfossi e le ombre di Cora Demaria – Controluce Teatro d’Ombre.

Nella foto: una scena di Dolceamaro e la pozione magica – Foto Edoardo Piva – © Teatro Regio Torino
Martedì 14 settembre ore 21 Puro divertimento con l’Ensemble di Ottoni e Percussioni Teatro Regio Torino diretto dal maestro Giulio Laguzzi. Squilli di tromba e danze scatenate a cavallo dei secoli e dei generi: un varietà musicale che mette insieme corali bachiani e ritmi brasiliani, marce militari e can-can, il tango e il jazz. In programma: Preludio in sol minore di Sergej Rachmaninov; Polonaise op. 40 n. 1 (Militare) di Fryderyk Chopin; Wachet auf, Cantata BWV 140 di Johann Sebastian Bach; Tico-Tico no Fubá di Zequinha de Abreu; Can-can dall’operetta Orfeo all’inferno di Jacques Offenbach; la Marcia trionfale da Aida di Giuseppe Verdi; la Suite da Carmen di Georges Bizet; Oblivion di Astor Piazzolla; Un ameriano a Parigi di George Gershwin. Il concerto è in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo.

I prossimi appuntamenti con il Regio Opera Festival

  • Venerdì 17 settembre alle ore 21 Inni alla notte Concerto con il Coro Teatro Regio Torino diretto dal Maestro Andrea SecchiPaolo Grosa e Jeong Un Kim al pianoforte. In programma musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Gabriel Fauré e Johannes Brahms. Il fascino dell’imbrunire in un trascolorare continuo alla scoperta dei colori della notte.
  • Lunedì 20 settembre alle ore 18.30 Riccioli di Barbiere. Il barbiere di Siviglia raccontato ai bambini, opera pocket per bambini dai 3 ai 10 anni tratta dal melodramma buffo Il barbiere di Siviglia. In questa versione, adattata per i piccoli spettatori, tutti potranno imparare ad amare il teatro e Rossini, ascoltando alcune pagine della sua opera più famosa e divertente.

Un Festival che nasce dal desiderio e con l’auspicio di ritrovarsi finalmente insieme uniti nella musica. Proprio con questo intento il Regio propone le Festival Card a 6 e 10 spettacoli, che danno la possibilità di scegliere altrettanti titoli tra opere, concerti e spettacoli per bambini, oppure di essere utilizzate per assistere da più persone per la stessa manifestazione. Inoltre, per gli under 30 è prevista la riduzione del 20% su tutti i biglietti, e con la Festival Card Giovani 10 il biglietto costa solamente € 10.

Il Regio Opera Festival. A Difesa della Culturache si svolge presso la sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è realizzato dal Teatro Regio Torino con il patrocinio del Ministero della Difesa e del Ministero della Cultura, grazie al Main Partner Camera di commercio di Torino, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con il contributo di Reply, di Federfarma Torino con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino Farma Cares, e di Sipal.

CERTIFICAZIONI COVID PER L’INGRESSO AGLI SPETTACOLI
L’accesso agli spettacoli del Regio Opera Festival è consentito esclusivamente alle persone munite del documento d’identità e di una delle seguenti Certificazioni Verdi COVID-19:

  • Green Pass (anche una sola dose di vaccino, validità 9 mesi)
  • Certificato di guarigione da Covid-19 (validità 6 mesi)
  • Esito negativo al test molecolare o antigenico rapido per il Covid-19 (validità 48 ore)

BIGLIETTERIA
La Biglietteria è aperta dal lunedì al sabato ore 10-14 presso l’Info-Point di piazza Castello 215 (Teatro Regio, Ingresso Uffici) e un’ora prima degli spettacoli al Cortile di Palazzo Arsenale (via dell’Arsenale 22). Acquisti esclusivamente con carta di credito, bancomat e Satispay. Chiusura estiva da sabato 14 a domenica 29 agosto. Riapertura lunedì 30 agosto ore 10-14.
Biglietti e Festival Card in vendita anche online su www.teatroregio.torino.it e www.vivaticket.it e direttamente presso i Punti Vivaticket.

BIGLIETTI
Biglietti per Musica in crescendoDolceamaro e Riccioli di Barbiere: posto unico € 5
Biglietti per i concerti Puro divertimento e Inni alla notte€ 10 – 15 a seconda del settore (under 30€ 8 – 12 a seconda del settore)

FESTIVAL CARD
Festival Card 10 biglietti: € 200
Festival Card 6 biglietti: € 120
Festival Card Giovani (under 30) 10 biglietti: € 100

INFORMAZIONI
Info-Point: ore 10-14 dal lunedì al sabato presso l’Ingresso Uffici del Teatro Regio (piazza Castello 215) info@teatroregio.torino.it
Info-Tel. 011.8815.241: ore 10-18 dal lunedì al venerdì; sabato 10-14; biglietteria@teatroregio.torino.it.

REGIO OPERA CAFÉ
All’interno del Cortile di Palazzo Arsenale, il Regio Opera Café vi aspetta a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it

Due serate in musica per ricordare l’11 settembre

Sabato 11 al al Teatro degli Scalpellini di San Maurizio d’Opaglio (Novara). Domenica 12 da Forme Canoniche a Pino d’Asti (Asti)

Due serate a 20 anni esatti dall’11 settembre  per scoprire insieme luci e ombre, miti e contraddizioni o, come direbbe Bruce Springsteen, uno dei principali cantori di una terra lacerata tanto oggi quanto 20 anni fa, «diavoli e polvere» dell’America. Si tratta di “C’era una volta a… Hollywood”  in programma sabato 11 settembre alle 21,15 al Teatro degli Scalpellini di San Maurizio d’Opaglio in provincia di Novara (12 euro, prenotazioni 339 3117032), in una serata organizzata in collaborazione con Piemonte Dal Vivo, e domenica 12 settembre da Forme canoniche a Pino d’Asti (spettacolo, aperitivo e pop corn a 20 euro, prenotazioni 339 2290951), nuovissimo spazio nato dalla volontà di sei donne di trasformare un ex canonica in uno spazio culturale di livello. Due province, due date per raccontare in musica il sogno con la maiuscola, quel Sogno americano che più ha saturato i nostri sensi e le nostre menti. Ma l’America, nel 2001, come oggi, come in passato, è sempre stata anche lacerazioni: le canzoni sono state spesso capaci di cantarne il lato (o)scuro, senza sconti e senza paura.

 

I torinesi Gigi Giancursi, Umberto Poli e Orlando Manfredi propongono così un viaggio in pieno stile americano, un’indagine in musica che – attraverso la riscoperta della voce di menestrelli e crooner – si dipana gradualmente in tutto il mondo (Italia compresa) arrivando, di decennio in decennio, epoca dopo epoca, fino ai giorni nostri. Il programma, anzi, l’itinerario dello spettacolo intesse una storia tra le storie, gettando un fascio di luce tra gli aneddoti, le leggende, gli omicidi, i fatti di cronaca, i disastri, le curiosità, le strade e le città di quei vagabondi e viaggiatori alla ricerca – come cantava Tom Waits – dei propri fantasmi del sabato sera… che altro non sono se non le piccole e grandi illusioni di tutti i giorni, tanto irresistibili quanto effimere.

 

Perché questo titolo? Quentin Tarantino e il suo cinema, da sempre, giocano sulla frequenza di brani e artisti leggendari. Anche per il suo ultimo capolavoro, “C’era una volta a… Hollywood” (2019), il regista ha allestito una soundtrack di tutto rispetto, un viaggio sonoro che sfreccia rombando a bordo di una Cadillac fiammante mentre alla radio passa la chitarra malinconica di José Feliciano. Ogni scena del film si adatta alla musica, come fosse un inno a quel caldo 1969. Roy Head, Chad & Jeremy oppure ancora – tra i tanti – Joe Cocker, Rolling Stones, Aretha Franklin, Deep Purple. Insomma, un cast stellare, a guidare storie, fatti, personaggi veri e inventati: un caleidoscopico universo, questo, che Gigi Giancursi, Umberto Poli e Orlando Manfredi si propongono di portare in scena in maniera originale, dinamica, a tratti adrenalinica.

Le sonorità sono quelle di una casa di bambola – ben lontane, dunque, dalla scena psichedelica o dai germi del nascente hard rock dell’epoca. La scaletta dello spettacolo conduce l’ascoltatore in una narrazione sul confine incerto tra Bene e Male, seguendo le tracce di uno dei più disturbanti e discussi massacri della storia: quello di Cielo Drive, ad opera della Manson Family. Una tragedia che, a pochi giorni dall’inizio del leggendario festival di Woodstock, sancisce, di fatto, la fine del sogno hippy e dei figli dei fiori.

Massimo Popolizio: “Con “Furore” di Steinbeck un epico affresco della Grande Depressione, tra povertà, crisi sociale e migrazione”

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Per la nuova stagione TPE, dal 13 al 15 settembre sul palcoscenico dell’Astra

 

Per recuperare il tempo perduto e favorire nuovamente l’incontro con il pubblico, la nuova Stagione TPE riparte con ampio anticipo rispetto alle precedenti e già lunedi 13 settembre affida l’apertura del proprio cartellone settembre-dicembre al talento di Massimo Popolizio con “Furore” tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. Lo spettacolo, una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è un one man show lirico ed epico, realista e visionario, in cui l’attore, partendo dalla rielaborazione drammaturgica di Emanuele Trevi – recente vincitore del Premio Strega 2021 con il romanzo “Due vite” – dà corpo e voce all’esodo dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione in cui crisi agricola, economica e sociale attanagliavano il paese. Popolizio, narratore d’eccezione, dispiega, solo in scena, un vitale e più che mai attuale racconto del fenomeno migratorio, amplificato dalle musiche e suggestioni sonore di Giovanni Lo Cascio.

La genesi di quello che diventerà un capolavoro della narrativa americana risale all’estate del 1936 quando il San Francisco News commissiona all’autore una serie di articoli sulla condizione del proletariato rurale immigrato in California. Sono americani del Midwest, provenienti soprattutto dall’Oklaoma e dall’Arkansas, colpiti dalla crisi e costretti a fuggire dalle tempeste di sabbia della Dust Bowl e dalla conseguente siccità che aveva reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Steinbeck sale su un furgone da panettiere e inizia il suo viaggio fra le vallate della California. Osserva le strade riempirsi di camioncini sgangherati, carichi di fantasmi vestiti di stracci e diretti alle piantagioni di uva, mele e cotone. Si imbatte in un’umanità prostrata, sfinita dal lavoro, umiliata. Riporta sui suoi taccuini gli scenari di una vita fragile e penosa trascorsa in baraccopoli di latta abitate da famiglie un tempo orgogliose ma scivolate nella povertà più amara e progressivamente pervase da un’apatia senza ritorno.

Lo scrittore traccia così un negativo fotografico del mito della frontiera, dove all’epopea del pioniere si sostituisce il destino tragico di un popolo, senza terra e in continuo viaggio verso la speranza, verso l’ambita e sognata California. Uno spaccato umano eternamente immortalato anche dalle fotografie di Dorothea Lange e Walker Evans. Il risultato di quell’indagine sfocerà nel romanzo Furore. L’opera conoscerà un immediato successo di pubblico tanto che, a un anno dalla pubblicazione, nel 1939, varrà a Steinbeck il Premio Pulitzer e concorrerà, insieme alla successiva produzione letteraria dell’autore, alla conquista del Premio Nobel nel 1962.

Osserva Emanuele Trevi: «Forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile “story-teller” un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Più che a una “riduzione”, riteniamo che un progetto drammaturgico su “Furore” debba tendere a esaltare le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci che durante la lettura. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità”.

Aggiunge Popolizio, aggiudicatosi due anni fa il Premio Ubu per lo spettacolo dell’anno con “Un nemico del popolo”: «Non è un monologo né teatro narrazione. È un racconto commovente di gente disperata che scappa dalla polvere e finisce per morire nelle alluvioni, esattamente come oggi migliaia di persone arrivano dal deserto e muoiono in un mare che non hanno mai visto prima. Non è per fare per forza l’attualità, ma è davvero la stessa storia di schiavi accolti nelle baracche finché devono raccogliere pesche, pere, o pomodori, poi allontanati, o ributtati in mare. “Furore”, col linguaggio di Steinbeck, epico, forte, omerico, ci mette di fronte a queste contraddizioni».

 

Foto di Federico Massimiliano Mozzano

Nuovi sapori per il pop senza tempo di Enrico Vanzina

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La mostra sino al 9 ottobre nella Galleria Biasutti & Biasutti

 

“Il Pop non è mai morto. È ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze”. Magari un Pop rivisitato, che con benefici scossoni ha attraversato le stagioni e le generazioni, che quasi obbligatoriamente porta con sé delle “variazioni”, un guardare indietro alle radici e ai primi sconvolgimenti, “il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale”. E allora vai con il Pop nelle trentadue stampe, tutte rigorosamente in bianco e nero (la presentazione in catalogo la si deve a Francesco Poli), “con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche”, ospitate da sabato 11 – inaugurazione alle ore 18 – nelle sale della Galleria Biasutti & Biasutti di via Bonafous 7/L  sino al 9 ottobre.

L’autore è Enrico Vanzina, pupillo d’oro del cinema italiano, classe 1949, primogenito del regista Steno, cresciuto tra quei profumi di pellicola e di immagini che gli invadevano casa, un baccalauréat al romano liceo Chateaubriand e una laurea nel ’70 in Scienze politiche alla Sapienza, un apprendistato all’ombra del padre, poi la sensazione sempre più concreta che la regia non fa per lui e che il mestiere di sceneggiatore è quello che gli occuperà la vita. A partire dal 1976 nascono progetti e soggetti che prendono forma nella pagina scritta, un lavoro continuo che arriva a superare il centinaio di titoli, affidati ancora al padre e al fratello Carlo – scomparso tre anni fa, al quale Enrico ha dedicato un affettuoso romanzo di ricordi, “Mio fratello Carlo” – come a tanti altri volti del nostro cinema da Lattuada a Flavio Mogherini, da Dino e Marco Risi a Cesare Ferrario, da Neri Parenti a Christian De Sica. Sarebbero sufficienti pochi titoli, a cominciare da “Febbre da cavallo” (1976), a “La patata bollente”, da “Sapore di mare” alle varie “Vacanze di Natale”, dal “Commissario Lo Gatto” a “Tre colonne in cronaca” a “Mai Stati Uniti”. Ha descritto i tanti decenni di vivere italiano, ha analizzato storia dopo storia il cambiamento di una società, le sue risate e i suoi turbamenti, le meschinità e le piccole grandezze, ha inventato facce e storie, ha dato corpo a filoni e a personaggi, magari all’epoca guardati con sufficienza dalla critica ma applauditi dal pubblico e oggi anche rivalutati,  ha divertito e nel divertimento ha rimescolato la nota profonda, il cenno di costume mai banale. L’anno scorso, sembra aver buttato all’aria la convinzione di una vita e s’è fatto regista, con “Lockdown all’italiana” è andato a mettere le mani – con qualche critica – nel periodo buio della pandemia e della necessità di forzate unione all’interno delle case con le tante “debolezze e miserie”.

All’attività di sceneggiatore, ha unito quella di scrittore con una dozzina di titoli, dalla metà degli anni Ottanta, e oggi lo scopriamo fotografo innamorato immancabilmente del pop e della cultura americani degli anni Sessanta e Settanta, che con l’occhio preciso del cineasta continua ad indagare sull’area di quel mondo artistico, sul cinema e sulla musica, sulla letteratura dei grandi nomi. Incastona nelle immagini i rimandi a Hopper e a Warhol, il sorriso di Marilyn e i Blues Brothers, i “Quarantanove racconti” di Hemingway e le pagine di Nabokov, gli eterni graffi di Truman Capote e i ricordi autobiografici di Woody Allen, senza dimenticare i tratti sulfurei del nostro Flaiano. Uomo abituato da sempre a catturare immagini, collega in un gioco raffinato differenti materiali iconici, in qualche modo legati “alla tradizione dei foto-collage d’avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali”.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Enrico Vanzina, “Variazione America”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 60 x 85

Enrico Vanzina, “Variazione Letteratura”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 55 x 75

Enrico Vanzina, “Variazione Phone”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 40 x 60

 

 

Galleria Biasutti & Biasutti, via Bonafous 7/L – Torino

Enrico Vanzina – Variazioni Pop

dall’11 settembre al 9 ottobre 2021

orario: 10 – 12,30 / 15,30 – 19,30. Chiuso domenica e lunedì

Una serata con Davide Van De Sfroos

DAL PIEMONTE

Davide Van De Sfroos, un narratore che racconta la vita quotidiana. ‘La serata con Davide Bernasconi in arte Van De Sfroos di mercoledì in viale Oliva a Valenza, nell’ambito della rassegna PEM-Parole e Musica in Monferrato, è stata una occasione di coniugare l’arte con la cultura e la tradizione. Van De Sfroos è un cantante ma è soprattutto un narratore che rappresenta nelle sue canzoni, con un linguaggio ben è quello di tutti i giorni, la vita e le tradizioni del suo territorio. Per questo lavoreremo per avere un suo concerto a Valenza il prossimo anno’. Così il Sindaco di Valenza, anche titolare della delega all’Identita’ Culturale.