SPETTACOLI- Pagina 16

“Confessione di un ex presidente che ha portato il suo Paese sull’orlo della crisi”

Parola di politico…!

Al torinese “Spazio Kairòs”, spettatori in sala con le cuffie “wireless” per 

Venerdì 28 febbraio, ore 21

No, non ce l’ho banalmente (chiacchiere da bar!) con la “politica” né con i “politici”. Però, lasciatemelo dire, oggi come oggi nutro verso la suddetta “categoria” un tantino (e anche un po’ di più) di diffidenza. Troppo parole (studiate a memoria!), troppi insulti, troppe voci l’una sull’altra. Quanta confusione! E, spesso, “starnazzi” da cortile o da pollaio. Mi giro da una parte e dall’altra e non riesco a trovare una collocazione. Un minimo di simpatia, né di empatia. Gli ultimi personaggi estratti dal “cappello delle elezioni” (atto, per carità, sempre di indubbia democrazia) un po’ mi spaventano pure. Il futuro, nostro e del mondo, mi spaventa. Sarò io ad ingigantire le cose? Chissà? Forse altri, però (mi consolo!) la pensano come me. E a confortarmi mi pare “cadere a fagiolo” lo spettacolo teatrale “Confessione di un ex presidente che ha portato il suo Paese sull’orlo della crisi”, organizzato da “Onda Larsen”  e in programma per venerdì 28 febbraio (ore 21), presso la Sala di “Spazio Kairòs”, in via Mottalciata 7, a Torino.

La serata si preannuncia davvero particolare, un’“esperienza immersiva” per una riflessione sulla politica e sulla “manipolazione della parola”Solo 50 saranno gli spettatori “ammessi” in sala, tutti muniti di cuffie senza fili, per meglio concentrarsi sulla “confessione dell’ex presidente” e dell’intero testo portato in scena dalla Compagnia bresciana “Chronos3”, scritto dal drammaturgo milanese Davide Carnevali, per la regia di Vittorio Borsari e, sul palco, Fabrizio Martorelli, formazione alla “Scuola di Teatro del Piccolo di Milano”, fondata da Giorgio Strehler e  diretta fino al 2015 da Luca Ronconi, cui oggi la “Scuola” è intitolata.

“Il testo – ha scritto bene la storica teatrale Maddalena Giovannelli – offre una discesa negli inferi del lessico politico contemporaneo e l’occasione per riflettere con lucidità su ciò che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni”. Esagerato? Assolutamente no. Parere mio personale. Al centro “la manipolazione della parola” che “come un abile prestigiatore” il politico ci offre su finti piatti d’argento disegnando “un confine ambiguo tra realtà e rappresentazione”. L’ex presidente parla un linguaggio che cerca il “consenso del popolo” e, proprio il pubblico sarà il popolo, pronto a pesare le parole dell’ex presidente attento a valutare la nostra capacità di ascolto. A che punto è il nostro senso critico, il nostro grado di libertà e di democrazia? Ancora Maddalena Giovannelli: “L’ex presidente ‘confessa’ le strategie della menzogna. Eppure, mentre lo fa, continua a fingere: il confine sfuggente tra realtà e rappresentazione – essenza stessa del teatro – è ben difficile da rintracciare nel discorso di un politico. Il presidente, a mandato ormai concluso, getta via la maschera e ammette di aver deliberatamente portato il Paese sull’orlo della crisi: ma il volto che appare dopo il disvelamento non è meno artefatto del precedente”. E il popolo rischia una nuova “caduta”. Un ripensamento su quella figura istrionica capace sempre di sgusciare fra il “lecito” e l’“illecito”. Non per sua colpa, profondissima colpa. Ma “in nome di quel popolo, di quella Patria tanto amata”, così da spingerlo, a volte, oltre i limiti del consentito. Ma, sempre, in totale (per carità!) buona fede.

“Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi” è stato selezionato dal “Festival PIIGS” di Barcellona. Il nome della rassegna è mutuato dall’acronimo dispregiativo coniato dalla stampa inglese “PIIGS” (in inglese il nome rimanda alla parola “maiali”) formato dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, ovvero i paesi dell’Unione Europea con problemi economici e di bilancio. Il Festival ha commissionato ad autori dei cinque paesi altrettante opere che parlassero dei problemi economici e sociali che il loro Paese stava vivendo. Il testo è stato anche presentato in forma di lettura al “Festival Tramedautore” presso il “Piccolo Teatro” di Milano.

Per info: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

Gianni Milani

Nelle foto: Fabrizio Martorelli, immagini di scena

“J’Existe” al Seeyousound 2025

Intervista a Marco Pacchiana e Federico Di Maria

Nel panorama dei videoclip musicali, il connubio tra musica e immagini gioca un ruolo fondamentale nel trasmettere emozioni e concetti. Abbiamo intervistato Marco Pacchiana e Federico Di Maria, rispettivamente regista e direttore della fotografia del videoclip J’Existe, selezionato nella sezione Soundies del Seeyousound 2025. Con loro abbiamo parlato della genesi del progetto, delle ispirazioni e delle aspettative per il festival.

Come nasce la vostra collaborazione e qual è il vostro percorso nel mondo del cinema e della musica?

Marco Pacchiana: Siamo entrambi ex studenti della Scuola Civica di Cinema di Milano, dove ci siamo conosciuti. Da allora collaboriamo su diversi progetti, spaziando tra videoclip musicali, commercial e produzioni legate al mondo della moda. Lavorare insieme è diventato naturale grazie a una visione comune e alla volontà di sperimentare nuovi linguaggi visivi.

Come è nata l’idea del videoclip e quali sono state le principali ispirazioni?

Marco Pacchiana: J’Existe nasce dall’esigenza di raccontare una nuova forma di amore, mettendo in scena due storie in contrasto tra loro. Da un lato, vediamo un angelo caduto, portatore di una ferita profonda, che non può fare altro che ferire a sua volta, anche di fronte alla più pura manifestazione d’amore. Dall’altro lato, attraverso una narrazione simbolica, raccontiamo un percorso che va dalla presa di coscienza alla rivoluzione, fino alla recisione di un legame di dipendenza tossico.

Le nostre ispirazioni spaziano dai lavori di Romain Gavras e Guillaume Alric, fino al cinema di Bernardo Bertolucci.

Quali sono stati gli elementi visivi e stilistici chiave che avete scelto di utilizzare?

Marco Pacchiana & Federico Di Maria: La scelta registica è stata quella di raccontare la vicenda dell’angelo attraverso un piano sequenza, mantenendo un’unica inquadratura per tutta la scena. Per la narrazione simbolica, invece, abbiamo optato per un montaggio più frammentato, partendo da una singola inquadratura fino ad arrivare a un montaggio serrato con cento inquadrature dedicate agli ombelichi.

Dal punto di vista fotografico, abbiamo voluto rendere ogni ambiente un “non-luogo”, uno spazio indefinito ma al contempo parte integrante della narrazione. Ci siamo ispirati ai lavori di Darius Khondji e Christopher Doyle, cercando di dare un’identità visiva unica al progetto.

Qual è stato il rapporto con l’artista nella creazione del videoclip?

Marco Pacchiana: L’artista, Novze, aveva un’idea ben precisa da comunicare attraverso la sua musica: il concetto di amore liquido. Una volta chiarita questa visione, ci ha lasciato totale libertà creativa per la realizzazione del videoclip. La sceneggiatura è stata scritta da me insieme a Tommaso Ongis, sviluppando una narrazione visiva coerente con il brano.

Cosa significa per voi essere stati selezionati al Seeyousound Festival?

Siamo estremamente felici di partecipare al Seeyousound 2025, all’interno della sezione internazionale Soundies. È un’opportunità straordinaria per mostrare il nostro lavoro e condividerlo con **professionisti del settore musicale e audiovisivo**. Essere proiettati accanto a grandi nomi del settore è un riconoscimento importante per noi e per il nostro percorso.

Quali sono le vostre aspettative per la proiezione e il festival?

Ci aspettiamo un festival ricco di **musica di qualità, grandi videoclip e film**, in un’atmosfera di condivisione e crescita artistica. Siamo entusiasti di vedere J’Existe proiettato sul grande schermo e di poter incontrare altri artisti e professionisti con cui confrontarci.

Con la selezione a Seeyousound, J’Existe si conferma un videoclip che va oltre l’estetica, diventando un vero e proprio racconto visivo di emozioni e riflessioni profonde. Non resta che attendere la proiezione per vedere come il pubblico accoglierà questa suggestiva opera audiovisiva.

“House Music”. A Torino il mitico “François K”

All’ “OFF TOPIC” di via Pallavicino, grande attesa per l’arrivo di “The teacher” François Kevorkian

Venerdì 28 febbraio, ore 22,30 – 4,00

L’appuntamento è da non perdere. Irrinunciabile, per tutti gli appassionati del genere. Location ideale, l’hub culturale di “OFF TOPIC”, in via Giorgio Pallavicino 35, a Torino, che il prossimo venerdì 28 febbraio (ore 22,30 – 4,00) si accenderà non poco con l’afterparty di “SEEYOUSOUNDSYSTEM”, che segue la proiezione del film “House Music. A Cultural Revolution” proiettato al “Cinema Massimo”, per rendere omaggio al leggendario artista e dj newyorkese Frankie Knuckles (“The Godfather of House Music”), a dieci anni dalla sua prematura scomparsa. Guest star d’eccezione, direttamente da New York City, “The teacher” François Kevorkian, dj, musicista e produttore, leggenda vivente, per l’appunto, della house music.

“ ‘SEEYOUSOUNDSYSTEM’ nasce infatti – dicono gli organizzatori – per celebrare la collettività sonora in un’esplorazione musicale orchestrata dai curatori e collaboratori di ‘Seeyousound International Music Film Festival’ (il primo ed unico Festival in Italia dedicato interamente al cinema a tematica musicale), per oltrepassare i confini dettati dai generi. Un progetto nato dalla necessità del Festival di raccontare non solo la sua anima in una sala cinematografica ma anche nel ‘dancefloor’, con un ringraziamento speciale alla ‘Frankie Knuckles Foundation’ che ha reso possibile l’evento attraverso il suo supporto”.

Classe ’54, conosciuto anche come “François K”, francese di origini, ma americano di adozione François Kevorkian è una delle figure più influenti nella scena della house music e della musica dance, attraverso le quali è mirabilmente riuscito, con singolare originalità, a plasmare il sound della dance music moderna. Negli anni ‘80, ha guadagnato notorietà come uno dei pionieri della house music a New York, dove ha lavorato come DJ e produttore per artisti di fama mondiale. Kevorkian è stato anche un membro del gruppo di produzione “K-scope” e ha remixato brani per artisti come David BowieDepeche Mode e Pet Shop Boys.

Ad affiancarlo sul palco di “OFF TOPIC”, sarà il dj e produttore (tra cui la “label IRMA RECORDS” di Bologna) Teo Lentini, torinese, da oltre 30 anni sulla scena della musica house ed elettronica. Dopo aver suonato in tutta Italia e all’estero, contribuendo a consolidare e diffondere la sua musica e lavorando con i migliori dj internazionali nei più famosi Club e Festival ad Ibiza, Amsterdam, Londra, Dublino, Parigi, Lisbona e Barcellona, oggi Lentini è consulente musicale per molti Club italiani e con il suo team “SUONO LIBERO” fonda un laboratorio per giovani dj emergenti e party itineranti.

 

La “line up” si completerà con Luca Onere dj producer di “Radio Monte Carlo” e i due dj, Amerjo resident a Milano e a Porto Cervo e Santarini dj producer, toscano, con residenze a Courmayer, Milano e Sardegna.

 

Per info: “OFF TOPIC”, via Giorgio Pallavicino 35, Torino; tel. 011/0601768 o www.offtopictorino.it

g.m.

Nelle foto: François Kevorkian, immagini di repertorio

“Essenza Donna 2025” a Carmagnola

Letteratura, musica e arte per la Giornata Internazionale della Donna 

Per celebrare la Giornata Internazionale della Donna, l’Amministrazione Comunale e l’Assessorato alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità del Comune di Carmagnola, in collaborazione con le associazioni carmagnolesi Essenza Danza e Gruppo di Lettura Carmagnola, organizzano per il terzo anno consecutivo un evento speciale intitolato “Essenza Donna”.

L’appuntamento è per venerdì 7 marzo alle ore 21:00 presso l’Auditorium Baldessano Roccati, viale Giuseppe Garibaldi 7, con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

In linea con le precedenti edizioni e in sintonia con il suo stesso titolo, l’evento vuole celebrare l’essenza autentica della Giornata della Donna con momenti di qualità e riflessione, leggeri e coinvolgenti. Un viaggio tra letteratura, musica, danza e pittura, arricchito da profumi e sapori in un’atmosfera elegante e suggestiva. Con eleganza e delicatezza, le parole dei testi si trasformeranno in movimento grazie alle ballerine di Essenza Danza, accompagnate da una selezione musicale appositamente studiata per l’occasione.

Sul palco saliranno artiste di grande talento. Roberta Belforte, attrice nota al pubblico teatrale torinese, darà vita a brani della letteratura di varie autrici, tra le quali Oriana Fallaci e Annie Ernaux, accompagnando il pubblico in un percorso di scoperta dell’universo femminile. L’artista figurativa Sara Luciani proporrà sei frasi di Jane Austen, di cui quest’anno ricorre il 250° anniversario della nascita, e altrettanti ritratti della scrittrice reinterpretati secondo la sua visione artistica. La violinista Diana Imbrea, artista che ha partecipato a numerosi concorsi musicali aggiudicandosi importanti riconoscimenti, regalerà alla serata un tocco musicale raffinato.

Un omaggio floreale offerto dal vivaio Daveli e una delizia dolciaria offerta della pasticceria Di Claudio saranno donati a tutte le spettatrici, insieme a due regali messi a disposizione dai main sponsor della serata, Lumadea e lo studio dentistico Usai. Durante la serata verrà inoltre annunciata una grande novità legata all’edizione 2025 del Festival Letti di Notte, al quale tutte le realtà coinvolte collaborano.

“La Giornata Internazionale della Donna è un momento di riflessione sul cammino percorso e sulle sfide ancora aperte per raggiungere una piena parità di diritti e opportunità – ha dichiarato il Sindaco Ivana Gaveglio – anche quest’anno, a Carmagnola celebreremo la ricorrenza attraverso l’arte e la cultura, strumenti potenti per raccontare la forza, la resilienza e la creatività delle donne. Un evento come questo è un’occasione per sensibilizzare, ispirare e rendere omaggio al valore femminile nella società, mantenendo alta l’attenzione sulle discriminazioni ancora presenti e sulla necessità di continuare a costruire un futuro più equo”.

Informazioni al numero 3925938504.

Gian Giacomo Della Porta

Torna al Regio “Rigoletto”, allestimento di Leo Muscato con Nicola Luisotti sul podio

Al Teatro Regio di Torino, dal 28 febbraio all’11 marzo prossimo, andrà in scena “Rigoletto”, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi sul libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma “Le Roi s’amuse” di Victor Hugo. L’opera è presentata nel nuovo allestimento firmato dal pluripremiato regista Leo Muscato, che torna a Torino con il suo affiatato team, di cui fanno parte la scenografa Federica Parolini e la costumista Silvia Aymonino, già vincitrici del Premio Abbiati 2019 con la felice produzione di “Agnese”, di Ferdinando Paer. Sul podio dell’orchestra del Teatro Regio si registra il gradito ritorno del maestro d’orchestra Nicola Luisotti, interprete del repertorio italiano apprezzato in tutto il mondo. In scena una tripletta di cantanti d’eccezione: George Petean, uno dei baritono verdiana più acclamati in Europa e negli USA, che interpreta Rigoletto. Al suo fianco il soprano Giuliana Gianfaldoni nel ruolo di Gilda, la figlia di Rigoletto, che ha già incantato il pubblico del Regio in “Figlia del reggimento” e “Turandot”. A interpretare il ruolo del Duca di Mantova, l’aristocratico dissoluto per cui Verdi scrisse alcune delle arie più irresistibili del repertorio operistico, è l’acclamato tenore Piero Pretti. Alla guida del coro del Teatro Regio il maestro Ulisse Trabacchin. Questo grande impegno artistico è stato reso possibile grazie al contributo di Reale Mutua, socio fondatore del Teatro Regio.

“Il continuo sostegno al Teatro Regio e al Rigoletto in particolare – ha dichiarato il Presidente di Reale Mutua Luigi Lana – dimostra quanto Reale Mutua promuova il valore della cultura a Torino. La mutualità è il cuore della nostra identità e ci guida a promuovere iniziative che generano valore per la collettività. Rigoletto è un’opera senza tempo, capace di emozionare generazioni di spettatori con la sua potenza drammatica e musicale”.

“Ci prepariamo ad assistere a un nuovo allestimento di Rigoletto – afferma il Sindaco di Torino e Presidente della Fondazione Teatro Regio Stefano Lo Russo – un’opera che rappresenta uno dei capolavori più celebri e amati di Giuseppe Verdi. Questa produzione testimonia la vocazione del Teatro Regio a proporre una stagione di altissimo livello, capace di coniugare grandi classici dell’opera con titoli meno conosciuti, consolidando il percorso che lo sta riportando a essere un punto di riferimento nel panorama culturale internazionale”.

“Sono molto felice di proporre il Rigoletto – afferma il Sovrintendente del Teatro Regio Mathieu Jouvin – non solo perché è un capolavoro amato dal pubblico, come dimostra il tutto esaurito, ma anche perché rappresenta l’opportunità per ribadire il valore di un teatro che incarna i principi culturali europei. Con questa produzione arricchiamo il dialogo tra la cultura francese e quella italiana, suggellato dall’incontro tra due grandi miti, Giuseppe Verdi e Victor Hugo. Entrambi dovettero confrontarsi con problemi di censura. Mentre il dramma di Hugo fu a lungo interdetto perché venivano apertamente contestati i facili costumi della monarchia, quindi un testo di natura politica, l’opera di Verdi, eliminando i riferimenti a personaggi di rango reale, si concentra sull’umanità dei protagonisti, conferisce un valore universale ai loro sentimenti e alle loro fragilità. Questo avvenne proprio perché Verdi riscoprì e reinterpretò il dramma originale di Hugo, che per lungo tempo, successivamente all’attentato ai danni di Luigi Filippo, cadde nel dimenticatoio. Il cuore del dramma è il rapporto tra Rigoletto e sua figlia Gilda, un amore assoluto e totalizzante che il protagonista esprime in modo ossessivo e possessivo, trasformando la sua protezione in una prigione. Il desiderio di preservarla dall’inganno e dalla corruzione del mondo finisce per innescare la tragedia che voleva evitare. In questo conflitto tra affetto e oppressione, amore e destino, Rigoletto riesce a parlare a tutti noi, restituendo la comprensione, esista dei legami famigliari così profondamente umani e  riconoscibili in ogni epoca e cultura”.

“Mi ha colpito particolarmente la sinergia che si è venuta a creare tra il direttore d’orchestra Nicola Luisotti e il regista Leo Muscato, una dinamica tra loro che ha contribuito a generare e migliorare il lavoro che verrà portato in scena – aggiunge il direttore artistico Cristiano Sandri – con Rigoletto, Verdi compone un’opera di contrasti brucianti in cui il lirismo più struggente convive con il senso implacabile del dramma. Nicola Luisotti incarna questa visione con grande naturalezza, la sua lettura radicata nella tradizione possiede la vitalità e la libertà che solo una profonda conoscenza del linguaggio verdiana può garantire. Fin dalle prime prove il dialogo con Muscato si è rivelato proficuo e stimolante, tanto da riuscire a fondere musica e regia in un equilibrio perfetto tra efficacia teatrale e introspezione psicologica. George Petean plasma un Rigoletto di grande profondità, restituendone tormento e rabbia. Giuliana Gianfaldoni disegna una Gilda luminosa e struggente, e Piero Pretti sa esaltare le sfumature più ambigue, per tutta l’opera basata sul grande tema dell’identità, del Duca di Mantova.

Verdi, grande uomo di teatro, provava una grande ammirazione per Victor Hugo, capace di inventare congegni drammatici perfetti e di mescolare il comico al tragico, il grottesco al sublime. Tra tutte le creazioni di Hugo, il compositore considerava “Le Roi s’amuse” il miglior dramma dei tempi moderni, e per questo desiderava ardentemente metterlo in musica. Realizzò il progetto nel 1851 con Rigoletto, un’opera potente che racconta di un giullare deforme, la cui cieca sete di vendetta lo porterà a perdere il suo unico tesoro, l’adorata figlia Gilda. Rigoletto è un’opera vertiginosa, ogni battitura della partitura di Verdi è un affondo nel cuore nero del potere e della solitudine di chi vi gravità attorno. Il giullare, il buffone, la vittima e il carnefice, in Rigoletto queste figure si specchiano l’una nell’altra, si sovrappongono, si dissolvono in un vortice che non concede scampo. Verdi attinge alla drammaturgia implacabile di Victor Hugo, uno dei massimi autori della cultura francese ed europea, e ne distilla l’essenza, spogliando la narrazione di ogni orpello per approdare a una verità ancora più feroce, fatta di contrasti assoluti tra potere e impotenza, vendetta e sacrificio, grottesco e sublime.

Leo Muscato, già autore di una precedente regia di Rigoletto, per la nuova produzione del Teatro Regio ha deciso di reinterpretarlo per mettere in evidenza il nucleo drammatico della vicenda, ricco di simbolismo.

“Voglio restituire al pubblico l’essenza archetipica e dolente di Rigoletto – ha dichiarato il regista Leo Muscato – la sua doppia identità, la tensione tra sacro e profano, e il mondo di specchi in cui si muove, riflettono una società in disfacimento ancora incredibilmente attuale. L’atmosfera decadente richiama suggestioni cinematografiche, come l’ultima scena di “C’era una volta in America” di Sergio Leone, in cui De Niro si abbandona all’oblio della fumeria d’oppio e il mondo gli appare distorto, onirico e la realtà si mescola all’illusione. È questa la suggestione attraverso cui racconto il terzo e ultimo atto del Rigoletto. La taverna di Maddalena e Sparafucile diventa un luogo rarefatto e permeato da un senso di attesa, dove il Gilda osserva il Duca attraverso un velo di fumo, in un contesto dove i contorni della realtà si dissolvono, proprio come nel celebre film”.

Anteprima giovani under 30 – giovedì 27 febbraio alle ore 20

Le recite sono sold out

Mara Martellotta

A Torino la storia del giallo e del noir in televisione

Raiteche racconta in questi giorni a Torino la storia del giallo e del noir in televisione attraverso un allestimento fotografico e video, nei locali della Mediateca “Dino Villani”, al piano terra del Palazzo della Radio, in via Verdi 31. Si tratta di una mostra sui protagonisti degli sceneggiati e delle fiction dedicata al giallo investigativo, in onda sul piccolo schermo dagli anni ’50 del secolo scorso ad oggi, a cura dello storico della comunicazione Peppino Ortoleva, che si può visitare dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle 17.30 con ingresso gratuito.

 

Il giallo in tv è un genere che parla a tutte le generazioni a partire dai grandi sceneggiati d’epoca per arrivare alle attuali serie e la Rai ha prodotto dagli anni ’50 storie poliziesche dando voci e volti ai personaggi di alcuni dei maggiori autori di libri gialli, da Simenon a Dürrenmatt, da Gadda a Camilleri.

La prima cosa che colpisce visitando la mostra è che le origini del giallo italiano sono in realtà tutte d’importazione: il tenente Sheridan, il primo poliziotto famoso dell’immaginario televisivo interpretato da Ubaldo Lay con il suo inseparabile impermeabile bianco, inventato dagli sceneggiatori italiani Casacci, Ciambricco e Rossi, è in realtà il capo della sezione omicidi della polizia di San Francisco.

Invece, la prima serie gialla che ha il protagonista italiano che agisce in Italia, è anche la prima a protagonista femminile, Laura Storm, un’intrepida giornalista interpretata da Lauretta Masiero, anche se rimane nel titolo un richiamo anglosassone: Storm, ovvero tempesta in inglese. Al giallo classico la Rai ha successivamente sperimentato ed affiancato altri modelli, come il gotico, carico di elementi soprannaturali, il fantastico e  pure il “nero”, denso di cupe atmosfere. Sempre attraverso le foto ed i video dell’installazione, emergono anche gli “originali”, confezionati esclusivamente per la televisione da Biagio Proietti, autore di “Coralba”, “Ho incontrato un’ombra” e “Dov’è Anna” e dal duo D’Agata e Bollini con il loro indimenticabile “Il segno del comando” per la regia di Daniele D’Anza. Senza dimenticare “Ritratto di donna velata” con Daria Nicolodi, ed ancora per il  genere poliziesco le due stagioni di “Qui squadra mobile” ideate da Massimo Felisatti e Fabio Pittorru, dirette dal grande Anton Giulio Majano.

 

Per poi approdare agli anni più recenti con “Il Commissario Montalbano” e anche “Don Matteo”. L’adattamento scenografico dell’iniziativa è curato da Rita Santin della Direzione produzione RAI- Centro Produzione Torino e tutte le foto esposte hanno fatto parte già di una mostra, organizzata sempre da Raiteche nel 2020, al Museo di Roma in Trastevere, dal titolo “Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai”.

 

Igino Macagno

Rock Jazz e dintorni a Torino: Seeyousound e Gigi D’Agostino

//

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Prosegue Seeyousound al cinema Massimo. In programma : “Omar And Cedric: If This Ever Gets Weird” di Nicolas Jack Davies (anteprima Italiana) + “James Blake -Like The End” di Jon Rafman. “AllYou Need Is Death” di Paul Duane (anteprima italiana) +”Else -Ocean” di Mohamed Chabane &Thèo Jourdain. “Slot Fiction” comprendente : Elevaciòn, A Toi Les Oreilles, Deep In My Heart is A Song, Hymn Of The Plague. “My Way” di Thierry Teston ( anteprima italiana) + live Bluebeaters. “Googoosh- Made of Fire” di Niloufar Taghizadeh ( anteprima italiana) alla presenza del regista.

Martedì. Al Blah Blah si esibiscono i Franco Forte. Seeyousound propone: “Peaches Goes Bananas” di Marie Losier + “Fortuno-Wanna Believe U” di Ja’Lisa Arnold. “RockBottom” di MariaTrenor (anteprima italiana) + “Six Cigarettes For Robert” di Fausto Caviglia. “Slot Animation” che comprende :Cosmic Routine, Sans Voix, Trumpet Voice, Zoopticon. “Kode9-Escapology Live A/V”, un progetto di Almare e Seeyousound. “Any Other Way:The Jackie Shane Story” di Michael Mabbott, Lucah Rosemberg-Lee, (anteprima Italiana) + ”Naskar” di El Cielo.

Mercoledì. Allo Ziggy è di scena Geneva Jacuzzi. A Eataly si esibisce The Niro. Per Seeyousound: “Imago” di Olga Chajdas, “LesReines Du Drame” di Alexis Langlois, “Misty-The Erroll Garner Story” di Georges Gachtot + “Sunnan-My Love For You” di Nicolina Knapp, “SlotDocs” che comprende : Ressonàncies, Apocalypse, I Think I’M Here, Les Rengaines. “Mogwai: If The Stars Had A Sound” di Antony Crook + “Mustafa_Gaza Is Calling” di Hiam Abbas & Sakir Khader.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il trio di Marco Parodi. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Anna Castiglia. Alla Divina Commedia si esibiscono i Tre Uomini in Pericolo. All’Off Topic suonano i 18 K. Al Blah Blah sono di scena i Planet Of Zeus. Allo Ziggy si esibiscono Make Po, Varylem, Dada, The Robots. Penultimo giorno di Seeyousound con in programma: “AllYou Need Is Death” di Paul Duane + “Novze-J’Existe” di Marco Pacchiana, “BornTo Be Wild: The Story Of Steppenwolf” di Oliver Schwehm + “Washed Out -The Hardest Part” di Paul Trillo, “ The Gesuidouz” di Kenichi Ugana+ “Ilhoe- Matins Sauvages “ di Loic Phil, “EBM-Electronic Body Movie” di Pietro Anton (alla presenza del regista) + “La Favi & Rosaliedu 38- Memories” di Jules Harbulot, “Slot Videoclips : Soundies Presents Videoflow: Silenzio”, “Jesus Lives The Fools” di Filippo D’Angelo, Dimitris Statiris e Mauro Giovanardi + Live Mauro Ermanno Giovanardi e Marco Carusino, “Going Underground” di Lisa Bosi (alla presenza dei Gaznevada) + Lydsten -Bias di Simon Lemarchand, Al Capodoglio “Going Underground” Dj set,.

Venerdì. Al Folk Club suonano i El Pony Pisador. All’Inalpi Arena è di scena Gigi D’Agostino. Alla Divina Commedia si esibiscono i Soultrane. Al Blah Blah suonano i NesimaPark. Ultimo giorno di Seeyousound. In programma: “Omar And Cedric:If This Ever Gets Weird” di Nicolas Jack Davies + “Apacalda -She’s Not Coming” di Mailis, “House Music :A Cultural Revolution” di Barbara E. Allen alla presenza della regista (anteprima internazionale), “Rock Bottom” di Maria Trenor + “Lecx Stacy-As Tendrils Of Smoke” di Chris Yellen & Eddie Mandell, “Slot Videoclip: Soundies Presents VideoFlow: Respiro”, “Bam Bam:The Sister Nancy Story” di Alison Duke+ “Wallace Cleaver-Plus Rien N’Est Grave” di Sangfroid, +“Noèmi Bucji Does It Still Matter” Live A/V, all’Off Topic “Seeyousoundsystem” Francois Kevorkian + Teo Lentini+ Decret Guest, after party del film “House Music : A Cultural Revolution”.

Sabato. Al Circolo Sud si esibisce Steppo. Allo Spazio 211 è di scena Generic Animal. Al Blah Blah suonano i Death Wishlist.

Domenica. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena la Shanna Waterstown Band. Al Blah Blah gli Chew.

Pier Luigi Fuggetta

“Di noi 4”, coraggioso, irriverente e proletario. Anteprima nazionale al cinema Fratelli Marx

Loro sono Giamma, Rachel, Alda e Pier, quattro giovani esseri umani che stanno andando verso la quarantina, due coppie d’amici da sempre che pensano in grande coltivando grandi ideali ma costretti a cancellarli dentro una società da cui si sentono presi in giro e delusi, un abisso a separare le aspirazioni dalla realtà di ogni giorno. Fatta di precarietà. Un grande sogno sopra tutti, diventare genitori, scommettere e consolidarlo quel sogno ma poi quella stessa realtà è lì a dirti che la scommessa è difficile: si rifugiano nella loro amicizia, antica e forte e consolidata, ma non basta. Poi, lì a festeggiare il compleanno di Alda, la decisione “a imbarcarsi nell’impresa più incredibile, ambiziosa, rivoluzionaria e forse impossibile di tutte”.

Giovani sono il regista Emanuele Gaetano Forte che ha diretto “Di noi 4”, giovani sono gli attori che lo hanno interpretato, Giovanni Anzaldo, Roberta Lanave, Giulia Rupi e Elio D’Alessandro, tutti usciti dalla Scuola per Attori dello Stabile torinese, poi Anzaldo premiato per il testo teatrale “Roman e il suo cucciolo” (Premio Ubu come miglior attore under 30) e per il film che ne è seguito, “Razzabastarda”, entrambi sotto la guida di Alessandro Gassmann, come è da citare per un eccellente Pilade nell’”Oreste” messo in scena da Binasco tre anni fa, in questi ultimi anni autore di due romanzi; Lanave già Ofelia con Valter Malosti e in “Morte di un commesso viaggiatore” con De Capitani, Rupi nel 2011 vincitrice della menzione come Migliore attrice emergente del Premio dedicato alle Sorelle Gramatica, D’Alessandro tra gli attori di “Festen” per la regia di Marco Lorenzi. Arte come vita, riprese cinematografiche come realtà. “Per realizzare questo film – confessa Forte – dovevamo inventarci qualcosa di nuovo, trovare strade nuove come fanno i nostri personaggi, in altre parole scrivendo la sceneggiatura ci siamo scontrati con la difficoltà di trovare finanziamenti e ci siamo resi conto di essere noi stessi i nostri protagonisti. Il figlio era il film”. Regista e attori dovevano dar vita ad un film, primo mettendo nel piccolo (o grandissimo?) progetto soldi di tasca propria, riducendo al minimo le spese, trovando un alloggio in Vanchiglia come unica location, concentrando le persone del set, solo un fonico, un direttore della fotografia che ha fatto anche da operatore, un focus puller e un aiuto regista tuttofare. Si è inoltre girato in maniera cronologica, quasi tutto con luce naturale, lasciando gli attori liberi di muoversi più o meno come volevano per il set avendo eliminato cavi e supporti stativi.

Mentre gli attori si erano già rivelati soggettisti e sceneggiatori, mentre essi stessi hanno pensato alle scenografie (Rupi) insieme a trucco e costumi (Rupi/Lanave), mentre il regista ha seguito il montaggio e ha esteso alla famiglia il compito delle musiche. 78’ già presentati al Rome Indipendent Film Festival RIFF lo scorso anno: “Avremmo potuto ambientare il film a Catanzaro, Roma, Parigi, Berlino; e invece no, noi volevamo Torino, una città perfetta per girare, a misura d’uomo, tranquilla, agile. Una New York sabauda dove ogni cosa diventa possibile. Gaetano Renda, scomparso nei giorni scorsi, che tanto ha fatto per il cinema indipendente, e con lui la figlia Cristina, ha fortemente creduto in questo progetto e noi gliene siamo tutti grati. Il nostro film ha molte caratteristiche che mi sento di attribuire alla città nella quale sono nato e cresciuto: è coraggioso, irriverente e proletario. Anche, a suo modo, elegante. È un film che se tu lo vedi non puoi non sentire l’eco dei Murazzi, l’ombra della Mole, o quel dito spezzato nella statua della Gran Madre”. Presentato da Lo scrittoio – Cinema d’autore, il film avrà la sua anteprima nazionale a Torino al cinema Fratelli Marx. Le date (da segnare) sono lunedì 24 alle ore 20,45, martedì 25 e mercoledì 26 febbraio alle ore 19.

Elio Rabbione

Edoardo Prati: lo spettacolo al Teatro Colosseo

Lunedì 24 febbraio, Edoardo Prati porta al Teatro Colosseo di Torino il suo primo spettacolo teatrale, “Cantami d’amore”

Classe 2004 e seguitissimo sui social con 4,8 milioni di like su TikTok, Prati ha conquistato il pubblico grazie alle sue profonde riflessioni sulla vita, sulle relazioni e sull’amore, filtrate attraverso le parole dei più grandi letterati della cultura classica. La sua capacità straordinaria è quella di appassionare l’ascoltatore e avvicinare il pubblico a testi e poeti spesso considerati complessi e ostici, con uno stile raffinato e intelligente.

Grazie a una comunicazione fresca e mai banale, Prati si è dedicato alla recitazione in metrica e alla divulgazione dei classici della letteratura italiana e latina, rendendo accessibili opere di grande valore spesso riservate a pochi.

Al centro dello spettacolo di lunedì ci sarà proprio l’amore: un mix di letteratura, musica e riflessione sulle infinite sfumature di questo sentimento universale.

Scritto dallo stesso Prati insieme a Manuela Mazzocchi ed Enrico Zaccheo – quest’ultimo anche regista dello spettacolo – “Cantami d’amore” intreccia con eleganza poesia, musica e riflessioni personali, toccando corde profonde e senza tempo. Un’occasione unica per lasciarsi trasportare dalla magia delle parole e riscoprire che, al di là delle epoche, l’amore resta il vero motore della nostra esistenza.

Riguardo allo spettacolo, Prati afferma “aiamo parte di un mosaico esteso e secolare, non siamo i primi e non saremo gli ultimi in balia dell’ingovernabilità e delle contraddizioni dei sentimenti. Dopotutto, l’amore è la cosa meno fascista che esista. L’amore è la cosa più politica.”

Valeria Rombolà

 

📅 Appuntamento lunedì 24 febbraio alle ore 20:30 presso il Teatro Colosseo di Torino (Via Madama Cristina, 71 – Torino).