SPETTACOLI- Pagina 153

Dal Piemonte riparte la rassegna nazionale di Uto Ughi per i giovani

Concerti, incontri e prove a porte aperte stanno per prendere il via, con il Maestro Uto Ughi e tanti altri grandi interpreti, proposti ai giovani, per salvaguardare la cultura musicale e per donare alla comunità la gioia della grande musica.

Uto Ughi, tra i maggiori violinisti del nostro tempo, è protagonista per il secondo anno consecutivo della rassegna nazionale che porta il suo nome ”Uto Ughi per i giovani”  con partenza dal Piemonte, precisamente dalla città di Alba, e con tappe previste in tutta Italia.

Dopo il successo, il festival “La Santità Sconosciuta” dell’Associazione culturale Arturo Toscanini di Savigliano di Ivane Natascia Chiarlo, che per 14 edizioni ha portato ad esibirsi in Piemonte interpreti di altissimo livello artistico facendo incontrare in varie forme, musica e spiritualità, si è trasformato, mantenendo la sua identità, in un progetto dedicato ai giovani.

I Concerti e le masterclass dedicati ai giovani, saranno a ingresso libero e gratuito “….perchè l’arte è un bene prezioso e spirituale  a cui tutti devono poter accedere…”come ha sottolineato il Maestro Uto Ughi.

In un momento in cui le nuove generazioni hanno subito un grave impoverimento formativo e culturale a causa della pandemia, nel 2021 La Santità Sconosciuta d’intesa con il Maestro Uto Ughi e la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, la cui presidente è Maria Franca Ferrero, ha elaborato un programma ricco di interpreti affermati, talenti virtuosi e momenti musicali eccellenti per far vivere al pubblico l’emozione della grande musica.

Sono in programma incontri con i giovani di tutte le scuole di ogni ordine e grado per trasmettere alle nuove generazioni l’amore, la sensibilità verso la musica e, in generale verso la cultura, mediante conversazioni aperte tra i ragazzi, il Maestro Ughi e gli interpreti coinvolti.

Questo tipo di divulgazione ha il merito di catturare l’attenzione dei ragazzi, trasmettendo loro messaggi positivi da applicare alla quotidianità.

Attraverso una programmazione di concerti, la musica viene spiegata in modo semplice e diretto, sollecitando un’attiva partecipazione da parte del pubblico.

La tappa 2022 del Festival che si realizza nel mese di dicembre e gennaio, parte dal Piemonte, precisamente dalla città di Alba, in provincia di Cuneo, per poi raggiungere Savigliano e altre città del Piemonte e non, come Taranto e Venezia.

Il Concerto inaugurale, che vedrà protagonista il Maestro Ughi, si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione Ferrero di Alba  e i concerti successivi in vari luoghi della città di Alba e di Savigliano, con dibattiti con personaggi molto conosciuti del panorama culturale italiano, concerti e prove aperte.

Il Maestro Ughi, con l’Orchestra “Uto Ughi and friends”, sarà anche a Taranto i prossimi 15 e 16 dicembre, sostenuto da Eni conil patrocinio del Comune di Taranto.

Più in dettaglio giovedì 15 dicembre, alle ore 21, al Teatro Orfeodi Taranto eseguirà le Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, la più nota delle composizioni del “Prete Rosso”. Il maestro Ughi leggerà e commenterà i sonetti originali vivaldiani che precedono l’esecuzione di ogni concerto, per restituire al testo tutta la sua poeticità, facendo apprezzare la musicalità dei versi e quella delle note del suo violino. Si potrà seguire il testo sul programma di sala per una maggiore e affascinante comprensione, come se fosse una lezione-concerto.

Questa famosissima composizione barocca vertice assoluto della creatività italiana di ogni tempo, rappresenta simbolicamente l’esaltazione della vita, di ogni suo momento di cui Vivaldi mostra la bellezza, inserendola nell’armonia del ciclo del tempo.

Con “Prove a porte aperte: dialoghi con la musica, suoni e parole”, giovedì 15 dicembre, alle ore 10.30, sempre al Teatro Orfeo di Tarantoil progetto prevede un incontro dedicato e riservato ai giovani delle scuole, di ogni ordine e grado, in forma di conversazione sulla musica. 

I giovani sono invitati alla prova generale che precede il concerto e sarà data loro la possibilità di interagire attraverso quesiti e scambi, instaurando un sincero e spontaneo dialogo con i musicisti. 

“Lo scopo – è stato spiegato – è trasmettere l’amore, la sensibilità verso la musica e la cultura nelle nuove generazioni mediante una conversazione aperta tra i ragazzi, il maestro e gli interpreti che aderiscono a questo progetto. Dall’esperienza proposta si auspica possano scaturire ed emergere, attraverso l’universale linguaggio della musica, suggestioni, approfondimenti, aspetti emozionali e valoriali sconosciuti o dimenticati. La musica spiegata, in modo semplice e diretto, ed i messaggi ad essa riconducibili compongono l’immagine della bellezza in senso lato, quale caratteristica imprescindibile che deve nutrire le giovani sensibilità”.

Infine, unitamente alla prova a porte aperte, l’Associazione Toscanini propone e organizza venerdì 16 dicembre, alle ore 16, una masterclass di alto perfezionamento musicale gratuita per i giovani studenti del Conservatorio di Taranto. Un’opportunità per i giovani talenti che possono studiare sotto la guida del maestro Uto Ughi.

“Con la proposta “Masterclass a porte aperte” – spiegano i promotori – si vuole promuovere un incontro basato sull’ascolto della musica orientato a soddisfare le curiosità del giovane uditorio tramite dialoghi e scambi di opinione tra docenti e studenti, al fine di creare un’atmosfera favorevole allo sviluppo della sensibilità e della comunicazione dell’idea musicale”.

Vito Piepoli

 

PROGRAMMA CONCERTI PRESSO  AUDITORIUMFONDAZIONE FERRERO – ALBA:

– MARTEDI 6 DICEMBRE 2022 h. 21.00

Italian Saxophone Quartet

Da Bach a Piazzolla -Quartetto fondato da Federico Mondelci sassofonista di fama mondiale

– MARTEDI 13 DICEMBRE  2022 h. 21.00

Uto Ughi e Leonardo Bartelloni

Note d’Europa: 7 Nazioni in musica

Pezzi emblematici dalla grande tradizione violinistica- Recital per Violino e Pianoforte

-VENERDI 27 GENNAIO 2023 h. 21.00

Convegno con UTO UGHI: I giovani e la musica. La parola di un Maestro

Conversazione con Uto Ughi

 

PROGRAMMA CONCERTI PRESSO  CHIESA DI SAN DOMENICO – ALBA

– VENERDI 9 DICEMBRE ORE 21.00

I NERI PER CASO

-Natale per Caso -Canti natalizi tradizionali

La formazione del collettivo a cappella più amato d’Italia

– SABATO 10 DICEMBRE ORE 21.00

UTO UGHI E L’ORCHESTRA UTO UGHI AND FRIENDS

Da Bach a Paganini- La musica spiegata da Uto Ughi-come una lezione concerto.

– DOMENICA 11 DICEMBRE ORE 21.00

Quintetto d’archi dei Berliner Philharmoniker

Classica e virtuosismo

PROGRAMMA CONCERTI PRESSO  TEATRO ORFEO – TARANTO

GIOVEDI’ !5 DICEMBRE ORE 10.30

Il programma musicale inizierà con “Prove a porte aperte: dialoghi con la musica, suoni e parole”, dedicate e riservate agli studenti delle scuole

GIOVEDI’ !5 DICEMBRE ORE 21.00  

Il maestro Uto Ughi, insieme alla sua orchestra, eseguirà e racconterà in una lezione-concerto dedicata a tutto il pubblico le “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi

MASTERCLASS PRESSO  CONSERVATORIO PAISIELLO – TARANTO

VENERDI’ 16 DICEMBRE ORE 16.00

Il maestro Ughi terrà una masterclass di alto perfezionamento musicale destinata agli studenti del Conservatorio Paisiello di Taranto.

CONCERTO PRESSO TEATRO MILANOLLO DI SAVIGLIANO:

GIOVEDI 26 GENNAIO 2023 ORE 21.00

Uto Ughi e i virtuosi italiani per Savigliano

La magia del suono

TUTTI I CONCERTI PER I GIOVANI SONO A INGRESSO GRATUITO SU PRENOTAZIONE

n.340 6856173- 347 8072022

Per prenotazioni dei concerti in Fondazione Ferrero -Alba- 0173 295259

Il Festival Uto Ughi per i giovani -da La Santità Sconosciuta è

organizzato da Associazione culturale Arturo Toscanini di Savigliano

e realizzata grazie al   sostegno e la collaborazione di Fondazione Ferrero.

Con il contributo di :

FONDAZIONE FERRERO-REGIONE PIEMONTE-COMUNE DI ALBA-COMUNE DI SAVIGLIANO-FONDAZIONE CRC-FONDAZIONE CRT-BANCA CRS-BANCA D’ALBA-EGEA-SISCOM-EUROTEC

“La luna che uccide verrà troppo presto. Il destino va contro la tua volontà”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

 

“la luna che uccide

verrà troppo presto

Il destino va contro la tua volontà”

L’immagine che racconta meglio la vita di Pete the Freitas è il videoclip di Chinatown di Julian Cope del 1989: un motociclista misterioso che arriva in città, conquista una ragazza e fugge con lei.

Pete è l’eroe maledetto del rock inglese anni 80, non ho mai amato questi anni musicalmente parlando, ma quando si parla di lui si parla di un batterista senza freni appassionato di motori che finisce la sua corsa in sella la sua Ducati in un terribile incidente, mentre corre verso uno studio di registrazione di Liverpool.

Quindi mi sembrava doveroso ricordarlo.

Prima di questo tragico epilogo, il ragazzo è stato l’anima di una delle band che hanno creato un genere musicale diventato sinonimo di un sentimento, il dark.

Loro si chiamano Echo & the Bunnymen.

Nascono sul palco dell’Eric’s club di Liverpool nel 1978 ed il nome viene scelto (dai fondatori che sono cantante e chitarrista n.d.r.) perché all’inizio suonano con una drum machine che hanno battezzato “Echo”.

Nel 1978 nella formazione entra il bassista e la band pubblica con un’etichetta indipendente il primo singolo: “The Picture on my Wall”.

Ed è soltanto nel 1980 che decidono di abbandonare la drum machine per arruolare Pete.

Il ragazzo si dimostra subito molto più di un semplice batterista diventa così la spina dorsale delle canzoni eleganti era rarefatte dell’album “Crocodiles”.

Album che esce il 18 luglio del 1980 e che porta il gruppo nella top di inglese.

Ma solo nel momento di massimo successo Pete lascia la band e si rifugia per due anni a New Orleans dove tenta di lanciare il suo nuovo gruppo “The Sex Gods”.

Come prevedibile finisce travolto dai suoi eccessi dopo aver distrutto due macchine, due moto e aver segnato alcuni record dello stile di vita sfrenato rock’n’roll (si dice che sia rimasto sveglio per 18 giorni consecutivi n.d.r.), il ragazzo torna a Liverpool senza soldi e in cerca di una seconda opportunità.

Gli Echo, che nel frattempo hanno registrato un disco omonimo con l’ex batterista degli ABC, lo riprendono nella formazione come session man a contratto, e risuonano tutto l’album che esce nel 1987 arrivando al numero quattro della classifica inglese.

Nel 1988 però la storia della band finisce perché il cantante se ne va.

Il resto dei componenti cerca di andare avanti come trio fino all’ultima corsa in moto ed ad un tragico incidente che porta via uno dei migliori batteristi della sua generazione.

Le cose devono arrivare a un punto di estremismo per poter rinascere, così che possiamo di nuovo apprezzare le piccole cose della vita: la droga, il sesso e il rock’n’roll.”

MARILYN MANSON

[droga, eccesso, rock, sesso]”

Chiara De Carlo

Ascoltate il brano che ho scelto per voi oggi e restate sintonizzati!

https://www.youtube.com/watch?v=LWz0JC7afNQ&ab_channel=Echo%26theBunnymen

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

“Vitamine Jazz Festival” La musica che cura

Sabato 3 dicembre, alle ore 17.15 al Teatro Juvarra di Torino, corso Palestro 14, prima edizione del Vitamine
Jazz Festival, curato da Raimondo Cesa, con una rappresentanza dei musicisti che volontariamente, da cinque
anni, donano la loro arte nei reparti dell’Ospedale S. Anna per rispondere all’appello della Fondazione
Medicina a Misura di Donna. Il ricavato della serata sarà destinato ai progetti di ricerca per la cura
dell’emicrania della donna.

Nel corso del concerto saranno rievocate le musiche che hanno caratterizzato “Vitamine Jazz”. Le sonorità
jazzistiche daranno il loro colore a motivi classici, mediterranei e sudamericani.

Nell’ottobre 2017 è scesa in campo la Comunità Jazz di Torino arricchendo con le Vitamine Jazz il progetto
Vitamine musicali, attivo dal 2016 e nato per portare la musica dal vivo all’interno dell’Ospedale S. Anna.

Oltre 290 jazzisti di fama nazionale e internazionale, che hanno ricevuto l’attenzione di quotidiani e riviste,
fra cui citiamo la prestigiosa “Musica Jazz”, si sono alternati in questi anni con 325 appuntamenti, per portare
il benvenuto alla vita nei reparti maternità, accompagnare le cure oncologiche durante le chemioterapie e
dare valore al tempo dell’attesa nelle sale d’aspetto e al pronto soccorso.

Il percorso è stato valutato “benefico per le pazienti e per gli operatori sanitari, nel sistema delle relazioni”
nel corso dei focus group condotti da Catterina Seia, Responsabile progetto “Cultura e Salute” della
Fondazione, insieme ai ricercatori di Pier Luigi Sacco, Economista della Cultura, con infermieri e medici
esposti ogni giorno alla sofferenza.

“La musica è conversazione, comunicazione in armonia. Il jazz in particolare è condivisione continua.
Dall’interazione fra musicista e spettatore nascono le successive improvvisazioni”, afferma con orgoglio
Raimondo Cesa – regista teatrale ed esperto in arti performative – che cura la rassegna e presidia ogni
incontro, durante i quali è frequente vedere le pazienti unirsi nel canto, leggere lo stupore sul volto dei
neonati.

“Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. Siamo ogni giorno parte di una lotta. La musica ci
stimola. Ci ha aperto personalmente nuovi mondi. Le note rimangono nelle stanze, con le pazienti, anche dopo
il saluto dei musicisti” affermano le infermiere intervistate segnalando anche il cambiamento e la crescita del
loro consumo culturale nel tempo libero.

Un rapporto biunivoco. Gli stessi musicisti definiscono l’ospedale “un grembo armonico” e considerano che
l’esperienza dell’esecuzione ad personam generi un arricchimento personale e professionale.

Le “Vitamine Jazz”, che sono diventate il più articolato, ampio e longevo programma al mondo di esecuzioni
di jazz realizzate in un ospedale. riprenderanno a breve dal vivo all’Ospedale S. Anna per la sesta stagione
consecutiva.

Il progetto si colloca nel percorso strategico sull’alleanza virtuosa tra “Cultura e Salute” varato dalla
Fondazione nel 2011.

“Oggi esistono strumenti di ricerca che consentono di studiare gli effetti di diversi stimoli sensoriali su
specifiche aree del cervello e sui meccanismi psiconeuroendocrini che influenzano la capacità di relazionarci
con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. Noi ci muoviamo su questi principi, cercando di umanizzare i luoghi
di cura, secondo il desiderio delle pazienti e del personale” considera la Prof.ssa Chiara Benedetto, Presidente
della Fondazione Medicina a Misura di Donna.

con il patrocinio di Fondazione Medicina a Misura di Donna ONLUS
Sede Operativa: Struttura Complessa a Direzione Universitaria Ginecologia e Ostetricia 1
Ospedale Sant’Anna – Via Ventimiglia 3, 10126 Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino
info@medicinamisuradidonna.it – www.medicinamisuradidonna.it

Le donazioni ricevute saranno destinate al contrasto e la gestione delle cefalee femminili, uno degli assi di
impegno della Fondazione Medicina a Misura di Donna, che sostiene borse di ricerca e servizi di medicina
integrativa, con attenzione al periodo della gravidanza.
Per partecipare, prenotare ai numeri 339.4307283 e 335.1320634
Donazione minima 25 euro. Modalità di versamento: sul sito www.medicinamisuradidonna.it tasto DONA
IBAN IT64 G030 6909 60610000 0062 768 Intesa San Paolo causale: Concerto di Natale

 

Teatro Juvarra
c.so Palestro 14
sabato 3 dicembre ore 17,15
Vitamine Jazz
Festival

La musica che cura
Dopo aver accompagnato per cinque anni le pazienti, familiari e personale dell’Ospedale Sant’Anna,
riempiendo le corsie con le loro note, in occasione del Natale alcuni musicisti di “Vitamine Jazz”si
presentano al pubblico per questa prima rassegna al Teatro Juvarra organizzata dalla
Fondazione Medicina a Misura di Donna onlus

Partecipano

20 Strings
Maurizio Mazzeo, Roberto Cannillo,
Alberto Palazzi, Andrea Garombo
Young Piano Player
Andrea Capocefalo
BEAT in 2
Carola Cora, Francesco Tringali
Ugo Viola

Emanuele Francesconi, Fulvio Chiara
Michele Anelli, Antonio Stizzoli
3 Chic
Marinella Locantore, Martha Umana,
Serena Guarnero
Massimiliano Brizio, Riccardo Chiara,
Emanuele Olivetti, Alex Sorel

Brasil
Gilson Silveira, Sabrina Mogentale,
Lucio Costa, Fabrizio Forte Max Gallo Quartet
Max Gallo, Massimo Artiglia,
Roberto Celio, Mel Contino

Giulia Firpo
Fabrizio Fortunato
Isabella Stabio
Emanuele Sartoris
Piano a 4 mani
Emanuele Sartoris &Federica Bertot
Federica Riva
Donato Riva
Felice Reggio
Emanuele Sartoris Caterina Accorsi
Emanuele Sartoris

Emanuele Cisi
Massimo Artiglia, Veronica Perego,
Antonio Stizzoli
DipintiDiBlues
Yelewna Babu,Claudio Bertuol,
Marcello Bianco, Luciano Devietti,
Francesco Peinetti

Presenta
Marco Basso

Direzione artistica
Raimondo Cesa

I proventi del Concerto saranno destinati a sostenere i Progetti di Ricerca della Fondazione
per la cura dell’emicrania della donna

Partecipazione con prenotazioni ai numeri: 339.4307283 e 335.1320634
Donazione minima 25€. a persona.Modalità di versamento tramite:
1)bonifico bancario IBAN IT64 G030 6909 6061 0000 0062768 – causale : concerto di Natale
2)tasto dona subito sito www.medicinamisuradidonna.it– Qr code

Parcheggio consigliato APCOA via Bertola 68

 

 

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APPROFONDIMENTI sulle CEFALEE della DONNA
La Fondazione Medicina a Misura di Donna collabora con il Centro Cefalee dell’Ospedale S. Anna
sostenendone diversi progetti. Il Centro Cefalee della Donna è attivo in molti campi della ricerca sulle cefalee
primarie, con una elevata produzione di letteratura scientifica internazionale in merito, e partecipa a
numerosi studi multicentrici nazionali e internazionali allo scopo di introdurre terapie innovative per la lotta
al dolore emicranico.

Nel 2022 è uscito sulla rivista Neurological Science un articolo sull’efficacia e la sicurezza dell’agopuntura per
la prevenzione dell’emicrania durante la gravidanza, sostenuto dalla Fondazione
Inoltre a novembre 2022 la Presidente della Fondazione, Prof.ssa Benedetto, ha rilasciato una intervista su
RaiNews 24 (https://www.rainews.it/rubriche/bastalasalute/video/2022/11/Basta-la-salute-del-02112022-
7a847a69-6b9b-466a-9b5e-351015f7d5bf.html) in cui si conferma l’impegno nel contrasto alle cefalee della
donna, con ricerca e servizi.

Fondazione Medicina a Misura di Donna Onlus
Chiara Benedetto – Presidente Fondazione Medicina a Misura di Donna e Direttore della Struttura Complessa
Universitaria – Ginecologia e Ostetricia 1, Presidio Ospedaliero S. Anna, Via Ventimiglia 1, 10126 Torino
presidente.fondazionemamd@gmail.com
Raimondo Cesa – curatore della rassegna Vitamine Jazz – ray.world@libero.it
Catterina Seia, Co-founder e Vice-Presidente Fondazione Medicina a Misura di Donna, Responsabile progetto
“Cultura e Salute” presidenza@culturalwelfare.center

Al “Palavela” l’arte di Gustave Klimt diventa magica scenografia per le stelle del pattinaggio mondiale

“Klimt on Ice”

 

Giovedì 1° dicembre, ore 21

“Nessun settore della vita è tanto esiguo e insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche…”: parole di Gustav Klimt (Baumgarten, 1862 – Vienna, 1918), il grande pittore austriaco, padre della “secessione viennese”, le cui opere più celebri – prima fra tutte l’iconico “Bacio” del 1907 – trovano perfetta e geniale collocazione (e Klimt approverebbe!) nelle immagini in video mapping disegnate sulla pista olimpionica da ghiaccio del “Palavela” (via Ventimiglia, 145), in occasione di “Klimt on Ice”, lo spettacolo in anteprima mondiale che (a distanza di un anno dal successo di “Van Gogh on Ice”) torna a riproporre a Torino alcune fra le più celebri stelle del pattinaggio artistico internazionale.

L’appuntamento è per giovedì prossimo, 1° dicembre (ore 21). Una sola notte per entusiasmare il pubblico, con uno spettacolo che sapientemente e “alla grande” unisce sport, arte e musica dal vivo. Le stars del ghiaccio, nelle loro suggestive danze, giravolte e acrobazie, saranno infatti accompagnate da un’orchestra live, condotta da Edvin Marton con il suo magico “Stradivari”. L’organizzazione – come sempre carica di effetti spettacolari e mirabolanti – è di “Dimensioni Eventi”, in collaborazione con “Next Exhibition”, “Associazione Culturale Dreams” ed il patrocinio dell’“Assessorato allo Sport” del Comune di Torino. Per l’atteso evento, è in arrivo in città un ben articolato roster di campioni capitanati dallo spagnolo Javier Fernandez Lopez, rappresentante della Spagna per tre volte alle Olimpiadi invernali ( nel suo palmarés sette titoli nazionali, sette europei, un bronzo olimpico e due titoli mondiali); con lui la tedesca Annette Dytrt e il francese Yannick Bonheur che tornano a Torino dopo aver infiammato il pubblico del “Palavela” nello spettacolo “Van Gogh on Ice” dello scorso anno.

A presenziare l’Italia saranno Carolina Moscheni e Francesco Fioretti (coppia storica del pattinaggio italiano, medaglia di bronzo, plurititolati in Europa e vincitori di competizioni internazionali) che, abbandonato l’agonismo, si dedicano da circa un anno ai grandi show sul ghiaccio. Dalla Lettonia arriveranno la grazia e la tenacia di Angelina Kucvalska, cinque volte campionessa assoluta del suo Paese, nonché quarta ai campionati europei del 2016, mentre dalla Francia Clement Pinel darà pratica dimostrazione del suo super “flip”, il salto mortale, da brividi, all’indietro sui pattini da ghiaccio. Fra i nomi eccellenti, attesi al “Palavela”, anche Makysym Nikitin e Oleksandra Nazarova, fra le prime dieci coppie a livello internazionale, sei volte  campioni di Ucraina e tre campioni del mondo junior; con loro la campionessa nazionale svizzera (2017) Yasmine Kimiko Yamada e lo statunitense Philip Warren, con la sua cascata di riccioli scuri, uno spericolato sui pattini e nella vita quotidiana, dove pratica skateboarding e parkour.


Sottofondo delle performance dei pattinatori, le note degli archi della “ Montecarlo Orchestra”, quattro affascinanti musiciste dell’“Opera Ungherese”, dirette da Edvin Marton, compositore e violinista ungherese di fama mondiale, noto come “il violinista dei pattinatori sul ghiaccio”, cui si devono anche musiche e arrangiamenti dello spettacolo e che si esibirà con uno “Stradivari” originale, costruito nel 1697, utilizzato duecento anni fa da Paganini e vinto in giovane età da Marton, in una competizione mondiale dove ha sbaragliato oltre trecentocinquanta violinisti. Ciliegina sulla torta, tre performance mozzafiato di “arts du cirque” degli artisti del gruppo internazionale “Cirko Vertigo”, diretto magistralmente da Paolo Stratta. Il tutto sotto la regia di Davide Allena, più volte aiuto regia, consulente artistico e direttore di scena di Arturo Brachetti, nonché director delle produzioni internazionali targate “Dimensione Eventi”.

Per ulteriori info: “Dimensioni Eventi”, corso Regina Margherita 371/10, Torino; tel. 011/19214730 o www.klimtonice.com

g.m.

Nelle foto:

–       “Video Mapping”

–       Carolina Moscheni e Francesco Fioretti

–       Clement Pinel

–       Edvin Marton

A teatro una storia di donne geniali

SFUMATURE DI DONNE DI SCIENZA

di e con

SARA D’AMARIO

regia, musiche dal vivo e mise en scène

FRANCOIS-XAVIER FRANTZ

10 dicembre 2022

ore  21.15

Teatro Blu

Piazza Roma, 3

Buriasco (TO)

Una storia di donne geniali nel firmamento della storia. Si presenta così Sfumature di Donne di Scienza, il nuovo spettacolo teatrale di Sara D’Amario, anche protagonista, con regia e musiche dal vivo di François-Xavier Frantz, in scena il 10 dicembre al Teatro Blu di Buriasco.

La trama

Lo spettacolo metterà in luce l’attività e la personalità di venti scienziate vissute dal IV secolo a.C. a oggi e attraverso i secoli racconterà la storia delle pioniere nella matematica, nell’astronomia, nella fisica e nell’informatica. Si arriverà così per esempio a Hollywood, con l’attrice e inventrice Hedy Lamarr; a Monte Palomar con l’astronoma Vera Rubin; si scopriranno i segreti delle prime alchimiste-streghe per arrivare ai misteri delle studiose degli affascinanti universi dell’infinitamente piccolo, dallatomo al Dna.

Sfumature di Donne di Scienza parlerà di donne che hanno saputo imporsi in mondi che troppo spesso le hanno relegate in ruoli da comprimarie; nel passato alcune di loro hanno perfino dovuto cambiare nome e travestirsi da uomo per lavorare e dimostrare il loro valore. Lo spettacolo sarà pertanto un tributo a figure femminili che, anche grazie ai loro papà, alle loro mamme, e a mariti, amanti, colleghi e insegnanti hanno saputo dimostrare valore e tenacia, al di là del loro sesso.

Sfumature di Donne di Scienza è una produzione dell’Associazione Culturale Ancóra e Constellation Factory con il sostegno e il patrocinio del Comune di Moncalieri, assessorato alla Cultura e alle Pari Opportunità.

 

La messa in scena

L’intelligenza ha un sesso? È da questa semplice domanda, che lo spettacolo sviluppa un viaggio nel tempo alla scoperta di donne che, contro ogni pregiudizio temporale e intellettuale, hanno dato un contributo alla ricerca e alle scoperte dell’umanità. Su questa traccia, la narrazione si svilupperà con umorismo ed energia in un “One-Woman Show” colto e ironico, destinato a un pubblico eterogeneo per formazione ed età.

La rappresentazione si svilupperà con elementi scenici essenziali: rapidi cambi di costume, dialettica divertente e contemporanea, contenuti curiosi, ricchi d’informazioni che rievocheranno sodalizi intellettuali e, perché no, amori e tradimenti.

Parte integrante di Sfumature di Donne di Scienza saranno le originali e avvolgenti scenografie luminose concepite dal regista François-Xavier Frantz: un poetico trionfo della luce e dell’intelligenza, vista come celebrazione di un sogno, inno alla passione capace di sconfiggere l’oscurità del pregiudizio.

Critica e obiettivi

Il messaggio principale di cui Sfumature di Donne di Scienza si fa promotore riguarda il pregiudizio che spesso, ancora oggi, etichetta le ragazze come poco dotate o poco interessate a materie scientifiche come la matematica, la fisica, la chimica.

A rivelarlo sono gli studi delle fonti bibliografiche, ma anche le numerose conversazioni con studenti (dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado) che hanno rivelato come questa falsa premessa sia ancora molto radicata, a volte anche nelle convinzioni delle bambine e delle ragazze stesse.

Con questo obiettivo, François-Xavier Frantz e Sara D’Amario hanno voluto evidenziare la necessità e la possibilità di liberarsi da una forma mentale, sbagliata e penalizzante, che non ha natura biologica, ma storica, sociale e culturale. Ed è per questo che lo spettacolo si propone di offrire un momento di arricchimento e condivisione tra generazioni, stimolando ciascuno di noi a riflettere sulla figura della donna nella scienza senza in alcun modo polemizzare nei confronti degli uomini, ma facendosi ambasciatore di un messaggio più ampio e positivo. Perché la differenza tra donne e uomini va vissuta come un valore, non come motivo di scontro, di paura e di rivalità.

Biografie degli autori

Sara D’Amario

Nel 1993 si è diplomata presso la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, fondata e diretta da Luca Ronconi. Si è perfezionata a New York con Susan Batson e Elizabeth Kemp. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne, specializzandosi in drammaturgia presso l’Università degli Studi di Torino.

In teatro è stata diretta, tra gli altri, da Luca Ronconi, Krzysztof Zanussi, Nanni Garella e Luca Zingaretti.

Per il cinema ha recitato in diversi film, tra cui Il ricco, il povero e il maggiordomo, La banda dei Babbi Natale, Il cosmo sul comò (con Aldo Giovanni e Giacomo), Caos calmo (con Nanni Moretti), Solo un padre (Luca Lucini), Colpo d’occhio (di Sergio Rubini), Assassini dei giorni di festa (di Damiano Damiani), La ragazza del lago (con Toni Servillo), Casomai (di Alessandro D’Alatri), Come diventare grandi nonostante i genitori (di Luca Lucini).

In televisione ha partecipato a molti sceneggiati, tra cui Le stagioni del cuore, Il commissario Nardone (nel ruolo di Rina Fort), Le tre rose di Eva (nel ruolo di Angela Corti), Non smettere di sognare, Distretto di polizia 8, Io ci sono (la storia vera di Lucia Annibali), L’onore e il rispetto, Sacrificio d’amore, I Topi, oltre alle soap opera Vivere e Centovetrine. È la protagonista femminile della fiction “Fratelli Caputo” accanto a Nino Frassica e Cesare Bocci.

Oltre a Sfumature di Donne di Scienza, è attualmente in scena con Storie di donne di fuoco e di luce (in cui racconta di alcune donne che hanno cambiato il loro destino e hanno acceso luci che non si sono mai spente nelle menti e nei cuori di tante persone); Greenminds (un viaggio intorno alla terra scoprendo i Green Jobs e tentando di schivare le fake news), Un quartetto per la Resistenza (i 20 mesi di due donne e due uomini emblematici per la Storia del nostro Paese) e con la commedia feroce NEGLI OCCHI DI MIA MADRE – IL MAMMONE sul trio più famoso del mondo: Mamma, Moglie e Mammone, tutti diretti da François- Xavier Frantz.

È inoltre autrice di quattro romanzi: Nitro (Baldini Castoldi Dalai editore, 2009); Un cuore XXL (Fanucci Editore, 2013) vincitore del Premio Sirmione per la Letteratura per Ragazzi; Kikka (Fanucci Editore, 2014); e Magnetic (Leggereditore, 2018) semifinalista Premio Bancarellino 2019.

François-Xavier Frantz – regista, attore e drammaturgo

Nato in Madagascar da genitori francesi, dopo aver vissuto a lungo in Francia, vive e lavora in Italia da diversi anni. Si è diplomato nel 1983 alla Scuola per Attori Le Cours Simon di Parigi e nel 1988 si è diplomato con lode in Arti Plastiche all’Accademia di Belle Arti di Metz (Francia). Nel 1993 ha partecipato a un seminario intensivo di regia condotto da Luca Ronconi, presso il Teatro Stabile di Torino.

Tra il 1983 e il 2004 ha lavorato come attore, regista teatrale, drammaturgo con alcuni grandi maestri, tra cui Anatoli Vassiliev (Russia), Jerzy Grotowski (Pontedera), Michelle Kokosowski – Académie Expérimentale des Théâtres (Francia)

Ha collaborato con Daisy Amias alla prima creazione mondiale di Phaedra (Seneca), Andromaca (Jean Racine ) in lingua coreana a Seoul – Corea del Sud, e sull’adattamento di Nadja di André Breton; in seguito ha collaborato  con Isabelle Janier sulla messinscena di diversi testi di Marivaux.

Tra le sue regie teatrali spiccano varie opere di Pasolini, Fassbinder, Georges Ribemont-Dessaignes,  Tennessee Williams, Werner Schwab, Jean Genet, Edouard Dujardin.

Ha realizzato alcuni cortometraggi di fiction in lingua francese e italiana.

Tra il 2004 e il 2011 ha lavorato come produttore di lungometraggi per il cinema a livello internazionale presso Love Streams agnès b. Productions, Parigi. Dal 2011 lavora come attore, autore, regista e script doctor indipendente anche in Italia. È autore, insieme a Sara D’Amario, e regista di 4 spettacoli attualmente in tournée: (XXn) Sfumature di donne di scienza ( un monologo su 20 scienziate che hanno rivoluzionato il mondo), Storie di donne di fuoco e di luce la storia di alcune donne che hanno cambiato il loro destino e hanno acceso luci che non si sono mai spente nelle menti e nei cuori di tante persone), Greenminds (un viaggio intorno alla terra scoprendo i Green Jobs e tentando di schivare le fake news) e Un quartetto per la Resistenza (i 20 mesi di due donne e due uomini emblematici per la Storia del nostro Paese).

Informazioni e prenotazioni

Teatro Blu

Buriasco (TO)

10 dicembre 2022

ore 21,15

per prenotazioni:

3480430201

teatroblu.buriasco@gmail.com

Franco Battiato La Voce del Padrone, iI film evento di Marco Spagnoli

Dal 28 novembre al 4 dicembre solo al cinema, ecco le sale piemontesi

Le più emozionanti interpretazioni di Battiato si intrecciano con testimonianze d’eccezione, in un viaggio nella musica e nella vita di un cantautore unico.
Un omaggio al musicista e al suo storico album ‘La Voce del Padrone’, il primo in Italia a superare il record di oltre 1 milione di copie vendute nel 1982.

Per celebrare Franco Battiato, genio indiscusso della musica italiana, arriva sul grande schermo, dopo la presentazione al Taormina Film Fest 2022, il film evento Franco Battiato – La Voce del Padronediretto da Marco Spagnoli, dal 28 novembre al 4 dicembre solo al cinema in 200 copie in tutta Italia,grazie alla distribuzione theatrical di qualità firmata Altre Storie e RS Productions.
Prodotto da RS Productions e ITsART, la piattaforma streaming dedicata all’arte e alla cultura italiana, il film evento Franco Battiato – La Voce del Padrone è un viaggio nella musica e nella vita di Battiato, attraverso le sue esibizioni più significative, immagini di repertorio e i racconti di testimoni d’eccezione che ci restituiscono la sua storia e la sua personalità.
Ad accompagnare lo spettatore in questo viaggio è Stefano Senardi, tra i più grandi produttori discografici italiani, autore del film insieme al regista, e caro amico di Franco Battiato. Partendo da Milano e arrivando fino a Milo, nella casa di Franco Battiato, Senardi incontra personalità molto diverse: Nanni Moretti, Willem Dafoe, Oliviero Toscani, Caterina Caselli, Mara Maionchi, Morgan, Alice, Carmen Consoli, Vincenzo Mollica, Andrea Scanzi, Francesco Messina, Roberto Masotti, Francesco Cattini, Alberto Radius, Carlo Guaitoli e tanti altri che lo conoscevano bene e che possono restituire al pubblico uno spaccato della sua musica e della sua filosofia di vita.
Nel film evento troviamo alcuni brani dell’album ‘La voce del padrone’ e altri selezionati in esibizioni esclusive. Fra i principali: Cuccurucucù, Centro di gravità permanente, Bandiera Bianca, La Cura. Lo score è composto dal Maestro Paolo Buonvino, vincitore del David di Donatello e Nastro D’Argento e autore delle musiche di Muccino e Moretti.
Franco Battiato è stato e rimarrà un artista unico da tanti punti di vista – ha affermato il regista Marco Spagnoli – e la presenza di Stefano Senardi ci aiuta a comprenderlo sotto diversi aspetti: umano, artistico, amicale, intimo.  Ad accompagnarlo in questo meraviglioso viaggio troviamo personalità strepitose dell’entertainment italiano ed internazionale che, per la prima volta, elaborano dinanzi alla macchina da presa una riflessione sul perché e sul come sono stati anche loro protagonisti del lavoro e della vita di questo cantautore”.
Questo viaggio ha un motivo preciso – ha dichiarato Stefano Senardi – trattare con cura quello che Battiato ci ha lasciato. E riuscire a comprendere il senso ultimo di una vita eccezionale come la sua, raccontandola in una biografia plurale ed intima attraverso i ricordi, gli aneddoti dei suoi amici, i materiali di repertorio e le meravigliose canzoni di questo artista straordinario e indimenticabile. Speriamo di esserci riusciti”.

Sinossi ufficiale
Un viaggio musicale. Un viaggio fisico, ma anche ideale, da Nord a Sud dell’Italia per raccontare Franco Battiato e la sua influenza sulla cultura del nostro paese, attraverso testimoni d’eccezione che ci restituiscono la storia e la personalità di Battiato. Un racconto che, tra arte e memoria, non solo renda omaggio alla storia del musicista e del suo storico album “La Voce del Padrone”, ma riesca anche a celebrare l’eredità morale ed estetica di questo cantautore unico.

trailer
https://www.youtube.com/watch?v=4k6mJsNOo_g

clip Carmen Consoli
https://www.youtube.com/watch?v=IHSmYNAeYng

TUTTE LE SALE PIEMONTESI

Biella (Mazzini)
Cuneo – Barge (Cinema Comunale)
Cuneo – Bra (Impero)
Novara (Faraggiana) (solo il 6 dicembre)
Torino – Beinasco (The Space Cinema)
Torino – Carmagnola (Elios)
Torino – Moncalieri Uci Cinemas
Torino – Valperga (Ambra)
Torino (Nazionale; The Space Cinema; Uci Cinemas)

Sergio Castellitto autentico Dalla Chiesa, una fanciullezza negata tra i rifiuti in Nicaragua

Le prime immagini del 40° TFF

 

 

Le prime immagini del 40° Torino Film Festival arrivano dal Nicaragua (ampia coproduzione supportata da Messico/Olanda/Germania/Francia/Norvegia/Spagna) con “La hija de todas las rabias” della quarantenne regista Laura Baumeister: immagini di povertà, di violenza sociale, di una fanciullezza negata, terribili angosciose. La vita è terribile, uno spiraglio di folle speranza va cercata in un mondo altro, di protezione, di sogno che è soltanto della piccola protagonista. Maria, ragazzina di 11 anni, vive con la madre Lilibeth e passa gran parte delle sue giornate in cima a quelle montagne di rifiuti che sorgono a due passi dalla capitale e che danno un lavoro e a tratti anche un minimo di sostentamento a tanta gente. Un giorno Lilibeth sparisce su un camion per andare in città e Maria si ritrova in mezzo ad una piccola comunità di bambini schiavizzati a ripulire faticosamente i tanti oggetti che quelle discariche possono restituire e che possono essere riciclati. L’aiuta e quasi si prende cura di lei il giovane Tadeo, per restituirla a una madre che Maria al contrario ha perso per sempre. Le resta il sogno e in questo un abbraccio protettivo. La regista imprime dolcezza e rabbia e sacrosanti momenti di ribellione alla giovanissima protagonista, offre soprattutto un panorama d’angoscia di questo angolo di mondo che noi guardiamo con occhio incredulo dall’altra parte del mondo.

Usa diversi moduli cinematografici Bertrand Bonello nel suo ultimo “Coma” (sezione Nuovimondi), non sempre in un logico clima narrativo. Si fatica a seguirlo in questa lettera che un padre, un vero e proprio atto d’amore, scrive alla propria figlia (la giovanissima Louise Labeque, la figlia stessa del regista) chiusa in casa durante un’emergenza sanitaria, raccontandola in un solitario realismo e in video chiamate con le proprie amiche, circondandola al centro della stanza di una casa di bambola abitata da quelle bambole che riempiono il mondo dell’infanzia con le fattezze di Scott e Sharon, i cui tormenti d’amore sono affidati alle voci di Letitia Casta, Louis Garrel e dello scomparso Gaspard Ulliel. Aggiungeteci disegni, live action e l’inquietante apparizione di una enigmatica youtuber, e avrete completo il pasticcio che l’eccellente autore di “Saint Laurent” ci ha regalato.

Al contrario apprezzabilissimo “Il nostro generale” (dal 9 gennaio su Rai 1) con cui Lucio Pellegrini e Andrea Jublin ci riconsegnano la figura solida, paterna, combattiva di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Grazie anche all’apporto dell’Arma dei Carabinieri e con il sostegno della famiglia, rendendo onore al servitore dello Stato come all’uomo colto nel privato, con materiali di repertorio (grazie alle teche Rai) ed esatte ricostruzioni, ci ritroviamo al centro degli anni Settanta, ad iniziare esattamente dal quel 1973, quando Dalla Chiesa viene trasferito da Palermo dove è impegnato nella lotta alla mafia per operare a Torino, la presenza combattiva e affettuosa dei componenti del “Nucleo speciale antiterrorismo”, gli intenti a muoversi come un vero e proprio gruppo operativo di combattimento guardando agli altri come a degli avversari da combattere sul loro stesso terreno. Sono gli anni di Curcio, del primo processo alle BR, che al nord hanno steso una rete di uccisioni e di ferimenti di industriali e di giornalisti, di attentati, come quello a Fulvio Croce, presidente dell’ordine degli avvocati di Torino, dell’amicizia con Caselli, dei giorni di paura (la figlia costretta a sposarsi in un garage, protetta a vista), della pretesa affiliazione alla P2, accettata nel disordine del tempo e immediatamente rifiutata, del sequestro Vallarino Gancia e della morte di Mara Cagol durante la liberazione del re dello spumante nella cascina sperduta sulle colline dell’Astigiano. Anni, quelli “piemontesi” del generale, fatti anche di amarezza e d’isolamento (rintanato in un piccolo ufficio, in attesa di “mi hanno dato un incarico”), man mano che la sua lotta ai brigatisti diveniva sempre più serrata Dalla Chiesa si ritrovava sempre più solo, conteggiando un buon numero di nemici anche all’interno delle istituzioni e dell’Arma stessa. È un’opera, quella firmata da Pellegrini e Jublin, decisamente robusta, accorata, anche capace di mostrare di un uomo combattivo i momenti forse più deboli, di ridare alla società di oggi la dichiarata integrità e la grandezza nell’obbedienza. Sergio Castellitto è autenticamente presente, in ogni momento, con a fianco una Teresa Saponangelo esempio di remissiva dolcezza, con tutta la squadra dei giovani attori che sono i suoi collaboratori, Antonio Folletto in testa, voce narrante di tutti quegli anni. Gli angoli torinesi aggiungono un che di verità in più alla forza e alla bellezza della vicenda.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, scene tratte da “Il nostro generale” di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin, sugli anni torinesi di Carlo Alberto Dalla Chiesa, e la giovane protagonista del film del Nicararagua “La hija de todas las rabias” di Laura Baumeister.

“Cinema mon amour”, Gaetano Renda scuote la crisi delle sale cinematografiche

Il convegno ha aperto il 40° TFF

Il cinema non gode proprio di una buona salute ma qualcuno oggi azzarda a dire che i sintomi di un più o meno rapido miglioramento s’incomincia a vederli. Cautela, tutti si sorridono ma si muovono in fin dei conti ancora con i piedi di piombo, forse l’allegria di aver fatto centro con certe opere italiane uscite di recente e soprattutto di essere tornati in sala, uno accanto all’altro, non più divisi da quegli odiosi nastri biancorossi, ormai lontani ma ben presenti nella memoria, non più a guardarsi in cagnesco se qualcuno mai ci provava a sedersi vicino a te, esempio inaudito della demonizzazione della sala cinematografica, ebbene senti che s’è ripreso a respirare un’altra aria. “Riportare il pubblico in sala” è del resto il ritornello pieno di combattiva speranza che ogni produttore e distributore ed esercente va ripetendo, il Piemonte è al secondo posto in Italia dopo il Lazio per set e giornate lavorative, la nostra Film Commission è osannata e ricercata da chi s’impegna a girare un nuovo film, cinema e televisioni la cercano, mai come in queste ultime settimane si sono visti parcheggiati in città mezzi di trasporto di nuove produzioni, il botto americano di pochi mesi fa ha riempito i cuori e le casse di gioia: poi, al termine della filiera, ci si accorge che qualcosa non funziona più o per lo meno certo come ci si dovrebbe aspettare. Vuoi allora l’aria del momento, vuoi la lodevolissima tempestività del presidente Cirio, arriva bene augurante la notizia di un aiuto, da parte della Regione, a strettissimo giro di decisione, dall’inaugurazione a 48 ore dopo, un nuovo piano di finanziamento per il triennio 2023/2025. Diventano quattro i milioni annui di euro cui s’aggiungono altri nove per le tante sale, non soltanto per renderle luoghi atti a ospitare manifestazioni culturali ed eventi ma altresì per attuare un prezioso restyling  e un altrettanto augurabile adeguamento tecnologico. Quindi benvenuti ai complessivi 21 milioni triennali che porteranno modernizzazione e nuovi impegni.

Comunque, esuli ancora dall’euforia generale, venerdì scorso, alle 9 del mattino, il festival s’è svegliato con la sala 3 del Massimo gremita di addetti ai lavori, di curiosi, di operatori, di un selezionato gruppo di ospiti, in presenza e in streaming, per cui Gaetano Renda, agguerrito esercente di Centrale, Due Giardini e Fratelli Marx, ha potuto da provetto entertainer dare corpo a “Cinema mon amour – L’avventurosa storia del cinema nelle sale”, a quel convegno preparato per intere settimane forse per mesi, con cui poter rivedere e fare il punto sull’importanza della sala, sul suo rapporto “prioritario e imprescindibile” con la collettività, sul desiderio di tornare a incontrarsi e a scambiarsi idee, sul presente e sul futuro. “Vi siete contati, ragazzi?”, direbbe il cinefilo riportandoci alla mente “I guerrieri della notte” di Walter Hill: sì, siamo in tanti e si può cominciare.

Mentre la sottosegretaria alla Cultura Lucia Bergonzoni – in attesa che le siano affidate le deleghe allo Spettacolo – ribadisce l’attenzione dell’attuale governo per la nostra città (sarà la prossima settimana a Torino) quanto sia importante la ricaduta sul territorio, uno dei soggetti non ultimo, l’occupazione, Renda sottolinea come negli ultimi decenni la città sia passata ad essere da immagine di fabbriche e di industria a eccellenza culturale. Il presidente del Museo del Cinema, Enzo Ghigo esprime ancora una volta il concetto che “senza sale il cinema non c’è” nonché la volontà di tutta quanta l’organizzazione del festival a far sì che per questa edizione fosse offerto al pubblico completamente in presenza, pur in “una condizione pandemica non ancora del tutto risolta”.

Il solito vecchio problema sono le piattaforme, che con i comodi divani di casa propria continuano a rubare spettatori. O forse avrà ragione (noi crediamo “anche” ragione) Alberto Barbera, direttore della Mostra veneziana, quando nei mesi passati scatenò un mezzo putiferio per aver osato ribadire che non solo le piattaforme ma pure la “povertà” intellettuale (eguale “di intelletto”) di certe opere cinematografiche nostrane portava inesorabilmente all’abbandono o ad una massiccia rarefazione del pubblico. Apriti cielo! Ma il concetto è innegabile, tangibile, la commedia italiana diventa il capro espiatorio, la mancanza dell’attore del momento fa disertare, il vecchio stile come l’idea azzardata spaventano. Come altrimenti si spiegherebbe la cancellazione, nel giro di una sola settimana” di opere come “Brado” di Kim Rossi Stuart o di “War” di Gianni Zanasi? Chiaro comunque che quelle invasioni di campo di certi network non fanno la salute del cinema, certo che gli abbonamenti alla rete sono più comodi, certo altresì che occorrerà arrivare a inventarci formule nuove ad accompagnare le proiezioni. Come ci si debba anche interrogare come non sia possibile anche a casa nostra passare ai 150 giorni dei francesi i nostri soli 90 perché un film possa passare dallo schermo al quello televisivo di casa. Si dovrà frenare quel calo di spettatori che è stato nei primi sette mesi del 2022 del 56 e rotti per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, il Piemonte dovrà riacquistare robustezza visto che è passato da un bacino di 4 milioni ad una cifra dolorosa di 1,8. Domenico De Gaetano, direttore del Museo del Cinema, osserva altre cifre: “Nelle due sale destinate al cinema Massimo alle prime visioni il calo è stato del -44%, nella sala 3, dove sono proiettati i classici, si è registrato un -15%, il che significa che la passione per il cinema non è mai venuta meno”.

Un eccellente intervento, chiaro e appassionato, dati e idee alla mano, è arrivato da Barbara Bruschi, presidente Aiace Torino. Forse da lei, docente universitaria che coglie da una ragazza, nei corridoi di Palazzo Nuovo, la frase “se è per andare a vedere un film allora me ne sto a casa”, forse il grido più affannoso. Narra di un’America che, attraverso studi e dichiarazioni, denuncia la disgregazione di certe comunità quando si è visto meno pubblico in una sala di bowling, quando le immagini di certi servizi ci rendono la solitudine domestica o lo sguardo di un televisore in ogni stanza, con la cancellazione di ogni rapporto familiare, con la separazione netta di fasce d’età, con il chiudersi senza se e senza ma nel proprio mondo ristretto. Anche lei, come Renda, come tutti gli altri, esprimono la necessità di spostare le persone verso la sala intesa come luogo di aggregazione, imperdibile e decisamente auspicabile: qualcuno sogna che presto le sale possano essere intese come “bene culturale”. Ancora una ventata di ottimismo da Enzo Ghigo, per quanto riguarda il Museo del Cinema: “Nel ponte dei Santi più di 13.700 persone hanno visitato il Museo, noi tutti felicissimi se si pensa che proprio in quei giorni l’ascensore che porta alla terrazza della Mole era in manutenzione e che quindi ognuna di quelle persone che sono entrate lo hanno fatto perché soltanto attirate dalle esposizione e dalla mostra di Argento che avrebbero trovato sotto la volta dell’Antonelli”.

Elio Rabbione

Nelle immagini, Gaetano Renda organizzatore di “Cinema mon amour”; Steve Della Casa, direttore del 40° TFF, Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, Presidente e Direttore del Museo del Cinema.

Rock Jazz e dintorni: Paolo Conte e Ludovico Einaudi

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Il documentario di Marco Spagnoli su Franco Battiato è al cinema per 7 giorni.

Martedì. Al Blah Blah si esibisce Buzz Kull. All’auditorium del Lingotto suona Ludovico Einaudi.

Mercoledì. Al Jazz Club è di scena il quintetto di Angelo Greco. Al Blah Blah Giovanni Corgiat e Davide Broggini, sonorizzano il film d’animazione giapponese “l’uovo dell’angelo”.

Giovedì. Al Magazzino sul Po sono di scena Danielle e Carbs. All’auditorium del Lingotto recital di Paolo Conte per beneficenza. Al Jazz Club tributo a Ray Brown con il trio di Max Gallo. Al Blah Blah si esibisce Simon Joyner preceduto da Riccardo Salvini. Al Mad Dog suona il trio di Aura Nebiolo. All’Archivio di Stato si inaugura la mostra fotografica “America Sogni Diritti” con i ritratti di David Bowie scattati da Steve Schapiro. Al’Hiroshima Mon Amour suonano gli Hang Massive. Al Mao per la mostra “Buddha10” performance dell’artista coreana Park Jiha.

Venerdì. Allo Ziggy si esibisce il trio Ottone Pesante. Al Teatro Colosseo è di scena il Soweto Gospel Choir. Al Cap 10100 suonano i Management. Allo Spazio 211 si esibisce Daniele Celona mentre all’Off Topic è di scena Gnut. Al Magazzino sul Po suonano i Bluebeaters.

Sabato. Al Bunker si esibisce il duo elettronico Dame Area con Katatonic Silencio. Alla Suoneria di Settimo arriva Nada. Al Cap 10100 suona il quintetto Makepop. Al Blah Blah sono di scena i Diaframma. Al Folk Club si esibisce Jesper Lindell. Al Teatro Colosseo canta Marco Masini.

Domenica. Sempre al Teatro Colosseo è di scena Alex Britti.

Pier Luigi Fuggetta

Il Gruffalò Il musical tratto dall’omonimo poema bestseller